Guida alle disposizioni in materia di informazione e alla valutazione della sicurezza chimica

Documenti analoghi
Guida alla creazione di scenari d esposizione (parte D)

Chesar Concetto generale e panoramica

La vigilanza REACH sulla scheda di dati di sicurezza estesa

Analisi degli scenari espositivi

CARLA REPICE NORMACHEM s.r.l.

Le Schede Dati di Sicurezza (SDS)

L'APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI EUROPEI DELLE SOSTANZE CHIMICHE IN AMBITO SANITARIO Bologna, 15 ottobre 2015

Guida alle disposizioni in materia d informazione e valutazione della sicurezza chimica. Parte A - Introduzione alla Guida

Le Schede di Sicurezza e gli Scenari Espositivi. Caterina Cintoi Servizio Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro

Come applicare gli scenari espositivi in azienda e come supportare i propri clienti

La scheda di sicurezza a supporto della scelta di interventi e DPI idonei

Lo scenario d esposizione: cos è e quando è previsto

Gli articoli in ambito REACH

La raccolta di informazioni sulla fabbricazione e l uso

Corso formazione. La vigilanza REACH sulla scheda di sicurezza estesa. Scenari di Esposizione nel contesto del CSR

Presentazione per gli. Versione del 28/12/2015 1

SCHEDA DATI DI SICUREZZA

LA SCHEDA DI SICUREZZA Parte 1 - normativa

Guida in breve Valutazione della sicurezza chimica

La Valutazione della sicurezza Chimica (CSA)

Utilizzatori a Valle. ditte o datori di lavoro. acquistati o ricevuti da fornitori durante le loro attività industriali e professionali

L uso di alternative alla sperimentazione sugli animali ai sensi del regolamento REACH

TdP Gianluca D Ermiliis

Nuove Schede Dati di Sicurezza. Milva Carnevali AUSL Bologna

Cosa devono fare e come si stanno preparando le imprese: le cartiere

VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO: IL NUOVO MODELLO INFORIK della Regione Piemonte 2 Ed

Introduzione al REACH. Distretti 2010 Solofra, Arzignano, S.Croce

Contenuti delle SDS e scenari espositivi: aspetti tossicologici delle sostanze e miscele

Strumento per verificare in modo rapido gli scenari espositivi

Formulazione prodotti per il trattamento del vetro Scenario contributivo che controlla l'esposizione ambientale per ERC 2

FOCUS PRODOTTI CHIMICI

REGOLAMENTO (UE) / DELLA COMMISSIONE. del XXX

Dal CSR all allegato tecnico della scheda di sicurezza: come ottenere una nuova e-sds e come valutare gli scenari espositivi

Ricerca e sviluppo scientifici (SR&D) e attività di ricerca e sviluppo orientata ai prodotti e ai processi (PPORD)

Dott.ssa Nadia Lucia Cerioli

REACH: LA SITUAZIONE AD OGGI E GLI SVILUPPI

Gli scenari di esposizione e le condizioni d uso: l opzione Scaling. Roberto Carletti ENEA - UTPRAD DIM Stefano Castelli ENEA - UTTAMB ESP

il MANUALE facile delle SCHEDE di SICUREZZA La SEZIONE 7: manipolazione e immagazzinamento

LA SCHEDA DI SICUREZZA Parte 3 esds e Sanzioni

REACHLEGNO. L applicazione dei regolamenti REACH e CLP nel settore legno-arredo

Le schede dati di sicurezza secondo il REACH

Il Regolamento 453/2010: principali cambiamenti nella compilazione delle SDS. Caterina Cintoi Direzione Centrale Tecnico-Scientifica Federchimica

Le SDS e le e-sds: novità, tempistiche e Linee Guida Federchimica. G. Chierico BASF Italia S.r.l. D. Tolentino, Polimeri Europa S.p.

il MANUALE facile delle SCHEDE di SICUREZZA La SEZIONE 3: composizione/ informazione sugli ingredienti

II Conferenza nazionale sul regolamento REACH, Roma 11 dicembre 2009

Palermo-Taormina 26 e 27 settembre Dott. Gianluca Stocco

Valutazione della sicurezza chimica delle sostanze: l impatto sull ambiente

L applicazione dei Regolamenti REACH e CLP nel settore legno-arredo

Introduzione

Scenari Espositivi REACH Filiera Tessile

LA NORMATIVA IN MATERIA DI SOSTANZE CHIMICHE: IL REGOLAMENTO REACH

Scadenza giugno 2015 CLP: cosa cambia per le SDS

il MANUALE facile delle SCHEDE di SICUREZZA La SEZIONE 2: identificazione dei pericoli

Reach Interventi di vigilanza e controllo da parte degli Enti nazionali

NUOVO REGOLAMENTO CEE PER LA COMPILAZIONE DELLE SCHEDE DI SICUREZZA

il MANUALE facile delle SCHEDE di SICUREZZA La SEZIONE 1: identificazione della sostanza o della miscela e della società/imprese

Orientamenti Sulle misure sul margine di antiprociclicità EMIR per le controparti centrali

Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 110/39

Scenari espositivi e prevenzione del rischio chimico

REACH e responsabilità di prodotto: informazioni da fornire e da ricevere lungo la catena del valore aggiunto.

Milano, 10 ottobre 2018

Livelli e fasi di verifica della scheda dati di sicurezza

REACH2017. Modena, 13 settembre La comunicazione sulle sostanze chimiche per accrescere l attenzione sul loro uso

Regolamenti Reach e CLP: prime esperienze di controllo

Gazzetta ufficiale dell'unione europea

Il rischio delle sostanze chimiche e il regolamento REACH SOSTANZE RECUPERATE. Luigia Scimonelli

Ricadute dei Regolamenti REACH e CLP sulle Schede di Sicurezza. Le e-sds

2) L articolo 6 è sostituito dal seguente:

1. TITOLO GES 20: USO DI MATERIALI DI CONTATTO ARGENTO-NICHEL

Rischio chimico: metodologie e applicazioni pratiche Prodotti Chimici - Schede di Sicurezza e Scenari Espositivi. Relatore: Assunta Cecere

Guida alla compilazione delle schede di sicurezza Versione 1.1 Dicembre Guida alla compilazione delle schede di dati di sicurezza

Gli scenari di esposizione e la comunicazione nella catena di approvvigionamento

LA PROCEDURA DI AUTORIZZAZIONE. Milano, 8 marzo 2012

Scheda Volontaria Informativa di Prodotto per abrasivi flessibili basata sul formato di una Scheda Di Sicurezza

Linee guida di Regione Lombardia per la verifica di conformità delle SDS

REACH E CLP: il ruolo del distributore nella filiera chimica

Scheda Volontaria Informativa di Prodotto basata sul formato di una Scheda Di Sicurezza

(Atti non legislativi) REGOLAMENTI

Gli Articoli secondo il Regolamento REACH: applicazione ai Dispositivi di Protezione Individuale

La famiglia ISO 9000: il gruppo coerente

Informazioni sul codice UFI

Come preparare una relazione sulla sicurezza chimica dell utilizzatore a valle Guida pratica 17

2 Safety Day Symposium

Scheda Volontaria Informativa di Prodotto per abrasivi flessibili basata sul formato di una Scheda Di Sicurezza

La novità e l impatto di REACH per il sistema delle imprese in Italia. Ilaria Malerba Centro Reach S.r.l.

Scenario d esposizione 1

Orientamenti. sul processo per il calcolo degli indicatori atti a determinare le principali valute in cui ha luogo il regolamento

INTRODUZIONE ALLA NUOVA NORMA UNI EN 689:2018 Atmosfera nell ambiente di lavoro


SCENARI DI ESPOSIZIONE NEL REACH


Gli stabilizzanti e il regolamento REACh. 21 maggio 2010 FIERA H 2 O - FERRARA

L economia circolare: ostacoli e opportunità del Regolamento REACH

REACH e CLP: obblighi, prevenzione e sistema dei controlli in materia di sostanze chimiche

Consiglio dell'unione europea Bruxelles, 16 maggio 2018 (OR. en)

Transcript:

Guida alle disposizioni in materia di informazione e alla valutazione della sicurezza chimica Parte D - Elaborazione di scenari d esposizione Ottobre 2012 (versione 1.2) Guida all attuazione del regolamento REACH

AVVISO LEGALE Il presente documento contiene una guida al REACH, che illustra gli obblighi imposti dal regolamento e le modalità di adempimento. Si ricorda tuttavia agli utenti che il testo del regolamento REACH è l unico testo di riferimento avente valore legale e che le informazioni contenute nel presente documento non costituiscono un parere legale. L Agenzia europea per le sostanze chimiche declina ogni responsabilità in relazione al contenuto del presente documento. Guida alle prescrizioni in materia di informazione e alla valutazione della sicurezza chimica Parte D: Elaborazione di scenari d esposizione Riferimento: ECHA-12-G-17-IT Data di pubblicazione: ottobre 2012 Lingua: IT Agenzia europea per le sostanze chimiche, 2012 Copertina Agenzia europea per le sostanze chimiche Clausola di esclusione dalla responsabilità: Questa è una traduzione di lavoro di un documento originariamente pubblicato in inglese. Il documento originale è disponibile sul sito web dell ECHA. La riproduzione è autorizzata con citazione della fonte nella seguente forma Fonte: Agenzia europea per le sostanze chimiche, http://echa.europa.eu/, e previa notifica scritta all unità di comunicazione ECHA (publications@echa.europa.eu). Per inviare domande o osservazioni relative al presente documento, utilizzare il modulo di feedback della guida indicando il numero di riferimento del documento, la data di pubblicazione, il capitolo e/o la pagina cui si fa riferimento. È possibile accedere al modulo di feedback attraverso la pagina web dell'echa dedicata alle guide o direttamente tramite il seguente link: https://comments.echa.europa.eu/comments_cms/feedbackguidance.aspx Agenzia europea per le sostanze chimiche Indirizzo postale: P.O. Box 400, FI-00121 Helsinki, Finlandia Sede: Annankatu 18, Helsinki, Finlandia 2

INTRODUZIONE Il presente documento descrive le disposizioni in materia di informazione a norma del regolamento REACH per quanto riguarda le proprietà delle sostanze, l esposizione, l uso e le misure di gestione del rischio, nonché la valutazione della sicurezza chimica. Esso è parte integrante di una serie di guide redatte allo scopo di assistere tutte le parti interessate nella fase preparatoria in vista dell adempimento degli obblighi ad essi incombenti ai sensi del regolamento REACH. Questi documenti contengono istruzioni dettagliate relative a una gamma di processi fondamentali collegati al regolamento REACH nonché a taluni metodi scientifici e/o tecnici specifici che le imprese o le autorità devono utilizzare conformemente alle disposizioni del regolamento. Le guide sono state redatte e discusse nell ambito dei progetti di attuazione di REACH (RIP), sotto la guida dei servizi della Commissione europea, e con la partecipazione di parti interessate degli Stati membri, dell industria e di organizzazioni non governative. Queste guide possono essere reperite sul sito web dell Agenzia europea per le sostanze chimiche (http://echa.europa.eu/web/guest/support/guidance-on-reach-and-clp-implementation). Altre guide verranno pubblicate su questo sito web una volta ultimate o aggiornate. Il documento fa riferimento al regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006 (regolamento REACH) 1 e relative modifiche in vigore dal 31 agosto 2011. 1 Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un Agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE (GU L 396 del 30.12.2006). 3

CRONOLOGIA DEI DOCUMENTI Versione Commento Data Versione 1 Prima edizione Maggio 2008 Versione 1.1 Aggiunta di una nota a piè di pagina Luglio 2008 Versione 1.2 Rettifica: i) sostituzione dei riferimenti alle direttive DSD/DPD con riferimenti al regolamento CLP ii) attuazione di raccomandazioni minori per i nanomateriali derivanti dalla relazione RIPoN3 iii) allineamento dell appendice D-3 (Nomi e descrizioni delle categorie di rilascio nell ambiente) con la versione aggiornata del capitolo R12 versione 2) iv) modifiche/correzioni editoriali minori supplementari Ottobre 2012 4

Convenzione per la citazione del regolamento REACH Se il regolamento REACH è citato alla lettera, la citazione è indicata dall uso del corsivo tra virgolette. Tabella dei termini e delle abbreviazioni Cfr. il capitolo R.20 Visualizzazione percorso Il seguente grafico illustra la posizione della parte D nel documento orientativo. Informazioni: disponibili richieste/necessarie Valutazione del pericolo (HA) Valutazione dell'esposizione (EA) D Fine No Pericolosa o PBT? Sì Caratterizzazione del rischio (RC) Documentare nel CSR Sì Rischi controllati? No Iterazione Comunicare l ES tramite l esds http://echa.europa.eu 5

INDICE D.1 INTRODUZIONE... 9 D.1.1 Scopo del presente modulo... 9 D.2 CONTENUTI DEGLI SCENARI D ESPOSIZIONE... 11 D.2.1 Scopo della sezione... 11 D.2.2 D.2.3 Panoramica delle informazioni principali di cui tener conto nel corso dell elaborazione di uno scenario d esposizione (ES)... 11 Panoramica delle fasi per l elaborazione di uno scenario d esposizione... 16 D.3 SCHEMA GENERALE E COMUNICAZIONE... 18 D.3.1 Scopo della sezione... 18 D.3.2 Schema per l elaborazione di scenari d esposizione... 18 D.3.3 Organizzazione della comunicazione... 21 D.3.3.1 Iniziare con le informazioni disponibili in azienda... 22 D.3.3.2 Ottenere il feedback dai clienti... 24 D.3.3.3 Concordare con l organizzazione di settore dell utilizzatore a valle come rendere noti gli usi ai fornitori... 25 D.4 PREPARARE I CONTENUTI DI UNO SCENARIO D ESPOSIZIONE... 26 D.4.1 Scopo del capitolo... 26 D.4.2 Attività e processi nel ciclo di vita di una sostanza... 26 D.4.3 Breve descrizione generale dell uso e titolo breve degli scenari d esposizione... 29 D.4.3.1 Funzioni del sistema dei descrittori... 29 D.4.3.2 Definizione dei quattro descrittori... 29 D.4.3.3 Uso flessibile dei quattro descrittori... 31 D.4.3.4 Esempio di una breve descrizione generale degli usi in una relazione sulla sicurezza chimica (CSR)... 32 D.4.4 Scenari d esposizione iniziali predeterminati... 34 D.4.5 Condizioni d uso per il controllo del rischio... 35 D.4.5.1 Scopo della sezione... 35 D.4.5.2 Condizioni operative e gestione del rischio... 36 D.4.5.3 Tipi e gerarchia delle misure di controllo dei rischi... 36 D.4.6 Fonti di informazione del fabbricante/importatore termini riguardo alla gestione del rischio... 38 D.4.6.1 Efficacia delle misure di gestione del rischio... 39 D.4.6.2 La biblioteca delle misure di gestione del rischio... 40 D.4.6.3 Schema per la selezione e l iterazione delle misure di gestione del rischio... 42 D.5 STIMA DELL'ESPOSIZIONE... 44 D.5.1 Scopo della sezione... 44 D.5.2 Dati sull esposizione tratti da misurazioni... 45 6

D.5.3 Valutazione della stima dell esposizione professionale... 46 D.5.3.1 Dati provenienti da misurazioni... 46 D.5.3.2 Approcci modellistici... 46 D.5.3.3 La valutazione ECETOC mirata dei rischi per l esposizione professionale... 47 D.5.3.4 Esempio di una tabella d insieme della stima dell esposizione di Livello 1 come documentata nel CSR.... 49 D.5.3.5 Schema di uso semplificato per il controllo delle sostanze pericolose sul luogo di lavoro... 51 D.5.4 Stima dell esposizione dei consumatori... 52 D.5.4.1 ConsExpo 4.1... 54 D.5.4.2 EUSES... 56 D.5.5 Valutazione dell esposizione ambientale... 58 D.5.5.1 Categorie di rilascio nell ambiente (ERC) basate su EUSES (versione 2.0.3)... 58 D.5.5.2 Versione su foglio elettronico della TGD... 63 D.6 AFFINARE LA VALUTAZIONE DEL PERICOLO... 63 D.7 CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO... 64 D.8 DERIVARE LO SCENARIO D ESPOSIZIONE FINALE... 64 D.8.1 Integrazione... 64 D.8.2 Suggerimenti per l utilizzatore a valle su come verificare se sta operando entro i limiti descritti nello scenario d esposizione... 66 D.9 USO DELLO SCENARIO D ESPOSIZIONE FINALE NELLA CATENA D APPROVVIGIONAMENTO... 68 TABELLE Tabella D.2-1 Esempi di determinanti dell esposizione... 13 Tabella D.2-2 Formato standard di uno scenario d esposizione finale per la comunicazione... 15 Tabella D.4-1 Panoramica degli usi di un solvente in un mercato ampio... 33 Tabella D.4-2 Panoramica delle RMM e delle istruzioni sulla sicurezza nella biblioteca RMM... 41 Tabella D.4-3 Schema per la selezione e l iterazione delle misure di gestione del rischio... 43 Tabella D.5-1 Dati in ingresso necessari per procedere a una stima dell esposizione di Livello 1 relativa ai lavoratori... 48 Tabella D.5-2 Stima dell esposizione per lavoratori in base al modello ECETOC TRA (2004)... 50 Tabella D.5-3 Dati d ingresso per gli strumenti attuali di livello 1 necessari per procedere a una stima dell esposizione di livello 1 riferita ai consumatori... 54 Tabella D.5-4 Dati in ingresso necessari per procedere una stima dell esposizione di livello 1 relativa all ambiente... 61 FIGURE Figura D. 2-1 Fasi per l elaborazione di uno scenario d esposizione (ES) relative agli usi a valle...17 Figura D. 4-1 Fasi del ciclo di vita di una sostanza... 28 Figura D. 4-2 Sistema dei descrittori per titoli brevi e una breve descrizione generale dell uso... 30 7

APPENDICI Appendice D-1 - Punti di forza e limiti degli strumenti disponibili per la stima dell esposizione di Livello 1... 70 Appendice D-2 - Esempio di uso di categorie di rilascio nell ambiente... 76 Appendice D-3 - Nomi e descrizioni delle categorie di rilascio nell ambiente... 79 Appendice D-4 - Collegare le categorie di processo alle ERC... 82 Appendice D-5 - Collegare le categorie di articoli alle ERC... 84 8

D.1 INTRODUZIONE D.1.1 Scopo del presente modulo Questo modulo spiega come effettuare una valutazione dell esposizione ai fini dell elaborazione degli scenari d esposizione e della stima dell esposizione. Il modulo è incentrato prevalentemente sulle possibili modalità di elaborazione degli scenari d esposizione (ES). Contiene inoltre una descrizione della stima dell esposizione; informazioni più dettagliate sono riportate invece nei capitoli R.14-R.18. La guida all elaborazione degli scenari d esposizione esamina sia i contenuti più importanti in termini di informazioni da raccogliere sia la procedura passo a passo per predisporre gli scenari d esposizione definitivi di una sostanza, come parte integrante della valutazione della sicurezza chimica (CSA) iterativa. Uno scenario d esposizione è l insieme delle informazioni che descrivono il modo in cui è possibile controllare i rischi associati all uso o agli usi identificati di una sostanza. Comprende le condizioni operative (per esempio, la durata e la frequenza dell uso o il quantitativo impiegato, la temperatura del processo o il ph) e le necessarie misure di gestione del rischio (per esempio, gli impianti di ventilazione locale o un determinato tipo di guanti, il trattamento delle acque reflue e dei gas di scarico). Se un fabbricante o un importatore non descrive le misure pertinenti e realistiche per controllare i rischi di una sostanza per un determinato uso, non può inserire quest uso nel suo scenario d esposizione e/o è tenuto a scoraggiarlo esplicitamente nella scheda di dati di sicurezza. È probabile che nello scenario d esposizione siano inseriti dialoghi i) tra i fabbricanti e gli utilizzatori a valle della sostanza e ii) dall utilizzatore a valle agli utilizzatori ancor più a valle nella catena di approvvigionamento. Il capitolo D.2 descrive il contenuto centrale di uno scenario d'esposizione in ambito REACH. Il capitolo presenta una panoramica dei più comuni determinanti dell esposizione e raccomanda un formato standard per lo scenario d esposizione definitivo. Ciò comprende anche un elenco delle tipologie più comuni di condizioni operative (OC) e misure di gestione del rischio (RMM) da prendere in considerazione per la creazione degli scenari d esposizione (ES). Il capitolo R.13 contiene inoltre indicazioni utili relative alle misure intraprese per controllare i rischi. Il capitolo D.3 suggerisce un flusso di lavoro standard in 14 fasi, compresi i risultati principali da produrre, partendo dall identificazione degli usi e terminando con gli scenari finali d esposizione per la sostanza. Il capitolo comprende anche una guida sui processi di comunicazione occorrenti lungo la catena di approvvigionamento per delineare con efficienza scenari d esposizione utili in modo efficiente. Il capitolo D.4 fornisce una guida ai contenuti di uno scenario d esposizione: attività nel ciclo di vita (sezione D.4.2), descrizione dell uso e titolo breve dello scenario d esposizione (sezione D.4.3), scenari d esposizione iniziali predeterminati (sezione D.4.4), condizioni d uso per il controllo dei rischi (sezione D.4.5). Per informazioni dettagliate sul sistema dei descrittori dell uso si può consultare il capitolo R.12, mentre indicazioni specifiche sulle misure di gestione del rischio e sulle condizioni operative figurano nel capitolo R.13. Il capitolo D.5 fornisce una panoramica sulla stima dell esposizione, fra cui una guida sul ruolo dei dati di misurazione nonché una breve spiegazione di alcuni strumenti disponibili per valutare l esposizione. I punti di forza e i limiti di questi strumenti in ambito REACH sono affrontati anche nell appendice D-1. L elaborazione di scenari d esposizione e la corrispondente stima dell esposizione dovrebbero essere svolti su più livelli, partendo con le informazioni disponibili (compresi i presupposti conservativi dei livelli d esposizione). La Guida tecnica sintetica è incentrata su queste valutazioni di livello 1. Se tali valutazioni non bastano a dimostrare che una 9

sostanza può essere usata in condizioni tali da garantire il controllo dei rischi, è possibile eseguire valutazioni più precise sulla base di informazioni sull esposizione più dettagliate, che possono essere elaborate con strumenti di stima dell esposizione più raffinati. Inoltre, se i dati a disposizione lo consentono, è anche possibile svolgere direttamente una valutazione di livello superiore. I capitoli R.14-R.18 contengono istruzioni più specifiche sulla stima dell esposizione. Il capitolo D.6 descrive brevemente le situazioni in cui, sulla base di una valutazione iniziale dell esposizione, il fabbricante o l importatore possono giungere alla conclusione che occorre affinare la valutazione del pericolo prima di ricavare lo scenario finale d esposizione. Il capitolo D.7 spiega in breve la caratterizzazione del rischio, la quale innesca potenzialmente un iterazione dello scenario d esposizione. La parte E della guida fornisce maggiori dettagli sulla caratterizzazione del rischio. Il capitolo D.8 contiene una guida su come completare lo scenario d esposizione. Questo tratta di come integrare condizioni operative e misure di gestione del rischio per i percorsi d esposizione pertinenti e i gruppi di riferimento, in uno scenario finale coerente ad uno o più usi specifici. Infine, il capitolo D.9 inserisce infine l uso degli scenari d esposizione nel quadro della relazione sulla sicurezza chimica (CSR) e delle schede di dati di sicurezza estese (SDS), e rimanda alla parte F e alla parte G della guida. 10

D.2 CONTENUTI DEGLI SCENARI D ESPOSIZIONE D.2.1 Scopo della sezione Il capitolo 2 descrive i contenuti principali di uno scenario d'esposizione a norma del regolamento REACH. Propone inoltre una panoramica dei più diffusi determinanti dell esposizione e raccomanda un formato standard per lo scenario d esposizione definitivo. D.2.2 Panoramica delle informazioni principali di cui tener conto nel corso dell elaborazione di uno scenario d esposizione (ES) La raccolta di informazioni per l elaborazione di uno scenario d esposizione (ES) deve garantire che tale scenario soddisfi il suo obiettivo ai sensi del regolamento REACH. Lo scenario d esposizione (ES) rappresenta la base per una stima quantitativa dell esposizione e lo strumento di comunicazione all interno della catena di approvvigionamento. Per fornire una base sufficiente per la stima dell esposizione deve contenere i parametri principali che determinano il rilascio e l esposizione (i determinanti). Deve inoltre soddisfare i requisiti degli utilizzatori a valle (DU), che sono i principali destinatari dello scenario d esposizione (ES) attraverso la scheda di dati di sicurezza (SDS) estesa. Per entrambe queste funzioni è fondamentale che le informazioni contenute nello scenario d esposizione (ES) siano esposte in maniera strutturata e completa. Ciò significa che, una volta che le informazioni per lo scenario d esposizione (ES) sono state raccolte in forma più o meno narrativa, devono essere tradotte in moduli e parametri di testo concisi e adeguati. Si noti che, mentre lo stile usato in uno scenario d esposizione (ES) può essere diverso per i due diversi scopi, il contenuto deve rimanere lo stesso. In altri termini, le condizioni operative e le misure di gestione del rischio comunicate agli utilizzatori a valle devono essere le stesse che si presume fossero in atto quando sono stati calcolati i livelli di esposizione nell ambito della valutazione della sicurezza chimica (CSA). Questo nesso dovrebbe essere rintracciabile nella relazione sulla sicurezza chimica (CSR). È quindi necessario documentare in che modo è stato elaborato lo scenario d esposizione (ES). Quando le informazioni raccolte vengono elaborate utilizzando la terminologia specifica dello scenario d esposizione (ES), la derivazione dei cosiddetti determinanti di rilascio ed esposizione è fondamentale. Di seguito sono riportati alcuni esempi di determinanti che spesso rivestono un ruolo centrale per il calcolo dei livelli di rilascio ed esposizione: caratteristiche delle sostanze come, per esempio, volatilità, idrosolubilità o degradabilità vengono individuate nel corso della valutazione del pericolo e rappresentano informazioni essenziali per l elaborazione dello scenario d esposizione. Per esempio, le sostanze con un elevata tensione di vapore (o un elevata tossicità) solitamente richiedono tipologie diverse di gestione del rischio rispetto alle sostanze con una bassa tensione di vapore (o una bassa tossicità). Per la stima dell esposizione, una volta che lo scenario d esposizione è stato predisposto, sono inoltre necessarie informazioni affidabili sulle caratteristiche delle sostanze. Processi e prodotti dovrebbero essere concepiti e gestiti in modo da assicurare il controllo dei rischi. Le caratteristiche che incidono in maniera significativa sull esposizione devono essere menzionate nello scenario d esposizione. Tra queste si annoverano, per esempio, la tipologia tecnica dell attività e il livello di contenimento, la durata e la frequenza dell uso, la concentrazione di una sostanza in un prodotto o la quantità di una sostanza usata per volta o per 11

applicazione. Altrettanto importanti sono le misure di gestione del rischio intraprese dal fabbricante o dall utilizzatore a valle per controllare il rischio. Influisce sull esposizione anche l ambiente circostante rispetto al luogo in cui avviene un processo. Per esempio, l uso di una sostanza chimica in un locale piccolo o lo scarico di acque reflue in un piccolo corso d acqua aumenta le probabilità che i livelli di effetto siano superati e che i rischi non siano controllati. Lo stesso vale, per esempio, per il peso corporeo e il volume di sostanza inalata di un operatore esposto o di un consumatore. Anche se il processo, il prodotto o il locale è lo stesso, un volume elevato di sostanza inalata rispetto al peso corporeo (si pensi a un bambino o a un adulto che lavora molto) comporta una dose più elevata. Il capitolo R.8 contiene istruzioni su come considerare queste condizioni nel calcolo del valore DNEL. 12

Tabella D.2-1 Esempi di determinanti dell esposizione Determinanti dell esposizione Caratteristiche delle sostanze Proprietà molecolari Proprietà fisico-chimiche della sostanza Stabilità Esempi (elenco non esaustivo) Peso molecolare Dimensione molecolare Tensione di vapore Coefficiente di ripartizione ottanolo-acqua Idrosolubilità Degradazione biologica, idrolisi, fotodegradazione, degradazione atmosferica (emivita in acqua, suolo, aria) Osservazioni Dà un indicazione della biodisponibilità Determinante dell esposizione sul lavoro e nell ambiente. Determinante dell esposizione correlata alla degradazione nei compartimenti ambientali, compreso il trattamento delle acque reflue Caratteristiche di processi e prodotti Fase del ciclo di vita della sostanza o del prodotto a cui si riferisce lo scenario d esposizione (ES) Tipo di attività o processo Schema temporale d uso Condizioni tecniche d uso Caratteristica del prodotto chimico Fabbricazione della sostanza, formulazione, uso finale di prodotti chimici, durata d uso delle sostanze negli articoli, fase di smaltimento Per esempio: sintetizzare sostanze, miscelare sostanze; usare sostanze come coadiuvanti tecnologici; usare sostanze chimiche come spray o per immersione o per spennellature; usare sostanze in articoli, per esempio indossando tessuti, trascorrendo del tempo in casa. Durata dell attività/dell uso Frequenza dell attività/dell uso Livello di contenimento del processo Temperatura, ph, ecc. Frazione di peso della sostanza Fugacità, polverosità, volatilità del prodotto Identifica le esposizioni pertinenti per tutti i gruppi bersaglio; supporta la selezione di scenari d esposizioni (ES) generici adeguati; supporta la selezione di categorie predeterminate di processi o prodotti in strumenti di livello 1 per la valutazione dell esposizione. Determinante relativo al modello di esposizione (breve termine o lungo termine) e corrispondente scelta del PNEC o DNEL. Determinante relativo all esposizione dell uomo e dell ambiente Determinante collegato all esposizione dell uomo e dell ambiente per miscele o prodotti. Quantità usata Kg [t] per tempo o attività Determinante del potenziale di esposizione per tempo o per attività Misure di gestione del rischio Impianti di ventilazione locale (luogo di lavoro) Dispositivi di protezione individuale (luogo di lavoro). Trattamento in situ dei rifiuti e delle acque reflue (per esempio, separazione olio-acqua) Trattamento delle acque reflue municipali, trattamento dei rifiuti Progettazione dell imballaggio atta a prevenire un esposizione dermica o per inalazione (sicurezza del prodotto) Le misure di gestione del rischio come elemento integrato del prodotto o del processo tecnico o come misure aggiuntive; determinante della possibilità di mitigare o prevenire l esposizione Caratteristiche dell ambiente circostante Ambiente che assorbe o diluisce le emissioni Dimensioni dei locali e tasso di ventilazione; flusso d acqua del fiume; capacità del sistema fognario. Determinante dell esposizione basato sul presupposto che si verifichi una distribuzione uniforme della sostanza Fattori di esposizione biologici Volume di inalazione, peso corporeo Determinante della dose a cui è esposta l uomo e scelta corrispondente del PNEC o DNEL 13

Alcuni dei determinanti elencati nella tabella D.2-1 in genere non vengono iterati dal dichiarante ma vengono calcolati secondo valori realistici (predefiniti): è il caso delle caratteristiche della sostanza e delle caratteristiche dell ambiente circostante. Altri parametri possono e devono essere calcolati dal dichiarante nello scenario d esposizione (ES) durante il processo iterativo. Il regolamento REACH individua due di questi determinanti variabili che devono essere riportati nello scenario d esposizione: le condizioni operative (OC) e le misure di gestione del rischio (RMM). Tra le condizioni operative rientrano ogni azione, uso di strumenti o stato di parametro che prevale nel corso della fabbricazione o durante l uso di una sostanza (allo stato puro o in una miscela) e che può avere, come effetto collaterale, un impatto sull esposizione dell uomo e/o dell ambiente. Tra le misure di gestione del rischio rientrano ogni azione, uso di strumenti o stato di parametro che viene introdotto nel corso della fabbricazione o durante l uso di una sostanza (allo stato puro o in una miscela) allo scopo di prevenire, controllare o ridurre l esposizione dell uomo e/o dell ambiente. La tabella D.2-2 riporta il formato standard di uno scenario d esposizione definitivo 2. Il formato dello scenario d esposizione (ES) può essere utilizzato come lista di controllo (checklist) nel corso dell intero processo di preparazione dello scenario stesso e può aiutare i fabbricanti, gli importatori e gli utilizzatori a valle a concentrarsi su un insieme di informazioni centrali. Si raccomanda di tenere sempre a disposizione il formato dello scenario d esposizione (ES, tabella D.2-2) per poter attribuire allo scenario d esposizione (ES) iniziale o definitivo le informazioni raccolte. Il fabbricante o l importatore (M/I) e l utilizzatore a valle (DU), tuttavia, possono decidere che alcune informazioni presenti nel modello non sono indispensabili per dimostrare il controllo del rischio o che altri determinanti sono realmente pertinenti per l esposizione e quindi devono essere menzionati nello scenario d esposizione (ES) 3. 2 Si noti che nel 2010 è stata pubblicata una nuova guida sul formato dello scenario d esposizione. La decisione di passare al formato aggiornato, di continuare a utilizzare il formato pubblicato nel 2008 (come da tabella D.2-2 riportata di seguito) o di utilizzare un formato completamente diverso (a condizione che il contenuto sia conforme alle prescrizioni di cui all allegato I) spetta comunque al singolo dichiarante. (Si veda il documento Guida alle prescrizioni in materia di informazione e alla valutazione della sicurezza chimica Formato dello scenario d esposizione all interno della parte D: Elaborazione di scenari d esposizione; all interno della parte F: Formato della CSR http://echa.europa.eu/documents/10162/13632/information_requirements_esformat_en.pdf reperibili agli indirizzi: http://echa.europa.eu/web/guest/support/guidance-on-reach-and-clp-implementation e http://echa.europa.eu/web/guest/guidance-documents/guidance-on-information-requirements-andchemical-safety-assessment. Il suddetto documento sostituisce il presente paragrafo e la tabella D.2-2 di seguito. 3 Si noti che a giugno del 2012 è stata rilasciata la seconda versione dello strumento per la valutazione e la relazione sulla sicurezza chimica dell ECHA (Chesar). Chesar genera gli scenari d esposizione per la CSR in un formato più semplificato che può essere visualizzato nell allegato 2 all interno del Chesar Manual 4 (manuale Chesar 4)» http://chesar.echa.europa.eu/documents/2326902/2424433/chesar2_user_manual_part4_en.pdf 14

Tabella D.2-2 Formato standard di uno scenario d esposizione finale per la comunicazione 1 Titolo breve dello scenario d esposizione 2 Processi e attività descritti nello scenario d esposizione Condizioni operative d uso 3. Durata e frequenza dell uso Specificare per lavoratori, consumatori, ambiente (se del caso) 4.1 Forma fisica della sostanza o della miscela; rapporto superficie/volume di articoli Sostanza liquida, gassosa, in polvere, in granuli, in forma solida massiccia. Area per quantitativo di articolo contenente la sostanza (se applicabile). 4.2 Concentrazione della sostanza nella miscela o nell articolo 4.3 Quantità usata per tempo o attività Specificare la durata per lavoratori, consumatori, ambiente (se del caso) 5 Altre condizioni operative d uso pertinenti Per esempio: Temperatura, ph, apporto di energia meccanica; capacità di ricezione dell ambiente (per esempio, flusso d acqua nella rete fognaria/nel corso d acqua; dimensioni del locale x tasso di ventilazione); usura per quanto riguarda gli articoli (se del caso); condizioni relative alla durata d uso degli articoli (se del caso) Misure di gestione del rischio 6.1 Misure di gestione del rischio relative alla salute umana (lavoratori o consumatori) Tipo ed efficacia di singole opzioni o combinazione di opzioni sull esposizione da quantificare [opzioni da riportare con la terminologia indicata nella guida]; specificare la via d esposizione (orale, dermica, per inalazione). 6.2 Misure di gestione del rischio relative all ambiente Tipo ed efficacia di singole opzioni o combinazione di opzioni da quantificare [opzioni da riportare con la terminologia indicata nella guida]; specificare se per acque reflue, gas di scarico, protezione del suolo. 7 Misure di smaltimento dei rifiuti In fasi diverse del ciclo di vita delle sostanze (comprese le miscele o gli articoli al termine della durata d uso); Informazioni sull esposizione stimata e guida per gli utilizzatori a valle (DU) 8 Stima dell esposizione e riferimento alla sua fonte Stima dell esposizione derivante dalle condizioni descritte sopra (punti 3-7 e le proprietà della sostanza; fare riferimento allo strumento di valutazione dell esposizione utilizzato; specificare le vie d esposizione; specificare se riferita a lavoratori, consumatori o all ambiente). 9 Guida per l utilizzatore a valle (DU), per valutare se opera entro i limiti descritti nello scenario d esposizione (ES) Indicazioni che descrivono in che modo l utilizzatore a valle (DU) può valutare se le sue condizioni operative sono conformi alle condizioni descritte nello scenario d esposizione. Questo può essere basato su un insieme di variabili (e un algoritmo adatto) che assieme indichino il controllo del rischio, ma che nel contempo siano flessibili per i rispettivi valori di ciascuna variabile. Nota: si tratta perlopiù di condizioni specifiche relative a determinati tipi di prodotto; in questa sezione può anche essere fornito un collegamento a uno 15

strumento di calcolo adeguato (per esempio, di uso semplificato). Se rilevante: possono essere inclusi anche altri metodi suggeriti all utilizzatore a valle (DU) per verificare se egli opera entro i limiti specificati nello scenario d esposizione (ES). D.2.3 Panoramica delle fasi per l elaborazione di uno scenario d esposizione Scenari d esposizione devono essere predisposti per: i) il processo di fabbricazione; ii) iii) gli usi identificati compresi gli usi propri del fabbricante o dell importatore, e gli usi a valle della catena di approvvigionamento e gli usi dei consumatori; le fasi del ciclo di vita derivanti dalla fabbricazione e dagli usi identificati (fasi della durata d uso di un articolo e di smaltimento). Il fabbricante o l importatore inizia la propria valutazione con tutte le informazioni pertinenti a sua disposizione relative alle condizioni operative e alle misure di gestione dei rischi applicate durante la fabbricazione, gli usi identificati e le conseguenti fasi del ciclo di vita (scenario d esposizione iniziale). Gli utilizzatori a valle o la loro organizzazione possono aver già inserito tali informazioni in un formato generico dell ES, per cui il fabbricante o l importatore può semplicemente completare lo scenario d esposizione (ES) iniziale e stimare l esposizione per gli usi contemplati. Successivamente può calcolare l esposizione in base alle informazioni disponibili. Spesso, nel corso di una prima iterazione, vengono impiegati strumenti standard per le stime dell esposizione sufficientemente conservativi (valutazione di livello 1). Se sono disponibili dati di misurazione sui livelli dell esposizione affidabili e rappresentativi delle condizioni operative e delle misure di gestione del rischio descritte nello scenario d esposizione iniziale, tali dati possono essere usati per la stima dell esposizione. Lo stesso dicasi per i casi in cui sono disponibili, per una prima stima, informazioni sufficienti per utilizzare modelli d esposizione di livello superiore. Quando non è possibile dimostrare il controllo del rischio in base allo scenario d esposizione (ES) iniziale, il fabbricante o l importatore raccoglierà ulteriori informazioni dettagliate sui determinanti del rilascio e dell esposizione, a meno che non decida di affinare i dati relativi al pericolo (cfr. la sezione A.2.6). Il processo di preparazione dello scenario d esposizione (ES) può variare caso per caso a seconda delle informazioni disponibili, ma in particolare, quando si dispone inizialmente di poche informazioni, il processo generale seguirà le 14 fasi illustrate nella Abbreviazioni: CSR = relazione sulla sicurezza chimica; DU= utilizzatore a valle; ES= scenario d esposizione; OC = condizioni operative; RMM = misure di gestione dei rischi, SDS = scheda di dati di sicurezza; UEC = categoria dell uso e dell esposizione. e descritte più nel dettaglio qui di seguito. Lo schema standard si basa sul categorizzare i processi e i prodotti in cui è usata la sostanza. La scelta di specifiche categorie comporta una selezione di scenari d esposizione generici predeterminati, che possono essere collegati agli strumenti per la stima dell esposizione di livello 1. Se il fabbricante o l importatore dispone di informazioni sufficienti per preparare scenari d esposizione e documentare le corrispondenti stime dell esposizione sulla base di dati di misurazione o di modelli di livello superiore, costui può abbreviare il processo. In tal caso può direttamente passare alla fase 6 (invitare l utilizzatore a valle a inviare un feedback) o 10 (effettuare una valutazione della sicurezza chimica, CSA, in base a dati di misurazione o a modelli di livello superiore), a seconda dello stato della comunicazione con gli utilizzatori a valle. 16

Su invito o spontaneo Pacchetto informativo da parte dei DU Classificazione de l pericolo e PBT/vPvB Dose/concentrazione Caratterizzazione risposta Proprietà fisico-chimiche (che guidano il rilascio e l esposizione) Necessità di informazioni sull esposizione correlate a deroghe o prove 1. Mappa degli usi della sostanza (informazione interna) 2. Inserire le informazioni disponibili sulle condizioni d uso 3. Selezionare adeguate categorie di processi e prodotti 4. Creare scenari d esposizione (ES) iniziali ed effettuare una prima stima dell esposizione 5. Completare ES iniziale (titolo breve, attività ricoperta, OCs, RMM ) 6. Richiedere e ricevere un feedback da DU rappresentanti 7. Individuare informazioni aggiuntive (se necessario) 8. Effettuare ulteriori CSA (iterazioni) con lo strumento selezionato 9. Decidere se sono necessari dati di misurazione ed un modello di livello superiore 10. Applicare altri modelli o usare altri dati di misurazione se necessario, effettuare CSA 11.Concludere la stima dell esposizione e la caratterizzazione del rischio 12. Preparare l ES integrato collegando tutti gli OC e gli RMM 13. Riunire più ES in un ES più ampio (= UEC) (opzionale) 14. Documento Informazione d inizio Mappa degli usi Lista delle informazioni sugli OC e gli RMM ES finali (nessuna prova ulteriore necessaria) Es finali (sperimentazione proposta) Indicazione degli usi sconsigliati CSR, ES per SDS Informazioni disponibili per una valutazione di livello superiore Risultato finale Abbreviazioni: CSR = relazione sulla sicurezza chimica; DU= utilizzatore a valle; ES= scenario d esposizione; OC = condizioni operative; RMM = misure di gestione dei rischi, SDS = scheda di dati di sicurezza; UEC = categoria dell uso e dell esposizione. Figura D. 2-1 Fasi per l elaborazione di uno scenario d esposizione (ES) relative agli usi a valle Si noti che lo schema standard (cfr. la sezione D.3.2), basato su categorie predeterminate e su scenari d esposizione iniziali predeterminati, ha lo scopo di favorire la coerenza e una struttura informativa armonizzata nei diversi mercati. Tuttavia, il fabbricante o l utilizzatore può anche scegliere una via più breve (per esempio, passando direttamente alla fase 6 o 10 nella figura D. 2-1), in particolare quando tutte le informazioni necessarie sono disponibili da una valutazione di livello superiore. È possibile iniziare a predisporre uno scenario d esposizione senza necessariamente passare attraverso il processo di livello 1. Tuttavia, il fabbricante o l importatore deve garantire che lo scenario d esposizione sia coerente con il formato standard previsto nella tabella D.2-2. L elaborazione dello scenario d esposizione relativo alla fabbricazione e all uso proprio del fabbricante comprende, in linea di massima, le stesse fasi. Nella pratica, tuttavia, lo schema può distinguersi nei seguenti aspetti: 17

le fasi 3-4 possono essere saltate perché il fabbricante o l importatore può sovente essere in grado di dimostrare il controllo del rischio sulla base di dati di misurazione anziché affidandosi al modello di Livello 1; anche le fasi6-7 possono essere saltate, poiché non è necessario comunicare con l utilizzatore a valle (DU) per accrescere le informazioni del dichiarante. D.3 SCHEMA GENERALE E COMUNICAZIONE D.3.1 Scopo della sezione Scopo di questo modulo è fornire una panoramica dell intero processo di preparazione dello scenario d'esposizione (ES) e dei dialoghi tra fabbricante/importatore (M/I) e utilizzatore a valle (DU) a tal fine necessari, prima di addentrarsi in una descrizione più tecnica. Lo schema descrive le fasi presentate nella figura D.2-1. Per ciascuna fase sono specificate le decisioni/conclusioni principali e i relativi risultati. D.3.2 Schema per l elaborazione di scenari d esposizione Attività Risultato Passa a 1 Predisporre una mappa degli usi della sostanza. Analizzare il mercato della sostanza in base alle informazioni disponibili in azienda. Considerare come inserire gli usi identificati, oltre agli usi dell utilizzatore immediatamente a valle. Assegnare da una a quattro fasi pertinenti del ciclo di vita, se del caso; applicare il sistema dei descrittori standard, se del caso; raggruppare tipi di prodotti o clienti o processi/attività pertinenti. Usare le informazioni se spontaneamente fornite dagli utilizzatori a valle. Se del caso, invitare gli utilizzatori a valle (DU) a fornire informazioni. Predisporre una mappa degli usi noti degli utilizzatori a valle (DU) e dei clienti utilizzando la terminologia standard del sistema dei descrittori 2 2 Inserire tutte le informazioni disponibili sulle OC e sulle RMM e specificare tutti i relativi livelli di emissione/esposizione durante il ciclo di vita della sostanza; iniziare con le informazioni disponibili in azienda. Usare le informazioni se fornite spontaneamente dagli utilizzatori a valle (DU). Se del caso, invitare gli utilizzatori a valle a fornire informazioni. 3 Selezionare adeguate categorie di processi o prodotti relative agli usi identificati. Documentare i motivi che hanno portato alla scelta della categoria, compresa la pertinenza di RMM e OC. In caso di dubbio, contrassegnare gli usi. In un primo tempo, cercare di utilizzare le informazioni a partire dalla fase 2 per assegnare una categoria adatta. Altrimenti, elencare gli usi per i quali non è disponibile una categoria predefinita di prodotto o di processo. Raggruppare gli usi nella stessa categoria predefinita, se del caso. Definire le esigenze in termini di informazioni in base al formato standard per lo scenario d esposizione (ES) e alle tabelle (iniziale o per iterazione) per gli strumenti selezionati. Tener conto dell ambito di applicazione dello strumento per quanto riguarda il profilo del pericolo e lo stato fisico della sostanza da valutare. Fare un inventario delle informazioni disponibili, compresi i dati di misurazione Usi assegnati a categorie di prodotto e processo identificazione dei dati richiesti identificazione della voce per gli strumenti per la stima dell esposizione di livello 1 usi che richiedono una valutazione di livello superiore, perché non esiste una categoria adeguata 3 4 9 18

Attività Risultato Passa a 4 Creare scenari d esposizione iniziali in base ai dati in ingresso necessari per la stima dell esposizione di Livello 1 (cfr. la tabella D.5-1, la tabella D.5-3 e la tabella D.5-4). Verificare altre informazioni disponibili su OC e RMM provenienti da: utilizzatori a valle e/o loro organizzazioni (compresi gli scenari d esposizione iniziali) pacchetti di RMM specifiche per prodotto o settore nella biblioteca delle RMM letteratura. Effettuare una stima dell'esposizione iniziale e una caratterizzazione del rischio iniziale ottenendo dati sull esposizione pertinenti per lo scenario d esposizione o ricorrere a uno strumento per la stima dell esposizione di livello 1; stabilire le vie d esposizione significative 4 e preparare una prima stima dei livelli d esposizione attesi. Confrontare eventuali esposizioni note e/o l esposizione prevista con le conoscenze tossicologiche provenienti dalla valutazione del pericolo effettuata nell ambito di una caratterizzazione del rischio. Si dovrebbe motivare l eventuale esclusione di determinate vie d esposizione. Scenario d esposizione iniziale contenente informazioni quantificabili Prima panoramica delle situazioni in cui non vi è un controllo del rischio Ipotesi su vie d esposizione significative Giustificazione/documentazione dei motivi per cui determinate vie d esposizione non sono state prese in considerazione Parte E, caratterizzazione del rischio 5 5 Completare l'es iniziale: Se è possibile dimostrare il controllo del rischio in base alla caratterizzazione del rischio iniziale, completare l ES iniziale descrivendo ulteriormente le corrispondenti condizioni operative e misure di gestione del rischio. Scegliere un titolo breve per gli scenari d esposizione iniziali. Se non è possibile controllare i rischi insiti in determinati usi, l ES deve essere affinato prima di passare alla fase 6 o subito dopo. Scenario d esposizione iniziale con suggerimenti per le RMM e descrizione delle condizioni operative Usi per i quali è improbabile dimostrare il controllo del rischio sulla base delle informazioni disponibili 6 7 6 Richiedere e ricevere un feedback da clienti rappresentativi o da organizzazioni di utilizzatori a valle per rilevare se: gli usi pertinenti sono (o non sono) contemplati; Usi aggiuntivi Necessità di rivedere le condizioni d uso 7 le RMM o le OC sono adeguate (in caso contrario, fornire informazioni sulle RMM e sulle OC esistenti); Informazioni sulle condizioni d'uso vigenti le descrizioni nell ES sono comprensibili ai destinatari. Riformulare le necessità ES iniziale accettato dal DU 7 Individuare e utilizzare informazioni aggiuntive (se del caso), sulla base del feedback ricevuto: passare direttamente alla fase 8 oppure rivedere le RMM e le OC descritte nell ES iniziale prima e/o affinare le informazioni sulle proprietà delle sostanze (per esempio, è necessario un DNEL per una determinata via d esposizione) insieme affinato di OC e RMM insieme affinato di informazioni sulle proprietà delle sostanze 8 3-6 Parte B: valutazione del pericolo. 8 Effettuare ulteriori CSA (stime dell esposizione, caratterizzazione del rischio e analisi delle incertezze) e decidere se procedere con l iterazione: necessarie ulteriori iterazioni il controllo dei rischi può essere dimostrato sono necessarie nuove sperimentazioni. Informazioni per completare la valutazione del rischio o per formulare proposte di sperimentazione 9 11 Parte E: caratterizza zione del rischio 4 Lo strumento di livello 1 può servire a suggerire se una o più vie d esposizione sono significative o meno per un uso. Spetta al fabbricante o all importatore verificare il suggerimento esposto nelle fasi 6 e 7 rispetto alle informazioni raccolte. 19

Attività Risultato Passa a Nota bene: occorre decidere se sono necessarie o meno iterazioni per tutti gli usi identificati e per tutte le fasi del ciclo di vita di una sostanza. 9 Decidere se sono necessari dati di misurazione o un modello di livello superiore, se la flessibilità dello strumento del Livello 1 si è esaurita senza che fosse dimostrato il controllo del rischio. Se il controllo del rischio può essere dimostrato al livello 1, progredire alla fase 11. Stabilire se è possibile dimostrare il controllo del rischio sulla base del modello di Livello 1 11 10 10 Applicare un altro modello o utilizzare dati di misurazione per i) affinare lo scenario d esposizione e ii) dimostrare il controllo del rischio. Un alternativa potrebbe essere quella di escludere determinati usi nell ES o descrivere condizioni d uso più specifiche nell ES. Stabilire se è possibile dimostrare il controllo del rischio sulla base di una valutazione di livello superiore 11 11 Concludere la stima dell esposizione e la caratterizzazione del rischio (compresa l analisi delle incertezze): RMM e OC che assicurano il controllo del rischio documentate negli scenari d esposizione definitivi; condizioni d uso provvisorie raccomandate per gestire il rischio, se sono state proposte sperimentazioni che tuttavia non sono ancora state effettuate; L ES è fondato su tutte le informazioni relative ai pericoli richieste. ES, ma proposta una sperimentazione. Indicazione degli usi sconsigliati per ragioni ambientali o di salute 12 Parte E: caratterizza zione del rischio usi sconsigliati per questioni ambientali e di salute documentati nel CSR; informazioni sulle condizioni d uso necessarie per ultimare la categorizzazione dei rischi non trasmesse dal DU o da altre fonti; pertanto l uso non è contemplato nell ES definitivo. 12 Preparare lo scenario d esposizione integrato collegando tutte le OC e le RMM nello scenario d esposizione Documentare le condizioni operative e le misure di gestione del rischio richieste per la salute umana e l ambiente e le corrispondenti vie d esposizione per ciascun uso contemplato dall ES. Considerare gli effetti delle OC/RMM per le vie d esposizione. Selezionare le OC/RMM che assicurano il controllo del rischio relativo a tutte le vie d esposizione. Scenario d esposizione definitivo dopo l integrazione interna. 13 13 Riunire più ES se del caso: effettuare un controllo incrociato degli scenari d esposizione definitivi e stabilire quali scenari riunire assieme in base a una serie di analogie a livello di gestione del rischio e condizioni operative. Categorie d uso e d esposizione definitive a diversi livelli d integrazione 14 14 Documentare i risultati della valutazione dell esposizione CSR, paragrafo 9, per scenario d esposizione, includere: descrizione dell ES (con le necessarie spiegazioni) e corrispondenti stime dell esposizione (con le necessarie spiegazioni) e caratterizzazioni del rischio. Deve essere chiaro dalla documentazione in che modo le RMM e le OC nell ES finale sono collegate alle stime dell esposizione. Sintesi delle RMM e delle OC all inizio del CSR. Capitoli del CSR Elementi fondamentali per la SDS estesa Parte F sul CSR Parte G sull estensi one della SDS Scenari dell esposizione in un formato che possa essere allegato alle schede di dati di sicurezza. Se tali scenari sono diversi dallo scenario descritto nel CSR, garantire la coerenza con tale scenario. DNEL o PNEC (relative alle vie d esposizione pertinenti) da inserire nella sezione 8 della SDS 20

Attività Risultato Passa a Sintesi delle RMM/OC tratte da tutti gli ES per la sezione 7/8 della SDS Usi sconsigliati per la sottosezione 1.2 della SDS Titoli brevi per l ES per l inclusione nell allegato alla SDS (come prescritto dal punto 5.1.1 dell allegato I al REACH) D.3.3 Organizzazione della comunicazione Un fabbricante o un importatore (M/I) deve possedere informazioni sufficienti sulle condizioni d uso a valle della catena d approvvigionamento per poter dimostrare il controllo del rischi nella relazione sulla sicurezza chimica (CSR). Il fabbricante o l importatore dovrà trasmettere le informazioni pertinenti documentate nella relazione (CSR) agli attori a valle della catena d approvvigionamento per mezzo di scenari d esposizione allegati alla scheda di dati di sicurezza (SDS) di quella sostanza. Tra queste si annoverano le informazioni sulle misure di gestione del rischio adeguate e sulle relative condizioni operative d uso. Le informazioni devono riguardare tutte le fasi del ciclo di vita successive della sostanza per la quale è documentato il controllo del rischio nella relazione sulla sicurezza chimica (CSR). Le fasi del ciclo di vita limitano oltre l uso immediatamente a valle, per cui l utilizzatore che si trova alla fine della catena di comunicazione prevista dal regolamento REACH può contribuire al controllo del rischio fornendo informazioni sugli usi dei consumatori, sulla durata d uso di articoli e sulle operazioni di smaltimento dei rifiuti. Poiché il regolamento REACH impone all utilizzatore a valle (DU) di rispondere agli scenari d esposizione ricevuti, quest ultimo avrà interesse a che le informazioni contenute nello scenario d esposizione contemplino il suo uso, e quindi l utilizzatore a valle (DU) non è tenuto a effettuare una propria valutazione della sicurezza chimica (CSA) forniscano istruzioni chiare e comprensibili sul cosa fare suggeriscano misure adeguate da mettere in atto da parte dell utilizzatore a valle interessato comprendano suggerimenti su come stabilire se l utilizzatore (DU) a valle opera entro i limiti posti dallo scenario d esposizione (ES). Il fabbricante/importatore e l utilizzatore a valle hanno entrambi interesse a condividere informazioni sulle condizioni d uso esistenti e sulle misure potenzialmente necessarie per migliorare la prevenzione e la gestione del rischio. Il modo migliore per condividere tali informazioni è organizzare una serie di dialoghi prima della registrazione. Il flusso di lavoro riportato nella sezione D.3.2 prevede una serie di processi e decisioni questo collegati al dialogo tra dichiarante e attori che usano la sostanza a valle. Gli interlocutori diretti per il fabbricante o l importatore sono i suoi clienti, vale a dire l utilizzatore immediatamente a valle a cui il dichiarante fornisce direttamente la sostanza o i distributori che forniscono la sostanza agli utilizzatori immediatamente a valle nella catena d approvvigionamento del fabbricante/importatore. Esistono almeno cinque tipi di utilizzatori immediatamente a valle che è potrebbe essere necessario menzionare negli scenari d esposizione: società che utilizzano le sostanze intermedie (non interessate dalle condizioni di cui all articolo 18) commercializzate nell industria chimica l utente finale della sostanza in quanto tale o in quanto contenuta in una miscela nell industria manifatturiera in generale 21