Detrazioni ristrutturazione: divisione tra marito e moglie Autore : Redazione Data: 02/06/2019 Coniugi: come avviene la ripartizione dei bonus fiscale sulle spese di ristrutturazione nell ipotesi di comproprietà della casa o di proprietà esclusiva da parte di uno soltanto dei due? Le detrazioni fiscali sulle spese di ristrutturazione della casa sono un capitolo
importante della dichiarazione dei redditi. La rivalutazione dei vecchi immobili di famiglia consente di scaricare, in 10 anni, una parte dei costi dalle tasse. Il che significa un notevole risparmio. Risparmio che, almeno fino all anno in corso, è stato pari al 50% della spesa. La divisione tra marito e moglie delle detrazioni sulle ristrutturazioni crea però numerosi interrogativi. Interrogativi che cercheremo di risolvere qui di seguito. Ad esempio: una volta che il marito abbia raggiunto il tetto consentito dalla legge per le spese di ristrutturazione, la restante parte può essere portata in detrazione dalla moglie se è questa a sostenere la spesa sulla casa comune? E che succede invece se è il marito a pagare la ditta di lavori sull immobile di proprietà della moglie? A queste e a tante altre domande proveremo a dare risposta qui di seguito. Come funzionano le detrazioni fiscali sulle spese di ristrutturazione casa Prima di affrontare, nello specifico, il tema della divisione tra marito e moglie delle detrazioni sulle ristrutturazioni, vediamo quali sono gli aspetti principali della normativa e come funziona il bonus fiscale in questione. La detrazione si applica per gli interventi di recupero edilizio eseguiti su case, pertinenze e parti comuni condominiali. In pratica una parte delle spese sostenute per la ristrutturazione dell abitazione possono essere portate in detrazione dalla dichiarazione dei redditi. Il che significa, in termini pratici, che si finisce per pagare meno tasse. L importo della detrazione - lo ricordiamo - si sottrae una volta calcolata l imposta dovuta allo Stato: si accerta prima la base imponibile, poi si individua la relativa aliquota e si calcola infine l ammontare delle imposte da cui viene appunto sottratta la detrazione. La maxi-detrazione del 50% sugli interventi sul recupero del patrimonio edilizio (manutenzioni, ristrutturazioni e restauro e risanamento conservativo), in vigore dal 26 giugno 2012 al posto del 36%, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2019. È stato confermato anche il limite massimo di spesa per singola unità immobiliare (comprensiva di pertinenza), che rimarrà di 96mila euro e che dal 2020 tornerà ai consueti 48mila euro. L importo massimo della detrazione per singola unità immobiliare, quindi, fino a fine 2019 sarà ancora di 48mila euro (17.280 euro dal 2020 in poi). La detrazione sulle ristrutturazioni spetta al proprietario dell abitazione o al titolare di diritto reale di godimento; al detentore; al familiare convivente con questi soggetti
A partire da 1 gennaio 2018 è necessario inviare una speciale comunicazione all Enea se sia stata richiesta la detrazione per intervento di risparmio energetico. I contribuenti devono effettuare i pagamenti delle fatture relative agli interventi agevolati tramite bonifico bancario o postale, cosiddetto parlante, perché la ricevuta deve contenere la causale del versamento (ad esempio, detrazione Irpef del 36-50%, per l articolo 16-bis, Dpr 917/86 o Tuir), il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato. La detrazione è subordinata alla regolarità urbanistica dell intervento. Nell ipotesi in cui non sia necessario il provvedimento urbanistico abilitativo dei lavori è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto notorio Gli interventi di recupero dei fabbricati di edilizia residenziale (manutenzione straordinaria e anche ordinaria per gli spazi comuni condominiali, restaurorisanamento conservativo e ristrutturazione) sono soggetti all Iva con l aliquota ridotta del 10%, con l eccezione prevista per i beni significativi. Per l acquisto dei beni significativi si rende applicabile l Iva con l aliquota del 10% solo se insieme viene fornita anche la manodopera per l installazione. Ai fini della detrazione del 50% occorre inviare una raccomandata, preventivamente all inizio dei lavori, alla Asl competente per territorio. Detrazioni in caso di più familiari e conviventi La detrazione sulle ristrutturazioni compete anche al familiare convivente del proprietario dell immobile interessato ai lavori se è questi ad aver effettivamente sostenuto le relative spese. Ad esempio, se il figlio convivente coi genitori sostiene una spesa di ristrutturazione può detrarla dalla propria dichiarazione dei redditi. Non rileva il fatto che le autorizzazioni comunali siano intestate al proprietario dell immobile e non al familiare convivente. Condizione affinché il familiare o il partner convivente possa portare in detrazione le spese sostenute per l immobile altrui è innanzitutto quella di aver sostenuto le spese dell opera; in secondo luogo è necessario che la convivenza nell unità immobiliare su cui fare l intervento esista già al momento in cui iniziano i lavori, che devono essere certificatida una dichiarazione sostitutiva dell atto di notorietà, se la normativa non
prevede alcun titolo abilitativo per lo specifico intervento agevolato. Per i familiari conviventi, il titolo che attesta la disponibilità dell immobile, che è un requisito per la detrazione, è costituito dalla condizione di familiare convivente ; non è quindi necessario firmare un contratto di comodato. Se, invece, quando si iniziano i lavori, il familiare che vuole pagare le opere non convive nell abitazione da ristrutturare con il familiare possessore o detentore, per ottenere il bonus deve essere possedere o detenere, sulla base di un titolo idoneo, l immobile, per esempio con un contratto di comodato. Si può ottenere il bonus sulle ristrutturazioni anche su un immobile che, per entrambi i coniugi, non è abitazione principale; ma è necessario che i lavori stessi siano effettuati su una delle abitazioni nelle quali si esplica il rapporto di convivenza. Non è richiesta la dichiarazione del possessore di consenso all esecuzione dei lavori, in caso di lavori eseguiti dal detentore dell immobile, se questi è un familiare convivente. La moglie può usufruire di ulteriori detrazioni se il marito ha superato il tetto? Una volta che il marito abbia superato il tetto massimo di spesa detraibile, non può la moglie - pagando dal proprio conto corrente - usufruire di nuove detrazioni sulla propria dichiarazione dei redditi. Difatti il bonus viene accordato sull immobile e non sulla persona. Una volta pertanto che o il marito o la moglie abbiano esaurito il limite della detrazione, l altro non può più fruirne per lo stesso immobile anche se ne è comproprietario. La ripartizione della detrazione tra marito e moglie Se le fatture sono cointestate a marito e moglie e i bonifici alla ditta di lavoro partono da un conto cointestato, la detrazione non deve essere necessariamente ripartita al 50% tra i coniugi, ma è ben possibile che sia imputata tutta a un solo coniuge (ad esempio solo al marito se la moglie è incipiente). La ripartizione delle spese può avvenire liberamente sulla base della decisioni delle parti oltre che tra i comproprietari anche con i loro familiari conviventi. Le parti, in sostanza, possono decidere anche una ripartizione al 100% in capo a uno dei due proprietari. Le fatture devono essere intestate a questo in misura pari al 100% e nei bonifici di pagamento deve essere indicato anche il suo codice fiscale.
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) La ripartizione è quella che risulta nelle singole fatture. Pertanto, la detrazione va ripartita tra i comproprietari in proporzione delle quote di proprietà dell immobile se le fatture sono cointestate senza diversa ripartizione. Il marito che risiede in luogo diverso dalla moglie e dai figli non può ottenere il bonus. L agenzia delle Entrate ha infatti chiarito che il familiare convivente del possessore o detentore dell immobile può usufruire della detrazione Irpef, a condizione che sussista la situazione di convivenza (ad esempio, da certificato di stato di famiglia) fin dall'inizio dei lavori di ristrutturazione; e le spese risultino effettivamente a carico del familiare convivente. In sostanza, il marito convivente ha diritto alla detrazione per le spese direttamente sostenute, anche se la casa è di proprietà esclusiva della moglie. L importante è che giuridicamente egli risieda con la moglie. Non spetta il bonus invece se il marito risiede in un'altra abitazione e non può essere invocata l'autocertificazione di convivenza, perché quest ultima vale solo nell ipotesi in cui il soggetto non risulti nello stato di famiglia ma comunque non risieda in un'altro immobile. Se i bonifici e le fatture sono intestati alla moglie, il marito, anche se convivente e se ha la moglie a carico, non può portare in detrazione la relativa spesa.