ADOZIONE E SCUOLA Percorso formativo per insegnanti A cura di: Liana Battiston, Mara Nardello, Antonella Pinos
Uno sguardo sul mondo delle adozioni ENTRA
1 ADOZIONE E SCUOLA Percorso formativo per insegnanti. 3 LA NORMATIVA ASSL 10 Portogruaro Sett. 2006 Lo scenario dell incontro educativo 2 PAROLE CHIAVE 4 BIBLIOGRAFIA E LINK UTILI
1) ADOZIONE E SCUOLA Percorso formativo per insegnanti Il percorso si è rivolto agli insegnanti della scuola dell infanzia, della scuola primaria, della secondaria di primo grado si è proposto di aumentare la competenza degli insegnati sul tema dell inserimento e del sostegno scolastico dei minori adottati si è proposto di costituire un gruppo di insegnanti e genitori per l individuazione di linee operative e sinergie tra i soggetti coinvolti.
Primo Incontro La storia del bambino adottato Dr. Marco Chistolini Cosa serve ad un bambino per crescere psicologicamente sano? Per crescere bene un bambino ha bisogno soprattutto di sperimentare delle relazioni BUONE E NUTRIENTI
Una relazione è buona quando ha i seguenti ingredienti: 1) Sensibilità e responsività: capacità di riconoscere i bisogni del bambino e di fornire cure adeguate attraverso empatia affettività: verbale e non verbale gratificazione, incoraggiamento rispetto protezione/autonomia tolleranza/ pazienza cure materiali 2) Capacità di dare regole e contenimento 3) Capacità di aiutare il bambino a mantenere un senso di continuità 4) Capacità di mediare e sostenere il rapporto con l esterno 5) Capacità di riconoscere e valorizzare le peculiarità del bambino
Perché è importante sperimentare buone relazioni? Perché attraverso le relazioni significative un bambino: costruisce la propria personalità, l immagine di sé e del mondo. impara a relazionarsi, a pensare e a provare sentimenti (esempio del cibo)
Teoria dell attaccamento di John Bowbly Tutti i bambini per crescere bene hanno bisogno di poter instaurare una relazione di attaccamento con un adulto sensibile e responsivo Attraverso questa relazione il bambino costruisce i propri modelli operativi interni (internal working models)
I modelli operativi interni (internal working models) Ad un certo stile di attaccamento corrispondono determinati modelli operativi interni, vale a dire costrutti cognitivi-emotivi su di sé e sul mondo. Tali modelli influenzano il modo in cui gli avvenimenti, i comportamenti e gli stati affettivi (propri ed altrui) vengono letti e significati.
Sicurezza ed esplorazione La Teoria dell attaccamento postula un rapporto di equilibrio tra sicurezza ed esplorazione. Vale a dire che un bambino è in grado di esercitare un attività esplorativa nella misura in cui si sente sicuro. Per questo si riconoscono diversi
stili di attaccamento Attaccamento sicuro: bambino che si sente amato, ha fiducia in se stesso e negli altri. Quindi si approccia con sufficiente equilibrio (compatibilmente con l età) agli altri, esplora l ambiente e le relazioni e cerca rassicurazione nei momenti di difficoltà. Attaccamento insicuro-ambivalente: bambino preoccupato di perdere la figura di attaccamento con conseguente iperinventimento nelle relazioni. Attaccamento insicuro-evitante: bambino che ha dovuto rinunciare alla relazione di attaccamento sviluppando una eccessiva autonomia. Attaccamento disorganizzato: bambino cresciuto in condizioni di gravissima inadeguatezza che non ha potuto organizzare una strategia relazionale coerente, con conseguente condizioni di grande disagio e patologia.
La storia del bambino adottato Sappiamo che le storie dei bambini adottati sono caratterizzati da eventi complessi e dolorosi che ne influenzano significativamente lo sviluppo psicologico. La carenza di cure, la malnutrizione, l abbandono, l istituzionalizzazione e, a volte, esperienze specificatamente traumatiche, influenzano grandemente la loro crescita psicofisica.
La mancata o insufficiente relazione di cura adeguata ha importanti conseguenze sullo sviluppo psicologico del bambino quali: 1) bassa autostima, cattiva immagine di sé, senso di colpa. 2) difficoltà nell instaurare nuove relazioni: iper-autonomia versus iper-dipendenza. 3) comportamenti non appropriati 4) difficoltà a mentalizzare. 5) problemi scolastici.
Il trauma dell abbandono Indipendentemente da quando e come l abbandono si verifica (aspetti, ovviamente, importanti), il bambino deve misurarsi con la valenza INFORMATIVA di tale evento. Dobbiamo pensare che la relazione con i genitori costituisce, nel bene e nel male, l asse portante su cui si costruisce l immagine di sé. Ciò significa che i genitori hanno una titolarità faticosamente sostituibile. Queste le possibili strategie di gestione dell abbandono: Risposta difensiva di minimimizzazione e inibizione del pensiero La risposta ansiosa con bassa autostima, rabbia e senso di Inadeguatezza.
Alcuni danni biologici prenatali perinatali e postnatali Gravidanza e parto in condizioni difficili Assunzione di sostanze da parte dei genitori Controlli sanitari carenti o assenti Malnutrizione. Malattie. eccettera possono condizionare pesantemente la vita del bambino ma anche
i cambiamenti nella vita del bambino ossia il Nuovo contesto relazionale Nuove abitudini e regole di vita Nuovi amici e compagni Nuova alimentazione Nuovo paesaggio Nuovo clima e
i disturbi post traumatici da stress le cui manifestazioni sintomatiche sono: ripresentazione dell evento traumatico ripiegamento difensivo aumentato stato di vigilanza
La diversità etnica I bambini adottati internazionalmente, o in Italia da genitori di altra etnia, devono affrontare la sfida di integrare in modo equilibrato la duplice appartenenza all etnia di origine con quella italiana.
Strategie del bambino adottato Il bambino adottato può gestire questi vissuti con comportamenti di : Provocazione; Compiacenza; Doppiezza; Riservatezza; Ricerca accentuata di attenzioni e conferme; Aggressività; Ritiro; Disturbi dell attenzione/iperattività.
Ma è possibile sperare Nonostante come abbiamo visto, i fattori di rischio che caratterizzano la vita di un bambino adottato siano molti, le ricerche ci dicono che la netta maggioranza (tra il 70 e il 90 %) delle adozioni ha esito positivo. Questo risultato confortante va ascritto a TRE PRINCIPALI FATTORI: 1) La famiglia adottiva; 2) Il nuovo contesto di vita; 3) Le risorse soggettive del bambino: regressione, elaborazione e resilienza.
2) PAROLE CHIAVE I concetti chiave: Adozione: le parole per dirlo. (Parlare è doveroso perché altrimenti si riduce al silenzio il bambino adottato. Avere le parole giuste per accogliere meglio. Capire cosa è l adozione, come si attua, chi è il bambino adottato. Sapere cosa è l abbandono) Accogliere la storia personale di un bambino adottato. (Accogliere e integrare senza negare, rendere diversi, ascoltare) Cogliere i colori dell adozione ovvero la specificità dell adozione (Adozione non è immigrazione) Apprendere non è sempre facile (Disturbi di apprendimento, disturbi comportamentali, i bambini adottati ci rivelano la loro irrequietezza interiore e sfuggono alle etichette)
Punti chiave: 1. Non esiste una ricetta valida per tutti, né un unico metodo. 2. Scegliere la classe iniziale è una scelta da fare assieme: famiglia, insegnanti, dirigente. Ci deve essere vero consenso e condivisione di un progetto comune che non si ferma all inserimento ma vede il bambino in divenire. 3. Non sottovalutare la famiglia adottiva: i genitori non sono meno competenti solo perché inesperti. Svalorizzando (anche inavvertitamente) le famiglie si rendono fragili i bambini. 4. E importante dare risposte chiare alle domande dei genitori: I POF dovrebbero sempre prevedere informazioni riguardanti l accoglienza di minori portatori di vissuti particolari. E normale che un genitore adottivo si informi su quali progetti di intercultura vengano attuati e sulla conoscenza che la scuola ha delle tematiche adottive (storia personale, differenze somatiche e di vissuti, aree comportamentali e cognitive infragilite dai vissuti, l attaccamento). 5. Non è vero che aver avuto dei bambini adottati in classe rende l insegnante competente tout court. Non esiste la categoria adottati, esiste il singolo bambino. Quindi non minimizzare con le famiglie gli aspetti di cui si fanno portatrici, solo perché nella scuola ci sono altri bambini adottati. Le famiglie adottive portano spesso un carico d ansia, ma il sottovalutare può di fatto appesantire il carico.
6. Prevedere itinerari cognitivi differenziati senza dare per scontato che l apprendimento proceda solo attraverso certi canali. 7. Non dare per scontato che i comportamenti-problema siano risolvibili con strategie educative usuali (gratificazione-punizione). Spesso sono la finestra sulle insicurezze interiori su cui le famiglie possono intervenire solo molto lentamente. 8. Un bambino arrivato da un anno non è uno che ormai è oltre certi problemi. Il bambino adottato crescendo viene a confrontarsi spesso ed in maniera dinamica con la propria storia. Si pone domande, si dà delle risposte. La sua mente e il suo cuore sono spesso colmi di pensieri rispetto all abbandono vissuto ed alla propria storia famigliare. In queste fasi avere dei comportamenti complessi ha un suo senso preciso, è una maniera per affrontare pensieri ingombranti. Capita spesso di sentire frasi tipo: Ma è stato adottato ad un anno, ora ne ha cinque, non pensavo avesse ancora problemi a disegnarsi nella pancia della mamma Ma è stato adottato a cinque anni, ora ne ha undici, l adozione certo non lo influenza più. Essere adottati non è qualcosa che accade e si mette da parte. Tocca aree profonde del se ed ha a che fare con il valore che si da a se stessi, l autostima (area che d altra parte ha a che fare con come si vive a scuola).
9. Burocraticamente: Per quanto riguarda l'aspetto burocratico, non esiste una normativa specifica che regolamenti l'iscrizione dei bambini adottati internazionalmente: generalmente le scuole tendono ad equipararli agli alunni stranieri, applicando le linee guida emanate dal Ministero della Pubblica Istruzione con la circolare minist. N. 24 del marzo 2006. Ogni scuola dovrebbe anche avere predisposto un proprio "protocollo di accoglienza" (elaborato da una commissione interna alla scuola e presente nel Piano dell'offerta Formativa, che ogni genitore ha diritto di richiedere) con dei criteri che definiscono quali prove effettuare ed in quali tempi, per stabilire la classe più consona all'alunno (generalmente si tende a far arretrare di una classe); in molte scuole questo protocollo prevede che venga tenuto in conto il parere dei genitori. INFINE: Tutti gli operatori consigliano le famiglie di non inserire i bambini a scuola troppo presto, ed è un consiglio che andrebbe assolutamente ascoltato; le madri adottive hanno diritto al periodo di maternità. L inserimento di un bambino arrivato da poche settimane è assolutamente da sconsigliare. I primi mesi sono preziosi per decomprimere, decodificare, iniziare a riconoscersi in famiglia.
3) LA NORMATIVA Circolare USR Emilia Romagna Azioni di accoglienza scolastica per alunni e alunne adottati Percorsi di post adozione (6 febbraio 2007) Legge n. 149 Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante "Disciplina dell'adozione e dell'affidamenteo dei minori", nonchè al titolo VIII del libro primo del codice civile (28 marzo 2001) D.P.R n. 492 Regolamento recante norme per la costituzione, l'organizzazione e il funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali (1 dicembre 1999) Legge n. 476 Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la tutela dei minori e la cooperzione in materia di adozione internazionale (31 dicembre 1998) Legge n. 184 Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori (4 maggio 1983)
4) BIBLIOGRAFIA BIBLIOGRAFIA MINIMA Alloero, Paone e Rosati, Siamo tutti figli adottivi, Edizioni Rosemberg Sellier Chistolini, Scuola e adozione, Edizioni Franco Angeli, 2006. Commissione Adozioni Internazionali e Istituto degli Innocenti - L inserimento scolastico dei minori stranieri adottati Collana Studi e Ricerche a cura di Fatigati, Genitori si diventa, Franco Angeli Editore, 2005. Giorgi, Figli di un tappeto volante, Edizioni Magi, 2006 Guerrieri, Odorisio, Oggi a scuola è arrivato un nuovo amico,armando Editore,2003. Anna Genni Miliotti... e Nikolaj va a scuola: Adozione e successo scolastico", Franco Angeli, Le Comete, Milano 2004. Anna Guerrieri e Maria Linda Odorisio,"Oggi a scuola è arrivato un nuovo amico", Adozione internazionale e inserimento scolastico, Armando Editore, Roma 2003. Editoriale Scienza, "Mamma di pancia, mamma di cuore", Trieste, 2003. Mery La Rosa, "Ci siamo adottati", Edizioni Magi, Roma, 2003. Sauro Raspanti, "Firenze Prato via Mosca", Clinamen, Firenze, 2002. A cura di Simona Giorgi, "Cavalcando l'arcobaleno", Edizioni MAgi, Roma 2003.
E LINK UTILI http://www.formarsi.istitutodeglinnocenti.it/index.jsf http://www.genitorisidiventa.org http://www.minori.it http://www.attachmentdisorder.net/helpforteachers.htm http://www.leradicieleali.com/html/scuola.html
Ognuno ha la sua storia ma per giudicare un uomo bisogna seguire a lungo e con attenzione la sua traccia Montaigne