Fattori competitivi e Sistema Paese



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La competitività dell industria chimica dipende dalle condizioni del Sistema Paese Sistema formativo Sistema normativo Industria chimica Pubblica Amministrazione Ricerca Infrastrutture e trasporti Costo dell energia La competitività dell industria chimica è molto sensibile alle condizioni esterne all impresa, cioè al cosiddetto Sistema Paese. Normative e Pubblica Amministrazione, costo dell energia, infrastrutture e logistica, ricerca e sistema formativo sono tutti fattori che se carenti nel confronto internazionale possono danneggiare gravemente la competitività delle imprese chimiche italiane. In un contesto di mercato globalizzato, la competitività non è più solo tra le Imprese, ma anche tra le Nazioni, come sosteneva Michael Porter nel suo The competitive advantage of nations (1990). La globalizzazione ha infatti modificato non solo lo spazio ma soprattutto il tempo: le tecnologie possano circolare rapidamente e pertanto il vantaggio tecnologico tende ad annullarsi in tempi brevi. 58

Struttura dei costi della chimica (% sul valore della produzione) Valore aggiunto 18% Incidenza del costo dell energia % sul valore della produzione Chimica di base 9% Fertilizzanti 8% acquisti di servizi 22% spese per il personale 11% MOL 7% Gas tecnici TOTALE CHIMICA 8% % sul valore aggiunto 21% acquisti di materie prime e semilavorati 60% Fonte: Prometeia Analisi dei settori industriali, 2013 TOTALE CHIMICA 43% Ripartizione dei costi energetici per fonte (%) energia elettrica 64% combustibili liquidi 15% gas naturale 21% Fonte: elaborazioni e stime su Federchimica - Responsible Care, Ministero dello Sviluppo Economico, 2013 Nell industria chimica gli acquisti di materie prime ricoprono il 60% del valore della produzione e le spese per gli acquisti di servizi (energia inclusa) il 22%. Il valore aggiunto generato è pari al 18% del valore della produzione ripartito tra spese per il personale (11%) e MOL (7%). La trasformazione della materia richiede l utilizzo di energia. La chimica è, infatti, il primo settore industriale per consumo di gas naturale e il secondo per consumo di energia elettrica. L energia rappresenta una voce di costo importante per il settore chimico, con punte particolarmente elevate in alcuni comparti: gas tecnici, chimica di base organica, inorganica, materie plastiche e nei fertilizzanti. L incidenza del costo dell energia sul valore aggiunto, pari al 43% escluso l uso come feedstock, evidenzia il forte impatto negativo che un divario di costo dell energia rispetto agli altri Paesi provoca nell industria chimica italiana in termini di competitività e di minore capacità di remunerare i fattori produttivi (definita, appunto, dal valore aggiunto). L energia elettrica rappresenta il 64% dei costi energetici sostenuti dalla chimica in, il gas naturale il 21%, i combustibili liquidi (benzina, gasolio, olio combustibile, GPL) il restante 15%. 59

Prezzi medi dell elettricità per l industria ( =, anno 2014) UE esclusa - Germania - Spagna 74 83 - Regno Unito 80 - Belgio 67 - Olanda 62 - Francia 57 Note: consumi fino ai 150.000 MWh Prezzi medi del gas naturale per l industria UE esclusa - Olanda 109 - Spagna 102 - Germania 101 - Francia - Regno Unito 95 - Belgio 88 Note: consumi fino a 4.000.000 Gj ( =, anno 2014) Incidenza delle imposte sul prezzodell elettricità per usi industriali (%, 2 semestre 2014) Altri Big 5 europei Imposte 37% Imposte 27% Note: consumi fino ai 150.000 MWh Altri Big 5 europei = Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Olanda ponderati in base alla dimensione del settore chimico Fonte: Eurostat Nonostante i processi di liberalizzazione, in il costo dell elettricità per le imprese industriali è più elevato della media degli altri Paesi europei di circa il 30% ed è quasi il doppio rispetto alla confinante Francia. Tale divario non dipende tanto dai costi della materia prima e di trasmissione quanto piuttosto da imposte ed extra-oneri come l incentivazione delle rinnovabili. In, infatti, le imposte rappresentano il 37% del prezzo dell elettricità per usi industriali, 10 punti percentuali in più rispetto agli altri grandi produttori europei. Il prezzo del gas naturale è più allineato alla media europea, tuttavia risulta elevato nel confronto internazionale con i Paesi extra-europei. Inoltre recentemente sono stati introdotti extra-costi legati, anche in questo caso, al finanziamento delle rinnovabili che rischiano di danneggiare la competitività anche in ambito europeo. La chimica è particolarmente sensibile all alto costo dell energia in perché accoppia, più degli altri settori, un elevata intensità energetica (0,08 migliaia di tep per milione di euro di fatturato che diventano 0,2 se si considerano anche gli usi come feedstock) ad una forte esposizione alla concorrenza internazionale (quota di fatturato all export superiore al 40%). In effetti il divario nei costi energetici è il più grave fattore di potenziale delocalizzazione delle produzioni chimiche italiane, non solo verso aree lontane e a basso costo, ma anche verso altri Paesi europei come la Francia o la Spagna. Anche la logistica è strategicamente importante per l industria chimica, con un incidenza di costo sul fatturato compresa tra il 10 e il 15%. A causa di arretratezze infrastrutturali mai colmate, il costo della logistica in è del 25% superiore a quello degli altri maggiori Paesi europei e ciò ne penalizza fortemente la competitività a livello internazionale. 60

Concorrenza internazionale (export / fatturato x ) Fattori competitivi e Sistema Paese Sensibilità al costo dell energia della chimica e dell industria manifatturiera in 65% 60% 55% 50% 45% 40% 35% 30% 25% 20% 15% Meccanica Chimica TOTALE MANIFATTURIERO Carta e stampa Chimica incl. feedstock Mat. costruzioni Siderurgia Vetro 10% 0,01 0,04 0,07 0,10 0,13 0,16 0,19 0,22 0,25 0,28 0,31 0,34 0,37 Intensità energetica (migliaia di tep / fatturato in milioni di euro) Note: concorrenza internazionale media anni 2010-2012, intensità energetica anno 2012 Fonte: elaborazioni su Ministero dello Sviluppo Economico, Istat, 2012 Costi della logistica in ed Europa (indice = ) 75 UE Big 4 Note: UE Big 4 = Germania, Francia, Paesi Bassi e UK ponderati in base alla quota in termini di fatturato chimico Fonte: elaborazioni su KPMG Competitve Alternatives, 2014 61

Numero cumulato di provvedimenti legislativi comunitari in tema di salute, sicurezza e ambiente (al netto delle abrogazioni) 2.219 1.951 1.724 1.386 1.590 1.279 940 998 1.084 997 1.105 1.223 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: Unione Europea, Repertorio degli atti comunitari in vigore (Capitolo 15 Ambiente, consumatori e tutela della salute) Pur essendo assolutamente condivisibili gli obiettivi di tutela di salute, sicurezza e ambiente, i circa 2.200 provvedimenti legislativi a livello comunitario di cui quasi 1.300 introdotti negli ultimi 10 anni testimoniano una tendenza alla complessità e all eccesso di regolamentazione che danneggia la competitività delle imprese chimiche italiane ed europee. Questa tendenza riflette l inadeguato riconoscimento, da parte delle Istituzioni, rispetto all impegno e ai risultati concreti conseguiti dall industria chimica ai fini dello Sviluppo Sostenibile. L industria chimica italiana risulta particolarmente penalizzata alla luce della forte presenza di PMI in quanto gli extra-oneri di costo e tempo generati dalla iper-regolamentazione operano come un costo fisso. Normative inutilmente complesse danneggiano la competitività di tutta l industria chimica ma rischiano persino di bloccare i processi di sviluppo delle PMI in quanto non avendo personale dedicato al regulatory sottraggono risorse ad attività strategiche quali la ricerca o l attività stessa dell imprenditore. 62

Direttiva sulle emissioni degli impianti industriali (IED) e Autorizzazione Integrata Ambientale Paese europeo Danimarca Regno Unito Belgio, Austria Germania Francia Tempi effettivi di rilascio 6 mesi 4-9 mesi 1-12 mesi 7-12 mesi 2 anni 14 mesi più di 5 anni Fonte: Federchimica, 2013 La competitività dell industria chimica italiana è ulteriormente danneggiata, anche nel confronto con gli altri Paesi europei, dalla tendenza al recepimento in senso restrittivo delle Direttive europee. Un caso emblematico è quello dell Autorizzazione Integrata Ambientale nell ambito della Direttiva sulle emissioni degli impianti industriali (IED): rispetto ad altri Paesi europei, in i tempi effettivi di rilascio dell autorizzazione sono molto più lunghi (nella chimica in alcuni casi hanno anche superato i 5 anni a fronte dei 5 mesi previsti di legge) e i valori limite di emissione si collocano spesso sul minimo dell intervallo di riferimento definito nei Best Available Techniques Reference Documents (BREF). 63

Tempi di pagamento della clientela per dimensione di impresa chimica (giorni, valori mediani, anno 2013) Totale Grandi Medie Piccole 99 73 109 124 Spagna 82 76 88 93 Francia 56 54 58 60 Germania 25 25 25 24 Note: grandi = fatturato > 50 milioni ; medie = fatturato 10-50 milioni ; piccole = fatturato < 10 milioni Fonte: elaborazioni su Prometeia Analisi dei settori industriali Tempi di pagamento della PA (giorni, anno 2014) Spagna 154 165 Francia 59 Germania 35 Fonte: Intrum Justitia Nella chimica italiana i tempi di pagamento della clientela pari a 99 giorni nel 2013 sono decisamente più lunghi che in Germania (25), Francia (56) e Spagna (82). Ciò comporta maggiori esigenze di capitale circolante e aggrava il rischio associato ad eventuali insolvenze, particolarmente rilevante nella fase attuale. La maggiore presenza di PMI chimiche normalmente dotate di minore potere di mercato ha un ruolo, ma non spiega interamente il divario. Infatti le differenze tra Paesi sono ampie anche a parità di classe dimensionale. Al contrario Germania e Francia evidenziano tempi di pagamento piuttosto omogenei per le diverse classi dimensionali. Le differenze hanno anche origine culturale, cioè sono legate alle consuetudini, tuttavia è indubbio che la ragione principale risiede nei tempi di pagamento drammaticamente lunghi della Pubblica Amministrazione italiana che rappresenta in alcuni casi il cliente diretto della chimica, ma più spesso l utilizzatore finale che genera ritardi a ritroso lungo tutta la filiera. 64