STATO MAGGIORE DELLA DIFESA Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore Ufficio Pubblica Informazione SCHEDA NOTIZIE RELATIVA ALLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA MISSIONE NATO OPERAZIONE INDUS PAKISTAN
SOMMARIO GENERALITA...1 MISSIONE...2 CONTRIBUTO NAZIONALE...2 CATENA DI COMANDO E CONTROLLO...2
PAKISTAN OPERAZIONE INDUS Impegno Italiano (circa 250 militari) GENERALITA La missione denominata Operazione Indus (dal nome del maggiore fiume pakistano, l Indo, sulle cui rive si sviluppò la prima civiltà indiana a partire dal terzo millennio avanti Cristo) si inseriva nel quadro degli aiuti forniti dall Alleanza Atlantica alle popolazioni del Pakistan, colpite dal violento sisma che ha interessato il sud-est asiatico l 8 ottobre 2005, in uno sforzo operativo e logistico che ha visto l Italia tra i Paesi membri maggiormente impegnati. La NATO ha immediatamente mobilitato in favore del Paese asiatico diversi assetti della sua Forza di Reazione, tra cui 2 velivoli da trasporto C130J dell Aeronautica Militare Italiana (già impiegati dalla NATO in occasione dell emergenza Katrina nel sud degli Stati Uniti) per contribuire al coordinamento (Euro Atlantic Disaster Response Coordination Center) ed all invio dei diversi aiuti nazionali nella regione colpita dal sisma. Il Joint Command NATO di Lisbona coordinava l intervento di contingenti militari sul terreno per avviare la seconda fase di aiuti che prevedeva il supporto alla ricostruzione delle infrastrutture di base. L Italia ha avuto dunque l onere delle operazioni di soccorso e ricostruzione nell area di Bagh, città di 100.000 abitanti, situata circa 100 km a nord-est di Islamabad, nel Kashmir pakistano, completamente rasa al suolo dal sisma. Un primo team di militari giungeva in Pakistan il 20 novembre, per la ricognizione dei luoghi e per favorire l arrivo del resto del contingente. Le unità operative iniziarono ad affluire, per via aerea, nei giorni successivi, in concomitanza con l arrivo presso il porto di Karachi dei loro mezzi imbarcati a Civitavecchia. Come annunciato dalla NATO il 16 gennaio 2006, la missione terminava il 1 febbraio 2006. Aggiornato al 02/03/2006 Pagina 1
MISSIONE I militari italiani inquadrati nella Task Force Elefante, nell ambito dell Operazione della NATO, avevano il compito di contribuire, in coordinamento con le autorità pakistane, la NATO e le Nazioni Unite, all attività di soccorso umanitario, al ripristino delle funzioni della rete viaria, allo sgombero delle macerie, all approntamento di campi per i senza tetto, al ripristino della rete idrica. CONTRIBUTO NAZIONALE L Italia ha partecipato all Operazione INDUS con un Contingente Nazionale, di 250 militari dell Esercito (Genio) logisticamente autonomo, denominato Task Force ELEFANTE" al comando del Tenente Colonnello del Genio Giulio BIOT e strutturato su: - una componente Comando, fornita dalla Brigata Genio (con sede a Udine); - una unità di manovra, costituita da una Compagnia Viabilità e Supporti, basata su elementi del 6 Reggimento Genio Pionieri (con sede a Roma), del 2 Reggimento Genio Pontieri (con sede a Piacenza) e del Reggimento Genio Ferrovieri (con sede a Castel Maggiore - BO); - una unità di supporto logistico avanzato, fornita dalla Brigata Logistica di Proiezione (con sede a Treviso), che assicurerà la completa autonomia logistica del contingente; - supporti per le trasmissioni (elementi dell 11 Reggimento Trasmissioni con sede a Civitavecchia), l assistenza sanitaria e la polizia militare (Carabinieri); - circa 140 veicoli e automezzi speciali delle unità genio. Dal 18 ottobre due velivoli C-130J rischierati sull aeroporto di Incirlik (Turchia), hanno partecipato al ponte aereo umanitario NATO. CATENA DI COMANDO E CONTROLLO La catena di comando e controllo prevedeva che, con il trasferimento di Autorità alla NATO, il Capo di Stato Maggiore della Difesa manteneva, avvalendosi del Comando Operativo di vertice Interforze, il Comando Operativo (OPCOM), mentre il Controllo Aggiornato al 02/03/2006 Pagina 2
Operativo (OPCON) del Contingente Nazionale fosse delegato al Comandante della NATO. Il personale era soggetto al Codice Penale Militare di Pace. Aggiornato al 02/03/2006 Pagina 3