XIII Conferenza EISC. Berlino 17-18 Ottobre 2011. Intervento dell on. Andrea Lulli



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XIII Conferenza EISC Berlino 17-18 Ottobre 2011 Intervento dell on. Andrea Lulli In vista dei prossimi appuntamenti di fine anno europei, con lo Space Council del prossimo dicembre, è importante definire gli elementi fondamentali per la politica spaziale europea. 1. Governance europea dello spazio Nella Comunicazione 10901/11 del Consiglio Competitività del 31 maggio 2011 intitolata Towards a space strategy for the European Union that benefits its citizens si parla dei ruoli attribuiti ai tre attori coinvolti nelle attività spaziali europee: ESA, UE e Stati Membri. Il Trattato di Lisbona, nell art. 189, assegna una competenza condivisa sui generis all UE, lasciando ai paesi membri la possibilità di definire e attuare le proprie politiche spaziali. L UE, inoltre, per definire la propria politica spaziale, deve stabilire le appropriate relazioni con l ESA. Ovviamente l adozione del Trattato di Lisbona, implica un evoluzione dello scenario spaziale europeo, ma in tale contesto di cambiamento, la posizione italiana è che: l ESA, conservi il suo status di Agenzia Intergovernativa e che le relazioni ESA-UE si fondino sul Framework Agreement già in essere; l ESA e l UE, in stretta collaborazione con i rispettivi Paesi membri, definiscano in maniera puntuale la governance già delineata dai passati Space Council. Questo dovrà essere fatto prima di definire qualsiasi ruolo di altre organizzazioni internazionali (e.g. Eumetsat); l UE adotti regole per il settore spazio tenendo conto delle sue specificità (similmente a quanto fatto per il settore difesa) prima della definizione del futuro European Space Programme. In particolare, cerchi di garantire una

equa distribuzione di attività spaziali ai vari paesi europei, sulla base del principio del giusto ritorno adottato tradizionalmente nell ambito della sottoscrizione dei programmi ESA, che ha consentito una crescita equilibrata delle varie realtà industriali europee, evitando un ricorso rigido alle regole di open competition dell UE che, in un settore ad elevata rischiosità tecnologica come lo spazio, risulterebbe inidoneo a consentire una crescita omogenea nei vari Paesi europei. 2. Finanziamenti comunitari per lo spazio La necessità di recuperare risorse per lo spazio in un momento in cui la situazione finanziaria dei bilanci statali e comunitari in Europa è tale da limitare le risorse per le infrastrutture e gli investimenti in un settore cruciale come lo spazio, comporta che nella definizione del budget dell UE per il finanziamento del programma delle Multiannual Financial Framework (MFF) 2014-2020 occorre agire politicamente per ampliare le risorse disponibili per la politica spaziale. A questo fine, è necessario segnalare che il programma GMES (Global Monitoring for Environment and Security) risulta al momento fuori dalle MFF, mentre il valore strategico per l Europa di tale programma è tale che risulterebbe altamente auspicabile una decisione dell UE di collocare le risorse finanziarie per il GMES all interno del budget 2014-2020 di competenza della Direzione Industria della Commissione, competente per lo spazio. 3. Sistema Galileo L intervento diretto della Comunità Europea nel 2009 come unico finanziatore della fase di realizzazione della costellazione Galileo, e la modifica del ruolo dell ESA, divenuta Prime Contractor su delega della Commissione, ha consentito di iniziarne la fase di sviluppo. I fondi addizionali messi a disposizione per l implementazione del programma Galileo, e del programma anticipatore EGNOS ammontano a circa 3.5 miliardi di. Nel corso del 2009 la Commissione ha dunque indetto i bandi per l assegnazione di sei lotti industriali che nel loro insieme costituiscono il 2

progetto Galileo. Nel corso del 2010 la Commissione ha affidato 3 dei 6 contratti. La Commissione ha appaltato la costruzione dei primi 14 satelliti della costellazione Galileo, per un valore di 566 milioni di euro, ad una società avente limitata esperienza nella costruzione di satelliti, in forza di una scelta compiuta in base ai soli criteri di competitività economica. Ciò pone il problema del rapporto tra mantenimento del principio del giusto ritorno applicato in sede ESA, idoneo a salvaguardare l industria europea nel suo complesso, e i criteri adottati dall Unione europea basati sulla concorrenza piena: l utilizzazione di criteri meramente economici non tiene conto di fattori geopolitici, sociali ed industriali che invece hanno favorito tradizionalmente una competitività complessiva dell industria spaziale europea. La scelta di politica industriale che ha condotto la Commissione a suddividere il progetto in sei contratti industriali, sia la sopra citata recente scelta di spezzare in ulteriori due tranche anche il singolo appalto per la realizzazione dei satelliti, pone fondati dubbi sulla reale possibilità di avere l intero sistema operativo dal 2014. Occorre, inoltre, evitare che trascorrano molti anni prima del completamento del sistema Galileo senza utilizzare al meglio ciò che già oggi è disponibile. In particolare, si fa qui riferimento al sistema EGNOS, sviluppato dall industria europea su contratto dell ESA per un valore di circa 800 milioni di euro, una infrastruttura oggi di proprietà della Commissione, progettata per acquisire e processare i segnali GPS ed avere un servizio di posizionamento, navigazione e sincronizzazione detto GPS augmented, anticipando molti degli standard del sistema Galileo. Il servizio Open Service è stato dichiarato operativo dal 1 ottobre 2009, è ad accesso libero e non è certificato per utilizzi di sicurezza; i servizi Safety of Life e Commercial Service sono in fase di certificazione e sono operativi dal 2010. Il ritardo della fase operativa di Galileo comporta quindi la necessità di utilizzare il sistema EGNOS per non vanificare gli investimenti governativi e gli sforzi industriali sin qui effettuati per lo sviluppo delle applicazioni. 3

4. Programma GMES Per il programma GMES, oltre al tema del finanziamento già citato, in tema di assetto di gestione è importante evidenziare l importanza di definire una governance chiara prima di attribuire ruoli ad altri enti/istituzioni in particolare a livello di operazioni del sistema (e.g. Eumetsat). L Italia ha un forte interesse nel valorizzare il Centro ASI di Matera ai fini della gestione operativa delle infrastrutture spaziali di GMES, per la quale è stata presentata una proposta italiana in risposta alla Invitation to Tender emessa dall ESA e dalla Commissione europea per le operazioni di GMES. 5. Lanciatori. L Italia ha sempre sostenuto la necessità di mantenere per l Europa, una capacità europea indipendente non solo per i lanciatori, ma per tutte le fasi delle attività spaziali. Nello stesso tempo è importante garantire un accesso allo spazio reliable and cost effective e di considerare come alta priorità l utilizzo di lanciatori sviluppati in Europa. Il lanciatore Vega è ormai nella fase prossima al primo lancio di prova. La situazione di Arianespace è invece critica, sia per i costi di gestione elevati e la gestione costantemente in perdita, sia per le caratteristiche del vettore Ariane 5 che risulta meno competitivo per rigidità di carattere tecnico, rispetto alla concorrenza mondiale. L Europa, dinanzi alla richiesta agli stati membri di supporti finanziari integrativi per ripianare le perdite gestionali e mantenere in equilibrio la società dovrà compiere scelte coraggiose per difendere l accesso europeo allo spazio, ma evitando nello stesso tempo di disperdere preziose risorse finanziarie. 6. Esplorazione spaziale. Dall 8 novembre avrà luogo a Lucca, ospitata dall ASI, un importante conferenza sul futuro dell esplorazione spaziale. È importante che la UE definisca al più presto il ruolo che intende avere in futuro in tale settore, evidenziando quali siano le aree a cui dare priorità in eventuali programmi europei e internazionali. 4

7. Telecomunicazioni satellitari Nel settore delle Telecomunicazioni satellitari l Italia è impegnata a colmare il crescente gap che durante l ultimo decennio si è configurato rispetto agli altri grandi paesi europei. Il paese ha sviluppato nel passato una propria infrastruttura di TLC satellitari, Italsat 1 e Italsat 2, maturando tra l altro a quella data una grande competenza industriale, ma dopo tale positiva esperienza, terminata nel 2002, il nostro paese non ha più avuto alcun satellite nazionale destinato a servizi di telecomunicazioni in grado di coprire le esigenze a carattere istituzionale, governativo e strategico, né partecipazione nei grandi consorzi internazionali proprietari di capacità satellitare. D altra parte, non si sono ridotte, ma anzi sono in espansione, le esigenze di telecomunicazioni satellitari per scopi istituzionali, di sicurezza e difesa e commerciali. L Italia spende ad oggi circa 150 M all anno per l acquisto di capacità spaziale dagli operatori commerciali, proprietari dei satelliti. In pratica, l equivalente di un nuovo sistema completo (satellite, più lancio, più segmento di terra) ogni due anni. Per porre rimedio a questa situazione, più volte rappresentata in interventi del Parlamento italiano, l ASI ha posto in atto una strategia integrata, che vede la realizzazione di nuove infrastrutture di TLC satellitari, ad uso duale. A tal fine è stata altresì costituita, lo scorso luglio, una società per azioni ASITEL S.p.A. con ASI unico socio, ma aperta allo schema di Public Private Partnership, in modo da mobilitare la massima quantità di risorse e garantire i migliori risultati realizzativi ed operativi, destinata ad operare nel settore delle telecomunicazioni. A tal proposito, si menziona inoltre il programma Athena-FIDUS, il cui valore complessivo è di circa 272 M (51% Francia e 49% Italia), che prevede lo sviluppo di un satellite geostazionario di medie dimensioni per servizi di comunicazione duali a "larga banda", che imbarcherà tre carichi utili, di cui uno dedicato alla Difesa Italiana, uno alla Difesa Francese, ed un terzo ad usi governativi (quali servizi di telecomunicazione a larga banda per i terminali 5

delle forze di polizia e di protezione civile, interconnessioni per telecomunicazioni locali, servizi di telecomunicazione per garantire la sorveglianza remota di aree critiche: porti, aeroporti, ferrovie, accesso a larga banda ad internet per terminali fissi o portatili, localizzati in aree con livelli bassi o degradati di infrastrutture di comunicazione, per la gestione di disastri naturali o dolosi e delle situazioni di emergenza in genere) garantendo servizi di telecomunicazione a larga banda in tutto l'emisfero visibile dall'orbita geostazionaria. Va poi menzionato anche il sistema SIGMA, in corso di definizione, per dotare l Italia di un infrastruttura di TLC satellitari in Banda Larga, a complemento dell infrastruttura di rete terrestre di nuova generazione per la Pubblica Amministrazione, consentendo il superamento delle residue problematiche di digital divide sul territorio nazionale, per una molteplicità di esigenze di tipo governativo e duale. 6