L'ORIENTAMENTO TRADIZIONALE E CONSOLIDATO CASS. CIV., SEZ. UN., SENTENZA 11 GENNAIO 2008 L obbligazione del medico dipendente dalla struttura sanitaria nei confronti del paziente ha natura contrattuale ancorché non fondata sul contratto, ma sul "contatto sociale" (Cass. 22 dicembre 1999, n. 589; Cass. 29.9.2004, n. 19564; Cass. 21.6.2004, n. 11488; Cass. n. 9085 del 2006). CASS. CIV., SEZ. III, SENTENZA 22 GENNAIO 1999 L'obbligazione del medico dipendente dal servizio sanitario per responsabilità professionale nei confronti del paziente, ancorché non fondata sul contratto, ma sul "contatto sociale" ha natura contrattuale. Consegue che relativamente a tale responsabilità i regimi della ripartizione dell'onere della prova, del grado della colpa e della prescrizione sono quelli tipici delle obbligazioni da contratto d'opera intellettuale professionale. PROBLEMA: ART. 3, CO. 1, D.L. 158/2012 conv. con modificazioni in L. 189/2012 Responsabilità' professionale dell'esercente le professioni sanitarie 1. L'esercente la professione sanitaria che nello svolgimento della propria attivita' si attiene a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità' scientifica non risponde penalmente per colpa lieve. In tali casi resta comunque fermo l'obbligo di cui all'articolo 2043 del codice civile. Il giudice, anche nella determinazione del risarcimento del danno, tiene debitamente conto della condotta di cui al primo periodo. 1
IL CONTRASTO NEL TRIBUNALE DI MILANO La responsabilità del medico è contrattuale o extracontrattuale dopo la legge Balduzzi? Trib. Milano, sez. I, n. 9693/14 Trib. Milano, sez. V, n. 13574/2014 Art. 2043 c.c. Il tenore letterale dell art. 3 comma 1 della legge Balduzzi e l intenzione del legislatore conducono a ritenere che la responsabilità del medico (e quella degli altri esercenti professioni sanitarie) per condotte che non costituiscono inadempimento di un contratto d opera (diverso dal contratto concluso con la struttura) venga ricondotta dal legislatore del 2012 alla responsabilità da fatto illecito ex art. 2043 c.c. e che, dunque, l obbligazione risarcitoria del medico possa scaturire solo in presenza di tutti gli elementi costitutivi dell illecito aquiliano (che il danneggiato ha l onere di provare). In ogni caso l alleggerimento della responsabilità (anche) civile del medico ospedaliero, che deriva dall applicazione del criterio di imputazione della responsabilità risarcitoria indicato dalla legge Balduzzi (art. 2043 c.c.), non ha alcuna incidenza sulla distinta responsabilità della struttura sanitaria pubblica o privata (sia essa parte del S.S.N. o una impresa privata non convenzionata), che è comunque di tipo contrattuale ex art. 1218 c.c. (sia che si ritenga che l obbligo di adempiere le prestazioni per la struttura sanitaria derivi dalla legge istitutiva del S.S.N. sia che si preferisca far derivare tale obbligo dalla conclusione del contratto atipico di spedalità o assistenza sanitaria con la sola accettazione del paziente presso la struttura). Se dunque il paziente/danneggiato agisce in giudizio nei confronti del solo medico con il quale è venuto in contatto presso una struttura sanitaria, senza allegare la conclusione di un contratto con il convenuto, la responsabilità risarcitoria del medico va affermata soltanto in presenza degli elementi costitutivi dell illecito ex art. 2043 c.c. che l attore ha l onere di provare; se nel caso suddetto oltre al medico è convenuta dall attore anche la struttura sanitaria presso la quale l autore materiale del fatto illecito ha operato, la disciplina delle responsabilità andrà distinta (quella ex art. 2043 c.c. per il medico e quella ex art. 1218 c.c. per la struttura), con conseguente diverso atteggiarsi dell onere probatorio e diverso termine di prescrizione del diritto al risarcimento; senza trascurare tuttavia che, essendo unico il fatto dannoso (seppur distinti i criteri di imputazione della responsabilità), qualora le domande risultino fondate nei confronti di entrambi i convenuti, essi saranno tenuti in solido al risarcimento del danno a norma dell art. 2055 c.c. Art. 1218 c.c. La responsabilità del medico ospedaliero anche dopo l entrata in vigore dell art. 3 l. 189/12 è da qualificarsi come contrattuale. Il primo comma dell'art. 3 del D.L. Balduzzi come sostituito dalla legge di conversione si riferisce, esplicitamente, ai (soli) casi di colpa lieve dell'esercente la professione sanitaria che si sia attenuto a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica. L'ossequio alla lettera della nuova disposizione comporta anche adeguata valorizzazione dell'incipit dell'inciso immediatamente successivo alla proposizione che esclude la responsabilità penale del sanitario in detti casi, per effetto del quale deve ritenersi che esso si riferisca soltanto - appunto - a "tali casi" (di colpa lieve del sanitario che abbia seguito linee guida ecc.). D'altra parte, la presunzione di consapevolezza che si vuole assista l'azione del Legislatore impone di ritenere che esso, ove avesse effettivamente inteso ricondurre una volta per tutte la responsabilità del medico ospedaliero (e figure affini) sotto il regime di responsabilità extracontrattuale, escludendo così l'applicabilità della disciplina di cui all'art. 1218 c.c. e così cancellando lustri di elaborazione giurisprudenziale, avrebbe certamente impiegato proposizione univoca, anziché il breve inciso commento. 2
LE PRONUNCE DELLA SUPREMA CORTE Cass. Civ., sez. III, sentenza 10 gennaio 2013 n. 4030 (Pres. Trifone, rel. Petti) ART. 3 COMMA I D.L. 13 SETTEMBRE 2012 N. 158 CONV. IN L. 8 NOVEMBRE 2012 RESPONSABILITÀ MEDICA DEPENALIZZAZIONE IN CASO DI COLPA LIEVE RESPONSABILITÀ IN SEDE CIVILE REGOLE CONSOLIDATE PERSISTENZA L art. 3 comma I del d.l. 13 settembre 2012 n. 158, conv. in l. 8 novembre 2012, ha depenalizzato la responsabilità medica in caso di colpa lieve, dove l esercente l attività sanitaria si sia attenuto a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica. L esimente penale non elide, però l illecito civile e resta fermo l obbligo di cui all art. 2043 del codice civile che è clausola generale del neminem laedere, sia nel diritto positivo, sia con riguardo ai diritti umani inviolabili quale è la salute. La materia della responsabilità civile segue, tuttavia, le sue regole consolidate e non solo per la responsabilità aquiliana del medico ma anche per quella cd. contrattuale del medico e della struttura sanitaria, da contatto sociale. Cass. Civ., Sez. VI, ordinanza 17 aprile 2014 n. 8940 (Pres. Finocchiaro, rel. Frasca) RESPONSABILITÀ MEDICA ART. 3 LEGGE 189/2012 ISTITUZIONE DI UNA RESPONSABILITÀ EXTRACONTRATTUALE - ESCLUSIONE L articolo 3, comma 1, dell Legge n. 189 del 2012, là dove omette di precisare in che termini si riferisca all esercente la professione sanitaria e concerne nel suo primo inciso la responsabilità penale, comporta che la norma dell inciso successivo, quando dice che resta comunque fermo l obbligo di cui all articolo 2043 c.c., poiché in lege aquilia et levissima culpa venit, vuole solo significare che il legislatore si è soltanto preoccupato di escludere l irrilevanza della colpa lieve in ambito di responsabilità extracontrattuale, ma non ha inteso prendere alcuna posizione sulla qualificazione della responsabilità medica necessariamente come responsabilità di quella natura. La norma, dunque, non induce il superamento dell orientamento tradizionale sulla responsabilità da contatto e sulle sue implicazioni (da ultimo riaffermate da Cass. n. 4792 del 2013). 3
GIURISPRUDENZA SUCCESSIVA AL D.L. BALDUZZI Primo orientamento - art. 1218 c.c. Cass. civ., 19 febbraio 2013, n. 4030 (Sez. III, Rel. Petti) Secondo la Cassazione «la premessa che indica una particolare evoluzione del diritto penale vivente, per agevolare l'utile esercizio dell'arte medica, senza il pericolo di pretestuose azioni penali, rende tuttavia evidente che la materia della responsabilità civile segue le sue regole consolidate, e non solo per la responsabilità aquiliana del medico, ma anche per la c.d. responsabilità contrattuale del medico e della struttura sanitaria, da contatto sociale. Punto fermo, ai fini della nomofilachia, gli arresti delle sentenze delle Sezioni Unite nel novembre 2008, e tra queste la n. 26972 (...) che attiene ai c.d. contratti di protezione conclusi nel settore sanitario (...)». Trib. Arezzo, 14 febbraio 2013; Trib Cremona, 19 settembre 2013. Il richiamo all'art. 2043 contenuto nella legge Balduzzi è limitato all'individuazione di un obbligo senza alcuna indicazione dei criteri da applicare nell'individuazione della responsabilità risarcitoria del medico e quindi non vi sarebbero ragioni per ritenere che la novella incida sulla costruzione della responsabilità medica («diritto vivente») e che imponga un «revirement» giurisprudenziale nel senso di un ritorno ad un'impostazione aquiliana, con le consequenziali ricadute in punto di riparto degli oneri probatori e di durata del termine di prescrizione. Trib. Rovereto, 29 dicembre 2013 Facendo proprie le argomentazioni esposte in una nota di commento alle prime decisioni giurisprudenziali successive alla «Balduzzi», il Trib. di Rovereto oltre ad evidenziare che ovviamente il legislatore del 2012 non è intervenuto sulle fonti delle obbligazioni previste nell'art. 1173 c.c. («le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito e da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico») sostiene che nessuna portata innovatrice deriva dal decreto Balduzzi in merito alla responsabilità civile del medico (il richiamo all'art. 2043 c.c. contenuto nell'art. 3 andrebbe riferito solo al giudice penale per il caso di esercizio dell'azione civile in sede penale) che va comunque ricondotta al disposto dell'art. 1218 c.c. in caso di inadempimento e/o inesatto adempimento dell'obbligazione «legale» gravante anche sul medico e che troverebbe fonte nella legge istitutiva del S.S.N. (l. n. 833/1978). Cass. civ., ord. 17 aprile 2014, n. 8940 (Sez. VI, Rel. Frasca) «L'articolo 3, comma 1, della legge n. 189/2012, là dove omette di precisare in che termini si riferisca all'esercente la professione sanitaria e concerne nel suo primo inciso la responsabilità penale, comporta che la norma dell'inciso successivo, quando dice che resta comunque fermo l'obbligo di cui all'articolo 2043 c.c., poiché in lege aquilia et levissimaculpa venit, vuole solo significare che il legislatore si è soltanto preoccupato di escludere l'irrilevanza della colpa lieve in ambito di responsabilità extracontrattuale, ma non ha inteso prendere alcuna posizione sulla qualificazione della responsabilità medica necessariamente come responsabilità di quella natura. La norma, dunque, non induce il superamento dell'orientamento tradizionale sulla responsabilità da contatto e sulle sue implicazioni (da ultimo riaffermate da Cass. n. 4792/2013)». 4
GIURISPRUDENZA SUCCESSIVA AL D.L. BALDUZZI Secondo orientamento - art. 2043 c.c. Trib. Torino, 26 febbraio 2013 Il legislatore ha dettato una norma che smentisce l'elaborazione giurisprudenziale laddove afferma che nei casi di irrilevanza penale della condotta del medico egli comunque è responsabile ex art. 2043 c.c. Il fatto che anche in tali casi «resta comunque fermo» l'obbligo ex art. 2043 significherebbe che per il legislatore tale obbligo viene dato per scontato anche nei casi penalmente rilevanti. Secondo la pronuncia del giudice piemontese, l'art. 2043 sarebbe la norma a cui ricondurre la responsabilità del medico pubblico dipendente e della struttura pubblica nella quale opera, non essendo ipotizzabile un diverso regime di responsabilità del medico e della struttura. L'art. 3, l. n. 189/2012, cambia il «diritto vivente» operando una scelta di campo del tutto chiara e congruente con la finalità di contenimento degli oneri risarcitori della sanità pubblica e «getta alle ortiche» la utilizzabilità in concreto della teorica del contatto sociale. Trib. Varese, 29 novembre 2012, n. 1406 La struttura della disposizione legislativa (art. 3, comma 1, l. n. 189/2012) sembra abbastanza logica: in sede civile, anche in caso di colpa lieve, è ammessa l'azione ex art. 2043. Così facendo il legislatore sembra (consapevolmente e non per dimenticanza) suggerire l'adesione al modello di responsabilità civile medica come disegnato anteriormente al 1999, in cui in assenza di contratto il paziente poteva richiedere il danno iatrogeno esercitando l'azione aquiliana. L'adesione ad un modulo siffatto contribuirebbe a realizzare la finalità di contrastare il fenomeno della medicina difensiva perché il medico vede alleggerito il suo onere probatorio, gravando sul paziente/danneggiato anche l'onere (non richiesto dall'art. 1218 c.c.) di provare l'elemento soggettivo di imputazione della responsabilità. Inoltre optare per la responsabilità aquiliana avrebbe anche l'ulteriore effetto di ridurre a cinque anni e non più a dieci il termine di prescrizione. Il giudice si pone anche il problema della compatibilità costituzionale della scelta fatta dal legislatore del 2012 e ritiene che la risposta sia scontata sulla base della considerazione che fino al 1999 non si era dubitato della legittimità costituzionale dell'indirizzo giurisprudenziale che faceva costante riferimento all'art. 2043 per l'imputazione della responsabilità medica al di fuori dei casi in cui fosse stato concluso un contratto dal professionista con il paziente. 5
La colpa medica Art. 1176 co. 1 c.c. Art. 1176 co. 2 c.c. Art. 2236 c.c. CURA svolgimento delle attività preparatorie e strumentali CAUTELA non pregiudicare ulteriori diritti del debitore e di terzi PERIZIA rispettare le leges artis LEGALITÀ rispettare le regole imposte dalla legge DILIGENZA QUALIFICATA: deve essere valutata con riferimento alla attività in concreto esercitata dal medico L'IMPERIZIA SOGGETTIVA: non scusa; il medico incapace avrebbe dovuto valutare i limiti delle sue competenze ed astenersi dall'intervenire PROBLEMI DI SPECIALE DIFFICOLTÀ: il medico risponde solo per dolo e colpa grave INTERPRETAZIONE RESTRITTIVA (1): la limitazione concerne solo l'aspetto della perizia. INTERPRETAZIONE RESTRITTIVA (2): i problemi di speciale difficoltà sono pochi. In particolare non sono stato giudicati tali: - un intervento di polipectomia endoscopica (Cass. 8.10.2008, n. 24791); - la discectomia di una doppia ernia cervicale (Trib. Roma 7.7.2007; - la corretta immobilizzazione delle articolazioni di un arto ustionato (Cass. 3.3.1995, n. 2466); - l esecuzione per via naturale di parto (Cass. 13.1.2005, n. 583). 6