1401-1494 Calvino LE CITTA? INVISIBILI.qxp:Layout 1 3012012 14:57 Pagina 1401 VIII «IL CENTRO IN OGNI LUOGO» ITALO CALVINO
1401-1494 Calvino LE CITTA? INVISIBILI.qxp:Layout 1 3012012 14:57 Pagina 1403 NOTA INTRODUTTIVA Nell immensaretechetuttofatransitare,ierieoggiilmondoèsenza più asperità, piatto: Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo chiamiamonoi,maperrendernepiùchiaralanaturaavoi,olettori beati, che avete la fortuna di abitare nello Spazio. ImmaginateunvastofogliodicartasucuidelleLineeRette,dei Triangoli, dei Quadrati, dei Pentagoni, degli Esagoni e altre Figure geometriche, invece di restar ferme al loro posto, si muovano qua e là, liberamente, sulla superficie o dentro di essa, ma senza potersene sollevare e senza potervisi immergere, come delle ombre, insomma consistenti, però, e dai contorni luminosi. Così facendo avrete un idea abbastanza corretta del mio paese e dei miei compatrioti. Ahimè, ancora qualche anno fa avrei detto: del mio universo, ma oralamiamentesièapertaaunapiùaltavisionedellecose 1. In una società di figure piane, tutto è perfettamente distribuito in uno spazio complanare, ove le figure umane non sono che funzioni simboliche, occupazione di spazi proporzionali alle classi di appartenenza: Le nostre Donne sono delle Linee Rette. I nostri Soldati e gli Operai delle Classi inferiori sono dei Triangoli conduelatiuguali[ ].Especialmentequandolelorobasisonodi tipo infimo(cioè lunghe non più della terza parte di un centimetro) è difficile distinguerli dalle Linee Rette, o Donne, tanto acuminati sonoilorovertici.[ ] La nostra Borghesia è composta da Equilateri, ovvero da triangoli dai lati uguali. 1. E. A. Abbott, Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni(1882 e 1884), acuradim.d AmicoeG.Manganelli,Milano,Adelphi, 1966eTorino,Einaudi, 2011: cap. I, Questo mondo, 1, p. 31. Riporto altresì l elegante originaleinglese:«icallourworldflatland,notbecausewecallitso,buttomake itsnatureclearertoyou,myhappyreaders,whoareprivilegedtoliveinspace. Imagine a vast sheet of paper on which straight Lines, Triangles, Squares, Pentagons, Hexagons, and other figures, instead of remaining fixed in theirplaces,movefreelyabout,onorinthesurface,butwithoutthepower ofrisingaboveorsinkingbelowit,verymuchlikeshadows onlyhard andwithluminousedges andyouwillthenhaveaprettycorrectnotion ofmycountryandcountrymen.alas,afewyearsago,ishouldhavesaid myuniverse :butnowmymindhasbeenopenedtohigherviewsof things»(flatland: a romance of many dimensions, London, Seeley& Co., 1884:PartI.ThisWorld, 1:OftheNatureofFlatland,p. 3).
1401-1494 Calvino LE CITTA? INVISIBILI.qxp:Layout 1 3012012 14:57 Pagina 1404 1404 carlo maria ossola I nostri Professionisti e Gentiluomini sono Quadrati(classe a cui io stessoappartengo)efigureacinquelati,opentagoni 2. AutorealtresìdiunHowtowriteclearly 3,Abbottèstatopiùvolte evocato da Calvino come modello per il proprio procedere con geometrico ordine di scrittura e d inventio: Alcentrodellanarrazionepermenonèlaspiegazioned unfatto straordinario, bensì l ordine che questo fatto straordinario sviluppa inséeattornoasé,ildisegno,lasimmetria,lareted immaginiche si depositano intorno ad esso come nella formazione d un cristallo. Cercherò tra le mie letture recenti qualche nome poco conosciuto che rappresenti diverse possibilità del fantastico. Per primo un romanzo dell Ottocento che si può definire di fanta-geometria: Flatlanddell ingleseabbott 4. Hoaltrovedimostrato 5 comesidisponga,nelnarraredicalvino, einspecieinpalomarenellecittàinvisibili,ilmovimento,polaree simmetrico, verso la combustione della storia«in una vampa di calore»olasuafissazione«nelgelod unordineimmobile» 6 :alla fiamma e al cristallo corrispondendo due teleologie distinte del consorzio umano: quella della purificazione, dall incandescenza del magma (incertomodoèancheilfinalismodimarioluzi),equelladella distribuzione di linee di forza, dal disordine dell alea: Eppureioso, diceva, cheilmioimperoèfattodellamateriadei cristalli, e aggrega le sue molecole secondo un disegno perfetto. In mezzo al ribollire degli elementi prende forma un diamante splendido edurissimo,un immensamontagnasfaccettataetrasparente 7. 2.Ibid.,ed.it.,p. 37;ed.ingl.,p. 8. 3.London,Seeley,Jackson&Co., 1872. 4. I. Calvino, Definizione di territori: il fantastico, in«le Monde», 13 agosto 1970; poi in Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società, Torino, Einaudi, 1980, pp. 215-216; raccolto poi in: Saggi, 1945-1985, a cura di M. Barenghi, Milano, Mondadori, 1995, tomo I, pp. 266-268; la citazione alla p. 267. Anche in Collezione di sabbia, 1984, tornerà sull «invenzione che resta la più elegante e ingegnosa: la geometrica Flatlandia di Abbott»(L arcipelago dei luoghi immaginari, ora in Saggi, cit., vol. I, pp. 545-549; la citazione alla p. 548). 5. C. Ossola, Le città invisibili, in Id., Figurato e rimosso, Bologna,ilMulino, 1988,pp. 81-116;eId.,«Êtredanslejustenesuffitpas», in Id., L Avenir de nos origines, Grenoble, Jérôme Millon, 2004, pp. 343-371. Infine: Id., Molteplicità e coerenza: il lascito di Calvino al XXI secolo, Torino, Giappichelli, 2010. 6. Le due citazioni da Palomar, Come imparare a essere morto[explicit della parabola], Torino, Einaudi, 1983, p. 128. 7. I. Calvino, Le città invisibili, Torino, Einaudi, 1972 e 1977; cfr. qui p. 1438 [cornice introduttiva: discorso di Kublai Kan]. Miei i corsivi.
1401-1494 Calvino LE CITTA? INVISIBILI.qxp:Layout 1 3012012 14:57 Pagina 1405 nota introduttiva 1405 Ciò che è tuttavia nuovo, nelle Città invisibili, rispetto alle utopie spaziali, che vanno da Utopia ai falansteri di Fourier a Flatland, è che,esauritalacombinatoriasullascacchieradelvisibile 8,ilcompito che Calvino assume, oltre le geometrie di ogni Flatland, è di tenderne la superficie, in alto e in basso, in nuovi corrugamenti e sprofondamenti, ove poco a poco il visibile ceda all invisibile. L invisibile delle profondità innanzi tutto: il perenne ansimare ipogeo dell uomo intorno ai propri morti, alle potenze ctonie, al Dialogo di Federico Ruyschedellesuemummie:«Solanelmondoeterna,acuisivolve/ Ognicreatacosa,/Inte,morte,siposa/Nostraignudanatura» 9 : Nonc ècittàpiùdieusapiapropensaagoderelavitaeasfuggiregli affanni.eperchéilsaltodallavitaallamortesiamenobrusco,gli abitanti hanno costruito una copia identica della loro città sottoterra. Icadaveri,seccatiinmodochenerestiloscheletrorivestitodipelle gialla, vengono portati là sotto a continuare le occupazioni di prima 10. Ma neanche nelle tante prospettive che costellano Le città e il cielo, da«eudossia,chesiestendeinaltoeinbasso»abersabea,vagheggiata comeunagerusalemmeceleste 11,c èunordinedefinitivo;omeglio occorrerebbe arrivare a quella così alta perfezione che ogni mutamento terreno comportasse un riordino simmetrico dei cieli:«così perfetta èlacorrispondenzatralanostracittàeilcielo, risposero, cheogni cambiamentod Andriacomportaqualchenovitàtralestelle» 12.Ma pur così, nessuna certezza e nessuna mappa del sempre: infatti«ogni cambiamento implica una catena d altri cambiamenti, in Andria come tralestelle:lacittàeilcielononrestanomaiuguali» 13. 8.«EPolo: Viaggiandocis accorgecheledifferenzesiperdono:ognicittà va somigliando a tutte le città, i luoghi si scambiano forma ordine distanze, un pulviscolo informe invade i continenti»(ibid., cornice ix, cfr. qui p. 1474). 9.G.Leopardi,CorodimortinellostudiodiFedericoRuysch,versicheinaugurano la citata operetta morale(cfr. Operette morali, in Poesie e prose, Milano, Mondadori, 1988: tomo II, Prose, a cura di R. Damiani, pp. 116-122; la citazione alla p. 116). Calvino dedicherà poi a questa operetta tutta la lunga ouverture del suo saggio, del 1984, Il fantastico nella letteratura italiana; ora in Saggi, cit., tomo II, pp. 1672-1682; l evocazione leopardiana alle pp. 1672-1674. 10. I. Calvino, Le città invisibili, Le città e i morti. 3, cfr. qui p. 1461. 11.«Si tramanda a Bersabea questa credenza: che sospesa incieloesistaun altrabersabea,dovesilibranolevirtùeisentimentipiù elevati della città, e che se la Bersabea terrena prenderà a modello quella celestediventeràunacosasolaconessa»(ibid.,lecittàeilcielo. 2,cfr.quip. 1462). 12. Ibid., Le città e il cielo. 5, cfr. qui p. 1481). 13. Ibid.
1401-1494 Calvino LE CITTA? INVISIBILI.qxp:Layout 1 3012012 14:57 Pagina 1406 1406 carlo maria ossola Così nessuna compensazione del rovescio, né imo né sublime, alla finepermettediusciredallaspecularità 14 :ciòchecalvinoassumeallora,perlesuecittàinvisibilieperlenostremetropolipresentiefuture,informi,decentrateversoperiferiedialtreperiferie 15,pienedi ostruzioni agglomerate senza che uno sbocco le liberi, perennemente all orlodileonia 16,mescidateeprecarie,è finalmente lacoscienza dell immanenza del resto, non più residuale, bensì appunto assiepato in«fortezze di rimasugli indistruttibili»: EMarco: Mentrealtuocenno,sire,lacittàunaeultimainnalzale sue mura senza macchia, io raccolgo le ceneri delle altre città possibili che scompaiono per farle posto e non potranno più essere ricostruite né ricordate. Solo se conoscerai il residuo d infelicità che nessuna pietra preziosa arriverà a risarcire, potrai computare l esatto numero di caraticuiildiamantefinaledevetendere 17. Nella convinzione, lucida e profetica, che domani, più che le nazioni,piùchelelingue,piùchelederrate,ciòchetrameràiltessuto connettivo dell umano saranno queste reti inestricabili di strade e case, corridoi e tunnel, semafori e sirene, polveri senza cielo, e code, code,sopraesottoterra,chesiavvicendano,tramiasmiegrida,laparabola delle Città invisibili pone Italo Calvino(come già lo è stato 14.«Da una parte all altra la città sembra continui in prospettiva moltiplicando il suo repertorio d immagini: invece non ha spessore, consiste solo in undrittoeinunrovescio,comeunfogliodicarta,conunafiguradiquae unadilà,chenonpossonostaccarsinéguardarsi»(ibid.,lecittàegliocchi. 5,cfr.quip. 1459;explicit).Ancheinquestaclausolasivedeilperdurare dellalezionediabbott. 15.«Senascostainqualchesaccaorugadiquesto slabbrato circondario esista una Pentesilea riconoscibile e ricordabile dachic èstato,oppuresepentesileaèsoloperiferiadisestessa,ehail suo centro in ogni luogo, hai rinunciato a capirlo. La domanda che adesso comincia a rodere nella tua testa è più angosciosa: fuori da Pentesilea esisteunfuori?operquantotiallontanidallacittànonfaichepassaredaun limbo all altro e non arrivi a uscirne?»(ibid., Le città continue. 5, cfr. qui p. 1485). 16.«Aggiungi che più l arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. È una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocorodimontagne.[ ]IlpattumediLeoniaapocoapocoinvaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell estremo crinale, immondezzai d altre città, che anch esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta»(ibid., Le città continue. 1, cfr. qui p. 1464). 17. Ibid., cornice iv, cfr. qui p. 1438.
1401-1494 Calvino LE CITTA? INVISIBILI.qxp:Layout 1 3012012 14:57 Pagina 1407 nota introduttiva 1407 Primo Levi per ciò che accadde) testimone di ciò che accadrà, signor Palomar attento e meditante, senza altro pathos che quello di preservare, anche nell inferno, la dignità umana: EPolo: L infernodeiviventinonèqualcosachesarà;secen èuno, èquellocheègiàqui,l infernocheabitiamotuttiigiorni,cheformiamo standoinsieme.duemodicisonopernonsoffrirne.ilprimoriescefacile a molti: accettare l inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all inferno, nonèinferno,efarlodurare,edarglispazio 18. Questo lascito la civiltà italiana consegna al XXI secolo. Carlo Maria Ossola 18. Ibid., cfr. qui pp. 1488-1489[explicit].