ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA CONVEGNO: IMPARARE DALL ESPERIENZA. L ASSISTENZA PSICOLOGICA NELLE MAXIEMERGENZE INTERVENTO DEL PREFETTO ANGELO TRANFAGLIA ZANHOTEL EUROPA VIA BOLDRINI, 11 - BOLOGNA 25 MAGGIO 2013
Grazie per l invito a partecipare al Convegno Imparare dall esperienza: l assistenza psicologica nelle maxi emergenze, che si svolge nel primo anniversario del terremoto che ha colpito nel maggio dello scorso anno questa regione. Un grazie, il mio, davvero sentito sia per la rilevanza dei temi che saranno approfonditi nel corso di questa giornata che per l occasione che mi viene data di incontrare ancora una volta Giuseppe Zamberletti, padre fondatore della moderna protezione civile italiana, cui si devono la nascita del Dipartimento della Protezione civile, l'introduzione del concetto di previsione e prevenzione distinto dalle attività di soccorso, l'organizzazione del servizio nazionale in tutte le sue componenti, la valorizzazione degli enti locali e del volontariato ed anche l'avvio della riforma del settore che è culminata con l'approvazione della legge 24 febbraio 1992 n.225. 1
E non posso, nell occasione, non aggiungere una nota personale: tutto l affetto, l ammirazione e la riconoscenza che mi lega a Giuseppe Zamberletti, con il quale ho avuto il privilegio di condividere e vivere esperienze straordinarie della mia vita di uomo e di funzionario: il Friuli e Gemona nel 76, il terremoto della Valnerina nel 79, l Irpinia nell 80, e poi ancora il terremoto di Gubbio e Foligno in Umbria. E stato ogni volta una palestra e una scuola di vita che hanno reso quello nelle emergenze e per la Protezione Civile uno degli impegni più significativi della mia vita professionale. Sono legami che ne tempo ne distanze possono affievolire. I temi che oggi verranno approfonditi oggi sono di grande interesse e delicatezza: le catastrofi possono infatti produrre effetti di lunga durata e mettere a dura prova le capacità di reazione e di adattamento sia del singolo individuo che dell intera comunità. 2
Nel XX Secolo l Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che sono stati colpiti da eventi catastrofici circa 30 milioni individui: un terzo di questi ha perso la casa; centinaia di migliaia di persone hanno perso la vita o quella dei loro cari. Nella sola Europa nel nuovo millennio si è registrato un incremento sia del numero che dell impatto dei disastri ambientali: quasi 100.000 morti, 11 milioni di cittadini interessati su 590 milioni di residenti nell UE e danni che superano i 150 miliardi di Euro. Le cronache rappresentano quotidianamente il susseguirsi di situazioni catastrofiche con esiti drammatici sia per i cittadini che per i soccorritori: frane, terremoti, alluvioni, sciagure aeree e nautiche, esplosioni, incendi. In questo quadro la psicologia dell emergenza si configura dunque come intervento nelle situazioni in cui un evento esterno ed estremo crea una soluzione di continuità nel regolare procedere della vita degli uomini, un intervento che si rivolge non solo a chi ha subito direttamente un trauma, ma anche a chi ne avverte solo la minaccia. 3
In Italia è stato il terremoto dell Irpinia del 1980 a costituire l occasione per acquisire una maggiore consapevolezza attorno a questi temi. In quell occasione, che mi vide impegnato come giovane funzionario di Prefettura sin dalle primissime fasi dell emergenza, ricordo che alcuni psicologi offrirono il loro aiuto professionale come semplici e privati cittadini, senza una preparazione specifica nel campo se non quella che scaturiva dal loro impegno quotidiano in contesti di lavoro di emergenza e senza una collocazione stabile e riconosciuta nella catena dei soccorsi. Nel 1997, a pochi mesi dal terremoto in Umbria, l Ordine Nazionale degli Psicologi decise di organizzare un convegno nazionale su questi temi, anche nell'intento di dare visibilità al lavoro silenzioso di tutti quegli psicologi che, in maniera invisibile per l'opinione pubblica, avevano lavorato con la popolazione. 4
Del terremoto dell'emilia conservo poi, tra le tante, una immagine del campo di Crevalcore: tra le tende abitate dagli sfollati, proprio all'ingresso, visibile dalla strada, sotto un gazebo di stoffa era stata posizionata una scrivania con un cartello "sostegno psicologico". A quel punto di ascolto si sono rivolte nei giorni del dopo sisma tantissime persone, uomini e donne di ogni età, tra loro anche moltissimi cittadini stranieri, che sentivano la necessità di trovare un riconoscimento della loro sofferenza, una valutazione clinica del loro dolore, un supporto, un aiuto a modificare la risposta psicologica al sisma per ritrovare, anche tra quelle tende, un po' di normalità. Qualche giorno fa è stato presentato un corso - realizzato con l indispensabile sostegno dell Università di Bologna e destinato a tutti gli operatori delle Forze di Polizia sul tema della comunicazione degli eventi luttuosi, corso in cui sarà in particolare approfondito il tema della comunicazione in una situazione di stress che riguarda sia l operatore che i familiari delle vittime. 5
Ecco, sono proprio queste esperienze sul campo che hanno contribuito a sviluppare quella psicologia dell emergenza che ha conquistato uno spazio sempre più importante all interno di enti ed organizzazioni che operano nell ambito del soccorso, fino a diventare un elemento stabile nello scenario delle calamità e dei soccorsi, nel senso che ne è stata sperimentata la funzione positiva per i sopravvissuti, quella di sostegno per i soccorritori, di collaborazione per un miglior funzionamento della macchina organizzativa e comunicativa nei rapporti con il pubblico e i mass media. Da un punto di vista normativo il ruolo della Psicologia dell Emergenza è stato ufficializzato con il D.M. 13 febbraio 2001 con cui sono stati adottati i criteri di massima per l organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi, criteri che sanciscono definitivamente la necessità di offrire supporto psicologico a poche ore dall evento. 6
Nel 2006 la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri recante Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi ha affermato che nel contesto degli interventi di sostegno delle vittime di eventi catastrofici è necessario prestare la massima attenzione ai problemi di ordine psichiatrico e psicologico che possono manifestarsi sulle popolazioni colpite e sui loro soccorritori. Molto è stato fatto; ancora molto è possibile fare. Sono certo che i lavori di questa giornata, grazie agli interventi di tanti qualificati esperti anche a livello europeo, sapranno fornire utili spunti di riflessione ed approfondimento su questi temi. In un epoca caratterizzata da incertezze e dalla diffusa paura per il futuro, in cui anche la natura sembra essere insensibile al dolore e ai problemi degli uomini, è ancora di grande attualità il messaggio del più antico poema sumerico in cui si narra la storia di un diluvio che sommergerà la terra. Il dio Ea si rivolge ad una sorta di Noè mesopotamico (Utnapishitin) invitandolo ad abbattere la sua casa e costruire una nave, per cercare la vita, ad abbandonare i beni mondani, ma a mantenere viva la sua anima. 7
La nave, metafora di soccorso, consente la sopravvivenza della persona, una sopravvivenza però che non è veramente possibile senza che l anima rimanga viva. Ed è questa la finalità ultima dell intervento psicosociale in emergenza: mantenere viva l anima di chi è sopravvissuto. 8