Relazione sulla Gestione RELAZIONE SULLA GESTIONE. Signori Soci,



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Transcript:

Relazione sulla Gestione RELAZIONE SULLA GESTIONE Signori Soci, la presente relazione è redatta, ai sensi delle vigenti disposizioni, al fine di illustrare la situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell'impresa e di descrivere l'andamento della gestione nel suo complesso e nei vari settori in cui la stessa opera. Si reputa opportuno esporre in premessa le linee evolutive delle più importanti variabili d'ambiente, di settore e di mercato, nonché la situazione economica generale e quella del mercato di riferimento. Nella parte centrale della relazione vengono tracciate le linee generali di gestione della nostra banca, per poi procedere all esame dettagliato dei principali aggregati patrimoniali, reddituali e alla proposta di destinazione dell utile di esercizio. Infine viene fatto cenno ai fatti di rilievo occorsi in questi primi mesi del 2012 e al prevedibile andamento della gestione per l esercizio in corso. 1 CENNI SULLO SCENARIO MACRECONOMICO, SUL SISTEMA CREDITIZIO ITALIANO, SULL ANDAMENTO DEL SISTEMA BCC E SULL ECONOMIA DELLE AREE TERRITORIALI IN CUI OPERA LA CASSA RURALE Lo scenario internazionale Nel 2011, segnatamente nella seconda metà dell anno, l economia mondiale ha rallentato (+3,8 per cento nell anno). Nel terzo e nel quarto trimestre l attività economica ha avuto un recupero negli Stati Uniti, in Giappone e nel Regno Unito a fronte di una moderata decelerazione nei paesi emergenti, il cui ritmo di crescita rimane relativamente elevato. Il 2011 è stato caratterizzato da un lato dalle tensioni sul debito sovrano nell'area dell'euro e dall altro dalle difficoltà incontrate nel processo di consolidamento delle finanze pubbliche negli Stati Uniti. Inoltre, nell'ultima parte del 2011, l'attività economica nell area euro si è fortemente indebolita e nel 2012 si prospetta una recessione sia per l Europa che per il nostro paese. Beneficiando di un allentamento delle tensioni sui costi degli input, le pressioni inflazionistiche si sono attenuate. La crisi del debito sovrano nell'area dell'euro ha assunto un rilievo sistemico, spingendo i rendimenti dei titoli di Stato di molti paesi su valori storicamente molto elevati. In particolare, ha pesato l'incertezza nella modalità di gestione della crisi a livello comunitario e in sede di coordinamento intergovernativo e il peggioramento delle prospettive di crescita. È aumentata l'avversione al rischio degli investitori, così come la preferenza per strumenti ritenuti sicuri, quali i titoli di Stato statunitensi e tedeschi, anche a causa dei declassamenti del rating del debito sovrano di diversi paesi dell'area, tra cui la Francia, l'italia e la Spagna. Tuttavia, in chiusura d anno il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi, che aveva raggiunto in novembre il valore massimo dall'introduzione dell'euro (550 punti base), si è significativamente ridotto grazie all'annuncio di nuove, incisive misure correttive del bilancio pubblico. Sulle scadenze più brevi i premi per il rischio sui titoli di Stato sono invece fortemente diminuiti soprattutto grazie all'avvio delle operazioni di rifinanziamento a tre anni da parte della BCE.

Relazione sulla Gestione L economia americana, nel 2011 ha recuperato un ritmo di crescita relativamente sostenuto. L anno si è chiuso con una variazione del Pil di +2,8 per cento su base annua nel quarto trimestre, mentre l indice di produzione industriale è a sua volta salito del 3,0 per cento. La fiducia dei consumatori e delle imprese è migliorata negli ultimi mesi del 2011, segnalando delle prospettive di espansione nella prima metà del 2012. L inflazione è salita al 3,0 per cento a dicembre, principalmente per via dell aumento dei prezzi petroliferi e degli alimentari. L inflazione core (cioè al netto di queste due componenti) si è infatti fermata al 2,2 per cento. I prezzi alla produzione sono invece saliti del 4,8 per cento. La situazione del mercato del lavoro è migliorata sensibilmente, per quanto resti tuttora molto delicata. Il tasso di disoccupazione a dicembre è arrivato all 8,3 per cento, di circa un punto percentuale al di sotto di quello del 2010 e soprattutto al di sotto della soglia critica del 9 per cento. L andamento delle richieste continue di sussidi, delle nuove richieste di disoccupazione e dei nuovi impieghi nei settori non agricolo lascia prevedere un ulteriore miglioramento nel 2012, anche se a ritmo ritenuto troppo lento dalla Federal Reserve, che potrebbe intervenire con un ulteriore espansione della politica monetaria. Nell area Euro, l economia è avviata verso una nuova recessione, dopo quella del 2009 e la successiva ripresa del 2010. Nel quarto trimestre del 2011, il Pil è salito del 1,3 su base annua, a fronte di una riduzione dell indice di produzione industriale dello 0,2 per cento, ma per il 2012 le principali previsioni internazionali vanno in direzione di una crescita negativa del prodotto interno lordo. L economia dell area euro è stata rallentata dagli effetti della crisi dei debiti sovrani e dei consolidamenti di finanza pubblica che questa ha richiesto in molti paesi, oltreché del rallentamento della congiuntura mondiale. L indice di fiducia delle imprese e dei consumatori si collocano in territorio negativo a dicembre 2011, a conferma di una contrazione nella prima metà del 2012. L inflazione al consumo è salita in su base annua (+1,6 per cento a dicembre). L economia nazionale In Italia l'attività economica ha risentito del quadro interno e internazionale. Il Pil italiano è aumentato dello 0,4 per cento nel 2011, (+0,3 per cento nel terzo trimestre e -0,5 per cento nel quarto). La dinamica del prodotto ha risentito del rialzo dei costi di finanziamento, a seguito degli effetti sui tassi degli impieghi bancari dovuti alla crisi del debito sovrano, e del rallentamento del commercio mondiale, che resta il principale sostegno dell'attività economica. A comprimere la domanda interna contribuiscono anche le già citate manovre correttive di finanza pubblica. La competitività delle imprese è marginalmente migliorata in chiusura d anno grazie al temporaneo deprezzamento dell'euro. Nel 2012 è prevista una recessione (Pil -1,5 per cento secondo il Fondo Monetario Internazionale, -2,2 per cento secondo la Confindustria, -1,7 per cento secondo Prometeia). Il recupero dell'occupazione iniziato nell'ultimo trimestre del 2010 si è arrestato negli ultimi mesi del 2011: il tasso di disoccupazione è arrivato all 8,7 per cento, superando tra i più giovani il 30 per cento. Le pressioni inflazionistiche si sono attenuate, anche se i prezzi hanno risentito dell'imposizione indiretta. Gli aumenti delle imposte indirette hanno causato un rialzo del livello dei prezzi al consumo negli ultimi mesi del 2011 (+2,91 per cento nel 2011, + 3,73 per cento nell ultimo trimestre dell anno).

Relazione sulla Gestione Nel 2011 il fabbisogno del settore statale è sceso, portandosi al 3,9 per cento del PIL, dal 4,3 del 2010, mentre l'indebitamento netto stimato dal Governo all'inizio di dicembre si colloca al 3,8 per cento del PIL, con una significativa flessione rispetto al livello del 2010 (4,6 per cento del PIL). Il rapporto tra debito pubblico e PIL ha superato il 120 per cento. Nel complesso, le tre manovre correttive disposte dai Governi tra luglio e dicembre hanno effetti strutturali valutati in circa 80 miliardi e dovrebbero assicurare nel 2013 un avanzo primario nell'ordine del 5 per cento del PIL. La politica monetaria della BCE e l andamento del sistema bancario dell area Euro Il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto i tassi ufficiali in due occasioni, portandoli complessivamente all 1,0 per cento (dopo i rialzi effettuati ad aprile 2011 dall 1% al 1,25% - e luglio 2011 dall 1,25% all 1,5%). Inoltre, sono state introdotte nuove misure di sostegno all'attività di prestito delle banche a famiglie e imprese come le operazioni di rifinanziamento a 36 mesi effettuate il 21 dicembre 2011 e il 29 febbraio 2012. Al di fuori dell area dell euro, le politiche monetarie sono rimaste fortemente espansive anche nei principali paesi avanzati. La Federal Reserve americana ha lasciato invariati i tassi di interesse obiettivo sui federal funds tra lo 0,0 e lo 0,25 per cento; ha allungato la scadenza del proprio portafoglio di titoli di Stato. Contestualmente, sono rimasti stabili anche gli orientamenti della Banca d Inghilterra e della Banca del Giappone, che hanno lasciato invariati i tassi di riferimento (allo 0,5 per cento e in un intervallo compreso tra lo 0,0 e lo 0,1, rispettivamente) e confermato i propri programmi di acquisto di titoli. Le banche centrali dei principali paesi emergenti, a seguito del deterioramento del quadro congiunturale e dell attenuazione delle tensioni sui prezzi, hanno avviato un graduale allentamento delle condizioni monetarie. In Cina le autorità hanno ridotto all inizio del mese di dicembre i coefficienti di riserva obbligatoria, mentre in Brasile, dopo una prima riduzione nell estate, la Banca centrale ha nuovamente abbassato i tassi ufficiali di 50 punti base in ottobre e, successivamente, anche in novembre. Per contro, in India, dove l inflazione è risultata più elevata del previsto e la valuta si è indebolita, la Banca centrale ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base. L andamento del sistema bancario nazionale e delle banche di credito cooperativo Evoluzione dell intermediazione creditizia nel sistema bancario italiano Nel corso del 2011 le tensioni sul mercato dei titoli sovrani hanno inciso negativamente sulla capacità di raccolta delle banche italiane. Tali difficoltà si sono ripercosse sulle condizioni di offerta di credito all economia che hanno risentito negativamente anche del deterioramento della qualità del credito. La flessione della raccolta è stata particolarmente accentuata per le banche di grandi dimensioni, principalmente per effetto della diminuzione dei depositi da non residenti e dei conti correnti, a fronte di una modesta espansione registrata per le altre banche. In un contesto caratterizzato da forti tensioni sui mercati finanziari e da crescenti difficoltà di raccolta, il decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 ha introdotto alcune misure per la stabilità del sistema creditizio italiano. Il decreto prevede, infatti, che il Ministero dell Economia e delle finanze possa concedere fino al 30 giugno 2012, la garanzia dello

Relazione sulla Gestione Stato su passività delle banche italiane di nuova emissione; l obiettivo del provvedimento è di contenere le difficoltà di raccolta delle banche e sostenere, così, la loro capacità di finanziamento dell economia. Anche grazie a questo provvedimento, che ha reso disponibile nuovo collaterale stanziabile, il ricorso delle banche italiane al rifinanziamento presso l Eurosistema è notevolmente aumentato, raggiungendo circa 210 miliardi di euro alla fine di dicembre (da 85 miliardi alla fine di agosto). Nel corso del 2011 la dinamica del credito bancario è stata significativamente inferiore rispetto all andamento dell anno precedente. La variazione annua degli impieghi lordi a clientela si è attestata a dicembre 2011 al +1,5 per cento. Permane elevato il differenziale di crescita dei prestiti concessi dalle diverse categorie di banche. In particolare, il credito erogato dai primi cinque gruppi bancari italiani al totale dell economia ha fatto registrare una sostanziale stazionarietà, a fronte di una crescita significativa dei finanziamenti erogati dagli altri intermediari (banche di minori dimensioni e filiali di banche estere). È proseguita la ricomposizione dei prestiti alle imprese in favore di quelli a breve termine; su tali andamenti hanno influito sia fattori di domanda minore capacità di autofinanziamento, sfavorevoli prospettive di crescita degli investimenti fissi sia fattori di offerta. Riguardo a questi ultimi, si è osservato un significativo aumento del grado di utilizzo delle linee di credito, verosimilmente connesso con le tensioni dal lato della liquidità. Le indagini qualitative periodicamente effettuate presso le banche e le imprese da centri di ricerca e istituzioni segnalano crescenti difficoltà di accesso al credito: sia l indagine mensile dell Istat, sia quella trimestrale condotta in dicembre dalla Banca d Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore indicano un forte aumento della quota di imprese che segnala un peggioramento delle condizioni di accesso al credito. Secondo l indagine trimestrale, tale quota ha raggiunto il 49,7 per cento in dicembre, dal 28,6 in settembre; un valore superiore a quello registrato alla fine del 2008 nella fase più acuta della crisi finanziaria. Le condizioni del credito potrebbero tuttavia, in prospettiva, risentire favorevolmente del sostegno alla liquidità fornito dalle nuove operazioni dell Eurosistema. Nel corso dell anno sono aumentati i tassi medi attivi bancari, riflettendo il rialzo del costo della raccolta e l intensificarsi delle tensioni sul mercato dei titoli pubblici italiani. Nel corso del 2011 il costo medio dei nuovi finanziamenti alle imprese è salito di 1,4 punti percentuali, dal 2,79 al 4,18 per cento, il costo medio dei nuovi finanziamenti alle famiglie è cresciuto di 1 punto percentuale, dal 2,97 al 3,99 per cento. Gli aumenti sono stati più marcati di quelli osservati nello stesso periodo nell area dell euro e sono in larga parte correlati all andamento dei rendimenti sui titoli di stato italiani. Con riferimento alla qualità del credito erogato, si è verificato nel corso dell anno un progressivo peggioramento: la diminuzione delle nuove sofferenze rettificate nei confronti delle imprese residenti nel Mezzogiorno è stata più che compensata dal deterioramento dei finanziamenti erogati alle imprese del Centro Nord e alle famiglie consumatrici. L evoluzione della qualità del credito presenta, inoltre, significativi rischi di ulteriore peggioramento, legati alla contrazione dell attività economica in atto e all aumento dei tassi di interesse praticati dalle banche. Nell ultimo scorcio dell anno l esposizione delle banche nei confronti dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza è aumentata significativamente, raggiungendo livelli sensibilmente superiori a quelli registrati nello stesso periodo del 2010. L incremento ha riguardato sia le famiglie sia le imprese.

Relazione sulla Gestione Con riguardo agli aspetti reddituali, le informazioni sull andamento di conto economico alla fine del III trimestre del 2011 evidenziano uno sviluppo modesto del margine di interesse (+1,7 per cento) e una contrazione significativa del margine di intermediazione (- 8,9 per cento). Le spese amministrative risultano di ammontare pressoché invariato rispetto a settembre 2010 (-0,3 per cento). Il risultato di gestione è, infine, in calo del 21,2 per cento su base d anno. Con riferimento, infine, al patrimonio, alla fine del terzo trimestre del 2011 la dotazione dei cinque maggiori gruppi si è ulteriormente rafforzata, grazie al completamento di alcune operazioni di aumento del capitale varate nella prima metà dell anno. Alla fine di settembre il coefficiente relativo al patrimonio di base (tier 1 ratio) e al complesso delle risorse patrimoniali (total capital ratio) risulta pari, rispettivamente, al 10,2 e al 13,6 per cento (dal 9,0 e 12,6 per cento della fine del 2010). L andamento delle CR-BCC nel contesto del sistema bancario Nel corso del 2011 le CR-BCC hanno continuato ad erogare il credito anche laddove le altre banche lo restringevano ed hanno proseguito, pur nella difficoltà del momento, a promuovere, una serie di iniziative a favore dell economia del territorio, per venire incontro ai loro soci e clienti. Il sistema del Credito Cooperativo è tra le realtà bancarie dotate di una più capillare presenza territoriale nell ambito del sistema bancario italiano. Tale caratteristica è conforme al principio di vicinanza e prossimità che fa parte del modello di servizio alla clientela proprio di una banca cooperativa a radicamento locale. A dicembre 2011 si registrano 412 BCC (pari al 54,4 per cento del totale delle banche operanti in Italia), con 4.411 sportelli (pari al 13,1 per cento del sistema bancario). Anche nel corso del 2011 le dipendenze delle CR-BCC sono aumentate (+36 unità nel corso degli ultimi dodici mesi), a fronte di una leggera contrazione registrata nel sistema bancario complessivo (-0,4 per cento). A settembre 2011 le CR-BCC rappresentavano ancora l unica presenza bancaria in 554 comuni italiani, mentre in altri 546 comuni avevano un solo concorrente. Alla stessa data, le CR-BCC operavano in 101 province. Il numero complessivo dei clienti delle CR-BCC approssimava a dicembre 2011 i 6,7 milioni (+17,5 per cento annuo). I dipendenti delle CR-BCC erano circa 32.000 unità (+1,2 per cento annuo contro il -0,4 per cento registrato mediamente nel sistema bancario); ad essi vanno aggiunti gli oltre 4.700 dipendenti di Federazioni Locali, società del GBI, Casse Centrali e organismi consortili. Il numero dei soci era pari a fine anno 1.156.711 unità, con un incremento del 10 per cento negli ultimi dodici mesi. Con riferimento all attività di intermediazione, il quadro macroeconomico sfavorevole che ha contraddistinto l ultimo anno, ha ridotto la domanda di credito dell economia, mentre la necessità di contenere i rischi e aumentare la dotazione patrimoniale ha indotto molti gruppi bancari a ridurre o contenere fortemente l erogazione di nuovo credito. In questo quadro complessivamente negativo, le CR-BCC hanno continuato a sostenere i soci e la clientela, soprattutto le piccole imprese e le famiglie, target elettivo di riferimento delle nostre banche; nonostante l acuirsi della fase economica avversa, infatti, gli impieghi

Relazione sulla Gestione delle CR-BCC sono cresciuti nel corso dell anno del 3,2 per cento a fronte dell 1,5 per cento del sistema bancario. Sul fronte della raccolta nel corso dell anno sono emerse anche per la Categoria le criticità comuni a tutto il sistema bancario. La quota delle CR-BCC nel mercato degli impieghi e in quello della raccolta diretta si attestava a fine anno rispettivamente al 7,1 per cento e al 6,8 per cento. Gli impieghi lordi a clientela delle CR-BCC ammontavano a dicembre 2011 a 139,9 miliardi di euro. Considerando anche i finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello, gli impieghi della Categoria approssimavano alla stessa data i 151,8 miliardi di euro, per una quota di mercato del 7,7 per cento. I mutui delle CR-BCC approssimavano a dicembre 2011 i 92 miliardi di euro, con una crescita annua del 5,5 per cento. Il credito concesso è stato adeguatamente accompagnato da una congrua richiesta di garanzie che risultano coprire un ampia porzione del portafoglio di impieghi. In particolare appare elevata la quota di impieghi sostenuta da garanzia reale (54,6 per cento a metà 2011). In relazione ai settori di destinazione del credito, le CR-BCC risultano storicamente caratterizzate, com è noto, da un incidenza percentuale degli impieghi a famiglie produttrici e consumatrici significativamente superiore al sistema bancario. A dicembre 2011 l incidenza percentuale dei finanziamenti ai suddetti comparti sul totale degli impieghi era rispettivamente del 12,8 per cento per le CR-BCC e del 5,1 per cento per il sistema complessivo per le famiglie produttrici e 30,8 per cento e 25,7 per cento per le famiglie consumatrici. Con riguardo alla dinamica di crescita negli ultimi dodici mesi, si è registrato un significativo sviluppo dei finanziamenti erogati alle famiglie consumatrici (+4,9 per cento, in linea con il +4,8 per cento medio di sistema). La quota di mercato delle CR-BCC nel comparto era pari a dicembre all 8,5 per cento. Gli impieghi a società non finanziarie presentano un incremento su base d anno del 2,6 per cento contro il +3,1 per cento del sistema. La quota di mercato delle CR-BCC nel comparto è pari all 8,5 per cento. Dall analisi del credito al settore produttivo per branca di destinazione, emerge il permanere di una concentrazione nel comparto costruzioni e attività immobiliari" superiore per le CR-BCC rispetto alla media di sistema (rispettivamente 35,1 per cento e 30 per cento). La concentrazione nel comparto ha presentato per la categoria nel corso degli ultimi dodici mesi un lieve contenimento (quasi un punto percentuale). Si rileva, inoltre, il permanere di una significativa incidenza dei finanziamenti all agricoltura (8,8 per cento per le CR-BCC contro il 4,4 per cento del sistema bancario complessivo). Con riguardo alla dinamica di crescita annua, si è riscontrato uno sviluppo significativo dei finanziamenti al comparto attività manifatturiere (+4,6 per cento contro il +0,7 per cento della media di sistema). A fronte di una sempre intensa attività di finanziamento, la qualità del credito erogato dalle banche della Categoria ha subito con maggiore incisività, nel corso dell anno, gli effetti della perdurante crisi economica. I crediti in sofferenza delle CR-BCC sono cresciuti a ritmi elevati, superiori a quelli degli impieghi (+24,5 per cento). Il rapporto sofferenze/impieghi è conseguentemente cresciuto e ha raggiunto il 5,2 per cento a dicembre 2011 dal 4,2 per cento dell anno precedente.

Relazione sulla Gestione Ciononostante, il tasso di incremento dei crediti in sofferenza delle banche della categoria si è mantenuto nel corso dell anno costantemente inferiore a quello registrato nella media di sistema. Con specifico riguardo alla clientela imprese, il rapporto sofferenze lorde/impieghi era pari a fine 2011 al 6,3 per cento per le BCC, in progressiva crescita negli ultimi mesi (5,1 per cento a dicembre 2010), ma inferiore di quasi due punti percentuali a quanto rilevato per il sistema bancario complessivo (8,1 per cento). A dicembre 2011 il rapporto sofferenze lorde/impieghi era inferiore per le CR-BCC in tutte le branche di attività economica maggiormente rilevanti. In particolare, nel comparto costruzioni e attività immobiliari il rapporto sofferenze/impieghi era pari per le BCC al 7,2 per cento, contro l 8,4 per cento del sistema bancario complessivo, nel comparto attività manifatturiere era pari al 7 per cento contro il 9,8 per cento medio di sistema, nel commercio era pari al 6,6 per cento contro il 9,9 per cento, nel comparto agricoltura, silvicoltura e pesca, infine, il rapporto sofferenze/impieghi era del 3,8 per cento per le BCC e dell 8,3 per cento per il sistema bancario complessivo. A fine 2011 le partite incagliate delle CR-BCC risultavano in crescita del 16,5 per cento. Il rapporto incagli/impieghi era pari, nella media della categoria, al 4,9 per cento a dicembre 2011 (4,4 per cento a fine 2010). Nel corso dell anno si è progressivamente palesata anche nelle CR-BCC una difficoltà sul fronte della raccolta. La raccolta bancaria complessiva delle CR-BCC ammontava a dicembre 2011 a 152,2 miliardi di euro, in crescita dello 0,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010 (+3,0 per cento nella media di sistema). Considerando anche le banche di secondo livello, la raccolta diretta della Categoria approssimava complessivamente i 161 miliardi di euro, per una quota di mercato del 7,2 per cento. Con riferimento alla dinamica di crescita delle diverse componenti della raccolta, si è riscontrato uno sviluppo significativo dei depositi con durata prestabilita (+26,3 per cento) e dei certificati di deposito (+36,9 per cento). La raccolta maggiormente liquida (c/c passivi e dei depositi a vista e overnight) si è incrementata ad un tasso del 2,7 per cento, mentre depositi rimborsabili con preavviso e PCT sono risultati in calo rispetto allo stesso periodo del 2010 (rispettivamente -5,1 per cento e -54,6 per cento). Per quanto concerne la dotazione patrimoniale, a dicembre 2011 l aggregato capitale e riserve ammontava per le CR-BCC a 19,7 miliardi di euro, con un incremento del 3 per cento su base d anno (+8,9 per cento nella media di sistema). Il tier1 ratio ed il total capital ratio delle CR-BCC erano pari a settembre 2011, ultima data disponibile, rispettivamente al 14,2 per cento ed al 15,2 per cento (stazionari rispetto allo stesso periodo dell anno precedente). Il confronto con il sistema bancario evidenzia il permanere di un significativo divario a favore delle banche della categoria. Con riguardo, infine, agli aspetti reddituali, le informazioni preliminari desumibili dall analisi dell andamento di conto economico a dicembre 2011 segnalano un positivo sviluppo dei margini reddituali ed il perdurare di una significativa dinamica di crescita delle spese amministrative, specialmente nella componente delle spese per il personale.

Relazione sulla Gestione In particolare, il margine di interesse si è incrementato del 10,4 per cento e il margine di intermediazione è cresciuto del 6,7 per cento, grazie anche all apporto delle commissioni nette (+5,3 per cento). Le spese amministrative presentano complessivamente un incremento del 2,7 per cento rispetto a fine 2010; la componente delle spese per il personale risulta in crescita del 4,5 per cento. Il risultato di gestione, pari a 1,7 miliardi di euro, presenta un incremento del 17,5 per cento rispetto a dicembre 2010. Sulla base delle evidenze ricavabili dalle informazioni sull andamento di conto economico, si stima che l utile netto delle CR-BCC potrebbe attestarsi a fine 2011 tra 350 e 400 milioni di euro. Contesto economico trentino e veneto Scenario economico in Provincia di Trento Nel 2011 il fatturato delle aziende monitorate dalla Camera di Commercio registra una variazione positiva - nei primi tre trimestri dell anno (+9% la var.% nel 1 trimestre, +6% la var.% nel 2 trimestre, +6,5% la var.% nel 3 trimestre), mentre l ultimo trimestre del 2011 assume valori negativi (-0,7%), dopo quasi due anni di crescita ininterrotta. Rispetto al IV trimestre del 2010, cresce solo il fatturato con l estero (+8,4%). La caduta del fatturato sembra legata quasi esclusivamente alla diminuzione della domanda interna, causata dalla riduzione del reddito disponibile delle famiglie e dalla riduzione della ricchezza finanziaria. In taluni settori la frenata diventa un vero e proprio crollo: l edilizia perde il 15%, il commercio al dettaglio e l artigianato l 8%, l estrattivo, ovvero il porfido, il 4%. In controtendenza l export e le aziende (poche) che operano con l estero: le prime stime dicono che le esportazioni trentine hanno raggiunto nel 2011 il record storico di 3.100 milioni di euro. La domanda internazionale in questa fase ha attenuato gli effetti della crisi sull economia locale, ma a trarne i benefici sono soprattutto le imprese di medio-grande dimensione, tendenzialmente più propense ad esportare. Infatti le aziende con più di 50 addetti registrano nel IV trimestre del 2011 variazioni positive sia del fatturato (+1,4%), sia dell occupazione (+0,8%). Al diminuire della dimensione, gli effetti della contrazione si fanno invece più preoccupanti, fino alla caduta del 10,5% del fatturato e del 2% dell occupazione delle aziende comprese tra 5 e 10 addetti. Anche per le aziende un po più grandi, con addetti compresi tra gli 11 e 20, il fatturato cala del 6,5% e l occupazione del 2,1%. La congiuntura economica e finanziaria sfavorevole ha avuto e sta avendo ripercussioni negative sugli assetti dei mercati del lavoro di tutte le economie avanzate. Sebbene i dati del 2011 non siano ancora completi (mancano i valori dell ultimo quadrimestre), si può affermare che strutturalmente il Trentino non soffre di gravi problemi riguardanti il mercato del lavoro. Gli ultimi dati relativi al mercato del lavoro al 3 trimestre 2011 rilevano per il complesso della popolazione un tasso di occupazione (15-64 anni) pari al 66,7% e un tasso di disoccupazione (15 anni e più) pari al 3,7%, entrambi in miglioramento sia rispetto allo

Relazione sulla Gestione stesso trimestre dell anno precedente che alla media 2010. Anche per i giovani della classe 15-24 anni si ripropone una situazione simile. Analizzando la classe 15-24 anni si deve evidenziare, innanzitutto, che la gran parte degli appartenenti alla stessa (circa il 68% come media 2010) non partecipa al mercato del lavoro perché studente. Il tasso di occupazione, in questo caso, è pari al 29,4% e il tasso di disoccupazione è pari al 13,6%. Sia rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente che alla media 2010 si rileva un tasso di occupazione in aumento (rispettivamente 28,0% e 27,3%) mentre il tasso di disoccupazione risulta stabile sullo stesso trimestre dell anno precedente e in contrazione sulla media 2010 (15,1%). Confrontandosi con il Nord Est e l Italia si evidenzia la situazione chiaramente più positiva del Trentino. Nel Nord Est il tasso di occupazione giovanile nel 3 trimestre 2011 è pari al 27,1%, nello stesso periodo del 2010 era pari al 27,8. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari, rispettivamente, al 17,7% e al 17,0%. In Italia il tasso di occupazione giovanile nel 3 trimestre 2011 è pari al 19,6%, nello stesso periodo 2010 era pari al 20,5. Il tasso di disoccupazione giovanile è invece pari, rispettivamente, al 26,5%, e al 24,7%. I sintomi delle difficoltà emergenti anche in Trentino nel mercato del lavoro si evincono dall esame degli iscritti alle liste di mobilità (ovvero i lavoratori licenziati a causa di riduzione di personale). Nel raffronto tra gli iscritti in mobilità degli ultimi anni emerge quanto il crollo della finanza internazionale del 2008, la conseguente crisi economica e la più recente crisi dei debiti sovrani dell'eurozona producano effetti negativi sul mercato del lavoro anche in Trentino. Nel 2011 sono stati registrati in media 339 iscritti in più alle liste di mobilità rispetto al 2010 (+7,7%) e 949 in più rispetto al 2009 (+24,9%). Altro indicatore che esprime la situazione del mercato del lavoro è quello della cassa integrazione: com è noto essa costituisce un indicatore congiunturale ritardato, nel senso che registra avvenimenti successi in mesi precedenti e riguarda le ore autorizzate, non quelle effettivamente utilizzate, nei primi 9 mesi del 2011 si è attestato su valori nettamente più bassi di quelli registrati nel medesimo periodo del 2010. Tra gennaio e settembre 2011, esclusa l edilizia, sono state autorizzate 1.620.027 ore di cassa integrazione (di cui 418.528 ordinaria e 1.201.499 straordinaria) a fronte di 2.668.523 richieste nel 2010. Sebbene il calo sia stato consistente, è bene non dimenticare che negli anni precedenti al 2009 il monte ore richiesto si aggirava attorno alle 250.000 ore annue. Ad inizio 2011 in Trentino risultavano residenti 529.457 persone con un aumento assoluto di oltre 4.500 unità rispetto all anno precedente ed un incremento relativo pari all 8,8%. Il saldo naturale trentino (la differenza tra i nati vivi e i morti rispetto al totale della popolazione residente) è positivo (stima 2011, pari all 1,33%) e tra i fattori che concorrono a spiegarne la crescita vanno annoverati l incremento del tasso di fecondità, di quello di natalità, l allungamento della speranza di vita e, infine, l apporto della popolazione straniera. Il contributo maggiore alla crescita demografica è fornito dalla componente straniera extracomunitaria, il cui apporto è determinato sia dall ingresso di nuovi soggetti adulti, sia da un tasso di natalità particolarmente elevato (pari a 18,3 nati per mille residenti stranieri rispetto a 10,3 nati su mille residenti italiani). In base alle informazioni raccolte nell Indagine sulle condizioni di vita delle famiglie trentine si stima che il 62,8% dei giovani tra i 25 e i 30 anni continui a vivere nella famiglia di origine, posticipando così una delle tappe fondamentali della transizione alla vita adulta.

Relazione sulla Gestione Quanto alle condizioni di vita dei soggetti con cittadinanza italiana, si può dire che i livelli di povertà siano rimasti, negli ultimi anni, sostanzialmente invariati. Sembra che, in Trentino, grazie agli assetti strutturali della società e dell economia oltre che alle politiche poste in atto dal governo provinciale, il fenomeno della povertà non assuma dimensioni allarmanti, anche se vi sono singole categorie di famiglie particolarmente deboli, che sperimentano maggiori rischi di ricadere in uno stato di indigenza. In particolare, la povertà monetaria è più diffusa nelle famiglie di monogenitori, nelle coppie con tre o più figli e nelle persone che vivono sole. Nel 2011 circa la metà delle famiglie (51,6%) dichiara di avere difficoltà per arrivare a fine mese (di queste il 39,3% delle famiglie sostengono di dover affrontare problemi di poco conto). Per quanto concerne l istruzione, negli ultimi decenni si è assistito ad un costante sviluppo della partecipazione scolastica; una conferma delle buone prestazioni complessive del sistema formativo trentino deriva dai tassi di partecipazione alla scuola post-obbligatoria (anche nell anno scolastico 2010/2011 quasi la totalità delle persone in età 14-18 anni è iscritta a una scuola secondaria superiore o a un corso di formazione professionale). Entrando nel dettaglio dei settori economico/produttivi, il comparto manifatturiero appare quello più in salute (+4,6% la crescita del fatturato e +0,7% l occupazione), probabilmente perché include numerose imprese di medio grande dimensione con un apprezzabile propensione ad esportare e che quindi possono beneficiare del persistente sostegno della domanda internazionale. Le imprese artigiane del manifatturiero e dei servizi mostrano invece un andamento negativo, con il fatturato in calo del 7,0% che si spiega con la caduta della domanda locale e nazionale, verso cui si orientano tali imprese. Il comparto estrattivo del porfido conferma una situazione problematica con tendenze negative che interessano sia i risultati economici sia l occupazione. Come più volte sottolineato anche in passato, il settore è ormai entrato in una fase di crisi che per durata e intensità appare strutturale. Nel IV trimestre il fatturato diminuisce del 3,6% e l occupazione dell 1,9%. In peggioramento il settore edile che si trova, analogamente al comparto estrattivo, in una fase di crisi strutturale con variazioni forti negative del valore della produzione (-14,6%) e dell occupazione (-1,2%). Particolarmente negativo il dato sugli ordinativi (-9,7%) che non lascia presagire un evoluzione positiva. Il settore dell autotrasporto evidenzia nel quarto trimestre dell anno segnali contraddittori. I dati sul fatturato (+1,1% su base annua) confermano il trend positivo dei primi tre trimestri dell anno, seppur in graduale attenuazione, mentre l occupazione segna un calo consistente (-4,7%). Tuttavia, un analisi più approfondita dei dati evidenzia che anche nel periodo considerato il valore positivo del fatturato è determinato prevalentemente da un ristretto numero di imprese di medio - grande dimensione, mentre le imprese più piccole evidenziano mediamente segnali di maggiore difficoltà. Va male il commercio al dettaglio, con un calo del fatturato dell 8,2%, determinato soprattutto dalla vendita di auto, mentre supermercati e alimentari tengono. Il commercio all ingrosso invece, più legato al commercio estero, cresce del 3,7%. Il settore dei servizi alle imprese e terziario avanzato evidenzia nel quarto trimestre una lieve diminuzione del fatturato (-0,7%), che segue quella più pesante rilevata nel precedente trimestre. Anche questo settore, poco propenso all export, risente della riduzione della domanda interna. Più confortanti i dati sull occupazione che cresce rispetto allo stesso trimestre del 2010 dell 1,3%.

Relazione sulla Gestione In agricoltura i risultati del settore melicolo per il 2010-2011 sono stati positivi per tutto il Trentino, con prezzi di liquidazione ai soci considerati soddisfacenti (tra 0,35 e 0,50 euro/kg a seconda della tipologia e qualità della frutta). La produzione di mele relativa alla raccolta dell autunno 2011 per il gruppo Melinda è risultata ancora molto positiva ed in crescita rispetto al 2010, nonostante i danni delle forti grandinate. Il settore zootecnico è stabile da circa 10 anni per quanto riguarda il numero di capi allevati mentre continua un fisiologico trend negativo relativamente al numero di aziende. Il fenomeno è dovuto alla chiusura costante di piccole e piccolissime aziende gestite per lo più da persone anziane. Per quanto riguarda invece il settore lattiero-caseario le previsioni sono decisamente buone per il comparto del Trentingrana. In questo caso si dovrebbero confermare, se non addirittura migliorare, le condizioni del 2010 che avevano visto una liquidazione media agli allevatori pari a 0,614 euro/litro. Il settore vitivinicolo, con oltre 10 mila ettari di superficie vitata in Trentino, ha visto un vendemmia 2011 con un raccolto di 1.174 mila quintali di uva. Di questi, 856 mila a bacca bianca, 318 mila a bacca rossa. Il totale della vendemmia, se messo a confronto con quello precedente, registra un calo della produzione del 6,1%, più consistente il calo delle uve nere (-12,9%) e più contenuto quello delle varietà bianche (-3,3%). I bilanci delle cantine sociali del 2011, relativi alla commercializzazione del prodotto 2010, rivelano una buona ripresa del fatturato, pari a +7,64%, dopo due esercizi che presentavano complessivamente segni negativi. In miglioramento anche il prezzo medio liquidato ai soci dalle 17 cantine sociali trentine, che con i loro 7mila conferitori rappresentano l 82% della produzione vitivinicola locale. In ambito turistico la stagione estiva 2011 si conferma positiva rafforzando gli ottimi risultati conseguiti negli anni scorsi. Gli arrivi sono ulteriormente aumentati rispetto lo scorso anno, superando i 2milioni di persone, e le presenze hanno superato i 17milioni. Nella stagione invernale 2010-2011 sono stati mantenuti gli ottimi livelli di arrivi turistici della stagione precedente e, considerata la situazione economica di crisi, gli operatori del settore hanno giudicano positivamente la performance. La stagione invernale 2011-2012 invece, causa la scarsità delle precipitazioni nevose, non si preannuncia altrettanto positiva. Scenario economico in Veneto Nel 2011 il ritmo di crescita del Veneto si è affievolito, mettendo a segno un lieve aumento del Pil regionale pari a +0,6% rispetto all anno precedente. Nel confronto con altre regioni il tasso di variazione del Pil è risultato leggermente migliore in Emilia Romagna (+0,7%) e in Piemonte (+0,6%), inferiore, invece, in Trentino Alto Adige (+0,5%), Valle d Aosta (+0,5%), Lombardia (+0,4%) e Friuli Venezia Giulia (+0,3%). Andando ad osservare le componenti della domanda interna, si vede come sull andamento del Pil regionale abbiano influito il rallentamento sia dei consumi privati delle famiglie (cresciuti solo del +0,5%), che degli investimenti (diminuiti del -0,6%). Ma le esportazioni contribuiscono positivamente alla variazione del Pil: nel 2011 l export è cresciuto del

Relazione sulla Gestione 10,2%, anche se la dinamica delle vendite regionali all estero è andata progressivamente riducendosi nel corso dell intero anno. Per quanto riguarda la formazione del reddito, nel 2011 il valore aggiunto ai prezzi base è stato stimato in leggera crescita dello 0,7% rispetto all anno precedente. In particolare, i cali dell industria veneta sono risultati meno pesanti (+1,2%). Anche i servizi e l agricoltura hanno registrato un aumento, anche se con un intensità più contenuta rispetto a quella manifestata dall industria (rispettivamente +0,4 e +0,6%). L edilizia invece ha proseguito la sua corsa negativa, rimarcando nuovamente le perdite (-0,5%). Nel 2011 l avanzo commerciale del Veneto è risultato pari a 9,7 miliardi di euro, un valore superiore a quello dell anno precedente, a seguito della dinamica delle importazioni (+5,9%) più debole rispetto a quella delle esportazioni (+10,2%). Nel 2011 la regione ha esportato beni per un valore di oltre 50 miliardi di euro, malgrado nel corso dell anno la dinamicità delle vendite regionali all estero si sia progressivamente ridotta. Il settore dei macchinari industriali, al primo posto della graduatoria veneta dei prodotti maggiormente esportati, ha venduto merci per oltre 10,2 miliardi di euro, pari al 20,2% del totale regionale, in crescita del +18,1% rispetto al 2010. Il principale mercato di riferimento resta l Ue27, anche se la quota detenuta da quest area si sta man mano ridimensionando. La Germania si è confermata il principale partner commerciale (rappresentando il 13,9% delle esportazioni venete), mentre al secondo posto si è collocato il mercato francese. In aumento risultano anche le esportazioni verso i Paesi BRIC, in primis verso la Cina verso cui la vendita di prodotti manifatturieri è cresciuta nell anno del +30,6%. Il mercato del lavoro ha chiuso il 2011 con un saldo occupazionale negativo di oltre 15mila posti di lavoro, ascrivibile alla dinamica positiva delle cessazioni (cresciute da 636 a 674 mila unità, pari a +6%), nonostante l aumento delle assunzioni (passate da 627 a 658 mila unità, pari a +5%) che non è stato tuttavia sufficiente a rendere positivo il saldo. Per quanto riguarda la domanda di lavoro per settore, la dinamica è stata positiva soprattutto per il terziario (+5,6%). Il settore industriale, invece, pur mostrando un aumento delle assunzioni, ha segnato una variazione nettamente inferiore a quella dell anno precedente (+4,9% contro il +20% del 2010), determinata dal brusco calo delle assunzioni in alcuni comparti del Made in Italy e nel settore delle costruzioni. L industria è stato il settore che accusato la perdita più ingente di posti di lavoro (-13 mila nel 2011, -60 mila nell ultimo triennio). Le ore di CIG autorizzate hanno tuttavia registrato una significativa riduzione (-30% rispetto al 2010), raggiungendo un valore di 87 milioni. La riduzione del ricorso alla cassa integrazione è stata accompagnata dal parallelo calo del numero di crisi aziendali, scese da 1.425 a 1.063 unità. Secondo l Istat, nei primi nove mesi del 2011 l occupazione in Veneto è cresciuta (+1%) rispetto al corrispondente periodo del 2010, rilevando un numero di occupati pari a 2.134 mila. Il tasso di occupazione ha segnato un valore del 65,3% (oltre un p.p. in più rispetto al corrispondente periodo del 2010). Anche il tasso di disoccupazione ha evidenziato una dinamica di miglioramento, risultando pari al 4,5% (-0,7 p.p.). Sebbene segnato da un rallentamento dei livelli produttivi rispetto alla ripresa rilevata nel 2010, il 2011, per l industria manifatturiera è stato un anno positivo. Secondo l indagine VenetoCongiuntura la produzione industriale ha registrato una variazione positiva del +2,3%. Nonostante il dato annuale complessivo sia positivo, i valori della produzione registrati nei singoli trimestri hanno evidenziato una dinamica via via decrescente che ha chiuso l anno con una contrazione del -1,4%. L andamento positivo della produzione

Relazione sulla Gestione industriale è da attribuire principalmente alle grandi imprese (250 addetti e più) che nel 2011 hanno conseguito una variazione positiva del +5,5%. Risultati positivi sono stati registrati anche per le medie e piccole aziende che hanno segnato una crescita della produzione rispettivamente del +2,5 e del +2,1%. La crisi economica ha invece colpito le microimprese (fino a 9 addetti) che hanno evidenziato flessioni in quasi tutti i trimestri, con una contrazione del -1,7%. Nelle costruzioni i dati a consuntivo hanno evidenziato, tra il 2008 e il 2011, la più grave crisi del settore: in tre anni il mercato ha perso quasi 3 miliardi di investimenti (-16,4% in termini reali e del -20,8% in valori costanti) e si è anche profondamente modificato. Nel 2008 la nuova costruzione rappresentava il 56,4% degli investimenti, nel 2011 il rinnovo e la ristrutturazione hanno rappresentato il 56,3%. In questo scenario i segnali di timida ripresa registrati nei primi mesi del 2011 si sono affievoliti e tramutati in una nuova spirale negativa nel secondo semestre 2011. Secondo dati Veneto Lavoro, nel solo 2011 si è registrato un calo di 4.800 addetti nell edilizia. La crisi nell ultimo biennio ha iniziato a farsi sentire in modo consistente anche sul sistema imprenditoriale (-0,7% le imprese artigiane e non artigiane attive rispetto al 2010). Per il commercio il 2011 è stato un anno deludente per le vendite al dettaglio. Il calo della fiducia dei consumatori per le accresciute incertezze del contesto economico ha inciso sulle prospettive individuali e sui bilanci delle famiglie. Secondo l Istat la flessione ha riguardato tutto il mercato, ma ha pesato soprattutto la caduta delle vendite dei prodotti non alimentari che evidenzia le difficoltà dei consumatori indotti a ridurre gli sprechi e a moderare gli acquisti. Secondo i dati VenetoCongiuntura, in Veneto il bilancio dei consumi è stato nettamente negativo evidenziando una contrazione media annua del -2,7%. L andamento delle vendite si è rivelato critico a livello generale, ma con andamenti differenti in base al prodotto e alla dimensione di esercizio. I prezzi al consumo (indice NIC) hanno registrato un aumento del 2,5% su base annua. In agricoltura nel 2011 il valore della produzione veneta è risultato in crescita del 5% rispetto all anno precedente, raggiungendo i 5 miliardi di euro di fatturato, riportandosi così tra i livelli più elevati dell ultima decade. Non tutti i comparti agricoli hanno contribuito in eguale misura a tale risultato: le coltivazioni erbacee hanno, infatti, subìto un arretramento (-3,5%), mentre, tra le colture legnose, il comparto vitivinicolo ha registrato un notevole aumento dei prezzi, pure la zootecnia ha beneficiato di un significativo incremento del valore (+8,8%). È da evidenziare che il buon andamento dei mercati è stato reso possibile dal trend contrapposto dei prezzi osservato nel corso dell anno: generalmente al rialzo nella prima parte e complessivamente al ribasso nella seconda. Anno record, il 2011, per il turismo veneto: sono state registrate oltre 63,4 milioni di presenze (+4,2%) e quasi 15,8 milioni di visitatori (+8,1%). La permanenza media risultata tuttavia ancora in flessione (4 giorni contro i 4,2 dell anno precedente). Quasi due terzi delle movimentazioni sono state generate dal turismo internazionale, testimoniando ancora una volta il grado di attrazione che il nostro territorio ha nei confronti dei viaggiatori d oltreconfine. Nel 2011 sono stati, infatti, oltre 39 milioni gli stranieri che hanno visitato il Veneto, suggellando un aumento dell 11,6% (pari a circa 1,2 milioni di ospiti in più), grazie soprattutto a una maggiore affluenza di turisti provenienti dai Paesi della Mitteleuropa (Germania, Austria e Svizzera).

Relazione sulla Gestione 2 LA GESTIONE DELLA BANCA: ANDAMENTO DELLA GESTIONE E DINAMICHE DEI PRINCIPALI AGGREGATI DI STATO PATRIMONIALE E DI CONTO ECONOMICO Si premette che il bilancio al 31 dicembre 2011 è redatto in conformità ai criteri di valutazione e di misurazione stabiliti dagli International Financial Reporting Standard (IFRS) e dagli International Accounting Standard (IAS) emanati dall International Accounting Standard Board (IASB) ed adottati dalla Comunità Europea secondo la procedura di cui all articolo 6 del Regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002 e secondo le disposizioni della Circolare della Banca d Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione. Il Regolamento comunitario ha trovato applicazione in Italia per mezzo del D. Lgs. n. 38 del 28 febbraio 2005, entrato in vigore il 22 marzo 2005, il quale ha tra l altro previsto l applicazione obbligatoria dei suddetti principi internazionali ai bilanci individuali delle banche a partire dal 2006. Nell ambito di tale contesto normativo, la Cassa rurale ha redatto il bilancio al 31 dicembre 2011 così come avvenuto per il bilancio relativo all esercizio 2010 in ossequio ai nominati standard internazionali IAS/IFRS e nel rispetto delle citate disposizioni della Banca d Italia. 2.1 GLI AGGREGATI PATRIMONIALI La raccolta totale Le tabelle che seguono espongono dati e dinamiche delle masse amministrate per conto della clientela al 31 dicembre 2011, nelle forme di raccolta diretta (conti correnti, depositi a risparmio, certificati di deposito, pronti contro termine, obbligazioni di propria emissione) ed indiretta (risparmio amministrato e gestito). Complessivamente sono esposte per 507,3 milioni di euro, con una redistribuzione nel corso dell esercizio fra raccolta diretta ed indiretta, ed un incremento del risparmio amministrato del 15,79%. Gli strumenti di raccolta diretta del risparmio presso la clientela prodotti dalla Banca rappresentano l 85,62% del totale (nel 2010 86,70%). COMPOSIZIONE DELLA RACCOLTA TOTALE (dati in migliaia di euro) 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Assoluta Variazione % RACCOLTA DIRETTA (1) 434.342 439.820-5.478-1,25 RACCOLTA INDIRETTA 2) 72.950 67.498 + 5.452 + 8,08 di cui: Risparmio amministrato 56.289 48.615 + 7.674 + 15,79 Risparmio gestito 16.661 18.883-2.222-11,77 TOTALE RACCOLTA (1+2) 507.292 507.318-26 - 0,01

Relazione sulla Gestione La raccolta diretta Nel dettaglio della raccolta diretta, le obbligazioni, pur con una riduzione rispetto all esercizio precedente, rappresentano il 54.62%, la componente conti correnti e depositi a risparmio il 44,32%, con un incremento di 20 milioni di euro (+ 11,64%), mantenendo peraltro una tendenza, già registrata nel corso dell esercizio precedente, nei confronti di forme di risparmio a breve termine. Per quanto riguarda gli altri strumenti di investimento, per le obbligazioni a tasso fisso oggetto di derivati di copertura del rischio di tasso di interesse, specificate in tabella in quanto valutate al fair value ed indicate in bilancio in apposita voce, a fronte di rimborsi per scadenza per 11 milioni di euro, sono state sottoscritte dalla clientela nuove emissioni per 35 milioni di euro (tabella 5.3 di Nota Integrativa Parte B Passivo). A bilancio i conti correnti e depositi, pronti contro termine, altre forme tecniche costituiscono la voce 20 (debiti verso clientela) del Passivo di Stato Patrimoniale, le obbligazioni al costo ammortizzato, i certificati di deposito la voce 30 (titoli in circolazione) e le obbligazioni valutate al fair value la voce 50 (passività finanziarie valutate al fair value) del Passivo di Stato Patrimoniale. COMPOSIZIONE DELLA RACCOLTA DIRETTA (dati in migliaia di euro) 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Assoluta Variazione % Conti correnti e depositi 192.510 172.442 + 20.068 + 11,64 Pronti contro termine 1.336 8.251-6.915-83,81 Obbligazioni 237.243 255.382-18.139-7,10 di cui - al costo ammortizzato* 195.010 237.483-42.473-17,88 valutate al fair value** 42.233 17.899 + 24.334 + 135,95 Certificati di deposito 2.895 3.552-657 - 18,50 Altre forme tecniche 358 193 + 165 + 85,49 TOTALE RACCOLTA 434.342 439.820-5.478-1,25 DIRETTA * Valori inclusi nel passivo dello stato patrimoniale alla voce 30 titoli in circolazione ; ** Valori inclusi nel passivo dello stato patrimoniale alla voce 50 passività finanziarie valutate al fair value. COMPOSIZIONE PERCENTUALE DELLA RACCOLTA DIRETTA 31/12/2011 % sul totale 31/12/2010 % sul totale Conti correnti e depositi 44,32 39,21 Pronti contro termine passivi 0,31 1,87 Obbligazioni 54,62 58,07 Certificati di deposito 0,67 0,81 Altri debiti 0,08 0,04 Totale raccolta diretta 100,00 100,00

Relazione sulla Gestione La raccolta indiretta Come premesso, la raccolta indiretta nel corso dell esercizio ha registrato un incremento dell 8,08%, per 5,5 milioni di euro. L incremento ha interessato, come riportato nella tabella seguente, la componente del risparmio amministrato (titoli di stato, obbligazioni, azioni a custodia ed amministrazione) con un aumento di 7,7 milioni di euro (+15,79%). E aumentata l incidenza di questa forma di raccolta indiretta al 77,16% (nel 2010 72,02%), rispetto al gestito in fondi comuni di investimento e assicurativo. COMPOSIZIONE DELLA RACCOLTA INDIRETTA (dati in migliaia di euro) 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Variazione % Assoluta Fondi comuni di 10.702 12.447-1.745-14,02 investimento Gestioni patrimoniali 387 356 + 31 + 8,71 Gestito altro 5.572 6.080-508 - 8,36 Totale risparmio 16.661 18.883-2.222-11,77 gestito Risparmio 56.289 48.615 + 7.674 + 15,79 amministrato Totale raccolta 72.950 67.498 + 5.452 + 8,08 indiretta Risparmio 22,84% 27,98% gestito/totale raccolta indiretta Risparmio amministrato/totale raccolta indiretta 77,16% 72,02% Gli impieghi con la clientela Gli impieghi con la clientela sono esposti a bilancio a voce 70 dell Attivo di Stato Patrimoniale per 424,0 milioni di euro. Nel dettaglio, riportato nella tabella seguente, sono diminuiti per 17,7 milioni di euro i finanziamenti a breve termine (conti correnti). I crediti in bonis rappresentano il 92,02% del totale impieghi, con un 70,82% di finanziamenti a medio lungo termine. Per il 63,36% sono finanziamenti verso imprese, prevalentemente artigiane, per il 36,42% verso famiglie (tabella 7.2 di Nota Integrativa Parte B Stato Patrimoniale Passivo).

Relazione sulla Gestione COMPOSIZIONE DEGLI IMPIEGHI CON LA CLIENTELA (dati in migliaia di euro) 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Variazione % Assoluta Conti correnti 81.343 99.005-17.662-17,84 Mutui 276.289 277.706-1.417-0,51 Altri finanziamenti 32.519 32.854-335 - 1,02 Attività deteriorate 33.842 29.554 + 4.288 + 14,51 Totale impieghi con clientela 423.993 439.119-15.126-3,44 Nella tabella che segue viene esposta la qualità degli impieghi verso la clientela, con un dettaglio dei crediti deteriorati, secondo la definizione della normativa di Vigilanza, in sofferenze, incagli, scaduti/sconfinanti da più di 180 giorni. Le esposizioni deteriorate sono aumentate, nel corso dell esercizio, per 4,3 milioni di euro e rappresentano il 7,98% degli impieghi (6,73% nel 2010). Gli incrementi hanno riguardato prevalentemente le sofferenze ed, in minor misura, le esposizioni scadute, mentre una diminuzione si è verificata nelle posizioni ad incaglio. Il valore degli impieghi è esposto al netto delle rettifiche di valore per previsioni di possibili perdite di valore, determinate in adempimento a quanto previsto dalla normativa, che al 31 dicembre 2011 ammontavano a 4,6 milioni di euro. Le sofferenze sono esposte a bilancio al netto di rettifiche di valore per 3,0 milioni di euro e rappresentano il 3,05% degli impieghi a clientela. Nel prospetto successivo viene esposta l incidenza dei crediti deteriorati al lordo ed al netto delle rettifiche operate sui medesimi. Importi in migliaia di euro 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Assoluta Variazione % Sofferenze (1) 12.949 5.567 + 7.382 + 132,60 Incagli (2) 18.893 22.853-3.960-17,33 Esposizioni 0 0 ristrutturate(3) Esposizioni scadute 2.000 1.134 + 866 + 76,37 (4) Totale (1+2+3+4) 33.842 29.554 + 4.288 + 14,51 Crediti in bonis 390.151 409.565-19.414-4,74 Totale impieghi con clientela 423.993 439.119-15.126-3,44 31/12/2011 (%) 31/12/2010 (%) crediti deteriorati lordi/crediti lordi 8,71 7,27 sofferenze lorde/crediti lordi 3,71 1,73 incagli lordi/crediti lordi 4,53 5,28 crediti deteriorati netti/crediti netti 7,98 6,73

Relazione sulla Gestione LA POSIZIONE INTERBANCARIA E LE ATTIVITA FINANZIARIE La posizione verso il sistema interbancario è esposta a bilancio per 2 milioni di euro, quale sbilancio fra la voce 10 del Passivo di Stato Patrimoniale e la voce 60 dell Attivo di Stato Patrimoniale. Fra i debiti verso banche rileva il finanziamento concesso dalla Banca Centrale Europea, che al 31/12/11 ammonta a 30 milioni di euro. Le operazioni della specie vengono effettuate per il tramite di Cassa Centrale Banca, contro deposito a garanzia di c.d. titoli eligible di nostra proprietà (nel caso specifico titoli di Stato italiani). Il portafoglio titoli di proprietà (52,4 milioni di euro) è composto per 13 mila euro da titoli di trading (azioni), classificati, secondo quanto previsto dalla normativa, nelle attività finanziarie detenute per la negoziazione, per 7,2 milioni di euro da attività finanziarie detenute sino alla scadenza per finalità di investimento e per 45,2 milioni di euro da attività finanziarie disponibili per la vendita quale categoria residuale non di trading o investimento. E composto prevalentemente da titoli di Stato (48,7 milioni di euro per il 92,94%), da titoli di capitale (3,3 milioni di euro per il 6,30%), in prevalenza partecipazioni, valutate al costo e non di controllo o di collegamento, in organismi di categoria ed imprese locali, per 44 mila euro da quote di fondi comuni di investimento. I titoli che compongono le attività finanziarie disponibili per la vendita sono valutati in bilancio al fair value, le cui variazioni alimentano una specifica riserva di patrimonio netto fino al momento della loro dismissione. Tale riserva è esposta a bilancio nella voce 130 del Passivo di Stato Patrimoniale, al netto della relativa fiscalità, per un valore negativo di 1,6 milioni di euro per l andamento dei mercati nel corso dell esercizio. Su taluni titoli in default sono state quantificate le perdite durevoli di valore, secondo la procedura di impairment previsto dalla normativa, esposte a conto economico a voce 130 per 118 mila euro. Per quanto riguarda gli altri valori delle attività finanziarie nella tabella seguente, nelle attività finanziarie detenute per la negoziazione viene esposto, oltre ai titoli di trading, l importo positivo del fair value dei contratti derivati stipulati per la copertura del rischio di tasso di interesse su obbligazioni/finanziamenti a tasso fisso, secondo la facoltà prevista dalla fair value option. per 1. 662 mila euro. Le attività finanziarie valutate al fair value sono costituite da mutui a tasso fisso erogati prima del 2007, oggetto di copertura del rischio di tasso di interesse (fair value option), a bilancio al fair value per 1,1 milioni di euro. COMPOSIZIONE DELLA POSIZIONE INTERBANCARIA NETTA (dati in migliaia di euro) 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Variazione % Assoluta Crediti verso banche 28.605 17.922 + 10.683 + 59,61 Debiti verso banche - 30.617-641 - 29.976 + 4.676,44 Totale posizione interbancaria netta - 2.012 17.281-19.293-111,64

Relazione sulla Gestione COMPOSIZIONE DELLE ATTIVITA FINANZIARIE (dati in migliaia di euro) Attività finanziarie detenute per la negoziazione Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività finanziarie 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Assoluta Variazione % 1.679 488 + 1.191 + 244,06 1.145 1.171-26 - 2,22 45.256 24.540 + 20.716 + 84,42 7.164 4.098 + 3.066 + 74,82 55.244 30.297 + 24.947 + 82,34 COMPOSIZIONE DEL PORTAFOGLIO TITOLI DI PROPRIETA (dati in migliaia di euro) 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Variazione % Assoluta Titoli di debito 49.049 25.270 + 23.779 + 94,10 di cui Titoli di Stato 48.676 25.127 + 23.549 + 93,72 Titoli di capitale 3.340 3.337 + 3 + 0,09 Quote di OICR 44 52-8 - 15,38 I derivati di copertura Nella tabella seguente vengono esposti i dati dei contratti derivati stipulati dalla Banca per finalità di copertura del rischio di tasso di interesse (interest rate swap) aventi ad oggetto obbligazioni/mutui a tasso fisso. Viene esposto lo sbilancio fra fair value positivo e negativo, per tipologia di derivato. I derivati connessi con la fair value option (copertura di obbligazioni a tasso fisso/mutui a tasso fisso erogati prima del 2007) sono esposti per 1,5 milioni di euro quale sbilancio fra il valore positivo di fair value esposto nelle attività finanziarie detenute per la negoziazione ed il valore negativo nelle passività finanziarie di negoziazione. I prestiti obbligazionari ed i mutui coperti sono esposti nelle attività/passività finanziarie valutate al fair value. I derivati di copertura, secondo la disciplina dell hedge accounting, sono esposti a voce propria del passivo di Stato Patrimoniale per un fair value negativo di 966 mila euro. I mutui a tasso fisso oggetto di copertura, in hedge accounting, sono a voce 70 dell Attivo di Stato Patrimoniale, con le relative variazioni di fair value, per 5,9 milioni di euro.

Relazione sulla Gestione COMPOSIZIONE ESPOSIZIONE NETTA DEI DERIVATI (dati in migliaia di euro) 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Variazione % Assoluta Derivati connessi 1.509 362 + 1.147 + 316,85 con la Fair Value Option Derivati di copertura - 966-556 - 410 + 73,74 Totale derivati netti 543-194 + 737-379,90 Le immobilizzazioni materiali ed immateriali Le attività materiali, detenute esclusivamente ad uso funzionale, sono esposte a bilancio per 7,4 milioni di euro, al netto dei relativi fondi di ammortamento. Sono costituite da immobili e relativi terreni di pertinenza (5,8 milioni di euro), da impianti ed attrezzature (1,1 milione di euro) e da mobili ed arredi (590 mila euro). Le variazioni intervenute nel corso dell esercizio sono attribuibili prevalentemente alle quote di ammortamento dell esercizio (715 mila euro), calcolate, come negli esercizi precedenti, secondo le aliquote prevista dalla normativa fiscale. Le attività immateriali (244 mila euro) sono costituite da software applicativo (16 mila euro) e contratti pluriennali (228 mila euro). COMPOSIZIONE DELLE IMMOBILIZZAZIONI (dati in migliaia di euro) 31/12/2011 31/12/2010 Variazione Variazione % Assoluta Attività materiali 7.442 7.945-503 - 6 33 Attività immateriali 244 263-19 - 7,22 Totale immobilizzazioni 7.686 8.208-522 - 6,36 I fondi a destinazione specifica: fondi per rischi ed oneri Si tratta di fondi, così come definiti dalla normativa, a destinazione specifica, costituiti per fronteggiare probabili adempimenti di obbligazioni attuali, incerti per ammontare e scadenza. Sono esposti a bilancio a voce 120 del Passivo di Stato Patrimoniale per 224,6 mila euro e sono costituiti dal fondo stanziato per l impegno nei confronti del Fondo di Garanzia dei Depositanti (68,4 mila euro), dal fondo per controversie legali (51,8 mila euro), da quello relativo a competenze su benefici futuri del personale dipendente (51,8 mila euro) e dal residuo del fondo beneficenza e mutualità su quanto accantonato in sede di destinazione dell utile dell esercizio 2010 (52,6 mila euro).