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venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 3 almanacco della presenza veneziana nel mondo almanac of the venetian presence in the world fondazione venezia 2000 Ma r s i l i o
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 4 a cura di/edited by hanno collaborato/texts by si ringraziano/many thanks to in collaborazione con in collaboration with traduzione inglese English translation progetto grafico/layout Fabio Isman Linda Borean Sandro Cappelletto Giuseppe De Rita Rosella Lauber Giovanna Nepi Scirè Francesca Pitacco Giandomenico Romanelli Andrea Emiliani Holly Fresbee (Philadelphia Museum of Art) Augusto Gentili Norman Keyes (Philadelphia Museum of Art) Stefania Mason Gioia Mori Valerio Tura (Théâtre de la Monnaie) Veerle Wallebroek (Théâtre de la Monnaie) Fondazione di Venezia Tina Cawthra Studio Tapiro, Venezia 2004 Marsilio Editori s.p.a. in Venezia isbn 88-317-8602-6 www.marsilioeditori.it In copertina: Tiziano Vecellio, Morte di Atteone (dettaglio), Londra, National Gallery. Il dipinto è acquistato nel 1799 da sir Abraham Hume, un colto viaggiatore inglese, in un asta nella quale passarono ben ventotto opere del maestro cadorino, di proprietà di Louis Philippe Joseph d Orléans. Front cover: Tiziano Vecellio (Titian), Death of Actaeon (detail), London, National Gallery. The painting was bought in 1799 by the educated English traveller Sir Abraham Hume at an auction which sold no less than twenty-eight paintings by the artist from Cadore, belonging to Louis Philippe Joseph d Orléans.
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 5 sommario/contents 7 9 13 21 31 39 49 57 65 71 79 85 91 101 113 119 127 137 Continuando a vagabondare The wandering continues Giuseppe De Rita Così un intero angolo di città ha traslocato: è andato in Pennsylvania, a Filadelfia How an entire city corner moved to Philadelphia, in Pennsylvania Fabio Isman Eliogabalo, prima censura: un opera del Seicento in scena nel 2004; ma in Belgio First censorship of Eliogabalo: a 17th-century opera is perfomed in 2004 but in Belgium Sandro Cappelletto «Voglio dei dipinti vergini e senza macola» scrive l inglese al mercante I want virgin paintings without a blemish the englishman writes to the merchant Linda Borean Cosa racconta Giovanni Bellini in quel San Francesco che è uno dei suoi capolavori What is Giovanni Bellini telling us in his masterpiece Saint Francis intervista ad Augusto Gentili /an interview with Augusto Gentili Dal 1525, quando lo vide Michiel, ricostruite tutte le tappe (o quasi) della preziosa tavola After Michiel saw it in 1525, a complete reconstruction of the painting s journey Rosella Lauber Quelli che non hanno venduto (e Correr in fin di vita lascia alla città il suo museo) The Venetians who did not sell (and the moribund Correr bequeaths his museum to the city) Giandomenico Romanelli Ma quei disegni di Quarenghi come sono finiti (e quando) a San Pietroburgo? How (and when) did Quarenghi s drawings actually get to Saint Petersburg? Giovanna Nepi Scirè Per oltre la metà di un secolo un capolavoro di Tiziano è stato dimenticato in bagno A Titian masterpiece discovered in the bathroom after over half a century Francesca Pitacco
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venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 7 dalla laguna al mondo intero continuando a vagabondare Giuseppe De Rita 1. Giovanni Antonio Canal detto Canaletto, Piazza San Marco verso la Basilica (dettaglio), Madrid, Museo Thyssen- Bornemisza. Il dipinto documenta un vivace mercato, addossato alla basilica; era nella collezione del principe Liechtenstein a Vienna, e a lungo è stato ritenuto una delle prime Vedute dell artista. Giovanni Antonio Canal known as Canaletto, Piazza San Marco facing the Basilica (detail), Madrid, Thyssen-Bornemisza Museum. The painting depicts a bustling market in front of the Basilica; it was part of Prince of Liechtenstein s collection in Vienna and for a long time was considered one of the artist s first Views. Y «Militaire et mari» canta il tenore nella Figlia del Reggimento, reggendo la scena con più do acuti che la musica ricordi; e in quel mix di funzioni mi ritrovo, quando prendo in mano, ormai da anni, questo Almanacco, dicendo a me stesso di esserne «imprenditore e lettore». L ho pensato e voluto: ma non ho cultura per organizzarlo, scriverlo, controllarlo; per cui, salto subito ad esserne semplice lettore. YCon grande felicità, devo dire. Infatti, ogni anno, contrariamente a quanto pensavo, trovo note e notizie inaspettate, e sono portato a vagabondare per percorsi intellettuali, o meandri mercantili, di grande interesse e gusto. Farsi spiegare da Gentili quante cose dica il San Francesco di Giovanni Bellini (così come l anno scorso ci spiegò il Cavaliere Thyssendi Carpaccio); seguire la saga anglo-francese di famiglie e di figli illegittimi, che hanno portato alla straordinaria Wallace Collection; scoprire il mondo molto americano (di banchieri e di industriali del carbone e acciaio o del frumento) che ha via via fatto da base alla Frick Collection; capire come nel tempo si siano andati modificando i termini dei rapporti di produzione e scambio delle opere d arte (dal rapporto personale fra committente e artista, ai rapporti multipli fra mercanti, galleristi, autenticatori, consulenti potenti alla Berenson, trusteesdelle fondazioni ecc.); perdersi, nel vero senso della parola, nel dedalo delle tante famiglie veneziane, delle loro origini, dei loro edifici e possedimenti, dei loro gusti artistici, dei loro periodi di splendore, o di declino (penso alle origini e alle vicende dei Van Axel e specialmente dei Soranzo, forse perché si dice che venissero da Anzio, città che frequento da quando avevo un anno); incuriosirsi di quanti potenti e teste coronate, da Filippo iiall imperatore Rodolfo, da Luigi Filippo a Edoardo vii, abbiano incrociato e sfruttato i flussi delle opere d arte prodotte a Venezia: tutto questo, lo riconosco da lettore, è davvero assai piacevole. Y Vagabondando e soffermandomi su queste molteplici curio- 7
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 8 2. Giovanni Antonio Canal detto Canaletto, La chiesa della Carità a San Vitale, conosciuto anche come Il cortile dello scalpellino, Londra, National Gallery. Giovanni Antonio Canal known as Canaletto, The Church of Charity in San Vitale, or The Stonemason s Courtyard, London, National Gallery. sità, trovo conferma di quanto Venezia sia stata e sia vissuta altrove: in modo vitale. La città ha per secoli irradiato produzione e commercio d arte, mostrando non già un riferimento, bensì la sorgente prima di un g rande, e irripetibile, flusso culturale. Culturale ho detto, e lo ripeto; p e rché colpisce quanto tale flusso non sia stato soltanto di produzione d arte, ma sia stato anche di rivisitazione e partecipazione dei miti gre c i, della tradizione cristiana, degli stili di vita italiani, con le loro calligrafiche estetiche riproposizioni, ma anche con le loro allusioni misteriche. Era un mondo complesso, quello che arrivava con le migliaia di opere d arte, magari comprate soltanto per scelta estetica, o per possedere un prestigioso simbolo di status sociale. Y Venezia dovrebbe essere conscia di questo ruolo anche ora ; non sentirsi impoverita dalla diaspora, più o meno pre d a t o r i a, del suo patrimonio d arte, e non sentirsi impoverita dalla genericità e bassa qualità della fruizione turistica di cui è oggetto. Ma sentirsi in fondo orgogliosa del fatto che sia la diaspora sia la fruizione turistica, hanno le loro basi nella ricchezza di una stagione c u l t u rale che non ha avuto nel tempo eguali al mondo. 8
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 9 from the lagoon all over the world the wandering continues Giuseppe De Rita 3. Lorenzo Lotto, Ritratto di giovane, San Pietroburgo, Museo dell Ermitage. Il dipinto fu acquistato dallo zar a Ginevra, dalla Collezione Tronchin, dove era giunto da quella veneziana dei Sagredo. Lorenzo Lotto, Portrait of a young man, Saint Petersburg, Hermitage Museum; the painting was bought by the Czar in Geneva, from the Tronchin Collection, originally from the Venetian Sagredo collection. Y Militaire et mari sings the tenor in the Figlia del Reggimento (Regiment s Daughter), holding the scene with more C sharps than the history of music remembers. And, for years now, it is in that combination of roles that I find myself each time I pick up this Almanac, telling myself I am both director and reader. That was my thought and desire but I do not have the skills to organise it, to write it or to manage it. So I immediately become just a simple reader. Y And I must say, it gives me great pleasure. In fact, every year I come across unexpected notes and facts that lead me down intellectual paths or on merchant meanderings that are of great interest and elegance. Having Gentili explain how much Giovanni Bellini s Saint Francishas to say(as he did last year with Carpaccio s Thyssen Knight); re-tracing the Anglo-French saga of the families and illegitimate children that resulted in the magnificent Wallace Collection; discovering the typically American world (of bankers and coal, steel or grain industrialists) that gradually laid the foundations of the Frick Collection; understanding the changing rapport between the production and exchange of works of art over the years (from the personal relationship between the buyer and artist, to the multiple relationships between merchants, gallery owners, authenticators, the powerful Berenson consultants, of trustees foundations etc.); getting lost, in the true meaning of the word, in the maze of the many Venetian families, their origins, their buildings and possessions, their artistic tastes, their periods of splendour or decline (and here I m referring to the origins and events surrounding the Van Axel and the Soranzo families in particular, maybe because they are 9
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venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 11 4. Paolo Caliari, detto il Veronese, Ritratto maschile, San Pietroburgo, Museo dell Ermitage. Nel 1850, lo zar Alessandro iilo acquista dalla collezione veneziana di palazzo Barbarigo della Terrazza, insieme con numerosi Tiziano, tra cui i 15 che il maestro aveva nell atelier alla sua morte. Paolo Veronese, Portrait of a Man,Saint Petersburg, Hermitage Museum; in 1850 Czar Alexander II bought it from the Barbarigo della Terrazza Collection on the Grand Canal, together with numerous other Titians, including the 15 the artist had in his atelier upon his death. said to have come from Anzio, a small city I have visited frequently since I was a year old); being filled with curiosity about how many powerful people and kings, from Philippe iito Emperor Rudolph, from Louis Philippe to Edward vii, have influenced and exploited the flow of artefacts produced in Venice. As a reader, I must admit that this is really very enjoyable. Y Wandering around and reflecting on these many curiosities, I find evidence of the verve with which Venice was and is still experienced today in many parts of the world. The city radiated art production and trade, becoming a reference point and the primary source of a massive, unique flow of culture. Culture, I repeat because it is striking how that flow was not limited solely to the artefacts themselves, but became a rediscovery of and participation in Greek myths, Christian traditions, Italian life styles, presented with renewed aesthetics and interpretation and steeped in mysterious allusions. It was a complex world influenced by the to-ing and fro-ing of thousands of works of art, whether bought simply because pleasing to the eye or as valuable status symbols. Y Venice should still be aware of this role today. It should not feel impoverished by the almost predatory diaspora of its artistic heritage, as it should not feel impoverished by the generic, mass tourism it is subjected to. The city should still be proud of the fact that the very roots of this diaspora and its tourism lie in the wealth of a cultural season that is unequalled worldwide. 11
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venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 13 l interno di un palazzo, e tanti, celebri dipinti finiti negli usa così un intero angolo di città ha traslocato: è andato in pennsylvania, a filadelfia Fabio Isman 1. Una veduta di palazzo Soranzo Sanudo Van Axel, i cui arredi sono in parte finiti negli Stati Uniti al Philadelphia Museum of Art. A view of Palazzo Soranzo Sanudo Van Axel, some of the furnishings of which ended up in the usa in the Philadelphia Museum of Art. Y Il cocktail è davvero singolare: una congrua dose di interni e a r redi, provenienti da un palazzo veneziano tra i più rinomati e antichi; unapic colap arted i unatr alepiù formidabilicollezion i private d arte mai assemblate sulla terra; un aliquota ( quanto basta, come dicono i sommelier) di un museo tra i più famosi al mondo. Ede cco uno squarcio della Serenissima che rivive, ormai da quasi un secolo, trapiantato negli Stati Uniti. Il palazzo, vicino a Santa Maria dei Miracoli, c è tuttora (fig. 1): nel tempo, ha recatoi prestigiosi nomi deis oranzo,s anudo ev an Axel, e deriva perfino dai Gradenigo, già nel i x secolo «esponenti della fascia egemone, capace di condizionare le vicende politiche della città», e che, tra il Due e il Trecento, vanteranno tre dogi; il museo è quello d arte di Filadelfia, in Pennsylvania, culla dell indipendenza americana; la collezione, quella di John Gravner Johnson ( 1841-1917,fig.2),avvoc atot raip iùc elebri: «Ilmig liorein tutto ilmon doan glofono»,st ando al necrologiodel «NewY o r k Times»;198ar gomentit rattati dallac ortesup remad erivanoda lui, quando, fino a oggi, sono pochi i legali che possono vantarne una decina. Nei suoi ultimi sette anni, Johnson fa parte del b o a r d delme tropolitanmuse umd inewy ork;t raglialtr i,er aintimo di Bernard Berenson, e, dal 1894, acquista almeno 1.217 dipinti: poiché tanti capolavori d arte europea e impressionista dona nel 1917 alla città; e 575 di loro, dal 1933 sono esposti proprio al Philadelphia Museum of Art, sorto nel 1876 e che, come ved remo,cus todisce importantissimemer a v i g l i e. Y Ma cominciamo dal palazzo: Gabriele D Annunzio lo sceglie come stanza di Stelio Effrena nel romanzo Il fuoco; è tanto perfetto ed esemplare che viene ricostruito, in modo effimero, alla Grande Esposizione del 1911, a Roma, per i cinquant anni dall Unità d Italia; l esposizione fu inaugurata dal re e dalla regina, con padiglioni (e villini ancora esistenti) in un quartiere allora vuoto (Prati), un nuovo ponte sul Tevere, una nave roma- 13
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 14 2. John Gravner Johnson celebre avvocato, importante collezionista, grande mecenate. John Gravner Johnson a famous lawyer, important collector, and great patron of arts. 14 na riassemblata, e svariati prodigi. A Venezia, costituisce un assoluto esempio tardo-gotico; lo edifica, nel 1473, Niccolò Soranzo (anche se, per altri, Marco e Agostino), per diciotto anni procuratore di San Marco, che convince Sisto iv a evitargli la Crociata, ma lascia un ex voto: il danaro per un viaggio a Gerusalemme e lo edifica, su un precedente edificio veneto-bizantino dei Gradenigo. Per capirci, i ponderosi studi di Wladimiro Dorigo dal 1000 al 1360, Venezia romanica, chiariscono che, in quanto a edifici in città, i Gradenigo, con 28 immobili, erano la decima famiglia più ricca, e i Soranzo l undicesima, con 26 (primi i Contarini, 42 tra proprietà e residenze, seguiti dai Bono, Venier, e Trevisan). La zona era importante: annovera i palazzi Pisani, Corner e da Mosto, che resta il più antico sul Canal Grande, divenuto anche la celebre locanda Al Leon bianco(l insegna sbuca in un dipinto di Canaletto; il proprietario la cede per fondare l Hotel Danieli); la corte del Milion, con la casa di Marco Polo (su cui, dal 1677, è il Teatro Grimani, poi Malibran, perché la celebre cantante Maria dona due serate d incassi: fino alla Fenice, il più grande e meglio decorato dei 18 che la città, primato mondiale, possiede); il palazzo del doge Martin Falier, nel 1355 decapitato per crimini contro la Repubblica; quello dei Bembo, tra cui l erudito Giovan Matteo (con uno strano motto, e un effigie di Saturno in facciata; dice, circa, che «finché girerà il sole, Zara, Capodistria, Cattaro, Verona, Cipro, Creta» saranno i testimoni delle storie della famiglia); il borgo fortificato dei Morosini; le chiese di San Canciano (una delle più antiche, fondata da profughi di Aquileia) e San Giovanni Crisostomo. Ma anche la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, sorta tra il 1481 e il 1487, il cui procuratore è Marco Soranzo: grande acuto di Pietro Lombardo, esempio, tra i primi e migliori in tutta la laguna, del Rinascimento. Y I Soranzo acquistano e riedificano il palazzo; e poco dopo, provvedono alla chiesa. Sempre da Dorigo, si sa che molto della precedente fabbrica è riutilizzato: patere con lotte di animali (fig. 3), cornici d antichi motivi, marcapiani più remoti di almeno un secolo. Quando gli edifici degni di nota erano circa cento, Francesco Sansovino (nel suo Venetia città nobilissima et singolare, 1581) lo elogia «per grandezza, per comodità, per ornamen-
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 15 3. Fregi e patere con figura d animali, in stile veneto-bizantino e provenienti dall originario edificio dei Gradenigo, sono inseriti nella facciatainterna dell attuale palazzo Soranzo Van Axel. Friezes and patera with figures of animals, in Venetian-Byzantine style and from the original Gradenigo building, inserted in the internal façade of what is today Palazzo Soranzo Van Axel. ti singolari et rari»; della porta d ingresso sulla fondamenta, nel 1851 John Ruskin (Le pietre di Venezia) dice: «L unica affatto intatta, con l imposta di legno riccamente scolpita»; e Pompeo Molmenti si chiede, senza potersi rispondere, chi mai avesse edificato una simile magnificenza. Y Lasciamo perdere le descrizioni dell immobile, le quadrifore gotiche, i due piani in pietra d Istria e le mura merlate, lo scalone (fig. 4) che sembra fratello minore di quello dei Giganti a Palazzo Ducale; e degli interni, che erano bellissimi e super-arredati: al tempo dei Van Axel, di cui diremo, c erano anche «un Ratto di DeianiraeVenere assistita dalle ninfe nel bagnodi Luca Giordano»; ma, soprattutto, l unico Caravaggio, se mai è esistito, che sarebbe giunto in laguna: pur chiamandolo Amerighi, «la Maliarda che sorti predice ai giocatori», spiegano alcuni libri antichi (e sembra di vedere un patchwork, con La buona ventura del Louvre, o dei Capitolini, e I baridi Fort Worth). Y Perché nel 1652, i Soranzo (per tradizione, o meglio per favola, contemporanei alla fondazione di Roma: venuti da Anzio come da cognome, un dogale pedigree, e dal 747 nel Consiglio veneziano) cedono infatti l edificio ai Van Axel: originari delle Fiandre, esattamente del borgo vicino a Gand di cui assumono il cognome, mercanti di gioie, nel 1665 aggregati alla nobiltà veneta (fig. 5); quando è riaperto l albo d oro, e, per sopperire alle spese della guerra di Candia, 86 famiglie (primi e più generosi, forse i Labia) sborsano otto milioni e mezzo di ducati. I Van Axel fanno matrimoni giusti (ricevono in dote anche un quarto di palazzo Contarini del Bovolo, quello dalla celebre scala); fanno musica, e ospitano Donizetti. Ma unificano anche l intero edificio, in una cui porzione erano finiti i Candiani, che mutano il cognome in Sanuto, o Sanudo, dopo che l ultimo dei loro quattro dogi, ritenuto infedele alle costituzioni, è «vittima, con il misero pargolo nelle braccia, della popolare iracondia» e bruciato il palazzo in cui abitava. Logicamente, come mito esigeva, anche i Candiani avevano antenati che si perdevano nella storia: discendenti dai Livii; divenuti poi Sanudo. Uno di loro, Marin il giovane (1466-1536), è il cronista principe della Repubblica, ha una lite di sei anni con un Soranzo (gli costa anche una notte in guardina): si ven- 15
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 16 4. Lo scalone nel cortile sembra quasi un fratello minore di quello dei Giganti a Palazzo Ducale. The staircase in the courtyard, which almost seems to be a smaller brother of that of the Giants in the Ducal Palace. 16 dica ignorando quel ramo della famiglia nei 58 volumi dei suoi Diarii, che coprono gli anni dal 1496 al 1533. Y Comunque, i Soranzorestano a corto didanari (un Girolamo è descritto come dissoluto, e muore in casa di una «Elena muranese»);i Van Axel comperano tutto;si impegnanoinf orti lavori, che in parte mutano l edificio; lo cedono, nel 1920, al famoso antiquario, Dino Barozzi, la cui famiglia era originaria della zona, che, ancora, compie altri lavori. Nel frattempo, molto se n e ra andato: l ultima nota d un libro di Gianjacopo Fontana, del 1863, lamenta che «anche di questo palazzo i dipinti andarono dispersi»; e Angiolo Tursi (Un palazzo veneziano del Quattrocento) spiega, nel 1923, che la splendida vera da pozzo è stata «venduta non son molti anni», mentre un «lavello di marmo carra rese, finemente l a v o ratoab assorilievi, conp utti,g rifi e sfingi», è stator intra c c i a- to negli Stati Uniti, grazie ad una pubblicazione, poco dopo la morte «del proprietario Guglielmo Salomon»; per cui va di nuovoa ll asta,e let racce sip erdonope rse mpre. Y Dettosuf ficientemented el palazzo,pas siamoo raalmus eo:il Philadelphia Museum of Art, tra i più rilevanti di tutti gli Stati Uniti, sorto cinquant anni prima dell edificio che l ospita dal 1928 (e qualcuno chiama «il garage greco»); istituto di riferimento direbbe Carlo De Benedetti per Marcel Duchamp (il museo ne possiede anche il Grande vetro) e Auguste Rodin; 300.000o ggettiesp osti, d ognist agione elat itudine,einmod o p a r t i c o l a reid ipintir accoltidajohn G. Johnson:c apolavorid ella pittura classica europea e degli impressionisti (una versione delle Grandi bagnanti di Cézanne, le altre due sono alla Barnes Foundation di Merion, sobborgo prossimo a Filadelfia, con 4.000 dipinti acquistati dal 1909 al 1930, di cui 171 Renoir, 57 Cézanne,54 Matisse,eaLon draallanat ionalgaller y),ig irasoli e MadameRo ulinc onilb ambinodivangogh,un ade lletan tesain tev i c t o i- r e di Cézanne, Modigliani, De Chirico del 1913, Delacroix, Monet,Manet, L e gr a n d ib a g n a n t idirenoir. Tralep eculiarità del museo è anche l abbondanza d arte decorativa, europea e non solo; e la ricostruzione di antichi interni, chiostri, saloni d ogni parte del mondo. Y Ormai,ilnes soèc hiaro:ec coin questo museo,non lontano da un Poussin ceduto dall Ermitage negli anni trenta, che conserva ancora caratteri cirillici in cornice, e da un Francesco Guard i dipinto «suc ommissioned ella Serenissima» (L incontro trap io V I eil
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 17 doge Paolo Renier a San Giorgio in Alga, 1782, che mostra l isola, oggi deserta, con tanto di convento, campanili, giardini), una Stanza di Palazzo Soranzo Van Axel (fig. 6). Un alcova, con lo stemma di Alvise Venier «poeta e politico del Seicento»; un caminetto, e s o p ra unostemmainmarmodeisanudoelad atadel1628;porte dilegn oec ornicid imar mo;ar redi,dav veron ientemale risalenti al 1700: acquistati probabilmente mentre il palazzo cambiava di mano, e di padrone; partiti per gli u s anel 1929, dono al museo di Filadelfia di Thomas e Clarence Dolan, in memoria dei loro genitori Thomas e Sarah. E perre s t a re intema,n ellaste ssast anzacosìar redata e trasferita, alcuni dipinti, a l t rettanto veneziani e altre t t a n- to coevi, anche se nessuno proviene dal palazzo: acquisiti appuntod a Johnson. Y Le Metamorfosi di Alcione di Vittore Carpaccio (fig. 7), che l avvocato aveva rilevato dagli eredi di John Ruskin; di Marco Basaiti, un Ritratto di Jacopo de Barbari e un altro di un Uomo (con la falsa firma di Giovanni Bellini e una data non meno apocrifa, 1488, su una fettuccia che il protagonista tiene tra il pollice e l indice della sua mano destra), una Madonna con il Bambino e San Giacomo il maggiore; di Giovan Battista Cima da Conegliano, una bellissima Madonna con il Bambino, che Berenson data verso il 1494, Humfrey ritiene ancora più precoce, e la fa derivare da una, perduta, di Giovanni Bellini o Antonello da Messina. Nei pressi, un altravergine con il Bambinodi Lorenzo Costa, ferrarese, 1460-1535, adottata, nel 2001, come francobollo di Natale dagli usa; Venere e Vulcano di Giambattista Tiepolo; una discussa Madonna con il Bambino di Giovanni Bellini, che riecheggia Donatello e Mantegna e sulla cui datazio- 17
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 18 5. Lo stemma nobiliare dei Van Axel. The Van Axel family coat of arms. 18 ne vi sono solo incertezze: per alcuni è un opera giovanile, per altri, è prossima ai Trittici della Carità, cioè eseguita verso il 1460, esposti ora alle Gallerie dell Accademia di Venezia. Y Johnson in laguna fa un po man bassa: dal pittore Italico Brass (1870-1943), acquista nel 1909, consigliato dal solito Berenson, il Ritratto di Filippo Archinto di Tiziano (fig. 8); e, a cavallo del secolo, alcuni Paolo Veronese (anche un Ammiraglio della famiglia Contarini,fig. 9, e Diana e Atteone), che però si trovavano in Inghilterra, dove erano migrati anni prima. Tuttavia, dalla Collezione Manfrin proviene la Madonnadi Cima, giunta a Parigi nel 1907 e acquistata da Johnson nel 1910, per mezzo del mercante fiorentino Luigi Grassi (di Cima, finiscono a Filadelfia anche una Testa di Santo Stefano, un Satiro e unsileno). E sempre dai Manfrin, deriva la Partenza di Ceicedi Carpaccio, ora a Londra, National Gallery (fig. 10), che molti (ad esempio Vittorio Sgarbi: «Dipinto gemello») collegano proprio alle Metamorfosi di Alcione (fig. 11), il quale «decorò forse un cassone nuziale» (Guido Perocco): le due opere, una di 125 e l altra di 90 centimetri, potrebbero esserne state le fiancate laterali (fig. 12). La Collezione Manfrin era quanto mai doviziosa: nel 1856, l imperatore Francesco Giuseppe vi acquista il San Giorgiodi Mantegna (fig. 14), ma fortunatamente per destinarlo alle Gallerie dell Accademia; e nel 1872, pur già «menomata di metà dei suoi quadri per ragioni d eredità», spiega l abate Giovanni Nicoletti, conservava ancora oltre 200 opere: anche Michelangelo, Cimabue, Lotto, Giorgione, Tintoretto, Carpaccio, sette Canaletto, la Deposizione di Tiziano (Lord Byron dice rifiutata per 5.000 luigi a Napoleone; ma in realtà, la voleva il principe Eugenio), Apollo e Marsia «a figure intere, 165 x 211 centimetri» di Guido Reni (misure identiche al dipinto della Alte Pinakothek di Monaco di Baviera), Carracci, la Lauradi Gentile Bellini. Quel che resta, va all asta nel 1897 (fig. 13). Y È una delle maggiori dispersioni d arte che Venezia re g i s t ra quando ha ormai perduto la libertà; Alvise Zorzi valuta in 25.000 i dipinti che, in età napoleonica, lasciano la laguna; come, oltre alla Manfrin, succede, in tempi diversi, a tante altre raccolte: Fa r- setti, Barbarigo della Te r razza, Rezzonico, Corner di Ca della Regina, Algarotti, Nani, Sagredo, e compagnia svendente; del resto,lapr ima dispersaèfor sequ elladib artolomeode lla Nave (in realtà, un commerciante bergamasco che si chiamava Ceroni: la
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 19 6. Camera da letto di palazzo Soranzo Van Axel, Venezia, 1700 circa, Philadelphia, Museum of Art (dono di Thomas J. e Clarence W. Dolan, in memoria dei genitori Thomas e Sarah Brooke Dolan). Bedroom in Palazzo Soranzo Van Axel, Venice, approx. 1700, Philadelphia, Museum of Art (donated by Thomas J. and Clarence W. Dolan, in memory of their parents Thomas and Sarah Brooke Dolan). nave era solo l insegna del suo negozio), e non siamo ancora a metà Seicento. Così, oggi, un po tutti i maggiori musei del mondo vantano Madonne e ritratti, di solito maschili, di Basaiti; ma per ammira reque lla eseguita «aridosso del soggiorno veneziano di L e o n a rdo, nei primi mesi del 1500» (Sergio Momesso), e che forsea nched iqu estor isente,sid e- vevolarefino a Filadelfia. Y E così pure per vedere un Sileno e un Satiro di Cima, forse parte di un fregio che comprendeva anche il Bacco e Arianna del Museo Poldi Pezzoli di Milano, e che chissà quando (e come) se ne sono andati da Venezia; o la Madonna col Bambino, ispirata a Mantegna e di cui si contano ben dodici versioni; o le Metamorfosi di Carpaccio, l attimo in cui Alcione si affoga perché scorge sul mare il cadavere del marito, e a sinistra si vedono i due alcioni in cui gli dei hanno trasformato i coniugi, dipinto assai problematico per antiche ridipinture, rimosse nel 1944, e sul quale esiste, negli archivi del museo, un abbondante corrispondenza con lo studioso Terisio Pignatti. Sull opera permane una divergenza di datazione, i cui estremi spaziano dal 1495 al 1516 (ma i più la collocano verso il 1502, coeva al ciclo di San Giorgio degli Schiavoni); e l abbondanza di simboli e allusioni (cardellino e cervo, albero tronco e coniglio), in parte, è forse ancora da interpretare. Un buon acquisto, e già l occhio di John Ruskin (1819-1900) aveva colto l occasione, come altri di John Gravner Johnson, che amava assai l arte della nostra penisola. Infatti, il catalogo dei dipinti italiani, redatto nel 1966, ne elenca ben 351; si va da un pannello giottesco con Annunciazione, Natività e Crocifissione, a Due scene dalla leggenda di un santo, d un ignoto artista veronese del Seicento, passando per tutti i nomi che hanno reso grande Venezia nella storia dell arte e, perché no?, del mondo. Un angolo della Serenissima che, come tanti altri, è stato trapiantato altrove. 19
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 20 7. Vittore Carpaccio, Le metamorfosi di Alcione, Filadelfia, Museum of Art, John G. Johnson Collection. Vittore Carpaccio, The metamorphoses of Halcyone, Philadelphia, Museum of Art, John G. Johnson Collection.
venezialtrove3 OK 18-02-2005 12:42 Pagina 21 a palace interior and numerous paintings end up in the usa how an entire city corner moved to philadelphia, in pennsylvania Fabio Isman Y It really is a perfect combination a good dose of interiors and furnishings from one of the oldest and most famous Venetian palaces; a small selection from one of the most extraordinary private art collections ever seen on earth; a share ( just enough as the sommeliers say), of one of the most famous museums in the world. And the result is a view of the Serenissima that has been revived for almost a century, uprooted to the United States. Today, the palace near Santa Maria dei Miracoli still exists (fig. 1). Over the years it has born the prestigious names of the Soranzo family, Sanudo, and Van Axel, and it even derives from the Gradenigo family that as early as the ixcentury already produced exponents of the ruling class capable of conditioning the political events of the city, boasting three doges between the thirteenth and fourteenth century. The museum is the Philadelphia Museum of Art in Pennsylvania, the cradle of American independence. The collection is that of John Gravner Johnson (1841-1917, fig. 2), one of the most famous lawyers: The best in the English-speaking world, wrote the New York Times in its obituary column; 198 of the cases of the Supreme Court are his, when, up until today, few lawyers can even boast as many as ten. In his last seven years, Johnson was a member of the board of the New York Metropolitan Museum. He was also a very close friend of Bernard Berenson. And, from 1894 on, he bought at least 1,217 paintings since he donated many masterpieces of European art and Impressionism to the city in 1917, and, since 1933, 575 of them are exhibited in the Philadelphia Museum of Art itself, founded in 1876 and which, as we shall see, houses marvels of outstanding importance. Y But let us begin with the palace. Gabriele D Annunzio chose it as the room of Stelio Effrena in his novel Il Fuoco. It is so perfect and exemplary that it was reconstructed at the Grand Exposition of 1911, in Rome, to celebrate the 50th anniversary of the unification of Italy. It was inaugurated by the king and 21