TESSILE: 1 GENNAIO 2005, COME REAGIRE ALL INVASIONE ASIATICA



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Ministero delle Attività Produttive Dipartimento per l Internazionalizzazione PRIMO RAPPORTO SULLA LIBERALIZZAZIONE DEL SETTORE TESSILE: 1 GENNAIO 2005, COME REAGIRE ALL INVASIONE ASIATICA L accordo ATC (Accordo sul tessile e l abbigliamento) ha stabilito il progressivo smantellamento entro 10 anni delle quote ereditate dall Accordo Multifibre da parte di UE, Stati Uniti e Canada. In pratica, a partire dal 1 gennaio 2005, dopo quasi 40 anni, l intero comparto tessile mondiale sarà completamente libero agli scambi internazionali. Esistono fondate ragioni per temere un forte aumento di importazioni asiatiche sulla base di uno studio retrospettivo e delle decise azioni americane per difendere il proprio mercato. 1. Un analisi d impatto. I timori si fondano soprattutto su uno studio del Ministero delle Attività Produttive basato su un analisi di Euratex relativa ad alcuni prodotti già liberalizzati il 1.1.2002, che dimostra un comportamento aggressivo delle importazioni da alcuni Paesi asiatici (in particolare la Cina) nei mercati Europeo ed americano: USA L esperienza Usa mostra come la liberalizzazione del settore dell abbigliamento abbia prodotto, nell arco di 3 anni un totale cambiamento dei flussi commerciali nel mercato. La Cina, ad esempio, che aveva quote di mercato pari al 10%, è passata nel giugno del 2004 al 72%, a danno di tutti gli altri partner commerciali (l Italia, che aveva il 2,5% è scesa al 1,4%). Tabella 1 Quote mercato USA prima e dopo liberalizzazione Paese 2001 Giugno 2004 Cina 10,0% 72,0% Tailandia 10,0% 3,4% CBI 10,0% 3,4% Messico 8,0% 2,0% Taiwan 8,0% 2,9% Bangladesh 7,0% 2,0% Filippine 6,3% 1,2% India 2,8% 1,6%

Corea del Sud 3,3% 1,6% Sri Lanka 2,8% 0,3% Italia 2,5% 1,4% Cambogia 1,8% 0,4% Pakistan 1,5% 0,5% Turchia 0,9% 0,3% La tabella 1 mostra questo crowding out delle quote di mercato, nel quale la crescita della Cina si è dimostrata talmente imponente che anche altri PVS, che fanno del settore tessile una delle colonne portanti della propria economia, hanno dovuto lasciare il passo (Tailandia, Bangladesh, India, Sri Lanka). La scalata della Cina nel mercato tessile americano è stata impressionante: la figura 2 mostra la progressione con la quale la Cina ha conquistato le quote di mercato USA: Fig. 2 - Quote della Cina nel mercato abbigliamento USA, prima e dopo la liberalizzazione 72% 80% 31% 10% 2001 2002 giu-04 2004 (stime) L andamento dei prezzi del mercato americano si mostra fortemente decrescente, a causa della sostituzione dei prodotti statunitensi e degli altri partner commerciali con quelli cinesi, a prezzi notevolmente inferiori. Dalla figura 3 è anche possibile rilevare che dall inizio del 2004 i prezzi medi si stanno leggermente rialzando, e ciò suggerisce che la conquista del mercato americano può essere stata condotta dalla Cina anche attraverso una strategia aggressiva di prezzo; ora che questo paese ha ottenuto oltre il 70% del mercato è in grado di influenzare il livello dei prezzi attraverso la propria posizione dominante.

Fig. 3 - Prezzi medi nel mercato USA dell'abbigliamento prima e dopo la sua liberalizzazione $6,23 $3,37 $2,65 $3,12 2001 2002 Dic. 2003 Giu. 2004 COMUNITA EUROPEA La Comunità Europea ha liberalizzato alcuni prodotti tessili nel 2002. L incremento dell import dalla Cina osservato nel 2002 per i prodotti liberalizzati è stato tra l 83 e il 168%. L andamento dei prezzi ha registrato variazioni tra il -42% e -52%. La tabella 4 mostra l impatto della Cina su volumi di import e prezzi di 3 prodotti tessili liberalizzati nel 2002. Tabella 4 Impatto Cina sul mercato tessile UE dopo la liberalizzazione del 2002 Variazione quota di mercato Cina Variazione dei Prezzi Giacche a vento (cat. 21) +168% -45% Tute ginnastica (cat. 73) +83% -52% Stoffa tessuta in pile (cat. 32) +87% -42% La tabella 5 sintetizza, come nel caso degli Usa, il processo di conquista del mercato da parte della Cina, attraverso la pratica di prezzi molto bassi che consentono di spiazzare l offerta delle imprese europee e degli altri partners commerciali tradizionali dell UE sulle giacche a vento (cat.21). Tabella 5 Quote mercato e prezzi Cinesi nell UE prima e dopo la liberalizzazione (cat. 21) Periodo Quota mercato UE della Cina Prezzi export Cina ( /pezzo) 2001 15% 18,28 2002 55% 10,00 2003 74% 7,60 I sem. 2003 63% 7,85 I sem. 2004 74% 6,82 Lo studio di Euratex ha peraltro indicato le seguenti pratiche di concorrenza sleale che la Cina ha adottato, e con ogni probabilità continuerà ad adottare, per affermare i suoi prodotti nel mercato dell UE una volta liberalizzato:

Manipolazione della valuta Sussidi all export Prestiti free capital (in pratica sono traferimenti di denaro gratuiti, in quanto il capitale prestato non verrà mai rimborsato dalle imprese) Sussidi diretti dello stato al settore tessile cinese Altre forme di sovvenzione più o meno mascherate. 2. Le reazioni USA: clausole di salvaguardia contro prodotti cinesi Il futuro del tessile dipenderà anche dal comportamento degli USA. Questi ultimi sono infatti molto più decisi nel perseguire i propri interessi di politica commerciale e non devono sottostare al sistema della maggioranza qualificata che sovente paralizza il Consiglio dei Ministri UE. Se questi dovessero applicare delle misure di salvaguardia sul tessile cinese, la reazione della UE sarebbe veloce e prevedibile: il rischio di trade diversion, cioè la deviazione in Europa di prodotti cinesi destinati agli USA, potrebbe convincere anche i membri più liberali della UE ad appoggiare in Consiglio misure europee di salvaguardia, come avvenne nel 2002 con la salvaguardia USA sull acciaio. Nella difesa internazionale del settore tessile gli USA si stanno dimostrando decisamente attivi negli ultimi tempi.il comitato per l applicazione degli accordi tessili (CITA) del Dipartimento del Commercio Americano, ha deciso il 22 ottobre scorso di accettare la richiesta di una serie di quattro associazioni tessili per applicare la clausola di salvaguardia tessile specifica contro la Cina (vedi scheda 1) sulle importazioni Cinesi di tutte le categorie di calzini. E questo l ennesimo segnale di reazione dell industria americana alla pressione delle esportazioni Cinesi sui tessili, che potrebbero diventare insostenibili a partire dal 1 gennaio 2005, con la fine delle quote dell accordo sul tessile e abbigliamento. La denuncia sui calzini cinesi, presentata il 28 giugno, darà quasi certamente luogo, dopo aver consultato la controparte, all applicazione di limiti quantitativi. Sarebbe la quarta volta che gli Americani impongono una misura di questo tipo: ecco i casi di salvaguardie tessili USA già in vigore, allo studio, rigettate e semplicemente annunciate.

Tab. 6 Salvaguardie tessili in vigore negli USA (categoria) Richiesta Accettazione Approvazione Durata nuovi limiti 28/6/2004 21/7/2004 22/10/2004 Calzini (332/432 e parte della cat. 632) Vesti da camera(350/360) 24/7/2003 14/8/2003 17/11/2003 24/12/2003-23/12/2004 Reggiseni (349/649) 24/7/2003 14/8/2003 17/11/2003 24/12/2003-23/12/2004 Tessuti a maglia (Fabric knit) (222) 24/7/2003 14/8/2003 17/11/2003 24/12/2003-23/12/2004 Quantità 4.094.382 dz 16.828.971 dz 9.664.477 kg Tab. 7 - Salvaguardie tessili allo studio negli USA (categoria) Pantaloni in cotone (347/348) Pantaloni in fibra artificiale (647/648) Camicie e bluse a maglia e in cotone (338/339) Camicie e bluse a maglia e in fibra artificiale (638/639) Camicie non a maglia (340/640) Biancheria intima (352/652) Richiesta Accettazione Approvazi one Durata nuovi limiti 8/10/2004 Attualmente difesi dalle quote 13/10/2004 Attualmente difesi dalle quote 13/10/2004 Attualmente difesi dalle quote 13/10/2004 Attualmente difesi dalle quote 13/10/2004 Attualmente difesi dalle quote 15/10/2004 Attualmente difesi dalle quote ATC, l industria adduce una minaccia di danno Tab.8- Salvaguardie tessili USA rigettate Richiesta Rigetto Commento (categoria) Guanti (331/631) 24/7/2003 14/8/2003 La categoria era già protetta da quote.

Tab.9- Salvaguardie tessili USA solo annunciate Annuncio Commento (categoria) Pantaloni in lana (447) 12/10/2004 Attualmente difesi dalle quote ATC Stoffa in filo di filamento 12/10/2004 Attualmente fuori quota sintetico (620) Fogli in cotone (361) 12/10/2004 Attualmente difesi dalle quote ATC Fili in cotone (301) 12/10/2004 Attualmente difesi dalle quote ATC Questa grande attività avrà per gli USA il vantaggio di raffreddare le importazioni anche per altri prodotti tessili dalla Cina (effetto annuncio) e dovrebbero essere di ausilio alla UE per applicare le proprie misure nei prossimi mesi, allorché si dimostri che i prodotti cinesi destinati agli USA si riversano sul mercato della UE. 3. Le reazioni europee: accolta la proposta italiana di monitoraggio I timori di un afflusso incontrollato di prodotti tessili a causa della liberalizzazione dei mercati hanno spinto l Italia a chiedere alla Commissione di adottare una misura preventiva di sorveglianza per monitorare i flussi commerciali. Tale proposta è stata accolta da subito favorevolmente da 10 paesi dell Unione, tra cui Francia, Polonia, Spagna e Portogallo. In verità il nostro Governo, anche per i buoni rapporti con quello cinese, aveva chiesto di non adottare un provvedimento ad hoc solo ed esclusivamente verso la Cina ma erga omnes ovvero verso tutti quei paesi extra Ue che potenzialmente potrebbero alterare i flussi commerciali nel comparto tessile e abbigliamento con un invasione anomala di prodotti. Tuttavia la Commissione e i paesi alleati hanno voluto concentrarsi sulle esportazioni cinesi perché queste hanno mostrato gli incrementi più improvvisi, ma anche per limitare l onere burocratico per le amministrazioni nazionali. Sempre a questo fine è stata approvata una limitazione temporale ai 6 mesi successivi alla liberalizzazione. La proposta di sorveglianza, esclusivamente sulle importazioni cinesi, è stata adottata dal collegio dei Commissari il 25 ottobre e deve ora essere sottoposta al Consiglio dei Ministri UE che deciderà a maggioranza qualificata. Se passerà, entro novembre il sistema entrerà in vigore. Si limiterà al monitoraggio della Cina che rappresenta l 85% delle importazioni sui prodotti sensibili. Peraltro, come si è visto nello studio di Euratex sui prodotti liberalizzati, l aumento delle quote di mercato cinesi avviene a scapito degli altri paesi (soprattutto PVS) esportatori. (vedi tabella 1). I dati provenienti dalla sorveglianza potranno essere utilizzati per avviare: salvaguardie tessili speciali (limiti quantitativi di durata annuale finalizzati al riequilibrio delle importazioni Cinesi); TPSSM (salvaguardie selettive di durata quadriennale, normalmente applicate nella forma di contingenti tariffari); Salvaguardie erga omes (limitazioni quantitative o contingenti tariffari di durata quadriennale, di applicazione mondiale ma che possono esserte calibrate in contingenti specifici per paese);

Procedimenti antidumping. 1 Nella proposta, ad ulteriore tutela per i nostri produttori, oltre al sistema di sorveglianza è presente la clausola sullo "shipment", per cui tutti i carichi di tessili partiti dai paesi di esportazione (da tutti i paesi) prima del 1 gennaio resteranno soggetti alle quote del 2004 per tre mesi, prima di poter essere immessi in libera pratica. L importanza di questa clausola è nel fatto che essa congela di fatto molti carichi tessili in eccedenza inviati prima del 1 gennaio (tra cui rientrano molte spedizioni recenti). Con questa clausola il temuto aumento di importazioni tessili non potrà avvenire prima di febbraio/marzo 2005. È da sottolineare, infine, che accanto alla misura italiana che resta lo strumento principe la Commissione ha individuato altre 6 iniziative per tutelare e rilanciare il comparto tessile: 1) Ricerca e innovazione. Creare una piattaforma tecnologica europea e utilizzare i programmi comunitari di R&S. 2) Formazione. Incoraggiare l uso del programma Leonardo e del Fondo sociale europeo per finanziare azioni innovative nell area dell impiego. 3) Fondi strutturali. Creare un Fondo di riserva finanziato per l 1% dai contributi annuali destinati ai fondi strutturali per l obiettivo convergenza e per il 3% dei contributi per l obiettivo competitività regionale e impiego. 4) Lotta alla contraffazione. Creare un sito web europeo sulla tutela della proprietà intellettuale. 5) Accesso ai mercati. Agevolare l accesso ai Paesi terzi dei prodotti tessili europei e aprire i mercati Ue alle merci dei Paesi più poveri. 6) Area euromediterranea. Rafforzare la cooperazione con i partner del Mediterraneo, per esempio nel campo delle regole di origine creando un vero e proprio passaporto per le merci. 4. Conclusioni Nel comparto tessile-abbigliamento lavorano in Italia all incirca 800.000 addetti. Soprattutto per questo, il nostro Governo ha studiato e proposto misure per tutelare le imprese italiane ed europee e arginare l invasione anomala di prodotti da alcuni paesi extra Ue. L accoglimento da parte della Commissione Europea della linea di indirizzo espressa dall Esecutivo italiano su un monitoraggio preventivo dei flussi commerciali dalla Cina risponde a tale esigenza che va accompagnata necessariamente e con urgenza dalla proposta dell etichettatura obbligatoria sulle merci che entrano nel mercato dell Unione (la regola del cosiddetto Made in ). Solo di fronte, comunque, ad effetti distorsivi si potranno applicare misure di salvaguardia temporanee. I nuovi mercati asiatici, e certamente la Cina, sono una grandissima opportunità commerciale per le aziende italiane ed europee che debbono però essere messe in condizione di concorrenza paritetica con le imprese del Continente asiatico. Quando tali condizioni vengono a mancare gli strumenti a disposizione dell Unione Europea e dei singoli Stati membri devono aiutare a ripristinare la leale concorrenza commerciale anche per scongiurare il ricorso a misure meramente protezionistiche che il governo italiano ritiene comunque di corto respiro e in definitiva nocive. 1 Per tutti questi strumenti vedi Scheda 1

Scheda 1: Strumenti di difesa commerciale, applicabili al settore tessile L Unione Europea dispone dei seguenti strumenti: misure antidumping: è possibile applicare dazi antidumping alle importazioni nell UE di determinati prodotti tessili provenienti da un Paese Terzo, se si dimostra l esistenza di un fenomeno di dumping che causa pregiudizio all industria europea (si ha dumping quando il prezzo di esportazione del Paese Terzo è inferiore al prezzo interno in vigore nel mercato domestico di tale Paese). Al momento sono in vigore dazi antidumping verso le importazioni di 5 prodotti e 8 Paesi, mentre sono in corso indagini per appurare il fenomeno di dumping per altri 5 prodotti tessili provenienti da 5 Paesi (Normativa comunitaria: Reg. (CE) 384/96; Normativa WTO: Accordo relativo all applicazione dell art. 6 del GATT (cd. Codice antidumping), Atto finale di Marrakesh 1994) misure anti-sovvenzione : è possibile applicare dazi anti-sovvenzione, o compensativi, alle importazioni nell UE di determinati prodotti tessili provenienti da un Paese Terzo, se si dimostra l esistenza di sussidi illeciti erogati dal Governo di un Paese Terzo alle proprie imprese esportatrici. Al momento sono in vigore dazi compensativi verso le importazioni di 3 prodotti e 3 Paesi; misure di salvaguardia: sono misure che hanno carattere eccezionale, in quanto tendono a correggere distorsioni causate da un commercio leale, e non da pratiche commerciali sleali, come il dumping o le sovvenzioni illecite. ( o Strumento di Salvaguardia generale. E uno strumento di difesa commerciale che si può adottare quando l'industria europea di un determinato prodotto è in crisi (o è minacciata di una potenziale grave crisi) a causa di continui incrementi di importazioni che invadono il mercato europeo. In tal caso, se sussiste l interesse comunitario, si possono applicare dazi o quote erga omnes, cioè contro tutto il mondo (non è importante l origine delle importazioni, ciò che rileva è solo il pregiudizio causato dalle importazioni nel mercato europeo). Sono misure eccezionali, che colpiscono il commercio internazionale leale in difesa di situazioni di grave e temporanea crisi dell industria comunitaria (al momento è in vigore una salvaguardia su 7 prodotti siderurgici, introdotta nel 2002 dopo molti anni in cui lo strumento non si è mai utilizzato) ed una sui mandarini in scatola ed una sul salmone di allevamento. (Normativa comunitaria: Reg. (CE) 3285/94 e Reg. (CE) 519/94; Normativa WTO: Accordo sulle Salvaguardie dell Atto finale di Marrakesh del 1994) o Strumento di Salvaguardia Speciale solo per la Cina (TPSSM). E uno strumento di difesa commerciale che si può adottare quando l'industria europea di un determinato prodotto è in crisi (o è minacciato di crisi) a causa di continui incrementi di importazioni provenienti dalla Cina che invadono il mercato europeo. Anche qui si possono adottare dazi o quote, solo verso le importazioni cinesi del prodotto in esame. Lo strumento sarà attivo per 12 anni a partire dal novembre 2001, cioè per il periodo di transizione previsto dal WTO per la Cina. E più semplice da attuare della salvaguardia generale poiché richiede uno standard di danno per le imprese comunitarie inferiore a quello del primo strumento.

Normativa comunitaria: Reg. (CE) 427/03 (per le misure regionali: art. 10). Normativa WTO: Protocollo di Accessione della Cina al WTO. Il manuale operativo del TPSSM è disponibile sulla home page del sito www. mincomes.it) o Clausola di salvaguardia speciale tessile. E possibile applicare dazi e/o quote alle importazioni di certi prodotti tessili provenienti da tutto il mondo extra-ue qualora si riscontri un incremento, improvviso, evidente e rilevante delle importazioni del prodotto in esame, e ciò cagioni una grave crisi o una minaccia di potenziale crisi del mercato europeo dello stesso prodotto. In occasione dell adesione della Cina al WTO, per rendere il processo di globalizzazione dell economia graduale e meno traumatico, il protocollo di accesso all OMC ratificato dalla Cina ha previsto un periodo di 12 anni durante il quale i Paesi membri del OMC possono, nel corso del processo di liberalizzazione verso i prodotti cinesi, adottare misure di salvaguardia transitorie per difendere specifici settori dell economia che possano entrare in grave crisi a seguito dell improvvisa apertura alla concorrenza cinese. Se le importazioni nella Comunità di prodotti tessili e capi di abbigliamento originari dalla Cina rischiano di pregiudicare l andamento stabile degli scambi di questi prodotti, a causa di distorsioni di mercato, la Commissione, su richiesta di uno Stato membro o di propria iniziativa, può adottare misure di salvaguardia, dopo aver consultato il Comitato Tessili. Le misure di salvaguardia necessitano della verifica di alcune variabili imprescindibili, tra le quali il chiaro e costante incremento di importazioni nella UE. Pertanto, sui prodotti attualmente sottoposti a quota non sarà possibile adottare in via immediata delle misure, in quanto occorrerà prima verificare il fenomeno di ingente afflusso di prodotti da Paesi Terzi (le misure di difesa commerciale, infatti, non possono essere preventive, ma intervengono a correggere una distorsione del mercato esistente). Attualmente l UE non ha in vigore misure di salvaguardia verso il settore tessile. ( Normativa comunitaria: Reg. (CE) 138/03)