Un esempio di collocamento mirato - il caso di Laura - Laura 38 anni I.C. 55% del 2001 Disturbo di personalità borderline in trattamento psicofarmacologico con intercorrente pregresso episodio schizofrenico acuto. L. 68: possiede capacità lavorative potenziabili con interventi di mediazione e formazione assistita Vive con i genitori e ha 3 fratelli sposati che vivono fuori casa Segnalata ai servizi di inserimento lavorativo per i disabili dal Terapeuta del CENTRO SALUTE MENTALE territoriale nel 2002 Fase Accoglienza/conoscenza Colloqui con Laura, terapeuta, famiglia per raccolta di informazioni per la comprensione del bisogno Curriculum scolastico: scuola dell obbligo Curriculum lavorativo: Prima dell arrivo al nostro servizio esperienze lavorative presso un maglificio, una mensa. Automunita All epoca della conoscenza aveva un fidanzato con il quale progettava anche un possibile futuro di vita assieme Motivazione al lavoro Molto alta per poter riprendere la vita normale Per non essere di peso ai familiari e poter progettare un futuro indipendente Rispetto alle esperienze lavorative passate: Non hanno avuto buon fine perché: Ce l avevano con me Mi trattavano male Chiedevano a me cose che alle altre non chiedevano
Pur di ritornare al lavoro, si era detta disponibile ad un percorso di tirocinio. Tirocinio, da evidenziare, che le permettesse di imparare un nuovo lavoro. Laura chiedeva con insistenza un lavoro possibilmente di pomeriggio Nodi critici che emergevano già nella fase di conoscenza Poca compliance con il terapeuta (aveva subìto un T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio) per cui aveva un rapporto conflittuale con il suo terapeuta, non seguiva adeguatamente la terapia farmacologica. Non aveva accettato la visita domiciliare per non far soffrire i suoi genitori. A suo dire non aveva bisogno né di farmaci né di terapeuta. Terapia farmacologica pesante che le creava difficoltà ad alzarsi di mattina. Nelle precedenti esperienze lavorative emergeva che la tenuta era minata dalla difficoltà di relazione (mal sopportava le critiche). Poca consapevolezza dei suoi limiti (il terapeuta in un colloquio affermava che Laura aveva un delirio di lesa maestà per cui sempre in difesa/attacco con gli altri che viveva come minaccia) Progetto Per Laura si ipotizza un progetto di formazione breve che miri a: Aumentare la tenuta/costanza nel tempo delle presenze al lavoro Essere puntuale al lavoro Apprendimento di nuove mansioni Riconoscere i diversi ruoli all interno di un organizzazione lavorativa Accettare ordini/osservazioni dai colleghi Risorsa Nel 2003 nel comune di residenza di Laura c è l apertura di una lavanderia gestita da una cooperativa sociale di tipo B all interno di una casa di riposo. La coop. chiede una persona che possa essere inserita con un breve tirocinio al seguito del quale c è la possibilità di un assunzione.
Si fa la visita aziendale dove vengono esaminate le mansioni: la persona da inserire verrebbe impiegata esclusivamente nella fase di stiro e distribuzione della biancheria. Il processo produttivo implica: svuotare le lavatrici, passare la biancheria nelle asciugatrici, stirare al mangano lenzuola e tovaglie, piegare asciugamani e biancheria, stirare con ferro a vapore o con manichino gli indumenti, dividere in base ad etichette e reparti gli indumenti negli appositi scaffali. La temperatura dell ambiente di lavoro è particolarmente elevata. Il gruppo di lavoro è formato da 3 persone (un responsabile e due signore). Gruppo giovane, formato da poco che non ha mai lavorato con persone in difficoltà. Il responsabile viene da un esperienza dov era capo reparto di un gruppo di oltre 100 persone e subito si nota come veda gli operatori del servizio possibili sindacalisti che vanno a difendere il lavoratore!! Si comprende che i soci stessi non hanno ben chiara la finalità della cooperativa di tipo B Incrocio In équipe S.I.L. (Servizi Inserimento Lavorativo), tenuto conto delle mansioni, delle persone in attesa di percorso si valuta che la persona a cui fare la proposta è Laura. Confronto con il terapeuta Colloquio di presentazione in cooperativa alla presidente ed al tutor aziendale (responsabile della lavanderia) Viene fatta la proposta a Laura nella sede del servizio (S.I.L.) Colloquio di conoscenza con Laura, la presidente della cooperativa ed il tutor aziendale, l operatore A.U.L.S.S. (ASL) Accettazione del percorso da parte di Laura : 3 mesi tirocinio DM 142/98 al termine del quale, se il percorso è positivo, possibilità di assunzione Part time (4 ore al giorno) con orario pomeridiano Indicatori di verifica Quante assenze (e andamento delle stesse) dal primo al terzo mese. Motivo delle assenze
Verifica puntualità tramite: foglio rilevazione presenze Imparare l uso del mangano e del manichino dapprima con la supervisione del tutor poi autonomamente (verificare quante volte chiede l aiuto del tutor in una giornata, in una settimana). Verificare come ha vissuto/rielaborato eventuali osservazioni fatte dal tutor e dalle colleghe Strumenti: schede osservazioni sulle mansioni, colloqui con Laura, colloqui di verifica con tutor, colloqui congiunti (tutor + Laura) Monitoraggio e valutazione del tirocini Apprendimento delle mansioni: OK Puntualità: OK Costanza: qualche assenza ingiustificata. Specialmente nel primo periodo Laura afferma d avere paura di non farcela. Rapporto con i colleghi: OK A conclusione dei tre mesi Laura viene assunta con contratto a tempo indeterminato Part time. Gestione Assunzione Per circa un anno le cose sono andate bene tanto che in alcuni periodi di molto lavoro Laura riesce a lavorare anche alla mattina. Nel 2004: Il gruppo di lavoro è cambiato e Laura non accetta che persone venute dopo di lei sono assunte a tempo pieno e che le dica cosafare. Il tutor aziendale comincia a lamentarsi della furbizia di Laura e vive l intervento dell operatore del Servizio Inserimento Lavorativo, come un intrusione citando più volte la sua esperienza passata d aver tenuto testa a più di un sindacalista e di conoscere bene le persone. Si tratta quindi di lavorare anche sugli atteggiamenti del tutor attraverso incontri anche informali,facendolo partecipe, per quanto possibile, del percorso complessivo di Laura. In una situazione di particolare gravità si espone la situazione alla presidente della cooperativa. Laura comincia a fare parecchie assenze e spesso alza la voce con i colleghi in un occasione minacciando con le mani.
In famiglia si comporta in modo aggressivo alzando anche le mani verso i genitori. Spesso salta gli appuntamenti con il terapeuta perché ha paura che la ricoveri in ospedale. La situazione si trascina con alti e bassi per circa un anno. Anno importante perché vede il cambiamento d atteggiamento del responsabile (e di conseguenza anche dei colleghi) che non riesce più a gestire la situazione e che riferendosi alla malattia di Laura, lo porta ad affermare: Che malattia bastarda. In seguito, ogni qualvolta si è presentato un problema, ci si è messi subito in contatto con l operatore in modo da poter lavorare congiuntamente assieme al terapeuta al quale sono preziosissime tutte le informazioni che gli vengono riferite per capire meglio cosa fare per Laura Gestione Assunzione Nel 2005 Laura viene ricoverata in ospedale con due T.S.O. (Trattamenti Sanitari Obbligatori). Il Day Hospital non è più sufficiente pertanto si deve ricorrere a questa misura estrema concretizzando, peraltro le paure di Laura, di essere nuovamente presa con la violenza e contro la sua volontà ricoverata. Anche in questo caso c è stato il coinvolgimento del responsabile che è stato informato ed ha seguito il decorso della situazione. Nel 2005 Laura ha lavorato pochissimo e questo ha messo un po in crisi l organizzazione della lavanderia anche perché i medici rilasciavano malattia spesso di 15 giorni in 15 giorni. In tal modo il responsabile non era sempre in grado di trovare una sostituzione. Dall ultimo ricovero avvenuto a settembre 2005 la situazione si è stabilizzata: Laura lavora 4 giorni alla settimana per 3 ore al pomeriggio. Laura ha anche una pensione d invalidità INPS che le è stata riconosciuta, e che integra il suo salario, più di queste ore di lavoro non sarebbe in grado di tenerle Da questo cosa ne ricaviamo: L evoluzione della persona verifica o falsifica le ipotesi formulate e gli interventi messi in atto. La verifica è pertanto un processo continuo che accompagna tutto l intervento. Se questo tipo di verifica si presenta incerta e troppo discrezionale si può fare ricorso a modalità oggettive di misurazione (test, griglie d osservazione con la definizione di indicatori che permettano la rilevazione del cambiamento avvenuto. Da sottolineare a mio avviso, ed il caso presentato ne è una prova, che i processi di sviluppo di un soggetto in difficoltà richiedono generalmente verifiche di tipo qualitativo.
Sono vere e proprie verifiche anche le variazioni di atteggiamento da parte delle figure che circondano il soggetto, il fatto che alcune di esse cominciano ad ammettere i propri errori, le proprie difficoltà, i propri pregiudizi, le fatiche che sentono di dover sopportare. La riuscita oggettiva di un intervento non è mai quindi da vedere in termini di solo recupero delle difficoltà del soggetto, ma nello sviluppo dell intero sistema in cui egli è inserito. In questo si attua, tra l altro la vera integrazione che deve essere un vantaggio per l intero gruppo. L operatore della mediazione deve saper valutare le esigenze di tutti gli attori che sono parti in causa: un occhio al soggetto più debole, il disabile, ed un occhio all intera rete nella quale la persona è inserita: gruppo di lavoro, famiglia, reti amicali, servizi.