Rapporto di sostenibilità



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Rapporto di sostenibilità bozza Laboratorio 21 Via Verdi, 26-20011 Corbetta (MI) Tel 02/97270007 - email laboratorio21@email.it Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì ore 14.00-18.00 Agenda 21 Est Ticino per lo sviluppo a tre lati

ACQUA 1. Corsi d acqua L area di studio presenta tre corsi d acqua principali, di cui uno naturale e due artificiali. Si tratta del Fiume Ticino, del Canale Scolmatore Nord Ovest e del Naviglio Grande. 1.1 Il fiume Ticino Il fiume TICINO inizia il suo corso sulle montagne svizzere dal gruppo del San Gottardo, attraversa la Val Bedretto, la Val Leventina, ricevendo così gli affluenti Breno e Moesa. Passa da una vasta regione del territorio elvetico che prende il suo nome, Canton Ticino, ed entra nel Lago Maggiore. Esce dal Lago Maggiore tra Sesto Calende e Castelletto Ticino dove inizia il suo percorso italiano in una valle che si allarga progressivamente scendendo verso sud. Prima di gettarsi nel Po bagna le province di Varese, Novara, Milano ( Robecco sul Naviglio e Cassinetta di Lugagnano) e Pavia. Il fiume Ticino già dal 1179 ebbe grande importanza per l'irrigazione delle zone agricole del Piemonte e della Lombardia. Nel XX secolo, con lo sviluppo industriale, iniziò l'utilizzazione delle sue acque a scopo di produrre energia idroelettrica. Infatti il Ticino, tra le province di Varese e Milano, alimenta la centrale di Porto Torre posta in sponda sinistra e, tramite il Canale Industriale, le centrali di Vizzola, Tornavento, Turbigo Superiore e Inferiore. Più a valle, in provincia di Novara, tramite la presa di San Martino con il Naviglio Sforzesco alimenta la centrale di Vigevano. Il bacino imbrifero del Ticino (bacino di raccolta delle acque piovane) si somma a quello del Lago Maggiore con una superficie di 6598 kmq, di cui 3369 kmq in territorio Svizzero e 3229 kmq in territorio Italiano. La portata d'acqua nel fiume Ticino, che è influenzata delle piogge e dallo scioglimento delle nevi, è regolata dal Consorzio del Ticino che è l'associazione che raggruppa gli utenti delle acque del fiume. Le portate d acqua sono variabili; all idrometro di Golasecca, quindi ad un centinaio di chilometri dallo sbocco in Po, il picco nelle medie si registra usualmente in giugno, con 522 mc/sec; la media minima è invece in febbraio con 140 mc/sec. Si hanno poi notevoli escursioni, sia verso il massimo che il minimo: nei mesi di maggio (con 1.830 mc/sec) e novembre (con 2.130 mc/sec) coincidono i periodi di massima portata mentre i minimi sono da dicembre a marzo, con secche notevoli e portate da 35 a 40 mc/sec. Figura 1 I corsi d acqua principali della provincia di Milano. (ARPA Lombardia, 2004). (Sono evidenziati i comuni dell Est Ticino)

La regolazione delle acque avviene tramite lo sbarramento della Miorina situato 3 km a valle della bocca emissaria del Lago Maggiore con lo scopo di conseguire il miglior utilizzo delle acque nell'interesse dei consorziati, agricoltura e industria. Il Consorzio del Ticino ha possibilità di regolazione nel campo di -0.50 m e +1.00 m sull'altezza dello zero idrometrico del Lago Maggiore (193 m.), misurata all'idrometro di Sesto Calende. Oltre la soglia di +1.00 m lo sbarramento della Miorina non influisce più sulla regolazione, l'afflusso al Lago Maggiore defluisce nel Ticino tramite la diga di Porto Torre (situata a valle della Miorina) che tiene in considerazione la portata massima del fiume. Il fiume è lungo 110 km e presenta un dislivello di 130 metri. Nella parte centrale del suo corso si presenta sprovvisto di argini, nella restante parte scorre entro ghiaieti, isolotti e boschi. Il Ticino è uno dei fiumi meno inquinati d Italia e uno degli obiettivi del Parco Agricolo Sud è impedire l insediamento sulle rive del fiume di complessi industriali o agricoli inquinanti e ricreare dove necessario o solo mantenere buone condizioni ambientali. Una delle ragioni della purezza e limpidità dell acqua del fiume è l esistenza del Lago Maggiore, grande bacino in cui sedimentano tutti i materiali trasportati giù dalle montagne dai fiumi e dai torrenti che vi si versano. Oggi l acqua del Ticino viene usata, attraverso tutta una rete di canalizzazione, per l irrigazione di un territorio di circa 400.000 ettari nelle province di Milano, Pavia, Novara e Vercelli. l sistema di canalizzazione fu iniziato dai monaci nel Medioevo, poi ai tempi di Federico Barbarossa, nel 1179 fu realizzato il Naviglio Grande, nella seconda metà del 1400 furono realizzate le prime risaie, durante la dominazione dei Visconti e degli Sforza, con il contributo di Leonardo da Vinci, l opera fu perfezionata e per alcuni secoli fu considerata all avanguardia in tutta Europa. Nel corso degli ultimi cento anni accanto allo sfruttamento dell acqua del Ticino per l irrigazione dei campi coltivati, si è andato affermando quello per la produzione di energia elettrica. Alla fine dell Ottocento risale la costruzione della centrale di Vizzola Ticino, inaugurata nel 1901 alla quale se ne aggiunsero via via altre fino ad arrivare a dodici centrali, oggi non tutte attive. 1.2. Il Canale scolmatore delle piene N.O. Il CANALE SCOLMATORE DELLE PIENE NORD OVEST, nasce allo scopo di raccogliere le acque in esubero quando si verificano abbondanti piogge, per ridurre al minimo i rischi di straripamenti ed esondazioni per la città di Milano e per i Comuni limitrofi a nord del capoluogo. L azione principale del Canale è quindi quella di prelevare le acque dal Fiume Olona, attraversare il territorio dell Est Ticino, prelevando acque dalla falda e quindi abbassandone il livello, e riversarle nel Fiume Ticino. In particolare il canale dal Seveso a Palazzolo Milanese arriva, 38,5 chilometri a sud-ovest, al Ticino nella zona di Abbiategrasso. 1.3 Il Naviglio Grande Il NAVIGLIO GRANDE nasce a Tornavento del Comune di Lonate Uzzolo ( quota i circa 150 m s.l.m.), poco a sud del ponte di Oleggio, ma viene alimentato dal canale della centrale di Turbigo. Dopo un percorso di poco inferiore ai 50 chilometri con una pendenza di 34 metri, scarica le sue acque nella Darsena di Milano, dove deriva il Naviglio Pavese (quota di 114 m s.l.m.).raggiunge portate massime di 60 mc/sec ed ha un efficienza elevata, per questo è considerato uno dei corsi d acqua di origine antropica tra i più funzionali e regolari. È stato il primo naviglio costruito in Europa, è il più importante dei navigli lombardi e venne costruito per l irrigazione e per dotare Milano di una via di scambi commerciali con il Lago Maggiore e, tramite questo ed i passi alpini del Sempione e di San Bernardino, con la Svizzera e l Europa centrale. Probabilmente l embrione del Naviglio Grande è un fossato di difesa contro il Barbarossa, scavato nel 1157 tra Abbiategrasso e Landriano. Nel 1177-79 inizia la realizzazione del "Navigium de Gazano" proveniente dal Ticino, che giunge a Milano nel 1209. Per aumentarne la portata, nel 1239, si realizzano opere di presa dalle parti di Turbigo. Tra il 1270 e il 1272, ad opera di Giacomo Arribotti, la complessa opera idraulica è resa totalmente navigabile. Il Naviglio Grande è stato realizzato soprattutto per irrigare, ma è stato presto utilizzato per trasportare merci. Dal Lago Maggiore ogni giorno partiva una processione di imbarcazioni che scendevano il primo tratto del Ticino, percorrevano il Naviglio e arrivavano alla darsena di Milano, spinte dalla corrente.

1.4 Il Canale Villoresi Il CANALE VILLORESI, costruito nel 1888 secondo i progetti dell'ing. Eugenio Villoresi, deriva dal Ticino circa 70 mc/s di acqua con possibilità di salire fino a 93 e raggiunge l'adda con una portata residua massima di pochi mc/s. In inverno, quando attivo, la portata è ridotta a 30 mc/s (Provincia di Milano, 1976). Il canale permette di irrigare circa 580 km2 di terreni agricoli compresi tra i fiumi Ticino e Adda. Dal canale principale si dipartono verso Sud circa dieci canali secondari con portate variabili da 1 a 15 mc/s e, da questi, i canali terziari, le cosiddette rogge, con portata da 0, 2 a 0, 3 mc/s; a Nord del canale sono irrigati a pioggia altri 27.000 ha di terreno agricolo (Provincia di Milano, 1976). In figura 3 sono indicate le portate registrate dai tecnici della Provincia di Milano rispettivamente a Parabiago e a Nova Milanese (Provincia di Milano, 1990); si noti la grande differenza di portata rilevata in Giugno a livello delle due località destinata all'irrigazione di vaste zone site a Sud delle stesse. Figura 2 - Portata del Canale Villoresi nelle stazioni di Parabiago e Nova Milanese (Provincia di Milano, 1990) Il Canale modificò profondamente il paesaggio dell'alta pianura un tempo "asciutta"; in seguito alla costruzione del Villoresi, infatti, si è verificato uno spostamento verso Nord di certi caratteri del paesaggio rurale propri della bassa pianura quali l'intricata rete di irrigatori (rogge) e di canali di scolo (colatori) bordati da alberi come i salici, pioppi e robinie. Questo paesaggio caratterizza tuttora il territorio irriguo. Tuttavia alcuni canali sono attualmente in disuso a causa dell'incuria e della frammentazione delle zone agricole specialmente nell'area a nord dei Comuni Est Ticino. L'infiltrazione nel terreno di parte dell'acqua del Canale Villoresi distribuita grazie alla rete dei canali secondari e terziari riveste attualmente l'importante funzione di alimentare la falda. È stato notato infatti un aumento del livello di falda in corrispondenza dei periodi di irrigazione (Casati, 1991).

Figura 3 - Reticolo idrografico principale (Portale Altomilanese - www.portalealtomilanese.it) 1.5 Fontanili 1.5.1 Pozzi artesiani e pozzi freatici Nella Pianura Padana coesistono una falda freatica libera superficiale, detta AVES, e diverse falde artesiane sovrapposte tra loro a varie profondità. La falda freatica di norma è contenuta in formazioni permeabili che si spingono fino alla superficie del suolo. L acqua non occupa mai l intera sezione di materiale permeabile ma solo quella inferiore, cioè la prossima al Letto di falda che è costituito da materiale impermeabile (argille) quindi non oltrepassabile (se non a livello delle microfratture). Lo spessore di questa falda può essere più o meno potente; là dove l acqua non è presente vi è aria che è direttamente in contatto con quella di superficie. Caratteristica della falda libera è anche quella di presentare la superficie del liquido con una pressione che è pari a quella atmosferica (cioè è in equilibrio con l esterno). Inoltre questa superficie viene detta piezometrica in quanto se s infilasse un tubo piezometrico (tubo funzionale all intercettazione della falda) si osserverebbe che l acqua infiltrata nel tubo stesso raggiunge e non oltrepassa il livello del liquido esterno in quanto anch esso in equilibrio con la pressione atmosferica. Le falde artesiane sono invece quelle falde che, generalmente racchiuse tra due strati impermeabili, presentano l acqua in tutto lo spessore della formazione (non esistono cioè spazi ripieni di aria). In tale falda il liquido è sottoposto a pressione; difatti se viene realizzato un foro nello strato impermeabile superiore (ad esempio praticando un pozzo) si osserva una veloce risalita del fluido che supera il livello del tetto raggiungendo un ipotetica linea piezometrica la cui altezza corrisponde a quella della medesima linea di quando l acqua penetra dalla superficie del suolo entro gli strati impermeabili. I FONTANILI sono degli scavi con funzioni drenante e sono composti da una TESTA, scavo semicircolare prodotto dall'uomo di profondità variabile, in genere tra i 2 e 10 a seconda dell'area considerata. Ad esempio esiste una differenziazione tra zona Ovest della Provincia di Milano dove gli scavi sono molto più profondi e zona Est dove le teste di fontane sono molto più superficiali e di conseguenza più sensibili alle variazioni dei livelli di falda. Lo scavo comunque viene effettuato in modo tale da avere il letto appena al di sotto del livello freatico della falda. Dopo la testa del fontanile si trova l'asta che fa defluire l'acqua nel CANALE irrigatore che la distribuisce nei campi.

Figura 4 - Struttura di un fontanile (Cerabolini - Zucchi 1975) La testa è generalmente circondata da un rilievo prodotto dall'accumulo di materiale scavato dove si insedia una associazione vegetale arborea che permette una facile individuazione del fontanile nel paesaggio agricolo padano. La vegetazione di ripa è composta secondariamente da essenze autoctone tipiche di ambienti umidi come il salice bianco, l'ontano nero, la farnia, il sambuco ed i rovi, ma principalmente dalla Robinia pseudoacacia, pianta nordamericana naturalizzata. L'acqua che viene così raccolta dalla testa del fontanile e che scaturisce da polle e da infiltrazioni laterali defluisce poi nell'asta, che sfruttando la naturale pendenza del terreno risale verso il piano campagna, ed è collegata a sua volta ad una serie di canali irrigatori. Sul fondo della testa e sulla parte iniziale dell'asta la permeabilità del terreno permette la formazione di piccole vene idriche alle cui corrispondenze si ponevano i cosiddetti occhi di fonte, inizialmente tini senza fondo in legno e poi tubi in ferro o cemento, che infissi nel fondo facilitavano la fuoriuscita delle acque sotterranee, anche al di sopra della superficie libera dell'acqua. Ciò non presuppone fenomeni di artesianesimo nella formazione del fontanile, ma bensì alla resistenza opposta dalla struttura del terreno e dalla sua granulometria al passaggio delle acque. I tini di rovere utilizzati come occhi di fonte avevano un diametro di circa 80 cm ed arrivano alla profondità di 4-5 metri dal fondo dell'alveo, mentre i tubi in ferro possono arrivare ad una profondità anche maggiore. La testa del fontanile crea quindi una pur modesta depressione nella superficie della falda attraverso un richiamo continuo di acqua anche lateralmente l'alveo del fontanile. COMUNE Albairate Bareggio Boffalora Ticino Cassinetta di lugagnano Cisliano Corbetta Ossona Robecco sul Naviglio Sedriano Totali Totali Provincia Totali Attivi Semi- attivi Non attivi Interrati 17 18 7 1 38 28 1 11 11 132 722 6 13 5 1 27 25 11 10 109 313 2 1 2 4 1 1 11 87 7 4 4 2 1 18 214 2 3 5 108 Tabella 1 - Distribuzione dei fontanili nell Est Ticino aggiornati a settembre 2004 (SIF Provincia di Milano, 2004)

2. Qualità delle acque superficiali La complessità degli ecosistemi acquatici richiede di valutarne la qualità attraverso procedimenti adeguati, richiesti dalla normativa attualmente in vigore (D. Lgs. 152/2006). I principali indicatori utilizzati sono: l Indice Biotico Esteso (IBE); il Livello d Inquinamento da Macrodescrittori (LIM); lo Stato Ecologico dei Corsi d Acqua (SECA) e lo Stato Ambientale dei Corsi d acqua (SACA). Per tutti questi indici esiste una convenzione per la rappresentazione grafica delle diverse classi di qualità: Elevato = azzurro Buono = verde Sufficiente = giallo Scadente = arancione Pessimo = rosso 2.1 LIM: Livello Inquinamento da Macrodescrittori. Tiene conto della concentrazione nelle acque dei principali parametri, denominati macrodescrittori, per la caratterizzazione dello stato di inquinamento: nutrienti, sostanze organiche biodegradabili, ossigeno disciolto, inquinamento microbiologico,. Attraverso un calcolo si ottiene un punteggio per ciascun parametro. Si sommano i punteggi ottenuti per ciascun parametro e, attraverso una scala predefinita si assegnano delle classi di qualità. Ad ogni valore viene attribuito un livello d inquinamento cui corrisponde un colore: classe 1 = ottimo - azzurro, classe 2 = buono - verde, classe 3 = sufficiente - giallo, classe 4 = scadente - arancione, classe 5 pessimo - rosso. 2.2 IBE: Indice Biotico Esteso. Misura l effetto della qualità chimica e chimico-fisica delle acque sugli organismi macroinvertebrati bentonici che vivono almeno una parte del loro ciclo biologico nell alveo dei fiumi; in particolare esso si basa sulla diversa sensibilità agli inquinanti di alcuni gruppi faunistici e sulla diversità biologica presente nella comunità dei macroinvertebrati bentonici. I macroinvertebrati sono visibili a occhio nudo e sono rappresentati da tricladi (vermi piatti), oligocheti, irudinei (cui appartengono le sanguisughe), molluschi, crostacei, insetti (larve e adulti). Il tipo di comunità di macroinvertebrati varia al variare delle caratteristiche dell ambiente acquatico e si modifica in conseguenza di fenomeni di inquinamento. Gli organismi che vivono in un corso d'acqua, sono condizionati dalla qualità dell'acqua stessa; lo sono in particolare modo i macroinvertebrati che vivono sui fondali, i quali avendo una capacità di spostamento molto limitata, o quasi nulla, risentono facilmente degli effetti di un eventuale inquinamento. La presenza di un notevole carico organico, favorisce infatti un'intensa attività demolitrice a carico di microrganismi che consumano ossigeno per questa operazione. La diminuzione dell'ossigeno nell'acqua (accompagnata via via dalla produzione di sostanze tossiche, derivate da metabolismo di certi microrganismi anaerobi), determina la progressiva scomparsa delle specie più sensibili, a vantaggio di quelle più resistenti. Dallo stato di qualità dell'acqua dipende quindi il tipo di comunità di macroinvertebrati che la popolano. La presenza o l assenza di determinate classi di questi organismi permettono di qualificare il corso d acqua, attribuendo 5 classi di qualità, dalla classe di qualità elevata (ambiente non inquinato - azzurro) alla classe di qualità scadente (ambiente fortemente inquinato - rosso). Insieme al LIM determina lo stato ecologico dei corsi d acqua (SECA).

Tabella 2 Conversione dei valori di IBE in classi di qualità e rispettivi giudizi (ARPA Lombardia, 2004) Figura 4 I macroinvertebrati acquatici sono buoni indicatori della qualità dell acqua.

2.3 SECA: Stato Ecologico dei Corsi d Acqua. È determinato incrociando i valori di LIM e di IBE; come valore di SECA si considera il risultato peggiore tra i due. È rappresentato in 5 classi che vanno da classe 1 = qualità elevata a classe 5 = qualità pessima. Figura 5 Classificazione dei corsi d acqua significativi SECA, con riquadro che segnala l area dell Est Ticino (Programma di Tutela e Uso delle Acque. Regione Lombardia, 2006)

2.4 SACA: Stato Ambientale dei Corsi d Acqua. Per la valutazione dello stato ambientale si prendono in considerazione anche i microinquinanti (sia organici che metalli pesanti) eventualmente presenti nelle acque fluviali. Se la concentrazione anche di un solo microinquinante è superiore al valore soglia, lo stato ambientale diventa automaticamente scadente o pessimo, se risulta pessima la classe SECA. Figura 6 Classificazione dei corsi d acqua significativi SACA, con riquadro che segnala l area dell Est Ticino (Programma di Tutela e Uso delle Acque. Regione Lombardia, 2006)

Tabella 3 Classificazione dei corsi d acqua superficiale LIM, IBE, SECA e SACA (Programma di Tutela e Uso delle Acque. Regione Lombardia, 2006)

Figura 7 - Fiume Ticino (Applicazione dell Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l Ambiente, 2002)

Per quanto riguarda il fiume Ticino, presso la stazione di Cuggiono, l IBE raggiunge la classe 2, dunque lo stato biologico si può definire buono; mentre lo stato ecologico (SECA) è pari a tre, ovvero sufficiente.

Anche nella stazione di Boffalora sopra Ticino lo stato biologico è da definirsi buono. La tendenza nel breve periodo preso in considerazione, ricavata dal confronto dei valori IBE osservati negli ultimi due anni, evidenzia per il fiume Ticino un miglioramento del giudizio di qualità.

Indice di Funzionalità Fluviale L Indice di Funzionalità Fluviale (IFF)è un metodo di valutazione dello stato di salute ecologica degli ambienti fluviali, basato sull'analisi dei parametri morfologici, strutturali e biotici dell'ecosistema preso in considerazione. E' un metodo di indagine speditivo per il controllo e il monitoraggio ecologico degli ambienti fluviali a scopo di tutela degli stessi. L'IFF può essere applicato in qualunque ambiente d'acqua corrente, sia di montagna che di pianura, cioè in torrenti, fiumi di diverso ordine e grandezza, in fossi e canali, purchè abbiano acque fluenti; sia in ambienti alpini che appenninici, insulari e mediterranei in genere. Non trova applicazione però negli ambienti di transizione e di foce e nelle acque ferme (laghi, lagune, stagni, etc..), per i quali è già in fase sperimentale un nuovo indice specifico. Il periodo di rilevamento più idoneo per un'applicazione corretta è quello compreso tra il regime idrologico di morbida e quello di magra, e comunque in un periodo di attività vegetativa. Il monitoraggio, inteso come indagine conoscitiva dell'ambiente fluviale, può essere eseguito con cadenza pluriennale, campagne di indagine più ravvicinate sono giustificate solo qualora si siano verificate variazioni significative dei parametri oggetto di studio. Nel caso di progetti di riqualificazione ambientale, invece, il rilievo andrebbe eseguito almeno nella fase che precede l'interventi e, con maggior frequenza, nella fase successiva. L'applicazione dell'iff deve essere preceduta da un preventivo e accurato studio dell'ambiente oggetto di lavoro. A questo proposito occorre prendere in considerazione: cartografia del tratto oggetto di studio (uso del suolo, eventuali accessi al fiume, presenza di strade) carta della vegetazione foto aeree morfologia del bacino regime idrico presenza e tipologia di derivazioni, e di scarichi se disponibili dati recenti (max 2 anni) circa monitoraggi IBE, faunistici o floristici relativi alle comunità acquatiche se disponibili dati relativi a precedenti rilevamenti con scheda RCE2. Per poter individuare con precisione gli elementi necessari all'analisi ambientale, il lavoro in campo deve essere supportato da una carta a scala 1:10.000, da un numero adeguato di schede di rilievo, da una macchina fotografica (meglio se digitale), matite e gomme da cancellare, rotella metrica, stivali da pescatore, retino da macrobentos, vaschette, pinze, guanti. La metodica I.F.F., consente di prendere in esame tratti omogenei dei corsi d acqua sotto 14 diversi aspetti rilevati con una specifica scheda. La metodica è stata strutturata per essere applicata ad ogni corso d acqua (acque lotiche) e prevede la compilazione della schede "in campo", cioè percorrendo le rive del corso d acqua da valle verso monte e cambiando scheda quando varia una delle caratteristiche osservate. Per evitare la rilevazione di tratti omogenei troppo brevi, consultate le indicazioni riportate nel manuale redatto da ANPA Ed.2 del 2003 dove viene calcolato un tratto minimo rilevabile (TMR) a seconda della larghezza dell'alveo di morbida. Le informazioni da rilevare sono effettuate per entrambe le rive e riguardano le principali caratteristiche di un corso d'acqua: vegetazione delle fasce ripariali (tipologia, ampiezza, continuità) conformazione delle rive e morfologia dell alveo strutture di ritenzione in alveo erosione componente vegetale in alveo (macrofite) detrito (stato di decomposizione della sostanza organica) comunità macrobentonica

Per ogni domanda è possibile esprimere una sola delle quattro risposte predefinite. Alle risposte sono assegnati pesi numerici raggruppati in 4 classi (minimo 1, massimo 30) che esprimono le differenze funzionali delle singole risposte. Questi aspetti sono sottoposti ad una valutazione approfondita e sono presi in considerazione per la formazione di un indice con un minimo di 14 punti ed un massimo di 300. I risultati dell'indagine, elaborati direttamente sul campo e rilevabili in ciascuna scheda, sono raggruppati in 5 livelli di funzionalità, dal I (grado di funzionalità ottimo) al V (grado di funzionalità pessimo). Il metodo prevede anche livelli intermedi, al fine di graduare il passaggio tra un livello ed un altro. I livelli contraddistinti da colori diversi, sono riportati su carte di facile comprensione (cartografia tematica), allo scopo di creare una utilissima e pratica mappa della funzionalità fluviale. Per una rappresentazione di dettaglio si useranno carte in scala 1:10.000 o 1:25.000, per una rappresentazione d'insieme scale 1:100.000 Figura 14 - Tratto Imponente difesa spondale presso Cuggiono (1-7-2002). (Applicazione dell Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l Ambiente, 2002)

Indice di Funzionalità fluviale applicato al Fiume Ticino Il corso d acqua valutato nel tratto compreso a nord dello Scolmatore Magentino fino al ponte della S.S. 11 di Boffalora è lungo quasi 10 km e presenta alveo di morbida maggiore di 300 m (Vedi Quadro 6). Questo tratto è caratterizzato da boschi e da vegetazione riparia ampia e senza particolari interruzioni. Il livello di funzionalità è III per la sponda sinistra, II per la destra. La presenza di centri urbani quali Magenta in sponda sinistra e Cerano in sponda destra, non direttamente a ridosso del fiume, non sembra influenzare particolarmente la funzionalità di questo tratto fluviale; ciò è confermato anche da una comunità macrobentonica ben strutturata e diversificata, adeguata alla tipologia del fiume, dal periphyton scarsamente sviluppato e da frammenti vegetali riconoscibili e fibrosi. Figura 15 Tratto del Fiume Ticino a cui è stato applicato l IFF Tratto compreso tra il Canale Scolmatore Magentino e il comune di Boffalora (Applicazione dell Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l Ambiente, 2002)

Dal ponte della S.S. 11 fino al ponte dell autostrada A 4 in località Boffalora (2,7 km) (Vedi Quadro 7), il tratto mantiene le caratteristiche incontrate nel tratto precedente con un lieve peggioramento della sponda sinistra, affiancata da prati e da qualche arativo, con una fascia di vegetazione perifluviale ampia tra 5 e 30 m e con qualche interruzione; sulla sponda destra l erosione è poco evidente. Il livello di funzionalità è II per la sponda sinistra e I-II per la sponda destra. Procedendo verso nord per 1,7 km fino all Osteria Ticino in Comune di Cuggiono la vegetazione perifluviale è arbustiva riparia e le rive presentano erbe e arbusti; il periphyton è discreto e i frammenti vegetali sono fibrosi e polposi. Questi fattori e gli altri, invariati rispetto al tratto più a valle, determinano un II livello di funzionalità per entrambe le sponde. Figura 16 Tratto del Fiume Ticino a cui è stato applicato l IFF Tratto compreso tra il comune di Boffalora e il comune di Cuggiono (Applicazione dell Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) al sistema idrografico del Fiume Ticino. Fondazione Lombardia per l Ambiente, 2002)

Le acque del canale Villoresi sono da ritenersi di discreta qualità, in particolare se confrontata alla condizione generale degli altri corpi idrici nell area circostante: sono infatti paragonabili alle acque del fiume Ticino, da cui il canale deriva le sue acque, che ha indice SECA pari a 2 (giudizio buono). Questo aspetto positivo è testimoniato anche dalla rilevante presenza di fauna ittica di tipo ciprinicolo. Il lieve inquinamento presente nel Canale Villoresi è dovuto a fonti sporadiche di origine civile e le sue acque possono essere utilizzate sia in agricoltura che nell industria con buoni risultati. Un indagine sulla qualità delle acque della Provincia di Milano è stata effettuata dal 1987 al 1992 campionando presso tre stazioni: Parabiago, Nova Milanese e Cassano d Adda. I grafici riportati mostrano l andamento di diversi parametri osservati dal 1987 al 1992. Gli autori di questo studio concludono che la qualità delle acque del Canale Villoresi è tra le migliori riscontrate in tutti i corpi idrici studiati, sia artificiali che naturali. Solo nel 7,8 % dei casi i dati risultano eccedere il limite di classe D del Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA) e il ritrovamento di inquinanti ad elevate concentrazioni è, per la maggior parte dei casi, attribuibile ad eventi sporadici di origine civile. Il Dott. Bogani del Sias (Sistema Informativo delle Acque Superficiali) ha fornito dati rilevati presso via Santa Maria a Parabiago riguardanti la qualità delle acque del Canale Villoresi nel periodo 1987-1999. Da queste informazioni viene confermata anche per il periodo fino al 1999 la buona condizione del corso d acqua artificiale. Figura 8 Risultati dei rilevamenti sulle acque del Canale Villoresi nel periodo 1987-1992 (Provincia di Milano, 1995)

Per descrivere l inquinamento derivante da fonti puntuali e diffuse, è possibile analizzare gli andamenti temporali delle concentrazioni dei parametri: BOD (Biochemical Oxigen Demand), ossigeno disciolto, azoto nitrico (nitrati), azoto ammoniacale (ammonio totale) e fosforo totale. L azoto è presente nelle acque sotto diverse forme: l azoto ammoniacale descrive l inquinamento di origine urbana, mentre i nitrati risultano più direttamente legati al fenomeno dell eutrofizzazione. Le sostanze nutrienti quali azoto e fosforo sono i maggiori responsabili dell eutrofizzazione e la loro presenza nei corsi d acqua porta al deterioramento delle acque, le quali finiscono in mare aperto inquinandolo. Il miglioramento dello stato di trofia delle acque marino costiere richiede quindi la riduzione del carico di azoto e fosforo apportato dai fiumi che vi sfociano. In particolare, la presenza di fosforo nelle acque, sia in forma direttamente assimilabile dagli organismi, sia in forme non assimilabili ed associate ai sedimenti, è generalmente più cospicua nei torrenti e nei corsi d acqua che drenano territori fortemente urbanizzati. La richiesta biochimica di ossigeno (BOD) nelle acque reflue, scarichi industriali e acque di superficie è l'espressione della quantità di ossigeno consumata durante la decomposizione del materiale organico ad opera di processi biochimici. In particolare, il BOD5 (Biochemical Oxygen Demand) misura la quantità di ossigeno necessaria in cinque giorni affinché i batteri presenti nelle acque ossidino (e dunque degradino) le sostanze organiche biodegradabili presenti. È un indice di inquinamento organico che rende conto della biodegrabilità delle sostanze. Il COD (Chemical Oxygen Demand) invece, è la quantità di ossigeno necessaria per ossidare, con un ossidante forte, le sostanze degradabili presenti nelle acque. Rispetto al BOD esso tiene conto di quelle sostanze che i batteri non riescono a degradare (e dunque non si riferisce alle sole sostanze biodegradabili) ed inoltre di alcune sostanze inorganiche. Il rapporto BOD/COD definisce, in genere, la biodegradabilità delle sostanze. La determinazione del BOD rappresenta quindi una prova importante per la determinazione dell'impatto delle acque reflue domestiche e industriali sugli impianti di trattamento delle acque e sulle acque riceventi. Le attività antropiche costituiscono dunque la fonte principale delle sostanze organiche che attraverso gli scarichi (urbani, industriali, zootecnici) possono essere sversate nei corpi idrici. La presenza elevata di sostanza organica di origine animale e/o vegetale può, nei casi più gravi, condurre rapidamente alla deossigenazione dell acqua fino alla scomparsa della vita acquatica. Lo sviluppo industriale post-bellico, associato all inurbamento della popolazione e all incremento della produzione agricola, ha determinato un aumento del carico organico prodotto. È l aumento dell attività depurativa e dei trattamenti biologici delle acque reflue che determina una cospicua riduzione del carico organico veicolato ai corsi d acqua ed un miglioramento della loro ossigenazione. Per questo motivo un corso d acqua deve mantenere un adeguata concentrazione di ossigeno disciolto, in quanto è da quest ultimo che dipende la capacità di degradare un carico inquinante dipende, oltre che dalla natura del carico stesso. Come parametro di misura, dato che la solubilità dell ossigeno in acqua risulta influenzata dai valori di temperatura e pressione, viene utilizzata la percentuale di saturazione.

Identificativi corso d'acqua Corpo idrico C.S.N.O. Tipo Canale Comune Abbiategrasso Località La Pinetina Data prelievo 15/12/1998 Parametri chimico-fisici-batteriologici Parametro Valore Unità di misura Temperatura 10 C Ph 8,4 Conducibilità 179 µs/cm Durezza F Ossigeno disciolto 8,9 Ossigeno disciolto 86 % Bod5 <2 mgo2/ l Cod 5 mgo2/ l Cloruri <15 Solfati 28 Azoto nitrico 2 Azoto nitroso 0,02 Azoto ammoniacale <0,04 Fosfati <0,03 Fosforo totale 0,04 Tensioattivi anionici <0,1 Ferro <20 µg/l Rame 2 µg/l Zinco 5 µg/l Cadmio 0,4 µg/l Cromo totale <1 µg/l Mercurio <0,1 µg/l Piombo <1 µg/l Coliformi totali 11000.0 MNP/100 ml Coliformi fecali 1500.0 MNP/100 ml Streptococchi fecali 430.0 MNP/100 ml Tabella 4 Dati biochimici del Canale Scolmatore delle Piene di Nord Ovest, riferiti al 1998 (sito Provincia di Milano, SIAS)

Identificativi corso d'acqua Corpo idrico CANALE VILLORESI Tipo Canale Comune Parabiago Località v. Santa Maria Data prelievo 05/05/1999 Parametri chimico-fisici-batteriologici Parametro Valore Unità di misura Temperatura 16 C Ph 8,7 Conducibilità 146 µs/cm Durezza F Ossigeno disciolto 9,2 Ossigeno disciolto 97 % Bod5 5 mgo2/ l Cod 5 mgo2/ l Cloruri 3 Solfati 30 Azoto nitrico Azoto nitroso <0,01 Azoto ammoniacale <0,04 Fosfati <0,03 Fosforo totale <0,03 Tensioattivi anionici <0,1 Ferro <20 µg/l Rame <1 µg/l Zinco <1 µg/l Cadmio <0,1 µg/l Cromo totale <1 µg/l Mercurio <0,1 µg/l Piombo <1 µg/l Coliformi totali 930.0 MNP/100 ml Coliformi fecali 110.0 MNP/100 ml Streptococchi fecali <30.0 MNP/100 ml Tabella 5 Dati biochimici del Canale Villoresi, riferiti al 1999 (sito Provincia di Milano, SIAS)

Identificativi corso d'acqua Corpo idrico TICINO Tipo Fiume Comune Boffalora Ticino Località Ponte s.s. N. 11 Data prelievo 13/04/1999 Parametri chimico-fisici-batteriologici Parametro Valore Unità di misura Temperatura 11 C Ph 8,4 Conducibilità 130 µs/cm Durezza F Ossigeno disciolto 13,2 Ossigeno disciolto 125 % Bod5 <2 mgo2/ l Cod <5 mgo2/ l Cloruri 6 Solfati 30 Azoto nitrico 1,1 Azoto nitroso <0,01 Azoto ammoniacale 0,08 Fosfati <0,03 Fosforo totale 0,05 Tensioattivi anionici <0,1 Ferro <20 µg/l Rame <1 µg/l Zinco <1 µg/l Cadmio <0,1 µg/l Cromo totale 1 µg/l Mercurio <0,1 µg/l Piombo 1 µg/l Coliformi totali 4600.0 MNP/100 ml Coliformi fecali 930.0 MNP/100 ml Streptococchi fecali <30.0 MNP/100 ml Tabella 6 Dati biochimici del Fiume Ticino, riferiti al 1999 (sito Provincia di Milano, SIAS)

3. Impianti di depurazione La depurazione delle acque riguarda prevalentemente la materia organica inquinante presente. Durante tale processo essa non viene completamente eliminata, ma se ne riduce la sua concentrazione. Per tale motivo lo scopo principale è l abbattimento dei due indicatori correlati al carico organico BOD5 e COD. Per stimare la potenzialità di un depuratore si utilizza il concetto di abitante equivalente, introdotto per permettere di confrontare in termini di inquinamento organico le varie tipologie di reflui (urbani, domestici, industriali). Tramite fattori di conversione, si stima quanti abitanti occorrerebbero per produrre (con normali reflui domestici) la stessa quantità di inquinamento. Per convenzione, un abitante equivalente corrisponde a 60 g di BOD5 al giorno. Dal 1 luglio 2005, TAM SERVIZI IDRICI S.R.L., svolge la propria attività nell ambito dell erogazione del servizio pubblico locale di collettamento e depurazione delle acque reflue urbane (civili ed industriali), raccolte dalle reti fognarie dei 30 Comuni Soci di Tutela Ambientale del Magentino S.p.A., di cui fanno parte i quattordici comuni aderenti al progetto di Agenda 21 comunale dell Est Ticino. TAM SERVIZI IDRICI S.R.L., si occupa della gestione e conduzione delle reti di collettamento e degli impianti di depurazione di proprietà di Tutela Ambientale del Magentino S.p.A. ubicati nel territorio dei Comuni di Cisliano, Bareggio, Nosate, Robecco sul Naviglio e Turbigo ivi compresa l attività di manutenzione ordinaria, programmata e quella di carattere straordinario strettamente connessa ad assicurare la continuità operativa del servizio, incluse le attività di carattere economico amministrativo ad esso correlate. Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque realizzato dalla Provincia di Milano nel Luglio 2003, elenca gli schemi depurativi (impianti) ai quali sono state apportate modifiche. Nel caso dei quattordici comuni dell Est Ticino, è solo uno l impianto che serve fino a 400 mila abitanti, infatti è definito un impianto che serve ampi territori, di tipo Intercomunale. Tabella 7 Settore Col./Dep. Schemi depurativi previsti e comuni serviti nell ambito 1 (Piano Regionale di Risanamento delle Acque Rapporto di sintesi. Provincia di Milano, 2003)

Figura 8 Ubicazione dei depuratori comunali ed intercomunali della Provincia di Milano (Piano Regionale di Risanamento delle Acque, 2001)

COMUNI ABITANTI RESIDENTI NON A.E. TOTALE TOTALE % RESIDENTI SERVITI RESIDENTI PRODUTTIVI SERVITO RESIDUO RESIDUO Albairate Arluno 4155 5511 Boffalora Sopra Ticino* 4304 Casorezzo 4645 Cassinetta di Lugagnano 3906 1212 62 83 531 3013 65 297 4413 70 2512 6995 232 3,316 1576 1418 24 0 1442 158 10,957 Cisliano Corbetta 3000 13732 11535 206 2796 14537 2197 15,113 Marcallo con Casone 5216 4694 78 578 5350 522 9,757 Mesero Ossona 3451 3748 3106 3411 52 56 1266 2928 4424 6395 345 337 7,798 5,269 Robecco sul Naviglio 6183 5132 93 105 5330 1051 19,718 Santo Stefano Ticino* 3887 58 131 Sedriano 8919 134 89 8295 4499 4308 249 4299 5,534 99,791 4666 4076 8518 624 7,325 Tabella 8 Popolazione equivalente complessiva attualmente allacciata all impianto di depurazione di Robecco sul Naviglio (Dati TAM SERVIZI IDRICI S.R.L., 2003)

4. Qualità delle acque sotterranee Gli studi condotti nell anno 2005 dall ASL della Provincia di Milano 1 hanno portato alla stesura di una relazione che descrive la situazione degli acquedotti dei comuni che ne fanno parte, la quale risulta dall attività di vigilanza e controllo effettuata dall U.O.C. Igiene degli Alimenti e della Nutrizione del Dipartimento di Prevenzione dell ASL Provincia di Milano 1. Per fare questo sono stati presi in considerazione diversi parametri microbiologici, organolettici e cloro residuo, fisici e composti azotati e organoalogenati. Questa relazione è utile a fornire una visione a 360 della situazione dell intero territorio dell ASL. Lo scopo è quello di dare informazioni che possano favorire nei cittadini scelte alimentari più consapevoli e meno condizionate da un mercato che con i suoi messaggi pubblicitari più o meno consapevolmente induce a diffidare dell acqua del rubinetto di casa. Nella tabella 3 viene mostrato il quadro riepilogativo dei risultati dell analisi microbiologica. Ricordiamo che lo standard di potabilità microbiologica prevede la totale assenza nel campione di indicatori di contaminazione, cioè di Enterococchi e di Escherichia coli. Nella tabella, come pure nella successiva, i campioni sono stati suddivisi in due categorie: quelli prelevati prima del punto di immissione in rete (cioè prima del trattamento e/o della miscelazione) e quelli prelevati al punto di immissione dell acqua nella rete di distribuzione o lungo la rete stessa. È a questi ultimi, dunque, che bisogna riferirsi quando si valutano le caratteristiche dell acqua fornita all utenza. Come si può constatare solo uno 0,2% dei campioni è risultato non conforme agli standard di qualità microbiologica. Questi casi sono ovviamente stati ricontrollati, e si sono rivelati dei falsi positivi : non erano cioè indicativi di un inquinamento dell acqua potabile. Si è sempre trattato, insomma, di risultati riferibili a situazioni contingenti di stato del punto di prelievo o di modalità di campionamento. D altra parte le caratteristiche della rete di distribuzione degli acquedotti, mantenuta sempre in pressione positiva per cui anche in presenza di fessurazioni non sono possibili infiltrazioni dall esterno, rendono quanto mai improbabile una contaminazione batterica dell acqua potabile di proporzioni tali da costituire un rischio per la salute. Per quanto riguarda i controlli sui parametri chimici, la tabella 6 ne riassume i risultati. Anche in questo caso i campioni indicativi della qualità dell acqua distribuita sono quelli classificati come In rete, mentre quelli classificati come Preimmissione forniscono indicazioni sulle caratteristiche dell acqua prima del trattamento o della miscelazione. I risultati dimostrano come il 99% dei controlli effettuati ai punti di immissione dell acqua in rete siano risultati conformi agli standard richiesti per l acqua destinata al consumo umano, mentre solo sedici campioni sui millecinquecento settantuno analizzati sono risultati non rispondenti agli standard in questione, a causa della presenza di sostanze in concentrazione superiore a quella massima consentita nelle acque potabili. Come si può constatare osservando la tabella 5, in otto casi il campione analizzato conteneva nitrati in concentrazione superiore ai 50, in altri otto il composto presente in concentrazione superiore al limite consentito era un solvente clorurato (cloroformio, tricloroetilene e/o il tetracloroetilene, freon 11), mentre in un caso si trattava di antiparassitari. Il numero di campioni non conformi riportato in tabella 4 non coincide con il totale della tabella 5 (17 contro 16) perché in quest ultima un campione è conteggiato due volte, avendo superato il limite massimo di concentrazione per due parametri. Per quanto riguarda i comuni dell Est Ticino, tutti i campioni prelevati nel corso del 2005 sono risultati conformi agli standard di qualità fissati dal D.Lgs.31/2001 per le acque destinate al consumo umano. Sottoposti ad analisi microbiologica, sono risultati esenti da microrganismi indicatori di contaminazione, mentre l analisi chimica ha evidenziato che la concentrazione dei composti ricercati si è mantenuta sempre al di sotto dei limiti massimi consentiti. Fanno eccezione solo alcuni pozzi che alimentano gli acquedotti dei comuni di Bareggio e S. Stefano sul Ticino, nei quali è stata rilevata la presenza di contaminanti o solventi, ma per i quali sono già stati presi provvedimenti tramite trattamenti di depurazione e filtrazione. Il comune di Cisliano ad esempio, dal gennaio 2005, utilizza un impianto di filtrazione su carboni attivi grazie al quale si hanno già avuti miglioramenti significativi.

Tabella 9 Medie annue di Nitrati, Tricloroetilene e Tetracloroetilene (come somma dei due composti) e Cloroformio sui controlli ai punti di immissione in rete. (L acqua potabile nei comuni dell ASL Provincia di Milano 1, 2006)

Nitrati (50 ) Tricloroetilene e Tetraclorotilene Cloroformio (somma dei due (30µg/l) composti) (10 µg/l) Valore medio EST Ticino 23,43 2,50 1,33 Albairate 14 1 <1 Arluno 24 7 2 Bareggio 28 2 2 Boffalora 19 3 1 Casorezzo 23 2 <1 Cassinetta 29 1 <1 Cisliano Corbetta Marcallo Mesero Ossona Robecco 17 24 27 22 15 23 1 3 2 5 2 1 1 <1 1 1 <1 <1 S. Stefano 33 <1 <1 Sedriano 30 <1 <1 Unità di misura µg/l µg/l Tabella 10 Medie di Nitrati, Tricloroetilene e Tetracloroetilene (come somma dei due composti) e Cloroformio sui controlli ai punti di immissione in rete nei comuni dell Est Ticino per l anno 2005. (L acqua potabile nei comuni dell ASL Provincia di Milano 1, 2006) Acquedotto di Albairate L acquedotto di Albairate è alimentato da due pozzi, che emungono acqua le cui caratteristiche risultano fin dall origine conformi agli standard di qualità richiesti dalla legge per le acque destinate al consumo umano. Di conseguenza l acqua viene immessa nella rete di distribuzione senza alcun trattamento preliminare. I controlli effettuati nel corso del 2005 hanno confermato questa situazione: tutti i campioni, sottoposti ad analisi microbiologica, sono risultati esenti da microrganismi indicatori di contaminazione, mentre l analisi chimica ha evidenziato che la concentrazione dei composti ricercati si è mantenuta sempre al di sotto dei limiti massimi consentiti. Bisogna comunque sottolineare la migliore qualità dell acqua erogata dal pozzo Milano rispetto al pozzo di Cascina Marcatutto: nel primo la concentrazione dei nitrati è nettamente inferiore, e non si riscontrano tracce di composti organoalogenati, tracce che, sia pur minime, si rinvengono nell acqua fornita dal pozzo Marcatutto, dove sono altresì presenti anche tracce di antiparassitari, segnatamente atrazina, desetilatrazina, simazina e terbutilazina.

Acquedotto di Arluno L acquedotto di Arluno è alimentato da due pozzi. L acqua emunta viene sottoposta, a puro scopo precauzionale, a clorazione; inoltre l acqua del pozzo Sport viene sottoposta a trattamento con filtri a carboni attivi per abbattere le concentrazioni di alcuni composti organoalogenati. Il pozzo sport è dotato di due colonne: l acqua viene miscelata e poi immessa in rete. I controlli effettuati nel corso del 2005 hanno evidenziato che, anche grazie al trattamento, l acqua erogata dall acquedotto di Arluno è sempre risultata conforme agli standard di potabilità fissati dal D.L.31/01. Per quanto riguarda i parametri microbiologici tutti i campioni sono risultati esenti da microrganismi indicatori di contaminazione (Escherichia coli ed Enterococchi). Tra i composti chimici più significativi, la concentrazione dei nitrati non ha mai superato i 37, i trialometani sono stati rilevati in tracce o addirittura la loro concentrazione è risultata inferiore alla soglia di rilevabilità analitica, mentre sono presenti concentrazioni significative di altri composti organoalogenati, precisamente tricloroetilene e tetracloroetilene, nell acqua emunta da entrambi i pozzi. Tali concentrazioni hanno superato il limite di potabilità nell acqua emunta dalla colonna superficiale del pozzo Sport che, pertanto, è da tempo presidiato da filtri a carboni attivi, mentre nell acqua proveniente dalla colonna profonda del pozzo Sport e dal pozzo Foscolo, la loro concentrazione è prossima al limite. La Società Acque Potabili, che gestisce l acquedotto di Arluno ha comunque provveduto, dall aprile del 2005, a sottoporre a trattamento anche l acqua proveniente dalla colonna profonda del pozzo Sport. L effetto del trattamento si nota osservando le concentrazioni riscontrate nell acqua proveniente dalla miscelazione delle due colonne (Sport miscelata 85/86) che è poi quella immessa nella rete dell acquedotto. Per il pozzo Foscolo il gestore ha già chiesto e ottenuto l autorizzazione alla realizzazione di un impianto di filtrazione su carboni attivi. Acquedotto di Bareggio L acquedotto di Bareggio è servito da tre pozzi, il Girotti, il De Gasperi (o Bareggetta) e il Sicsa (o Cascina Casone). L acqua emunta dai pozzi viene sottoposta a trattamento di filtrazione su carboni attivi per la rimozione dei contaminanti presenti nell acqua di falda (solventi clorurati, in particolare cloroformio, tricloroetilene e tetracloroetilene). I controlli effettuati nel corso del 2005 hanno da un lato confermato la presenza dei contaminanti nell acqua di falda, e dunque la necessità di sottoporre l acqua a trattamento, e dall altro la buona efficacia dei trattamenti stessi, in quanto nei campioni prelevati a valle di questi ultimi, rappresentativi della qualità dell acqua immessa in rete, la concentrazione dei composti chimici ricercati è risultata sempre nella norma. Per quanto riguarda i controlli microbiologici, tutti i campioni sono risultati indenni da microrganismi indicatori di contaminazione; in un paio di occasioni è stata riscontrata una carica batterica elevata, ma si tratta di un dato privo di rilevanza sul piano sanitario. Acquedotto di Boffalora L acquedotto di Boffalora Sopra Ticino risulta alimentato attualmente da tre pozzi in quanto il pozzo denominato Italia 1 è stato abbandonato dal 1999. L acqua emunta dal pozzo 5 Industria viene sottoposta a trattamento con filtrazione su carboni attivi per la presenza di tricloroetilene e tetracloreetilene, come risulta nella tabella 5, che evidenzia l efficacia del trattamento. Negli altri due pozzi, l acqua emunta non viene sottoposta ad alcun trattamento in quanto l acqua risulta potabile all origine. I controlli eseguiti nel corso dell anno 2005 hanno confermato che l acqua fornita dall acquedotto di Boffalora S/T è conforme agli standard di qualità fissati dal D.Lgs. 31/2001: tutti i campioni sono risultati privi di indicatori di contaminazione microbiologica, mentre le concentrazioni dei parametri chimici ricercati è sempre risultata inferiore ai limiti di Legge, e addirittura inferiore alla soglia di rilevabilità analitica. La situazione appare stabile visto che confontrando i risultati degli ultimi 5 anni non si evidenziano variazioni significative.

Acquedotto di Casorezzo L acquedotto di Casorezzo è attualmente servito da due pozzi, il Bertani e l Umberto I. Un terzo pozzo, l Inveruno, è fermo dall agosto 2004, quando la concentrazione di nitrati, che già da un anno era prossima al limite massimo di consentito nelle acque potabili, superò tale limite. Il pozzo potrebbe peraltro essere riattivato, qualora l acqua emunta risultasse di nuovo conforme agli standard di qualità richiesti dalla legge. L acqua distribuita nel corso del 2005 è sempre risultata potabile in tutti i controlli. In tutti i campioni non si è mai rilevata la presenza di indicatori di contaminazione microbiologica, mentre la concentrazione dei parametri chimici è sempre risultata ampiamente inferiore ai limiti massimi consentiti. Acquedotto di Cassinetta di Lugagnano L acquedotto di Cassinetta di Lugagnano è alimentato da due pozzi. L acqua emunta viene sottoposta a trattamento di filtrazione su carboni attivi e poi miscelata prima di essere immessa in rete. Tutti i campioni prelevati nel corso del 2005 sono risultati conformi agli standard di qualità fissati dal D.Lgs.31/2001 per le acque destinate al consumo umano. In particolare per quanto riguarda i parametri microbiologici tutti i campioni sono risultati esenti da microrganismi indicatori di contaminazione (Escherichia coli ed Enterococchi), mentre per quanto riguarda l analisi chimica in tutti i campioni le concentrazioni dei composti ricercati sono risultate sempre ben al di sotto dei rispettivi limiti massimi consentiti, o addirittura, come per trialometani e alcuni composti organoalogenati, inferiori alla soglia di rilevabilità analitica. Acquedotto di Cisliano L acquedotto di Cisliano è alimentato da due pozzi. L acqua emunta dal pozzo Gaggiano/Str.Abbiategrasso non viene sottoposta ad alcun trattamento poiché risulta potabile all origine e i controlli effettuati nel corso del 2005 lo hanno confermato. L acqua emunta dal pozzo Veneto/Serbatoio invece è sottoposta a trattamento con filtri a carboni attivi. Il gestore dell acquedotto, vista la tendenza all aumento delle concentrazioni di alcuni composti organoalogenati, segnatamente tricloroetilene e tetracloroetilene, a gennaio del 2005 ha deciso di installare, per precauzione, un impianto di filtrazione su carboni attivi. La scelta si è rivelata lungimirante visto che nel corso del 2005 le concentrazioni nell acqua grezza hanno superato il limite stabilito dalla normativa (Tabella 5 - Veneto/Serbatoio grezza del 07/07/05). Grazie al trattamento, è stata però sempre garantita la potabilità dell acqua erogata in rete. E il caso di sottolineare la migliore qualità dell acqua erogata dal pozzo Gaggiano/Str.Abbiategrasso rispetto al pozzo Veneto/Serbatoio: nel primo la concentrazione dei nitrati è nettamente inferiore e le concentrazioni di composti organoalogenati e trialometani restano comunque basse senza l ausilio di trattamenti. L andamento nel tempo dei composti più significativi, mostrato in tabella 10 come medie annue dei controlli effettuati, evidenzia il netto miglioramento dell acqua erogata dal pozzo Veneto/Serbatoio a seguito dell installazione dei filtri a carboni attivi. Per quanto riguarda i parametri microbiologici tutti i campioni sono risultati esenti da microrganismi indicatori di contaminazione (Escherichia coli ed Enterococchi); occasionalmente è stata riscontrata una carica batterica elevata, ma si tratta di dati assolutamente privi di significato sotto il profilo sanitario. Acquedotto di Corbetta L acquedotto di Corbetta è alimentato da cinque pozzi, di cui uno, il De Gasperi, costituito da due colonne. L acqua emunta da questo pozzo è potabile all origine e viene per tanto immessa in rete senza alcun trattamento, mentre invece l acqua emunta dai pozzi Oberdan, Veneto e Lamarmora viene sottoposta a trattamento di filtrazione su carboni attivi. Nel caso dei due pozzi Oberdan l acqua, oltre al trattamento di filtrazione, viene anche effettuata una miscelazione in serbatoio dell acqua emunta, che poi viene immessa in rete. I controlli sui campioni prelevati nel corso del 2005 hanno escluso la presenza di microrganismi indicatori di contaminazione ( Escherichia coli ed Enterococchi) ; occasionalmente è stata rilevata una elevata carica batterica, ma si tratta di un dato

privo di significato sotto il profilo igienico sanitario In tutti i campioni la concentrazione dei composti chimici è risultata sempre inferiore ai limiti massimi fissati dalla legge per le acque destinate al consumo umano, spesso anzi addirittura inferiore alla soglia di rilevabilità analitica. Ciò vale in modo particolare, ovviamente, per i controlli sull acqua distribuita, che dimostrano l efficacia del trattamento con carboni attivi nel rimuovere i contaminanti presenti nell acqua grezza. Acquedotto di Marcallo con Casone L acquedotto di Marcallo con Casone è alimentato da due pozzi, uno dei quali, il Clerici, è dotato di tre colonne di emungimento. L acqua risulta potabile all origine, e pertanto viene immessa in rete senza alcun trattamento preliminare. Va però precisato che fino al maggio 2005 l acqua emunta dal pozzo Jacini veniva sottoposta a trattamento di filtrazione su carboni attivi, trattamento rimosso dopo avere ripetutamente constatato che anche l acqua emunta da questo pozzo è naturalmente potabile. Tutti i campioni prelevati nel corso del 2005 sono risultati indenni da indicatori di contaminazione microbiologica, mentre la concentrazione dei parametri chimici ricercati è risultata sempre inferiore ai limiti di legge, ancorché si stata rilevata la presenza di solventi clorurati in tracce in campioni prelevati al pozzo Jacini e alla colonna 2 del pozzo Clerici. Acquedotto di Mesero L acquedotto di Mesero è alimentato da due pozzi. L acqua emunta viene immessa in rete senza alcun trattamento preliminare. Tutti i campioni prelevati nel corso dell anno 2005 sono risultati esenti da indicatori di contaminazione microbiologica quali Escherichia coli ed Enterococchi, e la concentrazione dei composti chimici ricercati è risultata sempre inferiore al limite di legge previsto dal D.Lgs. 31/2001. È però opportuno segnalare che in alcuni campioni, uno prelevato al pozzo Magenta e due al pozzo Volta, le concentrazioni di tricloroetilene e di tetracloroetilene sono risultate prossime al limite dei 10 μg/l, massimo consentito nelle acque potabili. Il gestore è stato ovviamente avvertito per le verifiche del caso, in modo da poter predisporre le misure che si rendessero necessarie in caso di ulteriore aumento della concentrazione di questi contaminanti. Acquedotto di Ossona L acquedotto di Ossona è alimentato da due pozzi, il Boccaccio e il XXV Aprile. L acqua che viene emunta risulta essere potabile all origine, e pertanto viene immessa in rete senza sottoporla ad alcun trattamento. Lo confermano le risultanze dei controlli effettuati nel corso del 2005: non è mai stata rilevata la presenza di indicatori di contaminazione microbiologica, e la concentrazione dei composti chimici ricercati è risultata sempre inferiore alla concentrazione massima ammissibile fissata dalla normativa in materia di acque destinate al consumo umano. Va comunque sottolineato che nell acqua emunta dal pozzo XXV Aprile, ancorché questo sia stato approfondito qualche anno fa, si riscontrano tracce di solventi clorurati, in particolare tricloroetilene, la cui concentrazione sembrerebbe essere in lievissimo ma costante aumento, a giudicare dai valori delle medie annue rilevate. Si tratta comunque di concentrazioni ampiamente inferiori al limite consentito, e che non costituiscono alcun pericolo per la salute umana. Acquedotto di Robecco sul Naviglio L acquedotto di Robecco S/N è alimentato da cinque pozzi. L acqua emunta non viene sottoposta a trattamenti di sorta, ma viene immessa direttamente in rete. Nel caso dei tre pozzi Crocifisso e del pozzo Municipio l immissione in rete è preceduta da una miscelazione; sulla condotta a valle della miscelazione vi è ovviamente un punto di controllo, che nelle tabelle è identificato con il codice 184RM02. L acquedotto di Ribecco dispone inoltre di un collegamento con l acquedotto di Magenta, da cui può essere rifornito in caso di necessità. I controlli effettuati nel corso del 2005 non hanno mai evidenziato la presenza nell acqua di indicatori di contaminazione microbiologica quali Escherichia coli ed Enterococchi, e la concentrazione dei composti chimici ricercati è risultata sempre inferiore al

limite massimo consentito dalla legge, e spesso anzi inferiore alla soglia di rilevabilità analitica, con un unica eccezione: in un campione prelevato nel mese di settembre al pozzo S.S 526 è stata riscontrata la presenza di antiparassitari - atrazina e desetilatrazina - in concentrazione superiore, sia pure di poco, al limite consentito. Il gestore ha provveduto a fermare il pozzo, che potrà essere nuovamente utilizzato solo dopo che sarà stato installato un impianto di trattamento a carboni attivi. Acquedotto di S. Stefano sul Ticino L acquedotto di S.Stefano Ticino è alimentato da due pozzi, ed è inoltre collegato con l acquedotto di Magenta. Le acque emunte dai pozzi vengono sottoposte a filtrazione su carboni attivi, quindi miscelate tra loro e poi immesse in rete. I controlli effettuati non hanno mai evidenziato la presenza di microrganismi indicatori di contaminazione, e la concentrazione dei composti chimici, riferita ai campioni prelevati dopo la miscelazione e dunque rappresentativi delle caratteristiche dell acqua immessa in rete è risultata sempre entro i limiti di legge. I controlli effettuati a monte degli impianti di trattamento, e specificamente quelli riferiti al pozzo Garibaldi 2, hanno confermato la presenza di solventi, tricloroetilene e di tetracloroetilene, in concentrazioni superiori al limite dei 10 μg/l, a conferma della necessità del trattamento. Acquedotto di Sedriano I controlli effettuati nel corso del 2005 hanno confermato la necessità di mantenere in funzione gli impianti di trattamento per garantire la potabilità dell acqua immessa in rete; tricloroetilene e tetracloroetilene sono infatti presenti nell acqua grezza (a monte dei filtri a carboni attivi ) in concentrazioni anche superiori a quelle massime stabilite dal D.L. 31/ 01, mentre nell acqua trattata le concentrazioni diminuiscono sensibilmente e i n qualche caso risultano addirittura inferiori alla soglia di rilevabilità analitica. Sempre relativamente ai parametri chimici, viene confermata la presenza in concentrazioni significative di nitrati, anche se inferiori a quelle massime stabilite dalla normativa, nell acqua emunta dal pozzo Meda ( 45 mg/ l come media annua tabella 13).Relativamente ai parametri microbiologici tutti i campioni sono risultati esenti da microrganismi indicatori di contaminazione ( Escherichia coli ed Enterococchi).

Valore provinciale 405 Valore medio EST Ticino 13,47 Albairate Arluno Bareggio Boffalora Casorezzo Cassinetta Cisliano Corbetta Marcallo Mesero Ossona Robecco S. Stefano Sedriano Unità di misura 15,8 14,1 8,1 14,6 10,8 11,9 9,3 11,1 19,0 21,0 19,1 10,4 12,5 10,9 litri/secondo su 1000 abitanti Tabella 11 - Portata idrica di acqua potabile prelevata ogni mille abitanti riferito all anno 2004. (Provincia di Milano, 2006) Valore nazionale (2006) 730 (m3 procapite annui) Valore provinciale (2002) 405,30 Valore medio EST Ticino 336,07 Albairate Arluno Bareggio Boffalora Casorezzo Cassinetta Cisliano Corbetta Marcallo Mesero Ossona Robecco S. Stefano Sedriano 277,6 299,4 307,6 359,1 230,8 331,7 313,7 346,7 379,,0 442,3 477,6 335,5 324,0 322,9 Unità di misura litri/(gg*abitanti) Tabella 12 - Consumo civile idrico pro capite riferito all anno 2001. (Provincia di Milano, 2001)

5. Pozzi Albairate Tabella 13 Pozzi presenti nel comune di Albairate e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Arluno Tabella 14 Pozzi presenti nel comune di Arluno e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Bareggio Tabella 15 Pozzi presenti nel comune di Bareggio e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Boffalora sopra Ticino Tabella 16 Pozzi presenti nel comune di Boffalora sopra Ticino e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Casorezzo Tabella 17 Pozzi presenti nel comune di Casorezzo e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Cassinetta di Lugagnano Tabella 18 Pozzi presenti nel comune di Cassinetta di Lugagnano e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Cisliano Tabella 19 Pozzi presenti nel comune di Cisliano e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Corbetta Tabella 20 Pozzi presenti nel comune di Corbetta e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Marcallo con casone Tabella 21 Pozzi presenti nel comune di Marcallo con Casone e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Mesero Tabella 22 Pozzi presenti nel comune di Mesero e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Ossona Tabella 23 Pozzi presenti nel comune di Ossona e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Robecco sul Naviglio Tabella 24 Pozzi presenti nel comune di Robecco sul Naviglio e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Santo Stefano sul Ticino Tabella 22 Pozzi presenti nel comune di Santo Stefano Ticino e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Sedriano Tabella 23 Pozzi presenti nel comune di Sedriano e valori medi annui dei prelievi da pozzi pubblici (Sito della Provincia di Milano)

Valore provinciale 6371 1,71 Valore medio EST Ticino 66,43 9,74 Albairate Arluno Bareggio Boffalora Casorezzo Cassinetta Cisliano Corbetta Marcallo Mesero Ossona Robecco S. Stefano Sedriano 105 89 49 72 24 29 97 212 29 15 22 87 31 69 Unità di misura n pozzi 23,83 8,41 3,00 16,67 4,64 16,64 28,63 14,05 5,24 4,15 5,60 13,41 7,61 6,36 n pozzi/1000 abitanti Tabella 24 N dei pozzi nell Est Ticino (SIF Provincia di Milano, 2000)

6. Piezometria L'andamento piezometrico va conosciuto con estremo dettaglio perché permette di sapere il percorso degli inquinanti nella falda. Ciò è particolarmente importante nel territorio dell alto milanese dove si sovrappongono fenomeni di disturbo originate dall'incontrollato sfruttamento della falda che provocano variazioni nella direzione del flusso anche a distanza di pochi Km. Il flusso idrico medio sotterraneo nel settore nord-occidentale della provincia milanese risulta diretto da nord-nordovest a sud-sudest, con gradiente medio del 2 per mille. Figura 11 Andamento della soggiacenza della falda freatica nella Provincia di Milano Maggio 2004 (sito della Provincia di Milano). La profondità della falda non è costante nel tempo, ma varia a seconda di diversi fattori. Nelle aree con scarsa influenza dell'attività umana le oscillazioni sono di tipo stagionale dipendendo dalle precipitazioni e dalla portata dei fiumi (nelle zone in cui questi alimentano le falde). Alle fluttuazioni di tipo naturale bisogna aggiungere quelle dovute all'azione dell'uomo L'attività dell'uomo, infatti, influenza il livello di falda in diversi modi: la pratica dell'irrigazione produce un innalzamento della superficie piezometrica nei periodi estivi; l'emungimento eccessivo di acqua provoca un abbassamento della superficie della falda; l'urbanizzazione provoca un abbassamento del livello piezometrico in quanto nelle zone urbane, impermeabilizzate dall'asfalto, gran parte delle acque meteoriche vengono convogliate nelle fognature e inviate ai corpi idrici superficiali. Il deflusso sotterraneo, quindi, viene ridotto drasticamente e diminuisce il fenomeno di ricarica della falda. Secondo Paoletti il deflusso sotterraneo di acqua, che in una situazione non urbanizzata ammonterebbe al 50% circa dell'acqua meteorica scenderebbe al 30% in una zona urbanizzata.

Figura 12 Piezometria e soggiacenza della falda freatica riferita a marzo 2006 (sito della Provincia di Milano) I punti di monitoraggio utilizzati sono rappresentati dai pozzi della rete di monitoraggio provinciale (151), dai piezometri di monitoraggio cave (107), dai fontanili della zona dei terrazzi Adda e Ticino (50), dalle misure idrometriche Ticino e Adda (54), dalle quote fisse per modellamento ubicate all esterno del territorio provinciale ( 21). Questa carta telematica è costruita su 2 livelli informativi: -la Carta Piezometrica in cui le linee isopiezometriche hanno intervalli pari a 5m, in considerazione della scala di realizzazione della carta, proporzionale alla densità ed accuratezza delle misure. La carta inoltre non evidenzia tutte le interazioni tra falda e corsi d acqua naturali e artificiali ne i disturbi dovuti alla presenza di cave in falda ad esclusione del bacino dell Idroscalo, per il quale sono a disposizione le misure mensili. L inserimento di misure fisse in aggiunta alle misure periodiche effettuate dagli Enti si è reso necessario, in alcune zone, senza stravolgere la direzionalita delle linee di flusso.nella fascia delle risorgive sono state inserite le quote dei fontanili anche in considerazione delle limitate oscillazioni della falda, assorbite dalla variazione di portata dei fontanili stessi. - la Carta della soggiacenza e modello digitale del terreno. Per poter elaborare la carta delle soggiacenze su tutto il territorio provinciale si è partiti dal modello digitale del terreno (40mx40m). Il valore di soggiacenza è stato ricavato come differenza tra il modello digitale del terreno e l interpolazione piezometrica precedentemente descritta. Anche in questo caso l attendibilità del risultato finale dipende dalla distribuzione e dalla qualità del dato piezometrico e ci permette di affermare che la carta ha un grado di attendibilità sufficiente, anche considerando il carattere sperimentale della nuova procedura utilizzata.

Figura 13 Carta della concentrazione massima dei nitrati nella falda (Provincia di Milano, 2000) Poiché i dati analitici disponibili si riferiscono a pozzi con profondità e caratteristiche differenti, captanti acquiferi con diverso grado di protezione dalle contaminazioni superficiali in funzione della continuità, numero e spessore degli orizzonti argillosi sovrastanti ai tratti fenestrati, e poiché le cause di contaminazioni sono collegate all'uso del suolo, i panorami ricostruiti mirano a rappresentare lo stato chimico degli orizzonti acquiferi più superficiali della falda tradizionale, eliminando i valori relativi all'acquifero profondo o protetto. La selezione dei dati è stata quindi fatta alla luce della posizione dei filtri nei relativi pozzi in relazione agli spessori ed alla posizione dei livelli argillosi attraversati. Il criterio seguito comporta l'eliminazione dei dati riferiti ai pozzi i cui intervalli fenestrati si trovino tutti al di sotto del primo orizzonte argilloso con caratteristiche di spessore ed estensione areale tali da operare una protezione per gli orizzonti acquiferi immediatamente sottostanti. Inoltre, al fine di limitare la disomogeneità dei dati legata alla profondità ed al tipo di degli acquiferi captati dai filtri sottostanti, dovuta a diversi gradi di miscelazione di acque superficiali con acque profonde, sono stati eliminati tutti i dati relativi a pozzi in cui lo spessore complessivo degli orizzonti argillosi attraversati tra il primo ed ultimo filtro fosse superiore a 10 m, inteso come indice di attraversamento di molteplici orizzonti acquiferi o di acquiferi confinati. Limitatamente al settore meridionale, dove orizzonti argillosi superficiali proteggono, su ampie aree, gli orizzonti acquiferi captati, sono stati considerati anche i dati relativi ai pozzi le cui fenestrature più superficiali fossero comprese tra il primo ed i secondo orizzonte argilloso. Tale scelta è supportata anche dall'osservazione di una consistente diminuzione delle concentrazioni a profondità maggiori. Sono peraltro stati eliminati anche tutti i dati che presentassero, in una sequenza temporale, un'improvvisa diminuzione delle concentrazioni rilevate; essa è infatti indicativa di un intervento di approfondimento del pozzo e/o di chiusura dei suoi filtri più superficiali, frequentemente adottato dall'ente gestore al fine di migliorare la qualità dell'acqua emunta. È importante sottolineare che lo studio riguarda l'acqua di falda e non l'acqua distribuita dalle rete acquedottistica, che viene miscelata e trattata.

Sorgenti puntuali di inquinamento I tecnici della Provincia di Milano hanno individuato alcuni punti di contaminazione da solventi situati entro il territorio comunale dei Comuni dell'est Ticino o nelle immediate vicinanze di esso. Poiché la falda è in lento movimento, da tali punti le sostanze inquinanti vengono trasportate e formano il cosiddetto pennacchio, cioè una zona in cui la falda è inquinata (fig. 14). [Fonte: Provincia di Milano, 2002]. Fortunatamente l'incidenza di queste contaminazione sulla falda è nulla o debole (fig.15). Chi inquina paga Indagini future dovranno individuare gli interventi sulla falda e definire, se possibile, i responsabili dell inquinamento. Uno dei principi enunciati nel corrente programma ambientale europeo è chi inquina paga : i costi delle bonifiche dovranno essere sostenuti da chi ha inquinato l ambiente. Fig. 14 Contaminazioni puntuali della falda (Provincia di Milano, 2002)