UVA DA VINO STIMA DEI DANNI DA GRANDINE ED AVVERSITA ATMOSFERICHE



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Corso di formazione di avvio alla professione: Perito estimatore danni da avversità atmosferiche - Perito Grandine UVA DA VINO STIMA DEI DANNI DA GRANDINE ED AVVERSITA ATMOSFERICHE La garanzia assicurativa per il prodotto uva da vino contro i danni causati dalla percossa della grandine o da quelli causati da altre avversità atmosferiche riguarda dal punto di vista puramente estimativo,la determinazione del danno di quantità ovvero la perdita di peso subita dal prodotto danneggiato. Tale entità si ottiene come differenza fra la PRODUZIONE RISARCIBILE E LA PRODUZIONE OTTENIBILE. Per produzione risarcibile si intende la produzione assicurata a cui vanno sottratti l eventuale mancato prodotto dovuto a qualsiasi causa non oggetto di rischio assicurato ( fitopatie, avversità non assicurate, scarsa produttività stagionale, etc. ) e/o eccessi di produzione assicurata rispetto al potenziale produttivo della coltura od ai massimali stabiliti per contratto. Eccezionalmente, nel caso di danno per Eccesso di Pioggia che abbia a verificarsi nei venti giorni antecedenti la vendemmia, la stima è relativa al mancato prodotto dovuto all insorgere di fenomeni di marcescenza al grappolo e quindi a fitopatie. Per produzione ottenibile si intende la produzione realmente raccoglibile ( da stima ) o raccolta (da dati di pesatura del prodotto raccolto ). Qualora poi il contratto lo preveda al danno di quantità va aggiunto, sul prodotto residuo, il danno di qualità che trova una applicazione convenzionale desunta da tabelle o coefficienti che prevedono una pura e semplice elaborazione matematica. Poiché l indennizzo assicurativo va a coprire il mancato ricavo dovuto al sinistro subito, il danno di qualità rappresenta il deprezzamento, subito dal prodotto residuo non più integro, che va ad influire sul ricavo totale. La conoscenza della morfologia, dei cicli vegetativo e riproduttivo, delle caratteristiche dei sistemi di allevamento e di coltivazione sono senza dubbio di grande aiuto ed importanza per una corretta interpretazione e valutazione dei danni causati dalla grandine e da altre avversità atmosferiche oggetto di garanzia assicurativa. Queste conoscenze, accompagnate da una seria competenza professionale, buon senso pratico e soprattutto grande spirito di osservazione, faranno si che il 1

giudizio del perito non ricada in valutazioni soggettive ma porti ad una attenta quantificazione oggettiva del danno. Cenni di morfologia: - Ceppo o tronco: rappresenta la parte basale del fusto e può assumere forme e dimensioni diverse. Non di rado ad una certa altezza si divide in due o più branche e nell insieme formano il così detto legno vecchio. - Tralci: di 1 o 2 anni rappresentano i rami della vite. Vengono denominati sarmenti una volta staccati o capi a frutto se destinati, con la potatura, a portare grappoli. Sono di varia forma e lunghezza ma divisi in porzioni, delimitate da ingrossamenti detti nodi, chiamate internodi o meritalli. Sui nodi sono inserite le foglie che alla base del picciolo portano delle gemme le quali possono essere pronte od ibernanti. Le gemme pronte possono svilupparsi nello stesso anno dando origine a germogli detti femminelle che solitamente sono sterili ma possono portare grappolini detti uva di S. Martino o martinella. Le ibernanti sono in numero di due o più di cui una principale, che darà origine al germoglio fruttifero e le altre dette sottogemme o di controcchio che restano nascoste alla base dello stesso. Solitamente queste gemme rimangono ferme ma in condizioni di particolare vigore della vite o a seguito di traumi subiti dalla gemma principale possono dare origine a germogli che in genere sono meno fertili od anche sterili rispetto a quello principale ma possono anche dare origine ad una fruttificazione pressoché normale. Sul fusto esistono anche gemme latenti o dormienti che possono svilupparsi anche a distanza di anni dalla loro formazione dando origine a germogli ( succhioni ) più o meno vigorosi e scarsamente fertili o sterili. In genere, a partire dal 2-4 nodo e fino al 5-6, all opposto della foglia si trova il grappolo od il viticcio. Il numero di grappoli per ogni tralcio fruttifero è caratteristico per ogni varietà di vite coltivata e varia solitamente, con le dovute eccezioni, da 1 a 3. L ordine di distribuzione dei grappoli e dei viticci è intermittente; dopo due nodi consecutivi che portano grappolo o viticcio vi è un nodo con sola foglia ma nei due nodi successivi ricompare la sequenza grappolograppolo oppure grappolo-viticcio oppure viticcio-viticcio. Non è la regola ma spesso l internodo successivo all ultimo grappolo è più corto di quello che lo precede e di quello che lo segue. - Infiorescenza: trattasi di un racemo o grappolo composto. Il suo asse principale è detto rachide e può variamente dare origine a ramificazioni dette racimoli all apice dei quali si originano i pedicelli che portano i singoli fiori. Normalmente la prima ramificazione del rachide, a partire 2

dalla sua inserzione sul nodo, è un viticcio che può essere persistente ma sovente dissecca e cade lasciando una evidente ed ingannevole cicatrice. Il fiore è in prevalenza ermafrodito ma esistono taluni vitigni, come il Lambrusco di Sorbara, il Picolit, etc. che hanno fiori con polline sterile o poco fecondo e pertanto la fecondazione può essere difficoltosa e di conseguenza la produzione di acini. - Frutto: l uva è botanicamente una infruttescenza a grappolo formata da singole bacche dette acini. Il rachide, dapprima erbaceo, tende a lignificare e costituisce il graspo che in peso rappresenta dall 1,5% al 5% dell intero grappolo. L acino è ricoperto da una buccia di diverso spessore e colore al di sotto della quale troviamo il mesocarpo, ricco di cellule succose, e quindi l endocarpo che racchiude le logge in cui si trovano i semi o vinaccioli. Di norma i vinaccioli sono in numero di quattro ma possono essere meno, causa aborto, od addirittura inesistenti come nelle uve apirene o partenocarpiche. Durante la fase riproduttiva si possono avere due importanti fenomeni: la colatura e l acinellatura. La prima consiste nel disseccamento e caduta dei fiori ed è dovuta sia a cause intrinseche ( anomalie fiorali ) che estrinseche ( condizioni ambientali sfavorevoli, pratiche colturali errate, disturbi di natura fitopatologia ). L acinellatura è la conseguenza della partenocarpia ed apirenia e porta alla formazione di acini di piccole dimensioni che possono giungere a maturazione ( acinellatura dolce ) o rimanere verdi fino alla raccolta ( acinellatura verde). - Operatività pratica valida per tutte le avversità: L assicurazione copre il solo prodotto dell annata destinato alla vinificazione. Il rischio a carico della società ha inizio dalla schiusa delle gemme o venti giorni prima della data di vendemmia nel caso di marciumi per eccesso di pioggia; la garanzia si riferisce alla perdita di quantità e, se sottoscritta dall assicurato, a quella convenzionale di qualità che va attribuita al prodotto residuo tramite opportuni coefficienti. La perizia deve essere anticipata dalle consuete operazioni preliminari: - identificare l appezzamento assicurato secondo i confini, la superficie,i dati catastali e la varietà indicata nel contratto - controllare la quantità di prodotto ottenibile che può essere < = > a quello assicurato. Viceversa il prodotto assicurato potrà essere < = al prodotto ottenibile ma mai superiore e comunque deve rientrare, qualora previsto, nella produzione ammessa dai disciplinari di produzione. - constatare che non siano in atto malattie od anomalie, le quali possano influire sulla produzione ottenibile; siano state eseguite le normali pratiche colturali, sia esatta la data della grandine dichiarata dall assicurato, non sussistano danni ante rischio 3

Eventuali deduzioni dovranno essere espresse nello spazio all uopo destinato nel bollettino di campagna, con le causali, indicando il valore residuo su cui verrà liquidato il danno. Le detrazioni di prodotto possono essere dovute a: - eccesso di assicurazione, quando la quantità di prodotto assicurato è superiore a quella ottenibile - perdita di prodotto indotta da avversità diverse da grandine, mancati trattamenti e/o pratiche colturali errate - prodotto parzialmente raccolto, in proporzione alla quantità realmente ottenibile Qualora durante i controlli preliminari od in corso di rilevazione risultino delle irregolarità esse devono essere evidenziate,quali osservazioni o riserve secondo testi appositamente predisposti, sul bollettino di campagna per consentire alla Società di assumere le deliberazioni in merito. GELO E BRINA Definizione: abbassamento termico inferiore a 0 dovuto a presenza di masse di aria fredda e/o congelamento di rugiada o sublimazione di vapore acqueo dovuto a irraggiamento notturno. Colpiscono soprattutto nelle prime fasi di sviluppo quando i tessuti sono ancora teneri ed erbacei. I danni sono legati a diversi fattori: - intensità e durata del fenomeno - sensibilità della cultivar - stadio vegetativo - ubicazione del vigneto Nei casi più leggeri i danni si limitano a necrosi superficiali con imbrunimenti dei tessuti corticali e dei margini fogliari mentre in quelli più gravi si ha la necrosi completa dell intera gemma o del germoglio con un loro più o meno rapido disseccamento a seconda dell intensità del fenomeno. E buona norma effettuare immediatamente un sopralluogo in modo da verificare l effettivo potenziale produttivo del vigneto attraverso una corretta ed uniforme ripresa vegetativa. La stima del danno si baserà sul conteggio dei grappoli mancanti tenendo conto che eventuali grappoli portati da germogli secondari scaturiti dalle gemme di controcchio si presentano in genere di scarse dimensioni e con naturale ed evidente ritardo nello sviluppo. GRANDINE Stadio fenologico del vigneto grandinato L accertamento dello stadio fenologico ha lo scopo di stabilire, in caso di grandini molto precoci, se al momento del sinistro era già in atto la schiusa delle gemme e quindi era in corso la garanzia. Inoltre esso serve ad orientare il tecnico sulla tipologia di danno da periziare in relazione alla fase di sviluppo della pianta: 4

- vegetativa con danni riguardanti il germogliamento, l accrescimento vegetativo e la elaborazione od agostamento - riproduttiva con danni riguardanti la fioritura, l allegagione, l accrescimento degli acini (moltiplicazione cellulare) e la maturazione ( distensione cellulare) Configurazione dei danni - gemme e germogli asportati, in quanto corrispondenti a grappoli - fiori perduti, in quanto corrispondenti ad acini - acini totalmente perduti - acini parzialmente perduti - lesioni al peduncolo ed al rachide - lesioni ai tralci ed alle foglie 1) Danni alle gemme ed ai germogli La grandinata che interessa la prima fase vegetativa che va dalla schiusa delle gemme al germogliamento ed accrescimento dei germogli riguarda organi della vite costituiti da tessuti meristematici molto teneri. La pianta reagisce alle asportazioni totali o parziali ed ai traumi con l emissione di nuovi germogli dalle sottogemme e dalle gemme pronte. Il danno alla produzione può essere dovuto sia ad un ritardo nella formazione e successiva maturazione dei grappoli che ad una perdita effettiva di peso in quanto i germogli di sottogemma, se fertili, portano in genere un numero inferiore di grappoli e di dimensioni ridotte. Durante l accrescimento vegetativo la meteora può causare ancora danni ai giovani germogli, con troncature al di sopra o al di sotto delle infiorescenze, e all apparato fogliare in via di formazione. Vi possono essere asportazioni a carico delle infiorescenze con perdita totale dei grappoli programmati o parziale, interessando acini, racimoli o parti di grappolo. Il prodotto rimasto potrebbe avere un eventuale recupero di peso per effetto di una superiore alimentazione. Infine, nella fase di elaborazione od agostamento, la lignificazione dei tessuti e l ispessimento delle lamine fogliari offrono maggiore resistenza alla meteora. I grappoli, con peduncolo in fase di lignificazione, sono per lo più soggetti ad asportazioni di racimoli oppure a danni diretti ai singoli acini. 2) Danni in fase di fioritura - allegazione La maggiore consistenza dei tessuti nella parte basale dei germogli fa si che in questa fase vi possano essere delle troncature al di sopra delle infiorescenze (danno pressoché nullo) o al di sotto con danno parziale o totale. Le infiorescenze ed i grappoli, completamente esposti, possono andare incontro ad asportazioni totali o parziali a carico, queste ultime, di acini, racimoli o parti di grappolo. 5

Nessuna capacità reattiva da parte della pianta ma solo un eventuale parziale recupero dei grappoli rimasti per una maggiore disponibilità di nutrienti. 3) Danni ai grappoli durante le fasi di accrescimento e maturazione Durante queste fasi che si susseguono dall allegagione, all invaiatura ed alla maturazione, la grandine può arrecare l asportazione di grappoli, racimoli o singoli acini. Il danno è di per sé assoluto e l effetto di recupero, per l azione vicariante della pianta, diventa sempre meno efficace man mano ci si avvicina alla maturazione. Dall accrescimento alla maturazione gli acini sono soggetti anche a danni parziali che nel loro insieme vanno a costituire o ad incrementare la perdita di peso del singolo grappolo e possono essere così classificati: a) spaccatura : l acino spaccato dalla grandine mette allo scoperto la polpa e spesso anche i vinaccioli. A tale trauma la pianta attiva i processi fisiologici riparativi che determinano la suberificazione della parte esposta che così risulta protetta e può giungere a maturazione. La cicatrizzazione è sempre più difficile man mano ci si avvicina alla maturazione; inoltre andamenti stagionali sfavorevoli possono portare a rapida essicazione degli acini in ambienti siccitosi o a fenomeni di marcescenza per elevata piovosità od umidità con totale perdita delle bacche. All acino spaccato viene attribuito un danno variabile dal 30 al 80%. b) ammaccatura: la percossa della grandine, che colpisce la bacca senza spaccarla, provoca una compressione dei tessuti interni determinando spesso una diversa colorazione dell epicarpo e la formazione di uno strato di sughero nelle porzioni di cellule sottostanti. Nella zona colpita l acino non cresce più formando una concavità caratteristica. All acino ammaccato viene attribuito un danno dal 5 al 15% per i casi più superficiali e dal 15 al 40% per i casi più estesi e profondi. c) Macchiatura: lieve trauma da grandine che arreca solo decolorazioni dell epicarpo o lieve imbrunimento; l acino continua il suo accrescimento normale anche nell area colpita. All acino macchiato viene attribuito un danno contenuto, dall 1 al 5%. 4) Danni al peduncolo e al rachide La reazione della pianta a questo trauma consiste nel riparare la ferita con formazione di un callo di cicatrizzazione. Non essendo questo un tessuto conduttore come quello vascolare opporrà un certo ostacolo alla circolazione della linfa che dovrebbe alimentare gli acini. Ciò si potrebbe tradurre in un minore accrescimento degli acini e dei grappoli in funzione dell ampiezza, della profondità e del numero delle ferite ma anche dal momento in cui si è verificato il sinistro in quanto, più la grandine è prossima alla maturazione, minore sarà il danno indiretto per lesioni agli organi strutturali. 6

Caso limite è la completa ostruzione dei fasci vascolari, a seguito di ferite profonde e sensibilità varietale, che portano ad un progressivo appassimento e disseccamento del grappolo o parte di esso. 5) Danni ai tralci ed all apparato fogliare I tralci possono subire, specie durante la fase erbacea, sia troncature che ferite; nel primo caso si ha in genere l emissione di femminelle mentre nel secondo si forma il callo di cicatrizzazione con riduzione della attività vascolare. L apparato fogliare può subire asportazioni totali di foglie o loro lacerazioni che andranno a comprometterne la capacità foto sintetica. Il ripristino della superficie fogliare è essenzialmente legato alla produzione di femminelle. L eventuale danno si tradurrà in un minore accrescimento per diminuita attività foto sintetica e per una competizione avversa dei tessuti meristematici vegetali a scapito dei grappoli; inoltre sarà pressoché nullo nelle prime fasi vegetative per poi manifestarsi nella fase che va dall allegagione all invaiatura e tornare ad annullarsi in prossimità della maturazione. A tale proposito,l esperienza maturata dai periti grandine, ha portato alla compilazione di un prospetto indicativo di quelli che possono essere i coefficienti di danno da applicare al prodotto residuo nelle diverse fasi di sviluppo ed in funzione di diversi scaglioni di danno al grappolo. Modalità di perizia - Perizia preventiva: Soprattutto in caso di grandini precoci ( fino all allegagione) può essere utile fare un immediato sopralluogo senza valutazione del danno ed emissione del relativo bollettino di campagna. Il perito redige una scheda in cui fotografa la coltura al momento del sinistro ed evidenzia la tipologia di danno con particolare riferimento ad eventuali asportazioni totali di grappoli. La corretta e scrupolosa compilazione di detta scheda servirà di confronto e di 7

conforto alla perizia finale quando la ripresa vegetativa o l avvento di nuove attività meteoriche possono rendere difficoltosa o dubbia la valutazione del danno. - Perizia definitiva: consta di due momenti successivi che sono l analisi di base e l analisi campione. - Analisi di base: ha lo scopo di pervenire alla stima complessiva del danno quantitativo al singolo grappolo mediante l accertamento analitico delle tipologie di traumi arrecati ad esso dalla percossa della grandine. In pratica, scelto un grappolo caratteristico e memorizzato il tipo di danno, si procede al suo smontaggio attribuendo ai singoli acini l appropriato coefficiente di danno come precedentemente detto. Alla perdita di peso diretta va eventualmente aggiunto il danno indiretto per traumi al peduncolo ed al rachide. L analisi di base va eseguita per ogni perizia od al modificarsi della varietà di uva, su di un numero limitato di grappoli che rappresentano tipologie di danno differenziate e ricorrenti nell ambito della partita del vigneto grandinato. Serve di base ed orientamento per la successiva fase dei rilievi ma non può ritenersi conclusiva perché priva della necessaria ampiezza di osservazione. - Analisi campione: dopo avere attentamente monitorato il vigneto si procede alla scelta di un sufficiente numero di campioni su cui effettuare le analisi di danno. Tali campioni dovranno essere rappresentativi del danno medio dell appezzamento o di parte di esso con riguardo ai sistemi di allevamento, all esposizione, ad avvenute pratiche colturali, alla direzione della grandine. Ogni saggio comprende l osservazione scrupolosa di tutti i tralci con l individuazione dei grappoli asportati e l analisi di tutti quelli presenti, ai quali viene attribuito un coefficiente di danno di quantità, mediante comparazione (o stima sintetica ) con quelli precedentemente presi in esame nell analisi di base. Il danno totale di perdita di quantità sarà dato dal danno per asportazione a cui vanno aggiunti, calcolandoli separatamente sui residui successivi, il danno diretto ai grappoli e, se effettivamente motivato, il danno per lesioni alle foglie e ai tralci. Qualora poi il contratto lo preveda, al danno di quantità va sommato il danno di qualità desunto per interpolazione da apposite tabelle convenzionali. Il dato del danno complessivo andrà riportato sul bollettino di campagna. SICCITA Definizione: straordinaria carenza di precipitazioni pari ad almeno un terzo rispetto a quelle normali del periodo che comporti l abbassamento del contenuto idrico al di sotto del limite critico di umidità e/o depauperamento delle fonti di approvvigionamento idrico tale da rendere impossibili interventi irrigui di soccorso. Concorrono a determinare questa avversità diversi fattori: 8

- Climatici : scarse riserve idriche, elevate temperature, venti caldi, soleggiamento, etc. - Agronomici : sistema di allevamento, sesto di impianto, portainnesto, inerbimento, lavorazioni,etc. - Pedologici : giacitura, esposizione, composizione del terreno, etc. I danni si manifestano con la riduzione o l arresto dell accrescimento dei germogli, accartocciamento dei lembi fogliari, filloptosi, colatura dei fiori o delle bacche, riduzione dell accrescimento del grappolo, bacche più piccole, modifica del rapporto buccia polpa, etc. La stima della perdita di peso potrà essere condotta dal perito secondo varie modalità in funzione della tipologia del danno e della sua uniformità all interno della partita assicurata. 1) Determinazione del peso del grappolo ordinario Determinazione del peso dei grappoli danneggiati Danno = (peso medio ordinario - peso medio danneggiato ) / peso medio ordinario 2) Stima comparativa, alla stessa stregua della grandine, della perdita di peso sul singolo grappolo o sull intero ceppo. Se la perdita di peso del grappolo è del 75% od oltre il danno deve considerarsi totale in quanto nel grappolo stesso circa il 15 20% è costituito dal rachide, buccia e vinaccioli. VENTO FORTE Definizione: fenomeno ventoso che raggiunga almeno il 7 grado della scala Beaufort (50 km/h 14m/s ) limitatamente agli effetti meccanici sul prodotto, ancorchè causato dall abbattimento dell impianto arboreo. Nelle prime fasi della ripresa vegetativa può causare, specie nelle forme libere di allevamento, rottura dei giovani germogli con perdita della produzione. Successivamente l azione di sbattimento provocata dalla massa d aria può causare danni ai grappoli del tutto riconducibili ai danni da percossa della grandine. ECCESSO DI PIOGGIA Tale avversità può destare preoccupazioni o nelle prime fasi di sviluppo vegetativo/riproduttivo o durante la fase di maturazione. Nel primo caso possiamo avere fenomeni di colatura, ridotta allegazione, acinellatura od insorgenza di infezioni fungine. Questi fenomeni possono però essere causati anche da altre condizioni quali la predisposizione genetica, sbalzi termici, concimazioni errate, etc. per cui occorre da parte del perito particolare attenzione nell attribuzione del danno all eccesso di pioggia. In fase di maturazione il danno riguarda invece l insorgenza di marciumi ed in particolare della Muffa Grigia e del Marciume Acido. Nel primo caso la perdita di peso dei singoli acini sarà inferiore mentre con il marciume acido la bacca si svuota completamente perdendo la totalità del suo peso. 9

Si procederà ad una stima comparativa con grappoli campione su cui si sarà effettuata una analisi di base. COLPO DI SOLE Definizione: Incidenza diretta dei raggi solari sotto l azione di forti calori ( almeno 40 ) che per durata e/o intensità arrechi, in base alla fase fenologica delle colture, effetti determinanti sulla fisiologia delle piante con conseguente compromissione della produzione. Le bacche colpite presentano necrosi da scottatura con lesioni alla buccia e progressiva disidratazione. Il fenomeno può però essere accentuato da andamento climatico siccitoso, venti caldi, operazioni di sfogliatura particolarmente spinte od essere confuso con scottature da eccessivo od improprio trattamento con zolfo. Occorre pertanto prestare particolare attenzione nella valutazione di un eventuale danno. - Considerazioni: A conclusione di questo breve viaggio nella stima del danno da grandine sull uva da vino vorrei dare alcune indicazioni per una corretta conduzione della perizia. - Molto importante, soprattutto nel caso di grandini precoci, la determinazione del reale potenziale produttivo della coltura. Viene spesso dato per scontato che le varietà di viti normalmente coltivate producano costantemente due grappoli per ogni tralcio fruttifero ma questo non è la regola!!. Una attenta osservazione di viti protette da alberi, da costruzioni o di vigneti non colpiti da grandine ci aiuta a valutare il potenziale produttivo dell annata evitando sopravalutazioni del danno con attribuzione di asportati che in realtà non ci sono. - Scegliere accuratamente il campione o i campioni girando per tutto l appezzamento osservando come il danno si distribuisca in base al sistema di allevamento, all orientamento dei filari, ad avvenute operazioni colturali (parte di vigneto cimata e parte non cimata ). - In caso di grandini precoci prestare particolare attenzione ai fenomeni di colatura ed acinellatura qualora siano dovuti, come già ricordato, a cause non imputabili alla percossa della grandine. - Porre particolare cura nell osservazione di tutte quelle manifestazioni simili al danno da percossa ma che in realtà nulla hanno a che vedere con esso. Occorre quindi una buona preparazione tecnica per discernere da seccume dovuto a peronospora larvata piuttosto che la spaccatura dell acino per un attacco di oidio; seccume fisiologico del rachide o fenomeni di necrosi ed avvizzimento degli acini dovuti a colpi di calore o scottature; mancata emissione del germoglio per attacco di nottua durante la fase di schiusa della gemma o presenza sul tralcio fruttifero di gemme cieche per cause varietali, fisiologiche od ambientali. Un discorso a parte merita la Carie bianca che i francesi chiamano maladie de la grele. Colpisce solitamente i grappoli provocando seccumi delle ramificazioni primarie e secondarie nonché degli acini che si 10

ricoprono di granulazioni grigio biancastre. In effetti questa avversità si manifesta virulenta soprattutto dopo grandinate ma non è dovuta alla percossa bensì al fungo deuteromicete Coniothyrium diplodiella. - Non aver fretta di effettuare la perizia ma fare prima scelte precise ed oculate, in base alla intensità, alle dimensioni e all epoca di caduta della grandine, sui criteri da adottare per l analisi del danno. In tal senso va fatta grande attenzione nell attribuzione del danno indiretto per percosse al peduncolo ed al rachide oppure ai tralci ed alle foglie. Ricordando che tale danno assume maggiore importanza nel periodo che va dall accrescimento acini fino all invaiatura occorre accertarne l effettiva influenza sullo sviluppo del grappolo. Comunque, se durante la lettura del grappolo si tiene conto nel complesso della sua diminuzione di peso rispetto alla media, una ulteriore attribuzione di danno indiretto porterebbe ad una sopravvalutazione della stima. - Si riportano di seguito alcuni allegati che esemplificano gli argomenti fin qui trattati. 11

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Grappoli di barbera colpiti da coniothyrium diplodiella Particolari di acini di diverse varietà a diversi livelli di necrosi 15

Bibliografia - AIAG Seminario internazionale per tecnici sulla perizia di danni grandine all uva da vino. Costermano del Garda (Vr) 4/6 settembre 2002 - Il Ponte del Concordato italiano grandine 1981. Liquidazione dei danni da grandine con particolare riguardo all uva da vino; appunti da una lezione del Prof. Ferruccio Faccioli - Il Ponte del Concordato italiano grandine 1982. Liquidazione dei danni da grandine all uva da vino; appunti da una lezione del dott. Giovanni Bellofiore. - Il Ponte del Concordato italiano grandine 1995. Considerazioni su alcune manifestazioni di seccume a cura del dott. Giorgio Albertini - Il Ponte del Concordato italiano grandine 1983. Vite: Coniothyrium diplodiella ( carie bianca), un patogeno in espansione. Appunti da una lezione del prof. Giuseppe Fogliani. - Corso di aggiornamento per Periti Estimatori tenutosi alla Facoltà di Agraria dell Università degli Studi i Perugia il 7-8 marzo 2013. Il caso uva da vino Cremona 08 marzo 2014 Isp. Ganora dott. Pier Paolo Gruppo Reale Mutua 16