Stefano Sodi e sinistra storica di fronte ai principali problemi dell Italia unita: un confronto
Uno sguardo d insieme
L idea di sviluppo economico Diffusione di infrastrutture (strade ferrate) e sviluppo dell agricoltura, il tutto finalizzato e inserito in una prospettiva libero-scambista. Malgrado ciò scarsi miglioramenti sia in agricoltura sia nell industria, mentre in Europa il panorama economico andava mutando in modo rapido, allontanandosi dalla prospettiva cavouriana. Ascesa di nuove forze sociali (grandi possidenti e industriali) ed economiche (capitale finanziario e commerciale). Protezionismo e sempre più deciso sostegno all industria, in particolare settentrionale, mentre la già debole industria del Mezzogiorno veniva sfiancata dalle elevate tariffe doganali. Penalizzata fu l agricoltura: i contadini furono costretti ad una sempre più massiccia emigrazione verso l estero.
Fisco e bilancio Obiettivo fondamentale il pareggio del bilancio, considerato segno di progresso economico. Lo Stato unitario si accollò tutti i deficit degli stati preunitari (quello del Regno di Sardegna più della metà del totale): il debito pubblico ammontava nel 1861 a circa 2.400.000. Lo sviluppo delle infrastrutture necessarie (sforzo pubblico e capitale straniero) costrinse all aumento della pressione fiscale (soprattutto nelle campagne, ove viveva la maggior parte della popolazione tassa sul macinato del 1868 governo Menabrea imposta sul pane, che colpiva particolarmente le classi più povere e le campagne: ci furono reazioni di piazza, specie al Nord, represse dalla forza pubblica, con 250 morti e un migliaio di feriti). 1887 «Tariffa generale» sui prodotti esteri per sostenere il sistema industriale. A beneficiare del provvedimento fu l industria tessile, alimentare, siderurgica e la cantieristica navale (l apertura del Canale di Suez poneva l Italia, al centro delle rotte commerciali tra l Europa e l Oriente). Blocco sociale tra gli industriali del Nord e i grandi proprietari terrieri del Meridione). I prezzi dei beni di prima necessità aumentarono e questo danneggiò le classi sociali più deboli. Furono penalizzate le esportazioni, con grave danno delle produzioni agricole specializzate destinate al mercato europeo (agrumi, olio, vino, tabacco): guerra doganale con la Francia.
Sistema elettorale Suffragio ristretto: solo i cittadini di oltre 25 anni che avessero pagato almeno 40 lire di imposte annue e sapessero leggere e scrivere. Nelle prime elezioni del 1861 gli aventi diritto iscritti nelle liste elettorali furono circa 400 mila, corrispondenti al 2% della popolazione. Inoltre, la partecipazione al voto fu sempre piuttosto bassa, oscillando fra il 50 e il 60% degli aventi diritto. Legge elettorale del 1882, voluta da Depretis: dai 620 mila del 1860 a 2 milioni 144 mila (dal 2% al 6,9%); elettori maggiorenni col titolo di «capacità», cioè la prova di alfabetismo (certificato di superamento della seconda elementare o del biennio di scuola reggimentale dell esercito, oppure con la sottoscrizione, davanti al notaio, della domanda di iscrizione nelle liste). Rimane il maggioritario ma scrutinio di lista in collegi plurinominali che eleggevano da 2 a 5 deputati ciascuno: si ridusse il numero dei collegi elettorali (da 508 a 135 ma si rese più difficile la rappresentanza delle minoranze). Avvento dei socialisti in Parlamento.
Struttura politico-amministrativa Centralità del potere esecutivo tra i poteri dello Stato, cui venne di fatto delegato anche il potere legislativo, in parte per oggettive emergenze (guerra del 1859; trasferimento della capitale a Firenze del 1865) ma soprattutto per la particolare concezione del liberalismo italiano. Contro l idea del riconoscimento delle autonomie, si preferì un centralismo di tipo francese. In particolare preoccupazione per le province meridionali, che manifestavano segnali di attaccamento al vecchio regime e di ribellione sociale (brigantaggio). Agostino Depretis (1876) sale al potere non con una vittoria elettorale ma per la caduta del governo Minghetti che voleva trasferire allo Stato la proprietà delle quattro società ferroviarie private allora esistenti in Italia (i 232 deputati della + 10 della ). Trasformismo che svuotava di significato l alternanza al potere tra forze politiche differenti e il dibattito tra diversi progetti di guida del Paese.
L istruzione In Italia 17 milioni di analfabeti su 22 milioni di abitanti (78%). Uso quasi esclusivo dei dialetti. Legge Casati (1859) nel Piemonte ma estesa a tutto il Regno d Italia: istruzione elementare obbligatoria e gratuita per almeno due anni. Ma le spese a carico dei comuni: nei primi anni dell unità d Italia la legge rimase inapplicata nella maggior parte del Paese. Nel 1871 gli analfabeti erano ancora il 68% della popolazione. Legge Coppino (1877): obbligo elementare inferiore (fino ai nove anni); obbligo delle amministrazioni comunali, pur senza sanzioni per le inadempienze; il fanciullo deve imparare a leggere, scrivere e far di conto, ma anche apprendere i doveri dell uomo e del cittadino; eliminazione dell insegnamento religioso.
La politica estera Vari tentativi di annessione del Lazio (1862 Aspromonte; 1867 Mentana). Convenzione di settembre (1864). Accordo italo-prussiano e terza guerra d indipendenza (1866). Guerra franco-prussiana e presa di Roma (1870). Legge delle guarentigie (1871) e non expedit (1874). Abbandono delle alleanze con Francia e Inghilterra a causa della conquista della Tunisia da parte della Francia, avvenuta con il consenso del Regno Unito (1881). Adesione (1882) alla Triplice Alleanza con Germania e Austria. L Italia entrava a far parte del sistema di alleanze che garantiva gli equilibri della politica europea e vedeva riconosciuta la propria esistenza dal tradizionale avversario austriaco, ma l Impero austroungarico manteneva ancora il dominio sul Trentino e sulla Venezia Giulia, terre «irredente». Avvio dell espansione coloniale: 1882 acquisto dalla Compagnia di navigazione italiana, già Rubattino, della Baia di Assab, sulla costa meridionale del Mar Rosso; 1885 occupazione militare di una striscia di territorio che andava da queste coste alla città portuale di Massaua; 1887 primo fallimento della penetrazione italiana verso l altopiano etiopico con il massacro di 500 italiani a Dogali dalle truppe comandate da Alula, luogotenente dell imperatore d Etiopia Giovanni IV.