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Transcript:

1/10 CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI RESOCONTO STENOGRAFICO MISSIONE IN LOMBARDIA SEDUTA DI MARTEDÌ 16 GIUGNO 2015 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE STEFANO VIGNAROLI Audizione del direttore dell ARPA di Brescia, Maria Luisa Pastore. L audizione comincia alle 19.44. PRESIDENTE. L ordine del giorno reca l audizione del direttore dell ARPA di Brescia, Maria Luisa Pastore. La Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connesse al ciclo dei rifiuti. Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico che sarà pubblicato sul sito internet della Commissione e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Lascio quindi la parola al direttore dell ARPA Brescia, Maria Luisa Pastore, che è accompagnata dal dottor Massimiliano Confalonieri, responsabile bonifiche, e dalla dottoressa Maria Teresa Cazzaniga. direttore settore attività produttive. MARIA LUISA PASTORE, Direttore dell ARPA Brescia. La provincia di Brescia è un territorio complesso per le attività produttive che nel passato hanno interessato il territorio,

2/10 quindi nel campo delle bonifiche abbiamo un attività molto rilevante, ci sono circa 450 procedimenti aperti su siti in provincia di Brescia con diversa complessità, ma che richiedono tutti attenzione. Seguiamo diversi filoni in dipartimento, uno è quello delle bonifiche con alcuni siti di particolare interesse su cui il dipartimento sta spendendo molto energie. Uno di questi è la Caffaro, su cui abbiamo anche un progetto di approfondimento conoscitivo in particolare sulle aree esterne allo stabilimento, perché per il modello concettuale ormai condiviso la contaminazione dallo stabilimento Caffaro si è poi prepagata verso sud, attraverso il sistema delle rogge che venivano utilizzate a fini irrigui e che erano alimentate proprio dallo scarico della Caffaro. Circa un anno e mezzo fa abbiamo dato avvio a questo progetto, abbiamo indagato ulteriori aree agricole che non erano state indagate passato, spostandoci verso sud rispetto allo stabilimento, in un poligono che secondo le nostre valutazioni potrebbe risultare contaminato dall attività Caffaro. L area indagata è compresa fra il fiume Mella, il Cavo Grande superiore, per arrivare fino alla loro confluenza in Comune di Castel Mella. Dalle indagini condotte, che non sono finalizzate ai procedimenti di bonifica, ma sono indagini conoscitive a grande scala, abbiamo cercato di individuare quelle aree che risultano maggiormente contaminate, quindi abbiamo indagato una serie di maglie, campionando il terreno con cinque punti per maglia e miscelando i vari campioni per ottenere un unico campione rappresentativo di quella maglia. Non è quindi un indagine condotta secondo i criteri caratteristici delle indagini di bonifica, per avere un quadro complessivo della contaminazione delle aree agricole. Abbiamo confrontato i risultati che abbiamo ottenuto su queste aree, in particolare sui contaminanti caratteristici della Caffaro, che sono PCB, diossine, furani e metalli, con i valori della normativa e abbiamo rappresentato le contaminazioni di quest area sud dello stabilimento con delle scale cromatiche che visualizzano lo stato di contaminazione della Caffaro. È emerso che in questo poligono la contaminazione è effettivamente diffusa e anche piuttosto disomogenea, cioè non si nota un decrescere della contaminazione in modo omogeneo, ci sono punti molto contaminati vicini ad altri che lo sono meno. Questo fino alla confluenza del fiume Mella con il Cavo Grande superiore, quindi la contaminazione che abbiamo riscontrato arriva fino ai comuni anche a sud di Brescia. Abbiamo esteso le nostre indagini anche ai terreni ad est di quest area originariamente individuata, perché abbiamo visto che anche nelle aree ad est del Cavo Grande superiore c erano delle situazioni di contaminazione.

3/10 Per confrontare lo stato di contaminazione su questo poligono rispetto alla situazione generale dell area bresciana abbiamo fatto dei campionamenti su aree non interessate dalla contaminazione Caffaro, quindi abbiamo campionato una serie di terreni posti a cinque chilometri di distanza dal punto centrale individuato nello stabilimento Caffaro, posizionati lungo centri concentrici a cinque chilometri di distanza per quindici chilometri dalla Caffaro. In questo modo abbiamo campionato i terreni, abbiamo analizzato PCB e diossine, riscontrando di fatto che solo su un campione ci sono stati dei superamenti di questi due parametri rispetto alle CSC individuate per le aree residenziali. Questo permette di dire che l area Caffaro può essere delimitata dal punto di vista della contaminazione, ci deve essere un limite che separa le aree contaminate da quelle non contaminate, e ci induce a riflettere sulla validità dei limiti imposti dalla normativa. Non avendo riscontrato superamenti dei parametri, i limiti individuati dalla normativa possono essere considerati dei valori di fondo e quindi rappresentativi. A questo punto stiamo approfondendo la situazione dell area ad est del Cavo Grande superiore proprio per individuare un confine, seppur non così definito, che ci permetta di capire dove finisce la contaminazione della Caffaro. La verifica della contaminazione dei terreni ha poi portato una serie di decisioni successive da parte di ASL e dei comuni, c è stato un tavolo sulle aree agricole che, sulla base degli esiti che noi via via ottenevamo, individuava prescrizioni sulle pratiche agricole e sulle colture che potevano essere utilizzate su quelle aree. Sempre nell ambito dello stesso progetto abbiamo fatto una serie di campionamenti sui sedimenti delle rogge, sulle acque e sulle fasce ai bordi delle rogge stesse, individuando una sostanziale non problematica per le acque superficiali e invece una problematica piuttosto rilevante per i sedimenti e per le fasce attigue alle rogge e legate alla gestione delle rogge stesse, che vedevano la pulizia dei sedimenti e lo spostamento sulle rogge. Abbiamo notato un decrescere della contaminazione dalla roggia verso l esterno e comunque questa problematica va affrontata, anche perché le alcune di queste rogge sono ancora utilizzate per usi irrigui e anche l utilizzo irriguo deve essere regolato in modo preciso, nel senso che per esempio bisogna evitare la movimentazione dei sedimenti in fase di attingimento delle acque. L altro aspetto che stiamo valutando è sulle acque sotterranee, perché il sito di interesse nazionale era stato delimitato per le aree agricole, per i terreni, per le acque sotterranee e per le rogge, c era stata una delimitazione su queste tre problematiche.

4/10 Sulle acque sotterranee stiamo effettuando una serie di monitoraggi per verificare il plume di contaminazione determinato dalla Caffaro e complicato da altre situazioni presenti sul territorio, che aggiungono contaminazione alla contaminazione della Caffaro. Stiamo facendo anche valutazioni sullo scarico Caffaro, che attualmente è alimentato dai sette pozzi di emungimento, di cui solo due vengono trattati, quindi stiamo facendo dei campionamenti anche sulle acque di scarico per valutare da una parte l efficienza del sistema di trattamento, dall altra il rilascio nelle rogge sottostanti. Rappresento due problematiche che devono essere affrontate in quest ambito. La prima è l assenza di un limite allo scarico per i PCB. In questo caso possiamo fare delle valutazioni e seguire l andamento, ma non abbiamo dei riferimenti normativi per capire se le concentrazioni di PCB nello scarico siano adeguate. L altro aspetto che pongo alla vostra attenzione è l assenza di limiti sui sedimenti. Anche in questo caso stiamo confrontando le concentrazioni che ritroviamo nei sedimenti con i limiti per i terreni, ma è un confronto non completamente adeguato, quindi su questo aspetto va fatta qualche riflessione. ALBERTO ZOLEZZI. Vorrei un vostro commento sui controlli e le ordinanze sulla zona dei parchi che hanno suscitato opinioni discordanti sul fatto che si potessero o meno utilizzare il parchi, e un vostro commento sull inquinamento generale a Brescia, in quanto adesso si parla tanto di un importante inquinamento preesistente, però abbiamo una serie di attività siderurgiche che continuano a produrre quantità altrettanto importanti per esempio di diossine. Vorrei sapere quindi se ci siano controlli particolari in un ottica di impatto cumulativo sulla popolazione già esposta in vari modi a inquinanti preesistenti e a un inquinamento attuale, se si intenda fare qualcosa di più per dare una sicurezza maggiore, cosa che chiederemo anche al sindaco quando lo audiremo. PAOLO ARRIGONI. Vorrei chiedervi un opinione sullo stabilimento ex Selca di Berzo Demo e, considerato che è stato definito inefficiente il sistema di emungimento, di pompaggio e trattamento delle acque di falda annesso al SIN di Caffaro, quanto stia incidendo in ordine a un estensione della falda inquinata, in particolare del sistema delle rogge, posto che nel SIN è stato definito come terza componente il reticolo della roggia esteso a 45 chilometri. C è il rischio che si vada oltre in ordine all inquinamento della roggia?

5/10 PRESIDENTE. Per quanto riguarda i PCB vorrei sapere se abbiate fatto un incontro con il Ministero per definire queste soglie, questi limiti, e quali azioni siano necessarie per fronteggiare il problema, se per quanto riguarda la bonifica del sito Caffaro e Sorin abbiate visionato un progetto di bonifica. Mi ricollego alla domanda del collega Zolezzi per quanto riguarda il problema dei parchi, in quanto la legge prevede due distinzioni tra suolo a verde pubblico e privato e suoli destinati ad uso industriale, mentre qui si è cercata una terza via. Vorrei capire se facciate dei controlli per verificare che non ci sia un reale pericolo di contatto con queste sostanze presenti nel terreno e chi eventualmente lo verifichi, se abbiate fatto dei controlli per quanto riguarda i rifiuti radioattivi della ex cava Piccinelli, se sia in corso una bonifica nella scuola Deledda e se sia normale che questi lavori vengano fatti in presenza di adulti e di bambini, se siano stati interrotti e perché. MARIA TERESA CAZZANIGA, Direttore settore attività produttive e controlli Sede centrale. Sull inquinamento dei parchi e sulla regolamentazione per il loro utilizzo la nostra parte non si è conclusa, ma si è concentrata sulla valutazione della contaminazione dei parchi, quindi in fase conoscitiva, Sulla regolamentazione dell utilizzo non siamo entrati nel merito, perché è più un problema di valutazione di rischio sanitario, sul quale abbiamo lasciato la parola ai colleghi dell ASL. Per quanto riguarda gli altri inquinamenti della città e della provincia di Brescia dobbiamo ricordare la presenza dell industria siderurgica, da valutazioni che abbiamo fatto lo scorso anno con un analisi molto dettagliata degli autocontrolli e dei controlli effettuati su queste acciaierie abbiamo potuto apprezzare una notevole riduzione delle emissioni relative alle diossine, anche per l intervento di nuovi sistemi di abbattimento delle emissioni delle acciaierie. Speravamo che l introduzione di questi sistemi potesse dare risultati analoghi sui PCB, invece non è stato così per tutte le acciaierie, quindi stiamo valutando al nostro interno gli assetti impiantistici piuttosto che le scelte di sistemi di abbattimento che potrebbero invece incrementare l abbattimento anche per questo parametro, In particolare, dobbiamo ricordare che il PCB deriva per lo più dai rottami utilizzati nelle nostre acciaierie, quindi la qualità del rottame ha un incidenza notevole sulle emissioni di queste sostanze. Un intervento importante è quindi il controllo sul materiale in ingresso e la definizione della qualità del materiale utilizzato.

6/10 Stiamo continuando questo studio anche su alcune fonderie della provincia di Brescia, però al momento non ho ancora i risultati. Il problema fondamentale anche in provincia di Brescia è quello delle acque sotterranee, in particolare sulla città di Brescia, ma con un inquinamento diffuso in particolare da cromo, che arriva dalla Val Trompia ed entra nella città di Brescia con valori piuttosto elevati e poi riceve grossi contributi per il cromo a sud della Caffaro, in particolare per due galvaniche presenti a sud della Caffaro, Baratti Inselvini e Forzanini, per cui c è stata una contaminazione della falda estremamente consistente, su cui è anche difficile intervenire, nel senso che hanno una barriera idraulica che spesso troviamo non funzionante come dovrebbe essere, ci sono problemi di gestione anche dei sistemi di messa in sicurezza fino ad ora attuati, Abbiamo potuto apprezzare un espansione del pennacchio di contaminazione nel cromo con i monitoraggi fatti l anno scorso rispetto ai monitoraggi fatti due o tre anni fa, quindi questa è una problematica che va tenuta in seria considerazioni, tenuto presente che ci sono dei costi per la comunità per rendere accettabile l acqua prelevata ad uso umano, ci sono dei trattamenti che richiedono ovviamente dei costi della pubblica amministrazione. L altro problema che sollecito è quello dei corsi d acqua superficiali. In particolare ci sono problematiche legate al reticolo principale, ma anche al reticolo secondario. Nei giorni precedenti a queste piogge abbiamo ricevuto tantissime chiamate per morie di pesci legate non tanto alla qualità di questi corsi d acqua quanto alla loro cattiva gestione, con prelievi eccessivi, con manutenzione dei fondi non adeguata, con pratiche agricole che creano problematiche notevoli, quindi questa è un altra problematica che vi segnalo. ALBERTO ZOLEZZI. Sul discorso siderurgico avete fatto qualche controllo anche in uscita, sulla gestione dei reflui ulteriori della siderurgia locale o non avete segnalazioni di rifiuti non trattati adeguatamente, smaltiti illecitamente anche in altre regioni o province? MARIA TERESA CAZZANIGA, Direttore settore attività produttive e controlli Sede centrale. No, non mi risulta, però potrei anche non ricordare. Per l area ex Selca lascio la parola al collega Magoni, che è molto più informato di me. MICHELE MAGONI, Epidemiologo dell ASL di Brescia. Sulla Selca vi abbiamo fornito una relazione sintetica, ovviamente la vicenda ha una storia molto lunga, che ha inizio quando sono stati posti sotto sequestro i rifiuti dello stabilimento per il mancato rispetto della normativa.

7/10 Recentemente abbiamo effettuato un sopralluogo per verificare lo stato di conservazione dell area, che è in stato di abbandono e degrado, quindi senza alcuna manutenzione ordinaria, senza alcun presidio, e necessita assolutamente di intervento. I rifiuti si possono riassumere in tre o quattro tipologie principali, ma contengono sostanze pericolose, in particolare cianuri, ossidi di cromo, floruri. I dati che abbiamo ottenuto da un controllo effettuato sulle acque sotterranee alla fine del 2014 hanno evidenziato rispetto ai precedenti controlli nel 2010 la presenza di fluoruri nelle acque sotterranee. PRESIDENTE. Quindi c è un aumento degli inquinanti ed è stato accertato il nesso MICHELE MAGONI, Epidemiologo dell ASL di Brescia. È ragionevole correlare l inquinamento accertato nelle acque sotterranee a un dilavamento dei rifiuti esposti agli agenti atmosferici. Oggi abbiamo avuto un ultima Conferenza di servizi presso il Comune di Berzo Demo, in cui abbiamo preso atto che con il finanziamento della regione, derivante dall escussione della fideiussione della Selca in fallimento, verrà attuato un piano di messa in sicurezza d emergenza, che consiste nel coprire i rifiuti, impacchettare i big bags, quelli più esposti agli agenti atmosferici, metterli sotto il capannone in modo da minimizzare l impatto. Sicuramente non è un intervento che come ARPA giudichiamo risolutivo, perché l intervento risolutivo sarebbe il totale smaltimento dei rifiuti, la messa in funzione di un impianto di trattamento delle acque, perché le acque meteoriche percolano e non sono controllate, non c è un impianto di trattamento, non c è un sistema di fognatura e di raccolta delle acque. C è anche il procedimento di bonifica da attivare, cioè bisogna fare una caratterizzazione dei terreni, della falda, quindi l intervento è articolato, corposo, costoso e molto complesso. PRESIDENTE. Per quanto riguarda l ex cava Piccinelli dei rifiuti radioattivi e la scuola Deledda? MARIA TERESA CAZZANIGA, Direttore settore attività produttive e controlli Sede centrale. Per quanto riguarda l ex cava Piccinelli, attualmente l attività in corso è il monitoraggio del livello delle acque di falda. Nel momento in cui le acque di falda possono interessare il corpo

8/10 dei rifiuti, facciamo un campionamento anche con la determinazione dei parametri legati alla radioattività. Questa è l attività che stiamo facendo e dai campionamenti fatti in questo anno e mezzo in cui sono al dipartimento non abbiamo riscontrato contaminazioni delle acque di falda. Adesso è stato installato anche un piezometro con il monitoraggio in continuo del livello di falda, che ci permette di seguirne l andamento ed eventualmente di campionare nel momento in cui c è. Si pensa che la falda vada ad interessare il corpo rifiuti. Per la scuola Deledda è stata avviata la bonifica, poi interrotta per motivi legati al contratto fra comune ed esecutore. Ritengo che per interventi di questo genere si debbano prendere delle precauzioni che garantiscano la minore dispersione delle polveri. MICHELE MAGONI, Epidemiologo dell ASL di Brescia. Integro quanto riferito dalla dottoressa. Ieri abbiano tenuto una Conferenza di servizi presso il comune di Brescia, in cui abbiamo valutato una variante progettuale finalizzata a minimizzare la movimentazione dei materiali in fase di bonifica PRESIDENTE. Questi problemi contrattuali erano dovuti alla sicurezza della salute delle persone? MARIA TERESA CAZZANIGA, Direttore settore attività produttive e controlli Sede centrale. Questo era uno degli argomenti, però non so se ce ne fossero altri. MICHELE MAGONI, Epidemiologo dell ASL di Brescia. Dal punto di vista tecnico, però, la nuova proposta di variante prevede la caratterizzazione dei materiali che dovranno essere smaltiti in banco, quindi prima delle escavazioni, in modo da conferirli direttamente sui camion e ridurre le varie fasi di scavo, deposito in cumulo ed esposizione agli agenti atmosferici, quindi una fase in più, costosa e pericolosa. Abbiamo trovato questa soluzione, che sicuramente ridurrà anche i tempi della bonifica. PRESIDENTE. Sulla bonifica della Sorin siete a conoscenza del progetto e secondo voi la perimetrazione del SIN va rivista o è ancora attuale? MARIA TERESA CAZZANIGA, Direttore settore attività produttive e controlli Sede centrale. Per quanto riguarda il progetto Sorin, abbiamo avuto un illustrazione al Ministero a

9/10 gennaio, in una fase preliminare, per cui non conosciamo il progetto approfondito successivamente. Sicuramente un intervento sull area Caffaro è fondamentale e risolverebbe gran parte dei problemi che stiamo valutando, in primis quello delle acque sotterranee perché ovviamente la bonifica del terreno all interno dello stabilimento impedirebbe il contatto delle acque di falda con il terreno inquinato, tenendo anche in considerazione che il livello di falda in questi ultimi anni ha subìto un innalzamento notevole anche di dieci o quindici metri, e questo ha determinato un ulteriore interessamento del terreno contaminato con una presa in carico degli inquinanti. Il sistema della barriera idraulica in questo momento è assolutamente necessario, ma non è sufficiente per garantire anche infuturo la qualità delle acque sotterranee. Quello sarebbe intervento che tutti auspichiamo. Quando ci è stato presentato Sorin, che era assolutamente preliminare, quindi credo che non possano essere fatte valutazioni tecniche, avevamo chiesto in quella sede che il progetto prendesse in considerazione tutte le varie prescrizioni e i vari dettami della normativa italiana, quindi che non ci si discostasse dalla normativa a livello nazionale. PRESIDENTE. La perimetrazione del SIN? MICHELE MAGONI, Epidemiologo dell ASL di Brescia. Per quanto riguarda la perimetrazione del SIN c è questa incongruenza: non c è corrispondenza tra l area di bonifica dei suoli e l area di bonifica delle acque sotterranee. Relativamente al problema Caffaro potremmo limitare il suolo e le acque sotterranee ad un area ben definita, anche sulla base degli ultimi dati che abbiamo acquisito come ARPA, però interamente a quest area si sovrappongono degli inquinamenti gravi, dovuti a cromo esavalente, che è vero che non sono riconducibili alla Caffaro, ma di fatto rendono esteso il problema su tutta l area bresciana dal punto di vista della bonifica della falda. Ci stavamo confrontando con la regione e volevamo arrivare con una proposta al Ministero per ridefinire la perimetrazione. C è anche la questione delle rogge, abbiamo individuato quelle più critiche e pensiamo di formulare una proposta di riperimetrazione entro il mese, da sottoporre poi alla valutazione del Ministero. L obiettivo è quello di uniformare i procedimenti, perché la bonifica dei suoli compete per certe aree al comune, ma le acque sotto quel suolo sono di competenza del Ministero perché

10/10 rientrano in una perimetrazione diversa, quindi bisogna anche trovare, dal punto di vista della gestione tecnica del procedimento, una certa unitarietà e un azione comune, perché altrimenti diventa complicato. MIRIAM COMINELLI. Secondo voi l istituzione della figura commissariale potrebbe essere d aiuto a gestire in maniera più unitaria gli interventi? MARIA TERESA CAZZANIGA, Direttore settore attività produttive e controlli Sede centrale. Sì, penso che una figura commissariale potrebbe quantomeno fungere da regia agli interventi, perché gli attori e le problematiche sono tanti, per cui potrebbe essere vantaggioso per tutti. PRESIDENTE. Anche se spesso il commissario in giro per l Italia non è riuscito a fare questo. Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle 20.19.