INQUINAMENTO DA NITRATI 1
QUALITA DELLE ACQUE SOTTERRANEE Il sistema acquifero della Pianura Padana rappresenta la fonte principale sia per l approvvigionamento idropotabile (>90%), sia per l agricoltura e l industria. I prelievi più importanti sono fatti nelle zone di alta pianura che, per l elevata concentrazione di attività civili, industriali, zootecniche e agricole, sono le zone a più alto potenziale di contaminazione delle falde idriche sotterranee. La perdita di qualità di una falda è dovuta a: Sversamento di sostanze inquinanti; Diminuzione in volume della risorsa, ciò è causa di effetti indesiderati come il richiamo di acque superficiali inquinate in acquiferi protetti. 2
A causa del diffondersi dell inquinamento si è reso necessario, per poter garantire la qualità delle acque richiesta dalle normative vigenti, attingere più in profondità in acquiferi protetti. Si verificano tuttavia emergenze che possono portare alla chiusura di pozzi in aree contaminate da erbicidi o da sostanze di origine industriale. Attualmente le sostanze principali responsabili dell inquinamento della Pianura Padana sono raggruppabili in quattro categorie: 1. Composti organo-clorurati; 2. Metalli pesanti; 3. Nitrati; 4. Fitofarmaci. Sversamenti puntuali di natura industriale. Situazioni di tipo estensivo legate all agricoltura e alla zootecnia. 3
GLI INQUINANTI In base al D.P.R. 236/ 88 ( Attuazione della direttiva CEE n 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell art. 15 della Legge 183/ 87 ) sono state stabilite le Concentrazioni Massime Ammissibili (C.M.A.) degli inquinanti in acque ad uso potabile, si citano i più importanti: Inquinante Nitrati Composti organoalogenati Cromo Ammoniaca Ferro Manganese Arsenico C.M.A. 50 [mg/l] 30 [µg/l] 50 [µg/l] 0.5 [mg/l] 200 [µg/l] 50 [µg/l] 50 [µg/l] 4
NITRATI L inquinamento da nitrati è il più diffuso ed interessa in prevalenza le falde più superficiali o le falde contenute negli acquiferi alluvionali. La contaminazione delle acque di falda da parte dell azoto nitrico è dovuta prevalentemente a fattori di origine antropica: Dilavamento delle superfici agricole trattate con fertilizzati azotati o con concimi organici; Smaltimento di reflui zootecnici; Perdita da discariche; Scarichi di reflui urbani e/o industriali. 5
AREE A ELEVATA CONCENTRAZIONE URBANA La diffusione dei nitrati è dovuta alla pratica di immissione nel terreno, attraverso pozzi o fosse perdenti, di scarichi reflui urbani e/o industriali; i processi autodepurativi del terreno non sono sufficienti a smaltire il carico immesso. Vi sono inoltre casi di perdite da reti fognarie o da corsi d acqua (esondazioni) in cui avvengono scarichi di reflui non depurati. AREE RURALI Casi locali di forte inquinamento in zone rurali sono causati dallo spandimento di concimi organici o fertilizzanti azotati e da particolari pratiche zootecniche. L elevata mobilità di queste sostanze ne facilita la percolazione nel sottosuolo ed il loro arrivo in falda (dilavamento dei terreni coltivati). 6
Situazione in Lombardia Comuni classificati ad alto carico zootecnico dal Regolamento Attuativo della LR 37/ 93 (Lombardia). 7
Situazione in Lombardia La contaminazione delle acque di falda è stata riscontrata in circa il 10% dei comuni della pianura lombarda; la presenza è maggiormente localizzata nella pianura Nord milanese, nel settore meridionale della provincia di Varese ed in generale nei centri urbani più importanti. 8
NORMATIVA DI RIFERIMENTO Codice di buona pratica agricola (D.M. 19/04/1999) Obiettivo principale del codice (Cbpa) è quello di realizzare una maggior protezione di tutte le acque dall inquinamento dai nitrati riducendo l impatto ambientale dell attività agricola attraverso una più attenta gestione del bilancio dell azoto. Legge Regionale della Lombardia 37/1993 Norme per il trattamento, la maturazione e l utilizzo dei reflui agrozootecnici. Questa L.R. ribadisce il concetto di refluo zootecnico quale risorsa per l agricoltore, fonte di sostanza organica e di nutrienti per il terreno e le colture. Si vuole con ciò favorire l impiego agronomico dei reflui zootecnici, in armonia con le esigenze aziendali e ponendo come vincolo quello dell assorbimento di nutrienti da parte delle colture, a garanzia e tutela della qualità delle acque. 9
CODICE DI BUONA PRATICA AGRICOLA Il Cbpa dà delle indicazioni per una buona gestione dei processi di concimazione, tenendo conto di diversi fattori: Sistemi irrigui, maggiore è l efficienza, minore la lisciviazione dei nitrati; Quantità di azoto da apportare in base al fabbisogno fisiologico della coltura e l offerta di N naturale del terreno; Diverse tipologie di azoto con cui si effettua la concimazione (N nitrico e/o N ammoniacale, N organico, N organo-minerale, liquame bovino o suino, pollina, compost, fanghi di depurazione); Scelta dei periodi ottimali per la concimazione, in modo da evitare il dilavamento occorrente tra il periodo di concimazione ed il momento dell utilizzazione; Scelta della tecnica di applicazione a vantaggio di un risparmio economico e di un minor impatto ambientale; Gestione attenta dell uso del terreno (adozione di avvicendamenti colturali che non lascino il terreno scoperto a lungo, sistemazioni idraulico agrarie per evitare il ruscellamento, ). 10
Legge Regionale della Lombardia 37/1993 La legge 37/93, con lo scopo precipuo di mantenere e migliorare la fertilità dei terreni e di salvaguardare le acque, individua nel territorio regionale le aree nelle quali è necessario un programma di azione più mirato: le zone ad alto carico zootecnico e le zone vulnerabili per le caratteristiche geopedologiche del suolo. La gestione dei reflui zootecnici a livello regionale, con particolare riguardo alla riduzione dell impatto ambientale, considera i seguenti aspetti: analisi della situazione regionale e valutazione del carico inquinante rilasciato nelle acque, tenendo conto delle pratiche agricole adottate; individuazione dei bacini potenzialmente a rischio di inquinamento; determinazione degli interventi specifici da adottare, con scala di priorità sulla base del rischio di ogni area e delle politiche di intervento territoriali. Gli interventi possono essere di tipo strutturale (es. vasche di stoccaggio) o di tipo gestionale (adozione di idonee pratiche agronomiche e/o idonei sistemi di spandimento); monitoraggio delle caratteristiche delle acque superficiali e di falda e valutazione dell effetto dell adozione degli interventi strutturali e gestionali da parte delle aziende agro-zootecniche. 11