Comunicare Nati per Leggere e l offerta delle biblioteche ai bambini e alle loro famiglie Seminario per bibliotecari e operatori del settore sede: IAL Lombardia Via Castellini, 7 - Brescia Gioved ì 9 maggio 2013, 14-17:00 Vengono costituiti tre gruppi di lavoro sui seguenti temi: la relazione con le famiglie straniere e con i bambini che non frequentano le biblioteche, gruppo condotto da Gabriella Lessana e Fabio Bazzoli; libri e letture multiculturali, gruppo condotto da Gigi Paladin; la collaborazione interprofessionale per Nati per Leggere, gruppo condotto da Giovanna Malgaroli. Gruppo sulla relazione con le famiglie straniere e con i bambini che non frequentano le biblioteche Al gruppo di lavoro sono presenti una decina di persone che lavorano in altrettante biblioteche della Rete Bibliotecaria Bresciana e in aggiunta alcune volontarie che collaborano con le biblioteche stesse. Ognuna ed ognuno dei presenti, a turno, espone le strategie tramite le quali stabiliscono i contatti con le famiglie straniere e con i bambini che non frequentano le biblioteche. In sintesi emerge quanto segue. La scuola l istituzione attraverso le quali le biblioteche ritengono di poter raggiungere le famiglie immigrate e comunque la generalit à della popolazione, con attivit à di promozione specifiche rivolte alle classi scolastiche, e dunque anche alle bambine e ai bambini stranieri, o semplicemente come luogo nel quale diffondere i materiali per informare anche i loro genitori. Verso le classi scolastiche si realizzano varie azioni che si ritengono particolarmente utili per stabilire il contatto:
punti prestito presso le scuole elementari e materne, classi in visita alla biblioteca in orario scolastico, che sono sempre l occasione per presentare i servizi delle biblioteche attivit à interculturali con letture in lingua e in italiano dello stesso testo e attivit à ludiche collegate alle letture (si mette in rilievo l importanza del fatto che in queste attivit à siano sempre presente lettrici madrelingua che hanno una funzione di valorizzazione della ricchezza interculturale). Per quanto riguarda le attivit à ad utenza libera pomeridiane: letture ad alta voce, laboratori di lettura e/o di attivit à pratiche, laboratori con particolare attenzione al ruolo inclusivo svolto dalla cucina etnica. In alcune realt à sono presenti gruppi di lettori volontari che forniscono un valido supporto e in molti casi, coinvolgendo anche lettori in lingua, svolgono una azione inclusiva che viene valutata estremamente efficace. In alcune biblioteche (purtroppo poche e in quantit à che si giudicano comunque insufficienti) si produce materiale illustrativo sui servizi in pi ù lingue. Nella discussione ci si sofferma sull importanza della presenza di segnaletica, di informazioni e soprattutto di materiale librario in altre lingue rispetto all italiano, anche semplicemente come segnale di inclusione e di valorizzazione dell esperienza delle famiglie immigrate. Si segnala l importanza, come canale di contatto, dei corsi di alfabetizzazione, che possono svolgere una funzione decisiva nell avvicinare le famiglie straniere alla biblioteca. Alcuni si tengono all interno della biblioteca stessa e sono frequentati principalmente dalle donne, altri sono esterni, ma hanno contatti con la biblioteca per l uso di materiale in lingua e fungono da promozione dei servizi stessi. Il progetto Nati per leggere, in alcune realt à, ha trovato l appoggio dei pediatri che svolgono una funzione informativa nei confronti dei genitori utenti, spiegando
l importanza della lettura ad alta voce fin dai primi mesi di vita. Si mette in rilievo come esistano nelle famiglie immigrate concezioni molto diverse sulle cure che devono essere rivolte alla prima infanzia e anche del ruolo della famiglia in relazione alla scuola e alle altre istituzioni educative che sono ritenute dalle famiglie immigrate come principali se non. Una strategia efficace per avvicinare le famiglie alla biblioteca, ma che viene giudicata di difficile attuazione in quanto possibile solo con risorse supplementari, che raramente si riescono a reperire, quella di donare un libro ai neonati con allegato un fascicolo illustrativo su servizi della biblioteca e note sull importanza della lettura. Per le famiglie straniere il materiale deve essere in lingua. In alcuni casi i genitori vengono successivamente invitati ad un incontro. Si sottolinea l importanza di fornire agli utenti che entrano in contatto per la prima volta con la biblioteca le informazioni di base, anche quelle (anzi: soprattutto quelle) che si ritengono ovvie e scontate e che si suppongono gi à conosciute. Una buona pratica che generalmente si rivela utilissima e di facile applicazione consiste nel riservare un piccolo spazio in apertura delle letture ad alta voce che si fanno in biblioteca per ricordare i termini principali dei servizi della biblioteca (gratuità dell iscrizione e del prestito, attivit à di promozione, servizi per i bambini e le famiglie, numero di titoli che possono essere prestati, tempi di restituzione, ecc.). In tutte le forme di comunicazione, particolarmente scritta ma anche quella verbale, si raccomanda l utilizzo di un linguaggio il pi ù possibile chiaro e semplice, al limite del banale e del ridondante, spesso non chiaro nemmeno agli operatori pi ù sensibili e favorevolmente disposti al dialogo interculturale quale gesto di accoglienza e inclusione risulti essere la ripetizione dei concetti e la semplicit à di espressione. Emergono infine alcune considerazioni sull opportunit à di attivare i servizi sociali ed avvalersi di mediatori culturali. Gruppo sui libri e le letture multiculturali Al gruppo di lavoro partecipa una decina di persone che lavorano nelle biblioteche. Si decide di suddividere il lavoro in pi ù fasi:
1. Scelta di uno o pi ù libri in esposizione, selezionati dagli operatori de La Vetrina tra i pi ù significativi e recenti della produzione editoriale per bambini 0-6 anni sul tema della multiculturalità 2. Lettura individuale, riflessioni e osservazioni critiche sugli stessi 3. Visione di una presentazione in PowerPoint con alcuni esempi di libri nazionali e internazionali di buon livello, con particolare attenzione al codice iconico in quanto fruibile direttamente, vista l et à dei bambini 4. Confronto e socializzazione tra i partecipanti. Lo scarso tempo a disposizione ha penalizzato l ultima parte e la possibilit à di un confronto pi ù esteso sui libri letti e su quelli che i bibliotecari presenti solitamente utilizzano in biblioteca per introdurre il tema delle differenze individuali dell accettazione dell altro come premessa sul tema pi ù generale della diversità culturale. In sintesi emero quanto segue: Il Manifesto UNESCO sulle biblioteche pubbliche indica fra gli obiettivi fondamentali... proteggere, rispettare e valorizzare le diversit à e incoraggiare il dialogo interculturale. La Biblioteca di pubblica lettura spesso rappresenta il principale luogo sociale della Comunit à, dove il cittadino straniero, sia bambino che adulto, pu ò entrare con facilit à, sentirsi a proprio agio, riconoscere e ristabilire contatti con la sua cultura di origine attraverso l accesso a Internet, la consultazione e la lettura di opere in lingua originale, di libri ponte, di libri bilingue. Questo fatto porta ad attribuire alla biblioteca un significativo ruolo di responsabilit à nell offerta di un qualificato servizio di dialogo interculturale e al bibliotecario il compito di proporre e scegliere dei libri in grado di creare ponti, di avvicinare, oltre che di ridurre differenze e pregiudizi tra le diverse culture. Si pertanto indirizzata l attenzione sulle offerte della biblioteca e in specifico sui libri per i pi ù piccoli, sottolineando in modo particolare il ruolo che le illustrazioni assumono nella trasmissione dei contenuti o nella presentazione delle varie forme di diversit à, per svelare sia le incongruenze, sia gli aspetti positivi. e
Da parte dei membri del gruppo si considerato il concetto di diversit à nella sua accezione pi ù ampia (diversit à fisica, sociale, culturale, linguistica...) perch é questo filo conduttore pi ù implicante per i bambini, e contemporaneamente riduce il rischio della ghettizzazione, cio di rivolgere i libri solo a fasce ristrette di bambini o solo a quelli che gi à vivono sulla loro pelle forme ed esperienze di discriminazione. In questa ottica, si cercato di individuare nella produzione editoriale esempi volti a conoscere come il tema viene affrontato nei libri comuni, non espressamente concepiti per questa tematica, cogliendo come sia proprio in questi che si nascondono le pi ù sottili stereotipie (ad esempio, presentare una classe di bambini italiani formata da soli alunni bianchi, tutti belli e perfetti, senza la presenza di bambini con deficit fisici, bambini in carrozzella o che portano apparecchi odontoiatrici per i denti, o con le ginocchia sbucciate; nonne senza rughe, papà sempre ben vestiti, ecc.). Si riflettuto sul fatto che le proposte editoriali pi ù specifiche sulle differenze interculturali sono ormai molto consistenti, ma non sempre vengono richieste in biblioteca o prese in prestito o utilizzate in ambito scolastico. Perch é? Forse perch é ai bambini di questa et à non interessa la differenza culturale o meglio non l avvertono come discriminante o tale da ridurre il dialogo e la comunicazione con i loro coetanei o forse perch é sentono con maggior peso altre differenze, come quelle fisiche o comportamentali? Si convenuto anche che non tutti i risultati editoriali sono all altezza delle intenzioni e talvolta risentono di un atteggiamento etnocentrico, a volte moraleggiante o emarginante. Ad esempio, nel recupero delle fiabe e delle tradizioni pi ù genuine o rappresentative delle varie culture si notano profonde incongruenze tra il rigore delle traduzioni, la cura dell interpretare i concetti e lo spirito originario e dall altra parte la presenza di illustrazioni, spesso poco documentate, a volte non adatte a rappresentare la realt à cos ì com ora, ma orientate su schemi o stereotipi obsoleti. La stessa cosa avviene per la presentazione storica, geografica e sociale di vari paesi, dove si trovano immagini o fotografie di basso valore, mal riprodotte, poco valorizzanti gli ambienti e i paesaggi da cui provengono molti dei bambini presenti nelle scuole. Ci siamo domandati: ma queste immagini possono essere mostrate dai bambini stranieri ai propri compagni
come esempi significativi e rappresentativo di cui andar fieri? Alcune davvero non erano positive. Il gruppo ha convenuto su della diversit à per i bambini 0-6 anni: alcuni criteri per individuare libri di qualit à sul tema devono interessare tutti coloro ai quali si rivolgono per fascia d et à e non per provenienza o origine culturale; non bisogna restringere il tema della diversit à alla sola diversit à culturale; devono rappresentare la realt à in modo che ognuno possa ritrovarsi e riconoscersi positivamente al di l à della propria condizione fisica o culturale; devono presentare situazioni non stereotipate, introducendo come ordinari comportamenti quali bambini con l apparecchio per i denti, classi multiculturali, ma anche il pap à che stira, la nonna che non ama cucinare, le persone che giocano a cricket nei giardini pubblici. Gruppo di lavoro sulla collaborazione interprofessionale Il progetto NpL ha alla propria base la collaborazione sistematica tra bibliotecari, pediatri e educatori di nidi e scuole dell'infanzia, nella consapevolezza che nessun gruppo professionale da solo possa incidere sui comportamenti delle famiglie con bambini sotto i 5 anni con la medesima efficacia e sistematicit à. L'esperienza di NpL confortata da analoghe esperienze straniere che si basano sul principio di fare convergere l'attivit à di servizi e operatori diversi allo scopo di trovare soluzioni che facilitino l'inclusione sociale tramite attivit à semplici che mettano al centro la relazione tra le persone. [Nati per Leggere (NpL): La promozione dei libri e della lettura in et à prescolare in biblioteca] Il gruppo di lavoro provincia di Brescia e in provincia di Cremona. composto prevalentemente da bibliotecari che operano in
Ogni partecipante riporta sinteticamente la propria esperienza nel merito delle collaborazioni ricercate e attuate con operatori e servizi diversi dai propri. Durante la condivisione delle esperienze emergono due nodi problematici che vengono di seguito sintetizzati. I rapporti con i pediatri Da parte dei bibliotecari emerge la difficolt à nel coinvolgimento dei pediatri di famiglia. Viene evidenziato come non abbia prodotto risultati significativi l'iniziativa della Provincia di rivolgere proposte formative anche ai pediatri, n é la singola iniziativa di alcuni bibliotecari nei confronti di singoli pediatri. Emerge da parte dei bibliotecari l'aspettativa che tutti i pediatri debbano accogliere favorevolmente la richiesta di collaborare al progetto, cos ì come risultato naturale l'approccio dei pediatri nei filmati di Reach out and read. Mentre occorre prendere atto che non tutti i pediatri italiani si riconoscono nell'associazione Culturale Pediatri (partner nazionale di NpL) e che molto raramente nella nostra regione la formazione che le ASL rivolgono ai pediatri contempla temi che riguardano lo sviluppo precoce del bambino (Early Child Development), nell'ambito del quale bene si inserisce anche la lettura. Questo ci rende consapevoli della necessit à di creare occasioni di dialogo con i pediatri e gli operatori della salute infantile, cos ì come con gli educatori dei servizi alla prima e alla primissima infanzia, per costruire insieme percorsi di formazione e progetti comuni che coinvolgano nella medesima misura tutti gli operatori nell'attivit à di promozione della lettura. E' necessario costruire un linguaggio comune che faciliti una migliore comprensione dei rispettivi ruoli professionali e consenta di raggiungere una effettiva integrazione delle diverse competenze professionali. Da questo nasce la necessit à di un reciproco riconoscimento professionale tra i vari attori coinvolti. Una azione da mettere in campo per superare il problema del volontarismo tra i pediatri, ossia il fatto che si occupino di NpL solo quei pediatri che sono particolarmente in sintonia con questo tema, consiste nel coinvolgere nella promozione della lettura i settori materno-infantile e della promozione della salute
delle aziende sanitarie locali, cercando di inserire la lettura precoce tra le linee strategiche dei servizi sanitari. Cooperazione e coordinamento Dalle esperienze condivise emerge anche la necessit à di ottimizzare a livello di sistema bibliotecario o ancora meglio provinciale alcuni aspetti organizzativi, dalla relazione con le ASL, con il terzo settore e con altri organismi interessati a condividere i nostri obiettivi, alla formazione e all'acquisto coordinato dei materiali informativi e dei libri per bambini. La promozione della lettura nei confronti dei bambini sotto i cinque anni dovrebbe essere assunta tra le priorit à dei servizi bibliotecari e essere inserita nella pratica lavorativa quotidiana, puntando meno all'organizzazione di eventi a favore di quelle azioni che qualificano l'offerta della biblioteca come luogo da frequentare quotidianamente: curando la qualit à dei libri, dello spazio e dell'accoglienza.