Controllo delle infestanti La lotta alle erbe infestanti è una tecnica agronomica che partendo dalla conoscenza della biologia ed ecologia delle erbe infestanti, mette in atto tutti i metodi diretti e indiretti atti a eliminare le erbe infestanti o prevenire la nascita. Ecologia delle malerbe Conoscere l ecologia delle malerbe è utile per impostare i programmi di controllo Sono elementi essenziali: La durata del ciclo biologico L epoca in cui svolgono il ciclo I meccanismi di propagazione I meccanismi di diffusione Le associazioni floristiche in relazione al tipo di terreno e alla pressione antropica
Definizione di pianta infestante Pianta che cresce dove non è desiderata, che interferisce con gli obiettivi e le esigenze dell uomo Ideotipo di pianta infestante può germinare in condizioni molto diverse; cresce rapidamente dall emergenza alla fioritura; essere autocompatibile; fornire un abbondante produzione di semi molto longevi e disperdibili in un ampio raggio; avere un elevata capacità competitiva.
Classificazione delle infestanti Botanica A foglia larga (dicotiledoni), a foglia stretta (graminacee) Gruppi biologici Terofite (T): piante annuali che superano la stagione avversa allo stato di seme, tipiche dei terreni con struttura e tessitura favorevole Emicriptofite (H): piante perenni con gemme al livello del terreno, con portamento a rosetta, oppure cespugliose Geofite(G): piante perenni con gemme sotterranee, contenute entro bulbi e rizomi Camefite (Ch): piante perenni, alla base legnose, con gemme a meno di 2-3 cm di altezza dal suolo Idrofite (I): piante perenni acquatiche con gemme sommerse Fanerofite (P): piante perenni legnose con gemme a più di 3 cm di altezza dal suolo Epifite: sono specie vegetali parassite, incapaci di condurre una vita autotrofa indipendente (Orobanche, cuscuta). Elofite ed idrofite: ne fanno parte le specie vegetali adattate a vivere nell acqua
Ecologia delle malerbe Durata del ciclo biologico Annuali: le più numerose, nascono da seme, in epoca vicina all emergenza della coltura e disseminano prima della raccolta. In genere, le più facili ad essere controllate. Esempi: papavero Biennali: relativamente poco numerose, fioriscono e disseminano al secondo anno di vita, prima di morire. Esempi: Daucus carota, Bromus arvensis Poliennali: vivono per più anni grazie alla capacità di ricaccio o alla presenza di organi vegetativi di conservazione (piante vivaci). Possono disseminare. Esempi: taraxacum, rumex crispus, sorghetta, ranuncolo
Gruppi ecofisiologici Questa classificazione si basa sulla constatazione che le malerbe nate da seme, sia annuali o pluriennali, emergono in periodi dell anno ben precisi Indifferenti Autunnali Invernali Estive
Epoca di emergenza delle principali infestanti
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic % 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Andamento delle emergenze delle infestanti nel corso dell anno (% del totale) Produzione di seme Il numero di semi prodotti da ciascuna pianta infestante è di fondamentale importanza per la conservazione e diffusione della specie. Questo carattere varia in funzione della specie e delle condizioni pedo-climatiche in cui ciascun individuo si trova.
Potenziale di reinfestazione di alcune malerbe
Banca di semi nel terreno Si definisce banca di seme l insieme dei semi contenuti nel terreno e capaci, potenzialmente, di dare origine a nuove piante, annuali o perenni. Il numero di semi varia tra 10.000-100.000 per m² di terreno ad una profondità di 20-40 cm. Dinamica della banca dei semi
Fattori che la influenzano Temperatura Umidità Luce Aria tellurica Germinazione delle infestanti Profondità di interramento Non tutti i semi che germinano nel terreno riescono ad emergere: l emergenza è influenzata dalla profondità di interramento del seme. Si ritiene che la profondità massima di emergenza di alcune specie infestanti sia: Fino a 2 cm: Papaver rhoeas, Capsella bursa-pastoris, Matricaria chamomilla. Fino a 4 cm: Stellaria media, Pholigonus aviculare, Chenopodium album. Fino a 6 cm: Veronica persica, Polygonum aviculare. Fino a 8 cm: Centaurea cyanus. Fino a 12 cm: Fallopia convolvulu. Fino a 20 cm: Avena spp.
Dimensione del seme Più grosso è il seme, maggiore è lo sviluppo iniziale della plantula Diffusione del seme Naturale (vento, animali) Antropica (commercio dei semi, irrigazioni, letame, mietitrebbie) Dormienza dei semi La dormienza per le specie spontanee rappresenta un potente meccanismo di conservazione della specie Due sono i tipi di dormienza Primaria: è quella posseduta dai semi subito dopo la maturazione Secondaria: è quella che acquisiscono i semi dopo la maturazione e la disseminazione
Dormienza primaria Vengono riconosciuti 5 tipi di dormienza dei semi maturi Fisiologica, fisica, combinata, morfologica e morfo-fisiologica. Tipi di dormienza Cause Fisiologica Fisica Combinata Morfologica Morfofisiologica Meccanismi fisiologici di inibizione della germinazione Tegumenti seminali impermeabili all acqua Tegumenti seminali impermeabili all acqua e meccanismi fisiologici di imbibizione della germinazione Embrione non completamente sviluppato Embrione non completamente sviluppato, meccanismi fisiologici di imbibizione della germinazione nell embrione
Questi 5 tipi sono distinti in base a tre cause variamente combinate tra loro Permeabilità o impermeabilità dei tegumenti seminali all acqua. Sviluppo, completo o incompleto dell embrione. Dormienza fisiologica o non dormienza dell embrione Dormienza secondaria La dormienza secondaria è conseguente a condizioni ambientali stagionali sfavorevoli. I semi perciò entrano in dormienza secondaria all apparire delle condizioni sfavorevoli e ne escono quando si ristabiliscono situazioni idonee alla germinazione e alla crescita delle plantule. Esempio quando manca la luce, l ossigeno, temperature troppo alte o troppo basse.
Propagazione vegetativa Le piante infestanti che si propagano vegetativamente sono difficili da controllare Utilizzano la riproduzione sessuale per la diffusione a distanza, ma dopo aver colonizzato un nuovo habitat tendono a diffondersi molto velocemente per via vegetativa. Sono dotate di rizomi, stoloni, tuberi e gemme avventizie di origine radicale Hanno sviluppo iniziale è molto rapido e germogliamento molto scalare Le lavorazioni del terreno quasi sempre hanno un effetto negativo: frazionano i propaguli disseminandolo
Danni da infestanti Competizione per la luce Competizione con sottrazione di acqua e nutrienti Minori rese unitarie Soffocamento (rampicanti come convolvolo) Parassitismo Emissione tossine con modificazioni microflora
Danni da infestanti (2) Ostacolo alla meccanizzazione Minore efficienza tecniche colturali Efficienza concimi e dell acqua Necessità di più lavorazioni (danni al terreno) Diffusioni di malattie e insetti Avviene la moltiplicazione su specie affini a quelle coltivate
Mezzi preventivi per il controllo delle infestanti Uso semente libera da semi estranei Impiego di letame maturo (quando disponibile?) Pulizia scoline e zone incolte Scelta opportuna delle lavorazioni Scelta dell avvicendamento Pulizia macchine operatrici (mietitrebbie!) Scelta di metodi irrigui che non apportino nuovi semi Mezzi fisici diretti Sarchiatura, rincalzatura, estirpatura ed aratura Pacciamatura Gestione delle acque in risaia Bruciatura stoppie Pirodiserbo
Mezzi biologici Scelta di colture e/o varietà competitive Sfruttamento di fenomeni allelopatici Diffusione di parassiti (animali o vegetali) specifici per certe infestanti Mezzi biochimici Utilizzo come erbicidi di fitotossine Esempi: Anisomicina (da Streptomices spp.) contro giavone e setaria Tentaxaina (da Alternaria spp.) contro sorghetta Erbicina (da S. saganonensis) graminicida selettivo su riso Utilizzo di spore di patogeni Esempi: Phytophtora palmivora in frutteti Colleotrichum glaesporensis in soia e riso Alternaria cassiae controllo selettivo di Cassia obtusifolia
Mezzi agronomici per il contenimento delle infestanti Evitare introduzione infestanti con macchinari sporchi Evitare la maturazione del seme delle malerbe (sfalci precoci) rotazioni rinettanti (erbai) Correzione difetti del terreno (ristagno, ph) Tecniche di lavorazione (lavorazione profonda) Aumento della competitività delle colture elevate fittezze di semina epoca favorevole concimazione localizzata irrigazione a goccia in climi aridi Pacciamatura
Falsa semina Preparazione anticipata del letto di semina della coltura, fatta in modo da creare le condizioni per una forte emergenza dei semi delle infestanti presenti negli strati superficiali del terreno. Le malerbe nate verranno poi eliminate con un trattamento chimico o meccanico. In quest ultimo caso la lavorazione deve essere più superficiale possibile per non portare in superficie nuovi semi pronti a germinare. Su colture a semina autunnale Preparazione del letto definitivo di semina a fine settembre-inizio ottobre per semine tra metà ottobre e metà novembre. Su colture a semina primaverile Preparazione del letto di semina tra fine dicembre e fine febbraio-inizio marzo per semine tra marzo e inizio maggio. Vantaggi Forte riduzione delle malerbe che possono emergere assieme alla coltura Dilazionamento delle emergenze delle malerbe rimaste
Tecnica della falsa semina. Esempio applicativo nella coltivazione della carota Strigliatura Emergenza infestanti Strigliatura Semina Emergenza infestanti Pirodiserbo Emergenza coltura
Lotta diretta Lotta biologica Promettente ma pericolosa: (variazioni abitudini, introduzione materiale pericoloso) Con insetti (es. Cactoblastis cactorum in Australia contro Opuntia) Con funghi (lotta al Cirsium arvense con Puccinia graveolens) Lotta con mezzi fisici Bruciatura delle stoppie: poco efficace e non sempre possibile Pirodiserbo Con lavori complementari Lotta meccanica Sarchiatura Scerbatura manuale (orticole) Sfalci ripetuti
Lotta fisica Mezzi impiegati pacciamatura solarizzazione (Serre e tunnel) pirodiserbo sarchiatura scerbatura manuale: orticole di gran pregio sfalci ripetuti bruciatura delle stoppie
La pacciamatura Ricoprire il suolo con del materiale per: impedire la crescita delle malerbe, mantenere l'umidità nel suolo, proteggere il terreno dall'erosione, mantenere la struttura, evitare la formazione della crosta superficiale, diminuire il compattamento, innalzare la temperatura del suolo (anche effetto sterilizzante)
Solarizzione Tecnica che è volta a controllare le infestanti (e i microrganismi patogeni) attraverso il calore (devitalizazzione termica) Stesura di teli plastici trasparenti in Polietilene sopra il suolo dopo lavorazione ed idoneo inumidimento (aumenta conducibiltà calore) Durata del periodo d intervento inversamente proporzionale alle temperature raggiunte Operazione plausibile in zone con prolungato periodo estivo, alta intensità luminosa, cielo sereno ed elevata temperatura dell aria; per piccole superfici su colture ad alto reddito (costo dei film plastici)
Pirodiserbo Eliminare le infestanti con il fuoco o in genere con alte temperature Attrezzature impiegate: generatori di fiamma a GPL o emissione Infrarosso Obiettivo: ottenere surriscaldamento che danneggi le cellule vegetali
Lotta meccanica
Lotta meccanica Sarchiatrice con denti a stella (rompicrosta)
Lotta meccanica
Lotta meccanica
Erpice strigliatore
Possibilità di intervento e stadio vegetativo (Soia) Verde=intervento possibile, Giallo=con precauzione, Rosso=non attuabile Erpice strigliatore Erpice rotativo Sarchiatore Erpice strigliatore Sarchiatrice rotativa
Possibilità di intervento e stadio vegetativo (Frumento) Intervento non attuabile
Lotta chimica La lotta chimica alle piante infestanti è attuata mediante l uso di formulati erbicidi o diserbanti chimici. I fitofarmaci o presidi fitosanitari, comprendono Diserbanti Insetticidi (Acaricidi, Rodenticidi, Nematocidi) Fungicidi Limacidi (Mulliscicidi), Disinfestanti Algicidi Ormoni Fitoregolatori,
Diserbo chimico Sono circa 300 principi attivi erbicidi registrati nel Mondo Più di 100 p.a. registrati in Italia Attualmente circa 1/3 della S.A.U. è trattata Superficie trattata per colture riso, bietola, soia, mais (c.a. 90%) girasole, frumento (c.a. 70%) colture arboree (c.a. 40%) vigneti ed oliveti (c.a. 20 %)
Caratteristiche che deve possedere l erbicida (ideotipo) Essere molto selettivo Avere ampio spettro d azione (è l insieme delle specie vulnerabili) Non essere dannoso per uomo e ambiente (ecocompatibile) Uso flessibile e conveniente Avere elevata efficacia rapportata al costo per unità di superficie Essere miscibile con altri prodotti Non lasciare residui nella coltura di interesse Non esplicare azione fitotossica per le colture in avvicendamento
Meccanismi di azione degli erbicidi Per contatto: uccidono solo i tessuti con cui vengono a contatto effetto acuto, necessaria molta acqua (>600 l/ha) e bagnanti Per traslocazione (= sistemici): assorbiti dalle foglie o dalle radici traslocano nel sito di azione creando turbe metaboliche. Idonei anche per infestanti perenni, irrorazioni a basso volume Residuali (= antigerminello): si applicano al terreno e agiscono sui semi in germinazione. Problemi di persistenza, breve o lunga A seconda del meccanismo d azione vengono distribuiti Al terreno (geosterilizzanti, ad assorbimento radicale, antigerminello) Alla vegetazione (per contatto, sistemici ad assorbimento fogliare)
Epoca di intervento Si considera lo stadio della coltura e non dell infestante Pre-semina o pre-trapianto: trattamenti eseguiti prima della semina o del trapianto della coltura: - erbicidi antigerminello (superficie o interrati) - contatto fogliare -sistemici radicali/fogliari Vantaggi : uso erbicidi fotolabili, sensibili all umidità o volatili può essere fatto alla semina Svantaggi: l interramento può rovinare il letto di semina maggior percolazione del principio attivo
Epoca di intervento (2) Pre-emergenza Si esegue immediatamente dopo la semina o comunque prima dell emergenza della coltura (meglio se il terreno è rullato); se colture poliennali in pre-ricaccio, prima della ripresa vegetativa. 1. Prodotti residuali (antigerminello) su infestanti non emerse o molto giovani. 2. Aumentare la profondità di semina della coltura. Vantaggi: elimina competizione malerbe fin dalla nascita Svantaggi: se piove molto a volte non è possibile intervenire. Se il terreno è secco il p.a. non si attiva. Se non incorporati possono subire run-off. Non si conosce la popolazione di infestanti
Applicazione di pre-emergenza
Epoca di intervento (3) Post-emergenza Trattamenti effettuati con la coltura presente (Erbicidi di contatto/sistemici) -Uso prevalente di diserbanti ad assorbimento fogliare, poiché generalmente le malerbe sono già in campo -Fondamentale la selettività. E un intervento mirato perché le infestanti sono riconoscibili per tipo e per stadio vegetativo Vantaggi: si misura l intervento poiché si può valutare l entità del danno in campo (tipo prodotto e quantità): Soglie di intervento si colpiscono le rizomatose per assorbimento fogliare. Svantaggi: mezzo curativo, non preventivo l accessibilità ai campi ne limita l efficacia
Diserbo sottochioma: Getti orientati o schermati (prodotti non selettivi) Trattamenti con barra umettante: Trattamenti con barre a trasudazione (barre umettanti): uso di un diserbo totale umettando solo le infestanti, che in genere sono più alte della coltura Applicabile in pochi casi.
Possibilità di ridurre le dosi di erbicida Mediante Trattamenti in bande o localizzati sulle file (Obiettivo: limitare la superficie trattata solo sulla fila della coltura, sarchiando l interfila) Trattamenti con microdosi: più interventi a bassi volumi d acqua per colpire le infestanti giovani (Tecnica con dose di erbicida molto ridotta DMR) utilizzata soprattutto in soia, cipolla e bietola. Possibilità di combinazione di più prodotti.
Presenza semi e piante di sp. infestanti Presenza anche di semi della coltura Presenza piante della coltura e piante di specie infestanti Il getto non bagna la coltura Viene trattata solo una striscia di terreno sulla fila
Sequenza temporale degli interventi con erbicidi in agricoltura tradizionale e integrata
Condizioni di impiego dei diserbanti Luce Favorisce la penetrazione degli erbicidi fogliari per maggiore apertura degli stomi. (Può causare fotodegradazione) Temperatura Intervallo ottimale di applicazione, 8 25 C Alte Temp. aumentano l attività vegetativa aumentano l effetto Alte Temp. causano perdite gassose per volatilizzazione (pericolo colture vicine) Pioggia Modesta: miglior bagnatura, trasporto dell erbicida appena sotto la superficie del suolo (Ottimo per gli erbicidi di pre-emergenza) Elevata: provoca dilavazione e lisciviazione dell erbicida Vento aumenta la vaporizzazione e il trasporto del prodotto. NB: non si tratta in presenza di vento
Assorbimento del principio attivo Assorbimento per via fogliare. Interessa soprattutto prodotti dati in post emergenza. Dopo il contatto con superficie fogliare il prodotto può: Subire ritenzione da parte di organi aerei variabile in base a: -morfologia delle piante (struttura della copertura vegetale in termini di densità e stadio di sviluppo), -grandezza e tensione superficiale delle gocce, -condizioni atmosferiche Penetrare nella pianta attraverso cuticola, oppure stomi o lesioni; La penetrazione cuticolare è quella più importante e si può esplicare per: -via acquosa: molecole polari, attraversano lentamente la cuticola ed una volta superata entrano nel simplasto attraverso la cutina -via lipidica: molecole liposolubili, attraversano la cuticola e si muovono attraverso di essa.
Assorbimento del principio attivo (2) Assorbimento per via radicale. Interessa prodotti dati in pre semina, pre emergenza e pre-trapianto -Gli erbicidi in soluzione acquosa sono assorbiti allo stesso modo dei nutrienti; tale assorbimento è favorito da formulati idrofili. -Trasporto apoplastico per sostanze idrofiliche (attraverso spazi intercellulari) fino all endoderma che ha pareti suberificate. Il trasporto si fa allora simplastico (via principale per le sostanze lipofile). - Normalmente poi la traslocazione avviene tramite flusso ascenzionale nello xilema.
Modalità di assorbimento dei diserbanti Assorbimento per via radicale Assorbimento per via fogliare
Traslocazione Penetrato nella pianta l erbicida può essere: traslocato lungo lo xilema (soprattutto per assorbimento radicale) traslocato lungo il floema (soprattutto per assorbimento fogliare) Diserbante per contatto Diserbante sistemico per assorbimento fogliare e/o radicale
Selettività dell erbicida Caratteristica per cui l azione fitotossica viene esplicata con diversa intensità sulle diverse specie vegetali interessate dal trattamento Il diserbante può essere: Diserbante totale: fitotossico per tutte le specie 1. Ad azione residuale 2. Senza azione residuale (rapidamente degradati dopo l applicazione) es.: glifosate Diserbante selettivo: fitotossico su alcune specie e non su altre. La selettività è relativa: dipende dalla formulazione, dalle dosi applicate, dalle epoche e dai modi d impiego, dallo stadio di sviluppo della coltura e delle infestanti. NB: L efficacia erbicida è nei confronti delle infestanti mentre la fitotossicità è nei confronti della specie coltivata
Meccanismi di selettività a disposizione delle piante La capacità di una pianta di subire o superare l azione fitotossica del formulato dipende da: 1. Caratteristiche morfologiche e strutturali a protezione degli apici vegetativi (poco protetti in dicotiledoni) Gemme interrate in colture perenni Dormienza invernale Apparati radicali fittonanti vs. superficiali Cere Tomentosità 2. Caratteristiche fisiologiche, cioè la capacità della pianta di inattivare certi diserbanti, trasformandoli (Esempio -quando si utilizzaval atrazina in Mais)
Meccanismo di azione del diserbante (Tossicità verso le piante) Una volta penetrato nella pianta e traslocato nel sito d azione il p.a. esplica la sua azione alterando uno specifico processo metabolico (azione primaria) e, di conseguenza, tutti i fenomeni e le funzioni metaboliche correlate e interagenti con quel processo (azione secondaria). L azione primaria non sempre è letale: spesso la morte dell infestante è dovuta ad azione secondaria Principali meccanismi d azione Fotosintesi (es.: triazine, come terbutilazina) Respirazione (es.: nitrofenoli, come DNOC) Crescita (es.: fenossideriati, come 2-4 D) Sintesi degli amminoacidi (es.: glifosate) Sintesi proteica (es.: solfoniluree, come clorosulfuron) Sintesi dei lipidi (Es.: tiocarbammati, come butilate) E altre
Formulazione dei fitofarmaci (1) DISERBANTE = PRINCIPIO ATTIVO + COFORMULANTI + COADIUVANTI Il principio attivo (p.a.) o sostanza attiva (s.a.) è la sostanza chimica o biologica che produce l effetto tossico. I coformulanti sono inerti che servono per ridurre la concentrazione del p.a. (max 3 per prodotto) [acqua, talco, diluenti, solventi,..]
Formulazione dei fitofarmaci (2) Coadiuvanti in generale (sostanze non attive che svolgono le seguenti funzioni) Attivanti (incrementano l attività biologica del p.a. facilitando la penetrazione e la diffusione nei tessuti vegetali) Adesivanti (aumentano la persistenza del p.a. sulla vegetazione) Tensioattivi o bagnanti (diminuiscono la tensione superficiale della soluzione migliorandone l adesione sulla vegetazione) Stabilizzanti o emulsionanti (permettono una maggiore stabilità della miscela tra prodotto formulato e liquido solvente)
Azione dei tensioattivi (bagnanti)
Tossicità di un fitofarmaci Dose Letale 50 (DL 50 ) Dose di prodotto, espressa in millesimi di grammo di prodotto per chilogrammo di peso dell animale (ppm), che provoca la morte del 50 per cento degli animali da laboratorio esposti al prodotto (esposizione orale su ratti e cutanea su ratti e conigli); Tempo di carenza o tempo (intervallo) di sicurezza È il numero minimo di giorni che deve intercorrere tra la data in cui è stato eseguito il trattamento e quella della raccolta delle derrate per la loro immissione al consumo. Limite di tolleranza È il limite massimo di residuo (LMR) delle sostanze attive dei prodotti fitosanitari tollerato nei prodotti destinati all alimentazione; rappresenta quella dose che non dovrebbe essere dannosa per il consumatore.
Classificazione secondo la pericolosità dei diserbanti
Destino dei diserbanti Ripartizione nell ambiente del principio attivo durante e dopo la loro applicazione
Degradazione dei diserbanti nell ambiente Dal punto di vista ambientale, i diserbanti sono tanto meno dannosi, quanto meno sono persistenti. Processi che condizionano la persistenza dei diserbanti nel terreno
Fenomeni di resistenza agli erbicidi. La selezione esercitata dall uso ripetuto dello stesso erbicida, o di erbicidi aventi il medesimo meccanismo d azione, può portare, anche in un periodo di tempo relativamente breve, all insorgenza di popolazioni resistenti. La resistenza può essere definita come: la capacità naturale ed ereditabile di alcuni individui presenti in una popolazione di sopravvivere alla dose di erbicida normalmente impiegata per il loro controllo. In tutte le popolazioni infestanti è presente un numero molto limitato di piante in grado di sopravvivere naturalmente al trattamento erbicida. L uso ripetuto, nello stesso appezzamento, di erbicidi con il medesimo meccanismo d azione elimina tutte le piante sensibili consentendo alle piante resistenti di sopravvivere e moltiplicarsi, selezionando così nel tempo una popolazione resistente. La resistenza è quindi un fenomeno evolutivo, e costringe l agricoltore ad utilizzare altri erbicidi oppure altri metodi di controllo talvolta più costosi e/o meno efficaci. Inoltre, anche nel caso di un oculata gestione, la resistenza può persistere per parecchi anni, anche in assenza dell erbicida selezionatore, grazie allo stock di semi (o banca dei semi) nel terreno.
Infestanti, un approccio antiresistenza Pratiche agronomiche Condizioni di utilizzo degli erbicidi Rotazioni (sufficientemente diversificate) Falsa semina (possibilità di utilizzare il glifosate) Lavorazioni (Interrare profondamente i semi) Utilizzo dei prodotti più attivi Rispetto delle dosi Momento ottimale di intervento Bagnatura ottimale Trattare su infestanti poco sviluppate Miscela con prodotti a diverso meccanismo Evitare applicazioni ripetute di erbicidi con lo stesso meccanismo di azione Integrare il diserbo chimico con sistemi di controllo meccanici Favorire la competitività della coltura N.B. La tecnica conservativa ha un sistema più fragile (assenza lavorazioni profonde)
Gestione integrata delle infestanti (1) La gestione integrata delle piante infestanti è l integrazione di tutte le possibili conoscenze, scientifiche e tecniche per mantenere o ricreare una flora equilibrata, mediante: 1) Gestione agronomica: pratiche preventive; avvicendamento colturale; scelta di tecnica colturale adeguata che aumenti la competitività delle piante coltivate verso quelle infestanti; 2) Applicazione di mezzi alternativi al diserbo chimico e loro integrazione; 3) Razionalizzazione dell impiego degli erbicidi: impiegando l erbicida quando necessario (definizione e applicazione delle soglie di infestazione); scegliendo le molecole in funzione della flora presente; riducendo la dose di impiego (tecnica DR, trattamenti precoci, uso di additivi);
Gestione integrata delle infestanti (2) Controllo delle malerbe Soglie di intervento
Gestione integrata delle infestanti (3) Soglia di intervento La soglia d intervento definisce i modi e i tempi opportuni per intervenire; include due scelte fondamentali: - la valutazione dell opportunità dell intervento; - scelta del momento opportuno. Per poter gestire queste due decisioni è necessario definire: 1. la soglia d infestazione (S.I.) 2. il periodo critico (P.C.)
Gestione integrata delle infestanti (4) Vengono indicati sei diversi tipi di soglie di densità o di infestazione Soglia visiva: soggettiva Soglia di competizione: sopra la quale inizia la perdita produttiva Soglia economica di intervento (SEI): densità alla quale il costo del trattamento eguaglia il beneficio ottenuto con l eliminazione delle malerbe (nell anno in corso) [<4-5 piante m-2] Soglia economica ottimale (SEO): densità al di sopra della quale le infestanti dovrebbero essere controllate ottenendo benefici economici nell anno in corso e nei successivi (riduzione la banca semi) [< SEI] Soglia di previsione: densità alla quale si devono controllare le malerbe per evitare che l infestazione raggiunga un dato livello ad una certa data
Gestione integrata delle infestanti (5) Periodo critico della coltura (P.C.) A parità di densità, le piante infestanti provocano un danno produttivo diverso in funzione del periodo in cui vengono lasciate convivere con la coltura. Ogni coltura presenta un periodo in cui è particolarmente sensibile alla competizione delle piante infestanti. Frumento, orzo, riso non subiscono danni elevati dalla presenza delle malerbe nelle fasi iniziali del ciclo, viceversa diventano estremamente sensibili durante la levata. Altre colture come la lattuga, aglio a causa del loro lento sviluppo iniziale sono sensibilmente danneggiate sia dalle piante infestanti che emergono contemporaneamente ad esse sia da quelle che emergono tardivamente Possiamo determinare: 1. la durata della competizione tollerata (DCT) cioè il periodo massimo di permanenza delle infestanti in mezzo alla coltura perché si abbiano danni produttivi inferiori ad una soglia limite fissata a priori; 2. il periodo richiesto di assenza delle malerbe (PRAM) cioè il periodo minimo di tempo a partire dall emergenza, durante il quale la coltura deve rimanere priva di malerbe affinché subisca danni produttivi inferiori alle stessa soglia limite.
Gestione integrata delle infestanti (6) Durata della competizione tollerata (DCT) Essa è influenzata da: tipo ed entità dell infestazione, coltura, tecnica colturale applicata ad essa, andamento climatico e natura del fattore limitante. Le caratteristiche ecofisiologiche delle specie infestanti influenzano la loro capacità competitiva e quindi la DCT. Le più importanti sono: - grandezza del seme - velocità di emergenza - portamento - suscettibilità alle fitopatie -esistenza di fenomeni allelopatici La durata del PRAM (periodo richiesto di assenza delle malerbe) dipende da numerosi fattori che in ordine decrescente di importanza sono: 1. caratteristiche della coltura: velocità d insediamento, portamento e struttura delle foglie; 2. tecnica agronomica: modalità ed epoca di semina o trapianto, concimazione e irrigazione; 3. andamento climatico; 4. densità e tipo di infestazione;
Definizione del periodo critico Dopo aver definito DCT e PRAM, si può calcolare il periodo critico della coltura, che risulta compreso tra la fine della DCT e quella del PRAM. Poiché essi sono condizionati da molte variabili, come abbiamo precedentemente visto, la durata del periodo critico risulta molto variabile. Nel peperone va dal 25 al 45 giorno dopo il trapianto, nel pomodoro seminato tra il 30 e il 45 giorno dopo l emergenza. Nel mais, pur avendo un discreto accrescimento iniziale, a causa della bassa densità di semina, il periodo critico si ha tra il 28 e il 42 giorno dopo l emergenza. La conoscenza del periodo critico permette alcune considerazioni sulla scelta del prodotto erbicida: 1) se si effettua il diserbo di pre-emergenza, è necessario scegliere un prodotto con una persistenza tale da mantenere la coltura libera da infestanti per tutta la durata del periodo critico; persistenze inferiori determineranno decrementi produttivi maggiori di quelli attesi, persistenze superiori sono inutili e possono essere anche dannose per l ambiente e la coltura successiva. 2) se si effettua il diserbo post-emergenza o la sarchiatura, questi interventi vanno eseguiti all inizio del periodo critico e devono essere ripetuti se prima della sua fine si verificano nuove emergenze di malerbe.
Attività erbicida
Attività erbicida
Attività erbicida Curva di degradazione di un diserbante con persistenza troppo corta
Il diserbo del frumento Infestanti chiave
Infestanti maggiormente diffuse nelle colture di frumento Graminacee Tecn. agronomiche che ne favoriscono lo sviluppo. Dicotiledoni Tecn. agronomiche che ne favoriscono lo sviluppo. Avena sterilis Papaver rhoeas Lolium spp Semina su sodo Sinapis arvensis Alopecurus myosuroides Poa spp, Apera spica-venti Phalaris Rapistrum rugosum Matricaria chamomilla Gallium aparine Veronica spp Bromus spp. Semina su sodo Fumaria officinalis Hordeum murinum Semina su sodo Viola arvensis Silybum marianum Ammi majus Geranium dissectum Picris echioides Cirsium arvense Convolvulus arvensis Equisetum spp. Semina su sodo Semina su sodo Riduz. lavor.ne/rotazione Riduz. lavor.ne/rotazione Riduz. lavor.ne/rotazione
MATRICARIA CAMOMILLA
PAPAVERO
CRUCIFERE TLAPSI CAPSELLA SENAPE
STELLARIA
VERONICA PERSICA ED HEDERIFOLIA
FUMARIA
GALIUM
AVENA
ALOPECURUS
LOLIUM
Problematica del diserbo del frumento Diffusione di popolazioni di infestanti resistenti agli erbicidi di postmergenza Lolium Avena sterilis Phalaris paradoxa Le resistenze coinvolgono gli erbicidi che agiscono come inibitori dell enzima ACCasi (Erbicidi fop e dim) Clodinafop-propargil (Topik) Pinoxaden (Axial) Graminicidi Tralkoxydim (Grasp) E in alcuni casi (Lolium e Avena steris) anche solfoniluree graminicide
Diserbo preventivo del frumento (Pre- emergenza precoce) Importante per la prevenzione e la gestione delle resistenze ai graminicidi di postemergenza (Lolium spp. ecc.) Limiti Impossibilità di controllare infestanti come: Avena sterilis e Gallium aparine Impossibilità di controllare infestanti a nascita tardiva comprese le perenni Cirsium, Equisetum Princi attivi Clortoluron Efficace nella lotta al Lolium spp resistente ai graminicidi di post-emergenza (max 1 tratt amento ogni 5 anni sullo stesso appezzamento). Poco efficace contro Avena spp. Diflufenican In miscela con Clortoluron migliora l efficacia verso Alopecurus, Lolium, Veronica, Viola, Stellaria, crucifere, poligonacee, e con un buon contenimento di Papaver e parziale attività verso Gallium. Pendimetalin Da solo o in miscela con clortoluron o diflufenican è utilizzabile anche in post-emergenza precoce (2-4 foglie). Attivo verso Papaver, Veronica, Fumaria, Stellaria, Capsella, Pligonum aviculare, Poa, Alopecurus
Il diserbo di post-emergenza (Accestimento-levata) (1) Pregi Si agisce sull infestante dopo averne verificato la presenza Vasta gamma di prodotti Spettro di azione completo Intervento unico Impiego di prodotti a minor impatto ambientale rispetto al pre emergenza Difetti Possibilità di selezionare popolazioni resistenti
Il diserbo di post-emergenza (Accestimento-levata) (2) Thifensulfuron metil Metsulfuron metile Bifenox fumaria, galium, veronica, papavero Tribenuron metile Triasulfuron Tritosulfuron Tritosulfuron+ficamba Thifensulfuron metil+ Triasulfuron Solo dicotiledoni (Cat. ALS) DICOTILEDONI (ESCLUSO GALIUM), VERONICA,FUMARIA,VILLUCCHIO,STOPPIONE Dicotiledoni con Gallium Florasulam Tribenuron + mcpp Clopiralid + mcpa + fluroxipyr (Gallium, convolvolo, stoppione) Amidosulfuron Fluroxipyr (Dicotiledoni e in particolare gallium) Azione collaterale su molte malerbe. Attivi anche contro convolvolo, stellaria.
Il diserbo di post-emergenza (Accestimento-levata) (3) Dicotiledoni con Gallium e graminacee (Prodotti ad ampio spettro) Iodosulfuron + fenoxaprop-p-etile + mefenpir-dietile (no orzo) Clodinafop + pinoxaden + florasulam (no orzo) Propoxycarbazone+Iodosulfuron-metil+amidosulfuron+mefenpyr diethyl Tritosulfuron Iodosulfuron-metil sodium + mesosulfuron (no orzo) avena, alopecuro, loietto, falaride, bromo, poa, buona efficacia su numerose dicotiledoni Iodosulfuron-metil sodium + mesosulfuron metile (no orzo) Pyroxulam + florasulam (no orzo) Solo graminacee Tralkoxidim avena, alopecuro, loietto, poa, falaride Diclofop-metile avena, alopecurus, loietto, falaride Pinoxaden Fenoxaprop-p-etile + antidoto Clodinafop (no orzo) avena, alopecuro, loietto, poa, falaride (Cat. ALS) (Cat. ACCasi) N.B. Nei diversi anni è obbligatorio alternare l impiego dei prodotti delle due categorie
Diserbo dei cereali vernini su sodo Presenza di Infestanti Rinascita di colture precedenti Malerbe perenni Graminacee e dicotiledoni ad emergenza anticipata (fine estate) E richiesta la devitalizzazione preventiva, dopo le piogge di fine estate, con applicazioni di erbicidi ad azione totale (es. Glifosate con dosi da 1,5 a 4 litri per ha) Dosi più elevate per controllare Convolvulus arvensis, Calystegia sepium, Cynodon dactylon, Agropyron repens. Trattare alcuni giorni prima della semina Dosi minime per controllare malerbe annuali alle prime vasi vegetative Dosi intermedie per i ricacci di sorgo. Trattare una settimana prima della semina Nel caso di medicai occorre trattare a non meno di 10 giorni dall ultimo sfalcio. Ricaccio maggiore di 7-10 cm
Solfoniluree L efficacia non e influenzata dalle basse temperature Residualita piu o meno alta Tendenza a selezionare le infestanti contro le quali non hanno efficacia (es. Veronica) Necessita di alternarle ad altri prodotti
Il diserbo del mais Le infestanti chiave
DICOTILEDONI POLIGONUM AVICULARE
DICOTILEDONI FALLOPIA CONVOLVOLO
DICOTILEDONI POLIGONUM PERSICARIA
DICOTILEDONI CHENOPODIO
DICOTILEDONI SOLANUM
DICOTILEDONI AMARANTO
DICOTILEDONI ABUTILON
DICOTILEDONI (Infest. di sostituzione) XANTIUM
DICOTILEDONI (Infest. ruderali) BIDENS
DICOTILEDONI Sicyos angulatus
DICOTILEDONI Ammi majus
DICOTILEDONI Datura
DICOTILEDONI Portulaca
GRAMINACEE GIAVONE
GRAMINACEE DIGITARIA
GRAMINACEE SETARIA
GRAMINACEE Panicum
GRAMINACEE Sorghetta
GRAMINACEE Cyperus esc.
Presenza di resistenze Amaranthus spp. Resistente a Solfoniluree e Triazolopirimidine Echinochloa Resistente a Sulfoniluree graminicide (I giavoni si possono combattere con i graminicidi residuali (pre-emergenza) es. metolaclor, dimetamide, petoxamide, flufenacet
Fase di pre-semina All occorrenza, pulizia del letto di semina Glifosate (30,4%) litri 1,5-3/ettaro
Pregi DISERBO DI PRE EMERGENZA Risolutivo se dopo i trattamenti intervengono piogge Presenza di erbicidi con diverso meccanismo d azione (evita le resistenze e le infestanti di sostituzione) Difetti Prodotti residuali Bersaglio non individuato Minore efficacia se non piove dopo l applicazione Non applicabile su terreni torbosi, dosi ridotte su terreni sabbiosi
DISERBO DI PRE EMERGENZA Infestanti dicotiledoni e graminacee Terbutilazina + dimetenamide-p Terbutilazina + s-metolaclor Terbutilazina + acetochlor Terbutilazina + mesotrione, sulcotrione Aclonifen + isossaflutolo + graminicida Azione graminicida Clorocetammidi (s-metolaclor, dimetenamide-p, flufenacet) Punti deboli: fallopia, aviculare, bidens tripartita, xantium italicum
Problemi specifici di Abutilon Per combattere Abutilon: Mesotrione, sulcotrione, clomazone, Isoxaflutolo
Contro dicotiledoni e graminacee Terbutilazina Aclonifen + isossaflutolo + graminicida Punti deboli: fallopia, aviculare, bidens tripartita, xantium italicum
Contro dicotiledoni e graminacee Possibili alternative alla terbutilazina Pendimetalin + isossaflutolo + graminicida Punti deboli Fallopia, bidens tripartita, xantium italicum
IL DISERBO DI POST EMERGENZA (funzione complementare del pre emergenza) Pregi Scelta del prodotto a malerba individuata Prodotti a minor impatto ambientale Disponibilita di prodotti efficaci Difetti Breve periodo utile per l intervento Rischio di eccessiva competizione con inerbimenti precoci Difficolta con alcune infestanti in particolare se troppo sviluppate
Post-precoce.. S-metolaclor+mesotrine Isoxaflutole+cyprosulfamide+thiecarbazone S-metolaclor+mesotrine+Terbutilazina
IL DISERBO DI POST EMERGENZA (A partire da due foglie vere) Contro graminacee Nicosulfuron Foramsulfuran Contro dicotiledoni Sulcotrione Mesotrone Prosulfuron Tritosulfuron+dicamba Dicamba Fluroxipir Florasulam+fluroxipir Pendimetalin+dicamba Contro garminace e dicotiledoni Rimsulfuron+nicosulfuron+dicamba Rimsulfuron+mesotrione Tembotrione+isoxadifen etil
Spettro d azione di alcuni erbicidi (1) Dicamba Efficace contro Amaranthus retroflexus, solanum nigrum, bidens tripartita, xantium italicum ed altre. Il controllo di chenopodium spp., Polygonum persicaria e lapathifolium è buono solo se le infestanti hanno uno limitato sviluppo. Questo vale in generale anche per le altre specie. Scarsamente efficace se molto sviluppato su portulaca oleracea, equisetum arvense e fallopia convolvulus.
Spettro d azione di alcuni erbicidi (2) Sulcotrione Efficace contro Efficace contro molte dicotiledoni, buona l azione su chenopodium, che è di difficile controllo nel mais. Qualche difficoltà di controllo su amaranthus, fallopia, portulaca e perennanti. L efficacia piena su abutilon theophrasti si ha solo nelle prime fasi di sviluppo dell infestante.
Spettro d azione di alcuni erbicidi (3) Mesotrione Efficace contro molte dicotiledoni, buona l azione su chenopodium, che è di difficile controllo nel mais. Qualche difficoltà di controllo su fallopia, portulaca e perennanti. Azione collaterale su digitaria e giavone Prosulfuron Efficace contro molte dicotiledoni, buona l azione su amaranto, abutilon, crucifere. Difficoltà di controllo su fallopia, portulaca, solanum e perennanti.
Spettro d azione di alcuni erbicidi (4) Fluroxipir e Fluroxipir + Florasulam Da usare preferibilmente in miscela con altri erbicidi, per potenziarne l efficacia nei contronti di convolvulus arvensis, calystegia sepium, abutilon, ruderali Clopiralid Contro Cirsium arvense, ricacci di medica e girasole, ruderali
Spettro d azione di alcuni erbicidi (5) Nicosulfuron Rimsulfuron Foramsulfuron Contro Sorghum halepense, echinochloa crus-galli, setaria spp. e digitaria sanguinalis. Efficace anche su amaranthus, crucifere e persicaria, bidens, xantium
Diserbo dell erba medica
Letti di semina Erba medica Sostanze attive Epoca di impiego Infestanti controllate Diquat Pre-semina, pre-ricaccio Dicotiledoni annuali, e parziale azione disseccante sulle graminacee Erbicidi selettivi Sostanze attive Epoca di impiego Infestanti controllate Benfluralin Pre-semina interrato Graminacee, Amaranto, chenopodio, poligonacee, papavero, stellaria Propizamide Pre-ricaccio della medica e dopo il primo taglio (entro 3-4 giorni) Graminacee, poligaonacee, stellaria, veronica. Cuscuta dopo il primo sfalcio Metribuzin Pre-ricaccio di medica Graminacee, Amaranto, chenopodio, crucifere, poligonacee, picris, senecio
Erbicidi selettivi Sostanze attive Epoca di impiego Infestanti controllate Imazamox Post-emergenza (medica 2-3 cm) Graminacee primi stadi di sviluppo. amaranto, solanum, crucifere, abutilon, xantium Bentazone+Imazamox Post-emergenza (medica 2-3 cm) Graminacee, amaranto, solanum, abutilon, crucifere, poligonacee, composite 2,4 DB Post-emergenza (medica 2-3 cm) Crucifere, amaranto, chenopodio, solanum, papaver, picris, cirsium, taraxacum, rumex, cpnvolvulus Piridate Post-emergenza infestanti (primi stadi di sviluppo) Amaranto, chenopodio, solanum Fluazifop-p-butile Post-emergenza infestanti Graminacee annuali e perenni Quizalofop-etile Post-emergenza infestanti Graminacee annuali e perenni
Principali infestanti che interessano le coltivazioni erbacee (Epoca di emergenza e di fioritura) Vivaci pluriannuali Annuali Annuali a germinazione primaverile Annuali a germinazione autunnale Annuali estive
Infestanti vivaci pluriannuali Periodo di crescita Periodo di fioritura Cirsium arvense
Sonchus arvensis Periodo di crescita Periodo di fioritura
Convolvulus arvensis e Calystegia sepium Periodo di crescita Periodo di fioritura
Rumex obtusifolius e Rumex crispus Periodo di crescita Periodo di fioritura
Infestanti annuali Geranium spp. Periodo di crescita
Matricaria / Anthemis Periodo di crescita
Anagalis arvensis / Stellaria media Periodo di crescita
Sinapis arvensis, Raphanus raphanistrum, Rapistrum rugosum Rapistrum rugosum Sinapis arvensis Raphanus raphanistrum Periodo di crescita
Veronica spp. Periodo di crescita
Periodo di crescita Vicia spp.
Avena spp. Periodo di crescita
Lolium spp. Lolium perenne Lolium perenne Lolium Italicum Periodo di crescita Lolium Italicum
Annuali a germinazione primaverile Chenopodium album / Atriplex patula Chenopodium album Atriplex patula Chenopodium album Atriplex patula Periodo di crescita