Comitato Consultivo sulle Pari Opportunità per Donne e Uomini. Parere su Rompere gli stereotipi di genere nei media



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Comitato Consultivo sulle Pari Opportunità per Donne e Uomini Parere su Rompere gli stereotipi di genere nei media 1

Tabella dei contenuti 1) Mandato del gruppo di lavoro e scopo del presente parere... 3 2) Background in materia di pari opportunità e i media...3 3) Definizioni... 6 4) Il contesto dell'uguaglianza di genere e i media negli stati membri dell'unione Europea.....7 5) Come potrebbero essere promossi l uguale partecipazione delle donne nell espressione e presa di decisione in e attraverso i media?... 12 6) Come potrebbero essere promosse equilibrate e diverse rappresentazioni di donne e uomini nei mezzi di comunicazione?... 14 7) Come potrebbero i media essere un partner attivo nella promozione dell uguaglianza di genere?...... 16 8) Qual è l'impatto attuale e il potenziale futuro delle nuove tecnologie dei media in termini di donne e media?... 18 9) Quale potrebbe essere il valore aggiunto dell'azione dell'ue (per esempio sensibilizzazione, studi, statistiche...), dato che la sua portata è limitata alle azioni di sostegno?.....19 RACCOMANDAZIONI...24 ALLEGATI......... 27 2

1) Mandato del gruppo di lavoro e scopo del presente parere Il Comitato Consultivo per Uomini e Donne ha deciso nella riunione del 19 Novembre 2009 di istituire un gruppo di lavoro per elaborare un parere su donne e i media. Nel corso della riunione del gruppo di lavoro il 20 Maggio 2010, il titolo è stato cambiato in Rompere gli stereotipi di genere nei media. Lo scopo del presente parere è di proporre misure per la promozione di una equilibrata e non stereotipata rappresentazione delle donne e degli uomini nei media e nelle nuove tecnologie della comunicazione. Insieme a questo obiettivo vi è lo scopo di promuovere uguali opportunità e condizioni di lavoro per donne e uomini che lavorano in tutte le aree del settore dei media, nonché di aumentare la partecipazione e l'accesso alla espressione e al processo decisionale per le donne in e attraverso i media. La libertà di espressione e di informazione è anche un diritto fondamentale delle nostre democrazie. Il giusto equilibrio deve quindi essere trovato tra il diritto fondamentale di uguaglianza di donne e uomini, la rottura degli stereotipi di genere nei media e il diritto fondamentale alla libertà di informazione, libertà di espressione nei mezzi di comunicazione, la diversità di opinione e il pluralismo dei media. 2) Background in materia di uguaglianza di genere e i media L Unione Europea si basa sull importanza fondamentale dei diritti umani e valori, compreso il diritto all uguaglianza tra donne e uomini. Il Trattato dell Unione Europea afferma all articolo 2 che L Unione è fondata sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto per i diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti alle minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati Membri in una società caratterizzata da pluralismo, non discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà e uguaglianza tra donne e uomini. L articolo 3 specifica che (l Unione) combatterà l esclusione sociale e le discriminazioni, e promuoverà la giustizia sociale e la protezione, l uguaglianza tra donne e uomini, la solidarietà tra generazioni e la protezione dei diritti del bambino. ( ) In termini generali, la Convenzione delle Nazioni Unite CEDAW del Dicembre 1979, entrata in vigore a settembre 1981 già richiedeva nel suo articolo 5 sugli stereotipi dei ruoli sessuali e dei pregiudizi che fossero adottate tutte le misure appropriate Per modificare i modelli sociali e culturali di comportamento di uomini e donne, al fine di giungere ad una eliminazione dei pregiudizi e 3

consuetudini e tutte le altre pratiche che si basano sull'idea di inferiorità o superiorità dell'uno o altro dei sessi o sull'idea di ruoli stereotipati per uomini e donne; " La Piattaforma per l Azione di Pechino adottata nel 1995 e la risoluzione del 2000 sul follow-up della Piattaforma di Pechino aveva identificato le donne i media come uno dei 12 settori critici di preoccupazione. Come affermato nella Piattaforma per l Azione di Pechino, lo stereotipo di genere nella pubblicità e nei media è uno dei fattori di disuguaglianza che influenza gli atteggiamenti verso l uguaglianza tra uomini e donne. Ha sottolineato il ruolo importante della consapevolezza tramite l educazione ai media e linee guida responsabili. La risoluzione del Consiglio del 5 Ottobre 1995 sull'immagine delle donne e degli uomini ritratti nella pubblicità e nei media [10] ha invitato gli Stati Membri e la Commissione ad adottare misure adeguate per promuovere un quadro diversificato e realistico delle capacità e del potenziale delle donne e degli uomini nella società. Inoltre, la Risoluzione Parlamentare EU del 25 Luglio 1997 sulla discriminazione contro le donne nella pubblicità, e la Risoluzione 1557 (2007) dell Assemblea Parlamentare del Consiglio d Europa, dal titolo L immagine delle Donne nella Pubblicità era focalizzata sulle donne e la pubblicità e i molteplici problemi degli stereotipi profondamente radicati sull immagine delle donne nella società e che incontriamo anche quando si tratta di mezzi di comunicazione in generale. Il 20 Dicembre 2006 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno adottato una Raccomandazione sulla Tutela dei Minori e della Dignità Umana e sul Diritto di Replica. La Raccomandazione si fonda sulla precedente Raccomandazione del Consiglio del 1998, che resta in vigore. Estende l ambito includendo le competenze legate ai media, la cooperazione e la condivisione di esperienze e di buone prassi tra gli organismi di autoregolamentazione, coregolamentazione e regolamentazione, azione contro la discriminazione in tutti i media, e il diritto di replica concernente i mezzi di comunicazione online. Nel suddetto strumento, si raccomanda che gli Stati Membri, nell interesse di promuovere lo sviluppo dell industria dei servizi di informazione audiovisivi e on-line, adottino le misure necessarie per garantire la protezione dei minori e la dignità umana in tutti i servizi di informazione audiovisivi e on-line attraverso la promozione di un atteggiamento responsabile da parte di professionisti, intermediari, e utenti dei nuovi mezzi di comunicazione come Internet incoraggiando l industria dei servizi di informazione audiovisiva e on-line, senza violare la libertà di espressione o di stampa, a evitare ogni discriminazione basata sul sesso, la razza o l origine etnica, la religione o 4

credo, disabilità, età o orientamento sessuale in tutti i servizi di informazione audiovisivi e on-line. Mentre inizialmente previsti nella bozza, durante il processo di adozione della Direttiva, il contenuto dei media o della pubblicità e l educazione pubblica o privata sono stati esclusi dall ambito della Direttiva 2004/113/CE del Consiglio del 13 Dicembre 2004 che attua il principio dell uguaglianza di trattamento tra uomini e donne nell accesso a e nella fornitura di beni e servizi, si applica, come affermato nell articolo 13, considerando però che il contenuto dei media e la pubblicità non era né un bene né un servizio. La Roadmap della Commissione Europea per l Uguaglianza tra Donne e Uomini 2006-2010 (COM (2006) 0092) e relativa valutazione d impatto (SEC (2006) 0275) favoriscono la eliminazione degli stereotipi di genere nei media e propongono come azioni chiave per sostenere campagne di sensibilizzazione e lo scambio di buone prassi nelle scuole e nelle imprese sui ruoli di genere non stereotipati e sviluppare il dialogo con i media per incoraggiare una rappresentazione non stereotipata delle donne e degli uomini. Nel Giugno 2008, il Consiglio dell Unione Europea ha adottato le Conclusioni del Consiglio sulla Eliminazione degli Stereotipi di Genere nella Società. Il Consiglio ha riconosciuto la responsabilità dei media nel riprodurre stereotipi culturalmente trasmessi e immagini di donne e uomini, da un lato, e nella lotta contro gli stereotipi di genere e la promozione di ritratti non discriminatori e realistici di ragazze/donne e ragazzi/uomini nella società, dall altro. Il Consiglio ha invitato gli Stati Membri e la Commissione Europea a promuovere campagne di sensibilizzazione e lo scambio di buone prassi sulla lotta agli stereotipi di genere e la promozione di immagini realistiche e non discriminatorie delle ragazze/donne e ragazzi/uomini nei media. 1 Nel Settembre 2008, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione su come il marketing e la pubblicità influiscono sull uguaglianza tra donne e uomini. La Risoluzione sostiene la necessità di eliminare dai testi scolastici, giocattoli, videogiochi e computer, internet e le nuove tecnologie dell informazione e della comunicazione (TIC), e dalla pubblicità attraverso diversi tipi di media, i messaggi che sono contrari alla dignità umana e che trasmettono stereotipi di genere. Il Parlamento invita la Commissione a intensificare i suoi sforzi contro la discriminazione nei media e per ulteriori ricerche su questo argomento. 2 1 Conclusioni del Consiglio sulla Eliminazione di Stereotipi di Genere nella Società (doc. 9271/08) 2 Risoluzione del Parlamento Europeo del 3 Settembre 2008 su come il marketing e la pubblicità influiscono sull uguaglianza tra donne e uomini (2008/2038(INI)), disponibile su: http://www.europarl.europa.eu/sides/getdoc.do?type=ta&reference=p6-ta-2008-0401&language=en&ring=a6-2008-0199 5

La Direttiva sui Servizi dei Media Audiovisivi 3 del 10 Marzo 2010 richiede agli Stati Membri di garantire che i servizi dei media audiovisivi forniti dai fornitori di servizi di media sotto la loro giurisdizione non contengano alcun incitamento all odio basato su razza, sesso, religione o nazionalità (Capitolo III, art.6). Inoltre, questa direttiva richiede chiaramente agli Stati Membri di garantire che le comunicazioni commerciali audiovisive ( ) non (i) pregiudichino il rispetto per la dignità umana; (ii) non includano o promuovano qualsiasi discriminazione fondata sul sesso, razza o origine etnica, nazionalità, religione o credenza, disabilità, età o orientamento sessuale; (iii) non incoraggino comportamenti pregiudizievoli per la salute o la sicurezza (Capitolo III, articolo 9). 3) Definizioni Quando si parla di stereotipi di genere nei media, è essenziale definire (a) il nostro gruppo target, (b) che cosa intendiamo per media e (c) che cosa intendiamo per stereotipi, poiché ci possono essere comprensioni diverse. (a) Le donne, come gli uomini non sono un gruppo omogeneo. Ci sono donne e uomini provenienti da gruppi diversi, età, livello sociale o di istruzione, nazionalità, orientamento sessuale, comprensione e motivazioni diverse, ci sono donne d affari, donne che lavorano in casa, donne che lavorano nel campo della ricerca e donne manager senior. Ci sono donne e uomini con un background migrante o di minoranza etnica, svantaggiati, (dis)abili, di diverse culture, religioni e modi diversi di vivere. Questa eterogeneità diventa una sfida per affrontare misure specifiche ed efficienti per gruppi diversi. (b) In generale, media si riferisce a diversi mezzi di comunicazione. Per esempio, televisione, radio, riviste e giornali sono diversi tipi di mass media classici progettati per raggiungere un vasto pubblico. Oggi, i mass media comprendono anche mezzi di comunicazione di internet in tutti i suoi sviluppi (quali blog, podcast e video sharing). Il termine si riferisce anche alla stampa o agenzie di informazione, industrie di intrattenimento, agenzie di pubblicità fornitori di informazioni e forgiatori delle nostre percezioni, idee, atteggiamenti e comportamenti. Media si riferisce anche a ciò che viene prodotto dai media: fatti e fiction, testi ed immagini, pubblicità sulla stampa. I media, soprattutto di comunicazione di massa pervadono la nostra vita a tutti i livelli, possono 3 Direttiva 2010/13/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2010, relativa al coordinamento di determinate disposizioni previste dalla legge, regolamento o azione amministrativa negli Stati Membri relativi alla prestazione di servizi di media audiovisivi (Direttiva dei Servizi dei Media audiovisivi): vedi anche la Direttiva 2007/65/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 11 Dicembre 2007 che modifica la Direttiva del Consiglio 89/552/CEE, relativa al coordinamento di determinate disposizioni previste dalla legge, regolamento o azione amministrativa negli Stati Membri concernenti il perseguimento delle attività di trasmissioni televisive. http://eurlex.europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=oj:l:2010:095:0001:01:en:html 6

perpetuare e rafforzare gli atteggiamenti stereotipati sui ruoli e le situazioni di donne e uomini. Possono anche contribuire a diversi tipi di discriminazione e di disparità di trattamento tra ragazze e ragazzi, donne e uomini e anche contribuire alla violenza contro le donne. (c) Il concetto di stereotipi è abbastanza complesso. Gli stereotipi sono credenze adottate in anticipo; riguardanti le caratteristiche di un individuo, un gruppo o un oggetto e che sottolineano il fatto di non tenere conto delle caratteristiche individuali. Gli stereotipi sono semplificazioni, di origine sociale, persistenti, soggettive, trasmesse di generazione in generazione. Alcuni possono essere universali, ma in generale gli stereotipi sono noti, utilizzati e trasmessi all interno di un certo gruppo o una certa cultura. Ci sono stereotipi di genere, ma anche stereotipi etnici o nazionali e possono anche interferire uno con l altro. Gli stereotipi svolgono anche il ruolo di giustificazione: giustificano il nostro comportamento e il sistema sociale o il comportamento di un gruppo sociale con cui ci identifichiamo. Gli stereotipi non sono essenzialmente negativi. Essi in realtà ci aiutano a comprendere i complicati processi che governano il mondo sociale, ridurre l incertezza e forniscono un senso di sicurezza. Nel contesto attuale è importante affrontare il fatto che gli stereotipi di genere non solo contribuiscono allo status quo in termini di ruoli di uomini e donne, ma promuovono anche una visione asimmetrica delle donne e degli uomini nella società. Inoltre, sono una delle cause più persistenti dell'ineguaglianza tra donne e uomini in tutte le sfere e in tutte le fasi della vita, influenzando le loro scelte in materia di istruzione, vita professionale e vita privata. Per quanto riguarda la diversità delle donne, e con l'obiettivo di eliminare il complesso e multiforme stereotipo in relazione al genere, i mezzi di comunicazione consapevoli del loro ampio potere di plasmare l'opinione pubblica dovrebbero rispettare e tener conto dell'identità, situazioni ed esperienze di varie donne all'interno della società. 4) Il contesto dell'uguaglianza di genere e i mezzi di comunicazione negli Stati Membri dell'unione Europea Il contenuto dei media influenza il modo in cui percepiamo la realtà e contribuisce anche a trasmettere, modellando i ruoli di genere. Nonostante il loro ruolo cruciale nella nostra moderna società high-tech, le donne non sono rappresentate nei mezzi di comunicazione secondo il loro numero, il loro coinvolgimento sociale, la loro vita reale. In verità, c'è un divario fra che cosa è la realtà della vita delle donne e degli uomini in Europa e il modo in cui appaiono in e attraverso i media. 7

Le donne e il processo decisionale nei media In relazione al settore dei media, le donne sono abbastanza presenti in generale, con variazioni secondo i paesi, ma sono seriamente sottorappresentate nel processo decisionale in questo settore come nella maggior parte degli altri: nel 2000, c'erano 9,3% donne in posizioni di top management nell industria delle telecomunicazioni della UE e dell Area Economica Europea e solo il 3% dei giornalisti donne erano in posizioni decisionali. 4 Per affrontare questo problema, in Austria, per esempio, la modifica della legge per il Broadcast and Television Company include il 45% delle donne come un obiettivo a tutti i livelli del processo decisionale con eccezione dei membri degli organi e consigli. Le donne come professioniste ed esperte dei media Uguaglianza di genere significa un'uguale visibilità di uomini e donne in tutte le sfere della vita pubblica. Gli ostacoli che le donne affrontano nella professione dei media sono simili a quelli che incontrano nel mercato del lavoro, più in generale: discriminazione nella fase di reclutamento, un pay gap medio del 18% nella UE 5, più precarie condizioni di lavoro e l'esistenza del tetto di cristallo. Tra i professionisti dei media, alcuni dati mostrano anche che le donne sono spesso valutate per il loro aspetto, è molto più probabile che siano presentatrici piuttosto che reporter, soprattutto quando sono giovani: mentre le donne rappresentano il 79% dei presentatori fino all'età di 34 anni, la loro presenza scende a solo il 7% nella fascia di età 50-64. Sottorappresentate come reporter, soprattutto sui giornali, più spesso vengono assegnate alle notizie locali così come alle questioni sociali, sanità ed istruzione. 6 Si potrebbe ragionevolmente aspettare che il contenuto dei media fosse fatto in modo uguale da uomini e donne dato che si rivolgono a un pubblico composto da uomini e donne. Ma le donne costituiscono solo 19% degli esperti e il 18% dei portavoce nelle news 7. Uno studio del Lussemburgo sulla corretta esposizione di immagini di uomini e donne nei media nel 2005 ha mostrato che, nel 2005 solo il 23% delle persone nelle Notizie della TV nazionale erano donne, sotto la media Europea di 30-35% di partecipanti 4Media Awareness Network; International Federation of Journalists, Getting the balance right: gender equality in journalism, 2009; International Federation of Journalists, Equality and Quality: Setting Standards for Women in Journalism, 2001. 5 http://ec.europa.eu/equalpay 6 Global Media Monitoring Project, Report preliminare, 2010, p. 8. Il Global Media Monitoring Project (GMMP) si occupa esclusivamente di notizie ed è stato fatto in un giorno nel 1995, 2000, 2005 e 2010. Global Media Monitoring Project 2010, Who makes the news? 2010 sarà lanciato a settembre con risultati più specifici dai paesi partecipanti. Il rapporto preliminare è disponibile presso:http://www.whomakesthenews.org/images/stories/website/gmmp_reports/2010/gmmp_2010_preliminary.pdf 7 Global Media Monitoring Project 2010, pag. 14 8

donne nei programmi TV. Solo il 14% di esperti che compaiono nel Journal erano donne 8. L'immagine e la visibilità delle donne data dai media in generale I media in generale continuano a raffigurano la vita pubblica come dominio maschile e anche fattori insignificanti possono contribuire a rafforzare o perpetuare stereotipi di genere tradizionali e atteggiamenti stereotipati. I cambiamenti sociali di oggi forniscono la prova che il tradizionale modello di ruolo associato alle donne non è più appropriato e realistico considerato che la vita reale sta mostrando donne sempre più attive che giocano un ruolo di guida nella società. Questa evoluzione dovrebbe essere riflessa in modo più appropriato nei mezzi di comunicazione. Tutto questo richiede uno studio approfondito sulla immagine pubblica delle donne generata dai media, compresa la pubblicità. In relazione al contenuto dei temi delle notizie, la persistenza della routine giornalistica - tra gli altri fattori - rende le donne relativamente invisibili nelle notizie dei media, come mostrato nel Global Media Monitoring Project 2010 9, che ha evidenziato un lieve aumento del numero di temi femminili nelle notizie dal 2005 (dal 21% al 24%). L'indagine mostra che le donne sono quasi sempre "fonti di opinione popolare" quanto gli uomini, ma questo non è il caso, quando "fonti esperte" sono prese in considerazione. Secondo la GMMP, le notizie da parte di giornaliste femmine, in generale, sfidano gli stereotipi di genere più spesso rispetto a quelle dei giornalisti maschi. Tuttavia, resta il fatto che l'unione Europea non ha un buon punteggio in relazione alle voci delle donne nei mezzi di comunicazione. Ad esempio, in Europa le donne sono al centro di una notizia solo il 10% del tempo, un dato che non è cambiato dal 2000 ed è la metà del tasso degli U.S.A. Questa bassa rappresentanza delle donne va oltre la notizia: solo il 32% dei principali personaggi della TV sono femmine 10 ; e le donne atlete ottengono solo tra il 2-9% del tempo di trasmissione televisiva dedicata allo sport. 11 Alcuni gruppi di donne ricevono anche meno attenzione rispetto alla media (le donne migranti, donne anziane, le donne disabili, donne lesbiche, ecc.). 12 Solo il 10% dei politici Europei nelle notizie sono femmine questo è veramente sotto la media globale del 12% e spesso anche al di sotto della 8 Fair Portrayal in Television. Etude systématique sur la représentation des femmes et des hommes dans les émissions TV. Ministère de l Egalité des chances 2005 9 Il Global Media Monitoring Project, che ha avuto luogo nel 1995, 2000, 2005 e 2010, rappresenta un solo giorno esemplificativo dei mezzi di informazione da una prospettiva di genere in 130 paesi (nel 2010). 10 Götz, M., Girls and Boys and Television: A few reminders for more gender sensitivity in children s TV, 2008, disponibile in: http://www.br-online.de/jugend/izi/deutsch/forschung/izi_guidelines_web.pdf 11 Media Awareness Network, Media Portrayals of Girls and Women: Media Coverage of Women and Women s Issues, 2005, disponibile in: www.media-awareness.ca 12 GMMP Project 2010 www.whomakesthenews.org 13 Wierstra, R., Borsten, Billen, Balkenende (Breasts, Butts, Balkenende, Hilversum, Bureau Beeldvorming en Diversiteit, 2003. 9

percentuale dei politici donne! In Italia e Portogallo, le donne rappresentano solo il 2% dei politici nelle notizie. Questo non è semplicemente perché gli uomini tendono a essere in posizioni più elevate: uno studio del 2003 dei politici capolista nelle loro liste di partito alle elezioni parlamentari in Olanda, ha mostrato che gli uomini hanno ricevuto due volte la copertura rispetto alle donne. 13 Una recente ricerca Tedesca ha rispecchiato quest'analisi: nel 2008, sono stati analizzati 23 diversi tipi di media (giornali stampati e riviste, news TV, riviste di TV) per sei mesi, concentrandosi sulle donne ai vertici nella politica tedesca, l'economia e le scienze. 14 Quando questa ricerca è stata avviata nel 2008, la Germania aveva un cancelliere donna Angela Merkel, da tre anni. Il gabinetto formato da 8 uomini e 6 donne (42,8%). Il Cancelliere ottiene sempre la massima attenzione dei media, non importa se maschio o femmina. Tuttavia, fatta eccezione per A. Merkel, tutti i ministri donne avevano una classifica più bassa in copertura mediatica. È stato solo per la posizione di Cancelliere che la percentuale media di vertici politici di sesso femminile nella stampa e TV news è cresciuta dal 18% al 20%! Nel citato studio Lussemburghese, solo il 15% delle persone intervistate nel loro ambiente professionale erano donne. Questa non può essere una scelta consapevole fatta da giornalisti, ma il risultato di stereotipi di genere che devono essere compresi e decostruiti. Mostrare meno donne rispetto agli uomini nel loro ambiente professionale impatta sulla percezione pubblica dei ruoli delle donne e degli uomini e delle competenze professionali. La ricerca Tedesca sopra menzionata, ha anche esaminato le donne al vertice nel settore del business e la loro visibilità nei media. Le donne occupano solo il 9-13% delle posizioni apicali, ma nelle business news loro realizzano solo il 5%. È interessante notare che le cosiddette Riviste di Celebrità hanno il 17%-19% di storie su donne top manager e imprenditrici in parole e foto. La celebrazione della giovinezza/giovani donne è onnipresente: in TV, nelle notizie e nella fiction, nei film, nelle riviste, nella pubblicità. I media certamente producono il loro impatto in altri campi come ad esempio l immagine che i datori di lavoro hanno in mente durante la selezione. Iniziative come la campagna polacca Seeking 45+ woman: reliability, commitment and experience ["Alla ricerca di una donna over45: affidabilità, impegno ed esperienza"], quindi sono molto interessanti perché provano a rompere gli stereotipi di genere sull età per quanto riguarda le donne. La campagna era finalizzata alla promozione delle donne over45 nel mercato del lavoro e a cambiare l'atteggiamento dei lavoratori e dei datori di lavoro modificando l'immagine stereotipo delle donne che lavorano 14 Top women in the Media è parte di un progetto più ampio che si svolge fino alla fine di quest'anno (cofinanaziato da FSE), v. www.spitzenfrauenindenmedien.de 10

over45. L esperienza professionale nella vita reale è di solito legata all esperienza e all'età. Ma nella maggior parte delle fiction televisive, l età e l'esperienza professionale non sembrano essere correlate dato che i ruoli femminili di esperte sono spesso detenuti da giovani donne. La Pubblicità e il marketing riflettono la cultura ma contribuiscono anche alla creazione e perpetuazione di stereotipi di genere, in quanto non sono solo degli strumenti di comunicazione per promuovere l'acquisto e l'utilizzo dei prodotti. Anche se la pubblicità è fondamentalmente uno strumento di marketing, le pubblicità trasmettono valori, atteggiamenti e stereotipi, che potenzialmente influenzano il comportamento generale al di là di decisioni di acquisto e, in breve, propongono una visione del mondo attraverso i loro effetti cumulativi. Sebbene le rappresentazioni pubblicitarie dei ruoli delle donne nella società si evolvono in funzione del progresso sociale, ci sono ancora problemi. L'industria della moda in particolare ritrae ancora l'immagine del corpo ideale 'di donne estremamente magre' che possono influenzare negativamente l'autostima di donne e uomini, in particolare adolescenti e di quante sono sensibili ai disturbi alimentari come l'anoressia nervosa e bulimia nervosa. Le donne sono spesso raffigurate nei media in ruoli tradizionali e dipendenti dal sesso maschile sia come vittima, oggetto sessuale, moglie e madre sacrificale, sia come vittima o mostro. Secondo uno studio Belga sulla pubblicità, ad esempio, le donne hanno più del doppio di probabilità di essere ritratte in (semi-) nudità rispetto agli uomini.[1] Si può anche osservare un fenomeno di 'pornificazione dello spazio pubblico' in base al quale gli uomini, donne e bambini sono esposti a pubblicità che mostrano spesso donne nude.[2] L'industria della moda (anche attraverso riviste) sta erotizzando sempre di più modelli più giovani e adottando le immagini visive di vulnerabilità comuni nei media pornografici.[3] Come evidenziato dall'organizzazione Britannica Eaves, esistono immagini di giovani donne e ragazze altamente sessualizzate trasversalmente a tutti i media, comprese le emissioni della televisione e la pubblicità pubblica. Sono regolarmente presentate come espressioni di liberazione sessuale, piuttosto che sfruttamento. Si sostiene che la mercificazione delle donne e delle ragazze, che è al centro della maggior parte del materiale pornografico, alimenti la domanda del sesso commerciale, e a sua volta può aumentare il traffico del sesso.[4] In questa era digitale, i bambini potrebbero ricevere la loro prima educazione sessuale dalla pornografia hardcore, visualizzata online accidentalmente o intenzionalmente con possibili ripercussioni negative sul loro sviluppo personale. Tuttavia, deve essere notato che sia l'esposizione alla pornografia hardcore che i suoi possibili effetti dipendono anche da come i genitori rispondono alle loro responsabilità genitoriali e da come il sistema di istruzione si occupa di educazione sessuale.[5] Ci sono 11

anche preoccupazioni per i video giochi che usano rappresentazioni stereotipate e sessuali delle donne. C'è un bisogno di dialogo con questa industria e ulteriore ricerca. 5) Come potrebbero essere promossi l uguale partecipazione delle donne per l espressione e la presa di decisione in e attraverso i media? I media dovrebbero rispecchiare un'immagine realistica delle donne e degli uomini e la nozione di media di qualità dovrebbe includere la tutela dei valori democratici, compresa l uguaglianza tra donne e uomini. L'empowerment delle donne nelle organizzazioni dei media In relazione a tutte le forme di disuguaglianza e discriminazione basata sul sesso nel mondo del lavoro nel settore dei media, le imprese dei media dovrebbero, come qualsiasi altro datore di lavoro, partecipare attivamente ai programmi di azione positiva per l'uguaglianza di genere sul lavoro nonché adottare varie strategie e implementare le buone prassi. Le azioni positive devono essere parte integrante delle strategie nazionali per l uguaglianza di genere che dovrebbero contenere altre misure chiave per sostenere l eguale partecipazione di uomini e donne nei media, prendendo in considerazione la vasta gamma di rapporti di lavoro che esistono nei mezzi di comunicazione. Progetti di azione positiva possono avere come target anche le aziende dei media se contano più di 10 dipendenti. Nell'ambito di un piano di azioni positive, le donne dovrebbero essere promosse attivamente in posizioni senior nelle società dei media come dovrebbe essere in tutte le altre società dove c'è ancora diseguale partecipazione. Per raggiungere questo obiettivo, le aziende dovrebbero essere spinte ad elaborare obiettivi misurabili nei loro piani di azioni positive. Come esempio per una possibile implementazione, questa filosofia era stata realizzata da una società in Lussemburgo nel 2003. Nel loro piano d'azione, la gerarchia aveva fissato una percentuale da raggiungere sul livello di formazione manageriale delle donne, la partecipazione delle donne al processo decisionale e alla rete interna trasversale di mentoring. Dato che questi obiettivi sono stati comunicati al personale, come pure al ministero con cui il piano d'azione è stato elaborato, questo è stato equiparato a una quota interna fissata su base volontaria. In Germania, è stato attuato un programma di azioni positive e negli ultimi 20 anni, ha aiutato ad allargare il numero di lavoratori di sesso femminile e delle donne in posizioni decisionali. In media, oggi, c è il 40% di donne produttori e senior produttori nella trasmissione pubblica in Germania, ma la situazione non è altrettanto buona nei giornali e nei periodici di stampa. 12

In termini di uguale comparsa delle donne e degli uomini come, ad esempio, esperti in televisione o radio, un'aspettativa di parità dovrebbe essere parte del quadro dei piani di azione positiva. Le autorità pubbliche a livello regionale, nazionale ed Europeo potrebbero anche sostenere la creazione e il mantenimento di database tematici delle donne da intervistare e utilizzare in qualità di esperte da parte dei professionisti dei media, così da permettere ai professionisti di avere facilmente accesso a loro e utilizzare altri che non 'i soliti noti per le loro fonti, panel e interviste. Nell'ambito dei programmi di azione positiva, il divario di genere nei media deve essere monitorato e criticato molto più coerentemente ovunque e ogni volta che si verifica. In Danimarca, un nuovo membro di sesso femminile dell'unione Danese dei Giornalisti impiegati nei media e comunicazione guadagna circa 700 euro in meno di stipendio al mese rispetto al suo collega di sesso maschile 15. Questo è documentato da nuove statistiche dalla Federazione Danese dei Giornalisti. Le cifre confermano la tendenza generale: la lentezza nel raggiungere l uguaglianza retributiva. Con i giornalisti, la differenza è diminuita in media di solo 0,4% dal 2008 al 2009. Una statistica interamente nuova anche dalla Federazione Danese dei Giornalisti mostra tuttavia che le laureate provenienti da una delle 3 università Danesi di giornalismo non sono apparentemente svantaggiate nel salario. 16. In ogni caso una discussione sul divario retributivo di genere sarà rilevante. Politiche di uguaglianza di genere nazionali per promuovere il networking e le attività della società civile Il networking è un altro aspetto importante per affrontare la disuguaglianza di genere nell'espressione dei mezzi di comunicazione. Per quanto riguarda il lavoro delle ONG, potrebbe essere un'efficace iniziativa dare maggiore sostegno finanziario alle iniziative dei mezzi di comunicazione gender-sensitive della società civile al fine di renderle più visibili e migliorare il loro impatto. Questa sarebbe una mossa positiva per le autorità pubbliche e il settore privato per sostenere le iniziative gender-sensitive della società civile e i media di genere orientati alla qualità, che sono spesso locali, di bassa gamma e non-profit. A livello istituzionale, i servizi pubblici dovrebbero [1] Van Hellemont & Van Den Bulk : L image des femmes et des hommes dans la publicité en Belgique, 2009, p. 16. [2] http://www.youtube.com/watch?v=npook7_2tts&feature=related [3] Media Awareness Network, Media and Girls. [4] Per un approfondimento sulla relazione tra la prostituzione e la pornografia, fare riferimento a Prostitution Online di Donna M.Hughes, pubblicato in Prostitution, Trafficking and Traumatic Stress (2003). [5] E.g. Zillmann, D. (1989): Effects of Prolonged Consumption of Pornography in Pornography: Research Advances or Utah Domestic Violence Coalition, 2009, disponibile su : www.udvc.org e Policy Considerations. New Jersey: Lawrence Erlbaum Associates. Anche, Layden, M.A. (1999). 15 Lønstatistik 2008-2009 [Salary Statistics 2008-2009], Febbraio 2010 della Danish Federation of Journalists, p. 7. Vedere http://www.journalistforbundet.dk/graphics/loen_og_ansaettelse/loenstatistik/l%f8nstatitik2009_v1.pdf 16 Ligestilling blandt dimittender, Notat, Aprile 2010 [Gender Equality Among Graduates] nota della Danish Federation of Journalists, v. http://journalistforbundet.dk/graphics/nyheder/2010/dimittend-statistik.pdf 13

collaborare di più sulla raccolta dati e networking (es. l'analisi dell impatto della legislazione sulle questioni di genere). 6) Come potrebbero essere promosse equilibrate e diverse rappresentazioni di donne e uomini nei mezzi di comunicazione? Il monitoraggio Europeo Data la frequente natura transnazionale di alcuni tipi di media e campagne pubblicitarie/marketing, potrebbe essere costituito a livello Europeo un Gruppo di Monitoraggio Europeo dei Media con una sezione specifica sull uguaglianza di genere ed expertise che includa professionisti ed esperti di uguaglianza di genere. Questo gruppo potrebbe prevedere anche di lavorare su standard Europei comuni per la definizione di immagini degradanti e sessismo. Dovrebbe anche essere in grado di ricevere e prendere in considerazione reclami da parte del pubblico. Questo gruppo Europeo dovrebbe collaborare a stretto contatto con le federazioni Europee dei media e con le organizzazioni rilevanti focalizzate sull uguaglianza di genere. Le politiche nazionali per l uguaglianza di genere Le politiche nazionali per l uguaglianza di genere dovrebbero: Implementare senza ritardo l'attuale legislazione comunitaria, completarla e monitorarne l'applicazione: La Direttiva sui servizi di comunicazione audiovisivi 17 vieta la discriminazione basata sul sesso, età, origine razziale o etnica, nazionalità, religione, credo o invalidità in spot televisivi e altre comunicazioni commerciali audiovisive. Prevede anche che i servizi di media audiovisivi non possano contenere nessun incitamento all'odio basato su razza, religione sesso o nazionalità. La Commissione, quale custode del Trattato, monitora il corretto recepimento e attuazione della Direttiva 2010/13/UE. Sovrintendere alle statistiche e monitoraggio: Il monitoraggio (come è fatto da " The Global Media Monitoring Project: Who Makes the News? ) 18 potrebbe essere un buon esempio da sviluppare per migliorare la conoscenza di fatti circa la diseguale partecipazione di donne e uomini e la presenza di stereotipi di genere e sessismo, con l'obiettivo di 17 Direttiva 2010/13/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2007, che modifica la direttiva del Consiglio 89/552/CEE, relativa al coordinamento di determinate disposizioni stabilite dalla legge, regolamenti e azione amministrative degli Stati Membri concernenti il perseguimento delle attività delle trasmissioni televisive, disponibile presso: http://eur-lex.europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=celex:32007l0065:en:not 18 Nel corso di un giorno ogni cinque anni 14

rendere l'industria multimediale più consapevole del problema 19 e in definitiva di migliorare la qualità dei contenuti dei media 20. Il monitoraggio dovrebbe essere una delle azioni chiave sotto la supervisione di strategie nazionali. Dovrebbe prestare attenzione anche agli aspetti di diversità. Determinate categorie di donne, come le donne povere, disabili o le donne anziane o quelle appartenenti a minoranze etniche spesso sono praticamente invisibili. Nello stesso tempo alcune altre categorie di donne sono sovra-rappresentate, soprattutto con giovani donne in situazioni o abbigliamento con connotazione sessuale. Pertanto devono essere fatti sforzi per bilanciare la presenza di tutti i diversi gruppi di donne. Migliorare la costruzione dell immagine, la visibilità e la diversità delle donne (e uomini) Tutti i tipi di media stampa e pubblicità, dovrebbero promuovere la visibilità delle donne a diversi livelli (diversità della loro vita, le posizioni nei media e in tutte le altre aziende) tramite i loro supporti (articoli, interviste ). Le donne dovrebbero apparire in tutti i tipi di posizioni (esperte, senior managers ). Donne e uomini dovrebbero essere mostrati in situazioni non stereotipate e mostrare le donne in ruoli non tradizionali gioverebbe anche a una migliore percezione delle donne nella sfera pubblica e degli uomini nella sfera privata. È anche molto importante mostrare le donne dal passato, le donne che erano presenti nella sfera pubblica, a quel tempo, un tempo che è molto spesso dimenticato e ignorato. Mostrare le donne di successo di tutte le sfere della vita può rafforzare i modelli di ruolo per altre donne. Promuovere immagini diverse ed equilibrate di donne e uomini nei mezzi di comunicazione determina i futuri ruoli nella società della giovane generazione. Un occhio dovrebbe essere tenuto sulla rappresentazione delle donne come oggetti di desiderio sessuale o confinate al ruolo di casalinghe. Per quanto riguarda i media delle news e i documentari, l'uguaglianza di genere dovrebbe essere un modulo obbligatorio per la formazione e gli studi universitari di giornalismo e comunicazione. Vi è inoltre la necessità di una maggiore visibilità delle donne in tutti i tipi di media sui contributi culturali e artistici delle donne ad esempio le arti visive moderne. 19 Vi è la necessità di affrontare la rappresentazione sempre più sessuale del doppio standard di uomini e donne, in cui la passività femminile e la responsabilità è controbilanciata dall aggressività sessuale maschile (Schwartz & Rutter, 1998) (nella realtà e nella finzione), con gli uomini mostrati aggressivi e le donne come asservite (GOW1996; Sommers-Flanagan et al. 1993) 20 Vi è la necessità di affrontare la rappresentazione sessuale del sempre più doppio standard di uomini e donne, in cui la passività femminile e la responsabilità è controbilanciata dall aggressività sessuale maschile (Schwartz & Rutter, 1998) (nella realtà e nella fiction), con gli uomini sono mostrati aggressivi e le donne come asservite (GOW1996; Sommers-Flanagan et al. 1993) 15

7) Come possono i mezzi di comunicazione essere un partner attivo nella promozione dell uguaglianza di genere? La graduale eliminazione degli stereotipi di genere nei media deve essere promossa attraverso la stretta collaborazione con le società di media nel quadro della regolare comunicazione basata sul rispetto dei diritti umani e della dignità umana, rispettando nel contempo la loro libertà e indipendenza. Al fine di promuovere l'uguaglianza di genere in modo efficace e concreto, i media dovrebbero svolgere una parte molto attiva a diversi livelli: per quanto riguarda l'organizzazione della società: Come precedentemente sviluppato (punto 3), le società di media dovrebbero partecipare ai programmi nazionali per l uguaglianza di genere e ai programmi di azione positiva per diventare partner attivi nella promozione della uguaglianza di genere. L azione positiva dovrebbe integrare il mainstreaming di genere così da garantire che le donne siano parte della presa di decisione, ma anche che il prodotto dei media possieda una prospettiva di genere. Oltre agli obiettivi già menzionati, un altra analisi portata avanti in programmi di azioni positive potrebbe essere un approccio critico di funzioni di posti di lavoro e di descrizioni di posti di lavoro nelle aziende dei media al fine di rompere con attribuzioni tradizionali del lavoro e stereotipi (i temi finanziari sono trattati da uomini, i temi sociali sono trattati da donne). per quanto riguarda i contenuti dei media: Considerando gli effetti dannosi degli stereotipi negativi sulla percezione di sé, specialmente per i giovani e la loro percezione dei ruoli di genere e le relazioni nella società, tutti gli attori delle aziende dei media, compresi i giornalisti dovrebbero essere sensibilizzati alla loro responsabilità sociale e dovrebbero essere promosse le buone prassi. I proprietari e i manager delle compagnie dei media potrebbero anche essere incoraggiati a promuovere codici per la comunicazione gender sensitive dei media, che sarebbe più efficace e sostenibile rispetto alla sua difesa portata avanti dai singoli giornalisti. Tali codici di condotta (di etica) sono parte delle strategie della qualità dei media e dovrebbero quindi essere completati con una prospettiva di uguaglianza di genere o adottati e implementati al fine di promuovere la comunicazione dei media gender sensitive. Questo aiuterebbe a aumentare la consapevolezza professionale su come fortemente la comunicazione di massa influenzi gli stereotipi. Al di là del consueto focus sulla correttezza, accuratezza, imparzialità e obiettività in relazione al prodotto dei media, 16

questi codici dovrebbero includere anche l obbligo di usare un linguaggio gender sensitive. Inoltre, a tale riguardo, sono azioni chiave da adottare la promozione ulteriore delle donne in posizioni decisionali nei media nazionali e incoraggiare, così, i rapporti con le associazioni e gruppi di donne per identificare le loro esigenze di comunicazione e i loro interessi,. Al fine di rafforzare l'impatto dei codici di condotta, questi dovrebbero essere meglio conosciuti, promossi e rispettati. Potrebbero anche concentrarsi su gruppi target specifici. In Lussemburgo, ad esempio, tale codice è stato elaborato appositamente per i comunicatori del servizio pubblico per prevenire i messaggi discriminatori nelle campagne governative 21. Una Co- o auto-regolamentazione per quanto riguarda il contenuto dei media con autorità indipendenti in grado di ricevere le denunce da parte del pubblico dovrebbe essere sviluppata appositamente da una prospettiva di uguaglianza di genere. Formazione per gli studenti di giornalismo e il personale dei media: al fine di garantire un impatto a lungo termine, l'uguaglianza di genere dovrebbe essere un modulo obbligatorio per la formazione in studi universitari di giornalismo e comunicazione. I professionisti dei media dovrebbero essere incoraggiati, dalle loro organizzazioni, a partecipare a corsi di formazione sul genere, che dovrebbero essere finanziati e incoraggiati dalle istituzioni nazionali ed Europee. Questa formazione dovrebbe concentrarsi sull'uso della lingua non sessista e su come evitare gli stereotipi di genere nei media. Incentivi ai professionisti all'interno dei media (ad esempio un premio) che abbiano un impatto positivo sull uguaglianza di genere e diano visibilità al tema potrebbero essere organizzati e supportati dalle autorità pubbliche. La partecipazione a premi sulla uguaglianza di genere esistenti relativi alla pubblicità e comunicazione dovrebbe essere migliorata a livello nazionale. per quanto riguarda la consapevolezza e l educazione ai media: La consapevolezza del pubblico, soprattutto dei giovani, svolge un ruolo importante di stimolo per i media affinché diventino più attivi nella promozione dell uguaglianza di genere. Gli sforzi per combattere il sessismo e gli stereotipi di genere nei media compresa la pubblicità, dovrebbero pertanto essere accompagnati da strategie di educazione e misure per coltivare consapevolezza dalla più tenera età e sviluppare facoltà critiche per quanto riguarda le immagini e i media in generale. 21 Sito del Ministero per le pari Opportunità: http://www.mega.public.lu/actions_projets/campagnes/guide_media/index.html 17

È necessario sviluppare l'educazione critica ai media nelle scuole al fine di dare agli studenti gli strumenti per diventare consapevoli degli stereotipi di genere. L'alfabetizzazione sui media nelle scuole ha bisogno di essere sviluppata. Una specifica formazione sui media per sviluppare consumatori dei media attivi piuttosto che passivi dovrebbe essere integrata nei programmi della scuola. Come consumatori dei media, i giovani così come gli adulti in generale dovrebbero avere i loro diritti nei confronti di una pubblicità "ingannevole" diretta o indiretta, protetta anche nel contesto di stereotipi o discriminazione. In questo contesto, sarebbe importante sottolineare un'attenzione particolare ai messaggi e al linguaggio utilizzato nei libri scolastici, così come in tutti gli strumenti di comunicazione (internet, video, giochi al computer) che trasmettono stereotipi o incitano alla violenza. L educazione ai media è particolarmente rilevante anche per i nuovi media. 8) Quale è l'impatto attuale e il potenziale futuro delle nuove tecnologie dei media in termini di donne e i media? Le nuove tecnologie dei media hanno un impatto sia negativo che positivo e il potenziale futuro degli strumenti TIC nei confronti dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere dipendono in larga misura da come saranno gestiti e utilizzati. Questo dipende in gran parte da come le politiche pubbliche risponderanno ad esse e da come soprattutto le giovani generazioni sono preparate ad approcciare le nuove tecnologie dei media che utilizzano sempre di più come fonte primaria per tutti i tipi di informazioni, programmi educativi e di intrattenimento. Anche se si utilizza la tecnologia moderna, i nuovi media possono perpetuare la persistente rappresentazione stereotipata di uomini e donne allo stesso modo dei media tradizionali e pervadere tutti i livelli della società. I nuovi media sono più difficili da regolamentare per le autorità pubbliche e possono esporre un pubblico vulnerabile a contenuti che potrebbero essere dannosi, in particolare la pornografia. Ad oggi, non c è sufficiente informazione sul potenziale impatto negativo dei social network sul web su giovani donne e ragazze in termini di molestie sociali, immagini del corpo, diffusione dei dati personali e immagini, cyberbullismo, ecc e l educazione alla consapevolezza sui media è necessaria per informare i giovani sulle questioni della privacy e dell'uso dell'immagine. Sono necessari più ricerca e studi sull'impatto di genere delle nuove tecnologie multimediali, in modo che le autorità pubbliche possano definire le loro risposte a possibili problemi di genere. Nel peggiore dei casi, le ICT possono essere una fonte per attività criminali e la rappresentazione di attività come il traffico di esseri umani, la pornografia e 18

la violenza contro le donne e i bambini. Tale impatto deve essere studiato e i risultati devono essere pubblicati così che i problemi emergenti possano essere affrontati nelle politiche pubbliche. Pertanto, l uso ragionevole e responsabile della televisione, ICT, telefoni cellulari, internet, social network, video giochi, ecc., dovrebbe essere promosso dall'infanzia in poi attraverso canali di educazione e anche aumentando la consapevolezza dei genitori per sorvegliare il consumo dei media dei loro figli a casa. Il Programma Europeo internet Safer dovrebbe porre un focus particolare sulle iniziative di sensibilizzazione 22. D'altro canto, le nuove tecnologie e i media offrono anche percorsi alternativi, a volte di accesso ed uso più facile e meno costoso rispetto ai media tradizionali per gruppi di donne, fornitrici di informazioni femministe, donne artiste ecc per lavorare e per comunicare. Le TIC possono anche offrire nuove prospettive per le donne (e uomini) dal momento che queste tecnologie possono offrire un valore aggiunto per la conciliazione tra famiglia e lavoro consentendo nuovi modelli di lavoro ("telelavoro") o nuovi servizi come lo shopping on-line. Le nuove tecnologie consentono anche un ulteriore spazio libero per nuovi media gender sensitive. Ma le donne sono ancora non professionalmente così attive come gli uomini in materia di TIC e alcuni gruppi di donne hanno scarso accesso alle nuove tecnologie. Campagne per accrescere la consapevolezza e l interesse delle ragazze giovani nei lavori non tradizionali, soprattutto ICT, sono necessarie per equilibrare la partecipazione delle donne nelle nuove tecnologie dei media. Iniziative come La giornata delle ragazze in Germania o in Lussemburgo possono contribuire a promuovere nuove opportunità per le giovani donne nei nuovi media. 9) Quale potrebbe essere il valore aggiunto dell'azione della UE (per esempio sensibilizzazione, studi, statistiche...), visto che la sua portata è limitata alle azioni di sostegno? L Azione della UE relativa alla legislazione L'obbligo del mainstreaming di genere contenuto nel Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1 dicembre 2009 deve essere pienamente attuato in tutte le politiche Europee e programmi attinenti la società dell'informazione e i media. Una nuova normativa per quanto riguarda l uguaglianza di uomini e donne nei media potrebbe essere un modo per colmare il divario di norme legali a livello Europeo. 23 22 http://ec.europa.eu/information_society/activites/sip/policy /programme/index_en.htm 23 Vedi sopra al punto 2:2004 Direttiva del Consiglio 19

La Direttiva sui Servizi dei Media Audiovisivi 24 proibisce la discriminazione basata sul sesso, razza o origine etnica, nazionalità, religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale nelle comunicazioni commerciali sia lineare (trasmissione) o non-lineare (video-su richiesta). La Commissione, in quanto guardiano del Trattato, monitora il corretto recepimento e attuazione della Direttiva 2010/13/CE L azione della UE in banche dati, ricerca e monitoraggio dei media, Nell'articolo 29, la Direttiva sui Servizi di Media Audiovisivi prevede la costituzione di un comitato di contatto che è costituito sotto l'egida della Commissione. È composto da rappresentanti delle autorità competenti degli Stati Membri. Sarà presieduto da un rappresentante della Commissione e si riunisce o di sua iniziativa o su richiesta della delegazione di uno Stato Membro." I compiti del comitato di contatto devono essere, tra gli altri, "facilitare l'effettiva attuazione della presente Direttiva mediante regolare consultazione su qualunque problema pratico derivante dalla sua applicazione, facilitare lo scambio di informazioni tra gli Stati Membri e la Commissione sulla situazione e lo sviluppo delle attività di regolamentazione per quanto riguarda i servizi di media audiovisivi. In questo contesto, il comitato di contatto dovrebbe essere composto in modo paritario da uomini e donne, in conformità alla decisione CE del giugno 2000, sull'equilibrio di genere all'interno di comitati e gruppi di esperti. Il comitato di contatto dovrebbe affrontare anche questioni legate all uguaglianza di genere e alla rottura degli stereotipi, invitando gli esperti per uno scambio di opinioni. Un Gruppo di Monitoraggio Europeo dei Media dovrebbe essere costituito a livello Europeo con un ramo specifico ed expertise sull uguaglianza di genere tra cui professionisti ed esperti sull uguaglianza di genere, nonché rappresentanti delle organizzazioni dei consumatori e delle donne per monitorare i contenuti dei media, tra cui le nuove tecnologie multimediali. Questo gruppo dovrebbe lavorare su standard Europei comuni per la definizione delle immagini degradanti e il sessismo. Dovrebbe anche essere possibile ricevere e prendere in considerazione reclami da parte del pubblico. Questo gruppo Europeo dovrebbe collaborare strettamente con le federazioni Europee dei media. Dovrebbero essere promossi ulteriori studi sulla partecipazione di uomini e donne nelle società di media (posizioni, argomenti trattati) e sulla rappresentazione delle donne e degli uomini nei media e l'effetto di questo sul pubblico. La UE dovrebbe anche sostenere un ampia elaborazione di studi sulle donne e i media degli ultimi 10 anni e promuovere nuove ricerche e studi sull'impatto delle nuove tecnologie dei media e dei contenuti sulle donne nei media compresa la rappresentazione di donne appartenenti a gruppi specifici quali le donne con disabilità o le donne di minoranze etniche. 24 Direttiva 2010/13/UE 20