COMUNE DI ANZOLA Martedì, 02 giugno 2015



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COMUNE DI ANZOLA Martedì, 02 giugno 2015

COMUNE DI ANZOLA Martedì, 02 giugno 2015 Economia e lavoro 02/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 22 Tasi, Tari e Imu on line con il nuovo servizio telematico 1 02/06/2015 Pagina 3 FabrizioForquet Accelerare sull' economia, la via obbligata di Renzi 2 02/06/2015 Pagina 22 Stefano Paleari Atenei più competitivi, ma con meno fondi 4 02/06/2015 Pagina 22 Sulla concorrenza non solo problemi, anche passi avanti 6 02/06/2015 Pagina 23 Roberto Galullo Corpo forestale: riforma in salita 8 02/06/2015 Pagina 26 Carlo Festa Ipo, nuovo sprint verso Piazza Affari 11 02/06/2015 Pagina 41 Fabio Venanzi Per le dipendenti della Pa scalino di sei anni 13 02/06/2015 Italia Oggi Pagina 29 MARCO OTTAVIANO Efficienza energetica, via al bando per i comuni 15 02/06/2015 Italia Oggi Pagina 31 Consulenti del lavoro in digitale 16

Pagina 22 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Economia e lavoro ANZOLA LA PRESENTAZIONE E' IN PROGRAMMA GIOVEDI' IN MUNICIPIO Tasi, Tari e Imu on line con il nuovo servizio telematico TASI, TARI e IMU sono online grazie al nuovo servizio telematico per la consultazione dei pagamenti effettuati dai contribuenti del Comune di Anzola. Chiunque voglia conoscere gli importi versati nel tempo relativamente ai tributi comunali di Anzola, oggi ha uno strumento in più: una banca dati online che ne permette la consultazione a partire dall'anno 2012. L'accesso al servizio avviene dal portale istituzionale www.comune.anzoladellemilia. bo.it, dalla sezione servizi online, con autenticazione federa, e consente di visualizzare anche dati del territorio e dell'anagrafe comunale riferiti alla propria persona. Nella schermata d'accesso ogni utente potrà associare i versamenti effettuati agli immobili a proprio carico. Sono circa 5.000 i contribuenti potenzialmente interessati al servizio che permette la consultazione di Imu e tasi, così come risultanti dai versamenti effettuati in autoliquidazione, e Tari così come fatturata da Geovest (gestore del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti) e versata dagli utenti. Si tratta di un progetto innovativo che ha visto un lavoro trasversale da parte dei servizi comunali che si occupano rispettivamente di Tributi e Ict, affiancati nell'impresa dalla società Ambito srl. Per la realizzazione del servizio, è stato necessario riversare i dati dei versamenti con F24, provenienti dall'agenzia delle Entrate, nella piattaforma del Sit, sistema informativo territoriale. Il progetto sarà presentato giovedì alle 17.30 nella sala consiliare del municipio ad Anzola. 1

Pagina 3 la spinta riformista. Accelerare sull' economia, la via obbligata di Renzi Questa volta Matteo Renzi non è riuscito a ripetere l' exploit delle scorse europee, quando aveva conquistato l' elettorato moderato presentandosi come il baluardo del cambiamento credibile contro le forze euroscettiche. Nei territori regionali lo schema non era replicabile e in quella che è ormai diventata la sfida in tutte le elezioni continentali, con la contrapposizione tra partiti di governo e forze di critica radicale, queste ultime segnano un punto a loro favore. È un risultato che non mette in discussione di certo la navigazione del Governo. Ma Renzi dovrà tener conto di questo campanello d' allarme percorrendo la strada delle riforme e del cambiamento con ancora più forza e convinzione. L' iconografia del giorno dopo, tra giochi alla playstation e stellette militari, serve giustamente a segnare una distanza rispetto a possibili drammatizzazioni di dalemiana memoria, ma anche sottovalutare quanto accaduto sarebbe un errore grave. E le parole del premier, «ora avanti ancora più determinati», dimostrano questa consapevolezza. Lega e M5s hanno saputo, certamente, intercettare gli umori popolari su temi sensibili come l' immigrazione e la questione morale. Rom e liste degli impresentabili hanno gonfiato le vele della loro proposta politica. Ma quel vento si alimenta soprattutto di una percezione della situazione economica, personale e del paese, che è ancora negativa. È come se i dati finalmente positivi che cominciano a essere registrati nelle statistiche fatichino ancora a diventare percezione comune. E in questa situazione di incertezza le forze del malcontento hanno un' attrazione ancora troppo forte (ovviamente la Lega non è solo questo, è anche per esempio la conferma di una capacità di governo locale che in Veneto ha visto premiata l' esperienza di Luca Zaia). L' anno scorso lo stato di salute dell' economia era ben peggiore, ma Renzi era all' inizio del suo governo e nel voto europeo poteva contare su un' immagine forte di outsider fautore del cambiamento. Oggi è da un anno e mezzo a Palazzo Chigi. Niente è più come prima. Ne ha dette e fatte tante Renzi in questo anno. Ha spinto con determinazione su riforme e cambiamento. Ma è lui ora il "Palazzo", è lui la "politica", per quanta forza ci metta nel cercare di interpretare il ruolo in modo nuovo. Ed è verso di lui, inevitabilmente, che si scarica il malcontento di chi non vede ancora un miglioramento delle concrete prospettive personali di vita e di lavoro. Per Renzi non c' è allora altra strada che quella di spingere con rinnovata forza sul rilancio dell' economia e sulle riforme, dando il massimo della concretezza alla sua azione. Mai come oggi ci sono le Continua > 2

Pagina 3 < Segue condizioni, esterne ed interne, per allontanarsi in modo stabile da una crisi durata troppo a lungo. Se l' Italia riuscirà a farlo, molto dipenderà dalle sue imprese e dai suoi lavoratori, ma è importante la fiducia che può venire dalla spinta riformista del governo. Dalla scuola alla pubblica amministrazione, dal fisco al decreto sulla banda larga, l' agenda di giugno offre più di un' occasione a Renzi per accompagnare e sostenere i segnali di ripresa con atti molto concreti. La offre a Renzi, ma non solo a lui. Perché troppo spesso ci si dimentica di quanta economia, quante tasse, quante regole, quanta amministrazione passino in Italia attraverso gli enti locali e le Regioni. Proprio per questo il Sole 24 Ore ha voluto tra ieri e oggi raccontare il voto regionale analizzando quello che i neo governatori dovranno e potranno fare nei propri territori: dal Veneto della piccola e media impresa che prima di altri ha capito di dover stare nel mondo, alla Puglia che deve trovare un futuro alla più grande acciaieria d' Europa, dalla Campania che vuole ancora fare industria malgrado l' assedio della criminalità e del malaffare, alla Liguria del Terzo valico, passando per le sfide di tutti, che sono una sanità in cerca di un modello nuovo tra pubblico e privato e il rilancio degli investimenti tra fondi europei di varia natura. Guai a fermarsi. Perché la ripresa passa anche da qui. E passa magari per buoni consigli. Come quello rivolto al governatore veneto Zaia da Stefano Micelli, economista a Cà Foscari e direttore della Fondazione Nord Est (si veda l' intervista a pagina 7), un consiglio che è anche uno sprone per il premier nel momento in cui si accinge ad affrontare l' ultimo confronto sulla riforma della scuola con i conservatori del suo partito e del sindacato: «Mi congratulo con il governatore, ora però non c' è un minuto da perdere: in questa regione abbiamo bisogno di una cultura politecnica diffusa a più livelli nelle scuole secondarie, nei tanti Its e nei fablab disseminati nei territori». Ecco un buon tema su cui costruire la fiducia e una crescita stabile per il futuro..@fabrizioforquet RIPRODUZIONE RISERVATA. FabrizioForquet 3

Pagina 22 Università / 2. Il 2015 è l' anno di taglio massimo dei finanziamenti. Atenei più competitivi, ma con meno fondi Il Governo ha approvato la scorsa settimana il disegno di legge sulla "buona Scuola". Ora è atteso il passaggio in Senato e c' è da scommettere che i riflettori saranno ancora per un po' puntati su questo "pianeta". Nel frattempo, il Ministro Giannini ha diffuso la bozza di decreto in materia di Finanziamento alle Università per l' anno 2015 e ha raccolto i pareri competenti. Siamo al sesto anno dall' approvazione della legge Gelmini, lo stesso periodo di durata legale dei nuovi mandati rettorali e, forse, alla vigilia di una nuova azione di riforma del Governo Renzi successiva a quella sulla Scuola. È quindi il momento per fare una valutazione di cosa è avvenuto in questi ultimi anni. Ci sono molti modi per farlo e uno è certamente quello di partire dalle variabili finanziarie, ovvero dall' entità dei finanziamenti alle Università statali (il cosiddetto FFO) dal 2009 a oggi. Il 2015 non è solo l' anno nel quale, finalmente e per la seconda volta, il decreto di distribuzione dei fondi giunge agli Atenei prima della fine dell' esercizio di riferimento ma è anche l' anno di taglio massimo rispetto al 2009. I 6,923 mld di euro per il 2015 sono infatti anche inferiori al picco negativo toccato nel 2013, quello del decreto "Salva Italia" del Governo Monti. Ancora peggio è andata nello stesso periodo alle Università non statali cui compete un modesto fondo pubblico. L' analisi del trend mette poi in evidenza un crollo della quota base del finanziamento, quella che dovrebbe pagare il normale funzionamento delle attività. Essa è scesa di 1,5 mld di euro e pesa per 71% del totale contro l' 84% del 2009. Viceversa, la componente competitiva, quella che dovrebbe premiare in termini incrementali le migliori università è salita fino al 20% dell' importo complessivo, raggiungendo quasi 1,4 mld di euro. L' analisi della quota base rivela come, a partire dal 2014, si assista all' ingresso dei "costi standard" che nel 2015 rappresentano un quarto della stessa e la bellezza di 1,2 mld di euro. Affinché, come è auspicabile, i costi standard giungano a regime è necessario che la quota base non diminuisca più ma si consolidi almeno sui valori attuali. Si sta parlando quindi di un' Università italiana con molti meno fondi e molta più competizione per le risorse, non quelle per fare di più ma quelle per sopravvivere. Un' Università che ricorda molto la lotta nella giungla man mano che giunge la stagione secca e ci si deve abbeverare in una pozza d' acqua sempre più ristretta. È interessante e opportuno che il Governo avvii una riflessione, è il momento giusto. Continua > 4

Pagina 22 < Segue Troverà un' Università molto consapevole del passato trascorso, l' unica parte della pubblica amministrazione che ha adottato i costi standard e nella quale i docenti e i ricercatori sono soggetti alla valutazione del loro operato da parte di un' Agenzia indipendente. Troverà un' Università che ha acquisito il Dna del confronto, soprattutto su scala internazionale ma anche la consapevolezza c he questo sforzo finora è stato ripagato con tagli draconiani. Un' Università con l' amaro in bocca, disposta a mettersi in gioco, senza più credere alle favole. Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane RIPRODUZIONE RISERVATA. Stefano Paleari 5

Pagina 22 Sulla concorrenza non solo problemi, anche passi avanti Si parla spesso degli interventi possibili per rilanciare la crescita economica dopo tanti anni di crisi. Premesso che sono convinto che non esistano soluzioni facili resta il fatto che mi sembra che si ragioni solo sule misure che gli economisti mi pare chiamano congiunturali. Si fa invece troppo poco per affrontare i problemi alla radice. Non vedo interventi per affrontare il calo demografico, così come non si vedono misure per liberalizzare i mercati in modo da dare competitività al sistema economico nel suo complesso. Mi pare che l' Italia abbia ancora molta strada da fare perchè creare nuove imprese resta comunque complesso e restano ostacoli crescenti, soprattutto amministrativi, contabili e fiscali, per le aziende che possono avere la possibilità di crescere. Lettera firmata Lettera firmata Gentile lettore, lei prosegue nella sua lettera citando tutti gli ostacoli che ha incontrato una piccola azienda. Non posso naturalmente entrare nel merito dei singoli problemi: puó tuttavia capitare (e lo dico sorridendo) che talvolta la pubblica amministrazione abbia anche ragione. Guardando ai temi generali che lei introduce mi sembra giusto sottolineare la necessità di politiche più coerenti, ma senza sottovalutare la portata di quello che si è fatto finora. Sul fronte demografico per esempio i problemi sono molto ampi, ma il bonus bebè rappresenta comunque un pur piccolo passo nella direzione giusta. Allo stesso modo sulla pubblica amministrazione c' é una riforma sulla dirittura d' arrivo in Parlamento. Non sarà rivoluzionaria, ma comunque costituisce qualche miglioramento nella semplificazione e nell' impiego delle nuove tecnologie. Sul tema di fondo delle liberalizzazioni e della competitività si puó allo stesso modo dire che passi avanti, certo non risolutivi, sono stati realizzati. Proprio ai venticinque anni della legge che ha istituito l' Autorità Antitrust è dedicato il libro di Alberto Pera e Marco Cecchini dal titolo molto significativo "La rivoluzione incompiuta" (Ed. Fazi, pagg. 290, 19,50). Ebbene nelle conclusioni si sottolinea come "nonostante una diffusa opinione contraria, si puó affermare che l' Italia ha fatto numerosi progressi sul terreno della concorrenza e dei suoi valori. Il cammino che il paese deve percorrere per allinearsi ai principali paesi avanzati non è tuttavia terminato". Il libro mette in luce i molti problemi particolari da affrontare per dare più efficienza ed autorevolezza all' impegno dell' Autorità, un impegno che peraltro, pur in forme diverse, i cinque presidenti che si sono succeduti hanno coerentemente portato avanti. Ma sottolinea la crescita nel Continua > 6

Pagina 22 < Segue paese di un' attenzione sempre più vasta a questi temi, anche se lo sviluppo della concorrenza e del mercato resta "un sentiero accidentato pieno di ostacoli: resistenze culturali, opposizioni corporative e lobbistiche, interferenze politiche, tendenze collusive, ostilità verso le profonde riforme nella regolazione e nelle istituzioni del mercato che sarebbe necessarie". Temi controversi e importanti che saranno sicuramente al centro il prossimo 18 giugno della relazione annuale del presidente dell' Antitrust, Giovanni Pitruzzella, a metà del suo mandato. 7

Pagina 23 Corpo forestale: riforma in salita La direzione nazionale antimafia si oppone, ma il Governo difende risparmi e semplificazione. Quando Re Carlo Felice di Savoia, il 15 ottobre 1822, istituì per regia patente l' amministrazione forestale «per la custodia e la vigilanza dei boschi», non poteva certo immaginare che avrebbe trovato nella Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo il baluardo a salvaguardia dell' autonomia e dell' indipendenza della sua evoluzione, vale a dire il Corpo forestale dello Stato. Già, perché 193 anni dopo e mentre il Senato l' 8 maggio ha cominciato l' esame del disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione (cosiddetto Madia dal nome del ministro per la Semplificazione e la Pa) che all' articolo 7 prevede il riordino delle funzioni di polizia di tutela dell' ambiente e del territorio e la riorganizzazione di quelle del Corpo forestale con l' eventuale assorbimento delle funzioni in quelle delle altre Forze di polizia, l' assist più prezioso sulla polemica che sta divampando da molti mesi, giunge proprio dal capo della Dnaa, Franco Roberti. Il no dell' Antimafia Il 4 novembre 2014, con il sostituto procuratore Roberto Pennisi, Roberti si è recato in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Sollecitato dai commissari sulla paventata soppressione del Corpo forestale dello Stato, ecco la risposta: «Noi siamo contrarissimi, se non si è capito, lo ribadisco, alla soppressione del Corpo forestale dello Stato, perché sarebbe come togliere all' autorità giudiziaria l' unico organismo investigativo in materia ambientale che disponga delle conoscenze, delle esperienze, del know how e anche dei mezzi per poter smascherare i crimini ambientali. Si potrebbe osservare che non lo sopprimiamo, ma lo accorpiamo e lo facciamo assorbire dalla Polizia di Stato. Noi paventiamo che questo eventuale assorbimento, che forse risponde a esigenze di finanza, di spending review, non lo so, potrebbe rischiare di stemperare di molto il patrimonio di conoscenze e di esperienze e, quindi, la capacità investigativa di questo Corpo, che noi sosteniamo e che è il più diretto e stretto collaboratore nostro, come procura nazionale, e delle procure distrettuali». Il commissario Enrico Buemi (Psi) insiste: «Per quanto riguarda l' accorpamento con i Carabinieri?» e allora insiste anche Roberti: «Senatore, noi riteniamo che il Corpo forestale dello Stato debba mantenere una propria identità, perché attraverso il mantenimento dell' identità può sviluppare sempre meglio la propria conoscenza, la propria esperienza e la propria specializzazione, che, con tutto il rispetto figuriamoci per le altre Forze di polizia, per quanto riguarda il Corpo forestale dello Stato non concerne soltanto i rifiuti, ma anche tutta la criminalità ambientale». Continua > 8

Pagina 23 < Segue La difesa in Senato Più risoluti di così si muore eppure il Governo questa cura dimagrante nel nome della spending review, che non toccherebbe comunque le articolazioni del Corpo nelle Regioni autonome e a statuto speciale, la vuole: alla Camera la proposta è passata e l' 8 maggio in Senato, per la maggioranza (all' interno della quale si levano voci sempre più contrarie alla riforma Madia del Corpo forestale), il compito di difendere le posizioni è toccato a Linda Lanzillotta (Pd), che concorda «sulla prospettiva di un nucleo specializzato di polizia ambientale al posto di un corpo ad hoc; un nucleo che, lungi dall' abbassare la guardia sui reati ambientali, al contrario la integri con indagini di altissima specializzazione, perché riguardano organizzazioni internazionali, come le ecomafie, rispetto alle quali una polizia territoriale, come di fatto sarebbe il Corpo forestale (anche se poi gli sono stati anche affidati compiti antisommossa), non è in grado di farvi fronte, data, appunto, la complessità dei reati ambientali». Alla fine del suo intervento la stoccata: «Credo che l' attività istintivamente ed automaticamente difensiva dell' esistente, che molte forze di polizia mettono in atto, non parliamo del Corpo forestale, rispetto al quale oggi abbiamo avuto una dimostrazione della penetrazione dell' attività lobbistica nel Parlamento, è in generale un fenomeno diffuso». Progetto "eversivo" Chissà se ce l' aveva anche con il capo della Dnaa oltre che, ad esempio, con il suo collega senatore Giuseppe Francesco Maria Marinello (Area popolare) che poco prima aveva detto che «quanto alle conseguenze che potranno derivare dal possibile ed eventuale assorbimento del Corpo forestale dello Stato in seno al Ministero dell' Interno, considero questo aspetto non solo pericoloso, ma addirittura eversivo». Di certo la Uil Pa (uno dei sindacati esposti nella difesa a oltranza) ha giocato pesante, ricordando che Lanzillotta è «guarda caso moglie dell' ex ministro Franco Bassanini, che con un Dpcm a Camere sciolte, già nel 2001 voleva liquidare il Corpo svendendolo alle Regioni». L' autodifesa del Corpo Che esista una lobby è evidente anche se il Corpo forestale si difende benissimo da solo. A cominciare dai numeri, con uno slogan efficace: «Siamo meno dei vigili urbani di Roma». Oggi sono 7.563 (in pianta organica sarebbero però 9.630), ai quali si aggiungono i 1.340 operai forestali assunti a tempo indeterminato, che si occupano delle 130 riserve naturali gestite dalla Forestale. Per dare qualche parametro di paragone, i Carabinieri sono 105mila, i poliziotti 95 mila, i finanzieri 60mila e gli agenti di polizia penitenziaria 38mila. Con quei numeri le competenze del Corpo sono ampie: tutela dell' ambiente e salvaguardia della biodiversità, sicurezza pubblica e protezione civile, con particolare riferimento alla lotta agli incendi boschivi e alla sicurezza agroalimentare. L' analisi sui costi Il Governo sottolinea che la riforma viene richiesta a gran voce dall' Europa (in realtà il riferimento è all' intero complesso delle Forze di polizia e non ad una quota parte) e che con la razionalizzazione delle funzioni di polizia ambientale il risparmio sarebbe assicurato. Secondo il Corpo Forestale, esclusi gli stipendi (460 milioni all' anno, che rappresentano però un nodo cruciale della riforma proposta dal Governo), il costo è di circa 30 milioni all' anno, che quasi si compenserebbero con i 28 milioni di sanzioni amministrative elevate (media 2010/2013). In più, nell' immediato ci sarebbe il paradosso del "costo di allineamento" per la sostituzione immediata delle divise (sulla base delle ultime gare d' appalto circa 12,3 milioni), dei mezzi "civetta" e di quelli speciali (ipotizzando una consistenza del parco mezzi interessato di 1700 unità, il costo stimato è di 8,3 milioni), della flotta aerea (il costo stimato è di 2,5 milioni) e della formazione (circa 1,54 milioni considerando, per ogni unità di personale, un numero minimo di 5 giornate formative nell' anno, con una spesa minima di 40 euro al giorno per vitto alloggio missione e la spesa per le docenze). Il totale è di circa 24,6 milioni. Nuove proposte Ecco dunque che riforma Madia si riforma Madia no parte dallo stesso Corpo forestale la proposta di una razionalizzazione che sfoci nel Corpo nazionale di tutela ambientale il quale conterebbe su 14.124 unità. Il neo Corpo assorbirebbe l' Ispettorato centrale della tutela e della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, i Corpi di polizia provinciale e quello delle Regioni a statuto speciale e autonome. Lo spettro del neonato Corpo spazierebbe dunque dalla gestione delle aree naturali protette di rilevanza nazionale ed internazionale alle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi, passando attraverso Continua > 9

Pagina 23 < Segue l' attività ricognitiva del territorio, preordinata all' aggiornamento della mappatura e all' individuazione delle aree ad elevato rischio idrogeologico..guardie o Ladri robertogalullo.blog.ilsole24ore.com RIPRODUZIONE RISERVATA. Roberto Galullo 10

Pagina 26 Borsa/1. In pole position i gruppi infrastrutturali. Ipo, nuovo sprint verso Piazza Affari MILANO Infrastrutture, immobiliare, alimentare e finanza. Sono questi i settori privilegiati delle prossime matricole di Piazza Affari, i cui dossier sono sul tavolo degli investitori istituzionali esteri. Si va dalle torri di Inwit all' Aeroporto di Bologna, fino all' immobiliare di Sorgente Res, e di Domus Italia e Banca Sistema. Farà invece domani il debutto borsistico il caffè Zanetti Segafredo, dopo la buona accoglienza ricevuta da retail e, in parte, anche dagli istituzionali. In particolare, a Piazza Affari sembra un momento d' oro per la quotazione delle infrastrutture che ad oggi sono uno dei settori più ghiotti per gli investitori istituzionali stranieri, grazie a flussi di cassa stabili e alla generosa politica dei dividendi. Così sotto i riflettori della Borsa sono prossime a finire le torri Telecom Italia confluite in Inwit, ma anche l' Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. In particolare, Inwit potrebbe sfruttare l' interesse di molti investitori esteri per il settore delle torri di trasmissione telefonica, dopo il successo ottenuto un mese fa tra gli istituzionali per l' Ipo a Madrid di Cellnex, la società che ha raccolto le torri di Abertis in Europa. La Borsa è sembrata la destinazione naturale pure per l' Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, dopo che gli azionisti pubblici (tra cui enti locali come la Provincia di Bologna e la Regione Emilia Romagna) hanno preso la decisione di uscire dal capitale per monetizzare le loro partecipazioni. Ridurranno invece le loro quote la Camera di Commercio e il Comune di Bologna. Un appetito altrettanto forte da parte degli investitori esteri, soprattutto americani, ci potrebbe essere per il settore immobiliare italiano, che viene considerato abbastanza a sconto rispetto al resto d' Europa: il primo autentico test ci sarà comunque con Sorgente Res. Il gruppo guidato da Valter Mainetti sarà infatti la prima società d' investimento immobiliare quotata secondo il nuovo regime introdotto in Italia alla fine del 2014 (con il decreto Sblocca Italia) con un modello di business focalizzato su immobili a reddito di elevato pregio. Il valore dell' operazione dovrebbe essere attorno ai 500 milioni di euro. A seguire, con una tempistica che non è ancora chiara, ci potrebbe essere lo sbarco in Borsa di un' altra società immobiliare, cioè Domus Italia, azienda del gruppo Caltagirone (pronta a nascere con il conferimento di immobili residenziali per 600 700 milioni) che proprio in questi giorni sta testando l' interesse degli istituzionali Usa. Ma alla prova della Borsa come si comporteranno i titoli? La prova del nove ci sarà con Massimo Zanetti Beverage Group, società del caffè nota per la marca Segafredo, che proprio domani debutterà sulle negoziazioni. Negli scorsi giorni il gruppo ha completato il proprio book con successo al prezzo più Continua > 11

Pagina 26 < Segue basso della forchetta: la domanda è stata di tre volte l' offerta per il retail e di una volta e mezza per la parte istituzionale. L' Ipo di Massimo Zanetti Beverage Group ha dimostrato che il momento è positivo per le nuove quotazioni, ma che un fattore cruciale è la ricerca di investitori istituzionali di qualità e con un' ottica di lungo periodo da ospitare nel capitale: come Blackrock, Amundi o i maggiori asset manager italiani, mentre è più rischioso avere come soci gli hedge fund speculativi che hanno una strategia di brevissimo periodo. Un test importante per le nuove quotazioni nel settore del credito ci sarà infine con Banca Sistema, istituto indipendente attivo nell' acquisto, gestione e finanziamento dei crediti verso la pubblica amministrazione. In quest' ultimo caso resterà da verificare l' interesse degli istituzionali esteri (che si sono mostrati molto reattivi su immobiliare, infrastrutture e alimentare) per un settore che sembra più adatto ad investitori specializzati e con competenze molto specifiche. Ovviamente la fame di Ipo dovrà fare i conti con la situazione congiunturale dei mercati. La Borsa resta in altalena sulle novità provenienti da Atene e i grandi investitori, come sempre capita in questi casi, sono pronti a cambiare strategia (ed area geografica) sulla scia di previsioni in continua evoluzione. I mercati europei (e l' Italia) sono ancora a buon mercato (come valutazioni borsistiche), ma il futuro della Grecia resta un' insidia da non sottovalutare. RIPRODUZIONE RISERVATA. Carlo Festa 12

Pagina 41 Oltre la riforma Fornero. L' incremento dei minimi per accedere alla pensione è conseguenza di diversi provvedimenti adottati dal 2004 in poi. Per le dipendenti della Pa scalino di sei anni Le più penalizzate sono le lavoratrici del pubblico impiego, per le quali l' età minima necessaria per il pensionamento, tra il 2010 e il 2015, è aumentata di sei anni. Il passaggio dalla pensione di anzianità a quella anticipata, invece, ha comportato un incremento, tra il 2007 e il 2012, di sette anni di contributi e cinque di età (per non subire penalizzazioni economiche). Le modifiche minori riguardano l' assegno di vecchiaia per gli uomini, dipendenti o autonomi, il cui requisito anagrafico negli ultimi quindici anni è salito solo di 15 mesi. Sono questi gli effetti principali, in termini di requisiti minimi, delle riforme previdenziali effettuate negli ultimi undici anni, in cui si contano quelle a firma Maroni (2004), Prodi (2007), il decreto legge 78/2009, la "manovra estiva Sacconi" del 2010 e quella del 2011. Già, perché anche se buona parte dei lavoratori oggi maledice la riforma Monti Fornero di fine 2011, l' intervento sui requisiti è stato effettuato in più anni con provvedimenti successivi. Di certo la più recente revisione straordinaria ha stravolto il futuro di una platea di lavoratori non indifferente. Il superamento della pensione di anzianità (a quel tempo raggiungibile con 60 anni di età, 35 di contributi e una quota di 96) e l' istituzione della pensione anticipata (42 o 41 anni di contributi più un mese) ha significato per molti attendere l' età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia. Salvo i casi di coloro che hanno iniziato a lavorare stabilmente prima dei 24 anni, o che dopo la laurea hanno trovato immediatamente un impiego, la pensione anticipata rischia di essere posticipata rispetto alla vecchiaia e quindi un traguardo impossibile da raggiungere. Il differimento maggiore lo hanno pagato i lavoratori e le lavoratrici nate nel 1952 che, anziché accedere alla pensione nel 2012, rischiano di arrivare al traguardo non prima del 2018. Il salto verso l' alto del requisito anagrafico che ha penalizzato le dipendenti del pubblico impiego, invece, dipende più dalla riforma del 2010 che dalla Monti Fornero. Fino al 2009 per queste lavoratrici erano sufficienti 60 anni. Nell' estate di sei anni fa, però, il requisito venne portato a 65 anni. Di conseguenza le donne nate nel 1961, con ameno 20 anni di contributi, hanno avuto l' illusione, fino al 2010, di poter accedere nel 2013 alla vecchiaia, ma così non sarà: infatti per effetto di quella manovra e della Monti Fornero ora dovranno attendere il 2017 2018, quando avranno il minimo di 66 anni e 7 mesi. All' estremo opposto, pochi cambiamenti riguardano la pensione di vecchiaia ordinaria per gli uomini, anche se, sul piano concreto, la penalizzazione si verifica perché non c' è più la pensione di anzianità (salvo che per alcune categorie) che in origine richiedeva solo 57 anni di età e 35 di contributi per poi salire a 60 e 35 nel 2011. Preso atto di ciò, i minimi della vecchiaia sono passati dai 65 anni di età con 20 di contributi del 2001 agli attuali 66 anni e 3 mesi. In prospettiva, invece, saranno le dipendenti del settore privato a dover fare i conti con l' incremento più Continua > 13

Pagina 41 < Segue consistente dei requisiti. A seguito dell' adeguamento alla speranza di vita che si applicherà nel triennio 2016 2018 (+4 mesi), ma anche di quanto già previsto dalle manovre estive del 2010 e del 2011, il minimo per il trattamento di vecchiaia passerà dai 63 anni e 9 mesi attuali ai 66 e 7 mesi del 2018. Uno scalino di 34 mesi che non ha uguali per le altre categorie di lavoratori: per le autonome sarà di 22 mesi, per le dipendenti del pubblico impiego (che, come visto, "hanno già dato") e per tutti gli uomini sarà di 4 mesi. Il 2018 sarà l' anno dell' equiparazione dei requisiti per la vecchiaia di tutte le categorie. Salvo ulteriori interventi, dal 2019 ogni due anni, si applicherà solo l' adeguamento alla speranza di vita. RIPRODUZIONE RISERVATA. Fabio Venanzi 14

Pagina 29 Italia Oggi Efficienza energetica, via al bando per i comuni Al via il bando comuni per la sostenibilità e l' efficienza energetica, che finanzia interventi per la riduzione dei consumi e la produzione di energia da fonti rinnovabili a servizio di edifici di amministrazioni comunali delle regioni convergenza. Stanziati 50 milioni di euro dal Poi energia per regioni convergenza. Dal 14 luglio 2015 sino a esaurimento della dotazione finanziaria, non oltre il 12 settembre 2015, i comuni potranno presentare domanda per accesso ai contributi. È con l' avviso comuni per la sostenibilità e l' efficienza energetica 2015 del Mise che è stata stanziata la dotazione finanziaria di 50 milioni di euro. L' avviso offre alle amministrazioni comunali delle regioni convergenza la possibilità di ottenere il finanziamento per realizzare progetti di efficientamento e/o produzione di energia da fonti rinnovabili a servizio di edifici pubblici, attraverso l' acquisizione di beni e servizi tramite le procedure telematiche del mercato elettronico della pubblica amministrazione (MePa). Tutti gli interventi dovranno essere realizzati sulla base di una diagnosi energetica dell' edificio oggetto dell' intervento, che deve essere già in possesso dell' amministrazione. Il contributo concesso in relazione a ciascun intervento oggetto della singola istanza deve essere di importo almeno pari a 40.000 euro Iva esclusa e complessivamente concesso in favore di ciascun comune, in relazione a uno o più interventi, deve essere inferiore alla soglia di rilevanza comunitaria di cui all' art. 28, c. 1, lett. b) del dlgs n. 163/2006, di volta in volta vigente alla data di emissione della Rdo, e attualmente pari a euro 207.000 oltre Iva. L' Avviso Gse 2015 finanzia interventi da realizzare attraverso l' acquisizione tramite MePa di impianto fotovoltaico connesso in rete, di impianto solare termico acs per uffici, di impianto solare termico acs per scuole con annessa attività sportiva. Il finanziamento è concesso nella forma del contributo a fondo perduto fino al 100% (cento per cento) dei costi ammissibili, secondo una procedura a sportello gestita dal ministero dello sviluppo economico. MARCO OTTAVIANO 15

Pagina 31 Italia Oggi I dati emersi nel corso dell' assemblea dei presidenti provinciali all' interno di Expo 2015. Consulenti del lavoro in digitale Primi nell' innovazione informatica della professione. I consulenti del lavoro sono protagonisti della valorizzazione della loro attività professionale tramite internet, questo è il risultato emerso dalla ricerca sull' evoluzione digitale dei professionisti curata dall' Osservatorio Ict & Professionisti della School of management del Politecnico di Milano e presentata in occasione dell' Assemblea nazionale dei presidenti dei consigli provinciali tenutasi a Milano il 29 e 30 maggio all' interno degli spazi espositivi dell' Expo 2015. Nel commentare le slides è emerso chiaramente che le professioni possono essere un importante volano per la crescita delle aziende clienti ponendosi come partner degli stessi e non come meri fornitori di servizi. L' organizzazione degli gli studi professionali nel loro complesso, infatti, occupa più di mezzo milione di addetti per assistere circa tre milioni e mezzo di imprese. In questo ambito i consulenti del lavoro risultano essere la professione più propensa alla digitalizzante dei propri studi, con propensione ad ulteriori investimenti futuri in questo campo. Il ruolo dei consulenti del lavoro come esempio di evoluzione digitale nella loro attività professionale è la fotografia fatta dal prof. Rorato, il quale ha evidenziato che gli investimenti in Ict degli studi professionali punteranno soprattutto ai processi legati ai recenti obblighi di legge, come la fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione e la conservazione digitale dei documenti con un budget medio di spesa nel prossimo biennio di 7.600 euro a studio. È emerso, inoltre, che la categoria è un punto di riferimento centrale per le imprese e di solito viene considerata come un partner affidabile da parte dai clienti. Nel corso della presentazione il prof. Rorato ha sottolineato come la categoria ha risposto in modo positivo all' innovazione digitale tanto che si è evidenziato quanto i consulenti del lavoro considerino attività redditizia i servizi di conservazione digitali per conto dei loro clienti e puntino sempre più verso la gestione delle risorse umane, e della selezione del personale come nicchia di mercato da sviluppare. Così come grande importanza è stata data all' utilizzo, in futuro, degli strumenti di budget per la miglior gestione dei propri studi. Con l' informatizzazione degli studi è migliorata l' efficienza e la redditività e si è registrato attraverso la disamina della ricerca che il grado di soddisfazione dei clienti che ha raggiunto la percentuale del 90%. Per Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell' Ordine dei consulenti del lavoro, i dati della ricerca sono stati molto interessanti perché sono riusciti a fare una disamina di tutte le Continua > 16

Pagina 31 < Segue Italia Oggi caratteristiche della professione e ad arrivare all' anima del soggetto intervistato; questo è l' elemento chiave che dà la possibilità di orientare le politiche del futuro ed il futuro prossimo della categoria sarà nel digitale, nel possedere competenze e formazione e nell' utilizzo del pensiero digitale. Come altresì è dà considerare elemento qualificante il livello di soddisfazione del cliente: quando questo è il 90% è soddisfatto significa che il grado di affidabilità della categoria è molto alto. La Presidente intervenendo nel dibattito ha sottolineato come, nel prossimo biennio, «la crescita professionale sarà determinata dalla consapevolezza di essere competitivi sul mercato grazie anche alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie». Oggi i consulenti del lavoro si trovano a operare in un contesto molto più complesso rispetto ad alcuni anni fa: la concorrenza è molto elevata, e internet svolge un ruolo sempre più importante. Appare necessario dunque dare visibilità alla propria attività, essere presenti nel web, e tutto ciò risulta strategico per valorizzare il proprio ruolo e rappresentare al meglio la propria professionalità e competenza nel mondo digitale. 17