di V. DE CUPIS P. DEL POPOLO



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Transcript:

Istituto Chirurgico Ortopedico Traumatologico di Latina Direttore: Prof. Marco Pasquali Lasagni PIEDE PIATTO VALGO INFANTILE di V. DE CUPIS P. DEL POPOLO Il piede piatto valgo è modernamente visto come il risultato di una globale detorsione dell'elica plantare lungo la cerniera longitudinale rappresentata dall'articolazione funzionale fra entità astragalica ed entità calcaneare. È fondamentalmente caratterizzato da: valgismo del calcagno con pronazione del cuboide e dei 2 raggi laterali; caduta infero-mediale della testa astragalica con sincrono trascinamento dello scafoide e dei 3 raggi interni (Fig. l, 2, 3 e 4). Ne risulta uno svolgimento appianante della volta plantare che ha una patogenesi multifattoriale ma in cui il perno dell'affezione accrescitiva si riconosce in vizi di sviluppo del complesso talo-calcaneo-scafoideo (coxa pedis di Pisani), sia come deficienze primariamente indottesi in quella sede, sia quali risultati di anomalie ad altro livello. Il piede piatto valgo può dar luogo a molteplici forme cliniche (piede calcaneo valgo con valgismo isolato del calcagno, piede piatto valgo con associata una protrusione astragalica mediale, piede cavo valgo a protrusione astragalica compensata in sublussazione esterna). Da questa distinzione è nata l'esigenza di un intervento chirurgico correttivo che mirasse al riposizionamento dell'astragalo sul calcagno ed al suo mantenimento fino ad una autostabilizzazione sostenuta dal rimodellamento accrescitivo secondo la nota legge di Delpeche (Fig. 5, 6, 7 e 8). È chiaro quindi che le indicazioni chirurgiche di correzione sono limita-

V. DE CUPIS, P. DEL POPOLO Fig. l - Fotopodogramma piede dx prima dell'intervento. Fig. 2 - Fotopodogramma piede sn prima dell'intervento. te al periodo fertile del piede. Forti di queste premesse e dell'esperienze passate, abbiamo voluto stabilire due tipi d'intervento a seconda che ci si trovi davanti un piede piatto-valgo o cavo-valgo e che consistono in una parte passiva comune (correzione del valgismo calcaneare e artrorisi della sottoastragalica mediante un cilindro in silastic di Valenti) che può essere anche isolata o come preferiamo associata ad una parte attiva che consiste in una plastica mediale del piede. La plastica attiva. mediale consiste (come già pubblicato nell'ottobre 1980 nella rivista «chirurgia del piede») nel porre in tensione il legamento scafo-calcaneare plantare con ansa tendinea realizzata o con metà del tendine del tibiale anteriore (piede piatto valgo) o con metà del tendine del tibiale posteriore (piede cavo-valgo). Nel primo caso si tratta di una vera e propria sospensione medio-tarsica che si riallaccia all'intervento di Young ma che porta l'azione dinamica direttamente sul legamento scafo-

Piede piatto valgo infantile Fig. 3 - Angolo di Costa Bertani dx 138 prima dell'intervento. Fig. 4 - Angolo di Costa Bertani sn 135 prima dell'intervento.

V. DE CUPIS, P. DEL POPOLO Fig. 5 - Fotopodogramma piede dx dopo 6 mesi dall'intervento. Fig. 6 - Fotopodogramma piede sn dopo 6 mesi dall'intervento. calcaneare rilasciato ed allungato nella deformità, nel secondo, non essendovi la necessità di sollevare l'arcata mediale, l'azione traente sul legamento è ottenuta più semplicemente e con incisione più piccola mediante il tibiale posteriore. L'indicazione chirurgica elettiva è costituita, secondo noi, da un valgismo calcaneare grave, ribelle ad un attento e protratto trattamento ortesico, correggibile passivamente in modo completo o quasi, in soggetti in età fertile del piede, perché in questa età il dismorfismo osseo dovuto agli alterati rapporti articolari non è ancora eccessivo e la possibilità di ripristino morfologico buona (Fig. 9,10,11 e 12). Presso l'i.c.o.t. di Latina abbiamo trattato chirurgicamente dal 1980 al 1990 48 pazienti affetti da piede piatto valgo, di cui 31 bilaterali per un totale di 79 piedi di 3 e 2 grado di Viladot soggettivamente sintomatici, mentre i pazienti con piede cavo-valgo sono stati 28 di cui 21 bilaterali per un totale di 49 piedi.

Piede piatto valgo infantile Fig. 7 - Angolo di Costa Bertani dx dopo 6 mesi 128. Fig. 8 - Angolo di Costa Bertani sn dopo 6 mesi 125.

V. DE CUPIS, P. DEL POPOLO Fig. 9 Fotopodogramma dx dopo 2 anni. Fig. 10 Fotopodogramma sn dopo 2 anni. L'età variava, al momento dell'intervento, tra i 7 ed i 17 anni. In tutti i casi è stata attuata una stabilizzazione passiva con protesi di Valenti associata spesso (65%) ad una plastica mediale. All'intervento segue un'immobilizzazione in gambaletto gessato per 40 giorni di cui i primi 20 senza carico. Dopo la rimozione dell'apparecchio gessato deambulazione libera assistita per periodi variabili, mai oltre 6 mesi, da plantare elicoidale. Abbiamo potuto controllare, con follow-up di 2-10 anni con una media di 6,5 anni: 22 pazienti con piede piatto-valgo di cui 13 bilaterali per un totale di 35 piedi e 13 pazienti di cui 7 bilaterali per un totale di 20 piedi cavo-valghi. La valutazione dei risultati è stata effettuata su parametri clinici (dolore ed articolarità), radiografici (angolo di Costa Bertani) e podografici.

Piede piatto valgo infantile Fig. 11 - Angolo di Costa Bertani dx dopo 2 anni 130. Fig. 12 - Angolo di Costa Bertani sn dopo 2 anni 114.

V. DE CUPIS, P. DEL POPOLO In base a questi parametri abbiamo avuto risultati buoni nell'83% dei casi, discreti nell'11 % e cattivi nel 6%. In soli cinque casi abbiamo associato un allungamento del tendine d'achille ed in un altro un'artrodesi astragaloscafoidea. I risultati a medio e lungo termine hanno dimostrato che le correzioni migliori vengono ottenute nei pazienti trattati tra i 7 e i 10 anni con una percentuale del 92% di buoni risultati perché il dismorfismo osseo dovuto agli alterati rapporti articolari non è ancora eccessivo. Inoltre nel controllo dei pazienti abbiamo potuto accertare che la percentuale maggiore di buoni risultati la possiamo trovare sia nei piedi piatto-valgo sia nei piedi cavo-valgo nei soggetti sottoposti ad intervento combinato attivo-passivo perché garantisce una buona correzione immediata (protesi di Valenti) ed un'ottima stabilità nel tempo (plastica mediale) impedendo, oltretutto, le complicazioni della stabilizzazione sottoastragalica isolata (3 perdite di correzione nel tempo, 2 espulsioni della protesi e 2 correzioni dolorose che hanno richiesto la sostituzione della protesi) e della solo plastica mediale (4 casi di insufficiente correzione) (Fig. 13, 14, 15, 16, 17 e 18). Andando a rivedere e confrontare le casistiche di altri Istituti Ortopedici pubblicate per la correzione della stessa patologia magari con tecniche chirurgiche diverse (calcaneo-stop o endoprotesi ad espansione) abbiamo potuto accertare che la percentuale di successi è quasi sovrapponibile come lo è la fascia d'età d'elezione all'intervento. Quello che ci discosta da quasi tutti gli altri lavori è la percentuale dell'allungamento chirurgico dell'achilleo associato che varia da un 40% circa nell'istituto Ortopedico di Torino ad un 22% del Professor Giannini nella seconda clinica ortopedica dell'istituto Rizzoli di Bologna. La nostra bassissima percentuale di allungamenti con queste percentuali di successo ci porta a pensare che il complesso tendine di Achille-tricipite, anche se in tensione tale da non permettere il raggiungimento dell'angolo retto subito dopo la correzione chirurgica, con il tempo si adatta alla nuova situazione allungandosi.

Piede piatto valgo infantile Fig. 13 - Angolo di Costa Bertani prima dell'intervento 155. Fig. 14 - Fotopodogramma.

V. DE CUPIS, P. DEL POPOLO Fig. 15 - Angolo di Costa Bertani dopo 6 mesi 140. Fig. 16 - Fotopodogramma.

Piede piatto valgo infantile Fig. 17 - Angolo Costa Bertani dopo 3 anni 138. Fig. 18 - Fotopodogramma.

V. DE CUPIS, P. DEL POPOLO Riassunto Gli autori hanno riesaminato i pazienti affetti da piede piatto valgo grave operati dal 1980 al 1990 presso l'i.c.o.t. di Latina con intervento combinato di artrorisi della sottoastragalica con protesi di Valenti e plastica mediale di sospensione del legamento scafo-calcaneare plantare con ansa tendinea del tibiale anteriore o posteriore. Il lavoro ha dimostrato che i risultati migliori si ottengono con l'intervento combinato se effettuato fra i 7 e i 10 anni di età. Bibliografia VALENTI V.: Artrorisi sottoastragalica con ortesi acrilica nel trattamento del piede piatto valgo dell'infanzia. Minerva Ortopedica 1976. GIANNINI S., CECCARELLI F., GIROLAMI M., VINCENZI G.: Il trattamento del piede piatto con endortesi ad espansione. Atti XIV Simposio Allievi Clinica Ortopedica, Firenze 1984. GIANNINI S., GIROLAMI M., CECCARELLI F., CATANI F., INNAO V.: Nostro orientamento sull'allungamento del tendine d'achille nel piede piatto, Chirurgia del Piede. XIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina e Chirurgia del Piede 1985. VOLPE A., MARCONI F., POZZA V., Spizzo L.: La coxa pedis e le sue caratteristiche anatomiche: analogie e discordanze con la coxo-femorale. Chirurgia del Piede 1986. PISANI G.: Piede astragalico e piede calcaneare. Chirurgia del Piede 1986. PASQUALI LASAGNI M., DEL POPOLO P.: Contributo alla terapia chirurgica del piede valgo. Chirurgia del Piede.