XVI Convegno medico-scientifico



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XVI Convegno medico-scientifico NUTRIZIONE, METABOLISMO E SALUTE - INQUINAMENTO E DANNO DA STRESS OSSIDATIVO, DALLA SOFFERENZA CELLULARE ALL IPOSSIA CAUSE, EFFETTI, DIAGNOSI E TERAPIE Si è conclusa la XVI edizione del convegno medico-scientifico su Nutrizione, Metabolismo e Salute che ogni anno Eurodream srl organizza a Bologna in occasione della Fiera di Settembre Sana. Patrocinato dall'ordine Provinciale dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Bologna e dall Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona ONLUS; Comitato Permanente di Consenso e Coordinamento per le Medicine Non Convenzionali in Italia, A.m.i.c.a. Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale, Regenera - Research Group e A.N. FI. SC. ONLUS (FM - CFS) - Associazione Nazionale, i temi della relazione tra salute/malattia, ambiente e stili di vita sono stati trattati dai massimi esponenti italiani riscontrando l'ampio consenso degli oltre 400 partecipanti oltre a gettare una nuova luce sul modo di fare salute e prevenzione. I SUCCESSI DI CELLFOOD Due le novità presentate che hanno suscitato grande interesse: secondo un recentissimo studio presentato dalla Dott.ssa Elisabetta Ferrero del Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche dell Università degli Studi di Milano in collaborazione con l Unità per lo studio sul melanona e il laboratorio di Biologia e Clinica cardiovascolare dell Istituto San Raffaele di Milano, pubblicato sul prestigioso Journal of Physicology and Pharmacology, CELLFOOD ha dimostrato di avere un ruolo importante nell attivazione dei meccanismi antiossidanti per la preservazione della salute dell endotelio ovvero delle cellule che compongono vene, arterie e cuore. Questo porterebbe a individuare un ruolo di Cellfood nella prevenzione delle patologie cardiovascolari in associazione a stili di vita sani ed equilibrati. Durante i lavori è stato più volte messo in evidenza il ruolo fondamentale dell ossigeno, elemento chiave nella respirazione mitocondriale, nel regolamento dell azione antiossidante determinato dall ipossia e nella rigenerazione cellulare. In particolare, grazie ad un altro importante studio sull ipossia e il ruolo dell ossigeno sviluppato dall Università Carlo Bo di Urbino Dipartimento di Scienze Biomolecolari e presentato dal professor Franco Canestrari e dalla dottoressa Serena Benedetti, studio che ha dimostrato, oltre all'azione antiossidante anche l azione protettiva di CELLFOOD nei confronti dell anemia negli atleti. Anche in questo caso, spiegano gli esperti, l'efficacia di Cellfood è stata dimostrata prima nel trattamento della fibromialgia, una sindrome in cui lo stress ossidativo ha un importante ruolo nello sviluppo della malattia. 2

Nello studio si è osservato inoltre che, rispetto al placebo, Cellfood attenuava in maniera significativa la sintomatologia dolorosa, la debolezza muscolare e in generale i disturbi associati alla riduzione del tono dell umore. Da qui si è passati e verificare l efficacia del prodotto antiossidante negli atleti tenendo conto che, negli sportivi, l'attività fisica intensa è associata ad una forte produzione di radicali liberi. Anche in questo caso, secondo i risultati dello studio condotto dall'università di Urbino, i benefici antiossidanti di Cellfood sono stati riscontrati sia durante le fasi di allenamento che durante le performance agonistiche dimostrando un'azione protettiva e preventiva nei confronti dell'anemia dell'atleta. MOLTO AMATO DAGLI SPORTIVI.. Un prodotto veramente molto amato dagli sportivi professionisti che hanno voluto testimoniare, anche con i risultati individuali delle gare, non solo l impegno quotidiano necessario per raggiungere obiettivi importanti ma anche l attenzione all alimentazione e all integrazione nutrizionale che in un atleta di qualunque livello è tanto importante quanto più è duro l impegno fisico richiesto. Stiamo parlando del pluricampione Giorgio di Centa e della maratoneta Ilaria Bianchi che anche quest'anno hanno voluto essere presenti durante tutto il congresso oltre al Team Cellfood e al Peperoncino Team e agli Ultramaratoneti di cui gli esperti hanno ampiamente parlato durante le sessioni dedicate a sport, alimentazione e integrazione... E CONSIGLIATO DAI MEDICI L'argomento nutrizione e integrazione è stato il filo comune del congresso: ne hanno parlato tra gli altri due dei massimi esperti italiani, Attilio Speciani, immunologo di Milano esperto di intolleranze alimentari che ha sottolineato il ruolo fondamentale di una alimentazione varia e il più possibile naturale per mantenere attivo e in salute l organismo senza distogliere mai lo sguardo però dagli stili di vita di cui ha parlato, con particolare riferimento all attività fisica, Luca Speciani, medico responsabile nutrizionale del team italiano di ultramaratona. L'ambiente e il suo inquinamento giocano un ruolo fondamentale nella salute dell'individuo; metalli tossici, alimenti raffinati, stili di vita poco salubri possono essere la causa dello stress ossidativo da ipossia, ovvero da scarsa presenza di ossigeno nelle cellule. Ne sanno qualcosa gli esperti come il Dott. Mauro Mario Mariani ed il Dott. Sante Guido Zanella che hanno trattato i temi della terapia chelante per la cura di alcune delle patologie più invalidanti come la SLA. Particolarmente interessante è stata la sessione dedicata all'invecchiamento e prevenzione con riferimento alla pelle: le biotecnologie oggi disponibili grazie alla ricerca nel settore biomedico hanno dimostrato il ruolo dei fattori di crescita epiteliale (EGF) nella prevenzione dell'invecchiamento cutaneo. Grazie a nuove ricerche biotecnologiche presentate al convegno dal massimo esperto islandese Björn Lárus Örvar e da Giorgio Mariani, chirurgo plastico, la cura e la rigenerazione delle cellule del volto è resa migliore e più efficace grazie ai preziosi EGF prodotti da una particolare tipologia di orzo coltivato in serra nella pura pomice d Islanda. 3

Towards salutogenesis in the development of a personalised and preventative healthcare. EPMA Journal (2011) 2 (Suppl 1):S71 S89 Mauro Alivia, MDab, Paola Guadagni, MDb, Paolo Roberti di Sarsina, MDbc a Past President Italian Society of Antroposophic Medicine (SIMA) b Charity "Association for Person Centered Medicine", Bologna, Italy c Expert for Non Conventional Medicine, High Council of Health, Ministry of Health, Italy Abstract Keywords: Salutogenesis, Sense of Coherence, Person Centered Medicine, Non Conventional Medicine, Healthcare System. The purpose of this review is to discuss how a salutogenetic approach may solve some of the difficulties faced by healthcare systems. Salutogenesis explores the reasons why some people stay healthy in the face of hazardous influences whilst others, faced with the same hardship, fall ill. It was Antonovsky who suggested that resilience to difficult situations depends on a person s sense of coherence (SOC), a global orientation based on a sense of self-reliance in the face of challenges, self-confidence in one s ability to deal with demanding events and the motivation to keep going, trusting that such difficult events hold meaning for one s life [1,2]. There is a large body of research on all age groups [3-5], different socioeconomic backgrounds and across cultures [6] that shows that a strong SOC is related to better health and healthy ageing [7-11]. It is a protective factor against alcohol addiction despite similar rates of recreational consumption in teenagers [12]. Conversely, a weak SOC is related to poorer health and lower affect [2,3,6]. SOC is a dynamic orientation that develops naturally in the first 30 years of life but can also be strengthened through personal activity and care [5,13]. How can a healthcare system be oriented so that overcoming illness becomes the foundation of better future health? In such a system each medical intervention should aim to strengthen a person s SOC and resilience and this should be differentiated at each level from primary to tertiary care. Each professional role too should be developed to provide salutogenetic care from their angle and this should be addressed from as early as undergraduate training [14]. They should work towards the principles of person-centred-medicine, a concept that aims to incorporate the holistic approach, the relationship-based care and the treatment systems of non-conventional medicine into the technological advances of mainstream medicine in order to provide more personalised and sustainable healthcare [15,16]. The caregiver-person relationship needs to become central to the therapeutic process so that any treatment is chosen as an informed choice, based on the needs of that person in the context of their physical, psychological and biographical situation. As an example, if the chosen treatment were a coronary artery bypass graft then the technological aspects would need to be chosen specifically for that single case. However for the whole process from pre-operative care to rehabilitation to become a salutogenetic experience, physical as well as psychological, social and personal factors need to be addressed at the appropriate time. This could develop the awareness that overcoming this difficult experience was meaningful because it allowed the development of new life skills, new coping strategies, and new confidence in one s healing abilities [17]. This change needs to be sustained over time with appropriate follow-up [18]. Adopting a healthier lifestyle is likely to improve the quality of life of that person, and may prevent future illness being cheaper in the long run for the healthcare system [19]. In order to evaluate the success of medical interventions broadened with a salutogenetic approach, parameters may need to be developed and adopted that can assess quality of life of patients and caregivers in terms of sustainable change, satisfaction and prevention of burn-out as well as cost-effectiveness and technological excellence. 4

References [1] Antonovsky A. Unravelling the mystery of health: how people manage stress and stay well. 1st edition. San Francisco: Jossey-Bass; 1987 [2] Johnson M. Approaching the salutogenesis of sense of coherence: The role of active selfesteem and coping. British Journal of Health Psychology. 2004; 9:419 432 [3] Feldt T, Kinnunen U, Mauno S. A mediational model of sense of coherence in the work context: a one-year follow-up study. J Organiz Behav. 2000; 21:461-76 [4] Anderson Darling C, McWey LM, Howard SN and Olmstead SB. College student stress: the influence of interpersonal relationships on sense of coherence. Stress and Health 2007; 23: 215 229; DOI: 10.1002/smi.1139 [5] Fagerstrom L, Gustafson Y, Jakobsson G, Johansson S, Vartiainen P. Sense of security amongst people aged 65 and 75: external and inner sources of security. Journal of Advanced Nursing. 2011; 00(0):000 000; DOI: 10.1111/j.1365-2648.2010.05562.x [6] Bowman BJ. Cross-Cultural Validation Of Antonovsky s Sense Of Coherence Scale. Journal of Clinical Psychology. 1996; 52(5) 547-549 [7] Diener E, Chan MY. Happy people live longer: Subjective well-being contributes to health and longevity. Applied psychology: health and well-being. 2011; 1-43; DOI: 10.1111/j.1758-0854.2010.01045.x [8] Söderhamn O, Holmgren L. Testing Antonovsky s sense of coherence (SOC) scale among Swedish physically active older people. Scandinavian Journal of Psychology. 2004; 45: 215 221 [9] Lee YY, Chan MF, Mok E. Effectiveness of Music Intervention on the quality of life of older people. Journal Of Advanced Nursing. 2010; 66(12): 2677 2687; Doi: 10.1111/J.1365-2648.2010.05445.X [10] Horowitz S. Effect of Positive Emotions on Health-Hope and Humor. Alternative and Complementary Therapies. 2009; 15 (4): 196-202 [11] Lutgendorf S, Vitaliano P, Tripp-Reimer T, Harvey JH, Lubaroff DM. (1999). Sense of coherence moderates the relationship between life-stress and natural killer cell activity in healthy older adults. Psychology & Aging, 14, 552 563. [12] Nilsson KW, Starrin B, Simonsson B, Leppert J. Alcohol- related problems among adolescents and the role of a sense of coherence. Int J Soc Welfare. 2007: 16: 159 167 [13] Arnhielm S. Restructuring Illness Meaning Through The Clinical Encounter: A Process Of Disruption And Coherence. Culture, Medicine and Psychiatry. 2004; 28: 41 65 [14] Rakel DP, Guerrera MP, Bayles BP, Desai GJ, Ferrara E. CAM Education: Promoting a Salutogenic Focus in Health Care. The Journal of Alternative and Complementary medicine. 2008; 14 (1): 87 93; DOI: 10.1089/acm.2007.0562 [15] Roberti di Sarsina P, Iseppato I. Person-Centred Medicine: Towards a Definition. Forsch Komplementmed. 2010; 17:277 278; DOI: 10.1159/000320603 [16] Roberti di Sarsina P. The Social Demand for a Medicine Focused on the Person: The Contribution of CAM to Healthcare and Healthgenesis. ecam. 2007; 4(S1)45 51; DOI: 10.1093/ecam/nem094 [17] Karlsson I, Berglin E, Larsson PA. Sense of Coherence: Quality of Life before and after Coronary Artery bypass Surgery: A longitudinal study. 2000; 31(6): 1383-1392 [18] Giallauria F, Battimiello V, Veneziano M, De Luca P, Cipollaro I, Buonincontro M, Vigorito C, Del Forno D. Psychosocial risk factors in cardiac practice. Arch Chest Dis. 2007; 68: 74-80 [19] Ventegodt S, Omar HA, Merrick J. Quality of Life as Medicine: Interventions that Induce Salutogenesis. A Review of the Literature. Soc Indic Res. 2011; 100:415 433; DOI 10.1007/s11205-010-9621-8 Per gentile concessione di EPMA - European Association for Predictive, Preventive and Personalised Medicine, World Congress 2011, Bonn, 15t-18th September 2011. 5

Titolo: Ipossia, effetto Warburg e patologie degenerative Prof. Franco Canestrari Le malattie degenerative sono l ultimo anello di una serie di eventi iniziati molto tempo prima. E quindi utile per lo studio di tali condizioni patologiche rifarci al ruolo fondamentalmente energetico dei mitocondri. Il principale fattore limitante la crescita e la riproduzione di tutti i sistemi biologici è l energia e la prima dimostrazione che mutazioni del DNA mitocondriale possono essere eziologicamente correlate alle malattie cronico-degenerative è stata riportata nel 1990 da Gote e coll. e pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature (1). L ossigeno è l attore protagonista nel dramma patofisiologico della trinità: normossia, ipossia e iperossia ed il più importante ingrediente insieme al glucosio per la produzione di ATP. Fluttuazioni dei livelli di Ossigeno tessutali e cellulari come nelle condizioni di ipossia e iperossia, favoriscono una maggior produzione di ROS (radicali liberi dell ossigeno) e quindi possono compromettere l equilibrio omeostatico della cellula e dell intero organismo (2). Lo stress ipossico stimola la produzione di H1F-1 e la concomitante produzione mitocondriale di ROS stabilizza più specificatamente la sua sub-unità H1F-α, ciò comporta una riprogrammazione del metabolismo cellulare con l inibizione dell enzima PDH( piruvatodeidrogenasi ) step chiave del passaggio dalla glicolisi al ciclo di Krebs (3).Questo blocco metabolico è stato riscontrato anche nelle cellule neoplastiche e descritto per la prima volta nel 1929 da Warburg (4) con la considerazione che nei tumori è attiva una via glicolitica pur in presenza di ossigeno. Avni e coll.(5) hanno verificato con innovative tecniche non invasive di imaging che l irregolare flusso ematico espone le cellule tumorali ad ipossia sia cronica che acuta. L ipossia induce un corteo di eventi a favore della teoria evolutiva conservativa del cancro quali: (a)instabilità genica, (b) espansione e metastatizzazione, (c) resistenza all apoptosi ipossiaindotta, (d) ridotta efficacia della radio e chemioterapia dovuta all ipossia. Ciò conferma che la carcinogenesi potrebbe trovare nel microambiente ipossico ed acido un terreno favorente le mutazioni somatiche che possono predisporre lo sviluppo e la progressione del tumore. Sinergicamente a questa componente epigenetica và considerato il terreno costituzionale oncologico da molti citato e che Stagnaro sin dal 1980(5) definisce in maniera molto originale: Istoangiopatia congenita acidosica-enzimo-metabolica, e quindi una citopatia mitocondriale trasmessa in maniera percentualmente importante dalla madre. Anche se ritenuta rivoluzionaria una teoria della carcinogenesi identifica il metabolismo e la glicolisi come un meccanismo adattativo della cellula neoplastica all ipossia, che persiste offrendo una resistenza all apoptosi. Non è quindi priva di logica l idea che il fenotipo metabolico sia centralmente coinvolto nella patogenesi del cancro e non semplicemente un prodotto della carcinogenesi. Il fenotipo glicolitico delle cellule tumorali è stato tradizionalmente ritenuto caratteristico della progressione neoplastica ma non la causa per tale motivo è stata rivolta poca attenzione ai cosiddetti agenti terapeutici metabolici (6,7). Con tali presupposti abbiamo rivolto la nostra attenzione ad un prodotto come Cellfood che racchiude due importanti caratteristiche: la possibilità di liberare ossigeno e l azione antiossidante. Gli studi ci hanno portato ad ottenere un risultato importante per quanto riguarda l azione antiossidante che è stata confermata (8) ma lasciano intravedere preziosi sviluppi anche sull aspetto antiproliferativo come dimostrano i risultati anche se preliminari che abbiamo ottenuto, oggetto nei dettagli di una relazione integrata della Dott.ssa Benedetti. Tutto ciò può avere un valore importante sempre nell ambito dell ipotesi di poter riprogrammare la cellula tumorale mediante shift metabolico dalla via glicolitica a quella ossidativa mitocondriale. In conclusione le stesse cellule metastatiche viste oggi come aggressive potrebbero essere in realtà riconsiderate come cellule deboli energeticamente ( effetto Warburg!) e alla ricerca disperata di sfuggire ad un ambiente ostile perchè minacciate dai ROS (9) 6

Goto. Y, Nonaka. I, Horai.S - Nature 348,651-653,1990 Kulkarni.AC, Kuppusamy.P, Narasimham.P - Antioxidant and Redox Signaling,9(10)1717,1730, 2007 Cerretelli.P,Gelfi.C Eur J Appl Physiol, Published online:30 March2010 Warburg.O, Wind.F,Negelein.E- J Gen Physiolg, 8:519-30,1929 Stagnaro.S, Neri.M- Semeiotica Biofisica, il Terreno oncologico, Travel Factory 2004 Michelakis.ED, Webster.L, Mackey.JR British Journal of Cancer 99,989-994,2008 Papandreou.I, Goliasova.T, Denko.C Int J Cancer,1001-1008,2011 Benedetti.S, Catalani.S, Palma.F, Canestrari.F Food and Chemical Toxicology, 49,2292-2298,2011 Pani.G,Galeotti.T,Chiarugi.P Cancer Metastasis Rev, 29:351-378,2010 7

CELLFOOD: STATO DELLA RICERCA Dott.ssa Serena Benedetti, Dipartimento di Scienze Biomolecolari, Sezione di Biochimica Clinica, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo". Grazie a recenti studi in vitro che hanno dimostrato l'efficacia protettiva di CELLFOOD (CF) contro il danno ossidativo a cellule (eritrociti e linfociti) e biomolecole (glutatione e DNA) [Benedetti et al. Food Chem Toxicol 2011; 49: 2292-2298], CF può essere considerato un integratore nutrizionale ad azione antiossidante indicato nel ritardare l invecchiamento cellulare e nel prevenire le malattie cronico-degenerative legate ai fenomeni di ossidazione. Accanto alla protezione antiossidante, studi preliminari su cellule in coltura (linee tumorali immortalizzate) hanno evidenziato che CF possiede anche attività antiproliferativa con una riduzione dose-dipendente della crescita cellulare. Alcune linee tumorali si sono dimostrate più sensibili di altre al trattamento con CF, con una inibizione della crescita fino al 50%. E' noto che nella maggior parte dei tumori solidi si verifica lo spostamento del metabolismo cellulare dai mitocondri al citoplasma (effetto Warburg). Come conseguenza, si ha la soppressione dell apoptosi e la resistenza alla morte cellulare. Dalle prove preliminari sulle cellule tumorali in coltura, si può ipotizzare che CF favorisca lo shift metabolico dalla via glicolitica a quella ossidativa mitocondriale, rendendo così la cellula suscettibile all apoptosi. Le ricerche attuali si stanno rivolgendo proprio alla verifica di questa ipotesi; infatti, la comprensione dei meccanismi biochimici alla base dell'azione ipoproliferativa di CF sarà un supporto fondamentale al potenziale uso di CF come integratore antineoplastico e/o chemopreventivo. 8

Cellfood TM migliora la capacità respiratoria endoteliale ed inibisce la formazione di ROS indotti dall ipossia Ferrero E, Fulgenzi A, Belloni D, Foglieni C, Ferrero ME Riassunto Le cellule endoteliali compongono il rivestimento interno di tutti i vasi, sanguigni e linfatici. Agendo come barriera semi-permeabile e selettiva tra il torrente circolatorio ed i tessuti sottesi, l endotelio gioca un ruolo fondamentale nella fisiologia e pato-fisiologia di molti processi. Paradossalmente, l endotelio, che è quiescente, è sempre vigile e attivo metabolicamente, per mantenere l omeostasi. Quando questa si spezza, come accade in corso di processi infiammatori, in particolare cardiovascolari, o in sedi tumorali, l endotelio attivato viene meno alla sua funzione barriera. Nel tumore, esageratamente ricco di molecole attivatorie (citochine), l endotelio inizia un processo di formazione di nuovi vasi (angiogenesi) che forniscono nutrienti ed O2 al tumore stesso e che ne permettono la disseminazione e metastatizzazione. Per questa ragione, le terapie antiangiogeniche rappresentano la nuova frontiera per debellare il tumore. Le cellule endoteliali primarie ottenute per digestione enzimatica dalla vena del cordone ombelicale (Human Umbilical Vein Endothelial Cells, HUVEC) sono un modello universalmente accettato per studiare la biologia e la fisiopatologia dell endotelio e le sue interazioni con altri tipi cellulari e con componenti della matrice. L endotelio vascolare controlla l omeostasi dei tessuti ad esso sottesi e viceversa fattori epigenetici e microambientali influenzano l omeostasi dell endotelio, attivandolo. La rottura di tale equilibrio (attivazione o disfunzione endoteliale),partecipa o addiritura innesca e propaga molte patologie, che vanno dall infiammazione, alle malattie autoimmuni ed al tumore. Si pensa pertanto che la possibilità di inibire l attivazione endoteliale possa rappresentare una importante strategia terapeutica. Data la sua peculiare localizzazione, all interfacie tra sangue e tessuti, l endotelio è continuamente esposto alle fluttuazioni di ossigeno, di cui è un fine sensore. In particolare l ipossia, caratteristica comune ai tumori solidi, ingaggia una rispostadell endotelio che esita tra nell induzione dello switch angiogenico e nella generazione di radicali liberi dell ossigeno (ROS). Scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare l efficacia di Cellfood TM nell inibire la produzione di ROS indotti dall ipossia e di comprenderne i meccanismi di azione. Abbiamo utilizzato cellule umane endoteliali primarie ottenute da vena ombelicale (HUVEC) e una linea di cellule endoteliali spontaneamente immortalizzata (ECV). 9

Cellfood, impiegato in vitro, non è tossico e migliora il consumo di O2 preservando l attività mitocondriale. Quest ultima si accompagna ad una sostenuta produzione di ATP ma non di acido lattico. Come è atteso, HUVEC ed ECV coltivate in severo ambiente ipossico (1%O2) producono ROS. Tale produzione è significativamente inibita in presenza di Cellfood, che aumenta in parallelo l espressione di enzimi mitocondriali anti-ossidanti (MnSOD). Infine, Cellfood interferisce con il metabolismo ipossico della cellula endoteliale attraverso l inibizione del mediatore della risposta ipossica, Hypoxic Inducible factor (HIF)-1alpha. Noi pensiamo che Cellfood sia in grado di determinare uno shift metabolico dalla glicolisi verso la respirazione. Inoltre, oltre alle attività genericamente anti-ossidanti, pensiamo che Cellfood possegga attività inibenti la risposta ipossica e le attività down-stream ad essa correlate. 10

ALLUMINIO, SCLEROSI MULTIPLA & TERAPIA CHELANTE Dott. Sante Guido Zanella La Sclerosi Multipla (SM) è una patologia neurodegenerativa che colpisce soprattutto soggetti di eta compresa tra i 20 ed i 40 anni. In Italia ne sono colpiti circa 60 mila pazienti e la frequenza è in continuo aumento. L etiologia della malattia non è stata ancora identificata ma le ipotesi piu accreditate si orientano su cause genetiche e ambientali. Tra le cause ambientali l intossicazione da Metalli Tossici (MT) sta riscuotendo sempre maggiore attenzione. Tra i MT, Alluminio, Piombo e Mercurio sono quelli maggiormente implicati per la loro ben nota neurotossicita. I MT, infatti, una volta penetrati all interno del nostro organismo si depositano all interno degli organi e tessuti generando una grande quantità di sintomi spesso di difficile interpretazione. Le terapie convenzionali basate sulla somministrazione di cortisonici, immunomodulanti (glatiramer acetato, interferoni), immunosoppressori (mitoxandrone, azatioprina, metotrexate, ciclofosfamide) e anticorpi monoclonali (natalizumab, tysabri) hanno efficacia in una ridotta percentuale di casi e effetti collaterali non trascurabili e per tale motivo molti Pazienti affetti da Sclerosi Multipla ricorrono a terapie complementari. La Terapia Chelante con EDTA (acido etilen diamino tetracetico) rappresenta la tecnica di elezione per ripulire gli organi dall accumulo di questi veleni che l organismo non è in grado di smaltire. L agente chelante somministrato per via endovenosa attrae i MT all interno della sua molecola, li inattiva e li elimina principalmente attraverso la via renale. Al termine della prima flebo (diagnostica) viene raccolto un campione di urina che verra poi spedito a un laboratorio certificato per la determinazione del carico dei MT. Tra questi l Alluminio risulta estremamente elevato nella quasi totalita dei Pazienti affetti da SM. Le fonti di contaminazione sono le piu svariate comprendendo: cibi e acqua contaminata, farmaci di uso comune, cosmetici, vaccini, fumo di sigaretta, etc. L EDTA viene somministrato endovena con cadenza 7 14 giorni a seconda del grado di intossicazione e delle condizioni generali del Paziente fino alla normalizzazione dei valori. Analisi di laboratorio vengono sistematicamente richieste prima e durante la Terapia Chelante per valutare l idoneita alla terapia e successivamente per controllare i principali parametri ematici. I pazienti affetti da SM presentano inoltre un danno alla barriera ematoencefalica che consente il passaggio al fibrinogeno e ad altre proteine infiammatorie al cervello con comparsa e progressione della patologia. In tal modo i linfociti T, i macrofagi e le altre cellule immunitarie attaccano il cervello generando grandi quantità di ROS (specie reattive dell ossigeno) con comparsa di STRESS OSSIDATIVO. 11

Per tale motivo la somministrazione di Solfato di deuterio (CELLFOOD) è a mio avviso indispensabile in quanto ci permette di ridurre lo stress ossidativo a livello cellulare e di purificare la matrice extracellulare che, quando in eccesso (per rottura dell equilibrio bifasico smaltimento ricostruzione) provoca l intrappolamento delle lipoproteine, immunoglobuline, fibrina e in particolare albumina. L Albumina tra le sue varie funzioni (regolazione della P osmotica, regolazione equlibrio acido base, trasporto ormoni e farmaci, azione antiossidante) lega e trasporta una grande quantita di sostanze endogene ed esogene esplicando funzioni protettive con il sequestro di sostanze tossiche. Completano il mio protocollo la somministrazione di vitamine, minerali, acidi grassi, antiossidanti, detossificanti in dosaggi personalizzati per il singolo Paziente oltre alla correzione delle abitudini alimentari volte a ripristinare la ritmicita del cortisolo e la calma insulinica (riduzione carico glicemico ore serali). Bibliography: 1-Adams J B: A review of the Autism Mercury connection, Conference Proceedings of the Annual Meeting of the Autism Society of America. July 2004 2- Adams C W: Perivascular iron deposit and other vascular damage in multiple sclerosis. J. Neurosurg. Psychiatry 1988; 51; 260-65. 3- Alfrey AC: The dyalisis encefalopathy syndrome. Possible Aluminium intoxication. The New England Journal of Medicine 1976; 294 (4): 184-188. 4- Altmann P et al: Disturbance of cerebral function in people exposed to drinking water contaminated with aluminium sulphate: retrospective study of Camelford water incident. British Medical Journal 1999: 319 (7213) 807-811. 5- Altschuler E: Aluminium containing antacids as a cause of idiophatic Parkinson s disease. Medical Hypoteses (1999) 53 (1), 22-23 6- American Academy of Pediatrics. Thimerosal in vaccines. An interim report to clinicians, American Academy of Pediatric Policy Statement, Vol 104 Number 3, Septembrer 1999; 570-574. 7- Bertsch M: A Patient s report of Mercury Poisoning. Integrative Medicine Vol 9 No. 4 Aug/Sept 2010 8- Bibudhendra Sarkar: Heavy metals in the environment. Ed Marcel Dekker Ltd 2002 9- Bigazzi P: Autoimmunity and heavy metals. Lupus 1994; 3: 449-453. 10- Blaxill M F et al: Thimerosal and autism? A plausible hypotesis that should not be dismissed. Med Hypoth 2004; 62: 788-794. 11- Boschiero Dario: Massa Magra e Matrice Extracellulare VI Congresso Nazionale MUS, Stress e Nutrizione Clinica Ottobre 2010 11- Chappel T: Application of EDTA chelation therapy. Alternative Medicine Review Vol 2 number 6 1997; 426 432 12- Clarke N et al: Treatment of angina pectoris with EDTA Am J Med Scie 1955; 229: 142 149 13- Clarkson TW : Metal toxicity in the central nervous system Environ Health Perspect 1987; 75: 59 64 12

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Cibo, infiammazione e stress ossidativo. Il ruolo del BAFF Dottor Attilio Speciani, allergo immunologo, docente Master di fitoterapia e nutrizione Università di Milano e Bologna. Componente del CTS Regione Lombardia per le medicine complementari, direttore scientifico di www.eurosalus.com e di www.recallerprogram.com 20149 Milano, via Vegezio 12, Tel 02.48008454 fax 02.48195685 email dottorattiliospeciani@enter.it Nella mia recente esperienza di lavoro ad Haiti, un medico woodo con cui ho potuto confrontare esperienze e decidere strategie di lavoro da mettere in atto perché la conoscenza scientifica diventasse concretezza pratica per gli Haitiani, mi ripeteva tout c est liés (tutto è legato e connesso) presentandomi un immagine di collegamento tra tutte le energie, che reggono il mondo naturale e l equilibrio dell organismo nel suo divenire. È quello che si può verificare oggi in ambito scientifico: la visione olistica che un tempo sembrava destinata a filosofi e guru, trova evidenze in ricerche concrete e documentazioni certe e inattaccabili che evidenziano il legame continuo tra stress ossidativo, infiammazione a bassa intensità, segnali e messaggi ormonali, metabolismo, insulinoresistenza, integrazione alimentare, nutrizione e sistema neuropsichico ed immunitario. Questo legame pur documentato scientificamente ed essendo strumentale alla prassi terapeutica umana che ne può derivare, viene di fatto spesso negato. Basta pensare al tema delle intolleranze alimentari (allergie alimentari ritardate) (1): un lavoro scientifico pubblicato sul JACY ha evidenziato la crescita recente delle visite e degli accessi ospedalieri in Pronto Soccorso per fenomeni allergici alimentari, che va ben oltre l'atteso (2). Significa che i casi di allergia alimentare sono ben più che raddoppiati dal 2001 al 2006, nel volgere di soli 5 anni, e che il trend è ancora decisamente evidente. Solo qualcuno degli autori esprime una velata considerazione sul fatto che la dieta dei bambini potrebbe avere un ruolo in questo aumento di ricoveri. La maggior parte degli altri continua a ritenere che la comparsa di allergia alimentare sia un fenomeno dovuto a fattori diversi dalla dieta. Chi vive a contatto con i problemi della gente comune sente in modo molto vivo questo distacco tra la percezione di una relazione con gli aspetti alimentari del proprio malessere e l ostinata negazione da parte di certa scienza a riconoscerne l'esistenza. Le scoperte relative alla identificazione del BAFF (B Cell Activating Factor) e al suo ruolo nel determinare le reazioni infiammatorie da cibo potrebbero consentire a molti medici di guardare all'alimentazione in modo più costruttivo. La recente identificazione della analisi delle IgG alimentari come strumento valido per la cura dell'emicrania in studi controllati, randomizzati e in doppio cieco (3), potrebbe consentire a medici e terapeuti con attitudine scientifica di guardare alle allergie alimentari ritardate e ai loro effetti con occhio più scientifico. Oggi test come RecallerProgram forniscono in questo senso soluzioni semplici e integrate per la diagnosi e la terapia delle allergie alimentari ritardate consentendo di identificare l esatto livello delle IgG alimentari (complessive) attraverso una metodica ELISA. Affrontando la valutazione delle IgG, che spesso esprimono tolleranza acquisita, noi abbiamo interpretato i risultati alla luce della teoria dei Grandi Gruppi Alimentari, consentendo quindi di promuovere delle diete di rieducazione della tolleranza immunologica (che prevede contatto ed amicizia col cibo, non certo evitamento ed astinenza ). Si guida uno specifico svezzamento dell allergia alimentare verso il recupero della tolleranza, superando i problemi di colpevolizzazione del cibo da cui sono tristemente affetti quasi tutti gli altri test oggi venduti in Italia e gran parte dei test mondiali per aiutare a ritrovare l energia che arriva dal sole attraverso l energia degli alimenti. 15

Il BAFF è quindi la citochina che modula gran parte degli effetti infiammatori delle allergie alimentari ritardate, ed il lavoro effettuato dal gruppo di gastroenterologi norvegesi, pubblicato a fine luglio 2010 su Alimentary Pharmacology & Therapeutics è in effetti molto semplice. Dopo avere scartato persone con alti livelli di allergia, gli intolleranti al lattosio e tutti i soggetti con una malattia infiammatoria intestinale già esistente (Crohn e Colite ulcerativa, per intenderci) sono state studiate attentamente le persone che riferivano una evidente sintomatologia intestinale alla assunzione di cibo e che non avevano delle evidenze allergiche nei confronti del cibo sospettato o nei confronti di altri alimenti: non avevano cioè Prick o RAST positivi verso i cibi. (4). I soggetti rimanenti invece documentavano la presenza molto ben misurabile, con differenze altamente significative rispetto ai controlli, di una particolare sostanza, prodotta da macrofagi, monociti e cellule dendritiche intestinali ed anche da altre cellule non immunologiche come le cellule della mucosa intestinale, delle ghiandole salivari e da cellule fibroblastiche o gliali situate nel cervello, nelle articolazioni, nella cartilagine. Questa sostanza (B Cell-Activating Factor), ha delle caratteristiche interessanti. Non solo attiva l'infiammazione, ma regola attraverso un controllo di segnale sui recettori delle cellule, la risposta allergica, la risposta dolorosa, la cicatrizzazione, l'attivazione metabolica, l'azione muscolare e l'attivazione di malattie come le malattie autoimmuni e la celiachia. Non è poco per una sostanza che nessuno è mai andato a cercare fino agli ultimi anni.. Si tratta di situazioni e ambiti in cui la reazione dovuta alle intolleranze alimentari, gli effetti dello stress ossidativo e dell ipossia sono stati spesso chiamati in causa, come nel caso della Artrite Reumatoide (11-12), della Emicrania, delle malattie infiammatorie intestinali (IBD) o delle patologie respiratorie croniche. Oggi altri dati si aggiungono a confermare queste indicazioni. Gli immunologi, i gastroenterologi, gli pneumologi e i reumatologi avranno di che discutere a lungo di questa novità anche se le indicazioni immunologiche più recenti, come quelle emerse dal congresso europeo di allergologia di Londra, tenutosi nel giugno del 2010, segnalano che la tolleranza immunologica è sempre alla base dei processi di regolazione infiammatoria. Un fenomeno di questo genere si sposa perfettamente con la interpretazione proposta da Bazar (5) su Medical Hypothesis ancora nel 2006. Ci sono 5 gruppi di patologie intimamente correlati tra loro (cancro, malattie cardiovascolari, diabete ed obesità, depressione, allergia) e il mediatore comune di queste apparentemente diverse patologie è l insulinoresistenza e lo sviluppo di citochine infiammatorie e modulatorie. Significa che integrando comportamenti alimentari ad effetto ormonale, stili di vita con riflessi sulla regolazione glucidica, integrazioni alimentari con effetto sul pattern ossidativo e uso ragionato di supplements per mantenere alcuni equilibri sistemici, si possono ottenere effetti sulla salute fino a poco tempo fa pensabili solo attraverso l uso di farmaci. EFFETTI DELL IPOSSIA SULL ALLERGIA Già nel 2009 un lavoro pubblicato da Fitzpatrick (6) su JACI aveva messo in evidenza nei bambini una stretta dipendenza delle condizioni asmatiche dallo stress ossidativo precisando che l alterazione del pattern di ossidazione può favorire ed indurre una reazione allergica. Un lavoro recentissimo, pubblicato su Allergy nel luglio del 2011 (7) ha evidenziato l esistenza dell HIF (Hipoxia Inducible Factor) che stimolato da condizioni di scarsa ossigenazione determina direttamente la comparsa di infiammazione allergica delle vie respiratorie. Gli autori californiani hanno anche precisato che i pazienti sofferenti di asma e rinite hanno una presenza più elevata di HIF evidenziando che lo stesso HIF possa essere un target terapeutico per lo sviluppo di nuovi trattamenti farmacologici. Uscendo per fortuna dalla considerazione solo farmacocentrica, questo importantissimo studio apre la strada alla terapia integrata dell asma e delle forme infiammatorie delle vie respiratorie attraverso la modulazione nutrizionale e l integrazione con sostanze che passo dopo passo stanno documentando il loro ruolo determinante di riequilibrio dei pattern ipossici e ossidativi dell organismo. 16

In particolare la recente pubblicazione del lavoro The antioxidant protection of CELLFOOD against oxidative damage in vitro (8) ha consentito di ribadire la documentata azione antiossidante di questa sostanza. La pubblicazione, nel mese successivo, del lavoro di Allergy sulla ipossia e sull HIF (7) va a chiudere un cerchio logico, consentendo di percepire potenzialità di integrazione importante sul piano della terapia e della prevenzione per molte patologie e in modo definitivo per la parte allergica respiratoria. LIEVITI MITOCONDRI E ASMA Uno dei più importanti ricercatori mondiali nel campo della immunologia applicata (L austriaco Valenta) ha evidenziato il fatto che la disposizione aminoacidica degli antigeni dell aspergillo (presente in pratica in tutti i prodotti fermentati e la cui allergia alimentare e respiratoria è in spaventosa crescita di prevalenza) è la stessa della Super Ossido Dismutasi, caratterizzandosi quindi degli effetti sinergici e reciproci di allergia o intolleranza a quel lievito e azione di inibizione del controllo dello stress ossidativo per inibizione della SOD. È ovvio quindi che il controllo nutrizionale e l integrazione antiossidativa diventano un abbinata vincente nella gestione terapeutica e clinica. La regolazione epigenetica (alimentazione, integrazione, life style) è quella che rende conto degli effetti clinici positivi e del mantenimento della salute. ASPETTI PRATICI DI TERAPIA Dal punto di vista terapeutico si ha quindi una base razionale importante e diventa ipotizzabile trattare gli allergici, bambini ed adulti, con una integrazione alimentare o con microelementi e vitamine idonei a controllare lo stato di ossidazione. Ridurre la presenza di metalli pesanti nell organismo, controllare le allergie alimentari ritardate, controllare la produzione di adipochine, modulare la loro azione immunoflogistica, orientare la dieta attraverso diversi rapporti tra i nutrienti, utilizzare sostanze a documentata azione antiossidante, impostare una corretta attività fisica sono tra gli strumenti pratici a disposizione di tutti per equilibrare l omeostasi ossidativa e aiutare il recupero della salute e dello stato di benessere. Significa mangiare il più possibile naturale, controllare le intolleranze alimentari, usare antiossidanti naturali alimentari come frutta e verdura, integrare l alimentazione con antiossidanti di riequilibrio (come Cellfood ad esempio ha documentato di essere), attivare il movimento fisico; tutte azioni che consentono di ridurre gli stimoli negativi immunologici e che possono aiutare, sotto controllo medico ad arrivare alla cura non solo farmacologica di forme immunologiche, allergologiche e tumorali (9-10) anche complesse IMPORTANZA DELL USO DI ANTIOSSIDANTI L utilizzazione di bassi dosaggi di antiossidanti sembra avere una maggiore efficacia e sicurezza di quanto possano dare dosaggi elevati. Con questi ultimi infatti si rischia un effetto di reazione eccessiva che porta spesso alla riproposizione del problema di partenza. È per questo motivo che la scelta di soluzioni colloidali e a basso dosaggio per gli antiossidanti garantisce la possibilità di assorbire i microelementi presenti nell integratore per lo sviluppo certo di una azione di riequilibrio sulla omeostasi ossidativa e per il controllo dello stress ossidativo in modo efficace e sicuro. In conclusione è utile ricordare che ormai quasi tutti gli antiossidanti più conosciuti documentano un azione di incremento della Interleuchina 10 (IL10) che sappiamo essere una delle più importanti sostanze immunologiche che generano tolleranza e controllano l infiammazione. La integrazione di particolari sostanze (ad esempio il metilsulfonilmetano o MSM), presente in Cellfood MSM spray, consente cdi incrementare gli effetti sul piano controllo dell'infiammazione e della detossificazione polmonare. L azione di un integratore come questo si affianca, nel trattamento delle forme allergiche respiratorie, al controllo dell inquinamento ambientale (fumo e gas di scarico) e allo stimolo sulla riparazione cellulare, favorendo anche lo sviluppo e la crescita degli annessi cutanei (capelli e unghie). Abbiamo quindi un ulteriore testimonianza del fatto che rieducazione delle allergie, integrazione antiossidativa e corretta impostazione alimentare agiscono, per il bene di ogni persona, percorrendo lo stesso sentiero. 17

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Il Ruolo Centrale del Mitocondrio nell Omeostasi Organica Prof. Ivo Bianchi La Medicina Mitocondriale ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e terapia di tutte le patologie su base esogena, si tratti di malattie da virus, da tossici o addirittura di cancro indotto da cancerogeni. Nonostante si stia vivendo il momento storico della medicina genetica e biomolecolare, il ruolo chiave del mitocondrio è innegabile : degradazione ad acqua ed anidride carbonica dei nutrienti, inattivazione delle scorie azotate, regolazione dei potenziali di membrana, sintesi degli ormoni steroidei, regolazione dell apoptosi cellulare. Il mitocondrio è essenziale per la specificità funzionale e per la sopravvivenza stessa della cellula. Nonostante questo non deve mai essere fatta una terapia univoca. Lynn Margulis sostiene che l evoluzione sulla terra è stata possibile grazie all interazione mutualistica di due fattori: la cellula primordiale anaerobica ed a vocazione eminentemente proliferativa ed il mitocondrio, organulo parassitante aerobico a vocazione energetica. La vita non evolve in maniera lineare-continua ma in una progressione oscillante, come una Bilancia Dinamica. Il mitocondrio utilizza i substrati nutritivi forniti dalla cellula, grazie alla combustione con l ossigeno, producendo non solo acqua e anidride carbonica ma anche ioni idrogeno, specificatamente necessari alla cellula stessa. Esiste una simbiosi mutualistica, cementata nel corso di milioni di anni, tra la parte citoplasmatico-nucleare e la parte mitocondriale della cellula. Supportare dal punto di vista terapeutico la prima vuol dire fare una terapia anti aging, il secondo una terapia anti neoplastica. Il solfato di Deuterio, reagendo con l acqua, mette a disposizione sia ioni idrogeno per la cellula, che ossigeno nativo per il mitocondrio. In realtà tuttavia non basta semplicemente stimolare la funzione mitocondriale, l esempio delle cellule dei piccoli mammiferi, dimostra che una attività molto intensa di questo corpuscolo porta a processi ossidativi tali da comprometterne in breve la sopravvivenza. Il CellFood, evoluzione complessa della molecola di solfato di Deuterio, fornendo un pool completo di minerali traccia, aminoacidi ed enzimi, rappresenta un supporto equilibrato, uno stimolo vitale privo di rischi. 19

Dall evitamento alla terapia chelante: ruolo dell ossigeno on demand Dott. Mauro Mario Mariani, Specialista in Angiologia 'info@mmmariani.com' Professore a Contratto di Nutrizione Biologica, Segretario Società Italiana Terapia Chelante L inquinamento ambientale si riflette sempre più spesso sul nostro stato di salute. La diffusione con aria, acqua e cibo di inquinanti come i metalli tossici condiziona sempre di più la genesi, l evoluzione e la degenerazione delle malattie. Tra tutte le sostanze inquinanti i metalli tossici sono tra i composti più pericolosi e dannosi per l uomo. I metalli tossici sono sostanze inquinanti che penetrano in maniera insidiosa nella nostra vita con cibi, bevande, aria, abiti e trasporti. E stato dimostrato che sono concausa nel 65% dei decessi nei Paesi industrializzati. Non tutti i metalli sono tossici infatti alcuni (ferro, rame e selenio) sono indispensabili per lo svolgimento delle funzioni metaboliche mentre risultano essere tossici a dosaggi superiori. Altri metalli definiti xenobiotici (piombo, mercurio, alluminio, cadmio) esercitano invece effetti tossici sull organismo anche a bassissime concentrazioni. I metalli si accumulano lentamente e progressivamente negli organi (ossa, fegato, rene, SNC) e nei tessuti dove esplicano la loro azione dannosa. Il loro meccanismo d azione consiste nel bloccare l attività di numerosi complessi enzimatici con conseguente danno metabolico ed energetico delle nostre cellule. La sintomatologia da metalli tossici è svariata e coinvolge numerosi organi e apparati. E vero anche che i metalli pesanti dannosi sono tra noi fin dall antichità. Una volta il rischio tossico da metalli era legato a situazioni specifiche e isolate, come le miniere, certi farmaci (al mercurio!), certe lavorazioni industriali. Oggi, praticamente tutti i prodotti industriali (dai missili alle batterie, dalla farina alla carta) sono costretti a far uso di minerali a rischio che si scaricano nelle acque, nei terreni, nell aria, e sono difficilissimi da eliminare. Il risultato, nuovo per l uomo, è uno smog tossico che può essere a bassa o alta intensità, secondo le zone e i momenti, ma che è ormai diffuso in tutto l ecosistema. Il nostro organismo ha una notevole capacità di eliminazione, ma non si è mai evoluto per eliminare elementi come i metalli tossici (alluminio, piombo, cadmio, mercurio, etc.) ed altri inquinanti. Il nostro "body burden" ovvero la zavorra corporea, purtroppo quotidianamente si carica di sostanze tossiche: è come se avessimo un rubinetto che perde una goccia al giorno in un vaso, riempiendolo lentamente e inesorabilmente sino a che questo non trabocca. A quel punto iniziano a manifestarsi sintomi che inevitabilmente si trasformano poi in malattia. E ovvio che le persone più a rischio sono le persone fragili anziani, bambini, malati cronici. Ma anche per chi è apparentemente sano il rischio aumenta nello stress psicofisico (iperlavoro, situazioni particolari come un trasloco, oppure una insidiosa malattia virale). Quindi è importante sapere a che punto siamo, anche perché i veleni esterni si accumulano lentamente, senza sintomi o con pochi sintomi cefalea, sanguinamenti, debolezza, perdita di memoria che possono facilmente confondersi con problemi di altro tipo. Per indagare quale stato di tossicità abbiamo possiamo effettuare un mineralogramma del capello. Questo esame corrisponde ad una biopsia tessutale ed esprime la media dei tassi di minerali e metalli tossici depositati nel nostro organismo. Il capello è un tessuto molle come le pareti di un organo o di un vaso. Nei tessuti molli (es.: arterie) i minerali si depositano dieci volte in più rispetto ai tessuti duri (es.: ossa). Se c'è una un eccesso di metalli tossici nei capelli, questo indica un eccesso nel corpo e quindi un suo accumulo. Per vedere quanti siamo in grado di muovere dal nostro organismo uno dei metodi più efficaci per la reale determinazione del dosaggio dei metalli tossici è rappresentato dal Test di Chelazione. 20