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PERCORSI PERSONALI E VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA CLASSE AD ABILITÀ DIFFERENZIATE: QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Visti il DPR 275/99 Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni scolastiche, con articolare riferimento all art.1 comma 2: La valutazione è espressione dell autonomia professionale propria della formazione docente, nella sua dimensione sia individuale che collegiale, nonché dell autonomia didattica delle istituzioni scolastiche. Ogni alunno ha diritto ad una valutazione trasparente e tempestiva ; l art. 45 del DPR n. 394/99 in cui al comma 4 si recita: Il Collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento del programma di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni ; la C.M. n. 24 del 1/03/06 Linee guida per l accoglienza degli alunni stranieri che al punto 8 sulla valutazione degli alunni stranieri recita: In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella certificativa si prendono in considerazione il percorso dell alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate ; il documento di indirizzo di ottobre 2007 La via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieri, nel quale al punto 1 Pratiche di accoglienza e di inserimento nella scuola si dice: Vengono rilevati durante i primi giorni dell inserimento i bisogni linguistici e di apprendimento, in generale, e anche le competenze e i saperi già acquisiti e, sulla base di questi dati, si elabora un piano di lavoro individualizzato ; il DPR 122/09, Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni ; la Legge 169 del 30/10/09, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università", con particolare riferimento all art. 2 Valutazione del comportamento degli studenti e all art. 3 Valutazione del rendimento scolastico degli studenti ; l atto di indirizzo dell 8/09/09, con particolare riferimento al punto 1.3: Interventi intensivi nei confronti degli stranieri - specie, ma non solo, quelli di recente immigrazione - la loro accoglienza e il loro equilibrato inserimento a scuola ; la C.M. n. 2 dell'8 gennaio 2010 Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana. la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica. Indicazioni operative; la Circolare Ministeriale n 8 del 6 marzo 2013 applicativa della Direttiva Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica del 27 dicembre 2012; la nota MIUR del 22-11-13 Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014. Chiarimenti. le Linee guida per la valutazione dell apprendimento nel primo ciclo di istruzione, Reti di scuole FVG, con il coordinamento dell Ufficio Scolastico Regionale FVG, 2010, comma 2.6.

Richiamate La Direttiva MIUR del 27 dicembre 2013 sui Bisogni Educativi Speciali (BES): L area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente. Quest area dello svantaggio scolastico, che comprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. [ ] La C.M. n 8 del 6 marzo 2013 sull Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale: Si vuole inoltre richiamare ulteriormente l attenzione su quell area dei BES che interessa lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. La Direttiva, a tale proposito, ricorda che ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana - per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell ultimo anno - è parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc.) Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati, più che strumenti compensativi e misure dispensative. In ogni caso, non si potrà accedere alla dispensa dalle prove scritte di lingua straniera se non in presenza di uno specifico disturbo clinicamente diagnosticato, secondo quanto previsto dall art. 6 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee guida. Si rammenta, infine, che, ai sensi dell articolo 5 del DPR n. 89/2009, le 2 ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado possono essere utilizzate anche per potenziare l'insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana, nel rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche. Eventuali disposizioni in merito allo svolgimento degli esami di Stato o delle rilevazioni annuali degli apprendimenti verranno fornite successivamente. La nota MIUR del 22-11-13 Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014. Chiarimenti. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l adozione di particolari strategie didattiche. In particolare, per quanto concerne gli alunni con cittadinanza non italiana, è stato già chiarito nella C.M. n. 8/2013 che essi necessitano anzitutto di interventi didattici relativi all apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della formalizzazione tramite un Piano Didattico Personalizzato.

Si definiscono LINEE GUIDA PER LA STESURA E LA COMPILAZIONE DI UN PIANO PERSONALE TRANSITORIO DI STUDIO PER ALUNNI BES CON DIFFICOLTÀ SOCIOECONOMICHE, CULTURALI E DERIVANTI DALLA NON CONOSCENZA DELLA LINGUA ITALIANA (nello specifico per alunni non italofoni, con cittadinanza straniera, immigrati di prima o seconda generazione, cittadini italiani di origine straniera) Nella sua struttura globale il piano di studi per alunni BES deve avere carattere transitorio di accompagnamento al superamento del disagio e deve prevedere: 1. Rilevazione iniziale relativa a esperienze, conoscenze, abilità, competenze, interessi, motivazione, bisogni, livello di competenza linguistica dell alunno e progetto migratorio e aspettative della famiglia; 2. attivazione di percorsi atti a promuovere clima positivo e costruttiva convivenza secondo principi di cittadinanza attiva e consapevole; 3. rilevazione, se possibile del livello di competenza in L1 e predisposizione di azioni favorevoli all apprendimento nel rispetto dell area prossimale di apprendimento (Vygotskij) 1 secondo una struttura progressiva espressa dalla formula i+1 (Krashen) 2 ; 4. monitoraggio e guida allo sviluppo dell interlingua in italiano come L2 e predisposizione di distinti percorsi di italbase e di italstudio; 5. facilitazione e semplificazione dei percorsi di studio unitamente alla selezione di contenuti essenziali; 6. valutazione idonea, che tenga conto di aspetti diversi del processo di inclusione/apprendimento sulla base del percorso personale e non rispetto allo standard previsto per la classe 3. Vengono riportati di seguito alcuni passaggi del contributo del professor Elio Gilberto Bettinelli 4, quali indicazioni per attuare al meglio le ultime direttive nazionali esplicitate dalla C.M. n 8 del 6/3/13: La personalizzazione dei percorsi di studio 1. è legata al concetto di didattica inclusiva tendente alla valorizzazione e alla consapevolezza di tutte le attitudini, conoscenze, abilità e competenze possedute da ciascun alunno; 2. comporta una didattica personalizzata e individualizzata che si avvalga di strategie e procedure diversificate per raggiungere obiettivi significativi comuni, relativi al curricolo (non obiettivi minimi, ma piuttosto essenziali ); 3. prevede necessariamente strumenti compensativi e misure dispensative; 4. compare in un documento previsto dal Collegio Docenti, il piano personale transitorio di studio, redatto e condiviso dal Consiglio/team di classe (alla stregua del PDP per gli alunni DSA);

E. G. Bettinelli, Udine, 27 marzo 2013 5. non prescinde dalla verifica del livello di partenza da più punti di vista possibile (cognitivo, linguistico, affettivo, culturale, esperienziale con la consapevolezza che non è possibile conoscere tutto e subito, ma sono necessarie una attenzione ed una osservazione distese nel tempo; 6. prevede semplificazione e facilitazione del percorso e selezione di contenuti senza focalizzare l attenzione su ciò che l alunno pare non sapere, in primo luogo la lingua italiana, per evidenziare e far riemergere le competenze possedute, compresa la conoscenza di altre lingue;

7. non può che essere temporaneo, in ordine alun piano personale transitorio (PPT), ; E. G. Bettinelli, Udine, 27 marzo 2013 8. si sviluppa in tre fasi successive: avvio, fase ponte e terza fase (dove il percorso diventa più simile a quello del gruppo, ma non prescinde da interventi individualizzati e dal supporto di tutor, soprattutto per le discipline di studio);

E. G. Bettinelli, Udine, 27 marzo 2013 E. G. Bettinelli, Udine, 27 marzo 2013 9. valorizza gli obiettivi raggiunti a partire dai livelli di partenza avvalendosi in modo flessibile delle diverse funzioni della valutazione, tenuto conto della personalizzazione del percorso e di criteri condivisi a livello di Consiglio/team di classe. Sussistono elementi di criticità: E. G. Bettinelli, Udine, 27 marzo 2013 E. G. Bettinelli, Udine, 27 marzo 2013

Si evidenziano in modo particolare criticità relative agli esami conclusivi del primo ciclo: nei casi di alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, le indicazioni dei documenti ministeriali vigenti non sono in linea con le direttive sugli alunni BES e si prestano a interpretazioni e a soluzioni diverse a discrezione della Commissione d esame. A titolo esemplificativo si citano la C.M. n 8 del 6/3/13 che recita: In ogni caso, non si potrà accedere alla dispensa dalle prove scritte di lingua straniera se non in presenza di uno specifico disturbo clinicamente diagnosticato, secondo quanto previsto dall art. 6 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee guida. La C.M. n 48 del 31 maggio 2012 che esplicita invece l esonero della prova della seconda lingua comunitaria per gli alunni che si avvalgono del potenziamento della lingua inglese o italiana, ma contempla prove adattate solo per gli alunni con disabilità e misure dispensative e compensative solo per alunni con DSA: Prove scritte d esame [ ]Per gli alunni con disabilità sono predisposte prove di esame, comprensive della prova a carattere nazionale INVALSI, specifiche per gli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso dell alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove sono adattate, ove necessario, in relazione al piano educativo individualizzato, a cura dei docenti componenti la Commissione. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell esame e del conseguimento del diploma di licenza. Le prove dell esame conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico necessario. I candidati con disturbi specifici di apprendimento, di cui alla legge n. 170/2010, possono utilizzare per le prove scritte gli strumenti compensativi previsti dal piano didattico personalizzato (PDP) o da altra documentazione, redatta ai sensi dell art. 5 del D.M. 12 luglio 2011. [ ]Al candidato può essere consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d anno o comunque siano ritenuti utili nello svolgimento dell esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove. [ ] Prove scritte delle lingue comunitarie [ ]Resta fermo che quanto sopra indicato non riguarda le situazioni di quegli studenti che si avvalgano delle ore di seconda lingua comunitaria per il potenziamento della lingua inglese o per il potenziamento della lingua italiana. In tal caso, ovviamente, la seconda lingua comunitaria non è oggetto di prova di esame[ ]. Nella consapevolezza della necessità di nuove linee comuni esplicite, la C.M. n 8 del 6/3/13 anticipa: Eventuali disposizioni in merito allo svolgimento degli esami di Stato o delle rilevazioni annuali degli apprendimenti verranno fornite successivamente. ma a tutt oggi le suddette disposizioni non sono state emanate.

Bisogni Educativi Speciali e Interazioni, Il Quaderno dell Integrazione del FVG Si delineano indicazioni per l utilizzo del Quaderno dell Integrazione del FVG, Interazioni, quale contributo per la predisposizione di piani personali di studio per alunni BES, nello specifico di alunni con difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse (ma utilizzabile per le diverse forme di svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale). Resta inteso che gli strumenti del quaderno sono fondamentali durante la imprescindibile fase di osservazione e rilevazione della situazione di partenza. BES ALUNNI DSA PDP ALUNNI NAI PPT* Vedi slide Bettinelli QUADERNO INTEGRAZIONE FVG Strumenti per osservazione/rilevazione 1- Scolarità Inserimento scolastico- scheda notizie (da pag. 46**) Storia personale (da pag.86**) 2- Abilità/ competenze Interazioni relazioni a scuola (da pag. 28**) Questionario aperto per lo studente (pag. 96) 3- Competenza/e linguistica/che Competenza in Italiano L2 : Dati anagrafici e tipologia disturbo a registrazione interlingua (pag.54) b prove di livello A1, A2, B1(pag.64) c profilo dell apprendente (pag.56) Rapporto lingua d origine (da pag. 86**) 4- Attitudini, interessi extrascolastici Relazioni extrascolastiche ( da pag. 37**) Motivazione (pag.66): a - rapporto genitori scuola (pag.68) b rapporto alunno scuola (da pag. 69**) 5- Altre notizie Dinamiche dell integrazione: gli imprevisti (pag.97) Attività didattiche individualizzate e personalizzate Strumenti compensativi Misure dispensative Dispositivi di supporto, approcci metodologici, semplificazione e facilitazione Testi e materiali L2 Selezione contenuti, 2^ lingua straniera *PPT: Piano Personale Transitorio (in alternativa PDP transitorio) **il numero della pagina si riferisce alla descrizione degli strumenti presentati nelle pagine successive, per ordine di scuola.

Note: 1. La zona (o area) di sviluppo prossimale definisce la distanza tra il livello di sviluppo effettivo e il livello di sviluppo potenziale, consente cioè di valutare la differenza tra ciò che il bambino è in grado di fare da solo e ciò che è in grado di fare attraverso l interazione sociale, cioè attraverso aiuto e supporto di un individuo più competente (apprendimento cooperativo, peer tutoring, guida del docente, dell adulto di riferimento ). Lev Semyonovich Vygotskij, 1934 2. La presenza di un ordine naturale di acquisizione dei contenuti implica per Krashen la necessità che un nuovo input cognitivo si ponga in questo ordine, senza saltare nessuna fase dell acquisizione naturale [input comprensibile]. Esporre lo studente ad input distanti tra loro nell ordine naturale di acquisizione, non permette l attivazione dell organizzatore, quindi della memoria a lungo termine. Per cui un insegnamento che non segue la formula i+1, non produce acquisizione, (processo che Krashen distingue dall apprendimento). L input dato non è basato sulla comprensibilità della forma, delle regole e delle strutture, ma dei significati. L ipotesi dell input di Krashen è molto simile a quella della zona di sviluppo potenziale di Vygotskji: nel concetto rappresentato come i+1, la i rappresenterebbe la distanza di sviluppo reale (l input che è già stato acquisito), mentre i+1 starebbe a rappresentare l area di sviluppo potenziale (o prossimale, secondo Bruner). Ad esempio, se si insegna una nozione linguistica (i+3), essa non sarà acquisita stabilmente, ma solo appresa e collocata nella memoria a medio termine; se nel breve periodo saranno insegnate anche le nozioni i+1 e i+2, allora sarà possibile l acquisizione automatica anche i+3 ; se i due anelli mancanti non vengono forniti, invece, i+3 sarà perduto. E chiaro che, accettare l idea di un ordine naturale nei processi d apprendimento, non significa possedere già predisposta per l elaborazione una mappatura affidabile dell ordine naturale di acquisizione soprattutto tenendo conto delle diverse aree culturali. Stephen D. Krashen, 1970 3. 2.6 La valutazione degli alunni non italofoni Gli alunni con cittadinanza non italiana sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. In questo caso ai sensi dell art. 45, comma 4, del D.P.R. n. 394 del 31 agosto 1999 Il Collegio dei Docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri il necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni per facilitare l apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola. Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante l attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l arricchimento dell offerta formativa. Riferimento importante è contenuto anche nelle Linee Guida per l accoglienza e l integrazione degli alunni stranieri, C.M. n. 24 del 01/03/2006, orientate ad una valutazione che rispetti i tempi di apprendimento per l acquisizione dei contenuti delle varie discipline come da P.S.P., piano di studio personalizzato. Un attenzione particolare va riservata all individuazione di criteri per la valutazione degli alunni non italofoni di recente immigrazione, neo arrivati in Italia: o prevedendo tempi più lunghi per il raggiungimento degli obiettivi (modularità degli interventi; o valutando il progresso rispetto al livello di partenza (valutazione idiografica); 14 o avvalendosi dell ausilio del mediatore, laddove possibile, somministrando prove d ingresso nella lingua madre dell alunno; o valorizzando il raggiungimento degli obiettivi non cognitivi (valutazione criteriale); o tenendo conto che l alunno non italofono è sottoposto ad una doppia valutazione: quella relativa al suo percorso di italiano seconda lingua, quella relativa alle diverse aree disciplinari e ai contenuti del curricolo comune; o predisponendo strumenti differenziati per la valutazione. In questo contesto i docenti prendono in considerazione, oltre agli indicatori15 individuati per tutti gli alunni, anche i risultati ottenuti nell apprendimento dell italiano L2. Uno strumento importante in questo caso è il Quadro Comune Europeo di Riferimento (QCER)16 che consente di individuare con chiarezza il livello di competenza iniziale, intermedio e finale dall alunno in lingua italiana e di determinare il grado dei progressi compiuti. E importante conoscere, per quanto possibile, la storia scolastica precedente, gli esiti raggiunti, le caratteristiche delle scuole frequentate, le abilità e le competenze essenziali acquisite. Quando si deve decidere il passaggio o meno da una classe all altra o da un grado scolastico al successivo, occorre fare riferimento a una pluralità di elementi e di considerazioni fra cui non può mancare una previsione di sviluppo dell alunno in relazione all età, alle motivazioni, agli interessi, alle richieste e alle attese della famiglia, contenendo sia spinte non realistiche sia sminuenti da parte di alunni e genitori. Ogni valutazione - iniziale, in itinere, finale è strettamente collegata al percorso di apprendimento proposto per ciascun alunno; nel caso degli allievi neo inseriti nel sistema scolastico italiano, la progettazione didattica ed educativa personalizzata è sostenuta da interventi specifici per l apprendimento della lingua italiana. Linee guida per la valutazione dell apprendimento, FVG, 2010 4. Elio Gilberto Bettinelli, già Dirigente scolastico, docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell Università Bicocca di Milano, formatore, si occupa soprattutto di integrazione scolastica, autore di numerose pubblicazioni.; nel presente documento estratto del suo intervento Le diversità della scuola: percorsi personali e valutazione degli apprendimenti del 27 marzo 2013 a Udine.