CROCE ROSSA ITALIANA GRUPPO DI PERGINE IL SISTEMA NERVOSO CORSO PER ASPIRANTI VOLONTARI

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Transcript:

CROCE ROSSA ITALIANA GRUPPO DI PERGINE IL SISTEMA NERVOSO CORSO PER ASPIRANTI VOLONTARI 11 corso V.d.S. I.P. Franco Onere

ANATOMIA E FISIOLOGIA Il sistema nervoso si distingue in sistema nervoso centrale (SNC), costituito dal cervello ( o encefalo) e dal midollo spinale e in sistema nervoso periferico (SNP), costituito dai nervi. Il sistema nervoso riceve stimoli sia dall esterno sia dall interno dell organismo, li analizza e organizza una risposta adeguata: è costituito da un numero notevole di cellule dette NEURONI. Essi sono formati da un corpo cellulare e da due tipi di prolungamenti: i dendriti che ricevono gli impulsi l assone che trasmette gli impulsi ad un altro neurone o ad un muscolo E da ricordare che i neuroni, a differenza di altre cellule del corpo, una volta danneggiati non possono essere rimpiazzati: questo significa che, quando è danneggiata una parte di cervello o di midollo spinale, si avrà la perdita della funzione, non più recuperabile. I neuroni sono molto sensibili alla mancanza di ossigeno: se privato di questo per più di 4 5 minuti, il neurone può essere irreparabilmente danneggiato. IL CERVELLO è contenuto nel cranio, è diviso in due parti ( emisferi) che controllano la metà del corpo contro laterale( l emisfero di destra controlla la metà del corpo di sinistra). E la sede di tutte le attività superiori dell uomo: percezione, pensiero, volontà, coscienza, memoria, sentimenti. E avvolto da tre membrane (meningi) che prendono il nome, a partire dall interno: pia madre aracnoide dura madre Inoltre, tra cervello e scatola cranica, è presente un liquido con funzione di cuscinetto di difesa: il liquor cerebro spinale. Dal cervello partono i nervi cranici che innervano il viso e gli organi di senso. 2

Il prolungamento del cervello si chiama tronco encefalico ( o bulbo) dove è situato il centro del respiro. IL MIDOLLO SPINALE costituisce il prolungamento del SNC a livello della colonna vertebrale: anch esso è rivestito dalle meningi e circondato dal liquor. Da esso partono le fibre nervose motorie che raggiungono i muscoli e ad esso arrivano le fibre nervose sensitive che trasportano gli impulsi dalla periferia. Il SNC è contenuto e protetto da formazioni ossee. Il CRANIO contiene il cervello e si distingue in: volta cranica che è la parte superiore, ricoperta dal cuoio capelluto base cranica che è la parte su cui poggia il cervello La COLONNA VERTEBRALE rappresenta il sostegno del tronco ed è costituita dalla sovrapposizione di 33 vertebre, ossa dotate di un foro centrale. Le vertebre sono suddivise nei seguenti segmenti: cervicali (in numero di 7) toraciche o dorsali (12) lombari (5) sacrali (5 fuse tra loro) coccigee ( 4 fuse tra loro) La sovrapposizione dei fori vertebrali forma il canale vertebrale, all interno del quale si trova il midollo spinale. Tra una vertebra ed un altra c è il disco inter vertebrale, con funzione di ammortizzatore, e fuoriescono i nervi spinali che regolano le funzioni sensitive e motorie del corpo. I nervi che fuori escono dal segmento toracico e cervicale innervano la metà superiore del corpo, quelli che fuori escono dal segmento lombare innervano la metà inferiore. 3

I TRAUMI CRANIO ENCEFALICI Per trauma cranico si intende un qualsiasi evento traumatico che interessa la testa. la gravità di questo è da collegare ai danni che derivano al cervello. Il soccorritore deve sempre considerare tutti i traumatizzati cranici che hanno riportato perdita di coscienza, come anche portatori di una lesione alla colonna vertebrale. LE LESIONI CEREBRALI La distinzione classica di queste è la seguente: - commozione cerebrale: è causata da uno scuotimento del cervello all interno della scatola cranica, determinato dal trauma. Il soggetto subisce un colpo in testa, ha un momento di confusione o perde coscienza ma si riprende però dopo qualche minuto. La commozione cerebrale non è dovuta a lesioni evidenti del cervello e si risolve perciò senza interventi specifici. - contusione cerebrale: si ha una lesione più o meno estesa della sostanza cerebrale. Il cranio è un contenitore rigido: se il cervello presenta un rigonfiamento si avrà un aumento della pressione endocranica ( cioè una compressione del cervello contro la scatola cranica) con una riduzione dell afflusso di sangue al cervello, con conseguenze funzionali importanti fino alla compressione del tronco cerebrale ed arresto respiratorio centrale. Il paziente può essere in coma fin dall inizio oppure passare da uno stato di sopore al coma: in una prima fase può lamentare cefalea, nausea, vomito. La pressione arteriosa massima aumenta mentre diminuisce la frequenza cardiaca, si altera la frequenza respiratoria e anche la ritmicità e la profondità degli atti respiratori, fino a giungere all apnea. 4

- ematoma cerebrale: è il risultato di un significativo sanguinamento all interno del cranio, dovuto alla rottura di un vaso sanguigno a seguito di un trauma. La raccolta di sangue può avvenire in diverse sedi: se avviene tra la parete cranica e la dura madre si chiama ematoma extra durale ed è determinato in genere dalla rottura dell arteria meningea; se avviene sotto la dura madre prende il nome di ematoma sotto durale ed è determinato in genere dalla rottura di un vaso venoso. L ematoma determina un aumento della pressione endocranica ( con le conseguenze già viste) e solo un rapido intervento neuro chirurgico può salvare la vita del paziente. LE FRATTURE CRANICHE Di per sé non mettono in pericolo la vita del paziente, ma possono essere causa di complicanze a carico del sistema nervoso. Le fratture della volta cranica interessano la parte ricoperta dal cuoio capelluto e, se i monconi ossei si infossano fino a ledere il cervello, possono dare lesioni cerebrali. Le fratture della base cranica interessano la struttura di appoggio del cervello e sono spesso caratterizzate dalla presenza di emorragia dal naso o dall orecchio ( epistassi e otorragia) o dalla fuori uscita di liquor dalle medesime sedi (rinoliquorrea e otoliquorrea). IL SOCCORSO NEL TRAUMA CRANICO Il paziente che ha subito un trauma cranico è, nella maggior parte dei casi, un poli traumatizzato cioè presenta lesioni di natura traumatica a diverse parti del corpo. Tenendo presente tale caratteristica, il soccorso sarà finalizzato alla sorveglianza ed al sostegno delle funzioni vitali. Una variazione del livello di coscienza può essere considerato il primo sintomo di una lesione cerebrale o di un aumento della pressione intra cranica. L immobilizzazione del collo mediante l applicazione del collare cervicale, è fondamentale. 5

Un altro sintomo frequente è il vomito improvviso con caratteristiche acquose: necessario è perciò l aspiratore. Se il paziente non respira sarà necessario assistere la respirazione con il pallone di ventilazione, arricchendo l aria con ossigeno: è indicata l applicazione della cannula, non essendo possibile l iper estensione della testa. Nella frattura della base cranica si potrà notare la presenza del segno di Battle (ematoma retro auricolare) o del segno degli occhi da procione ( estro flessione dei globi oculari), nonché la presenza di sangue o di liquor dal naso o dall orecchio: in tale caso non deve essere impedita tale fuori uscita, altrimenti il sangue si accumula all interno della scatola cranica determinando un aumento della pressione endo cranica. L esame delle pupille può fornire altri dati: la disuguaglianza del diametro pupillare ( anisocoria) può indicare la presenza di una lesione intra cranica. In estrema sintesi, il soccorso nel paziente che ha subito un trauma cranico, dovrà essere caratterizzato dai seguenti passi: valutare e sostenere le funzioni vitali richiedere, se necessario, l invio del soccorso avanzato immobilizzare il paziente caricare in modo rapido ma accurato per evitare danni secondari trasportare rapidamente in ospedale sorvegliare le funzioni vitali per tutto il tempo del trasporto I TRAUMI VERTEBRO MIDOLLARI Sono molto frequenti ed hanno conseguenze gravemente invalidanti: analogamente ai traumi cranici, la gravità della lesione non dipende dalle fratture delle vertebre ma dall interessamento del midollo spinale in esse contenuto. Un trauma può causare una lesione del midollo spinale (con conseguente paralisi della parte del corpo da esso innervata) già al momento dell incidente ma può semplicemente causare una lesione della colonna senza che sia danneggiato il midollo: in questo secondo caso, se il soccorritore sposta in maniera incauta il 6

paziente, si può realizzare lo spostamento di monconi ossei delle vertebre fratturate o l ulteriore spostamento di quelle lussate, con conseguente lesione del midollo spinale.il danno anatomico così ottenuto è permanente in quanto le cellule del sistema nervoso non si rigenerano. IL SOCCORSO NEL TRAUMA VERTEBRO MIDOLLARE Due devono essere i principi ispiratori del soccorso al paziente con trauma alla colonna vertebrale: tutti i pazienti vittime di traumi e rinvenuti privi di coscienza al momento dell arrivo sul posto, vanno considerati portatori di lesione spinale. nel dubbio di lesione spinale, il soccorritore deve trattare il traumatizzato come se la lesione fosse certa. Tra le situazioni che facilmente possono determinare un trauma alla colonna vertebrale ricordiamo: 1. persone vittime di incidenti stradali quali: grave danno ai veicoli pedoni investiti e trascinati ciclisti e motociclisti sbalzati automobilisti proiettati all esterno 2. persone che hanno subito un trauma a seguito di un tuffo in acqua 3. persone cadute dall alto La valutazione del traumatizzato deve essere eseguita secondo la sequenza testa piedi: dopo l applicazione del collare cervicale, il paziente dovrà essere immobilizzato con: barella pettine, asse spinale, materassino a depressione ( a seconda delle indicazioni) o estratto dall auto con il KED. Le funzioni vitali dovranno essere sorvegliate e sostenute fino all arrivo in ospedale. 7

LE LESIONI CEREBRALI NON TRAUMATICHE Si distinguono sinteticamente in lesioni ischemiche lesioni emorragiche Le prime sono determinate dalla presenza di un trombo o di un embolo che occludono un vaso arterioso cerebrale causando la mancanza di irrorazione da parte del sangue nell area a valle dell occlusione. Mancando l apporto di sangue, mancherà l apporto di ossigeno con conseguente necrosi dell area interessata: le cellule cerebrali non possono rigenerarsi e perciò il danno anatomico e funzionale sarà permanente. Il meccanismo anatomo patologico è analogo a quello dell infarto cardiaco. A seconda della durata dell occlusione, gli episodi si distinguono in: T.I.A. o attacco ischemico transitorio: l occlusione è molto breve, al punto da non fare in tempo a causare la necrosi cellulare a valle. La ripresa del crcolo è spontanea. ICTUS : l occlusione è permanente e viene a determinare la morte delle cellule cerebrali causata dall ipossia. Le funzioni cerebrali controllate dall area colpita cessano in maniera permanente. le lesioni emorragiche sono determinate dalla rottura di un vaso cerebrale ( ad esempio di un anaeurisma, in corso di crisi di ipertensione arteriosa) con aumento della pressione endo cranica, con le conseguenze sopradescritte. Il soccorso consiste nella sorveglianza e nel sostegno delle funzioni vitali e nel trasporto rapido del paziente in ospedale, dove verranno attuate le necessarie cure mediche e neuro chirurgiche. 8

LE FORME EPILETTICHE Esse dipendono da una sofferenza elettrica corticale con manifestazioni a volte drammatiche ma di durata molto breve. Il soccorso è necessariamente di tipo sanitario ma il soccorritore occasionale ha comunque un compito importante. In primo luogo l attenta osservazione dei fenomeni al fine di poterli riferire in maniera esatta nel corso della chiamata di soccorso e,successivamente all arrivo del soccorso avanzato(medico e/o infermiere). Se la persona perde improvvisamente coscienza dopo un urlo, scuote le braccia e le gambe (convulsioni), sulle labbra compare bava e sangue, siamo di fronte ad una crisi epilettica; non bisogna cercare di fermare le convulsioni, ma solo cercare di proteggere braccia e gambe affinché non si feriscano nel loro scuotersi; cessate le convulsioni, controllare il respiro e i polsi e, se questi non presentano gravi alterazioni, mettere il paziente in posizione di sicurezza, in attesa dei soccorsi. 9

Le nostre cellule nervose danno origine ad un attività elettrica disorganizzata, registrabile direttamente sulla superficie della testa, con (EEG). Le frecce indicano l attività elettrica delle rispettive regioni cerebrali. Le crisi epilettiche si manifestano con onde alte ed aguzze. 10

Cause dell epilessia 11

Caratteristiche della crisi epilettica 12

IPERGLICEMIA ED IPOGLICEMIA DIFETTO NELLA SINTESI DEL GLUCOSIO DA PARTE DELLE CELLULE NEL PAZIENTE DIABETICO. MA NON SOLO!!!! 13

SINTOMATOLOGIA CONFUSIONE ASSOPIMENTO DIAFORESI PROFUSA DIPLOPIA RESPIRO DI BIOT(SUPERFICIALE) COMA 14

SOCCORSO NELLE FASI INIZIALI DELL IPOGLICEMIA SOMMINISTRAZIONE DI ZUCCHERI NELLA FASE DI COMA IPOGLICEMICO E NELL IPERGLICEMIA GRAVE TERAPIA MEDICA ( INSULINA RAPIDA // GLUCOSIO E.V. AL 33%) 15

LO SHOCK E una sindrome che determina una inadeguata circolazione sanguigna a livello dei tessuti periferici ( in particolare a livello di quello cerebrale) causando quindi IPOSSIA. Le situazioni che possono determinare lo shock sono riconducibili : ad alterazioni del volume della massa sanguigna circolante ( emorragie) all azione insufficiente della pompa cardiaca (infarti) al tono delle pareti dei vasi sanguigni ( traumi maggiori che determinano minor tono vascolare) Si riconoscono perciò, per quanto riguarda le cause, diversi tipi di shock: IPOVOLEMICO ( da diminuzione del volume di sangue circolante): CARDIOGENO ( di origine cardiaca) VASOGENO ( relativo al tono vasale) Lo stato di shock non trattato, può avere un evoluzione drammatica. E importante perciò conoscere i sintomi e le possibili evoluzioni. 16

shock iniziale shock progressivo shock irreversibile agitazione psichica confusione coma ipotensione a cute calda ipotensione a cute fredda insufficienza circolatoria periferica tachipnea insufficienza respiratoria insufficienza respiratoria gravissima tachicardia tachicardia con polso debole aritmie che esitano in arresto cardiaco diuresi normale diuresi diminuita anuria E opportuno notare come, in emergenza, il parametro della diuresi ( quantità di urina emessa nelle 24 ore) sia di difficile rilevamento: è comunque importante prendere nota di come la ridotta perfusione dei tessuti periferici interessi anche quello renale con conseguente ridotta filtrazione e quindi ridotta produzione di urina: l insufficienza renale acuta è una conseguenza dello shock non trattato. Il soccorso da effettuare è commisurato alla gravità dello shock e consiste: controllo e sostegno delle funzioni vitali posizione anti shock per favorire la perfusione cerebrale somministrazione di ossigeno per favorire l ossigenazione periferica copertura termica per impedire la dispersione di calore infusione di liquidi endovena ( se presente personale sanitario) per ripristinare il volume circolante ed apportare sali all organismo. L obiettivo è di assicurare l ossigenazione cerebrale per impedire la morte delle cellule nervose. 17

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