La valutazione dei crediti e dei debiti in moneta estera: aspetti civilistici ed economici

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15.13. La valutazione dei crediti e dei debiti in moneta estera: aspetti civilistici ed economici Le disposizioni del codice civile Quando un impresa opera nei mercati internazionali, può trovarsi in presenza di crediti e debiti denominati in moneta estera, che devono essere opportunamente tradotti (convertiti) nella moneta di conto (nel nostro caso l Euro) per essere rilevati in contabilità generale. In seguito ad un operazione denominata in valuta estera, il corrispondente credito o debito viene rilevato in contabilità sulla base del cambio vigente il giorno di effettuazione della transazione (cambio storico). Se l incasso del credito o il pagamento del debito viene effettuato nel corso dello stesso esercizio, si possono riscontrare utili e perdite effettivi su cambi, dovuti a variazioni nelle quotazioni delle valute estere, da indicare nella voce C.17-bis del Conto Economico (Utili e perdite su cambi). Se, invece, le partite in moneta estera sono ancora esistenti a fine esercizio, ai sensi dell art. 2426, n. 8 bis cod. civ., occorrerà procedere alla loro iscrizione nello Stato Patrimoniale sulla base del cambio vigente alla chiusura dell esercizio e all indicazione degli utili e delle perdite su cambi non realizzati nel Conto Economico, alla voce C.17- bis (Utili e perdite su cambi). La presenza nel Conto Economico di utili su cambi non realizzati costituisce una deroga al principio generale del divieto di iscrizione di utili non realizzati (rafforzativo del principio di prudenza). Peraltro, per evitare la distribuzione di tali margini non realizzati, l art. 2426, n. 8 bis, cod. civ. stabilisce che in presenza di un utile netto su cambi (eccedenza degli utili rispetto alle perdite su cambi non realizzati), lo stesso deve essere accantonato ad una riserva non distribuibile fino al realizzo. Il realizzo dei margini relativi alle partite espresse in valuta estera si verifica attraverso l estinzione per i debiti e l incasso per i crediti, con la rilevazione degli utili o delle perdite effettive su cambi. 1

La costituzione e l adeguamento della riserva non distribuibile per utili netti su cambi non realizzati Come si è visto, in presenza di un utile netto su cambi non realizzato, la norma civilistica richiede la costituzione, per pari importo, di una riserva non distribuibile. In sede di approvazione del bilancio possono verificarsi tre diverse ipotesi: 1) il bilancio si chiude con una perdita di esercizio; 2) l utile di esercizio (al netto dell accantonamento alla riserva legale) è minore dell utile netto su cambi non realizzato; 3) l utile di esercizio (al netto dell accantonamento alla riserva legale) è superiore all utile su cambi non realizzato. Nella prima ipotesi l utile netto su cambi non realizzato è stato assorbito dalla perdita di esercizio dell impresa;non e pertanto non verrà effettuato alcun accantonamento a riserva per mancanza di utili; nella seconda ipotesi, dopo aver provveduto ad effettuare l accantonamento alla riserva legale, l intero utile residuo sarà destinato ad una riserva non distribuibile; nel terzo caso, infine, dopo aver effettuato l accantonamento alla riserva legale, si procederà all accantonamento alla riserva non distribuibile per una quota pari a quella dell utile netto su cambi non realizzato e la restante parte dell utile risulterà liberamente disponibile (ad esempio per accantonamento a riserve straordinarie o per l assegnazione ai soci). Secondo i principi contabili nazionali, la riserva non distribuibile per utili netti su cambi non realizzati può essere utilizzata, fin dall esercizio della sua iscrizione, a copertura di perdite di esercizi precedenti 1. È evidente che in presenza di una perdita netta su cambi (eccedenza delle perdite rispetto agli utili su cambi non realizzati) non si pongono particolari problemi. In questo caso, infatti, la perdita netta su cambi non realizzata incide negativamente sul risultato economico, secondo le disposizioni generali del principio della prudenza (considerazione delle perdite anche se non se non definitive, ma presunte). La procedura di adeguamento al cambio di chiusura delle partite in valuta deve essere attentamente vagliata per tenere conto dei crediti e debiti esistenti a fine anno sorti nell esercizio e di quelli sorti in esercizi 1 Si veda in proposito: ORGANISMO ITALIANO DI CONTABILITÀ, Principi contabili, OIC 26, Operazioni, attività e passività in valuta estera, 2014, par. 44. 2

precedenti (per i quali si è già provveduto, al termine dei precedenti esercizi, all adeguamento sulla base del cambio di chiusura). Infatti, in sede di chiusura di ciascun esercizio occorrerà rideterminare l importo degli utili e delle perdite su cambi relativi alle posizioni in valuta esistenti al termine del periodo amministrativo. In particolare, per i crediti e i debiti sorti nell esercizio occorrerà confrontare gli importi risultanti dall applicazione del cambio di chiusura con gli importi risultanti dall applicazione dei cambi storici, per determinare gli utili e le perdite su cambi non realizzati. Per i crediti e i debiti sorti in precedenti esercizi, ed ancora in essere alla chiusura dell esercizio, il confronto per determinare gli utili o le perdite su cambi non realizzati maturati nel periodo amministrativo dovrà essere effettuato tra gli importi convertiti al cambio di chiusura e gli importi risultanti in contabilità (cioè gli importi convertiti al cambio di chiusura dell esercizio precedente). Per quanto riguarda l adeguamento dell eventuale riserva non distribuibile per utili su cambi non realizzati, occorrerà rideterminare l importo complessivo (cumulato) degli utili e delle perdite su cambi relativi alle posizioni in valuta estera esistenti al termine del periodo amministrativo. Tale importo complessivo tiene conto degli utili e delle perdite su cambi non realizzati maturati sia nell esercizio, sia negli esercizi precedenti sui crediti e debiti in valuta estera ancora in essere a fine periodo. Perciò, l importo complessivo degli utili e delle perdite su cambi non realizzati viene determinato confrontando gli importi di tutti i crediti e debiti in valuta estera risultanti dall applicazione dei cambi di chiusura dell esercizio con gli importi risultanti dall applicazione dei cambi storici. Se da tale confronto emerge un utile netto su cambi non realizzato complessivo superiore all importo della riserva non distribuibile esistente in bilancio, occorrerà procedere alla sua integrazione. Se, invece, il risultato ottenuto è un utile netto su cambi non realizzato complessivo inferiore alla riserva non distribuibile esistente, la stessa riserva dovrà essere ridotta per tale differenza con contropartita una riserva liberamente distribuibile. Questa procedura consente di avere, per ciascun esercizio, un saldo della riserva non distribuibile che tiene conto dell importo complessivo (cioè cumulato) degli utili netti su cambi non realizzati imputati sia all esercizio sia ad esercizi precedenti. 3

Infine, nel caso in cui la procedura di assestamento dei crediti e debiti in valuta estera evidenzi una perdita netta su cambi non realizzata complessiva, l intera riserva non distribuibile esistente dovrà essere girata ad una riserva distribuibile. 15.14. La valutazione dei crediti e dei debiti in moneta estera: aspetti fiscali L art. 110, c. 3 T.U.I.R. stabilisce che la valutazione dei crediti e dei debiti denominati in valuta estera sulla base dei cambi vigenti alla data di chiusura dell esercizio non assume rilevanza sotto il profilo fiscale. In pratica, viene sancita l irrilevanza fiscale degli utili e delle perdite su cambi non realizzati, con la conseguenza che soltanto al momento dell incasso (per i crediti) e del pagamento (per i debiti) vi saranno utili e perdite su cambi, rispettivamente, tassabili e deducibili. L irrilevanza fiscale degli utili e delle perdite su cambi non realizzati comporta l effettuazione di variazioni fiscali per passare dal risultato civilistico alla base imponibile IRES. In particolare, in presenza di utili su cambi non realizzati occorrerà effettuare una variazione in diminuzione di tipo temporaneo, con la conseguente contabilizzazione di imposte differite, mentre in presenza di perdite non realizzate su cambi si dovrà operare in dichiarazione dei redditi una variazione in aumento di tipo temporaneo, con la necessità, ricorrendone i presupposti, di rilevare le relative imposte anticipate. Ai fini IRAP, infine, le differenze di cambio (utili e perdite) non entrano nella determinazione della base imponibile, in quanto classificate nell ambito della macroclasse C) del conto economico, Proventi e oneri finanziari. 15.13. La valutazione dei crediti e dei debiti in moneta estera: il caso SIRIO S.p.A. Le problematiche relative alla valutazione dei crediti e dei debiti in valuta estera verranno illustrate attraverso la seguente esemplificazione. Al 31/12/n l'impresa SIRIO S.p.A. presenta la seguente situazione relativa ai crediti e debiti in valuta: 4

- credito di sterline 10.000 per vendita di prodotti ad un cliente inglese; cambio storico 0,6745; cambio alla data di chiusura dell esercizio 0,6922; - debito di dollari 50.000 per acquisto di materie prime da un fornitore statunitense; cambio storico 1,2420; cambio alla data di chiusura dell esercizio 1,2864. Si provveda, sulla base della normativa civilistica e dei corretti principi contabili, alla valutazione e alla contabilizzazione delle partite in moneta estera esistenti alla data del 31/12/n. Al momento dell effettuazione delle operazioni occorrerà rilevare in contabilità il controvalore in euro del credito e del debito in moneta estera sulla base del cambio vigente alla data dell operazione. Credito estero espresso al cambio storico: 10.000 / 0,6745 = 14.825,80 Debito estero espresso al cambio storico: 50.000 / 1,2420 = 40.257,65 Le rilevazioni contabili in P.D. saranno:../. Clienti esteri 14.825,80 Prodotti c/vendite 14.825,80 Venduti prodotti a cliente estero../. Materie c/acquisti 40.257,65 Fornitori esteri 40.257,65 Acquistate materie prime da fornitore estero Alla chiusura dell esercizio occorrerà rideterminare il valore delle partite espresse in moneta estera sulla base dei cambi vigenti alla data di chiusura dell esercizio e provvedere alla rilevazione degli utili e/o delle perdite su cambi non realizzati. 5

Credito estero espresso al cambio di chiusura: 10.000 / 0,6922 = 14.446,69 Debito estero espresso al cambio di chiusura: 50.000 / 1,2864 = 38.868,16 Dal confronto tra partite estere espresse in euro sulla base del cambio di chiusura e del cambio storico emergono delle differenze. In particolare, nel caso del credito estero, l andamento del cambio porta ad un controvalore in euro al 31/12 inferiore rispetto a quello della data dell operazione, con la conseguente manifestazione di una perdita su cambi non realizzata (minore importo da riscuotere dal cliente). Per quanto riguarda il debito in moneta estera, si evidenzia un controvalore in euro al 31/12 inferiore rispetto a quello rilevato al momento dell acquisto, con la conseguente manifestazione di un utile su cambi non realizzato (minore importo da pagare al fornitore). I calcoli saranno: Credito estero: 14.825,80 (credito al cambio storico) (-) 14.446,69 (credito al cambio di chiusura) 379,11 (perdita su cambi non realizzata) Debito estero: 40.257,65 (debito al cambio storico) (-) 38.868,16 (debito al cambio di chiusura) 1.389,49 (utile su cambi non realizzato) Le scritture contabili al 31/12 relative all adeguamento al cambio di chiusura delle partite espresse in moneta estera saranno: 6

31/12 Perdite su cambi non realizzate 379,11 Clienti esteri 379,11 Rilevata perdita su cambi non realizzata 31/12 Fornitori esteri 1.389,49 Utili su cambi non realizzati 1.389,49 Rilevato utile su cambi non realizzato Dal confronto tra utili e perdite non realizzati su cambi emerge un utile netto su cambi pari a 1.010,38. Infatti: 1.389,49 (utile su cambi non realizzato) (-) 379,11 (perdita su cambi non realizzata) 1.010,38 (utile netto su cambi non realizzato) L utile netto su cambi confluirà nella voce C.17-bis del Conto Economico, Utili e perdite su cambi. In sede di approvazione del bilancio e di destinazione del risultato economico di esercizio, occorrerà accantonare una quota dell utile netto, pari a quella dell utile netto su cambi non realizzato, ad una riserva non distribuibile fino al momento dell effettivo realizzo. Supponendo che nel caso della società SIRIO S.p.A. il risultato economico sia un utile di esercizio (al netto dell accantonamento alla riserva legale) superiore all utile netto su cambi non realizzato, nell esercizio n+1, in sede di approvazione del bilancio dell esercizio n (ad esempio in data 30/04/n+1) si eseguirà la seguente rilevazione contabile: 30/04 Utile di esercizio a Diversi.. Ripartizione utile di esercizio a Riserva legale.. Riserva utili su cambi a non realizzati 1.010,38 a... a... 7

Come già evidenziato, negli esercizi successivi occorrerà rideterminare l importo degli utili e delle perdite su cambi relativi alle posizioni in valuta esistenti al termine del periodo amministrativo, secondo le modalità indicate nel paragrafo 15.12.. Così, tornando all esemplificazione della SIRIO S.p.A., se nell esercizio successivo, per effetto degli adeguamenti delle partite espresse in moneta estera sulla base del cambio vigente al 31/12/n+1, si evidenziasse un utile netto su cambi non realizzato complessivo pari a 1.600,00, la riserva non distribuibile dovrebbe essere integrata, in sede di ripartizione dell utile dell esercizio n+1, secondo il seguente calcolo: 1.600,00 (utile netto su cambi al 31/12/n+1) (-) 1.010,38 (saldo esistente riserva utili su cambi) 589,62 (accantonamento a riserva utili su cambi) La scrittura contabile sarebbe analoga a quella già vista per la costituzione della riserva. Se, invece, l utile netto su cambi non realizzato complessivo al termine dell esercizio n+1 risultasse inferiore all importo della riserva non distribuibile esistente in bilancio, per la differenza si dovrà ridurre la stessa riserva con contropartita una riserva liberamente disponibile. Ad esempio, se al 31/12/n+1 l utile netto su cambi non realizzato complessivo ammonta a 700,00, la riserva non distribuibile si renderà disponibile per un importo pari a: 1.010,38 (saldo esistente riserva utili su cambi) (-) 700,00 (utile netto su cambi al 31/12/n+1) 310,38 (riduzione della riserva utili su cambi) In questo caso, la rilevazione contabile sarebbe: 31/12 Riserva utili su Riserva a cambi non realizzati straordinaria Liberazione parziale della riserva non distribuibile 310,38 Infine, in presenza di una perdita netta su cambi non realizzata complessiva, l intero importo della riserva non distribuibile verrà girato ad una riserva liberamente distribuibile. La scrittura in P.D. sarebbe: 8

31/12 Riserva utili su Riserva a cambi non realizzati straordinaria Liberazione della riserva non distribuibile 1.010,38 9