DATI RELATIVI ALL ACCOGLIENZA DATI RELATIVI ALL OSPITALITA ATTIVITA SVOLTE DALL ASSOCIAZIONE LINEA ROSA NEL CORSO DELL ANNO 2006

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Prot. n. 199/07 Ravenna, 11/10/2007 DATI RELATIVI ALL ACCOGLIENZA DATI RELATIVI ALL OSPITALITA ATTIVITA SVOLTE DALL ASSOCIAZIONE LINEA ROSA NEL CORSO DELL ANNO 2006 Redatto da Dr.ssa Sabrina Lupinelli La Presidente Dr.ssa Alessandra Bagnara 1

INTRODUZIONE...4 1. Capitolo I L accoglienza nell anno 2006...5 1.1 Dati statistici dell accoglienza a Ravenna dal dicembre 1991 al 31/12/2006...5 1.2 Dati statistici dell accoglienza nell anno 2006...7 1.3 Dati statistici dell accoglienza a Russi nell anno 2006...9 1.4 Commenti e riflessioni a proposito dei dati dell accoglienza... 10 2. Capitolo II L ospitalità nelle case rifugio nell anno 2006... 11 2.1 I dati statistici dell ospitalità dall apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto al 31 dicembre 2006... 11 2.2 Dati statistici dell ospitalità nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto nell anno 2006... 12 2.3 Dati statistici dell ospitalità nella Casa Dafne dal gennaio 2005 al 31/12/2006... 14 2.4 Dati statistici dell ospitalità nella Casa Dafne nel 2006... 15 2.5 Commenti riflessioni sui dati dell ospitalità... 17 2.6 Il lavoro svolto con le donne ed i/le minori ospitati: il progetto Sostenere la genitorialità e Ascoltare i minori maltrattati o abusati nell ambito del Programma Provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell infanzia e dell adolescenza: azioni di contrasto agli abusi e di maltrattamento in danno ai minori... 17 3. Capitolo III La formazione... 23 3.1 Formazione esterna... 23 3.1.1 Presentazione del Rapporto finale del Corso svolto ad appartenenti delle Polizie Municipali della Provincia di Ravenna (Ravenna, 25 marzo 2006)... 23 3.1.2 Rimini Violenza contro le donne, primo corso della Provincia per operatrici dei Centri Antiviolenza... 23 3.1.3 Presentazione del libro La violenza assistita intrafamiliare. Percorsi di aiuto per bambini che vivono in famiglie violente (Russi, 5 giugno 2006)... 24 3.1.4 Te lo dico per sicurezza per sentirci più sicuri nelle nostre case e nel nostro territorio (Giovedì 8 giugno 2006 Porto Fuori Ravenna)... 25 3.1.5 Femminicidio, un crimine impunito. Riflessioni sull omicidio di genere nella realtà occidentale e latinoamericana (Ravenna, 12 settembre 2006)... 25 3.1.6 Convegno Le parole per dirlo: la violenza e il maltrattamento familiare alle donne (Lugo, 7 ottobre 2006)... 26 3.1.7 Serate di approfondimento Tante violenze contro le donne (Alfonsine, 17 e 24 ottobre 2006)... 26 3.1.8 I gruppi di Auto Mutuo Aiuto... 26 3.1.9 Iniziativa pubblica La violenza alle donne è un problema!...di chi? (Massa Lombarda, 12 dicembre 2006)... 27 3.1.10 Corso Donne e civiltà I diritti delle donne in Oriente e Occidente (dicembre 2005- gennaio 2006)... 27 3.1.11 I diritti delle donne in Oriente e Occidente : Quali percorsi d autonomia per uscire dalla violenza... 28 3.1.12 Il sé e l altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze - Intervento nelle scuole materne S. Antonio e S. Michele (maggio giugno 2006) Progetto di promozione all agio e prevenzione alla violenza... 28 3.1.13 Il sé e l altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze... 29 3.2 Formazione interna... 30 3.2.1 Mimì Fiore di cactus (6 ottobre 2006)... 30 2

3.2.2 Convegno Ricatti e riscatti: al lavoro contro la violenza (BO, 12 ottobre 2006)... 30 3.2.3 Convegno Molestie sessuali sul lavoro. E possibile dire di no? (Faenza, 11 novembre 2006) 30 3.2.4 V Congresso Nazionale Cismai 2006 Dal trauma infantile all età adulta. Esiti e percorsi di riparazione degli abusi all infanzia (14-16 dicembre 2006)... 31 3.2.5 Supervisione mensile delle operatrici e delle volontarie con una psicoterapeuta... 31 3.2.6 Incontri trimestrali con le avvocate che collaborano con Linea Rosa... 32 4. Capitolo IV Progetti... 33 4.1 Coordinamento Regionale delle Case delle donne e dei Centri Antiviolenza dell Emilia Romagna... 33 4.1.1 Il progetto di ricerca: l Osservatorio delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza dell Emilia Romagna... 33 4.1.2 Il Coordinamento Regionale in occasione dell 8 marzo 2006... 35 4.1.3 La campagna del Coordinamento Regionale in occasione della Giornata mondiale contro la violenza alle donne: 25 novembre 2006... 35 4.2 Coordinamento Nazionale delle Case delle donne e dei Centri Antiviolenza... 36 4.2.1 Incontro con la ministra Barbara Pollastrini (Roma, 19 settembre 2006)... 36 4.2.2 La Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle Donne celebra il 25 novembre 2006 - Giornata Internazionale contro la violenza alle Donne... 36 4.3 Linea Rosa a Ravenna in occasione del 25 novembre 2005... 38 4.4 Progetto Donna: No alla Violenza con la Polizia Municipale di Lugo, Sant Agata sul Santerno e Bagnara di Romagna... 39 4.5 Progetto SA.MO.RA Safely Moving Ravenna finanziato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna... 39 5. Capitolo V Iniziative pubbliche... 41 5.1 Manifestazioni in occasione dell 8 marzo, in collaborazione con il Comune di Ravenna... 41 5.2 L aggiornamento del sito www.linearosa.it... 41 5.3 Un impegno per le vittime delle violenze: Incontro di calcio Nazionale Piloti Banca Romagna Team (Ravenna, Stadio Benelli - 19 aprile 2006)... 41 5.4 La Mostra delle Uova d Arte... 41 5.5 L assemblea Comitato Usciamo dal Silenzio... 42 5.6 La Notte Rosa (30 giugno 2006)... 42 5.7 La Festa del Volontariato... 42 5.8 Mostra Benefica dell artista Parmaré Ritratti di donna... 43 5.9 La pesca benefica di Natale a Ravenna in collaborazione con l associazione A.D.V.S... 43 3

INTRODUZIONE Il 2006 è stato sotto molti aspetti un anno di transizione, che ha posto le basi per nuove collaborazioni e nuovi progetti che hanno trovato una loro concreta maturazione nel corso del 2007 e dei quali vi racconteremo nella relazione successiva. In realtà, il 2006 sarà da tutte noi ricordato per un evento significativo, e non solo perché ha offerto l opportunità a tutte noi di continuare a svolgere quotidianamente la nostra pratica di accoglienza ed ospitalità alle donne sole, o con figli/e minori, vittime di violenza, per non parlare poi di tutte le quelle attività niente affatto marginali per la sensibilizzazione ed informazione su un fenomeno che non si può più leggere solo sulle pagine dei quotidiani, ma anche perché ha rappresentato un riconoscimento da parte delle Istituzioni locali del lavoro svolto dall associazione Linea Rosa a partire dal 1991 ad oggi. La città di Ravenna continuerà ad avere due case rifugio ad indirizzo segreto per donne vittime di violenza. E quanto stabilito il 21 dicembre 2006 dal Consiglio Comunale che ha approvato all unanimità il rinnovo della convenzione con Linea Rosa per la gestione del Centro di Prima Accoglienza, della Casa Rifugio e, per la prima volta, la seconda struttura di ospitalità, la Casa Dafne. La nuova convenzione avrà durata di 6 anni, rinnovabile di altri 6, il che conferisce un importante carattere di continuità ed efficacia al lavoro di accoglienza, sostegno ed aiuto praticato dall Associazione in oltre 15 anni di vita. Linea Rosa gestisce a Ravenna dal 1991 un centro di prima accoglienza e dal 1 ottobre 1998 una casa rifugio, dapprima in convenzione con il Consorzio dei Servizi Sociali e dal 2000 in convenzione con il Comune di Ravenna. Grazie ad un progetto sperimentale, nel 2004 Linea Rosa ha aperto una seconda casa rifugio, la Casa Dafne, sempre in collaborazione con l Assessorato Pari Opportunità del Comune di Ravenna. Ma Linea Rosa è un Centro Antiviolenza che non pratica solo accoglienza ed ospitalità, ma anche una serie continua di progetti per far emergere il problema della violenza contro le donne, e di prevenzione sulla violenza di genere. In questi anni, oltre ad aver organizzato numerosi seminari e convegni pubblici di approfondimento e riflessione sul fenomeno della violenza, ha infatti condotto numerosi progetti formativi rivolti agli operatori scolastici e agli studenti di ogni ordine e grado come, ad esempio il progetto Il sé e l altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze, il cui report finale è stato pubblicato nella primavera del 2005. Un altro importante intervento formativo è stato quello rivolto alle Polizie Municipali della Provincia di Ravenna nel periodo 2003-2004, dal titolo Violenza contro le donne: le Forze dell Ordine ed il primo intervento. Cosa fare quando una donna che ha subito violenza chiede aiuto, ed il cui report finale è stato pubblicato nella primavera del 2006. Le 2330 donne accolte in 15 anni di attività hanno così trovato nell Associazione un importante punto di riferimento che le ha riconosciute non tanto vittime, quanto piuttosto persone capaci di fronteggiare, con un sostegno adeguato, una situazione di pericolo per sé ed i propri figli, riuscendo così a costruire nuove condizioni di vita. Non a caso, la Casa Dafne prende il nome da un antico mito che significa cambiamento, solidità, percorso verso l autonomia. Un altro elemento innovativo sviluppato negli ultimi anni da Linea Rosa è stata la progressiva attenzione nei confronti dei figli e delle figlie delle donne accolte ed ospitate, molto spesso vittime di violenza assistita, quando non di violenze dirette da parte dei padri e/o partners delle madri. Alla luce di questo le operatrici e volontarie di Linea Rosa sono andate progressivamente sviluppando progetti mirati ai piccoli ospiti, per dar loro la possibilità di elaborare in un ambiente attento il loro vissuto di sofferenza. Siamo soddisfatte dell obiettivo raggiunto perché ci consente di proseguire tutte le attività intraprese sino ad oggi. La nostra soddisfazione va inoltre al dibattito che si è tenuto in seno ai consiglieri comunali nel dicembre 2006 e che ha prodotto, non solo espressioni di lode nei confronti del nostro lavoro, ma anche osservazioni attente e approfondite su una tematica, quella della violenza alle donne, che sappiamo essere di non immediata e facile conoscenza. Alessandra Bagnara Presidente di Linea Rosa 4

1. Capitolo I L accoglienza nell anno 2006 1.1 Dati statistici dell accoglienza a Ravenna dal dicembre 1991 al 31/12/2006 Dall apertura del Centro (dicembre 1991) al 31/12/ 06 sono state accolte 2576 donne Il numero complessivo delle DONNE STRANIERE che si sono rivolte al Centro è 466 (18.1%). Va rilevato che la percentuale è gradualmente cresciuta negli anni. Nel solo periodo 2001-31/12/2006 sono 355 (22.8 %) L ETA delle donne accolte va da un minimo di 17 anni ad un massimo di 78 anni. La fascia di età più rappresentata è quella compresa tra i 20 e i 50 anni ( attorno al 70% del totale). Nel periodo 01/01/2001-31/12/06, su un totale di 1556 donne, le percentuali sono così suddivise: tra i 29 e i 40 anni 592 38.0% tra i 41 e i 50 234 15.0% tra i 51 e i 60 111 7.1% Sotto i 29 anni 222 14.3% Sopra i 60 31 1.9% N.R. 366 23.5% SCOLARITA La percentuale dei Non Rilevato è piuttosto alta, oltre il 70%, tuttavia il dato parziale mette in evidenza un livello medio-alto di scolarità per le donne di cui con certezza è stato possibile ricavarlo. Nel 2005-2006 le percentuali sono così suddivise sul dato parziale: licenza elementare 3.9% Sc. Media inferiore 21.2% Sc.media superiore 44.9% Formaz.parauniversitaria 9.4% Laurea 20.4% STATO CIVILE NUBILE 370 14.4% CONIUGATA 1092 42.4% CONVIVENTE 337 13.1% SEPARATA (legalmente o di fatto) 407 15.8% DIVORZIATA 86 3.3% VEDOVA 42 1.6% N.R. 242 9.4% VIOLENZE subite dalle donne (risposta multipla) FISICA 1335 donne 51.0% PSICOLOGICA 1931 75.0% SESSUALE 284 11.0% ECONOMICA 886 34.4% N.R. 147 5.7% 5

RESPONSABILI DELLE VIOLENZE alle donne (risposta multipla) Nell arco di tempo dall apertura del centro al 31/12/2006, la percentuale dei diversi autori delle violenze subisce variazioni non significative nel corso degli anni; il gruppo costituito da appartenenti alla cerchia familiare della donna ( partners, ex partners, fratelli, padri, altri familiari della donna), si conferma come quello più rappresentato ( dal 75% al 90% dei casi ). Nel periodo 2005-2006 le percentuali sono così suddivise: Coniuge 40.6% Convivente 12.1% Ex 16.6% Fidanzato/amante 1.9% Altri familiari (padre, fratello, parenti fam. partner) 13.6% Estranei 4.7% Altro 2.1% N.R. 6.2% HA FIGLI/E oltre il 70 % delle donne accolte. Nel solo periodo 2005/2006 il 63.3 di tutti/e i/le figli/e risultavano aver subito una o più forme di violenza (dato per difetto, essendo estrapolato dai colloqui di accoglienza svolti con le donne) così suddivise: FISICA 8.2% PSICOLOGICA 25.0% ECONOMICA 18.8% SESSUALE 0.9% ASSISTITA 52.9% ALTRO 5.9% RESPONSABILI delle violenze ai figli/e (risposta multipla) PADRE 91.8% PARTNER (o ex partner) DELLA MADRE 5.5% ALTRI FAMILIARI (nonni, zii, fratelli,ecc.) 1.2% SCONOSCIUTI - MADRE 0.3% ALTRO 1.2% 6

1.2 Dati statistici dell accoglienza nell anno 2006 TOTALE DONNE ACCOLTE 304 (257 donne accolte per la prima volta + 47 continuano il percorso dagli anni precedenti) donne che STRANIERE 96, 31.6% del totale (77 nuove accoglienze + 19 donne straniere che continuano il percorso dagli anni precedenti) Est Europa 43 donne 44.8% Africa 27 28.1% Europa Occ. 4 4.2% Asia 3 3.1% Sud America 12 12.5% Nord America - N.R. 7 7.3% ETÀ La fascia più rappresentata è quella che va dai 20 ai 50 anni. Tra i 29 e i 40 anni 110 donne 36.9% Tra i 41 e i 50 anni 48 15.8% Tra i 51 e i 60 anni 14 4.6% Sotto i 29 anni 37 12.2% Sopra i 60 anni 18 6.0% N.R. 77 25.3% STATO CIVILE Nubile 50 donne 16.4% Coniugata 122 40.1% Convivente 37 12.2% Separata legalmente o di fatto 46 15.1% Divorziata 10 3.3% Vedova 6 2.0% N.R. 33 10.8% SCOLARITA La percentuale dei Non Rilevato è molto alta (attorno al 70%); la scolarità precisa delle donne per cui è stata possibile la rilevazione è così suddivisa: Licenza Elementare 6 7.0% Diploma di Scuola Media Inf. 21 24.4% Diploma di Scuola Media Sup. 37 43.0% Formazione Parauniversitaria 6 7.0% Laurea 16 18.6% 7

RICHIESTE E BISOGNI DELLE DONNE (che emergono al primo contatto col Centro) Informazioni 63 20.7% Ricerca lavoro/formazione 6 2.0% Contatto con altri centri 13 4.3% Emergenza violenze 12 3.9% Colloquio personale 71 23.3% Ospitalità 55 18.1% d accoglienza Ascolto/sfogo/consiglio 103 33.9% Aiuto economico 10 3.3% Consulenza/assistenza legale 73 24.0% Altro 16 5.3% Consulenza psicologica 5 1.6% Informazioni sanitarie/aborto 2 0.6% Gruppi di auto-aiuto 2 0.6% Ricerca casa 6 2.0% VIOLENZE SUBITE dalle donne (risposta multipla) Fisica 164 donne 54.0% Psicologica 244 80.3% Economica 129 42.4% Sessuale 36 11.8% N.R. (tipo di violenza subita) 11 3.6% RESPONSABILI DELLE VIOLENZE alle donne (risposta multipla) Coniuge 126 47.2% Convivente 37 13.8% Ex 58 21.7% Fidanzato/amante 11 4.1% Altri familiari della donna (padre, fratello, figlio, ecc.) 53 19.8% Estranei 25 9.4% Responsabile N.R. 14 5.2% ETÀ dei FIGLI/E 0 5 anni 73 21.8% 6 11 68 20.3% 12-17 48 14.4% > 18 105 31.4% N.R. 30 9.0% DONNE CON FIGLI/E 196 (64.5%) FIGLI/E CHE HANNO SUBITO VIOLENZA 70.6% del totale TIPI DI VIOLENZE subite dai figli/e* (risposta multipla) RESPONSABILI delle VIOLENZE ai figli/e (risposta multipla) Fisica 27 figli/e 11.4% Padre 90.6% Psicologica 69 29.2% Partner (o ex) della madre 6.7% Economica 68 28.8% Nonni/altri parenti 0.8% Sessuale 5 2.1% Fratello 0.4% Assistita 204 86.4% Sconosciuti - altro 30 12.7% Altro 1.2% 8

CONSEGUENZE DELLE VIOLENZE * (risposta multipla) Disturbi alimentari 0.4% Uso di sostanze 2.1% Depressione 2.5% Tremori/balbuzie - Tendenza all isolamento 2.5% Comportamenti sessuali non adeguati all età 0.8% Ansia 7.2% Agitazione/irrequietezza 14.0% Disturbi del sonno 0.4% Comportamenti aggressivi 9.0% Paura 10.6% Problemi scolastici 8.5% Malattia 0.4% Enuresi 2.5% Altro 27.5% * dati per difetto, essendo estrapolati dai colloqui d accoglienza svolti con le donne. 1.3 Dati statistici dell accoglienza a Russi nell anno 2006 64 DONNE ACCOLTE dall apertura della sede (gennaio 2002) in convenzione col Comune di Russi Residenti nel Comune di Russi 42 65% Residenti in altri Comuni 19 30% N.R. 3 Italiane 59 92% Straniere 5 8% Hanno subito violenza 55 86% N.R. 7 L' ETÀ media delle donne è di circa 45 anni (27 anni la più giovane, 70 la meno) Dall apertura della sede è stata ospitata nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto assieme al suo bambino 1 donna residente nel Comune per motivi di sicurezza è stata chiesta ed ottenuta ospitalità in un Centro antiviolenza di altra regione per una donna domiciliata nel Comune Nel 2006 (dal 1/01/ 06 al 31/12/ 06) sono state accolte 12 donne Nazionalità Residenza Italiane 10 Comune di Russi 6 straniere 2 Altri Comuni 5 N.R. 1 Stato civile Occupazione Coniugata 5 Occupata 5 Separata/divorz. 5 Non occupata 2 Convivente - Pensionata 2 Nubile 1 Studentessa - Vedova - Casalinga 2 N.R. 1 N.R. 1 9

DONNE CON FIGLI/E: 8 (N.R.: 2) Violenze subite (risposta multipla) Autori (risposta multipla) Fisica 7 donne Coniuge 7 Psicologica 9 Convivente - Economica 5 Ex 1 Sessuale 3 Fidanz./amante - N.R Altri familiari 2 Estranei 2 N.R. 1 Età figli/e Violenze subite dai figli/e* (risp. multipla) 0-5 anni 1 Fisica 3 figli/e 6-11 anni - Psicologica 7 12-17 anni - Assistita 12 > 18 anni 12 Economica 4 Sessuale - altro 1 * In tutti questi casi l'autore delle violenze è il padre, tranne per 2 casi di violenza assistita in cui l autore è il partner della madre 1.4 Commenti e riflessioni a proposito dei dati dell accoglienza Continuità con gli anni precedenti è l elemento che più caratterizza la ricerca e l elaborazione statistica condotta per il 2006. Questo fatto, a nostro avviso, dipende da due cause principali: innanzitutto la maggiore presenza e fruibilità del Centro di Prima Accoglienza di Linea Rosa per le donne residenti nel comune di Ravenna e nei dintorni; in conseguenza di ciò, una maggiore visibilità del fenomeno della violenza, agita principalmente da coniuge (47%), convivente (13,8%) ex (21,7%) o altri familiari delle donne accolte (19,8%). Si è mantenuto stabile nel 2006 il trend di crescita nel numero di donne accolte nel Centro in via Mazzini (304). In particolare, si è mantenuto stabile il numero delle donne che nel tempo hanno mantenuto i rapporti con l Associazione, continuando il loro percorso dagli anni precedenti (47). In netta crescita, invece, è il numero delle donne straniere (96 nel 2006), con un saldo predominio delle donne proveniente dall Est Europeo (44,8%), generalmente più istruite e con maggiori risorse se non altro per chiedere aiuto. Stabili sono anche i dati relativi all età media delle donne accolte nel 2006, anche se è quasi raddoppiata la percentuale delle donne over 60 (6% contro il 3,5% del 2005) e del tasso di scolarità, rispetto al quale il 43% delle donne ha dichiarato un diploma di scuola media superiore, il 24,4% un diploma di scuola media inferiore, il 18% laurea, il 7%la licenza elementare ed il 7%una formazione parauniversitaria. Non si registrano particolari variazioni rispetto ai dati relativi alle richieste ed i bisogni portati dalle donne al 1 contatto con il Centro, con un predominio delle voci ascolto/sfogo/consiglio (33,9%); consulenza/assistenza legale (24%); colloquio personale di accoglienza (23,3%); ospitalità (18,1%). Occorre però precisare che molto spesso le donne portano più richieste contemporaneamente, con esiti e risposte differenti a seconda del progetto concordato con la donna, le sue risorse e/o quelle messe in campo dai Servizi Sociali. Così, ad esempio, per una donna che chiede ospitalità perché a rischio immediato di violenza, nel momento in cui fa il suo ingresso nella casa rifugio, il progetto si arricchirà di ulteriori richieste e bisogni, come vestiti e beni di prima necessità, e/o ricerca di un lavoro, e/o ricerca di una nuova casa, e se ha figli sostegni nel loro accudimento durante gli orari di lavoro, ecc. 10

2. Capitolo II L ospitalità nelle case rifugio nell anno 2006 2.1 I dati statistici dell ospitalità dall apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto al 31 dicembre 2006 Dall apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto (novembre 1998) al 31/12/ 06 sono entrate: 56 donne, di cui 31 italiane 25 straniere e 69 bambini/e Il periodo di ospitalità va da un minimo di 1 giorno* ad un massimo di 10 mesi. Per 7 donne (oltre alle 56 ospitate a Ravenna) è stata richiesta ed ottenuta ospitalità in altre città. L età delle donne ospitate va da un minimo di 18 anni ad un massimo di 67 anni. Al momento dell ingresso nella casa: 26 donne risultavano disoccupate 22 donne risultavano occupate 1 era studentessa 7 erano casalinghe 6 donne sono state allontanate dalla Casa Rifugio per gravi violazioni del Regolamento. 1 donna se ne è andata dalla Casa Rifugio perché non accettava la convivenza con le altre donne. 2 donne, già uscite dalla Casa, sono state ospitate una seconda volta per il reiterarsi delle violenze da parte del maltrattante. VIOLENZE SUBITE dalle donne (risposta multipla) Violenza psicologica 56 donne Violenza economica 39 Violenza fisica 51 Minaccia di morte 29 Violenza sessuale 16 Tentato omicidio 7 RESPONSABILI delle violenze alle donne (risposta multipla) Partner (marito o convivente) 52 donne Padre 3 Figlio 1 Estranei 1 RICHIESTE E BISOGNI DELLE DONNE al momento dell ingresso nella Casa (risposta multipla) Assistenza legale 37 donne Assegnazione della casa coniugale 9 Nuova abitazione 33 Lavoro 34 Richiesta di affidamento dei figli 27 Donne con figli affidati ai Servizi Sociali 13 SITUAZIONE DELLE DONNE DOPO IL PERIODO DI OSPITALITA (risposta multipla) Conseguimento separazione legale 15 donne 11

Assegnazione casa coniugale 9 Reperimento di altra abitazione 23 Reperimento di nuova attività lavorativa 24 Ottenimento affido figli 14 Tornate col partner maltrattante** 14 Realizzazione separazione di fatto*** 10 Allontanamento dal padre maltrattante 2 * Dato riferito ad una donna che, lo stesso giorno del suo ingresso, ha abbandonato la Casa Rifugio senza lasciare traccia e senza rimettersi successivamente in contatto col Centro. ** Al loro rientro a casa, per 11 di esse c è stato un miglioramento della relazione col partner. L allontanamento temporaneo, con la dimostrazione di essere in grado di interrompere la situazione violenta e la consapevolezza di poter contare su sostegno e aiuto, ha reso più forti le donne; essere state sostenute, vedere riconosciute da parte di altri le violenze subite, ha permesso loro di (ri)contrattare la propria libertà e il diritto al rispetto. E interessante notare, nonché spunto di riflessione, che la gran parte delle donne che sono tornate col partner maltrattante erano straniere, l ipotesi è che ciò sia dovuto alla scarsa rete familiare ed amicale di sostegno nel reinserimento socioeconomico ma anche, per quanto riguarda prevalentemente le donne dell area maghrebina e centroafricana, le pressioni e l ostracismo della comunità di riferimento. *** Dato riferito a donne non coniugate ma conviventi 2.2 Dati statistici dell ospitalità nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto nell anno 2006 Dal 1 gennaio 2006 al 31 dicembre 2006 sono state ospitate 8 donne (6 nuovi ingressi + 2 donne che erano entrate nell ultimo periodo del 2005) Età dei figli/e: tra 0 e 6 anni 4 tra 6 e 12 anni 6 Oltre i 12 anni 1 Scolarità Nessun titolo Elementari 2 Scuola media inferiore 5 Scuola media superiore Formaz. parauniversitaria Laurea Occupazione Occupata - Disoccupata 5 Casalinga 3 Donne italiane 5 Donne straniere 3 Figli/e 11 Età media delle donne: dai 20 ai 44 anni Stato civile Coniugate 5 Conviventi 3 Nubili - 12

Violenze subite dalle donne (risposta multipla) Violenza fisica 8 Violenza psicologica 8 Violenza economica 7 Violenza sessuale 1 Minaccia di morte 5 Tentato omicidio 1 Richieste e bisogni delle donne al momento dell ingresso nella casa (risposta multipla) Assistenza legale 5 Assegnazione casa coniugale 1 Nuova abitazione 6 Lavoro 7 Affidamento figli/e 6 Donne con figli/e affidati/e ai S. S. 5 altro 2 Responsabili delle violenze alle donne (risposta multipla) Coniuge 5 Convivente 3 Padre 1 Figli/e/e ospitati/e che hanno subito violenza (risposta multipla) Violenza fisica 2 Violenza psicologica 6 Violenza sessuale - Violenza assistita 11 Altro 3 Conseguenze delle violenze osservate sui figli/e (risposta multipla) Agitazione/irrequietezza 6 Comportamenti aggressivi 5 Enuresi - Paura 3 Ansia 5 Disturbi del sonno 2 Problemi scolastici 2 Altro 2 Responsabili delle violenze ai figli/e Padre 10 Partner della madre 1 13

2.3 Dati statistici dell ospitalità nella Casa Dafne dal gennaio 2005 al 31/12/2006 Dall apertura della Casa DAFNE (gennaio 2005) al 31/12/2006 sono state ospitate 11 donne, di cui 6 italiane 5 straniere e 9 bambini/e Il periodo di ospitalità va da un minimo di 1 settimana ad un massimo di 24 mesi Per 1 donna già ospite è stata richiesta ed ottenuta ospitalità in altre città per motivi di sicurezza. L età delle donne ospitate va da un minimo di 20 anni ad un massimo di 50 anni. 1 donna già ospite della casa Rifugio è stata trasferita nella Casa Dafne Al momento dell ingresso nella casa: 5 donne risultavano disoccupate 3 occupate 3 casalinghe VIOLENZE SUBITE dalle donne (risposta multipla) Violenza psicologica 11 Violenza economica 7 Violenza fisica 10 Minaccia di morte 2 Violenza sessuale 4 RESPONSABILI delle violenze alle donne (risposta multipla) Partner (marito o convivente) 10 Padre 1 Madre 1 Altro parente 1 RICHIESTE E BISOGNI DELLE DONNE al momento dell ingresso nella Casa Assistenza legale 7 donne Assegnazione della casa coniugale 2 Nuova abitazione 7 Lavoro 7 Richiesta di affidamento dei figli 7 Donne con figli affidati ai Servizi Sociali 4 SITUAZIONE DELLE DONNE DOPO IL PERIODO DI OSPITALITA Conseguimento separazione legale 1 Assegnazione casa coniugale 1 Reperimento di altra abitazione 4 Reperimento di nuova attività lavorativa 5 Tornate col partner maltrattante** 2 Realizzazione separazione di fatto*** 3 Allontanamento dal padre maltrattante 1 ** una di queste donne ha chiesto e ottenuto successivamente ospitalità nella Casa rifugio ad indirizzo segreto, a causa del reiterarsi delle violenze da parte del convivente. *** Dato riferito a donne non coniugate ma conviventi 14

FIGLI/E OSPITATI/E CHE HANNO SUBITO VIOLENZA (risposta multipla) Violenza fisica 1 Violenza psicologica 2 Violenza economica 1 Violenza assistita 8 CONSEGUENZE delle violenze osservate sui figli/e (risposta multipla) Problemi scolastici 1 Agitazione/irrequietezza 3 Comportamenti aggressivi 1 Enuresi 1 Paura 2 Ansia 2 Disturbi del sonno 1 altro 4 RESPONSABILI delle violenze ai figli/e (risposta multipla) Padre 7 Partner della madre 2 2.4 Dati statistici dell ospitalità nella Casa Dafne nel 2006 Dal 1 gennaio 2006 al 31 dicembre 2006 sono state ospitate 8 donne (6 nuovi ingressi nell anno in corso + 2 progetti avviati l anno precedente) Donne italiane 3 Donne straniere 5 Figli/e 5 Età delle donne: dai 20 ai 37 anni Età dei figli/e: tra 0 e 6 anni 4 tra 6 e 12 anni 1 Oltre i 12 - Scolarità Nessun titolo - Elementari - Scuola media inferiore 5 Scuola media superiore 1 Formaz. parauniversitaria 2 Laurea - Occupazione Occupata 2 Disoccupata 3 casalinga 3 15

Stato civile Coniugate 2 Conviventi 5 Nubili 1 Violenze subite (risposta multipla) Violenza fisica 7 Violenza psicologica 8 Violenza economica 5 Violenza sessuale 3 Minaccia di morte 2 Richieste e bisogni delle donne al momento dell ingresso nella casa (risposta multipla) Assistenza legale 5 Assegnaz.casa coniugale 2 Nuova abitazione 4 Lavoro 6 Affidamento figli/e 5 Donne con figli/e affidati/e ai S.S. 3 Responsabili delle violenze alle donne (risposta multipla) Coniuge 3 Convivente 5 Altro parente 1 padre 1 madre 1 Bambini/e ospitati/e che hanno subito violenza (risposta multipla) Violenza fisica - Violenza psicologica 2 Violenza sessuale - Violenza assistita 4 Violenza economica 1 Conseguenze delle violenze osservate sui figli/e (risposta multipla) Paura 1 Ansia 1 Altro 4 Responsabili delle violenze ai figli/e (risposta multipla) Padre 5 Partner della madre - Altri familiari - * riguarda le donne non coniugate ma conviventi 16

2.5 Commenti riflessioni sui dati dell ospitalità Sommando per il solo anno 2006 il numero delle donne ospitate nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto (8) e nella Casa Dafne (8), ci accorgiamo che il numero delle donne straniere che hanno bisogno di un luogo sicuro è aumentato. Delle 16 donne ospitate nelle due case, 8 sono straniere contro le 6 del 2005. Questo dato conferma un ampia differenza tra la percentuale di donne straniere accolte e quelle ospitate. Un altro dato interessante riguarda la situazione lavorativa delle 16 donne ospitate, inesistente per 14 di esse, il che ha comportato la costruzione di progetti di ospitalità complessi che hanno richiesto anche la ricerca di un lavoro, spesso di un primo lavoro. A differenza della Casa Dafne, nella Casa Rifugio in cui la segretezza fa parte del progetto stesso, tutte le donne hanno dichiarato di subire pesanti violenze fisiche accompagnate da pericolose minacce di morte. Essendo in molti casi coniugate, l assistenza legale è stata una delle esigenze primarie per avviare o concludere la separazione legale oltre che di fatto dal partner, e/o per richiedere un procedimento di allontanamento del familiare violento. Questi fattori, ai quali talvolta si aggiunge anche la necessità di reperire una nuova casa, ha prodotto un progressivo aumento dei periodi di ospitalità superiori ai 6 mesi. Tutti i/le figli/e (Casa Rifugio+Casa Dafne=16) hanno subito una qualche forma di violenza: hanno assistito alle violenze subite dalla madre (violenza assistita); hanno subito violenza psicologica, spesso sottoforma di manipolazione della situazione o, ancor peggio, di colpevolizzazione; 2 bambini/e ospitati nella Casa Rifugio hanno subito violenza fisica. In 15 casi il responsabile delle violenze è il padre; nel restante caso, il partner della madre. 2.6 Il lavoro svolto con le donne ed i/le minori ospitati: il progetto Sostenere la genitorialità e Ascoltare i minori maltrattati o abusati nell ambito del Programma Provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell infanzia e dell adolescenza: azioni di contrasto agli abusi e di maltrattamento in danno ai minori Negli ultimi anni Linea Rosa, dopo la realizzazione del progetto Baby Casa, grazie al quale ha aiutato le donne/madri accolte nel Centro di Prima Accoglienza o ospitate nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto 1 con un servizio di babisitteraggio finalizzato al raggiungimento dell indipendenza economica, ha costituito al suo interno un gruppo di lavoro sulla genitorialità delle donne e questo nella convinzione che esso sia molto importante per offrire un miglior sostegno alle necessità dei/le loro figli/e. La funzione del gruppo di lavoro, costituito da una psicomotricista, una psicologa, una babysitter ed una operatrice di Linea Rosa, è dunque quello di aiutare i/le bambini/e ad elaborare modalità di relazione diverse da quelle violente alle quali sono stati abituate. Incrementare il benessere dei minori riconoscendo la madre come soggetto attivo e protagonista di scelte, e dare ascolto e accoglienza ai/le bambini/e ospiti nella Casa Rifugio e della Casa Dafne, sono così divenute attività sempre più prioritarie di Linea Rosa e questo nella consapevolezza acquisita secondo la quale la disponibilità all ascolto dell adulto è una delle principali attività che possono contribuire a rendere sempre meno sommerso il fenomeno dell abuso sul minore. 1 L associazione Linea Rosa gestisce un Centro di Prima Accoglienza e Due Case-Rifugio in convenzione con il Comune di Ravenna: dal 1998 la Casa Rifugio ad Indirizzo Segreto e, dal 2005 la Casa Dafne, nata per favorire il graduale reinserimento sociale. Dall apertura del Centro (dicembre 1991) al 31/12/ 06 sono state accolte 2576 donne. Il numero complessivo delle donne straniere che si sono rivolte al Centro è 466 (18.1%). Va rilevato che la percentuale è gradualmente cresciuta negli anni. Nel solo periodo 01/01/2001-31/12/2006 le donne straniere sono 355 (22.8 %). Per il solo anno 2006 Linea Rosa ha accolto 304 donne (257 donne accolte per la prima volta nel 2006 + 47 donne che continuano il percorso dagli anni precedenti). Dall apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto (novembre 1998) al 31/12/ 06, Linea Rosa ha ospitato 56 donne (31 italiane + 25 straniere) e 69 bambini/e. La Casa Dafne, dal gennaio 2005 al 31/12/2006 ha ospitato 11 donne (6 italiane + 5 straniere) e 9 bambini/e. 17

La rilevazione statistica condotta da Linea Rosa assieme ai Centri Antiviolenza emiliano-romagnoli, in accordo con la Regione Emilia Romagna 2, dimostra che i/le minori ospitati sono spesso vittime di violenza diretta da parte del partner della madre oppure della violenza agita sulla madre stessa. L abuso/maltrattamento è sempre una forma di violenza fisica e/o psicologica esercitata sui bambini in modo tale da non lasciare loro alcuna possibilità di esprimere il proprio consenso o rifiuto. Di norma l abusante appartiene all ambiente sociale in cui il bambino vive (padre, convivente della madre, ecc.). Si è accertato che il maltrattamento ha, di norma, come conseguenza l arresto di uno sviluppo equilibrato del minore. I bambini violati sono feriti non solo sul piano fisico, ma anche a livello psicologico; i danni psicologici sono difficilmente individuabili e spesso affiorano solo dopo lungo tempo. Dall esperienza maturata si può affermare che quando il maltrattamento si consuma in ambito intrafamiliare, i colpevoli mettono volutamente discredito tra madre e figlio affinché sia possibile preservarsi dalla scoperta del crimine commesso. Critiche ingiustificate e osservazioni offensive da parte dell autore dell abuso svalutano la donna nel proprio ruolo di madre e moglie: Tu sei la responsabile dell educazione e non sei in grado di cavartela nemmeno con il bambino. Diventa, quindi, importante il sostegno alla maternità, rivalutando il ruolo della donna come soggetto-risorsa. Molto spesso, nonostante l intimazione al silenzio, le vittime cercano aiuto. Inviano segnali, lasciano indizi per richiamare l attenzione. Tutte le persone alle quali viene affidata la responsabilità sul bambino sono invitate, dunque, a dare ascolto anche alle grida silenziose. Molti bambini non riescono a parlare delle loro esperienze, ed è soprattutto attraverso la comunicazione non verbale, il corpo, che esprimono il loro disagio e sofferenza. I/le bambini/e che hanno assistito o sono state vittime di violenza spesso soffrono di mancanza di autostima, e in molti casi anche di disturbi d ansia e di problemi legati all aggressività. Alcuni/e bambini/e potrebbero manifestare comportamenti autolesionisti. I sintomi psicosomatici sono molto frequenti (problemi legati al ritmo sonno-veglia, mal di stomaco, emicranie, enuresi notturna, disordini alimentari, ecc.). Secondo FREI (1993), Alcuni sintomi fisici e psicosomatici sono: - Cicatrici, ematomi; - Frequenti lamenti per mal di pancia; - Incontinenza urinaria, incapacità di trattenere le feci; - Stipsi diarrea; - Altezza e peso inappropriati per l età del bambino; - Frequente salute cagionevole; - Aspetto gracile, pallido, fiacco, stanco, stremato; - Asma o senso di soffocamento; - Eczema cutaneo; - Emicrania; - Svenimenti e disturbi dell equilibrio; - Turbe del sonno, difficoltà a prendere sonno come pure a rimanere addormentati (interruzioni del sonno), incubi; - Fobie di ogni genere; - Balbuzie, mutismo; - Ritardo nello sviluppo della parola; - Il bambino riprende a succhiarsi il pollice, chiede il ciuccio, il biberon o il peluche, nonostante si sia disabituato da tempo a questi oggetti. Alcuni problemi alimentari sintomatici sono: - Coliche addominali o gastriche, dolori spastici; - Anoressia (per annullare i segni della femminilità); - Adiposità (grasso come strato protettivo); - Bulimia. Alcuni sintomi sul piano del rendimento sono: - Evidente calo di memoria a breve termine, attenzione, costanza; 2 Mi prendo e mi porto via. Le donne che hanno chiesto aiuto ai Centri Antiviolenza in Emilia Romagna, di Giuditta Creazzo, 2003 by Franco Angeli Editore. 18

- Rapida diminuzione del rendimento scolastico; - Disturbi della concentrazione; - Evidente distrazione. Da questa premessa si può dunque dedurre come la valutazione della genitorialità e del recupero delle competenze genitoriali, nonché gli interventi riparativi per ristabilire una sana relazione con l adulto, sono tutte tappe irrinunciabili se si vuole parlare di efficace presa in carico dei minori abusati e/o maltrattati, nonché di prevenzione anche rispetto agli effetti a lungo termine e alla trasmissione intergenerazionale della violenza. E in questa ottica rientrano i progetti Ascoltare i minori e Sostenere la genitorialità. Entrambi i progetti, avviati a partire dall anno 2005, sono il frutto del lavoro congiunto tra l associazione Linea Rosa, il Consorzio per i Servizi Sociali, la Provincia ed il Comune di Ravenna nell ambito del Programma Provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell infanzia e dell adolescenza: azioni di contrasto agli abusi e di maltrattamento in danno ai minori. Il progetto Ascoltare i minori si propone di dare ascolto e accoglienza ai/le bambini/e ospiti della Casa Rifugio e Casa Dafne, mentre il progetto Sostenere la genitorialità di lavorare con le madri sulla loro capacità genitoriale, in modo tale da offrire un miglior sostegno alle necessità dei/le loro figli/e, ed incrementare il loro benessere riconoscendo la madre come soggetto attivo e protagonista di scelte. I progetti pur essendo distinti, nel loro aspetto pratico si sovrappongono. L ospitalità assieme alla madre in una struttura protetta costituisce nella vita di un bambino una situazione di vita anomala, poiché si ritrova in un luogo di vita non suo, spesso in circostanze affrettate e con una scarsa preparazione a questo cambiamento, con l obbligo inoltre di condividere il nuovo spazio con altre donne ed altri bambini. La rottura con la precedente vita, che pure presentava fattori di rischio, è una specie di terremoto per il bambino e può portare ad un disagio che è importante monitorare. Di entrambi i progetti la donna viene informata sia dall operatrice di riferimento 3 sia dalle referenti del progetto, con le quali svolge incontri mensili nel periodo di permanenza nella casa per comprendere le dinamiche legate alla situazione in cui i bambini si trovano. Le aree di intervento sono: Il progetto di osservazione Il sostegno ai compiti Il baby-sitting Il sostegno alla genitorialità Il progetto di osservazione si sviluppa nell osservare lo stato di salute del/la bambino/a che si evidenzia in particolare modo nelle: dinamiche relazionali che si sviluppano nel gruppo-casa; modalità attraverso le quali si manifesta lo stato emotivo (in sovraccarico o anche in congelamento delle dette emozioni), un eventuale disagio, che ci evidenzia una richiesta d aiuto da parte del bambino e che ci porta a mettere in atto strategie di aiuto. Le fasce di età dei minori osservati vanno dalla prima infanzia ai 18 anni. I minori maschi ospitati nelle case rifugio non possono superare i 14 anni 4 di età. Gli interventi svolti sui piccoli ospiti investono diversi ambiti. Per i minori che frequentano la scuola dell obbligo, ad esempio, diventa importante il sostegno nei compiti, in quanto anche l osservazione del percorso scolastico offre segnali interessanti sullo stato del bambino e del suo eventuale disagio, basti pensare al calo del rendimento scolastico e alle difficoltà di attenzione. I momenti di baby-sitting, invece, sono indirizzati verso giochi di gruppo o attività creativo-manuali che si strutturano comunque partendo dalle proposte degli stessi bambini e possono rappresentare momenti di coinvolgimento per tutti i bambini presenti, indipendentemente dall età (tenendo conto ovviamente del desiderio degli stessi a partecipare). Il sostegno ai compiti ha 3 E l operatrice che segue la singola donna nel suo progetto di ospitalità. Nel corso della settimana, l operatrice svolge uno più colloqui individuali con la donna a secondo delle necessità e delle fasi del progetto. 4 Ospitare ragazzi adolescenti di età superiore ai 14 anni comporterebbe un problema di convivenza all interno delle case rifugio pensate ed organizzate per donne vittime di violenza, che si sentirebbero così limitate nella loro sfera personale e privata, specie se, come è accaduto già con adolescenti di età inferiore, i figli maschi ripropongono modalità aggressive assimilate dal familiare maltrattante. 19

previsto mediamente un incontro alla settimana; mentre il servizio di babisitteraggio a seconda delle esigenze. Generalmente è la madre a fare richiesta di ospitalità presso il Centro Antiviolenza e nella fase iniziale è necessario svolgere una valutazione della coppia madre-bambina/o. È altrettanto importante preparare il/la bambino/a alla vita nella Casa Rifugio ed alla relazione con le operatrici e volontarie del Centro Antiviolenza, quindi, agli inevitabili cambiamenti e questo allo scopo di fornire un senso di sicurezza (naturalmente questa preparazione viene fatta considerando l età della/del bambina/o). Pertanto ai piccoli ospiti vengono spiegati gli obiettivi e le attività del Centro Antiviolenza, rassicurandoli sul fatto che si trovano in un luogo sicuro ed informandoli sulle regole di convivenza e sulla regola della segretezza 5. Le aree di intervento hanno l obiettivo di aiutare il/la bambino/a a riconoscere le esperienze vissute, offrendo al/la bambino/a la possibilità di esprimere il disagio, il vissuto rispetto alla violenza subita e all ospitalità nella Casa Rifugio/Dafne, aumentando l autostima del minore abusato o maltrattato ed aiutandolo a comprendere le conseguenze traumatiche che le violenze subite provocano. La Metodologia Una difficoltà nell osservazione è quella di trovare una posizione sufficientemente pulita per fare una osservazione più distaccata possibile da inquinamenti emozionali anche se, come sappiamo, l osservazione oggettiva non esiste, poiché la relazione, soprattutto con i bambini, coinvolge sempre al livello emozionale. Premesso questo, si è svolta dando il massimo spazio alla situazione dove i bambini trovano l espressione massima di se stessi, e cioè la situazione del gioco spontaneo, attraverso il quale esprimono il proprio mondo interiore, i loro conflitti e problematiche, trovando con il gioco le vie di elaborazione di quest ultime. Con l aiuto di materiali facilitatori, abbiamo così lasciato i bambini agire in libertà sotto la nostra costante supervisione. L adulto è infatti una figura garante della sicurezza e della giustizia, ma l aspetto fondamentale consiste nella relazione che instaura con il bambino. Questa relazione si deve fondare su: un rapporto di fiducia autentico, senza ricerca di seduzione, quindi, di manipolazione da parte dell adulto, poiché in tale caso, il bambino non sarebbe libero di agire liberamente; l adulto è una persona sulla quale il bambino può contare e con la quale può esprimere il proprio disagio; sul non-giudizio in rapporto al bambino; stare attenti a non alzare le proprie aspettative in rapporto ai bambini, si lavora qui ed ora su un tempo che non è sempre determinato dall inizio in modo specifico, ma è comunque un tempo breve. L unica regola imposta è stata dunque quella di non farsi male né a se stessi né all altro. Il gioco spontaneo non è stata l unica situazione osservata; ma anche l agire, l interagire dei bambini in tutte le situazioni e relazioni in cui sono stati coinvolti, e le loro modalità in queste situazioni. I luoghi utilizzati per le osservazioni si suddividono in due grandi categorie: la casa ed il fuori casa. Nella prima abbiamo osservato, oltre alle situazioni di gioco, il riallaccio alla madre ed i tempi fuori gioco rappresentati da alcuni rituali di casa come la merenda, l andare in bagno, ecc. Per quanto riguarda il fuori casa, abbiamo osservato alcuni rituali come l uscita dalla scuola, il tragitto scuola-casa, ecc. Tra i materiali facilitatori abbiamo utilizzato: una batteria di materiali simbolici come teli e foulard di stoffa, pupazzi archetipici (gli eroi, il cattivo, i mostri, fattoria con animali, macchinine, ecc.) una batteria di giochi da tavola (memory, tombola, gioco dell oca, ecc.) materiali per la rappresentazione simbolica, come colori, pennarelli, plastilina ecc. 5 L inserimento nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto e nella Casa Dafne è vincolato alla condivisione con la donna di un progetto (perché la donna entra nella casa, per quanto tempo, per fare che cosa, ecc.) ed all accettazione di un Regolamento pensato per la sicurezza delle ospiti e dei/le figli/e, nonché per la migliore convivenza possibile fra donne tra loro estranee che non hanno scelto di vivere assieme. Il Regolamento si compone di alcune regole, tra le quali una in particolare riveste una grande importanza, cioè la segretezza dell indirizzo, che non deve essere rivelato. 20

In alcuni casi, assieme all Assistente sociale e al Nucleo Operativo Distrettuale Abuso e Maltrattamento 6 si è valutata, inoltre, la necessità di affiancare alle osservazioni di gruppo un lavoro individuale con la/il bambina/o. Gli incontri sono diventati così momenti pensati su misura del/della bambino/a, il/la quale ha potuto esprimere liberamente le proprie emozioni, sentimenti, vissuti cercando di elaborarli assieme ad una psicoterapeuta. Le osservazioni di gruppo si sono svolte mediamente 2 volte a settimana, per due ore ciascuna. Principalmente le osservazioni, sia di gruppo sia individuali, si sono svolte all interno delle case, ma si sono altresì svolte delle uscite in certi luoghi significativi per i bambini, come la biblioteca per ragazzi Casa Vignuzzi, il laboratorio La Lucertola, il Centro Multimediale dell Emeroteca di Ravenna, tutte molto interessanti perché permettono l osservazione dei bambini con gli estranei e, come sappiamo, l atteggiamento può essere molto diverso dentro e fuori casa. Le attività di gruppo e individuali di norma tengono in considerazione le diverse età dei partecipanti e il loro livello di sviluppo, oltre a rispondere ai bisogni dei minori appartenenti a minoranze etniche. Molta attenzione è stata riservata anche a ciò che riferisce verbalmente il/la bambino/a rispetto a chi è assente fisicamente, ma col quale ha una relazione affettiva significativa (per esempio il padre dal quale è separato in questa situazione di ospitalità in casa rifugio, o altra figura, come i nonni, e chiunque altro rientri nella sua sfera affettiva). Oltre al gioco abbiamo strutturato momenti incentrati sull arte-terapia e sulle attività ricreative. L arte-terapia è un importante metodo di comunicazione, valutazione e cura. Il/la bambino/a utilizza l'arte per esprimere i propri sentimenti e le emozioni che non sarebbe altrimenti in grado di verbalizzare. Disegnare, dipingere, scolpire, scrivere poesie, fare teatro, musica, o raccontare favole può aiutare le/i bambine/i a liberarsi delle tensioni e dell'ansia accumulate. Fino ad oggi le attività si sono concentrate sul disegno libero. Contemporaneamente all osservazione sui minori, si è svolto il lavoro sulla genitorialità, che ha previsto incontri settimanali con la coppia madre-bambino nel corso dei quali ne abbiamo osservato le interazioni, aiutando la madre a lavorare sul hic et nunc delle sue difficoltà interattive con il bambino, contenendo i suoi dubbi e le sue ansie rispetto alla propria capacità genitoriale. Abbiamo, inoltre, utilizzato una serie di domande e richieste, di esempi di domande, richieste di esempi concreti, problem solving, al fine di riportare l attenzione della donna sulla sua relazione con il/la figlio/a, e sul proprio modo di interagire con lui/lei, aiutando e favorendo la comunicazione tra madre e figlio-a, e nella gestione del conflitto, rimarcando inoltre come l atteggiamento ed il corpo rivesta significati precisi. Le osservazioni svolte dal settembre 2005 al settembre 2006 Nel periodo settembre 2005 - giugno 2006 abbiamo osservato 5 donne con 9 figli (8 maschi e 1 femmina) di età varia. Al momento dell uscita dalla Casa Rifugio/Dafne abbiamo somministrato ad ogni donna un questionario di valutazione ricavandone i seguenti elementi: Le donne ospitate hanno valutato come ottima e discreta la permanenza nella Casa Rifugio e Casa Dafne perché vi hanno trovato una situazione di tranquillità e protezione. Le donne hanno ritenuto utile la restituzione delle attività di gioco e di ascolto effettuate. Le donne hanno osservato come sia gradualmente mutato il comportamento dei rispettivi figli che da aggressivo ed agitato si è fatto man mano più rilassato e sereno. La relazione con le altre donne ospiti è stata ottima e discreta per un sostegno concreto e morale reciproco. La relazione tra i bambini ospiti all interno della stessa casa è stato ottimo, si sono trovati bene. 6 E un gruppo di lavoro multidisciplinare costiuito da operatori socio-sanitari, del mondo del volontariato e più in generale da tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nel sostegno ed aiuto a minori abusati e maltrattati (operatrici di Linea Rosa, assistenti sociali, neuropsichiatria, psicologa, pedagogista, ginecologa, ecc.). Il Nucleo Operativo a seconda dei casi in esame si incontra con cadenza mensile per individuare un intervento integrato ed univoco che sia di sostegno a madrefiglio/a. Il Nucleo Operativo non ha una funzione decisionale ed invasiva, piuttosto di orientamento ed elaborazione di una strategia adeguata a sostegno della situazione in esame. Per quanto riguarda l associazione Linea Rosa, le donne-madri ospitate nella Casa Rifugio e Casa Dafne sono informate di questa possibilità che rientra nei due progetti Sostegno alla genitorialità e Ascoltare i minori. 21

Molte donne hanno raccontato la loro difficoltà nel contenere l emotività esplosiva dei figli nei loro confronti e nel gestire la rabbia e gli attacchi aggressivi, sia di tipo verbale che di tipo fisico (come ad esempio lancio di oggetti), segni di un disagio profondo derivante probabilmente dal vissuto di violenza assistita. Il lavoro sia sulla genitorialità sia con i minori permette di dare un senso a questi comportamenti, spesso dovuti alla possibilità offerta al/alla bambino/a di esprimere, in un ambiente protetto e sostenuto dall adulto, ciò che prima era trattenuto. L offrire a loro uno spazio, un gioco, un attività dove esprimere il loro disagio permette di elaborarlo, di dare un senso alla loro esperienza. La vicinanza degli adulti permette di aiutare il/la bambina a decolpevolizzarsi (il bambino di norma si da la colpa di quanto accaduto), di dargli informazioni adeguate su cosa gli sta accadendo e su cosa potrà accadere. 22