La città come contenitore di storia Prof. Stefano Maggi



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La città come contenitore di storia Prof. Stefano Maggi

Considerazioni sparse (sul senso dell antico in relazione al paesaggio urbano contemporaneo e proiezione nel futuro...) # Tema del paesaggio urbano (come agrario) a livello di percezione da parte della gente si iscrive oggi in una prospettiva estetica: anche per gli antichi: Erodoto II,137, Bubasti edone idesthai; Omero, Od. VII,43ss. thauma idesthai # per pochi, pochissimi ormai, in una prospettiva funzionale (piazza per gli antichi = luogo di incontro per a) scambio b) attività amministr. c) vita relig.)

Il tema del paesaggio urbano si può cogliere # anche in una prospettiva che potremmo definire morale (antichi): Per Atene il 479 a.c. (distruzione persiana, cui segue divieto di ricostruire a sempiterna memoria...) è una sorta di anno zero Rossellini Germania anno zero 1947; K.Vonnegut, Mattatoio n.5, 1969, Dresda e i crateri delle bombe. # direttamente connessa a ciò è la prospettiva storica: tombe micenee nella Grecia dell VIII sec. eroi fondatori fori romani = luoghi delle memorie civiche (Paestum: t. di Mens, statua di Marsia)

città = lieu de mémoire Città e paesaggio dunque organismi viventi, con una loro storia, nella loro immagine noi possiamo leggere una sorta di biografia: città nella sua struttura materiale è contenitore di storia ; la stessa cosa vale per il paesaggio. Ma cos è la storia? La storia è essenzialmente la conoscenza di un cambiamento, di cambiamenti: questa è una delle ragioni del suo valore pedagogico (M.Bloch); la storia è studio delle differenze... Detto questo, voglio partire da un punto che penso di poter dire ampiamente condiviso (in realtà non tutti pensano che sia così ): l inefficacia di un insegnamento della storia avulso da un qualsivoglia aggancio all esperienza quotidiana dei ragazzi; il passato in tal modo risulta per essi un conglomerato informe, senza spazio e senza tempo, senza cioè gli assi cartesiani della storia stessa (D.Ambaglio). Su questo bisogna anzitutto lavorare: - sviluppare una geografia per la storia (soprattutto avvicinare i giovani al concetto di paesaggio naturale e costruito - insistere sulla misura del tempo (misurare le distanze dal presente gradualmente: per generazioni, ad es.). - insistere sulle misure dello spazio!!!

Cos'è la città antica? La polis greca era prima di tutto comunità di uomini. Per Alceo fr. 112, sono gli uomini il bastione possente della città (ανδρες γαρ πολιος πυργος αρευιος ); Erodoto 8,61,1-2, racconta come, prima della battaglia di Salamina, Temistocle fece capire ai Corinzi che gli Ateniesi avevano una città e un territorio ben più grandi del loro, perchè possedevano duecento navi in pieno assetto; Tucidide 7,77,7, riporta il discorso in cui Nicia dice con chiarezza agli Ateniesi, rimasti senza flotta in Sicilia, che gli uomini sono la città non le mura né le navi vuote di uomini; in Pausania 10,4,1, Panopeo nella Focide è presentata come una piccola città decaduta, nondimeno - dice il Periegeta - gli abitanti hanno cippi di confine con i vicini, mandano rappresentanti al consiglio dei Focesi... Nel mondo greco il modello di città, nel senso di organizzazione fisica dello spazio urbano in relazione alle esigenze della comunità dei cittadini, è elaborato nelle colonie: criterio guida risulta la partizione geometrica regolare (spazio santuariale, agorà, aree abitative e terra); poi si organizzerà architettonicamente lo spazio tempio, ekklesiasterion, bouleuterion,, case, ginnasio, Per Aristotele, Pol. 1267 b 22, Ippodamo fu colui che inventò la città divisa. Nelle fonti Ippodamo è definito meteorologos, studioso dei fenomeni celesti. Certo, la ripartizione ippodamea delle aree in un contesto come quello della città integrata (nella quale, cioè tutti i cittadini sono arruolati e si integrano a vicenda secondo la distribuzione dei ruoli, tutti teoricamente alla pari come importanza) si impone come tentativo di soluzione a priori della città stessa (così a Turi: Diodoro XII, 10, 7).

Nel mondo romano si prosegue su queste tendenze: eredità di Ippodamo? Come per Ippodamo, l attività professionale di Vitruvio è qualificata attraverso l uso di alcune famiglie semantiche riconducibili a un unico ambito concettuale: suddividere, spartire, tagliare in lotti. Nella sua opera, infatti, si trattano: - le divisioni delle aree urbane in rapporto alle zone del cielo: I,6,1, moenibus circumdatis secuntur intra murum arearum divisiones platearumque et angiportuum ad coeli regionem directiones (I,6,2: descrizione dei venti) - la destinazione delle aree a impianti pubblici in funzione della convenienza e delle esigenze della cittadinanza: I,7,1, divisis angiportis et plateis constitutis arearum electio ad opportunitatem et usum communem civitatis est explicanda aedibus sacris foro reliquisque locis communibus. et si erunt moenia secundum mare, area ubi forum constituatur eligenda proxime portum, sin autem mediterranea, in oppido medio. L impianto regolare di una città di fondazione non è questione di tirare linee astratte, richiede interventi mirati, attenti al territorio, al suo assetto: sistemazioni idrauliche, ad esempio, in considerazione del deflusso delle acque, dell irrigazione; orientazioni in funzione dell esposizione ai venti e alle correnti; terrazzamenti di pendii; regolarizzazione di precedenti piste itinerarie;... La correlazione urbanistica tra città e territorio (vignette gromatiche) e, all interno della città, tra le sue stesse parti è un coordinamento sempre avvertibile in maniera chiara, inequivocabile, nella sua fisicità, nella sua architettonicità.

Oggi tutto ciò sembra perso Si è perso o perlomeno si è indebolito il legame con la tradizione, ma soprattutto tra forma urbana e corpo civico Difficile cogliere nelle città moderne un principio d ordine per le esigenze della comunità (solo nei centri storici, a volte ): v è sostanziale equivalenza dei luoghi e spazi comuni, tra loro perfettamente intercambiabili (la piazza è come l agorà (sic) dei centri commerciali), senza identità, ma anche senza coordinazione (né sul piano funzionale, né sul piano estetico) Gregotti: caos atopico, l identità di una città prima traeva forma dal legame con il contesto materiale, storico e sociale; oggi la città è diventata un non luogo (o un insieme di non luoghi ), perché è entrato in crisi il principio di integrazione tra struttura fisica e struttura umana, configurazione sociale della cittadinanza. Ridley Scott, Blade Runner: si vive veramente solo all interno della casa, bellissime, illuminate, fuori è caos e buio (e stridor di denti )

Per fortuna non sempre è così Le Corbusier: rapporto luce / ambienti di vita Rapporti dimensionali antropometria antica Modulor Bruno Munari: forma, deve avere la naturalezza delle cose prodotte dalla natura. Ettore Sottsass: lo spazio costruito è reale quando contiene, integra e completa la sua storia, e dunque un architetto deve accostarsi a un luogo senza gesti di arroganza, ma tenendo in conto l ambiente storicizzato,. Curando i materiali, i colori, gli orientamenti del sole, dei venti Biennale di Venezia 2012: tanti esempi positivi.

Un sistema di misure antropometrico Vitr. III,1,5 «nec minus mensurarum rationes, quae in omnibus operibus videntur necessariae esse, ex corporis membris collegerunt, uti digitum, palmum, pedem, cubitum» i computi delle misure che sembravano necessarie in ogni opera li presero dalle membra del corpo - come il dito, il palmo, il piede, il cubito Vitr. I,2,4 «uti in hominis corpore e cubito, pede, palmo,digito ceterisque particulis symmetros est eurythmiae qualitas, sic est in operum perfectionibus» come nel corpo dell uomo la qualità dell euritmia è commisurata dall avambraccio, dal piede, dal palmo, dal dito e dalle altre particelli, così è anche nel perfetto e completo edificio

E qui arriviamo al centro del ragionamento: Il sistema di misurazione antropometrico. Gli antichi sistemi di misura erano sempre riferibili a qualche elemento facilmente percepibile e comprensibile, sia come scelta dimensionale sia come significato allusivo, in genere di derivazione antropometrica, cioè collegabile con una o più parti del corpo umano (ciò vale anche per le misure di superficie). All interno di questo sistema, nel passaggio dall unità di misura ai multipli o sottomultipli regna costante il criterio del rapporto per valori interi o frazionari facilmente definibili e comprensibili: un piede è composto da quattro palmi, un palmo da quattro digiti, ecc. [ Vitr., III,1,5, mensurarum rationes, quae in omnibus operibus videntur necessariae esse, ex corporis membris collegerunt, uti digitum, palmum, pedem, cubitum ]

Digitus (dito) Palmus (palmo) Pes (piede) Cubitus (gomito) cm 1,85 cm 7,40 cm 29,60 cm 44,40 24 6 1½ 1 16 4 1 4 1 Pes (piede) Gradus (passo) Passus (doppio passo) cm 29,60 cm 73,90 cm 147,80 5 2 1 2½ 1 1 1

Symmetria Eurythmia Vitr. I,2,3 Eurythmia est venusta species commodusque in compositionibus membrorum aspectus. Haec efficitur cum membra operis convenientis sunt altitudinis ad latitudinem, latitudinis ad longitudinem et ad summam omnia respondent suae symmetriae L euritmia consiste nel bell aspetto e nella visione armonica offerta dalla combinazione delle singole parti. Essa si realizza quando le parti di un opera hanno un altezza proporzionata alla larghezza, una larghezza proporzionata alla lunghezza, insomma quando tutte quante rispondono alla simmetria che si addice loro (Romano) L euritmia è la leggiadra figura e il commisurato aspetto dei membri della composizione. Si ottiene quando i membri dell opera sono armonici di altezza rispetto alla larghezza e di larghezza rispetto alla lunghezza, quando insomma tutti corrispondono alla loro giusta rispettiva commisurazione (Ferri) Vitr. I,2,4 Item symmetria est ex ipsius operis membris conveniens consensus ex partibusque separatis ad universae figurae speciem ratae partis responsus. La simmetria appunto è il collegamento armonico dei singoli membri dell edificio: più particolarmente è la corrispondenza proporzionale computata a moduli delle singole parti considerate a sé, rispetto alla figura complessiva dell opera (Ferri)

Anche le misure di superficie avevano come base il piede; nel sistema romano, l'unità fondamentale si deve riconoscere nello iugerum, cioè la superficie media di terreno che poteva essere arata in una giornata da una coppia aggiogata di buoi. Uno iugerum è pari a due actus quadrati - lactus è la distanza pari a 120 piedi che la coppia di buoi può percorrere di getto alla sollecitazione del contadino - due iugera formano un heredium, la porzione base dell'assegnazione coloniaria; 100 heredia formano una centuria. Anche in questo caso le entità in gioco si presentano immediatamente e chiaramente percepibili nel loro significato intrinseco e nel loro rapporto con la quotidiana attività dell'uomo. Voi direte. Ma oggi da noi non si coltiva quasi più... Si tornerà a coltivare, molto giovani già lo stanno facendo.

actus quadratus = 120 x 120 pedes (circa 35,5 x 35,5 metri) iugerum = 240 x 120 pedes (circa 71 x 35,5 metri) heredium = 240 x 240 pedes (circa 71 x 71 metri) centuria = 2400 x 2400 pedes (circa 710 x 710 metri)

Schema di centuria Centuria = 100 heredia = 200 jugera 400 actus lotto di piena proprietà, trasm. Quod uno iugo boum per eredità in die exarari posset in quo boves agerentur cum aratro uno impetu iusto

Metaponto

Posidonia/Paestum

Aosta

Oggi ci si trova immersi in un ambiente costruito strettamente legato al sistema metrico decimale, ad un sistema creato su presupposti di ordine puramente razionale e astratto che, come la relazione tra il metro campione e la lunghezza del meridiano terrestre, esulano da ogni possibile confronto con gli elementi concreti ordinariamente offerti alla nostra esperienza dal mondo naturale. Ciò può avere gravi conseguenze. Una delle tendenze più pericolose della moderna architettura è rappresentata dal sovradimensionamento delle strutture (o, all opposto, da una eccessiva riduzione dimensionale). Alla fine degli anni 70 si è affermato in architettura il movimento della Bigness. L entità al posto dell identità : in questo slogan c è tutto il male che può derivare da una architettura che programmaticamente pone dubbi là dove c erano certezze, trasforma la città da una sommatoria di evidenze in un accumulo di misteri. Il punto di arrivo non può che essere la città generica, spogliata di una propria identità, perchè l identità concepita come modo di condividere il passato è un affermazione perdente ; siamo oltre il concetto di non luogo, siamo al Junkspace, spazio spazzatura, spazio ciarpame. Anche senza arrivare a tali fenomeni radicali, l architetto di oggi, che misura tutto in metri, trova ovvio stabilire le dimensioni delle proprie costruzioni secondo multipli interi del metro stesso o secondo sottomultipli di tipo decimale: le dimensioni quasi sempre non hanno alcuna relazione con quelle umane e non sono in relazione armonica tra di loro, dovendo sottostare alla ferrea regola decimale anziché al più sottile e flessibile gioco dei rapporti che presiede invece all impianto di tutte le architetture antiche..quindi, un recupero dell antropometria si impone.!

MVRDV, Olanda: Freeland