Georg Wilhem Hegel L Idealismo Assoluto 1

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Georg Wilhem Hegel L Idealismo Assoluto 1 Vita e opere Hegel (1770-1831) trascorse una vita dedita allo studio, alla ricerca e all insegnamento, tenendo corsi nelle principali università della Germania. Nacque nel 1770 a Stoccarda e, dopo gli studi al collegio filosofico di Tubinga in compagnia del poeta romantico Holderlin e del filosofo Schelling, lavorò per un certo periodo come precettore privato. Nel 1801 cominciò, grazie anche all amico Schelling, la sua carriera universitaria a Jena, il centro culturale più vivace della Germania dell epoca, e la collaborazione al Giornale critico di filosofia. A causa dell invasione napoleonica della città fu costretto a trasferirsi a Norimberga dove divenne rettore del ginnasio. In seguito fu professore a Heidelberg e a Berlino, capitale del Regno di Prussica, succedendo a Fichte e attirando un gran numero di studenti stranieri. L attività accademica contribuì notevolmente alla diffusione delle sue opere e del suo pensiero, che divenne la teoria ufficiale dello Stato prussiano. Morì nel 1831. Le sue opere principali sono: Differenza fra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling;Fenomenologia dello Spirito;Scienza della logica;enciclopedia delle scienze filosofiche. Genesi del progetto filosofico Hegel vuole cogliere la verità di tutte le realtà che ci circondano, nelle quali l uomo vi è immerso col pensiero e con l azione (l uomo pensa e agisce nel mondo). La sua filosofia, ultima espressione della metafisica occidentale, si sviluppa da una duplice riflessione sull esistenza, dall influenza esercitata su di lui da Eraclìto e, infine, dal confronto critico con i sistemi di Fichte e di Schelling. Osservando le molteplici forme in cui la realtà esterna si manifesta (la natura e i prodotti dell uomo, quali l arte, la filosofia, la comunità politica, ecc), egli le interpreta, data la loro eccezionalità, come espressioni del divino. Nel mondo il filosofo tedesco rinviene la presenza del divino e di conseguenza intuisce che esso debba essere compreso unitariamente, in quanto rappresentazione di Dio. Fedele alla concezione idealista, Hegel identifica Dio con l Uomo, con il Pensiero: tuttavia, egli muove profonde critiche ai suoi predecessori. Nell impostazione fichtiana, gli elementi per lui inaccettabili sono: 1) l Infinito ridotto a meta ideale e irraggiungibile del finito ( cattiva infinità ). Poiché il finito, per ricongiungersi con l infinito, è lanciato in un processo senza fine (giacchè se lo portasse a termine cesserebbe di esistere in quanto lo sforzo è la condizione della moralità), l Infinito non supera veramente il finito perché lo fa continuamente risorgere; 2) l Io quale punto di partenza da cui dedurre tutta la realtà. Creando il non-io come ostacolo esterno, Fichte è ricaduto nel dualismo ontologico kantiano. Hegel riconosce invece a Schelling il merito di aver rappresentato meglio l identità assoluta dello Spirito. Egli però, giudica l Assoluto di 1 La storiografia filosofica si riferisce con questa dicitura al tentativo hegeliano di compiere la sintesi tra idealismo soggettivo e oggettivo. 1

Schelling statico e indifferenziato, ossia privo di quelle contraddizioni interne necessarie a dare ragione della molteplicità di opposizioni che si evidenziano nel mondo reale (l idealismo di Schelling non è dialettico). Hegel mira a superare i limiti ravvisati nei suoi predecessori facendo dell Assoluto una totalità che si articola nelle cose reali e finite attraverso il proprio sviluppo dialettico. L oggetto viene così concepito come un esplicazione del Soggetto, il finito è cioè l Infinito. L hegelismo incarna dunque perfettamente il motto dell idealismo tedesco secondo cui Tutto è Spirito. Hegel si propone quindi di edificare un titanico progetto di teologia filosofica nel quale ogni aspetto della realtà viene ricondotto a Dio. Più precisamente l idealismo di Hegel si configura come la storia interiore di Dio, del suo intimo dispiegarsi nel finito. Ora Hegel deve spiegare innanzitutto quale sia la natura di Dio e poi perché e in che modo Egli si faccia mondo. Il Soggetto spirituale infinito viene da lui denominato principalmente con i termini sinonimici di Idea o di Ragione, ma anche con quelli di Ragione storica, Assoluto, Soggetto, Infinito e con l espressione Spirito del mondo. Dio è un entità infinita, spirituale e razionale che si manifesta nel mondo perché è inadeguato a se stesso, giacché si percepisce ma non si conosce, come se la sua condizione primordiale fosse quella del sogno e non della veglia 2. In quanto razionalità pura, Dio è dunque animato dal desiderio di conoscere se medesimo ma per poterlo fare deve divenire soggetto che guarda e oggetto dello sguardo; per questo Egli si fa altro da sé, entità finita e transeunte (natura e uomo), tornando infine a sé, ossia conoscendo la sua essenza, attraverso l uomo nella filosofia, la quale è definita da Hegel specchio dello Spirito del mondo, Idea che pensa se stessa e verità assoluta e intera, giacché essa, interrogandosi sulla realtà, la comprende come totale manifestazione dello Spirito divino. Dio si serve pertanto dei singoli uomini per realizzare il suo scopo, giacchè la storia, il diritto, lo stato, la scienza, l arte, la religione, di cui essi sono artefici, sono tappe progressive verso l autocoscienza. Stabilito ciò, Hegel deve ora ricostruire la dinamica dello sviluppo onto gnoseologico dell Idea, ossia capire ed illustrare come la Ragione si faccia mondo e gradualmente si autoconosca. Dallo studio del corso della storia e della struttura dell essere, Hegel deduce il modello dialettico triadico, contraddittorio e progressivo applicandolo poi alla Ragione. La dialettica in Hegel è sia la legge di sviluppo del reale sia un metodo conoscitivo, ovvero il modo in cui il sapere umano avanza. La teoria dell amore. Hegel fa esperienza del processo dialettico nel fenomeno dell amore. La dialettica hegeliana nasce dall osservazione dell amore, l evento più vitale dell esistenza. Hegel nota che l accadere dell amore è scandito dalle seguenti tre fasi: Tesi (affermazione): l amante pone se stesso, dice a se medesimo: io sono. Deve cioè in primo luogo necessariamente esistere colui che ama affinché l amore sia possibile. 2 Nello stato del sonno, di cui il sogno è espressione, differentemente da quello della veglia, l attività dei centri nervosi non è piena essendo alcune loro funzioni sospese. 2

Antitesi (negazione): nell amore appartiene poi l uscir da sé da parte di colui che ama, il concedersi all amata, dimenticandosi in essa e con ciò estraniandosi da se stessi. Il darsi all altro implica cioè l alienazione, l oblio di sè. L amante nega così l iniziale posizione di se stesso. Sintesi (conciliazione, superamento o affermazione potenziata): nella donazione a chi ama, l amante ritrova tuttavia se stesso, diviene consapevole di se stesso in modo più profondo. L alienazione, la perdita della coscienza della propria identità nell opposto (l amata) viene superata e ora l iniziale posizione risulta essere arricchita. L amante ritrova se stesso e lo fa con maggiore consapevolezza perché sa ora di avere una coscienza emozionale, di essere un ente animato dall amore, giacché la vita stessa è intessuta di amore. L amore è per Hegel un miracolo, in quanto pur rimanendo l amato e l amante distinti e separati, rivedendo pienamente se stessi nell altro, essi costituiscono un unità differenziata. Ora poiché la vita si svolge in varie forme di relazioni amorose (ogni tipo di intesa o di relazione umana è infatti una manifestazione amorosa) egli ne deduce che nella realtà si trovano contraddizione e conciliazione, ossia che la dialettica è la legge dello sviluppo della realtà e la applica all Assoluto, in quanto concepito come la totalità della realtà, di cui l uomo è parte e strumento per realizzarne lo scopo conoscitivo. Cultura (pensiero) e realtà (famiglia, società civile e stato civile) si sviluppano pertanto dialetticamente. Ogni sintesi è una nuova tesi ma lo sviluppo è a sistema chiuso, culmina con lo stato e la filosofia. Se il dispiegamento dell Infinito nel finito non avesse fine si avrebbe infatti una cattiva infinità, perché l Idea non raggiungerebbe lo scopo dell autocoscienza. La dialettica socratica o arte maieutica. Hegel cita Socrate, il padre del concetto o dell universale, come esempio di dialettica intesa come metodo conoscitivo 3. Socrate passeggiando nell agorà della polis ateniese, era solito porre ai cittadini che godevano fama di essere sapienti, domande definitorie, volte cioè a cogliere l essenza delle cose, la verità. Es. Domanda definitoria: che cos è il bene? Tesi (dell interlocutore); il bene è giustizia. Antitesi (l ironia socratica); l essenza del bene è un altra giacchè bisogna preliminarmente sapere cosa sia giusto e cosa sia ingiusto. Sintesi: (concetto o universale): il bene è la virtù della scienza (la ricerca perpetua della verità) di cui la giustizia è una specie, una forma. 3 Un altro esempio è quello della filosofia milesia della natura. Gli ionici di Mileto spiegano il fenomeno naturale del divenire (movimento e conseguente mutamento degli enti) con la sostanza primordiale o archè, eterna e animata da una duplice forza di uscita ed entrata, in base alla quale tutto ciò che esiste nasce(proviene dall archè) e muore(torna al principio primo). Tesi: Talete. L archè è l elemento fisico dell acqua, giacchè ogni forma di vita nasce dall umido: Antitesi: Anassimandro. L archè non può essere un elemento naturale, in quanto ciò che crea, essendo causa, deve essere necessariamente diverso da ciò che è creato, perché effetto: ora, essendo ciò che esiste finito e materiale, il principio creatore sarà infinito e indefinito. Sintesi: Anassimene. L archè è l aria (elemento fisico come l acqua e infinito come l apeiron). 3

Socrate ha cioè indicato all uomo il metodo per conoscere la verità, fondato su di un affermazione, un ipotesi verosimile e sul senso critico, ossia il dubbio, espresso nella contraddizione. Il sapere è una conquista, un possesso ottenuto a seguito di uno sforzo razionale faticoso, ed è dato dalla conservazione di quanto di buono era presente nella tesi con l aggiunta di ciò che di buono vi era nell antitesi. Hegel ha maturato la concezione dialettica della realtà anche perché influenzato da Eraclìto (per questa sua ammirazione verso l Oscuro e per l enigmaticità stessa delle sue opere, il filosofo tedesco è stato definito l Oscuro redivivo). Per il filosofo greco, la realtà è contraddittoria, l essere è costituito dall unità degli opposti, dal cui conflitto scaturisce il divenire, ossia la vita stessa, la quale è dunque lotta ed opposizione. Anche per Hegel, essendo la natura costituita dagli opposti, la contraddittorietà è la proprietà essenziale del reale. Tuttavia in Hegel c è il momento della sintesi, del progresso, in Eraclito no: la contraddittorietà è armonia, giustizia e vita. Applicazione della dialettica all Assoluto Tesi: Idea in sé. L idea pone se stessa. antitesi: Idea per sé. L idea risulta inadeguata a se stessa e si fa mondo e si aliena perché si da in esso e lo percepisce come altro. Non trovando se stessa la Coscienza diviene infelice, soffre. sintesi: Idea in sé e per sé. È l Idea che si specchia nella filosofia (espressione massima dello Spirito assoluto, ossia del mondo dell arte) e torna a sé, comprendendosi come Ragione dispiegata nella realtà. Anche la dialettica hegeliana, come quella fichtiana, non è da intendersi in senso cronologico:essa ha una struttura puramente logica. Il divenire esiste nella storia umana, lo Spirito nella condizione concreta e materiale del mondo. Assoluto= Ragione che si dispiega dialetticamente nel mondo (esiste concretamente nel mondo nell uomo, nello spirito soggettivo, che poi diviene oggettivo e assoluto), insieme di tutte le espressioni umane, l uomo nella sua radice metafisica (lo spirito soggettivo e anche assoluto è invece l assoluto nella sua esistenza storica, concreta). Doppio processo, ontologico (l Assoluto si fa mondo e uomo) e gnoseologico (al fine di conoscersi). Pensiero=essere. 4

Quando Hegel parla di Spirito del mondo o di Ragione del mondo, si riferisce alla somma di tutte le espressioni umane, perché soltanto l essere umano è dotato di spirito. Se l infinito esiste concretamente nell uomo ed è l insieme di tutte le espressioni umane (famiglia, stato, arte, filosofia), Hegel parla della vita e della cultura dell essere umano. I CAPISALDI DEL SISTEMA HEGELIANO Conseguenze: il finito è ideale, irreale. Tutto è infinito. Ma l uomo è conscio, la natura è inconscia. Immaterialismo, panlogismo(tutto è ragione), panteismo (non spinoziano), immanentismo filosofico. Il finito è l Infinito:la coscienza di entrambi di essere una sola entità la si raggiunge con la filosofia, lo specchio dello Spirito del mondo (la circolarità si chiude). Il singolo individuo è parte dell infinito, così come l albero e il cane. (regno animale, vegetale e minerale sono espressioni dello Spirito, hanno una radice metafisica). Il finito è un prodotto dell infinito nel senso che è la sua oggettivazione. Il mondo ha una struttura necessaria, razionale. Da ciò Hegel trae la scandalosa conseguenza per la quale il mondo ha una natura spirituale (immaterialismo). Tutto ciò che vediamo davanti a noi, non soltanto l uomo e le creazioni del suo spirito, ma anche le cose, le montagne, gli animali e le piante, sono spirito. Il punto di vista limitato dell uomo che ancora non ha raggiunto la comprensione filosofica del mondo, ossia l intero, il risultato, lo induce a credere che esso sia materiale. Il mondo è invece fatto di spirito incarnato, esteriorizzato (consistente e visibile) perché solo lo spirituale è reale. La materia pertanto non esiste realmente, è esteriorità dell Idea, carne di spirito. Il motto dell idealismo Tutto è Spirito trova in Hegel il suo massimo compimento. Quella che lo spirito soggettivo ritiene essere materia, è in realtà Idea nel suo sviluppo, che diviene altro da sé. Il finito è l Infinito. Come Dio che si è fatto carne per uno scopo ma in realtà è Spirito, così l Idea s incarna per potersi conoscere per cui la corporeità propria del mondo spazio-temporale è in verità spiritualità. La materia è Spirito oggettivato, la natura è pattumiera dello Spirito. Così nella vita terrena c è dolore fisico, generazione e corruzione, ma essendo il vero l intero, tutto ciò appartiene sempre al regno della spiritualità, ne è una sua necessaria espressione (per potersi conoscere l Idea deve infatti divenire altro da sé visibile, farsi mondo). La materia è apparenza, non esiste né come prodotto dello Spirito (Fichte), né come entità identità indifferenziata di corpo e spirito (Schelling). 5

Se l infinito si fa mondo e uomo ed è l insieme di tutte le costruzioni dell uomo (si autoconosce nella filosofia, come appunto entità infinita e dinamica, attività che agisce nella storia ed espressione di tutto ciò che esiste) la filosofia hegeliana ha come fondamento la storia umana. Storicismo:essendo la storia governata dalla ragione, ogni evento è necessario, non v è spazio per la causalità, ed essendo la ragione dinamica la storia è teleologicamente orientata verso un progresso indefettibile, necessitato, che si compie con la filosofia. La Necessità è la modalità dell esistente: la vera realtà è necessità:ciò che è reale è in se necessario. Tale necessità si manifesta nella struttura processuale ed ascendente del mondo, che è composto di una serie di gradi o momenti che rappresentano, ognuno, il risultato obbligato di quelli precedenti e dil presupposto obbligato di quelli seguenti. Ottimismo. La verità: ciò che continua a esistere è giusto e lo era ciò che si è imposto in quell epoca (la schiavitù 2500anni fa). Ciò significa che non esistono verità atemporali, eterne e universali su cui fondare l esistenza: ogni cosa è vera o irragionevole in quel determinato periodo e contesto storico, è esatta o sbagliata soltanto in relazione al contesto storico (la schiavitù2500anni fa, le condizioni di vita sono fattori che incidono nello sviluppo del pensiero) e non si può comparare Platone con Kant, entrambi hanno ragione. Possiamo scegliere un esempio più vicino nel tempo: soltanto cento anni fa non era considerato irragionevole bruciare ettari di bosco per poter coltivare la terra. Oggi invece è una cosa estremamente irrazionale perché abbiamo presupposti diversi, e migliori, per valutare questo fatto.certo il kantismo va considerato più vero perchè sono passati2000anni (le acque del corso del fiume della storia si sono dunque ingrossate, vi è più razionalità) ma anche il kantismo verrà superato, pur rimanendo vero per il suo tempo. (Fenomenologia, prefazione). Per Hegel la ragione è qualcosa di dinamico: è un processo. E la verità è questo stesso processo. Non esistono altri criteri, al di fuori del processo strorico, che possano stabilire che cosa sia più vero o più ragionevole. Ad esempio, non si possono isolare pensieri diversi appartenenti al Medioevo, all antichità, all Illuminismo o al Rinascimento e dire che questo è giusto e quello è sbagliato. Analogamente non si può affermare che Platone avesse torto e Aristotele avesse ragione: questo è un modo a-storico di pensare. Non è possibile strappare un filosofo, o un pensiero, dai presupposti storici di quel filosofo o di quel pensiero. però, dal momento che si aggiunge continuamente qualcosa che prima non c era, la ragione è progressiva, cioè la conoscenza umana continua a espandersi e quindi ad andare avanti. Di conseguenza la filosofia di Kant, nonostante tutto, è più vera di quella di Platone, giacchè lo spirito del mondo si è evoluto e si è ampliato da Platone a Kant.sono passati più di duemila anni. Per Hegel la storia è come un corso di un fiume. Ogni minimo movimento dell acqua in un punto preciso del fiume è deciso in realtà dalla cascata e dai vortici a monte, ma dipende anche dai sassi e dalle anse presenti nel fiume nel punto in cui ti fermi ad osservarlo. Anche il pensiero della storia, o la ragione della storia, è paragonabile al corso del fiume. Sia le idee che scorrono attraverso la tradizione degli uomini che hanno vissuto prima di noi, sia le condizioni di vita che dominano l epoca in cui ci troviamo, influiscono sul nostro 6

modo di pensare. Perciò non è dato sostenere che un determinato pensiero vale in eterno, ma che sia giusto o sbagliato nel momento in cui viene formulato. Così Kant non deve credere che le sue verità rimarranno sulle sponde del fiume come pietre irremovibili: anche i suoi pensieri verranno rielaborati, anche la sua ragione sarà oggetto di critica da parte delle generazioni successive. Ciò che continua a esistere corrisponde a ciò che è vero. Ciò che è giusto continua a esistere. Esempio: 150fa, la questione della parità dei sessi era molto dibattuta. Se, al giorno d oggi, confrontiamo le opinioni delle due parti (quella a favore e quella contro), non abbiamo difficoltà a individuare quale delle due presentasse le argomentazioni più razionali. Tuttavia, non dobbiamo dimenticarci che noi abbiamo il senno di poi. Molte persone si vergognerebbero leggendo le affermazioni del nonno in merito alla questione. Lo stesso Hegel, a proposito della parità, pensava che la differenza tra un uomo e una donna è quella che c è tra un animale e una pianta. L animale corrisponde di più al carattere dell uomo, la pianta a quello della donna, perché questa è un più tranquillo dispiegarsi che ha come sui principio l unicità del sentimento. Se le donne fossero a capo del governo, lo Stato sarebbe in pericolo, perché esse non agiscono secondo il postulato dell universalità, ma in base a inclinazioni e opinioni casuali. L educazione delle donno avviene, ma non si sa in che modo, come se assorbissero idee ricavate dalla vita più che da un acquisizione di conoscenze. L uomo al contrario raggiunge la sua posizione soltanto lottando attraverso le idee e per mezzo di duri sforzi tecnici. Questa citazione costituisce un ottimo esempio del come la concezione di ciò che sia razionale continui a mutare: essa ci fa infatti capire che anche Hegel era figlio del suo tempo, come lo siamo noi. Proprio perché, al tempo di Hegel, molti uomini erano convinti dell inferiorità del sesso femminile, essi hanno contribuito ad accelerare la liberazione della donna. Erano stati costretti a formulare una tesi giacchè le donne avevano cominciato a lottare. Quanto più rozzamente si espressero sulla sottomissione delle donne, tanto più forte divenne la negazione o antitesi. Il vero è l intero. Ma l intero è solo l essenza che si completa attraverso il suo sviluppo. Dell assoluto si deve dire che esso è essenzialmemte risultato, che esso solo alla fine è ciò che in verità è. La sua natura consiste nell essere realtà, soggetto o divenire di se stesso. L assoluto è da concepire come risultato. La storia è in continuo mutamento. Secondo Hegel lo spirito del mondo si evolve verso una consapevolezza di sé che diventa sempre più grande. Lo stesso avviene pei fiumi che si allargano sempre più a mano a mano che si avvicinano al mare. Per Hegel, la storia corrisponde al modo in cui lo spirito del mondo lentamente acquista consapevolezza di sé. Il mondo è sempre esistito, tuttavia, attraverso la cultura e lo sviluppo dell essere umano, lo spirito del mondo diventa sempre più consapevole del proprio tratto distintivo. Per Hegel chiunque studi la storia può vedere che l umanità ha raggiunto la capacità di riconoscere i propri errori e di svilupparsi. A suo giudizio, lo studio della storia mostra che l umanità si sta muovendo verso una razionalità e una libertà sempre maggiori. Insomma, pur con tutte le sue stranezze, lo sviluppo storico va avanti. La storia continua a superare se stessa, è indirizzata a uno scopo. Sarà la storia a mostrare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Hegel afferma: Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale. Con questa formula egli intende dire 7

che:1) che la razionalità non è pura idealità, astrazione, schema, ma la sostanza stessa di ciò che esiste, poiché la Ragione governa il mondo-panlogismo, termine coniato dal filosofo tedesco Erdmann per indicare la dottrina hegeliana dell identità tra reale e razionale; 2) che la realtà non è materia caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale (Idea) che si manifesta in modo inconsapevole nelle natura e in modo consapevole nell uomo. La studio della storia per Hegel è fondamentale per due motivi: 1) perché l uomo, riflettendo filosoficamente su di essa, comprende che tutto è spirito e di esserne parte e l assoluto stesso si autoconosce nel filosofo (circolo gnoseologico); 2) perché in essa l uomo comprende sia il modo in cui procede la conoscenza sia la legge di sviluppo della realtà, ovvero la dialettica applica questa categoria filosofica all assoluto, dando vita, insieme alla critiche a Fichte e Schelling al suo sistema filosofico e progetto filosofico. Dalla storia e dalla realtà egli deduce il modello dialettico. La realtà(l essere) come diveniente e contraddittoria (Eraclito gli opposti si risolvono nell unità, sono legati)- esempi dell evoluzione del pensiero e dell evento dell amore. Altra conseguenza. Perdita di vista del singolo individuo (l individualismo era invece uno dei tratti distintivi del romanticismo. La ragione diviene per lui infatti visibile anzitutto nella relazionalità tra esseri umani (in ultima istanza nella filosofia, lo specchio dello spirito del mondo), ovvero nella lingua e nei poteri obiettivi, nella macrostrutture, della famiglia prima e dello stato etico poi. La persona è solo una componente organica della società, lo strumento consapevole di cui la ragione si serve per darsi nel mondo e autoconoscersi (secondo motivo). La lingua e lo stato sono entità in cui nasciamo. Non è il singolo individuo a creare la lingua, ma è la lingua a creare l individuo. Lo stesso discorso vale per lo Stato. Chi scrolla le spalle davanti alla società in cui vive e vuole trovare se stesso è un buffone. Non è infatti l individuo a trovare se stesso ma è lo spirito. Per Hegel lo Spirito ritorna a se stesso, diventa cioè consapevole di sé in tre gradi. Prima lo Spirito diventa consapevole di sé nell individuo: Hegel lo definisce spirito soggettivo. E lo spirito finito, cioè l anima o l intelletto. Lo Spirito raggiunge poi una maggiore consapevolezza nella famiglia, nella società e nello Stato, in quello che Hegel definisce lo spirito oggettivo perché emerge nell intesa tra uomini. Nell ultimo stadio lo Spirito raggiunge la forma più alta di autoconsapevolezza nello spirito assoluto che è rappresentato dall arte, dalla religione e dalla filosofia. Di queste tre, la filosofia è la forma più alta perché in essa lo spirito riflette sulla propria attività nella storia e incontra se stesso, si specchia. 8

La fenomenologia dello Spirito (1807) Per fenomenologia (dal greco phainòmenon, fenomeno, apparenza e lògos, discorso, si intende la descrizione o la scienza di ciò che appare. In Hegel denota l apparire progressivo dello spirito a se stesso. Per fenomenologia dello spirito s intende di conseguenza la storia romanzata della coscienza che, dalle sue prime manifestazioni sensibili, giunge ad apparire a se stessa nella sua vera natura, cioè come Coscienza infinita o universale. In questo senso, la fenomenologia dello Spirito coincide con il divenire della scienza o del sapere, e si configura come la via attraverso la quale il singolo individuo ripercorre i gradi di formazione dello Spirito universale come figure già deposte o tappe di una via già tracciata e spianata. La prima parte della Fenomenologia hegeliana si divide in coscienza, in cui predomina l attenzione verso l oggetto, autocoscienza, in cui predomina l attenzione verso il soggetto, e in ragione, nella quale l individuo arriva a scorgere l unità profonda di soggetto e oggetto, io e mondo, sintetizzando in tal maniera i momenti della coscienza e dell autocoscienza. L intero ciclo della fenomenologia si può vedere riassunto nelle due figure più celebri contenute nella sezione dell Autocoscienza: quella della Signoria e servitù e quella della coscienza infelice. Le figure della coscienza sono entità ideali e storiche al tempo stesso, in quanto esprimono tappe ideali dello Spirito che hanno trovato una loro esemplificazione tipica nel corso della storia. Sono gradi della via già tracciata e spianata dallo Spirito Universale, tappe attraverso le quali la coscienza è giunta alla coscienza di sé come coscienza infinita include anche creazioni fantastiche. Con la sezione dell autocoscienza, il centro dell attenzione si sposta dall oggetto al soggetto, ovvero all attività concreta dell io, considerato nei suoi rapporti con gli altri. L autocoscienza postula la presenza di altre autocoscienze in grado di darle la certezza di essere tale. In altri termini, l uomo, secondo Hegel, è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un altra autocoscienza (ovvero da un altro essere libero e pensante). Infatti, in quanto appetito o desiderio di realizzarsi (affermare la propria indipendenza) l autocoscienza non può limitarsi a cercare il proprio appagamento negli oggetti sensibili, ma ha costitutivamente bisogno degli altri. L autocoscienza raggiunge il suo appagamento solo in un altra autocoscienza. A tutta prima, si potrebbe pensare che il reciproco riconoscersi delle autocoscienze debba avvenire tramite l amore, il quale, come Hegel aveva romanticamente sostenuto negli scritti giovanili, è il miracolo per cui ciò che è due diviene uno, senza per altro implicare l eliminazione della dualità (unità differenziata). Nella Fenomenologia il filosofo scegli invece un altra strada, in quanto il riconoscimento non può che passare attraverso un momento di lotta e di sfida, il travaglio del negativo, ossia il conflitto fra le autocoscienze. Tale conflitto, nel quale ogni autocoscienza, pur di affermare la propria indipendenza, deve essere pronta a tutto, anche a rischiare la vita, non si conclude con la morte delle autocoscienze contendenti (poiché in tal caso sarebbe annullata l intera dialettica del riconoscimento) ma con il subordinarsi dell una all altra nel rapporto servo-signore. Il signore è colui che, per di affermare la propria indipendenza, ha messo 9

valorosamente a repentaglio la propria vita, sino alla vittoria, mentre il servo è colui che, ad un certo punto, ha preferito la perdita della propria indipendenza, cioè la schiavitù, pur di avere salva la vita. Tuttavia la dinamica del rapporto servo-signore è destinata a mettere capo ad una paradossale inversione dei ruoli, ossia ad una situazione per cui il signore diviene servo del servo e il servo signore del signore. Infatti, il signore che inizialmente appariva indipendente, nella misura in cui si limita a godere passivamente del lavoro altrui, finisce per rendersi dipendente dal servo. Invece quest ultimo, che inizialmente appariva indipendente, nella misura in cui padroneggia le cose da cui il signore riceve il proprio sostentamento, finisce per rendersi indipendente. Più in particolare, questo processo di progressiva acquisizione di indipendenza da parte del servo avviene i tre momenti della paura della morte, del servizio e del lavoro. Infatti, lo schiavo è tale perché ha tremato dinanzi alla morte. Nel servizio in generale la coscienza si autodisciplina e impara a vincere, in tutti i singoli momenti, i suoi impulsi naturali. Infine, nel lavoro, il servo, trattenendo il proprio appetito e non usufruendo dell oggetto, imprime nelle cose una forma, dando luogo ad un opera che permane e che ha una sua indipendenza o autonomia, la quale rappresenta il riflesso, nelle cose, della raggiunta indipendenza o autonomia del servo rispetto agli oggetti. In altre parole, formando e coltivando le cose, il servo trova se stesso nella propria opera e giunge ad intuirsi come essere-indipendente (autocoscienza) 4. La figura hegeliana del servo-signore presenta una notevole ricchezza tematica, che è stata apprezzata soprattutto dai marxisti, che ne hanno colto un intuizione del valore formativo del lavoro e della configurazione dialettica della storia, nella quale, grazie all esperienza della sottomissione, si generano le condizioni per la liberazione. Ciò non significa che si possa leggere Hegel pensando di fatto a Marx. Infatti la figura hegeliana non si conclude con una rivoluzione sociale o politica, ma con la coscienza dell indipendenza del servo nei confronti delle cose e della dipendenza del signore nei confronti del lavoro servile (ossia degli oggetti che esso produce. Il signore è schiavo degli oggetti, il servo ne è indipendente). Il signore è l autocoscienza del servo e il servo è lo strumento che elabora gli oggetti affinché il signore ne goda. Hegel, come Aristotele e San Tommaso, giustifica pertanto la schiavitù, in quanto servo e padrona hanno bisogno l uno dell altro. La schiavitù è cosa utile non solo al padrone ma allo schiavo stesso. questo è il motivo per cui lo stesso Aristotele ritiene la schiavitù come una delle divisioni naturali della società pari a quella tra maschio e femmina. Infatti poiché c è chi è naturalmente disposto a comandare e chi è naturalmente disposto ad essere comandato, la loro unione è ciò per cui entrambi possono sopravvivere. La schiavitù è quindi vantaggiosa sia per il padrone che per lo schiavo (Politica,I). La coscienza infelice è quella che non sa di essere tutta la realtà e che perciò si trova scissa in differenze, opposizioni o conflitti dai quali è internamente dilaniata e dai quali esce solo tramite la certezza di essere ogni realtà. 4 Il servo sa di essere dipendente dal signore ma anche di essere indipendente dagli oggetti (le cose materiali), in quanto egli ha disciplinato con il lavoro le pulsioni e li riconosce come suoi prodotti. 10

La coscienza infelice si manifesta in forma accentuata nella coscienza religiosa 5 medievale, nella forma della separazione radicale fra l uomo e Dio. È questa la situazione propria dell ebraismo, in cui la realtà vera, l Assoluto, che assume le sembianze di un Dio trascendente padrone assoluto della vita e della morte, è sentito lontano dalla coscienza individuale 6. In un secondo momento l Assoluto assume la.. 5 Lo sviluppo della coscienza religiosa inizia con le religioni naturali e culmina nel cristianesimo, religione assoluta in cui Dio appare finalmente come puro spirito, sia pure ancora nella forma imperfetta della rappresentazione, che è un modo di pensare a metà strada tra l intuizione sensibile e il pensiero o concetto (dunque imperfetto). La religione è dunque il momento in cui lo Spirito acquista coscienza di se medesimo nella forma della rappresentazione. La filosofia è invece il momento in cui l Assoluto acquista coscienza di sé in forma concettuale. L arte è il momento in cui lo Spirito acquista coscienza di se medesima nella forma dell intuizione sensibile (figure, parole, musica), vivendo in modo immediato ed intuitivo la fusione tra soggetto e oggetto, spirito e natura, che la filosofia coglie e teorizza coi concetti. Ciò accade perché di fronte all esperienza del bello artistico (ad es. una statua greca), spirito e natura vengono recepiti come un tutt uno, in quanto nella statua l oggetto (il marmo) è già natura spiritualizzata, cioè la manifestazione sensibile di un messaggio spirituale. 6 Si ricordi che l Assoluto esiste concretamente nell uomo, nella coscienza individuale. Dio cerca se stesso tramite l uomo... figura di un Dio incarnato (situazione del cristianesimo medievale). Anche in questo caso la coscienza individuale è infelice perché considera Dio come un padre o un Giudice lontano e la pretesa di cogliere l Assoluto è destinata al fallimento (di cui sono simbolo eloquente le Crociate, nelle quali l inquieta ricerca di Dio si conclude con la scoperta di un sepolcro vuoto. Con il cristianesimo, la coscienza continua ad essere infelice perchè Dio continua a configurarsi come un irraggiungibile al di la che sfugge. Manifestazioni di questa infelicità cristiano-medievale sono le sottofigure della devozione, del fare e della mortificazione di se. La devozione è il pensiero intriso di sentimento religioso che non si è ancora elevato a concetto. Il fare o l operare della coscienza pia è il momento in cui la coscienza, rinunciando a un contatto immediato con Dio, cerca di esprimersi nel lavoro. La coscienza poi si umilia perché riconosce il lavoro e le proprie capacità come dono di Dio, per cui si ha la completa negazione dell io a favore di Dio (ascetismo). Ma il punto più basso toccato dal singolo è destinato a trapassare allorquando la coscienza, nel suo vano sforzo di unificarsi con Dio, si rende conto di essere, lei stessa, Dio. Ciò non avviene nel Medioevo, ma nel Rinascimento e nell età moderna. 11

L unica conoscenza vera è quella che, sotto forma di sistema (o enciclopedia) comprende la realtà nella sua totalità, quindi l intera storia dello Spirito. Questa è suddivisa da Hegel in tre momenti: Idea, Natura e Spirito, in corrispondenza dei quali egli articola anche il proprio sistema filosofico. Questo prevede tre grandi sezioni Logica, Filosofia della Natura, Filosofia dello Spirito ognuna delle quali ha una precisa collocazione rispetto all intero, nonostante Hegel abbia sviluppato con maggiore estensione la terza e ultima. Nell Enciclopedia lo sviluppo dello Spirito in tutte le sue determinazioni è ritratto nella sua compiutezza, mentre nella Fenomenologia è filmato nel suo svolgersi, ossia possiamo seguire il percorso dello Spirito verso la conoscenza assoluta di se stesso. La scienza di esso (l Assoluto) è essenzialmente sistema, perché il vero, come concreto, è solo in quanto si svolge in sé e si raccoglie e mantiene in unità, cioè come totalità, e solo mediante il differenziarsi e la determinazione delle sue differenze può costituire la necessità di esse e la libertà del tutto ( ).Un contenuto ha la sua giustificazione solo come momento del tutto, e fuori di questo è un presupposto infondato o una certezza meramente soggettiva da Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche Enciclopedia delle scienze filosofiche (1817) Idea in sé (tesi) Logica (Scienza della logica, prima parte dell Enciclopedia) Idea per sé (Antitesi) Filosofia della natura (seconda parte dell Enciclopedia) Idea in sé e per sé (Sintesi) Filosofia dello Spirito (terza parte dell Enciclopedia. Filosofia del diritto, Fenomenologia dello Spirito, Filosofia della religione, Filosofia della storia, Estetica). La Logica è la scienza dell Idea pura o dell Idea in sé. L Idea è il momento in cui la realtà è pensiero puro e assolutamente indeterminato. Hegel parte dall Idea prima e generalissima di essere per arrivare alle singole determinazioni del mondo naturale e umano. L Assoluto determinatosi come Idea si esteriorizza nella Natura (Idea per sé), costituendosi in questo modo come antitesi rispetto all Idea pura. La Natura rappresenta un momento ancora incompleto di sviluppo dello Spirito, perché manca la coscienza del processo nella sua totalità. La Filosofia della Natura ha quindi il compito di cogliere i processi dialettici immanenti alla Natura (fisica, meccanica, organica) - di cogliere cioè l oggetto nella sua estrinsecazione spazio-temporale - mostrando come anch essi non siano che un momento della storia dell Assoluto e come il loro sviluppo conduca a una superiore fase di vita dell Assoluto: l Assoluto come Spirito. In che termini la concezione della natura di Hegel si discosta da quella di stampo romantico di Schelling? Mentre Schelling identificava la Natura con lo Spirito, Hegel la considera soltanto come un momento dello sviluppo dell Assoluto, coincidente con la fase dell esteriorizzazione dell Idea. La Natura è apparenza, è Spirito di carne, non ha dignità ontologica, è definita da Hegel pattumiera dello Spirito. Lo Spirito 12

costituisce il momento nel quale l Idea, dopo essersi esteriorizzata torna a sé, arricchita però di tutti i contenuti empirici dell Idea per sé, sintesi perfettamente cosciente di Idea e Natura. La Filosofia dello Spirito si occupa di descrivere il processo di autorealizzazione e autocoscienza dello Spirito. La filosofia dello Spirito I gradi della realizzazione onto-gnoseologica della filosofia dello Spirito sono: Spirito Soggettivo, Spirito Oggettivo e Spirito Assoluto. (VEDI ARCHITETTURA). Lo Spirito Soggettivo. Nello Spirito Soggettivo Hegel riconosce lo Spirito individuale nell insieme delle sue facoltà, considerato nel suo lento e progressivo emergere dalla Natura, attraverso un processo che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più elevate attività conoscitive e pratiche. La filosofia dello spirito soggettivo si divide in tre parti: antropologia (studia lo spirito come anima, ovvero la fase aurorale della vita cosciente, il dormiveglia dello spirito), fenomenologia (studia lo spirito in quanto coscienza) e psicologia (studia lo spirito nelle sue manifestazioni universali, che sono il conoscere teoretico, l attività pratica e il volere libero). Lo Spirito Oggettivo. Lo Spirito Oggettivo è il luogo nel quale si compie la storia umana, è lo spirito sovra-individuale o sociale. Qui gli individui sono considerati nella concretezza delle loro relazioni reciproche, regolate da norme sovraindividuali. In altre parole lo Spirito ha superato la contraddizione descritta nella Fenomenologia dello Spirito, originata dalla tendenza da parte degli individui a realizzare la propria libertà a scapito di quella altrui. Il momento finale della realizzazione dello Spirito Oggettivo è l eticità, sintesi del diritto (tesi) e della moralità (antitesi). Nel diritto lo spirito individuale si regola secondo alcune norme, sentite però come imposte dall esterno. Nella moralità, invece, lo Spirito individuale diventa soggetto autonomo di intenzioni morali e propositi d azione. Solo con l eticità il valore soggettivo si concretizza assumendo come propri valori intersoggettivi. L eticità si compie nello Stato come sintesi di famiglia (tesi) e società civile (antitesi): esso rappresenta il momento di perfetta realizzazione dello Spirito Oggettivo. Nella volontà universale, rappresentata dall organizzazione statale, si trovano fuse tutte le volontà particolari (la ragione emerge nei poteri obiettivi, di cui lo Stato costruisce la massima espressione). Nello Stato, secondo Hegel, si realizza la storia, che non può essere che storia delle istituzioni. Lo Spirito Assoluto. La sintesi di Spirito Soggettivo e Spirito Oggettivo si attua nello Spirito Assoluto, che costituisce il momento della Ragione dispiegata. Lo Spirito Assoluto è il momento della sintesi di infinito e finito, lo spirito il quale sa e conosce se stesso progressivamente nelle forme dell arte, della religione e della filosofia. Hegel, però, giunge a tale conclusione, non attraverso un passaggio mistico, bensì per mezzo della ragione, che ripercorre e rende cosciente a se stessa tutto il processo. I momenti della dialettica interna allo Spirito Assoluto sono Arte, Religione e Filosofia. 13

Nell Arte l Assoluto si manifesta in una forma finita, particolare e sensibile, cioè viene colto tramite l intuizione dell opera d arte. Nella Religione lo Spirito coglie se stesso come Assoluto, liberi da vincoli del sensibile, nella rappresentazione di Dio, che, diversamente dall oggetto artistico, si trova nell interiorità; i concetti elaborati dalla religione sono però concetti filosofici, nei quali l Assoluto viene pensato e non solo rappresentato interiormente. La filosofia è il momento più alto della conoscenza dello Spirito, che ora si coglie, si ritrova e si riconosce come Ragione dispiegata nella realtà. si realizza così la perfetta circolarità del processo. E infatti importante sottolineare che la coscienza individuale è per Hegel il luogo del riconoscimento della sintesi di infinito e finito, come momento essenziale dell autoriconoscimento della Ragione Universale. Gli individui sono quindi strumento per la realizzazione di obiettivi che superano la loro particolarità e contingenza. (l individuo si coglie come parte del tutto, l Assoluto, nell individuo, tramite la filosofia, si cogli come totalità o sintesi di infinito e finito). La filosofia della storia Hegel non nega che la storia possa apparire un tessuto di fatti contingenti e quindi priva di ogni piano razionale e dominata dallo spirito del disordine, della distruzione e del male. Ma tale, a suo giudizio, può apparire soltanto dal punto di vista dell intelletto finito, cioè dell individuo, che misura la storia alla stregua dei suoi personali ideali e non sa elevarsi al punto di vista speculativo della ragione assoluta. In realtà il grande contenuto della storia del mondo è razionale, e razionale dev essere:una volontà divina domina poderosa nel mondo, e non è così impotente da non saperne determinare il gran contenuto. Il fine della storia del mondo è che lo spirito giunga al sapere di ciò che esso è veramente, e oggettivi questo sapere, lo realizzi facendone un mondo esistente, manifesti oggettivamente se stesso. Questo spirito che si manifesta e realizza in un mondo esistente cioè nella presenzialità, nel fatto, nella realtà storica è lo spirito del mondo che s incarna negli spiriti dei popoli che si succedono all avanguardia della storia. I mezzi della storia sono gli individui con le loro passioni. Hegel è ben lontano dal condannare o dall escludere le passioni: afferma anzi che nulla di grande è stato compiuto nel mondo senza passione. 14