DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO

Documenti analoghi
Asilo nido: struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni.

Aziende e Uffici. Maria Francesca Conti Comando Provinciale Vigili del Fuoco IMPERIA

Oggetto_ Intervento di ristrutturazione e messa in sicurezza dell edificio scolastico sito in Via Rapallo- Ladispoli (RM). Prevenzione incendi

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO. Comune di Pisa

Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi. Edilizia direzionale. Ing. Fabio Bernardi Comando Pr.le VVF Livorno

DIREZIONE GENERALE DELLA PROTEZIONE CIVILE E DEI SERVIZI ANTINCENDI

Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi. Edilizia direzionale. Ing. Fabio Bernardi Comando Pr.le VVF Livorno

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza

Attività:... Via... cap Città.. Tel. /Fax... PROPRIETARIO DELL EDIFICIO Ragione sociale. Via.., n civico.. Cap, Località.

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

Salute e sicurezza sul lavoro, elemento determinante per la competitività delle imprese

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO. Comune di Pisa

La sicurezza delle attività non soggette agli obblighi di prevenzione incendi

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO

Protezione elettronica antincendio di strutture sanitarie

Via Costa d Argento Perugia - Tel..336/

Esempi attività 87 Vendita di prodotti combustibili o in prevalenza combustibili: negozi vari, mobili, abbigliamento, librerie, tabacchi, musei, galle

REGISTRO DEI CONTROLLI ANTINCENDIO

Corso 818 Ordine architetti Napoli. Principi e metodi generali per la valutazione del rischio incendio nei luoghi di lavoro

Qualora siano presenti lavoratori disabili, il piano di emergenza deve essere predisposto tenendo conto delle loro invalidità.

PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE

La nuova regola tecnica sulle attività commerciali

Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi Pisa ATTIVITA PUBBLICO SPETTACOLO- IMPIANTI SPORTIVI

DOCUMENTAZIONE RELATIVA AD ATTIVITA' REGOLATA DA SPECIFICHE DISPOSIZIONI ANTINCENDIO (Decreto All. I - Parte B) B1 - RELAZIONE TECNICA

Capitolo 3 EDIFICIO ED IMPIANTI TECNOLOGICI

COMUNE DI PIOSSASCO PROVINCIA DI TORINO MANICA VINCOLATA DEL PALAZZO MUNICIPALE. Piazza Tenente Nicola n. 4 Piossasco (TO) CENTRALE TERMICA

Cartelli antincendio forma quadrata o rettangolare e pittogramma bianco su fondo rosso

Guida all installazione degli ascensori antincendio (e degli ascensori di soccorso)

fire engineering La biblioteca di Fiorano Modenese

DM 7 agosto Attività Allegato I del DPR 151/2011

Aspetti connessi con la gestione della sicurezza

Argomento SCHEMA TIPO REGOLA TECNICA ATTIVITÀ CIVILE

La Prevenzione Incendi nelle Strutture Sanitarie. il DM 19 marzo 2015

RELAZIONE TECNICA ANTINCENDIO

P R O G E T T O A N T I N C E N D I O

ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. DELLA PROVINCIA DI CASERTA CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN PREVENZIONE INCENDI AI SENSI DEL D.

PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Residenza Universitaria San Gallo FIRENZE

Milano, 26 settembre Ing. Marco Cavriani. Dirigente Area I Coordinamento e Sicurezza Lavoro

Un luogo dove svolgere attività e iniziative temporanee in campo culturale, ricreativo, artistico, sportivo, e per la formazione e lo sviluppo di

Corso di formazione. Per RLS ed ASPP

Roma Capitale - Municipio XIV

DIMENSIONAMENTO IMPIANTO SENFC a norma UNI :2012

REGOLE TECNICHE VERTICALI Capitolo V.6 Attività ricettive turistico alberghiere

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali

CODICE DI PREVENZIONE INCENDI CONTROLLO DELL' INCENDIO. Ing. Guglielmo Guglielmi

CORSO FOMAZIONE TECNICI L. 818/84

PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA SPERANDIE SIENA

Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio

Roma Capitale - Municipio XIV

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA

Istituto Comprensivo Centro Storico. Dispensa informativa per docenti e non docenti. Informazioni di base per la sicurezza nell ambiente scolastico

Decreto Ministero dell'interno 16 maggio 1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione

PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE 2007 IT161PO010 FERS SICILIA "Ambiente per l'apprendimento" Asse II "Qualità degli ambienti scolastici" Obiettivo C

I rischi riferibili all Organizzazione del Lavoro AMBIENTI DI LAVORO. Corso di Formazione per RLS Agenzia delle Dogane

ISTRUZIONE OPERATIVA DOCUMENTAZIONE STRUTTURE DOCUMENTAZIONE STRUTTURE. INDICE DELLE REVISIONI Numero Data Descrizione Paragraf i Variati

GALLERIE. a cura di Simone Cappelletti I N D I C E

Definizioni «Classi di Reazione al Fuoco»

ELENCO DOCUMENTI RICHIESTI. Documentazione richiesta per il parere preliminare sui progetti:

DUVRI PRELIMINARE Documento unico di valutazione dei rischi da interferenza

COMUNE DI CAGLIARI RELAZIONE TECNICA DI PROGETTO

D.U.V.R.I. DOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INTERFERENZE (Art. 26 del D.Lgs. n. 81/2008)

PROGRAMMA MINIMO DI BASE PER CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO IN ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCENDIO BASSO (DURATA 4 ORE)

ALLEGATO B/2 Manifestazioni temporanee con capienza inferiore a 200 persone

SICUREZZA ANTINCENDIO Valutazione del rischio incendio

Responsabile Vendite Italia Caoduro S.p.A.

SCHEDE DI VALUTAZIONE RISCHIO INCENDIO E CONTROLLO

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE

IE Impianti illuminazione di emergenza Ottobre 2010

Modalità di ammissione al piano straordinario di adeguamento antincendio:

GRUPPI ELETTROGENI e UNITA DI COGENERAZIONE

Comune di Gabicce Mare DOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Giornata di formazione ATRA l antincendio nell edilizia

Rischio Ambiente di Lavoro

La valutazione dei rischi nelle strutture scolastiche

LA SICUREZZA DEL PATRIMONIO CULTURALE IN PRESENZA DI CANTIERI DI RESTAURO. ing. PAOLO IANNELLI- Ministero per i beni e le attività culturali

VALUTAZIONE RISCHIO INCENDIO

Università degli Studi di Firenze Facoltà di Ingegneria CORSO DI PROGETTAZIONE E SICUREZZA DEI LUOGHI DI LAVORO ESERCITAZIONI

DECRETO LEGISLATIVO 626/94. Il Datore di Lavoro, nell'ambito degli Adempimenti previsti dal Decreto in oggetto e successive modifiche ( 242 / 96 )

CODICE DI PREVENZIONE INCENDI REAZIONE AL FUOCO. Ing. Guglielmo Guglielmi

Regola Tecnica di Prevenzione Incendi ATTIVITA COMMERCIALI

LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI

Illuminazione di Emergenza. Aspetti tecnico-normativi

STUDIO COMPARATO DELLA NORMATIVA ANTINCENDIO AL LIVELLO EUROPEO

CORSO DI FORMAZIONE Art. 37, comma 2, D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011. g Antonio Giorgi RSPP

Comune di ANDRIA. Via/Piazza P.ZZA PIO X. Legale rappresentante Telefono. Ragione sociale Cod. Fisc. Progettista Telefono

Documento unico di valutazione dei rischi da interferenza

PROGETTO ANTINCENDIO

Conoscere il proprio contesto: Ambiente Edificio Funzioni Spazi Esterni

La prevenzione incendi nelle attività commerciali

Edizione 2013 QUESITI MINISTERIALI INDICAZIONI TECNICHE PER LA PREVENZIONE INCENDI. E un iniziativa

LISTA DI CONTROLLO PER PARERE DI AGIBILITA NS. RIF. N. anno 2007

Piano per la gestione delle emergenze MENSA SESTO FIORENTINO -

Strategia Antincendio Controllo di Fumi e Calore

SALA AGORA (EX AULA MAGNA) FONDAZIONE ALDINI VALERIANI VIA BASSANELLI 9/11 BOLOGNA

2 A parte. Gli Allegati All. V. Dott. Ing. Valter Melotti ALLEGATO V - ATTREZZATURE ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI.

Completamento dei lavori di messa in sicurezza, ai sensi del D. Lgs. 81/2008 e s.m.i., della scuola elementare e materna del capoluogo

PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE RESIDENZA XXIV MAGGIO SIENA

Codice di Prevenzione Incendi D.M. 3 Agosto Strategia Antincendio di Protezione Attiva. Soluzioni conformi e soluzioni alternative

Transcript:

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAMPOMARINO VIA CUOCO - 86042 CAMPOMARINO (CB) 0875 530986-0875 539417 Internet: www.comprensivocampomarino.it - E-mail: cbic81800c@istruzione.it DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO DATA: 25/01/2016 REVISIONE: DESCRIZIONE: IL DATORE DI LAVORO (TEODORO MUSACCHIO) IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (Giovanna Narciso) CerTus-LdL by Guido Cianciulli - Copyright ACCA software S.p.A. 1

DATI IDENTIFICATIVI AZIENDALI Nel presente capitolo sono riportati i dati identificativi aziendali, ovvero la ragione sociale, le generalità del datore di lavoro, dei collaboratori e delle figure designate o nominate ai fini della sicurezza aziendale. AZIENDA Ragione sociale ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE CAMPOMARINO Indirizzo VIA CUOCO CAP 86042 Città CAMPOMARINO (CB) Telefono 0875 530986 FAX 0875 539417 Internet www.comprensivocampomarino.it E-mail cbic81800c@istruzione.it Codice Fiscale 82004870703 Datore di Lavoro Nominativo TEODORO MUSACCHIO Qualifica DIRIGENTE SCOLASTICO Indirizzo VIA Vittorio Veneto 28 Città TERMOLI (CB) ALTRE FIGURE AZIENDALI Di seguito sono indicati i nominativi delle figure di cui all'art. 28, comma 2, lettera e) del D.Lgs. 81/2008, ovvero i nominativi "del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio". Medico Competente: Nome e Cognome: Marcello Catena Qualifica: Medico Posizione Esterno Data nomina: 11/03/2009 Sede Campomarino Indirizzo: Via Molise Città: Campomarino (CB) CAP: 86042 Telefono / Fax: 0875 538243 Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione [RSPP]: Nome e Cognome: Qualifica: Posizione Giovanna Narciso Consulente Esterno 2

Data nomina: 14/01/2009 Sede Studio professionale Indirizzo: Via Volta,24 Città: Campomarino CAP: 86042 Telefono / Fax: 0875 590488 E-mail: giovannanarciso2004@yahoo.it Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza [RLS]: Nome e Cognome: Qualifica: Sede Settimio DI GIAMMARTINO Personale ata Via Cuoco Proprietario immobile: Nome e Cognome: Comune di Campomarino Qualifica: Proprietario dell'immobile Posizione Esterno Sede via G. d. Chiesa 2 ADDETTI al Servizio P.P. Addetti al Servizio ANTINCENDIO: Vedi allegato al documento di valutazione dei rischi Addetti al Servizio: Vedi allegato al documento di valutazione dei rischi Addetti di Primo Soccorso: Vedi allegato al documento di valutazione dei rischi 3

PREMESSA La presente relazione è stata redatta in base al d.m. 10 marzo 1998 Sicurezza antincendio e gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro in attuazione al disposto dell art. 46, comma 3 del d.lgs 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i., relativo ai criteri di valutazione dei rischi d incendio nei luoghi di lavoro e misure di prevenzione e di protezione antincendio da adottare, al fine di ridurre l insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi. Nell elaborazione del presente documento il Datore di Lavoro si è avvalso della collaborazione del Servizio di Prevenzione e Protezione, previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. La valutazione dei rischi d incendio è stata effettuata in conformità ai criteri dell allegato I del d.m. 10 marzo 1998. Il presente documento costituisce parte specifica ed integrante del Documento di Valutazione dei Rischi redatto ai sensi del d.lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. e dovrà essere periodicamente verificato, dal S.P.P., a seguito di: nuove realizzazioni; modifiche organizzative e funzionali; adeguamenti strutturali; adeguamenti impiantistici; Obiettivi della valutazione del rischio d incendio La presente valutazione consente al Datore di Lavoro di adottare i provvedimenti che risultino effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori e delle altre persone presenti nel luogo di lavoro. Tali provvedimenti comprendono: la prevenzione dei rischi; l informazione dei lavoratori e delle altre persone presenti; la formazione dei lavoratori; le misure tecnico-organizzative destinate a porre in atto i provvedimenti necessari. 4

Fasi propedeutiche alla valutazione del rischio d incendio La valutazione del rischi d incendio è preceduta dalle seguenti fasi: a) acquisizione delle informazioni generali dell immobile; b) descrizione delle attività svolte e delle attrezzature presenti nel luogo di lavoro, compresi gli arredi. Metodologia adottata Verificata prioritariamente la positiva rispondenza del sito alla regola tecnica di riferimento (d.m. 26 agosto 1992), si evidenzia che la struttura non rispetta tutti i requisiti. Le non conformità alla norma sono state riportate nel documento di valutazione dei rischi alla sezione Verifica dei Luoghi di Lavoro. Di seguito si è proceduto all analisi di dettaglio, cercando di affrontare le emergenze con soluzioni gestionali che limitino il più possibile il rischio incendio in attesa della messa a norma dell edificio. Si è suddiviso l immobile in diverse aree; in ogni are omogenea si è provveduto alla: 1. individuazione dei pericoli d incendio esistenti, e cioè: i materiali combustibili e/o infiammabili presenti; le sorgenti d innesco. 2. identificazione dei soggetti esposti (alunni, lavoratori, fornitori, personale delle ditte esterne, ecc.) 3. valutazione del rischio accertato: è stata effettuata la verifica delle prestazioni di resistenza al fuoco; si è proceduto a stabilire dei criteri per ridurre i pericoli d incendio esistenti, avendo in obiettivo l eliminazione (o la riduzione) degli stessi (es.: sostituzione dei materiali pericolosi con altri meno pericolosi, ecc.). Si è pervenuto quindi all individuazione del livello di rischio, che è stata condotta tenendo conto anche della presenza di attività soggette al controllo dei V.V.F., in base all elenco allegato al d.p.r.151 del 1 agosto 2011, definendo, alla fine del processo, secondo il disposto del d.m. 10 marzo 1998, il livello di rischio residuo. 4. verifica delle misure di tutela adottate ovvero individuazione di eventuali ulteriori provvedimenti e misure necessarie, in relazione a: vie di esodo e uscite di emergenza; sistemi di rivelazione e allarmi incendio; attrezzature e impianti di estinzione; controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio; informazione e formazione. Gli interventi che si riterranno necessari, costituiscono le misure che il Datore di Lavoro, e/o il proprietario dell immobile, dovranno programmare nel breve e/o nel medio termine al fine di eliminare o ridurre il rischio residuo. I tempi per l attuazione di tali misure, saranno quindi definiti dai responsabili dell attività, sulla base della gravità della situazione. 5

Sezione 3 DESCRIZIONE E DISLOCAZIONE DELLE ATTIVITA Descrizione delle aree Livello Locale/Area Superficie (mq) Affollamento max Piano terra AULA 1 48 26* AULA 2 48 AULA 3 48 26* 26* AULA 4 48 26* AULA 5 48 26* PRESIDENZA 55,79 1 UFFICIO 15,84 2 SEGRETERIA 31,39 1 UFFICI DI SEGRETERIA 73,00 10 AUDITORIUM 204,07 75 ARCHIVIO 11 2 ARCHIVIO 13,23 2 UFFICI 29,65 2 QUADRO ELET. 4,24 1 SERVIZI IGIENICI 82.11 6 CORRIDOIO 310,14 10 RIPOSTIGLI 23,59 1 TOT 1094,15 243 Palestra PALESTRA 236,81 95 SEVIZI IGIENICI PER 77,65 3 PALESTRA DISIMPEGNO PALESTRA 15,86 2 TOT 330,32 100 (*) inferiore alle 26 persone/aula, massimo affollamento ipotizzabile di cui al punto 5.0 del d.m. 26 agosto 1992. Livello Locale/Area Superficie (mq) Affollamento max Piano primo AULA 6 48 26* AULA 7 48 26* AULA 8 48 26* AULA9 48 AULA 10 48 26* 26* AULA11 63,99 26* AULA 12 64 26* AULA13 47,25 20* AULA14 47,24 20* AULA 15 45 20* AULA16 45 20* AULA 17 ( per diversamente 45 2 abili) LABORATORIO ARTE 98,47 1 LABORATORIO MUSICA 72,86 1 SERVIZI IGIENICI 63.99 2 CORRIDOIO 411.24 5 RIPOSTIGLI 9.18 1 TOT 1253.22 274 (*) inferiore alle 26 persone/aula, massimo affollamento ipotizzabile di cui al punto 5.0 del d.m. 26 agosto 1992. 6

0.50 m² m² m² m² 0.47 0.47 0.95 0.95 m² 7.16 m² 7.16 RIP. 1.19 1.05 0.80 RIP. 0.90 Polvere Polvere m² 11.69 m² 41.05 SPOG. DONNE SPOG. UOMINI 1.16 0.85 m² 204.07 1.80 m² 0.90 AUDITORIUM 0.90 0.90 m² 1.90 m² 3.99 ANTIBAG: m² 15.86 1.40 1.09 Disimpegno 0.47 1.60 ISTITUTO PROFESSIONALE = m² 667.32 Polvere 1.80 1.70 1.70 1.70 1.70 m² 236.81 PALESTRA m² 6.01 0.65 0.80 m² 10.28 m² 13.23 RIP. ARCHIVIO m² 29.64 m² 13.88 UFFICI m² 4.11 0.90 m² 6.86 m² 4.23 antibagno Rip. 0.90 0.80 m² 310.14 0.80 0.80 1.80 CORRIDOIO 0.78 m² 1 0.90 ARCHIVIO m² 6.27 0.50 Polvere Rip. 0. 90 2. 10 1. 25 1. 20 1. 00 1. 20 1. 00 1. 20 1. 00 1. 20 1. 00 1. 20 m² 4.24 Quad.Elet. CO2 m² 2.16 Rip. 0.95 0.80 0.95 Polvere Polvere 0.80 0.80 m² 48.00 m² 48.00 m² 48.00 AULA 1 AULA 3 AULA 2 m² 5.00 2.12 ANTIBAGNO m² 55.79 PRESIDENZA m² 31.39 MENSA = m² 163.41 SEGRETERIA m² 15.84 2.12 UFFICIO m² 1.95 m² 73.00 m² 1.95 LAVABO LAVABO UFFICI DI SEGRETERIA 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 3.00 1.80 m² 1.82 m² 1.82 0.90 1.05 R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO 7 Planimetrie dei piani m² 48.00 AULA 5 m² 48.00 AULA 4

m² 45.00 m² 45.00 m² 45.00 AULA16 AULA 15 AULA 17 m² 47.24 AULA14 Polvere 1.05 0.90 0.95 m² 1.30 0.80 m² 47.25 m² 5.34 0.90 AULA13 m² 10.14 0.90 Antibagno U. m² 0.80 m² 4.80 m² 7.47 Antibagno D. 0.80 1.17 m² 2.33 m² 3.68 m² 4.70 Prof. Rip. 0.80 0.80 0.80 m² 0.80 m² 64.00 0.90 m² 10.59 m² 5.50 Antibagno U. AULA 12 Rip. m² 0.80 1.30 m² 411.24 CORRIDOIO m² 0.80 Polvere 1.05 Polvere m² 63.99 AULA11 Polvere m² 48.00 m² 48.00 m² 48.00 m² 48.00 AULA 8 AULA 10 AULA9 m² 44.10 AULA 6 Terrazzo m² 72.86 LABORATORIO MUSICA 1.30 m² 98.47 LABORATORIO ARTE 3.22 0.80 R.S.P.P. ARCHITETTO GIOVANNA NARCISO 8 m² 1.22 m² 1.30 m² 1.30 m² 1.30 m² 1.12 m² m² m² m² 48.00 AULA 7 sala professori

9

Attività svolte - Dislocazione delle aree L edificio è stato realizzato nel 1982, è situato in una zona piuttosto pianeggiante, anche se la struttura si addossa per circa un terzo su un terrapieno. Il complesso è di proprietà del Comune. Dal punto di vista antincendio non risultano interamente rispettate le prescrizioni del d.m. 26 agosto 1992; Per le non conformità rilevate si rimanda al documento di valutazione dei rischi dell edificio ove sono elencati puntualmente ogni non conformità nella sezione Verifica dei Luoghi di lavoro categoria prevenzione incendi. L istituto è sito in un area recintata all interno della quale vi è un unico grande edificio ove oltre all Istituto comprensivo di Campomarino vi è una parte dedicata all Istituto Professionale e una parte alla mensa scolastica. L istituto di Comprensivo non comunica né con l Istituto professionale ( vi sono porte ma sono tenute chiuse) né con la mensa ( E diviso dall istituto strutturalmente tramite muri). La struttura si articola in un piano terra ed un primo piano. Al piano terra sono collocate la zona ricezione, la zona amministrazione e presidenza, cinque aule didattiche, la palestra e l auditorium. Al primo piano sono situate dodici aule scolastiche, un aula per educazione musicale e un aula per arte e immagine. Turnazioni Le attività lavorative all interno dell istituto scolastico si svolgono secondo orari diversi, ma comunque compresi tra il lunedì ed il sabato dalle 8.00 alle 17.30. Mansione Mattino Pomeriggio impiegato di amministrazione 8.00 14.00 Merc.. 14:45 17:30 docente variabile nella giornata lavorativa collaboratore scolastico turni: 7.50 13.50-11.30 17.30 Visitatori - Fornitori - Ditte esterne Sono presenti con cadenza giornaliera, periodica e/o programmata alcuni lavoratori di ditte esterne che potrebbero introdurre materiali combustibili e/o infiammabili: personale addetto agli interventi di manutenzione ordinaria relativi agli impianti elettrici, dipendente del comunale personale per controllo dei mezzi estinguenti (estintori e idranti).; personale addetto per assistenza alla centrale termica; personale addetto alle forniture di beni e servizi. Tali situazioni, in ogni caso, saranno regolamentate secondo le previsioni dell art. 26 del D. Lgs. 81 del 9 aprile 2088 e s.m.i. d.lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i.. Specialmente in alcuni periodi può risultare numericamente considerevole la presenza dei genitori degli alunni ( ricevimento dei professori, assemblee d istituto, ecc ) 10

Sezione 4 VERIFICA DELLE PRESTAZIONI DI RESISTENZA AL FUOCO Si rimanda alla tabella, riportata nella Sezione 3, relativa alla descrizione e dislocazione delle attività. Materiali combustibili presenti Nella tabella relativa al calcolo del carico di incendio ( vedi di seguito) sono stati riportati i diversi materiali combustibili, presenti nell Istituto scolastico in esame; per ogni materiale sono stati riportati: il locale, o l area, ed il livello nel quale il materiale è presente; il potere calorifico inferiore in MJ/Kg; il quantitativo rilevato espresso in Kg; il fattore di partecipazione alla combustione (m i); il fattore di limitazione della partecipazione alla combustione (phi i ). Carico d incendio specifico La durata di resistenza al fuoco effettiva di un locale, di un area o di un compartimento, sottoposti ad incendio reale, è in relazione diretta con la quantità di materiale combustibile presente, espressa dal carico d incendio ed è in ogni caso maggiore della durata di resistenza determinata eseguendo una prova in forno con curva unificata di temperatura e con lo stesso carico d incendio. Per il calcolo del carico d incendio specifico (qf) espresso in Mj/mq, così come definito dall allegato d.m. 9 marzo 2007, è stata utilizzata la seguente formula: essendo: g i = massa i-esimo materiale combustibile (Kg); H i = potere calorifico inferiore i-esimo materiale combustibile (MJ/Kg); m i = fattore di partecipazione alla combustione i-esimo materiale combustibile; ψ i = fattore di limitazione della partecipazione alla combustione dell i-esimo materiale combustibile; A = superficie in pianta lorda del compartimento considerato (mq). Il carico d incendio specifico è generalmente riferito alla superficie in pianta lorda del compartimento considerato, nell ipotesi di una distribuzione sufficientemente uniforme del materiale combustibile. In caso contrario il carico d incendio specifico deve essere calcolato anche con riferimento all effettiva distribuzione dello stesso. Nell immobile in esame non è possibile considerare separatamente il carico d incendio dei singoli piani, non possedendo gli elementi orizzontali di separazione una capacità di compartimentazione adeguata nei confronti della propagazione verticale dell incendio. È considerato compartimento a sé stante l archivio, situato al piano terra, il locale caldaia e la palastra sempre situata a piano terra. N. compartimento COMPARTIMENTI Superficie (mq) 1 Piano terra + primo piano 2323.04 2 Palestra 330.32 3 Archivio 24.33 4 Locale caldaia 11

Carico d incendio specifico di progetto Come riportato nell allegato del già citato d.m. 9 marzo 2007, il carico d incendio specifico di progetto (q f,d), espresso in MJ/mq, viene calcolato con la seguente formula: essendo: delta q1 = fattore che tiene conto del rischio incendio in relazione alle dimensioni del compartimento; I valori sono definiti nella seguente tabella 1: Superficie in pianta lorda del compartimento (mq) δ q1 A < 500 1,00 500 A<1000 1,20 1000 A<2500 1,40 2500 A<5000 1,60 5000 A<10000 1,80 A>10000 2,00 δ q2 = fattore che tiene conto del rischio incendio in relazione al tipo di attività svolta nel compartimento; I valori sono definiti nella seguente tabella 2: Classi di rischio I II III Descrizione Aree che presentano un basso rischio d incendio in termini di probabilità d innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell incendio da parte delle squadre di emergenza. Aree che presentano un modesto rischio di incendio in termini di probabilità d innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo del incendio da parte delle squadre di emergenza. Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità d innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell incendio da parte delle squadre di emergenza δ q2 0.8 1,00 1,20 Delta n = fattore che tiene conto delle differenti misure di protezione; I valori sono definiti nella seguente tabella 3 ed il coefficiente Delta n è il prodotto dei coefficienti individuati: 12

Nota (1): Con riferimento alla Lettera Circolare del 28 marzo 2008 Ministero dell interno - VV.F. - DCPST, che fornisce chiarimenti ed indirizzi applicativi sul d.m. 9 marzo 2007, il fattore riduttivo deltan5 può essere adottato solo nel caso in cui vi sia la presenza continuativa, sulle 24 ore, della squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio. N.B. quando nell'attività non è presente il fattore specifico delta ni si inserisce il valore 1. Nel caso in esame avremo: Valori dei coefficienti delta q1,2 e delta ni individuati per i compartimenti considerati Comp. δ q1 δ q2 δ n1 δ n2 δ n3 δ n4 δ n5 δ n6 δ n7 δ n8 δ n9 1 1,4 1,0 1 1 1 1 0,9 1 1 1 0,9 2 1,0 1,0 1 1 1 1 1 1 1 1 0,9 3 1,0 1,2 1 1 1 1 1 1 1 1 0,9 Valori dei coefficienti q f e q f,d per i compartimenti considerati 8 Come calcolati in tab : calcolo q f e classe di resistenza al fuoco Comp. q f (MJ/mq) q f,d (MJ/mq) 1 354,53 482,45 2 876,48 788,83 3 1077,03 1163,19 Classe dell edificio La classe dell'edificio viene determinata in funzione del carico d incendio specifico di progetto (q f,d) riportato nella tabella soprastante e calcolato secondo la tabella calcolo del carico d incendio. Come indicato nella Tabella 5 del D.M. 9 marzo 2007, che si riporta qui di seguito: Carichi d incendio specifici di progetto (q f,d) Classe non superiore a 100 MJ/mq 0 non superiore a 200 MJ/mq 15 non superiore a 300 MJ/mq 20 non superiore a 450 MJ/mq 30 non superiore a 600 MJ/mq 45 13

non superiore a 900 MJ/mq 60 non superiore a 1200 MJ/mq 90 non superiore a 1800 MJ/mq 120 non superiore a 2400 MJ/mq 180 superiore a 2400 MJ/mq 240 Secondo la fascia di appartenenza del carico d incendio del progetto in esame corrisponderà una Classe dell edificio, ossia la capacità portante o di compartimentazione degli elementi costruttivi deve essere pari ai valori riportati in tabella secondo il carico di incendio calcolato. Ciò è vincolo d esercizio per le attività da svolgere all interno della costruzione. Di seguito è allegata la tabella riassuntiva calcolo del carico d incendio,inerente la determinazione delle prestazioni di resistenza al fuoco Per l istituto scolastico in esame, le classi dei compartimenti sono state determinate in base al livello di prestazione richiesto alla costruzione (Livello III). Essendo la struttura in pannelli prefabbricati della ditta VIBROSUD spa Chieti, si può stimare una resistenza a fuoco R 90 ma più volte è stato richiesto all ente proprietario dell immobile di accertarsi di tale dato. A oggi non è ancora disponibile pertanto non si può affermare con assoluta certezza che le strutture risultano verificate, 14

Comparti mento Superfici e lorda A (mq) Materiale combustibile mi Ψ i Quan tità u.m. rileva ta potere calorifico u.m. carico d'incendio q Carico d'incendio specifico qf=q/a δq1 δq2 δn1 δn2 δn3 δn4 δn5 δn6 δn7 δn8 δn9 δn carico di incendio specifico di progetto qf,d=qf δq1 δq2 δn (MJ/mq) Livello di prestazio ne ipotizzabi le Classe di resistenza a fuoco (MJ) KG Piano terra+pri mo piano 2323 armadi in legno compreso il contenuto 1 1 20 n 2511 MJ 50220 scaffali in legno 0,8 1 24 mq 418 MJ 8026 armadi in metallo 1 0,8 5 8 n 2009 MJ 13661 banchi, scrivanie e cattedre 0,8 1 525 n 837 MJ 351540 sedie 1 1 700 n 59 MJ 41300 carta in MJ/ pacchi 0,8 1 880 kg 46,8 kg 32947 cartone 0,8 1 50 kg 17,5 MJ 700 PC/stampanti 1 1 20 n 190 MJ 3800 fotocopiatrice 1 1 3 n 300 MJ 900 TV e Lim 1 1 850 kg 340 MJ 289000 Plastica 1 1 750 kg 42 MJ 31500 tot. 823594 354,53 1,4 1,2 1 1 1 1 0,9 1 1 1 0,9 0,8 1 482,456 III 30 Palestra 330,32 tappeto gomma 1 1 6000 kg 46,23 MJ 277380 legno ordinario 0,8 1 500 kg 17,5 MJ 7000 armadi in legno 1 1 2 n 2511 MJ 5022 sedie 1 1 2 n 59 MJ 118 15

tot. 289520 876,48 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0,9 0,9 788,83 III 60 Archivio 24,33 scaffali in metallo 1 1 4 n 0 0 armadi in 198 legno compreso il contenuto 1 1 3 n 2511 MJ 7533 carta in pacchi (120kg a 480 scaffale) 0,8 1 480 kg 46,8 MJ 17971 cartone 0,8 1 50 kg 17,5 MJ 700 50 tot. 26204 728 1077,03 1 1,2 1 1 1 1 1 1 1 1 0,9 0,9 1163,19 III 60 16

Sezione 5 VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO La valutazione dei rischi d incendio si articola nelle seguenti fasi: 1. individuazione di ogni pericolo d incendio ( ad esempio sostanze facilmente combustibili e/o infiammabili, sorgenti d innesco, situazioni che possono determinare la facile propagazione dell'incendio); 2. individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nei luoghi di lavoro esposte a rischio d incendio 3. eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio 4. valutazione del rischio residuo d incendio 5. verifica dell adeguatezza delle misure di sicurezza esistenti ovvero individuazione di eventuali ulteriori provvedimenti e misure necessarie ad eliminare o ridurre i rischi residui d incendio. Attività soggette al controllo dei VV.F. Relativamente all attività svolta sono state individuate le seguenti attività soggette al controllo periodico dei vigili del fuoco ai sensi del d.p.r. 151 del 1 agosto 2011: attività 67.4.C: scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 300 persone presenti; attività 74.2.B: impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kw. Per il riscaldamento, infatti, è presente una caldaia, alimentata a gas metano, installata in locale seminterrato comunicante con il piazzale esterno. Attività 65 B: Locali di spettacolo e di trattenimento in genere, impianti e centri sportivi, palestre, sia a carattere pubblico che privato, con capienza superiore a 100 persone, ovvero di superficie lorda in pianta al chiuso superiore a 200 m2. Sono escluse le manifestazioni temporanee, di qualsiasi genere, che si effettuano in locali o luoghi aperti al pubblico. Nella scuola è presente una palestra con superficie maggiore di 200 mq Attività 65 B L auditorium: Locali di spettacolo e di trattenimento in genere, impianti e centri sportivi, palestre, sia a carattere pubblico che privato, con capienza superiore a 100 persone, ovvero di superficie lorda in pianta al chiuso superiore a 200 m2. Sono escluse le manifestazioni temporanee, di qualsiasi genere, che si effettuano in locali o luoghi aperti al pubblico. Nella scuola è presente un auditorio con superficie maggiore di 200 mq e capienza di 150 persone Attività non soggette ai vigili del fuoco L archivio no raggiunge i 5000 kg di carta e cartone pertanto non rientra nell attività 34, così come definita dal DPR 151 del 2011: Depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici, archivi di materiale cartaceo, biblioteche, depositi per la cernita della carta usata, di stracci di cascami e di fibre tessili per l industria della carta, con quantitativi in massa superiori a 5.000 kg. 17

Identificazione dei pericoli di incendio Esaminati i locali sottoposti a prevenzione incendi da parte dei Vigili del fuoco e assicurati che le strutture siano conformi alla classe di resistenza al fuoco, di seguito si passa all individuazione di ogni pericolo d incendio esaminando: le sostanze facilmente combustibili e/o infiammabili sorgenti di innesco possibilità di facile propagazione Materiali combustibili e/o infiammabili ritenuti degni di nota (*) Armadi, legno ordinario, tavoli e sedie Carta in pacchi Cartone PC/stampanti Locale/Area ricezione amministrazione e presidenza aule didattiche da 1 a 17 atrio ingresso ricezione amministrazione e presidenza aule didattiche da 1 a 17 atrio ingresso Locali tecnici e deposito amministrazione e presidenza aule didattiche da 1 a 17 amministrazione e presidenza Corridoi Fotocopiatrice atrio ingresso LIM e TV aule didattiche da 1 a 17 aule didattiche da 1 a 17 Plastica amministrazione e presidenza auditorium Livello Piano terra + piano primo Tappeto gomma legno ordinario armadi legno e sedie Scaffali in metallo Armadi in legno compreso il contenuto Pacchi di carta cartoni palestra palestra spogliatoi locali tecnici ricezione spogliatoi archivio archivio archivio archivio Palestra archivio (*) Vedi Sezione 4; la presenza di altri materiali combustibili e/o infiammabili dislocati in altri punti dell edificio, per la natura degli stessi e per i quantitativi rilevati, non costituisce oggetto di ulteriore valutazione. Peraltro, risulta rispettata nell immobile la previsione di cui al punto 3.1 del d.m.26 agosto 1992 in relazione alla reazione al fuoco dei materiali. Magazzini, depositi e archivi Locale/Area Livello All interno dell Istituto attualmente i locali destinati a deposito di materiale cartaceo, in quantitativo degno di nota, sono l archivio (che non è sottoposta a controllo dei VVF poiché non supera i 5000 kg di massa cartacea) e quelli destinati all amministrazione ed alla presidenza ( vedi tabella precedente) Tutti tranne la palestra Piano terra e piano primo 18

Impianti e macchine utilizzate Locale/Area Livello Computer, stampanti, fax, scanner, fotocopiatrici, videoproiettori, televisori, LIM ecc Tutti, tranne la palestra Piano terra e piano primo Sorgenti d innesco Costituiscono potenziali sorgenti d innesco le apparecchiature elettriche, in caso di guasti o malfunzionamenti e gli impianti elettrici in generale, sempre in caso di anomalie di funzionamento. Inoltre l impianto elettrico non è revisionato secondo normativa Cause/Lavorazioni Apparecchiature ed impianti elettrici Ulteriori pericoli in questo senso sono rappresentati dalla centrale termica. Attualmente la centrale termica non ha il Certificato prevenzione Incendi L immobile risulta sprovvisto di impianto di protezione contro e scariche atmosferiche Centrale termica Fulmini All interno dei locali è vigente il divieto di fumo ed è stato nominato un preposto alla sorveglianza di tale divieto. Comportamenti Possibilità di facile propagazione In considerazione della forma della struttura si ritiene che l incendio non propaghi facilmente. Ma ci sono carenze per l attuazione di eventuale spegnimento dello stesso. Cause Malfunzionamento degli idranti Individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nei luoghi di lavoro esposte a rischio incendio Ai fini della valutazione del rischio d incendio, e della gestione delle emergenze, per l istituto scolastico si è stimato che l affollamento massimo ipotizzabile all interno dei locali dell immobile sia di circa-617-persone, secondo il criterio precedentemente esposto e tabellato nella Sezione 3. In riferimento all art. 1.2 del d.m. 26.08.92, per quanto riguarda la classificazione dell Istituto, essendo presenti contemporaneamente più di 100 persone, l attività scolastica risulta di tipo 3 ( scuole con numero di presenze contemporanee da 501 a 800 persone). 19

Eliminazione o riduzione dei pericoli d incendio Questa fase della procedura di valutazione ha lo scopo di migliorare la situazione ambientale esistente sotto il profilo antincendio, sulla base di quanto fin qui elaborato. Ciascun pericolo d incendio identificato, sia esso relativo ai materiali combustibili e/o infiammabili, alle sostanze pericolose, alle sorgenti d ignizione o alle persone esposte al rischio, sarà valutato e ridotto al minimo, compatibilmente con le esigenze dell attività. Ciò consentirà di dimensionare le misure di protezione antincendio, in relazione alle effettive necessità, con conseguente riduzione al minimo dei rischi e permettendo l intervento su quelli residui. Gli interventi riportati nel presente paragrafo, dovranno trovare pronta attuazione da parte del Datore di Lavoro, al fine di poter considerare efficaci le misure di sicurezza che verranno di seguito stabilite in relazione al livello di rischio classificato. Criteri per ridurre i pericoli causati dai materiali combustibili e/o infiammabili Rimozione/riduzione materiali combustibili ad un quantitativo sufficiente per la normale conduzione dell'attività Sostituzione dei materiali pericolosi con altri meno pericolosi Rimozione o sostituzione rivestimenti che possano propagare l'incendio Miglioramento del controllo e provvedimenti per eliminare rifiuti e scarti Stoccaggio delle sostanze in locali resistenti al fuoco Stoccaggio di materiale cartaceo, ove possibile, in luoghi presieduti da personale formato all emergenza incendio. Possibilità di attuazione: Sì/No SI SI SI SI SI SI Criteri per ridurre i pericoli causati dalle sorgenti d ignizione Rimozione delle sorgenti di calore non necessarie Impiego dei generatori di calore secondo le istruzioni del costruttore Installazione e mantenimento in efficienza dei dispositivi di protezione Controllo sulla corretta manutenzione delle apparecchiature elettriche Controllo sullo spegnimento delle apparecchiature elettriche a fine scuola Controllo delle aperture di ventilazione per le apparecchiature elettriche provviste Controllo della conformità degli impianti elettrici Vigilanza in relazione al divieto di fumo Possibilità di attuazione: Sì/No SI SI NO NO SI SI NO SI Criteri per ridurre la possibilità di esposizione delle persone La presenza dei genitori degli alunni sarà presa in considerazione nel piano di emergenza. Verificare, prima dell inizio dell attività, che i percorsi per raggiungere le uscite di sicurezza non siano ostruite da ostacoli (cartoni, tavoli, sedie ecc.). Per quanto attiene la presenza di ditte esterne, si darà seguito al coordinamento d.lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. secondo quanto emerso dalla presente valutazione. Nel caso vi fossero alunni la cui mobilità, udito o vista risultassero impediti o limitati si dovranno adottare le specifiche procedure riportate nel piano di emergenza. Possibilità di attuazione: Sì/No SI SI SI 20

Valutazione del rischio residuo d incendio Per la stima dei rischi è stata valutata la probabilità di accadimento di un determinato rischio d incendio e la possibile dimensione del danno M derivante dallo stesso. La Frequenza P di accadimento del rischio è stata suddivisa in tre livelli: LIVELLO 1 2 3 Caratteristiche Il rischio rilevato può verificarsi solo con eventi particolari o concomitanza di eventi poco probabili e indipendenti. Non sono noti episodi già verificatisi Il rischio rilevato può verificarsi con media probabilità e per cause solo in parte prevedibili. Sono noti solo rarissimi episodi verificatisi. Il rischio rilevato può verificarsi con considerabile probabilità e per cause note ma non contenibili. È noto qualche episodio in cui al rischio ha fatto seguito il danno. La Magnitudo del danno M è stata suddivisa in tre livelli: LIVELLO 1 2 3 Caratteristiche Scarsa possibilità di sviluppo di principi d incendio con limitata propagazione dello stesso. Bassa presenza di materiali combustibili e/o infiammabili. Condizioni che possono favorire lo sviluppo d incendio con limitata propagazione dello stesso. Presenza media di materiali combustibili e/o infiammabili. Condizioni in cui sussistono notevoli probabilità di sviluppo d incendio con forte propagazione dello stesso. Presenza elevata di materiali combustibili e/o infiammabili. È stata applicata, allo scopo, la seguente tabella di corrispondenza tra frequenza e magnitudo: 21

Dalla combinazione dei due fattori precedenti (Frequenza P e Magnitudo del danno D) viene ricavata, come indicato nella matrice di valutazione sopra riportata, l Entità del Rischio, con la seguente gradualità (vedi All. I d.m. 10 marzo 1998 - punto 1.4.4. Classificazione del livello di rischio d incendio): Classificazione finale del livello di rischio incendio I principali elementi che permettono di classificare il livello di rischio residuo, dopo la valutazione e/o la riduzione di quello di massima entità, sono riepilogati nello schema seguente. Sono presenti materiali combustibili o infiammabili? SI Sono a basso tasso di infiammabilità? NO Sono presenti sorgenti di innesco che possano essere innescate con facilità? SI FREQUENZA ALTA F= 3 Sono in quantità limitata ( relativamente alle caratteristiche del combustibile? SI La propagazione del fuoco, del fumo e del calore è limitata dalla protezione passiva e/o con idonei impianti di protezione passiva e/o con idonei impianti di protezione attiva? No Sono presenti particolari condizioni di esposizione del personale ( disabilità visiva, uditiva, motoria, ecc )? SI Magnitudo Alta D=3 R=PxD =6 ( RISCHIO ALTO) 22

Sezione 6 MISURE DI SICUREZZA L esame dei successivi paragrafi, in riferimento agli allegati tecnici (*) del d.m. 10 marzo 1998, rappresenta, nel contempo, una sorta di check list della situazione dell immobile in esame dal punto di vista della sicurezza antincendio. Gli interventi di seguito riportati costituiscono le misure che il Datore di Lavoro, e/o il proprietario dell immobile, dovranno programmare nel breve e/o nel medio termine al fine di eliminare o ridurre il rischio residuo. I tempi per l attuazione di tali misure restano a discrezione dei relativi responsabili sopra individuati sulla base della gravità della situazione. Le difformità presenti vengono ricapitolate sempre all interno del documento di valutazione dei rischi nel capitolo Programma di miglioramento Considerato che l attività scolastica in esame rientra fra quelle soggette al controllo obbligatorio da parte dei VV.F., i criteri relativi alle misure di prevenzione e protezione seguiti per la stesura del presente documento sono stabiliti limitatamente ai soli allegati II, VI e VII del d.m. 10 marzo 1998, come previsto al punto 2 art.3 del medesimo decreto; gli argomenti trattati nei restanti allegati, nella fattispecie, sono infatti oggetto della regola tecnica di riferimento (d.m. 26 agosto 1992) per la scuola, il d.m. D.M. 19 Agosto 1996 per l auditorium e il D.M. 18 marzo 1996 per la palestra e il D.M. 12 aprile 1996 per la caldaia Lo studio delle misure di sicurezza relative alle vie ed uscite di emergenza, ai sistemi di rivelazione e allarme antincendio ed alle attrezzature ed impianti di estinzione incendi da adottare, dovrà pertanto essere condotto alla luce della predetta regola Locale scuola riferimento a regola tecnica d.m. 26 agosto 1992 Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Resistenza al fuoco delle strutture 1) Per il D.M. 26 agosto 1992 le strutture per gli edifici scolastici con un'altezza antincendio fino a 24 metri devono essere realizzati in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno R 60 (strutture portanti) e REI 60 (strutture separanti). Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Reazione al fuoco dei materiali 1) Per il D.M. 26 agosto 1992 negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle rampe, nei passaggi in genere è consentito l'impiego di materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale. Per le restanti parti devono essere impiegati materiali di classe 0. a) la controsoffittatura del piano terra e del primo piano è di un materiale di cui non si conosce la "Classificazione al fuoco" [P4] x [E4] = 16 (Alto) 2) Per il D.M. 26 agosto 1992 negli altri ambienti eccettuati i passaggi, è consentito che le pavimentazioni compresi i relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1. 3) Per il D.M. 26 agosto 1992 i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1. a) Le sedie e i banchi non hanno certificati di classe di reazione al fuoco 1 [P1] x [E1] = 1 (Basso) Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - misure di evacuazione in caso di emergenza - uscite 23

1) Accesso all area Per consentire l intervanto dei mezzi di soccorso dei VV.F. è previsto due accessi carrabile all area, da via Vincenzo Cuoco, di larghezza superiore a 4 metri, con pendenza, con altezza completamente libera e con portata non inferiore a 20 t. Dall interno dell area è possibile l accostamento dell autoscala all edificio in ogni lato. Porte istallate lungo la via di uscita 3) le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 metri ed aprirsi nel verso dell'esodo quando il numero max di persone presenti nell'aula sia superiore a 25 ( DM 26 agosto 1992) Devono essere realizzate mediante porte REI 60 con congegno di auto chiusura a) la larghezza delle porte delle aule è di 1, 10 metri, non sono REI 60 e non sono dotate di congegno di auto chiusura. [P1] x [E4] = 4 (Moderato) Numero delle uscite il numero delle uscite dai singoli piani dell'edificio non deve essere inferiore a due e devono essere sufficientemente contrapposte ( D.M. 26 agosto 1992 ) 2) L istituto deve essere provvisto di uscite di piano di almeno da una porta ( di 1,2 m ) ogni 50 persone e la larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal rapporto fra il max affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso. Piani Max affollamento ipotizzabile Max affollamento totale Capacità di deflusso Moduli di uscita necessari ( 60 cm) 11 ( di cui 5 da 120) Piano terra 243 Piano primo 274 517 50 Palestra 95 100 50 2 Larghezza totale delle uscite Moduli di uscita esistenti Verifica 10,2 metri 16 OK 1.8 ( 2 uscite contrapposte) 3 OK Lunghezza e larghezza delle vie d esodo 4) la lunghezza delle vie d'uscita deve essere non superiore a 60 metri dal luogo sicuro alla porta delle aule 5) La larghezza delle vie d'uscita ( corridoi) deve essere multipla del modulo di uscita e non inferiore a due moduli ( m 1,20). I corridoi della scuola sono superiori o uguali a 2,7 metri tranne in un breve tratto, è anche via d uscita d emergenza, al primo piano di 1,2 metri. Scale Al primo piano, sono presenti due scale di emergenza esterne in ferro. La scala interna non a prova di fumo è dotata di aereazione. I gradini hanno alzata e pedata costanti, rispettivamente non superiore a 17 cm e non inferiore a 30 cm. la larghezza è pari o superiore a 120 cm. Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Impianti elettrici 1) ogni scuola deve essere munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata, che permetta di togliere tensione all'impianto elettrico all'attività Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - Impianto elettrico di sicurezza 1) Le scuole devono essere dotate di un impianto di allarme di sicurezza alimentato da apposita sorgente 24

2) L'illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie d'esodo devono garantire un livello di illuminazione pari almeno a 5 lux. a) Vi è l' illuminazione di sicurezza ma senza le indicazioni luminose della direzione delle vie di uscita o le indicazioni delle uscite stesse ( segnaletica di sicurezza) [P1] x [E4] = 4 (Moderato) 3) Le scuole devono essere dotate di un impianto di diffusione sonora o allarme di sicurezza alimentato da apposita sorgente Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - rete idranti 1) le scuole di tipo 1 2 3 4 e 5 devono essere dotate di una rete idranti costituita da una rete di tubazioni realizzata preferibilmente ad anello ed almeno una colonna montante in ciascun vano scala dell'edificio. a) Le reti idranti vi sono ma non sono revisionate, ne funzionanti [P4] x [E4] = 16 (Alto) 2) Ad ogni piano deve essere derivato dalla rete idranti un attacco UNi 45 Tipologia di verifica: Prevenzione incendi per le scuole( DN 26 08 1992) - estintori 1) Devono essere istallati almeno un estintore ogni 200 m quadrati e almeno due per piano. Locale mq Numero estintori Numero estintori Verifica presenti necessari Piano terra 1069.92 6 6 SI Archivio 24,23 0 1 NO Palestra 330,32 1 2 NO Primo piano 1253.22 4 7 NO a) Mancano 3 estintori al primo piano, uno in archivio e uno in palestra [P1] x [E4] = 4 (Moderato) Tipologia di verifica: spazi per depositi 1) l'accesso ai locali di deposito devono avvenire tramite porte almeno REI 60 e dotate di congegno di autochiusura. L archivio è munito di porta REI 120 con congegno di autochiusura 2) Se i locali deposito hanno un carico di incendio superiore ai 30 kg/m quadrato allora devono essere dotati di impianto di spegnimento a funzionamento automatico La quantità di materiale combustibile in archivio è stimato a circa 728kg su 24,33 mq. Pertanto vi è un carico di incendio pari a = 728*4000(4400*24.339= 27,20 kg eq /mq ossia < di 30kg/mq 3) Nei locali deposito è buona norma diminuire il più possibile il carico di incendio soprattutto, come elemento gestionale, parzialmente compensativo, se non ci sono impianti di spegnimento o segnalazione automatico. 25

Locale auditorium riferimento a regola tecnica d.m. D.M. 19 Agosto 1996 L Auditorium non può ospitare più di 150 persone date le sue dimensioni. L auditorium può comunicare con la scuola, tramite filtro a prova di fumo dotato di porte resistenti al fuoco almeno REI 30; dette comunicazioni non possono essere considerate ai fini del computo delle vie di uscita. Salvo quanto disposto nelle specifiche disposizioni di prevenzione incendi, le strutture di separazione devono possedere caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI 60; a) Per accedere dall auditorium ai locali scolastici vi sono solo porte in legno e percorsi non delineati. [P4] x [E4] = 12 (alto) REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI Negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle rampe, nei passaggi in genere e nelle vie di esodo, è consentito l impiego dei materiali di classe 1 in ragione, al massimo, del 50% della loro superficie totale (pavimento + pareti + soffitti + proiezioni orizzontali delle scale); per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0; Nel locale auditorium si accede direttamente dall esterno a) Del tappeto/pavimento che ricopre l auditorium non si conosce la classe. [P4] x [E4] = 16 (Alto)) b) la controsoffittatura è di un materiale di cui non si conosce la "Classificazione al fuoco [P4] x [E4] = 16 (Alto) I sedili non imbottiti costituiti da materiali combustibili devono essere di classe non superiore a 2; a) Delle sedie presenti nell auditorium non si conosce la Classificazione al fuoco [P4] x [E4] = 16 (Alto)) Per il palcoscenico e la sala è ammesso il pavimento in legno; negli altri ambienti tale tipo di pavimento può essere consentito purché stabilmente aderente a strutture non combustibili o rivestite con materiali di classe 0; MATERIALE SCENICO Per la realizzazione degli scenari fissi e mobili (quinte, velari, tendaggi e simili) è ammesso l impiego di materiali combustibili di classe di reazione al fuoco non superiore a 2. a) Delle due tende che fanno da scenario nell auditorium non si conosce la Classificazione al fuoco [P4] x [E4] = 16 (Alto)) DISTRIBUZIONE E SISTEMAZIONE DEI POSTI NELLA SALA DISTRIBUZIONE DEI POSTI A SEDERE Nei locali con capienza non superiore a 150 posti è consentita una larghezza delle corsie di passaggio non inferiore a 0,9 m. 3.2 SISTEMAZIONE DEI POSTI FISSI A SEDERE La distanza tra lo schienale di una fila di posti ed il corrispondente schienale della fila succes-siva deve essere di almeno di 0,8 m. 26

a) La distanza tra una fila e l altra di sedie è minore di 80 cm [P4] x [E4] = 16 (Alto)) Nei locali non provvisti di posti a sedere fissi, è consentito l impiego temporaneo di sedie purché collegate rigidamente tra loro in file. Ciascuna fila può contenere al massimo 10 sedie in gruppi di 10 file. Nell auditorium della scuola le file non sono più di 10 e ciascuna fila non consta più di 7 sedie a). Le sedie appartenenti ad una stessa fila non sono collegate tra loro rigidamente [P4] x [E4] = 16 (Alto)) È vietato collocare sedili mobili e sedie a rotelle nei passaggi e nei corridoi. a) Durante le manifestazioni spesso gli utenti si posizionano nei passaggi e nei corrridoi. [P4] x [E4] = 16 (Alto)) SISTEMAZIONE DEI POSTI IN PIEDI Nessun spettatore può sostare nei passaggi esistenti nella sala. Non sono consentiti posti in piedi se non in aree riservate e purché siano soddisfatte le seguenti condizioni: a) il numero dei posti in piedi autorizzati sia fissato in ragione di 35 spettatori ogni 10 m2 superficie all uopo destinata; a) Durante le manifestazioni spesso gli utenti si posizionano nei passaggi e nei corridoi. [P4] x [E4] = 16 (Alto)) b) Viste le dimensioni dell auditorium non è possibile avere spettatori in piedi durante le manifestazioni [P4] x [E4] = 16 (Alto)) MISURE PER L ESODO DEL PUBBLICO DALLA SALA L affollamento massimo deve essere stabilito pari al numero dei posti a sedere ed in piedi autorizzati, compresi quelli previsti per le persone con ridotte o impedite capacità motorie (ossia 150 persone); mentre la CAPACITÀ DI DEFLUSSO non deve essere superiore ai seguenti valori: 50 per locali con pavimento a quota compresa tra più o meno 1 m rispetto al piano di riferi-mento; Le uscite dalla sala devono essere distribuite con criteri di uniformità e di simmetria rispetto all asse longitudinale della stessa e l auditorium ha due uscita distribuite sul lato longitudinale dello stesso in maniera simmetrica. NUMERO DELLE USCITE Per i locali di capienza non superiore a 150 persone possono essere previste due sole uscite. Per i locali con capienza non superiore a 150 persone è ammesso che le uscite abbiano larghezza inferiore a 1,2 m, con un minimo di 0,9 m, purché conteggiate come un modulo. 27

I serramenti delle porte di uscita devono essere provvisti di dispositivi a barre di comando tali da consentire che la pressione esercitata dal pubblico sul dispositivo di apertura, posto su uno qualsiasi dei battenti, comandi in modo sicuro l apertura del serramento. Le porte devono essere di costruzione robusta. Le superfici trasparenti delle porte devono essere costituite da materiali di sicurezza. L auditorium ha due uscite dotate di maniglione a spinta di larghezza 110 cm totali, ma il maniglione permette l apertura di una porta da 80 cm, che immettono direttamente all aperto. a) Le porte di uscita di emergenza assicurano l apertura di una parte di porta (doppio battente) pari ad una luce di 80 cm [P4] x [E4] = 16 (Alto)) IMPIANTI ELETTRICI DI SICUREZZA L alimentazione di sicurezza deve essere automatica ad interruzione breve ( 0,5 s) per gli impianti di rivelazione, allarme e illuminazione; ad interruzione media ( 15 s) per ascensori antincendio e impianti idrici antincendio. Il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. L autonomia dell alimentazione di sicurezza deve consentire lo svolgimento in sicurezza del soc-corso e dello spegnimento per il tempo necessario; in ogni caso l autonomia minima viene stabilita per ogni impianto come segue: - rivelazione e allarme: 30 minuti; - illuminazione di sicurezza: 1 ora; - ascensori antincendio: 1 ora; - impianti idrici antincendio: 1 ora. L installazione dei gruppi elettrogeni deve essere conforme alle regole tecniche vigenti. L impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad un metro di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita, e non inferiore a 2 lux negli altri ambienti accessibili al pubblico. Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma purché assicurino il funziona-mento per almeno 1 ora. a) L auditorium non è dotato di impianto di illuminazione di emergenza di almeno 2 lux nella sala, ne tantomeno ne è assicurato il funzionamento per 1 ora. [P4] x [E4] = 16 (Alto)) SISTEMA DI ALLARME I locali devono essere muniti di un sistema di allarme acustico realizzato mediante altoparlanti con caratteristiche idonee ad avvertire le persone presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. Il comando di attivazione del sistema di allarme deve essere ubicato in un luogo con-tinuamente presidiato. a) L auditorium non è dotato di un sistema di allarme acustico realizzato mediante altoparlanti. [P4] x [E4] = 16 (Alto)) MEZZI ED IMPIANTI Gli estintori devono essere ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile; appositi cartelli segnalatori devono facilitarne l individuazione, anche a distanza. Gli estintori portatili devono essere installati in ragione di uno ogni 200 m2 di pavimento, o frazione, con un minimo di due estintori per piano, fatto salvo quanto specificamente previsto in altri punti del presente allegato. Gli estintori portatili dovranno avere capacità estinguente non inferiore a 13A 89BC; a protezione di aree ed impianti a rischio specifico devono essere previsti estintori di tipo Nell auditorio vi sono due estintori posizionati vicino le uscite di sicurezza.. 28

Locale palestra riferimento a regola tecnica d.m. D.M. 19 Agosto 1996 Complessi e impianti con capienza non superiore a 100 spettatori o privi di spettatori La palestra può comunicare con la scuola, ma eventuali comunicazioni devono essere realizzate con strutture REI 60; eventuali comunicazioni sono ammesse tramite filtri a prova di fumo di stesse caratteristiche di resistenza al fuoco. La palestra non comunica con i locali scuola, gli accessi sono solo esterni. Le strutture invece comuni ad ambedue le attività rientrano tra quelle dell intero edificio. Forse REI 60 a) Delle strutture ( prefabbricato) che dividono la palestra dalla attività scolastica non si conosce la resistenza al fuoco. [P4] x [E4] = 16 (Alto)) Spazio riservato agli spettatori Nella palestra della scuola non vi sono spazi riservati agli spettatori. Spazio di attività sportiva La capienza dello spazio di attività sportiva è pari al numero di praticanti e di addetti previsti in funzione delle attività sportive. Lo spazio di attività sportiva deve essere collegato agli spoglia-toi ed all'esterno dell'area di servizio dell'impianto con percorsi separati da quelli degli spetta-tori. Nella palestra della scuola non sono previsti più di 50 praticanti e addetti alle attività sportive. Sistema di vie di uscita L'impianto deve essere provvisto di non meno di due uscite di cui almeno una di larghezza non inferiore a due moduli (1,20 m); per la seconda uscita è consentita una larghezza non inferiore a 0,80 m. Nella palestra della scuola vi sono due uscite di sicurezza una di 110 cm e l altra 78 cm, dotate di maniglione antipanico ed immettono direttamente su spazio aperto. Per tali porte sarà invocare la deroga e prevedere misure compensative. Strutture, finiture ed arredi Negli atri, nei corridoi di disimpegno, nelle scale, nelle rampe e nei passaggi in genere, è consentito l'impiego di materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimenti + pareti + soffitti + proiezione orizzontale delle scale). Per la restante parte deve essere impiegato materiale di classe 0 (non combustibile); La palestra è una struttura in prefabbricato pertanto il materiale risulta non combustibile. Le pavimentazioni delle zone dove si praticano le "attività sportive", all'interno degli impianti sportivi, sono da considerare attrezzature sportive e quindi non necessitano di classificazione ai fini della reazione al fuoco; non è consentita la posa in opera di cavi elettrici o canalizzazioni che possono provocare l'insorgere o il propagarsi di incendi all'interno di eventuali intercapedini realizzate al di sotto di tali pavimentazioni I lucernari debbono avere vetri retinati oppure essere costruiti in vetrocemento o con materiali combustibili di classe 1 di reazione al fuoco. È consentito l'impiego del legno per i serramenti esterni ed interni. a) Le finestre della struttura non sono dotati di vetri retinati [P4] x [E4] = 16 29