Valutazione qualitativa del trattamento manipolativo osteopatico in un paziente con malattia da reflusso gastroesofageo: breve relazione



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Sintesi liberamente tratta Valutazione qualitativa del trattamento manipolativo osteopatico in un paziente con malattia da reflusso gastroesofageo: breve relazione Articolo originale: Leonardo Rios Diniz, Jacson Nesi, Ana Christina Curi and Wagner Martins, Qualitative Evaluation of Osteopathic Manipulative Therapy in a Patient With Gastroesophageal Reflux Disease: A Brief Report, The Journal of the American Osteopathic Association 2014; 114: 3. La malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) è una condizione cronica che colpisce un numero crescente di soggetti, ed è una delle malattie più diffuse nella partica clinica. Il bruciore di stomaco è il sintomo più importante nella GERD, ed il bronco-spasmo e la tosse cronica sono i sintomi extraesofagei più comuni. La malattia da reflusso gastro-esofageo compromette la qualità di vita del paziente richiedendo la modifica di abitudini alimentari e cambiamenti nelle modalità del sonno e i suoi sintomi ricorrenti o duraturi a lungo termine possono limitare le attività quotidiane. Nella presente relazione vengono descritte le caratteristiche anatomiche e fisiologiche della GERD, e presentato uno studio prospettico di OMTh per un paziente con malattia da reflusso gastroesofageo. Caratteristiche anatomiche e fisiologiche La giunzione esofago-gastrica (EGJ) è una struttura valvolare complessa che impedisce il reflusso, è composta dalla muscolatura intrinseca dello sfintere esofageo inferiore (LES), si trova all'interno dello iato diaframmatico, ed è circondata dalla membrana crurale (CD), che fornisce una ulteriore compressione sfinterica. E la barriera principale contro il reflusso gastroesofageo, e la sua funzione è dovuta alla pressione intrinseca del LES, alla compressione estrinseca del LES da parte del CD, alla posizione intraddominale del LES, all'integrità del legamento freno-esofageo e al mantenimento dell'angolo acuto tra l'esofago e lo stomaco, che svolge la funzione di "valvola a cerniera". L'associazione delle sue parti costituenti e la loro capacità di mantenere una zona ad alta pressione o un segmento con il lume chiuso nella regione che separa lo stomaco dall'esofago svolge un ruolo importante nella funzione complessiva della EGJ. La muscolatura liscia del LES è innervata da fibre vagali efferenti pre-gangliari, che forniscono innervazione sia eccitatoria che inibitoria al LES. I simpatici efferenti provengono da segmenti spinali da T6 a T10, e non possono esercitare un importante effetto diretto sulla contrazione o il rilassamento del LES. Così, il nervo vago è il mediatore principale dei riflessi sul LES. Considerazioni osteopatiche Secondo Lossing, i visceri sono collegati al sistema muscolo-scheletrico da tessuto connettivo formando catene funzionali che collegano tutti gli elementi anatomici dalla testa ai piedi. Poiché la componente funzionale non può essere riconosciuta con prove di laboratorio o radiologiche, l'unico modo per riconoscerla è trattarla. In generale, da 1 a 3 sedute di trattamento riveleranno se un approccio osteopatico è effettivamente utile e conveniente. In letteratura il trattamento OMT viene utilizzato per le malattie gastrointestinali. Per esempio, Branyon e Mirocha e Parker hanno riferito di successi nella gestione della MRGE e nella dispepsia funzionale utilizzando OMT, Smilowicz ha condotto uno studio sulla OMT nella gastrite associata a resistenza agli antibiotici da Helicobacter pylori, e da Silva et al. hanno riferito un aumento di pressione del LES dopo intervento OMT sul diaframma. Inoltre, vi sono studi che indagano gli effetti di tecniche particolari sul diaframma e sull'esofago nel GERD. Il protocollo 1

OMTh descritto nel presente studio è stato quindi focalizzato sul diaframma e l'esofago per verificare i risultati di un approccio diretto sulla base di studi anatomofisiologici. Metodi Un uomo di 55 anni con una storia di 4 anni di bruciore di stomaco e raucedine è stato reclutato dalla clinica osteopatica ambulatoriale per uno studio di 8 settimane. ll paziente ha negato febbre, dolori addominali, vomito, ematemesi, disfagia, stipsi, diarrea, perdita di sangue con le feci, perdita di peso, disuria, ematuria, o melena. Ha subito una esofagogastroduodenoscopia nel 2009, dopo di che il gastroenterologo ha diagnosticato un GERD. Il suo medico ha prescritto pantoprazolo sodico (40 mg / die per 6 mesi e poi 20 mg / die per altri 6 mesi). Divenuto asintomatico ha smesso di prendere il farmaco ed è stato bene per quasi 1 anno. Quando i sintomi sono tornati, è tornato dal suo gastroenterologo, che ha prescritto di nuovo pantoprazolo (20 mg a richiesta). La sua storia medica includeva sinusite, prediabete, e ipercolesterolemia. Aveva avuto 3 incidenti stradali senza lesioni importanti o necessità di un intervento chirurgico. La sua storia medica ha rivelato un intervento chirurgico per fimosi nel 1977 e vasectomia nel 1989. I farmaci che assumeva erano pantoprazolo al bisogno, la metformina cloridrato, e simvastatina. L esame obiettivo prima di iniziare il protocollo OMTh, era di un uomo apparentemente in buona salute, negava assunzione di alcol e droghe, il suo addome era teso nella zona epigastrica, ed erano presenti borborigmi. L esame osteopatico ha rivelato congestione tissutale nella zona epigastrica, la regione cervicale della colonna vertebrale presentava C4 in estensione, ruotata a sinistra, e inclinata a sinistra, la regione toracica della colonna vertebrale ha mostrato T6 in estensione, rotazione destra e inclinazione destra; il gruppo T1-T4 era in flessione, rotazione destra, ed era presente ipomobilità della cupola diaframmatica destra; a livello della colonna lombare, L3 era in estensione, ruotata a sinistra e inclinata a sinistra. Il resto dell esame fisico era normale. I risultati di una esofagogastroduodenoscopia ripetuta di recente hanno mostrato una lieve gastrite dell antro e reflusso esofageo. I risultati della biopsia erano negativi per H pylori, e il test del ph esofageo era normale. Lo studio è durato un totale di 8 settimane. Al paziente non è stato chiesto di sospendere le sue medicine, e gli è stato consigliato di mantenere la sua routine alimentare. Protocollo OMT Il seguente protocollo è stato impostato utilizzando i libri di testo da Quef e Camirand, vista la mancanza di letteratura osteopatica al riguardo. Il protocollo è stato eseguito in 3 sessioni e sono state utilizzate 4 tecniche: riduzione dell ernia iatale normalizzazione dei pilastri del diaframma normalizzazione degli sfinteri con recoil bilanciamento dei diaframmi. Il protocollo è stato applicato nella seduta iniziale, una settimana dopo la seduta iniziale, e due settimane dopo la seconda seduta. 2

Riduzione dell ernia iatale (A) l operatore pone la punta delle dita di entrambe le mani nella zona epigastrica, rivolte verso l'alto e verso sinistra. (B) Quando il paziente espira, il professionista esercita una forza verso la fossa iliaca sinistra dei tessuti sotto le dita e chiede al paziente di raddrizzare la schiena e tenere la testa flessa mentre il praticante aumenta la spinta del suo sterno contro la schiena del paziente. Durante l'inspirazione del paziente, il professionista rilassa leggermente la pressione e riprende la manovra nella espirazione successiva. Normalizzazione dei pilastri del diaframma Una mano dell operatore è posizionata posteriormente e perpendicolarmente all'asse della colonna vertebrale e con le dita aggancia i processi spinosi lombari. L'altra mano si avvicina all'arco condrocostale con le dita rivolte lateralmente e il pollice che sotto la cupola diaframmatica. La mano anteriore porta l arco condrocostale lateralmente mentre il pollice spinge sotto l'arco, mettendo la cupola diaframmatica in tensione. L'altra mano stabilizza i processi spinosi in modo che non ruotino. Il praticante mantiene la tensione fino a quando sente il rilassamento dei tessuti. 3

Normalizzazione degli sfinteri con recoil (A) Illustrazione della localizzazione degli sfinteri ; valvola ileo-cecale, angolo duodeno-digiunale, sfintere di Oddi, piloro. (B) l operatore pone i pollici su tutta l'area da trattare e preme progressivamente posteriormente durante l'espirazione del paziente. Quando viene raggiunto il limite di distensibilità tissutale della zona, il professionista esercita una leggera pressione e un improvviso rilascio a grande velocità. Bilanciamento dei diaframmi L'obiettivo della tecnica di bilanciamento dei diaframmi è di ripristinare la funzione fluidica e l armonia tra i diaframmi. Il paziente è in posizione supina, e gli arti superiori e inferiori sono rilassati. Il praticante siede accanto al paziente. Per il diaframma pelvico, una mano è sotto il sacro e l'altra è appena sopra l'osso pubico; per il diaframma toracico, una mano è sotto le vertebre da T12 a L2, e l'altra mano è sulla zona epigastrica; per il diaframma cervicotoracico, una mano è sotto le vertebre da T1 a T3 e l'altra mano è sul manubrio sternale. Per ciascuno dei 3 diaframmi, il praticante percepisce i tessuti e, se necessario, induce la normalizzazione in base alle motilità del tessuto. La percezione di normalizzazione tessutale si sente come un allentamento dei tessuti o una sincronizzazione del movimento tra le mani, ma questa è la percezione personale della tecnica, che potrebbe variare tra gli operatori sulla base dell'esperienza del praticante e della sensibilità. Risultati Attraverso un apposita scala sulla qualità della vita per il GERD (QS-GERD) è stata effettuata una valutazione dopo il primo trattamento a 4, 6 e 8 settimane successive. Il miglioramento alla scala era apprezzabile alla settimana 6 e 8 e all ultimo follow up il paziente ha riportato anche un miglioramento della sintomatologia dopo il pasto. L esame osteopatico effettuato dopo che il paziente ha completato l ultimo questionario, ha mostrato un miglioramento della congestione tessutale nella zona epigastrica e della ipomobilità della cupola diaframmatica destra. Le vertebre da T1 a T4, T6, e L3 non hanno mostrato miglioramenti. Queste aree non avevano ricevuto alcun trattamento, le zone sono state esaminate solo per rilevare eventuali cambiamenti, senza aspettarsi modifiche. 4

Commento I risultati di questo studio mostrano un miglioramento ragionevole della qualità della vita del paziente. Le tecniche osteopatiche adottate in questo studio sono state scelte sulla base di studi di anatomo-fisiologia, che hanno rivelato il ruolo svolto dal diaframma e dall'esofago nel mantenere la barriera antireflusso : pertanto oltre all attenzione alla colonna cervico-toracica per i riflessi viscerosomatici coinvolti, le tecniche utilizzate sul diaframma e sull'esofago potrebbe tradursi in risultati positivi nel trattamento di pazienti con GERD. Uno studio randomizzato controllato con un campione più grande e un protocollo standardizzato OMT dovrebbero essere condotti per capire il meccanismo e l'utilizzo di OMTh in GERD e altre malattie gastrointestinali. Bibliografia 1. Moraes-Filho JPP, Navarro-Rodriguez T, Barbuti R, Eisig J, Chinzon D, Bernardo W; and the Brazilian Consensus Group. Guidelines for the diagnosis and management of gastroesophageal reflux disease: an evidence-based consensus. Arq Gastroenterol. 2010;47(1):99-115. doi:10.1590/s0004-28032010000100017. 2. Kahrilas PJ. Gastroesophageal reflux disease. N Engl J Med. 2008;359(16):1700-1707. doi:10.1056/nejmcp0804684. 3. Sandler RS, Everhart JE, Donowitz M, et al. The burden of selected digestive diseases in the United States. Gastroenterology. 2002;122(5):1500-1511. 4. Vakil NB, Halling K, Becher A, Ryden A. Systematic review of patient-reported outcome instruments for gastroesophageal reflux disease symptoms. Eur J Gastroenterol Hepatol. 2013;25(1):2-14. doi:10.1097/meg.0b013e328358bf74. 5. Komarchuk VV. Evaluation of quality of life of patients with complicated forms of ulcer in combination with reflux disease [in Russian]. Klin Khir. 2012;Oct(10):62-64. 6. Velanovich V, Vallance ST, Gusz JR, Tapia FV, Harkabus MA. Quality of life scale for gastroesophageal reflux disease. J Am Coll Surg. 1996;183(3):217-224. 7. Kwiatek MA, Kahrilas PJ. Physiology of the LES. Dis Esophagus. 2011;25:286-291. 8. Delattre JF, Avisse C, Marcus C, Flament JB. Functional anatomy of the gastroesophageal junction. Surg Clin North Am. 2000;80(1):241-260. http://dx.doi.org/10.1016/s0039-6109(05)70404-7. 9. Pandolfino JE, Kwiatek MA, Kahrilas PJ. The pathophysiologic basis for epidemiologic trends in gastroesophageal reflux disease. Gastroenterol Clin North Am. 2008;37:827-843. http://dx.doi.org/10.1016/j.gtc.2008.09.009. 10. Shafik A, Shafik A, El-Sibai O, Shafik I. Physioanatomic study of the diaphragmatic crura: the identification of autonomous gastroesophageal sphincter. J Invest Surg. 2005;18(3):135-142. 11. Brasseur JG, Ulerich R, Dai Q, Patel DK, Soliman AMS, Miller LS. Pharmacological dissection of the human gastro-oesophageal segment into three sphincteric components. J Physiol. 2007; 580(3):961-975. doi:10.1113/jphysiol.2006.124032. 12. Pandolfino JE, Kim H, Ghosh SK, Clarke JO, Zhang Q, Kahrilas PJ. High-resolution manometry of the EGJ: an analysis of crural diaphragm function in GERD. Am J Gastroenterol. 2007;102(5):1056-1063. doi:0.1111/j.1572-0241.2007.01138.x. 13. Kwiatek MA, Pandolfino JE, Kahrilas PJ. 3D-high resolution manometry of the esophagogastric junction. Neurogastroenterol Motil. 2011;23(11):e461-e469. doi:10.1111/j.1365-2982.2011.01733.x. 14. Michelfelder AJ, Lee KC, Bading EM. Integrative medicine and gastrointestinal disease. Prim Care. 2010;37(2):255-267. 15. Posadzki P, Ernst E. Osteopathy for musculoskeletal pain patients: a systematic review of randomized controlled trials. Clin Rheumatol. 2011;30(2):285-291. doi:10.1007/s10067-010-1600-6. 16. Lossing K. Visceral manipulation. In: Chila AG, executive ed. Foundations of Osteopathic 5

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