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07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 417 Nome scientifico Rhinolophus euryale Nome comune Rinolofo Euriale Sistematica Classe: Mammalia. Ordine: Chiroptera. Famiglia: Rhinolophidae. 417 Livello di protezione L. 157/92; Convenzione di Berna app. 2; Convenzione di Bonn app. 2; Direttiva Habitat allegati II e IV; IUCN: vulnerabile, minacciata d estinzione (A2c). Identificazione È specie dalla colorazione bruna, più chiara sul ventre, con lunghezza testa - corpo di 43-58 mm, coda di 22-26 mm, avambraccio di 45-51 mm ed apertura alare che può raggiungere i 320 mm. Ha orecchie ben appuntite nella parte terminale. È specie simile per dimensioni, colore e foglia nasale al Rinolofo di Blasius, da cui se ne distingue per la sella della foglia nasale che si presenta, in visione frontale, con lati paralleli e piuttosto stretta. Distribuzione È specie diffusa nell Europa meridionale e mediterranea, nell Africa maghrebina, da Israele alla Turchia e alla Transcaucasia verso Nord e all Iran e al Turkmenistan verso Est. Drastici decrementi demografici sono segnalati in Francia, Svizzera, Portogallo e Slovacchia. In Italia è nota per tutto il territorio. In Liguria è segnalata in tutte le province. Notizie utili per la conservazione della specie Predilige aree calde e alberate ai piedi di colline e montagne, soprattutto se situate in zone calcaree ricche di caverne e prossime all acqua. Risulta segnalato sino a 1.000 m di quota. Rifugi estivi prevalentemente in grotta nelle regioni più calde. Colonie riproduttive di 50-400 femmine, con presenza occasionale di qualche maschio. Di frequente condivide i rifugi e può formare colonie miste con altre specie congeneri e con Miniopterus schreibersii, Myotis emarginatus e Myotis capaccinii. Rifugi invernali in grotte e gallerie minerarie, preferibilmente con temperature intorno ai 10-12 C. Si attacca alle volte o alle pareti per mezzo dei piedi. Ha spiccate abitudini gregarie tanto che di solito lo si trova in gruppi in cui gli esemplari sono a stretto contatto fra loro; le colonie, talora miste, possono essere formate anche da migliaia di individui. Scarse le notizie sulla riproduzione. Gli accoppiamenti iniziano verso la fine

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 418 di luglio, ma possono avere luogo anche durante l inverno; la femmina partorisce per lo più fra luglio e agosto. L unico piccolo, del peso di circa 4 gr alla nascita, è di regola atto al volo tra l inizio e la metà di agosto, ma talora già verso la metà di luglio. Lascia il rifugio nel tardo imbrunire; caccia volando basso sul terreno, preferibilmente in zone collinari con copertura arborea o arbustiva relativamente fitta. La specie presenta un volo lento, farfalleggiante e molto agile, con possibilità di eseguire anche quello di tipo stazionario ( spirito santo ). Di regola sedentario; il più lungo spostamento sinora registrato è di 134 km. Possibili minacce e fattori di rischio È la specie meno diffusa della famiglia, è minacciata dalla riduzione degli insetti, causata dall uso di pesticidi in agricoltura e dall alterazione e distruzione dell habitat, nonché dal disturbo nei siti di riproduzione e svernamento (grotte). Interventi gestionali La specie è favorita dal mantenimento di ambienti diversificati preservando aree aperte ricche di elementi lineari quali siepi e filari. Di particolare importanza è la conservazione dei siti di rifugio estivo ed invernale, limitando l attività speleologica e il disturbo nelle principali cavità utilizzate per lo svernamento. A tale proposito risulta prioritaria la chiusura di grotte o altre cavità sotterranee utilizzate dalla specie durante la riproduzione e lo svernamento. La specie non utilizza nidi artificiali e non sono possibili interventi di reintroduzione. Metodi di monitoraggio Il monitoraggio può essere eseguito tramite ricerca diretta all interno dei rifugi estivi ed invernali dove gli individui sono facilmente osservabili e per mezzo di catture con mist-net nelle aree di foraggiamento o abbeverata da personale esperto munito di specifica autorizzazione rilasciata dalla Regione su parere dell Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) e il Ministero per l Ambiente. L uso del batdetector, per il tipo di segnali di ecolocalizzazione udibili da 5 a 10 metri di distanza, riduce molto la possibilità di contattare gli esemplari in transito. Il monitoraggio e l identificazione richiedono personale specializzato. Autore Mara Calvini, Roberto Toffoli 418

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 419 Nome scientifico Rhinolophus ferrumequinum Nome comune Rinolofo maggiore Sistematica Classe: Mammalia. Ordine: Chiroptera. Famiglia: Rhinolophidae. 419 Livello di protezione L. 157/92; Convenzione di Berna app. 2; Convenzione di Bonn app. 2; Direttiva Habitat allegati II e IV; Bat Agreement (L. 10/2005); IUCN: a minor rischio, ma prossima a diventare specie minacciata (LR: nt). Identificazione È il più grande rappresentante della famiglia con lunghezza testa-corpo 56-71 mm, coda di 35-43 mm, avambraccio di 53-61 mm ed apertura alare che può raggiungere i 400 mm. Ha colorazione variabile, ma generalmente marrone chiaro sul dorso e ancora più chiara sul ventre. Ha orecchie grandi con apice acuto. La sella della foglia nasale, in visione frontale, è a forma di violino ed è ristretta al centro. Distribuzione Specie a vasta diffusione centro asiatica europea e mediterranea. Negli ultimi 50 anni ha subito un forte regresso in tutta Europa, con estinzioni locali (parte dell Inghilterra, Olanda, Israele). Indagini svolte in alcune regioni del nostro Paese evidenziano una sua notevole rarefazione rispetto al passato. In Italia è nota per tutto il territorio. In Liguria è presente in tutte le province, con segnalazioni recenti per l imperiese; non si conoscono, tuttora, colonie riproduttive. Notizie utili per la conservazione della specie Predilige zone calde e aperte con alberi e cespugli, in aree calcaree prossime all acqua, anche in vicinanza di insediamenti umani; segnalata anche a 2.000 m, ma per lo più si mantiene a quote non superiori agli 800 m. Rifugi estivi in edifici, fessure rocciose, cavi degli alberi e talora in grotte e gallerie minerarie; svernamento in cavità sotterranee naturali o artificiali con temperature di 7-12 C. Gli animali pendono dal soffitto o dalle pareti, ove si attaccano con i soli piedi, isolati o in piccoli gruppi. Gli accoppiamenti avvengono dalla fine dell estate alla primavera successiva. La maturità sessuale è raggiunta alla fine del secondo anno nei maschi e 3-4 anno

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 420 nelle femmine; l unico figlio nasce tra giugno e agosto e pesa circa 5-6 grammi; il piccolo apre gli occhi a circa 7 giorni di vita ed è capace di volare dopo 4 settimane, diventa indipendente a 7-8 settimane. La longevità massima riscontrata in natura è di 30 anni. Lascia i rifugi all imbrunire per cacciare con volo sfarfalleggiante, piuttosto lento e usualmente basso (0,3-6 m); aree di foraggiamento in zone con copertura arborea ed arbustiva sparsa, su pendici collinari, presso pareti rocciose, nei giardini, ecc. L alimentazione è prevalentemente basata su insetti di grosse dimensioni come lepidotteri (Noctuidae, Nymphalidae, Hepialidae, Sphingidae, Geometridae e Lasiocampidae) e Coleotteri (Scarabeidae, Geotrupidae, Silphidae e Carabidae) catturati in volo o, più raramente, al suolo; stagionalmente risulta molto importante l apporto alimentare dovuto ai maggiolini. Sedentario; la distanza tra il rifugio estivo e quello invernale è usualmente di 20-30 km; il più lungo spostamento noto è di 320 km. Possibili minacce e fattori di rischio Pur essendo la specie più diffusa della famiglia, è minacciata dalla riduzione degli insetti, causata dall uso di pesticidi in agricoltura e dall alterazione e distruzione dell habitat, nonché dal disturbo nei siti di riproduzione e svernamento (grotte e costruzioni). Interventi gestionali La specie è favorita dal mantenimento di ambienti diversificati preservando aree aperte ricche di elementi lineari quali siepi e filari. Di particolare importanza è la conservazione dei siti di rifugio estivo ed invernale, limitando l attività speleologica e il disturbo nelle principali cavità utilizzate per lo svernamento. La presenza di individui in edifici sottoposti a ristrutturazione può essere mantenuta garantendo la presenza di locali idonei alla riproduzione: bui, privi di correnti d aria e con temperature superiori ai 30 C in estate, con adeguati passaggi per l uscitadegli individui. Qualora presenti colonie riproduttive, eventuali lavori di manutenzione e ristrutturazione non devono essere eseguiti nei mesi compresi tra maggio e settembre e, comunque, occorre utilizzare prodotti atossici per il trattamento del legno impiegato per travature e ricreare gli spazi necessari per la presenza della specie. La specie non utilizza nidi artificiali e non sono possibili interventi di reintroduzione. Metodi di monitoraggio Il monitoraggio può essere eseguito tramite ricerca diretta all interno dei rifugi esti- 420

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 421 vi ed invernali dove gli individui sono facilmente osservabili e per mezzo di catture con mist-net nelle aree di foraggiamento o abbeverata da personale esperto munito di specifica autorizzazione rilasciata dalla Regione su parere dell Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) e il Ministero per l Ambiente. L uso del batdetector, per il tipo di segnali di ecolocalizzazione udibili da 5 a 10 metri di distanza, riduce molto la possibilità di contattare gli esemplari in transito. Il monitoraggio e l identificazione richiedono personale specializzato. Autore Mara Calvini, Roberto Toffoli 421

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 422 Nome scientifico Rhinolophus hipposideros Nome comune Rinolofo minore Sistematica Classe: Mammalia. Ordine: Chiroptera. Famiglia: Rhinolophidae. 422 Livello di protezione L. 157/92; Convenzione di Berna app. 2; Convenzione di Bonn app. 2; Direttiva Habitat allegati II e IV; IUCN: vulnerabile, minacciata d estinzione (VU: A2c). Identificazione È il più piccolo rappresentante del genere, con lunghezza testa corpo di 35-45 mm, coda di 21-23 mm, avambraccio di 37-42 mm ed apertura alare che può raggiungere i 254 mm. Ha colorazione uniformemente bruna o bruno chiara con parte ventrale più chiara. Ha orecchie particolarmente arcuate con apice a pinna molto evidente. La sella della foglia nasale si presenta, in visione frontale, a forma di cono. Distribuzione È specie a vasta diffusione con areale che comprende l Europa, il Nord Africa, l Arabia e l Asia sud occidentale. Declini demografici sono registrati in vari paesi europei con locali estinzioni. In Italia è nota su tutto il territorio. In Liguria è presente in tutte le province con segnalazioni recenti per l imperiese e la provincia di Genova. Notizie utili per la conservazione della specie Predilige zone calde, parzialmente boscate, in aree calcaree, anche in vicinanza di insediamenti umani. Nella buona stagione è stato osservato fino a 1.800 m e in inverno fino a 2.000 m. Rifugi estivi e colonie riproduttive prevalentemente negli edifici (soffitte, chiese abbandonate, ecc.). Siti di svernamento in grotte, gallerie minerarie e cantine, preferibilmente con temperature di 4-12 C e un alto tasso di umidità. Gli animali pendono dal soffitto o dalle pareti, ove si attaccano con i soli piedi, sempre isolatamente. Gli accoppiamenti hanno luogo soprattutto in autunno, talora anche in inverno. La maturità sessuale è raggiunta in ambo i sessi a 1-2 anni; il primo parto può avvenire a un anno di età. L unico figlio nasce, nella maggior parte dei casi, nella seconda metà di giugno; il piccolo apre gli occhi a circa dieci giorni di vita, è atto al volo a 4 settimane di età e raggiunge la completa indipendenza a 6-7 settimane. La longevità media è di poco superiore ai due anni, la massima nota è di 21 anni. Esce al tramonto e caccia con volo abile, abbastanza veloce, con movimenti alari quasi frullanti, usualmente a bassa quota (fi-

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 423 no a circa 5 m); aree di foraggiamento in boschi aperti, parchi, boscaglie e cespuglieti. Le prede sono catturate anche direttamente sul terreno o sui rami. Si nutre di vari tipi di Artropodi, principalmente Ditteri (tipule, zanzare, moscerini), Lepidotteri (piccole falene, ecc.), Neurotteri e Tricotteri. Sedentario; la distanza tra il rifugio estivo e quello invernale è usualmente di 5-10 km; il più lungo spostamento conosciuto è di 153 km. Possibili minacce e fattori di rischio È specie minacciata dalla riduzione della disponibilità delle sue principali prede dovuta all uso di pesticidi in agricoltura, dall alterazione e distruzione dell habitat, nonché dal disturbo nei siti di riproduzione e svernamento. Interventi gestionali La specie è favorita dal mantenimento di ambienti diversificati preservando aree aperte ricche di elementi lineari quali siepi e filari. Di particolare importanza è la conservazione dei siti di rifugio estivo ed invernale, limitando l attività speleologica e il disturbo nelle principali cavità utilizzate per lo svernamento. La presenza di individui in edifici sottoposti a ristrutturazione può essere mantenuta garantendo la presenza di locali idonei alla riproduzione: bui, privi di correnti d aria e con temperature superiori ai 30 C in estate, con adeguati passaggi per l uscita degli individui di dimensioni non inferiori ai 25 x 30 cm. Qualora presenti colonie riproduttive, eventuali lavori non devono essere eseguiti nei mesi compresi tra maggio e settembre e, comunque, occorre utilizzare prodotti atossici per il trattamento del legno impiegato per travature. La specie non utilizza nidi artificiali e non sono possibili interventi di reintroduzione. Metodi di monitoraggio Il monitoraggio può essere eseguito tramite ricerca diretta all interno dei rifugi estivi ed invernali dove gli individui sono facilmente osservabili e per mezzo di catture con mist-net nelle aree di foraggiamento o abbeverata da personale esperto munito di specifica autorizzazioni rilasciata dalla Regione su parere dell Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) e il Ministero per l Ambiente. L uso del batdetector, per il tipo di segnali di ecolocalizzazione udibili a non oltre i 5 metri di distanza, riduce significativamente la possibilità di contattare gli esemplari in transito. Il monitoraggio e l identificazione richiedono personale specializzato. 423 Autore Roberto Toffoli, Mara Calvini

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 424 Nome scientifico Barbastella barbastellus Nome comune Barbastello Sistematica Classe: Mammalia. Ordine: Chiroptera. Famiglia: Vespetilionidae. 424 Livello di protezione L. 157/92; Convenzione di Berna app. 2; Convenzione di Bonn app. 2; Direttiva Habitat allegati II e IV; IUCN: vulnerabile, minacciata d estinzione (VU: A2c). Identificazione È specie con lunghezza testa corpo di 44-60 mm, coda di 38-52 mm, avambraccio di 36-44 mm ed apertura alare che può raggiungere i 290 mm. Ha colorazione del mantello nerastra con riflessi argentei e parti ventrali più chiare. È facilmente riconoscibile da altre specie di chirotteri per le orecchie larghe e corte unite tra loro alla base da una ben evidente plica cutanea e per il muso scuro e molto corto che si protende poco al di là del margine delle orecchie. Distribuzione È specie a diffusione europea (esclusa parte dell Europa sud orientale) e mediterranea che comprende anche parte dell Asia fino al Caucaso e l Africa settentrionale (Marocco). In Liguria è nota per le province di Imperia, Savona e Genova, ma si conoscono segnalazioni recenti solo per il settore alpino. Notizie utili per la conservazione della specie Specie relativamente microterma, predilige le zone boscose collinari e di bassa e media montagna. Sulle Alpi è stata trovata sino a un altitudine di 2.000 metri. Rifugi estivi e nursery nelle costruzioni (spaccature dei muri, interstizi fra questi e le persiane, le travi e i rivestimenti, soffitte) e nei cavi degli alberi. Rifugi invernali in ambienti sotterranei naturali o artificiali (grotte, gallerie minerarie, cantine). Negli ibernacoli, talora ventilati e relativamente secchi (tasso igrometrico più basso accertato di 70%), sono state rilevate temperature di 0-8 C, con estremi sino a -6 C. Nei rifugi invernali lo si trova incuneato nelle fessure, pendente dalle volte o aggrappato alle pareti e con esse a contatto. Le femmine, sessualmente mature nel secondo anno di vita, si accoppiano dalla tarda estate ai primi di autunno, secondo le località. A partire da giugno occupano le nur-

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 425 sery, ove formano colonie composte per lo più da 5-30 femmine. I parti, che iniziano a metà giugno, sono di solito semplici, talora bigemini. Il piccolo cresce rapidamente e raggiunge la taglia degli adulti a 8-9 settimane di vita o prima. La massima longevità sinora accertata è di 21 anni e 9 mesi. Di norma lascia il rifugio di buon ora anche col cattivo tempo e caccia preferibilmente lungo percorsi regolari e circolari con un diametro di 50-100 m, a 4-5 m dal suolo o dal pelo dell acqua. Le zone di foraggiamento sono rappresentate da corpi d acqua, boschi e loro margini, giardini e viali illuminati. Le prede, talora consumate appendendosi ad un appiglio, sono rappresentate in larga maggioranza da piccoli Insetti (microlepidotteri) e altri Artropodi catturati per lo più in volo o, talora, come ad esempio nel caso dei ragni, sui rami degli alberi e altri supporti. La bocca e la dentatura relativamente piccole ostacolano la cattura e il consumo di prede di una certa taglia. La specie, sebbene sedentaria, è tuttavia capace di compiere spostamenti di una certa entità; quello più lungo sinora accertato è di 290 km. Possibili minacce e fattori di rischio È specie particolarmente sensibile al disturbo operato dall uomo nei rifugi situati in grotte e costruzioni ed è minacciata dalla scomparsa degli habitat idonei all alimentazione e avvelenamento delle risorse trofiche a causa degli insetticidi. Interventi gestionali La specie è favorita dal mantenimento di ambienti diversificati preservando aree aperte ricche di elementi lineari quali siepi e filari. Di particolare importanza è la conservazione dei siti di rifugio invernale, limitando l attività speleologica e il disturbo nelle principali cavità utilizzate per lo svernamento. Importante per la specie è una gestione forestale che preveda il mantenimento in piedi di alberi marcescenti di grosse dimensioni in particolare quelli che presentano ampi tratti di corteccia sollevata. A causa dei continui cambi di rifugio nei mesi estivi è necessario preservare tutti gli alberi morti nel raggio di 3 chilometri ove siano presenti colonie riproduttive. In caso d interventi forestali la specie può essere favorita dall installazione di nidi artificiali per chirotteri nelle zone idonee in numero di 6-10 per ettaro. Qualora presenti colonie riproduttive in edifici, eventuali lavori di ristrutturazione non devono essere eseguiti nei mesi compresi tra maggio e settembre utilizzando prodotti atossici per il trattamento del legno delle travature. 425

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 426 Nelle aree di caccia in prossimità di centri abitati è raccomandabile limitare l impiego dell illuminazione pubblica alle prime due ore e all ultima ora della notte. Metodi di monitoraggio Il monitoraggio può essere eseguito tramite ricerca diretta all interno dei rifugi invernali dove gli individui sono facilmente osservabili. Nelle aree di caccia la specie può essere contattata per mezzo di catture con mist-net da personale esperto munito di specifica autorizzazione rilasciata dalla Regione su parere dell Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) e il Ministero per l Ambiente. L uso del batdetector è una metodologia efficace per la ricerca delle aree di foraggiamento, ma richiede l analisi bioacustica dei caratteristici segnali di ecolocalizzazione tramite appositi software. Il monitoraggio e l identificazione richiede personale specializzato. Autore Roberto Toffoli, Mara Calvini 426

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 427 Nome scientifico Eptesicus serotinus Nome comune Serotino comune Sistematica Classe: Mammalia. Ordine: Chiroptera. Famiglia: Vespetilionidae. 427 Livello di protezione L. 157/92; Convenzione di Berna app. 2; Convenzione di Bonn app. 2; Direttiva Habitat allegati IV; IUCN: a minor rischio, preoccupazione minima (LR: lc). Identificazione È specie con lunghezza testa corpo di 62-80 mm, coda di 46-54 mm, avambraccio di 48-56 mm ed apertura alare che può raggiungere i 380 mm. Ha colorazione della pelliccia brunastra e parti ventrali bruno giallastre. Simile al Serotino di Nilsson, ma se ne distingue per le maggiori dimensioni e per la colorazione più scura. Distribuzione È specie a diffusione centro asiatica, europea e mediterranea che comprende buona parte dell Europa, l Africa maghrebina e la Libia, l Asia fino alla Cina ed il Medio Oriente. In Italia è specie diffusa e relativamente comune, nota per l intero territorio. In Liguria le segnalazioni sono relative alle province di Imperia, Savona e Genova. Notizie utili per la conservazione della specie È specie che predilige i parchi ed i giardini situati ai margini degli abitati e gli abitati stessi prevalentemente in aree planiziali, anche se in Europa può rinvenirsi sino a 1.800 m. I rifugi estivi, nei quali gli animali restano isolati o si riuniscono in piccoli gruppi, sono soprattutto rappresentati dagli edifici dove si rifugiano tra le travi del tetto, nelle fessure dei muri e dietro ai rivestimenti, più di rado in cavità degli alberi, cassette nido e, nelle regioni meridionali, in grotte. I rifugi invernali, dove la temperatura oscilla tra i 2 e 4 C e l aria è talora relativamente secca, sono rappresentati principalmente da grotte, tunnel, miniere e cantine. Gli animali svernano da ottobre ad aprile appesi alle pareti e alle volte o incuneati nelle fessure. Le femmine raggiungono la maturità sessuale a 1-2 anni di età. Gli accoppiamenti iniziano verso la metà d agosto, ma hanno luogo prevalentemente in autunno e le colonie riproduttive possono contare anche qualche centinaio di esemplari. A par-

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 428 tire dalla seconda metà di giugno le femmine partoriscono generalmente 1-2 piccoli dal peso ognuno di circa 5-6 grammi. I piccoli aprono gli occhi a 7-8 giorni dalla nascita, sono atti al volo a 4-5 settimane e diventano indipendenti a 6-7. La longevità massima accertata è di 21 anni, mentre quella media è di 5,3 anni (femmine). Abbandona i rifugi circa mezz ora dopo il tramonto per raggiungere le aree di foraggiamento poste a circa 1 km dal rifugio; caccia isolatamente lungo i margini dei boschi, in aree agricole e pascoli con presenza di siepi, ma anche in aree antropizzate quali giardini, viali illuminati e discariche descrivendo di solito ampi cerchi con volo lento, di rado a più di 6-10 m dal suolo. Il Serotino comune preda vari tipi di Insetti, in prevalenza Lepidotteri e Coleotteri, anche di taglia relativamente grande, quali Scarabeidi, Odonati, Ortotteri, nonché Lepidotteri Sfingidi e Nottuidi; la dieta comprende inoltre ragni e, occasionalmente, Molluschi Gasteropodi, attestando ulteriormente come le prede vengano spesso catturate al suolo o sulla vegetazione. Specie considerata sedentaria, ma sono noti spostamenti anche di 330 km. Possibili minacce e fattori di rischio Pur essendo specie meno minacciata rispetto ad altri chirotteri, è sensibile alle alterazioni degli habitat di caccia e alla diminuzione delle sue prede dovuta all uso di pesticidi, nonché alla riduzione e scomparsa dei siti di rifugio, riproduzione e svernamento (grotte e costruzioni). Interventi gestionali La specie è strettamente dipendente dagli edifici e i trattamenti delle parti in legno con prodotti tossici costituiscono la principale causa di mortalità. La gestione della specie deve prevedere la conservazione di abitat diversificati con ambienti forestali ricchi di vegetazione arbustiva alternati a coltivi, prati ricchi di elementi lineari come siepi e filari, nonché la conservazione dei siti di svernamento situati in ambienti sotterranei naturali ed artificiali, limitando il disturbo dovuto a visite speleologiche. Non si hanno notizie relative all utilizzo di nidi artificiali, ma potrebbe essere favorita dall installazione di appositi bat-box. Metodi di monitoraggio Nonostante le notevoli dimensioni la specie è difficilmente contattabile all interno dei 428

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 429 rifugi in quanto sovente si nasconde in piccole fessure. Buoni risultati si possono ottenere mediante la cattura con mist-net nelle aree di caccia o abbeverata da personale esperto munito di specifica autorizzazione rilasciata dalla Regione su parere dell Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) e il Ministero per l Ambiente. L uso del batdetector è una metodologia efficace per la ricerca delle aree di foraggiamento, ma richiede l analisi bioacustica dei caratteristici segnali di ecolocalizzazione tramite appositi software. Il monitoraggio e l identificazione richiede personale specializzato. Autore Mara Calvini, Roberto Toffoli 429

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 430 Nome scientifico Hypsugo savii Nome comune Pipistrello di Savi Sistematica Classe: Mammalia. Ordine: Chiroptera. Famiglia: Vespetilionidae. 430 Livello di protezione L. 157/92; Convenzione di Berna app. 2; Convenzione di Bonn app. 2; Direttiva Habitat allegati IV; IUCN: a minor rischio, preoccupazione minima (LR: lc). Identificazione È specie con lunghezza testa corpo di 43-52 mm, coda di 31-43 mm, avambraccio di 30-37 mm ed apertura alare che può raggiungere i 250 mm. Ha colorazione della pelliccia marrone, ma con notevoli variazioni che vanno dal bruno rame al bruno chiaro e parti ventrali chiare. Assomiglia alle specie del genere Pipistrellus; uno dei caratteri più evidenti che permette di distinguerla da queste è il tratto dell apice della coda libero dall uropatagio (membrana che comprende la coda) di circa 2-5 mm (non più di 1,3 mm nel genere Pipistrellus). Distribuzione È specie a diffusione centro asiatica e mediterranea presente in Europa per lo più nelle regioni meridionali, in Nord Africa, in Asia fino al Giappone ad Est e la Siberia e la Mongolia a Nord e la Birmania a Sud. In Italia la specie è nota per l intero territorio. In Liguria è una specie comune presente in tutte le province dal livello del mare fino a circa 1.700 metri. Notizie utili per la conservazione della specie Specie nettamente euriecia ed eurizonale, presente dal livello del mare a 2.000 m di quota sulle Alpi. Frequenta le zone costiere, le aree rocciose, i boschi e le foreste di ogni tipo, nonché i più vari ambienti antropizzati, dalle zone agricole alle grandi città. Nella buona stagione si rifugia, anche per la riproduzione, nelle fessure delle rocce e dei manufatti (muri, interstizi fra le tegole, fra le travi e il tetto, fra le persiane e le pareti) nonché, occasionalmente, nei cavi degli alberi. Gli ibernacoli, nei quali gli animali si trovano di regola solitari, sono rappresentati dalle fessure presenti nelle cavità sotterranee naturali o artificiali, negli alberi e nelle pareti rocciose.

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 431 Le femmine, già mature sessualmente ad un anno di vita, si accoppiano tra la fine di agosto e settembre e partoriscono di regola due piccoli, di rado uno soltanto, tra giugno e la metà di luglio; nelle nursery si riuniscono in gruppi di 20-70 individui, talora minori (5-10). Il piccolo pesa circa 1,2 g alla nascita ed è svezzato a 7-8 settimane di vita; i giovani atti al volo sono più scuri degli adulti e hanno i peli dorsali con solo un accenno di apice chiaro. Lascia i rifugi di regola prima del tramonto e caccia per quasi tutta la notte con volo relativamente lento, rettilineo, intervallato da brevi planate; il foraggiamento, che talora ha luogo a oltre 100 m di altezza, avviene di solito poco sopra la superficie dell acqua e della chioma degli alberi, lungo i rilievi rocciosi e le strade forestali o cittadine, anche in prossimità della luce dei lampioni. Si nutre di piccoli Insetti, che verosimilmente cattura solo in volo, soprattutto Lepidotteri, Ditteri, Imenotteri, Neurotteri e occasionalmente Coleotteri. Quasi certamente sedentario, è tuttavia capace di compiere spostamenti di una certa entità; quello più lungo sinora noto è di 250 km. Possibili minacce e fattori di rischio Probabilmente meno minacciata rispetto ad altre specie di chirotteri, grazie alla sua capacità di adattarsi a vari tipi di ambienti, è comunque sensibile all alterazione dell - habitat e alla perdita di siti di rifugio, riproduzione e svernamento. Interventi gestionali Le informazioni gestionali sono piuttosto scarse. Probabilmente la specie è favorita da interventi di selvicoltura naturalistica con conservazione di alberi maturi e ricchi di cavità. Qualora presenti colonie in edifici, eventuali lavori di ristrutturazione non devono essere eseguiti nei mesi compresi tra maggio e settembre utilizzando prodotti atossici per il trattamento del legno usato per travature e mantenendo gli interstizi utilizzati dalla specie. Non si hanno notizie relative all utilizzo di nidi artificiali, ma potrebbe essere favorita dall installazione di appositi rifugi piatti in cemento e segatura, posizionati sui muri esposti a sud ad un altezza superiore ai 4 metri, che ricreino interstizi tra il muro e il nido con uno spazio di 1,9-2,5 cm. Metodi di monitoraggio I rifugi della specie sono difficilmente individuabili e, qualora la presenza di guano in- 431

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 432 dichi l esistenza di chirotteri, l identificazione della specie può essere effettuata tramite l utilizzo di batdetector durante la fase di uscita serale. Nelle aree di caccia la specie può essere rilevata tramite catture con mist-net da personale esperto munito di specifica autorizzazione rilasciata dalla Regione su parere dell Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) e il Ministero per l Ambiente oppure tramite batdetector e successiva analisi bioacustica dei segnali registrati mediante l ausilio di appositi software. Il monitoraggio e l identificazione richiede personale specializzato. Autore Roberto Toffoli, Mara Calvini 432

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 433 Nome scientifico Miniopterus schreibersii Nome comune Miniottero Sistematica Classe: Mammalia. Ordine: Chiroptera. Famiglia: Miniopteridae. Livello di protezione L. 157/92; Convenzione di Berna app. 2; Convenzione di Bonn app. 2; Direttiva Habitat allegati II e IV; IUCN: a minor rischio, ma prossima a diventare specie minacciata (LR: nt). Identificazione È specie con lunghezza testa corpo di 50-62 mm, coda di 56-64 mm, avambraccio di 45-48 mm ed apertura alare che può raggiungere 350 mm, caratterizzata dal muso corto, testa piuttosto arrotondata, orecchie molto corte ed ali molto lunghe e ristrette all estremità. Ha colorazione del mantello generalmente bruno grigiastra scura e parti ventrali più chiare, sin quasi grigio cenere. Distribuzione È specie a vastissima distribuzione comprendente l Europa mediterranea, Africa mediterranea e sud sahariana, Asia meridionale e Australia. Specie considerata in declino soprattutto nella parte settentrionale del suo areale. In Italia è nota per tutto il territorio, anche se più rara nelle regioni settentrionali. In Liguria la specie è piuttosto rara con segnalazioni storiche per la provincia di Savona e attuali per quella di La Spezia, dove è nota l unica colonia riproduttiva della specie in regione. Notizie utili per la conservazione della specie Specie tipicamente cavernicola, legata soprattutto agli ambienti non o scarsamente antropizzati, con preferenza per quelli carsici. Predilige le zone di bassa o media altitudine, da quelle litoranee a quelle di mezza montagna. Presente negli abitati solo di rado e, per lo più, solo nella parte settentrionale dell areale; si rifugia in ogni stagione, nelle cavità sotterranee naturali o artificiali, ma spesso i quartieri estivi e gli ibernacoli, che possono essere abbandonati per altri anche in pieno inverno, non sono gli stessi; le costruzioni, ove si rifugia di solito nei sottotetti, vengono utilizzate solo nella buona stagione. Spiccatamente gregaria, forma in ogni periodo dell anno colonie anche di varie migliaia di individui, monospecifi- 433

07 Chirotteri 1-12-2006 11:40 Pagina 434 che o miste, insieme a Rinolofidi e Vespertilionidi. Nei rifugi il Miniottero non si incunea mai nelle fessure, ma resta sempre appeso con le zampe alle volte, alle pareti o anche, quando fa parte di una colonia, a qualche componente della medesima; talora, soprattutto negli ibernacoli, gli animali si mantengono isolati l uno dall altro, ma di regola si ammassano in aree di superficie limitata, formando fitti aggregati embricati o addirittura a grappolo; la temperatura e l umidità relativa variano solitamente fra i 4-12 C e il 70-98% nei quartieri invernali, fra gli 11-19 C e il 57-91% nei quartieri estivi. Il letargo, discontinuo, per lo più poco profondo e, come al solito, di durata variabile da località a località, ha luogo all incirca fra ottobre-novembre e marzo-aprile. Le femmine, mature sessualmente nel secondo anno di vita e talora forse solo nel terzo, si accoppiano prevalentemente in autunno. I parti, per lo più semplici e solo raramente gemellari, si verificano tra maggio e luglio, dopo una gravidanza della durata di 8-9 mesi in quanto, a differenza degli altri chirotteri, la fecondazione e lo sviluppo embrionale seguono immediatamente l accoppiamento. Le colonie riproduttive, situate nelle cavità sotterranee naturali o artificiali o, di rado, nelle costruzioni, sono costituite da centinaia di femmine e, contrariamente a quanto avviene nei nostri Rinolofidi e Vespertilionidi, contengono di frequente anche numerosi maschi. La longevità media è di 2,2-2,7 anni, la massima sinora accertata di 16 anni. Abbandona di solito i rifugi al crepuscolo, poco dopo il tramonto, spesso allontanandosene assai. Specializzato nella cattura di Lepidotteri, la sua dieta comprende anche larve di Lepidotteri e ragni. Il volo, più veloce che in qualsiasi altro pipistrello europeo (50-55 km/h) e poco manovrato, assomiglia a quello delle rondini e dei rondoni, con frequenti virate e variazioni di quota ad ali tese, e si svolge di regola in zone aperte, a 10-20 m di altezza, ma non di rado assai più in alto. La specie, pur potendosi comportare come sedentaria in alcune zone meridionali a clima relativamente mite, compie di regola spostamenti, anche assai più lunghi di 100 km, fra quartieri estivi e invernali. Possibili minacce e fattori di rischio È specie particolarmente sensibile al disturbo operato dall uomo nei rifugi sotterranei e come le altre specie di chirotteri, all alterazione e distruzione degli habitat, nonché alla diminuzione e la contaminazione delle sue prede a causa dei pesticidi. 434