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CONGIUNTURA EDILE 2012 INDAGINE SUL SETTORE EDILE DELLA PROVINCIA DI BIELLA A CURA DELL UFFICIO STUDI in collaborazione con

CONGIUNTURA EDILE 2012 Costruzioni: un 2012 nero Un anno ancora all insegna della criticità per il settore edile biellese: imprese registrate in ulteriore flessione e una decisa contrazione del fatturato Lo scenario nazionale Dopo il crollo verticale della domanda manifestato nel 2009, il settore delle costruzioni italiano ha mostrato due riprese, nel 2010 e nel 2011, che sembravano fornire qualche segnale di riavvio. Invece, il 2012, secondo le stime elaborate dal Cresme, si rivela un anno nero per le costruzioni, addirittura più pesante del 2009, in quanto caratterizzato da una caduta degli investimenti pari al 7,3%. Nel 2012 il valore della produzione si attesta (ad esclusione degli investimenti in impianti per le Fonti Energetiche Rinnovabili) a 173 miliardi di euro, in riduzione di ben 10 miliardi di euro rispetto all anno precedente. Questa flessione degli investimenti interessa tutti i comparti produttivi e questo a dimostrazione del fatto che dal 2006 al 2012, attraverso sei anni di crisi, il mercato delle costruzioni si è ridotto di un terzo. Opere pubbliche e nuove abitazioni rappresentano i settori che pagano il prezzo più salato: infatti, rispetto al 2006, nel 2012 il nuovo residenziale ha perso il 53% del mercato, mentre per quanto concerne gli investimenti effettuati in infrastrutture il mercato scomparso corrisponde a poco meno del 30%. La produzione di nuove abitazioni negli ultimi 6 anni si è dimezzata, mentre la situazione attuale riferita alla nuova produzione non residenziale sembra aver raggiunto i livelli minimi della storia del nostro Paese. Anche per l immediato futuro il Cresme prospetta un ulteriore contrazione ( 2,2%) degli investimenti nelle costruzioni italiane, mentre prevede una probabile uscita dal tunnel non prima del 2014, in presenza però di un mercato edilizio strutturalmente più piccolo e riconfigurato. Pertanto, con il 2013, gli anni della crisi potrebbero diventare sette. A questo proposito si rivelano particolarmente efficaci le parole pronunciate da Bellicini, l amministratore delegato di Cresme Ricerche, utilizzate ad introduzione del XX Rapporto Cresme sul mercato delle costruzioni, presentato a Milano lo scorso novembre: Il settore è allo stremo, come un pugile che va al tappeto per la seconda volta dopo il primo ko del 2009. A questo punto, chi sta fermo è perduto. Le imprese devono ridisegnare le proprie strategie con l innovazione, l orientamento all export, la scoperta di nuovi mercati. E le politiche pubbliche devono sostenere il settore nel traghettamento verso un mercato nuovo. Infatti, viste le criticità attuali che sta attraversando il settore, accorrono in aiuto le esportazioni per le grandi imprese, gli investimenti in impianti di energie rinnovabili e il recupero abitativo. In materia di impianti energetici, il 2012 mostra una secca frenata in seguito alla riforma, in senso restrittivo degli incentivi (a fronte di un investimento stimato che lo scorso anno era pari a 26,5 miliardi di euro, quest anno, invece, dovrebbe corrispondere a 12,5 miliardi di euro). Per quanto concerne il rinnovo (ossia il recupero abitativo, la riqualificazione e la manutenzione straordinaria), si può affermare che è tornato a rappresentare il perno su cui poggia il settore: 79,6 miliardi di euro contro i 57,3 delle nuove costruzioni. Secondo Bellicini, le risorse ci sono ma sono mal allocate e pertanto, diviene opportuno intervenire con una politica mirata che risulti efficace, in modo tale da evitare effetti drammatici sia sulle imprese che sull occupazione del settore. 2

Lo scenario biellese: dati strutturali Prima di esaminare i dati relativi all indagine campionaria, forniamo, come di consueto, alcune informazioni di struttura del settore. Secondo Movimprese, l analisi sulla nati mortalità effettuata da InfoCamere sulla base dei dati del Registro Imprese della Camera di Commercio, tra il 31 dicembre 2011 e il 31 dicembre 2012, il saldo delle imprese registrate nel settore delle costruzioni è risultato negativo per 85 unità per un valore pari, in termini percentuali, a 2,5%, portando a 3.352 unità lo stock complessivo. La maggior parte di queste imprese (l 84% del totale registrate) riveste carattere artigiano: le imprese classificabili al 31/12/2012 come industriali (o comunque come non artigiane) sono soltanto 540. Anche quest anno si assiste ad una diminuzione del numero delle imprese edili biellesi. Questo andamento negativo si verifica sia a livello piemontese che italiano, dove si registrano delle flessioni pari rispettivamente al 2,1% e al 1,4%. La contrazione del settore edile biellese è generata da quella riscontrata in tutti e tre i comparti: infatti quello dell Ingegneria civile manifesta una flessione del 9,7%, quello dei Lavori di costruzione specializzati 1 registra un decremento del 2,8% ed infine quello della Costruzione di edifici rivela una diminuzione pari all 1,0%. Grafico 1: Variazione di stock delle imprese edili registrate. Prov. di Biella, Piemonte e Italia. 31 dicembre 2012/31 dicembre 2011 Costruzione di edifici Ingegneria civile Lavori di costruzione specializzati -9,7% -1,0% -2,3% -1,7% -2,9% -2,8% -2,0% -1,2% -2,5% -2,1% -1,4% Fonte: Unioncamere Piemonte CCIAA di Biella su dati InfoCamere -0,6% Per quanto concerne la composizione settoriale delle imprese edili, emerge che la maggioranza si concentra nei Lavori di costruzione specializzati, con una quota pari al 79,1%. Seguono le Costruzioni di edifici con il 20,1% e l Ingegneria civile con lo 0,8%. Grafico 2: Distribuzione per settore delle imprese edili Prov. di Biella al 31 dicembre 2012 Costruzione di edifici 20,1% Totale Costruzioni Ingegneria civile 0,8% -12,0% -10,0% -8,0% -6,0% -4,0% -2,0% 0,0% Biella Piemonte Italia Lavori di costruzione specializzati 79,1% Fonte: Unioncamere Piemonte su dati InfoCamere 1 Si ricorda che in questa categoria sono compresi la Demolizione e la preparazione del cantiere edile, l Installazione di impianti elettrici, idraulici, ed altri lavori di costruzione e installazione, il Completamento e la Finitura di edifici e gli Altri lavori specializzati di costruzioni (quali la realizzazione di coperture, la pulizia a vapore, sabbiatura e attività simili per pareti esterne di edifici, il noleggio di gru ed altre attrezzature con operatore per la costruzione o la demolizione). In diminuzione il dato relativo all occupazione dei soli iscritti alla Cassa Edile del Biellese: gli operai delle aziende edili del Biellese sono scesi a quota 1.083 nel mese di dicembre, segnando una variazione rispetto allo stesso mese dell anno precedente del 7%. 3

E in calo rispetto allo stesso periodo del 2011 il numero delle ore lavorate che, nel mese di dicembre, si attesta a quota 143.128. Le ore di Cassa integrazione continuano ad aumentare registrando una variazione su base annua pari al +177%. Grafico 5: Struttura del campione per forma giuridica Srl 54% Ditta individuale 3% SPA 5% SNC 19% Grafico 3: Operai iscritti alla cassa edile biellese (anni 2008 2012 1.900 1.800 1.700 1.620 Operai iscritti alla Cassa Edile biellese (anni 2008-2012) SAS 19% 1.600 1.500 1.400 1.300 1.200 1.100 Fonte: Collegio Costruttori Edili della Provincia di Biella anni 2008 2012 I principali risultati dell indagine congiunturale Il campione dell indagine congiunturale è composto da aziende strettamente industriali operanti per il 74% nel comparto delle Costruzioni, per il 7% nel settore Movimento terra, mentre il restante 19% si occupa di Lavori stradali. La composizione effettuata sulla base della forma giuridica sottolinea la prevalenza di Società a responsabilità limitata (54%), di Società in accomandita semplice (19%), di Società in nome collettivo (19%) rispetto alle Società per azioni (5%) e alle Ditte individuali (3%). Grafico 4: Struttura del campione per attività svolta 1.083 1.000 GFMAMGLASONDGFMAMGLASONDGFMAMGLASONDGFMAMGLASONDGFMAMGLASOND 2008 2009 2010 2011 2012 Costruzioni edili 74% Movimento terra 7% Lavori stradali 19% L occupazione Come di consueto, il questionario, contempla alcune domande riguardanti la struttura ed i flussi occupazionali delle aziende del campione: il quadro complessivo dell organizzazione delle imprese mostra una situazione di riduzione, con un saldo di opinione negativo del 30% (risulta, infatti, stabile per il 60% degli intervistati, in diminuzione per il 35% e in aumento per il 5%), mentre la dimensione media aziendale del campione risulta pari a 12,7 addetti (era 11,3 nel 2011, 14,9 nel 2010 e 11,2 nel 2009). Il 16% degli interpellati attesta la presenza di lavoratori extracomunitari nel proprio organico, per una quota del 3% sul totale dipendenti. Tabella 1: Struttura occupazionale delle imprese del campione Titolari e soci 18% Coadiuvanti/collaboratori 1% Impiegati amministrativi 9% Impiegati tecnici 7% Operai qualificati 23% Operai specializzati 32% Operai comuni 10% Apprendisti 1% Totale 100% di cui extra-comunitari 3% Dimensione media aziendale 12,7 % imprese con almeno un dip extra-comunitario 16% Le condizioni particolarmente critiche sul fronte del mercato del lavoro delle aziende edilizie industriali biellesi sembrano caratterizzare anche il 2013: le previsioni espresse dagli imprenditori intervistati, infatti, delineano un saldo (ottimistipessimisti) occupazionale atteso nuovamente 4

negativo e pari a 27% (pressoché in linea con quello dello scorso anno, che si attestava su un valore pari a 28%). E necessario, inoltre, sottolineare che solamente un azienda prospetta di aumentare il proprio organico nel corso del 2013. Attraverso una specifica domanda si è voluto indagare sul ricorso a manodopera esterna all azienda per il completamento delle opere di costruzione mediante strumenti quali il subappalto o l affidamento a lavoratori conto terzi. Il dato riepilogativo conferma l importanza del fenomeno, che riguarda il 78% delle imprese del campione (erano l 83% nel 2011) e raggiunge una quota media pari al 20% della manodopera complessiva da queste utilizzata. Tabella 2: Struttura occupazionale delle imprese del campione Imprese del campione che ricorrono a manodopera esterna 78% Incidenza media della manodopera esterna sul totale 20% L andamento della produzione La dodicesima annualità dell Indagine Congiunturale sul Settore Edile Biellese, svolta in collaborazione col Collegio dei Costruttori Edili della Provincia di Biella e i Giovani Imprenditori Edili, su un campione rappresentativo delle sole imprese di costruzione a carattere industriale, evidenzia come la fase recessiva attuale ripercuota i propri effetti anche sulle imprese edili della provincia di Biella che, analogamente a quelle nazionali, hanno affrontato un 2012 particolarmente critico. Il settore edile biellese ha registrato una performance ancora peggiore rispetto a quella rilevata nel 2011; il fatturato complessivo si caratterizza, infatti, per un saldo di opinione (ottimisti meno pessimisti) negativo pari a 54%, contro il 36% dell anno precedente. L analisi per macro comparti ha sottolineato un andamento negativo per tutte le aziende: le imprese che si dedicano al movimento terra e ai lavori stradali si rivelano quelle maggiormente colpite dalla crisi (in entrambi i casi il 100% ha dichiarato una diminuzione del volume d affari), ma anche tra quelle che si occupano di costruzioni edili il 70% degli intervistati ha segnalato una forte contrazione del fatturato in confronto al 2011. Grafico 6: Andamento del fatturato rispetto all anno precedente (valori in percentuale, opinioni qualitative) Movimento terra Lavori stradali Costruzioni edili Totale 0% 20% 40% 60% 80% 100% 120% 23% 30% Aumento Diminuzione 100% 100% n.b.: il valore Totale esprime la media algebrica delle risposte fornite, non è stata ponderata sul numero degli occupati a causa dell elevato numero di imprese che ricorrono a manodopera esterna Per quanto concerne le stime per l anno 2013, circa il 72% dei rispondenti prevede ancora una riduzione del proprio lavoro (quota in lieve diminuzione rispetto a quella dello scorso anno, quando si attestava al 79%). Focalizzando l attenzione sulla composizione del fatturato, si evince che nel corso del 2012 i lavori effettuati sono in prevalenza a carattere privato (55%) e quelli ottenuti attraverso gli appalti costituiscono la maggior parte dei ricavi delle vendite (67%), mentre quelli in proprio rappresentano il restante 33% dei proventi. I lavori appaltati sono destinati in misura maggiore alle ristrutturazioni (57%), rispetto alle nuove costruzioni (43%). Viceversa, i lavori in proprio riguardano soprattutto le nuove costruzioni (il 64%). 70% 77% 5

Figura 1: Composizione del fatturato per tipo di lavori svolti nell anno 2012 (valori in percentuale) Pubblici 45% Il 50% degli operatori ha effettuato nell anno lavori fuori provincia per una quota complessiva pari al 36% circa del fatturato. Appalti 67% Ristruttur 57% Tabella 3: Lavori effettuati fuori provincia Privati 55% Nuove costr.43% Imprese operanti fuori provincia (sul totale campione) 50% Quota del fatturato per lavori fuori provincia 36% In proprio 33% Ristruttur. 36% Nuove costr. 64% Al momento della compilazione del questionario il 20% delle aziende ha dichiarato di avere cantieri aperti per oltre 500 mila euro (quota in decremento in confronto a quella riscontrata nella rilevazione precedente quando, invece, era del 34%). Risulta in riduzione anche la percentuale di chi segnala di avere cantieri aperti per un un valore fra i 50 mila euro e i 250 mila euro (dal 36% nel 2011 al 22% nel 2012), mentre si rivela in aumento quella delle imprese con un valore dei cantieri inferiore ai 50 mila euro (dal 19% nel 2011 al 36% nel 2012) e fra i 250 mila e i 500 mila euro (dall 11% nel 2011 al 22% nel 2012). Grafico 7: Valore dei cantieri aperti al momento della compilazione (composizione percentuale) Gli aspetti finanziari Durante il 2012 i costi si sono incrementati: il 78% degli interpellati, infatti, ha dichiarato di aver subìto rincari. Sul totale degli intervistati il 47% ha provveduto ad aumentare i prezzi, mentre il 36% li ha mantenuti stabili e il 17% li ha addirittura diminuiti. Grafico 8: Andamento dei costi nell anno 2012 Stabilità 19% Diminuzione 3% Aumento 78% Il periodo medio di lavoro assicurato dal portafoglio ordini è di 6 mesi. 6

Grafico 9: Andamento dei prezzi nell anno 2012 Diminuzione 17% Grafico 11: Tempi medi di pagamento della committenza pubblica Oltre 180 giorni 22% A 30 giorni 4% Stabilità 36% A 180 giorni 14% A 60 giorni 14% Aumento 47% A 120 giorni 14% A 90 giorni 32% Per quanto concerne la situazione complessiva dei tempi di pagamento, è opportuno effettuare una distinzione tra quelli inerenti la clientela privata e quelli relativi alla pubblica. In riferimento alla committenza privata emerge una prevalenza degli incassi a 90 giorni (per il 40% delle imprese intervistate) e, a seguire, quelli a 120 giorni (21%) e a 60 giorni (18%). Nei casi della committenza pubblica, invece, i tempi di pagamento prevalenti sono quelli a 90 giorni e oltre i 180 giorni (rispettivamente per il 32% e il 22% delle aziende interpellate), cui seguono gli incassi a 120 giorni, a 60 giorni e a 180 giorni (14% in tutti e tre i casi). Grafico 10: Tempi medi di pagamento della committenza privata A 120 giorni 21% A 180 giorni 6% Oltre 180 giorni 9% A 90 giorni 40% A 30 giorni 6% A 60 giorni 18% Il 28% degli intervistati dichiara un incremento dell indebitamento bancario rispetto allo scorso anno, solo l 8% rileva una diminuzione, mentre per il restante 64% risulta sostanzialmente stabile. Tabella 4: Indebitamento bancario Aumento 28% Stabilità 64% Diminuzione 8% Gli investimenti Nell anno 2012 le imprese investitrici sono state circa il 30%, dato in diminuzione rispetto all anno precedente (quando era pari al 44%): è in flessione, infatti, la percentuale di coloro che investono in beni strumentali (22%), privilegiando in particolare l acquisto di macchinari ed attrezzature (88%) ed il miglioramento della gestione aziendale (50%). Solo l 8% degli interpellati ha dichiarato di aver investito in beni immobiliari, prediligendo come finalità l edilizia residenziale, il rinnovo delle sedi aziendali e quella che rientra nella più ampia categoria altro (per il 33% in tutti e 3 i casi). Si ricorda che tra le altre finalità viene segnalato il riscatto di un leasing immobiliare, l ammodernamento delle risorse tecniche e dell attrezzatura. 7

Grafico 12: Principali finalità degli investimenti non immobiliari (investimenti in beni strumentali) 0% 20% 40% 60% 80% 100% Grafico 14: Principali canali di finanziamento utilizzati Altro 16% Acquisto macchinari 88% Miglioramento gestione aziendale 50% Attività promozionali 13% Altro 13% Credito bancario 43% Autof inanziamento 41% n.b. la domanda prevedeva risposta multipla Grafico 13: Principali finalità degli investimenti immobiliari Rinnovo sedi aziendali Edilizia residenziale Altro 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% n.b. la domanda prevedeva risposta multipla Per quanto riguarda i principali canali di finanziamento adottati, il 43% delle aziende interpellate ricorre al credito bancario, il 41% all autofinanziamento e il restante 16% agli altri canali. 33% 33% 33% I principali problemi incontrati dall azienda Un ulteriore aspetto preso in considerazione riguarda le principali problematiche accusate dagli imprenditori. I principali problemi emersi dall analisi dei questionari risultano quelli relativi alla pressione fiscale (73% delle aziende), cui seguono i problemi legati all eccessiva burocrazia (62%) e i problemi finanziari/di liquidità (59%). Sono, inoltre, considerati critici i problemi di mercato privato e i problemi di mercato della Pubblica Amministrazione (rispettivamente, il 54% e il 24% delle imprese intervistate). Grafico 15: Principali problemi riscontrati dalle aziende Problemi di mercato privato Problemi di mercato della PA 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 24% 54% Problemi finanziari/liquidità 59% Eccessiva burocrazia 62% Pressione fiscale 73% n.b. la domanda prevedeva risposta multipla 8

Le azioni di responsabilità sociale d impresa (CSR) finora realizzate Inoltre, si è scelto di indagare sulle azioni concrete di responsabilità sociale d impresa (CSR) che le aziende hanno deciso di intraprendere. Dall analisi dei questionari, emerge che il 51% delle imprese intervistate dichiara di aver adottato particolari misure riguardo questo tema, sempre più sentito all interno della visione strategica aziendale. I principali strumenti utilizzati risultano essere quelli relativi alle specifiche policy sulle risorse umane (84% delle aziende), all adozione di modelli organizzativi e codici di condotta (32%), all adozione di un codice etico aziendale (26%), alla redazione di un bilancio sociale e alla certificazione sulla sicurezza Ohsas 18001 (entrambi per il 21% delle imprese intervistate). A seguire le specifiche policy di approvvigionamento (16%), le azioni no profit per il territorio e altro (entrambi per l 11% delle interpellate). Nella categoria altro è stato esplicitato il ricorso alla certificazione ISO 9001:2008. Infine, la presenza di un referente aziendale e la certificazione ambientale ISO 14000 o EMAS (entrambi per il 5%). l 11% attende un andamento stazionario dell economia biellese nel corso dell anno 2013. Come si può notare, nessuna impresa prospetta un andamento positivo. Grafico 17: Giudizio sull andamento dell economia biellese nel 2013 Negativo 89% Stabile 11% Grafico 16: Azioni di responsabilità sociale d impresa (CSR) finora realizzate dalle aziende Il giudizio previsionale sull andamento dell economia biellese nell anno 2013 Infine, l ultimo aspetto analizzato concerne il giudizio previsionale complessivo sull andamento dell economia biellese nel corso del 2013. La maggior parte delle imprese edili ha espresso un giudizio negativo (l 89% del campione), mentre 9