Le istituzioni come beni comuni: un altra idea di stato e di politica

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Transcript:

Le istituzioni come beni comuni: un altra idea di stato e di politica La crisi italiana sempre più si manifesta come crisi del sistema di rappresentanza e di decisione. Al centro vi è la politica che non riesce più ad intercettare e dare risposta alle esigenze del paese perché confinata ad un sistema concertativo nel quale contano solo interlocutori forti a livello economico e sociale e gruppi di interesse. Mai come oggi dobbiamo rilanciare l idea che le istituzioni della democrazia rappresentano dei veri e propri beni comuni che meritano una cura e una manutenzione costante. Esse sono cruciali in quanto costituiscono strumenti indispensabili per la tutela dei diritti dei cittadini e per il miglioramento della qualità della vita nel nostro paese. Per dare un futuro alla nostra democrazia assume un ruolo fondamentale il rapporto fra cittadino e Stato. Per questo la politica dovrebbe essere innanzitutto una funzione sociale diffusa che metta a disposizione dei cittadini strumenti e canali di comunicazione che strutturino la partecipazione come elemento di base del sistema democratico. Trovare nuove vie per la partecipazione Nella Costituzione la partecipazione alla politica è prevista solo nell art. 49 (possibilità di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale). L art. 118 riguarda le azioni per realizzare l interesse generale, ma non tocca esplicitamente i processi decisionali, quelli che la politica percorre per fissare gli obiettivi delle politiche pubbliche. Per questo la sussidiarietà ha bisogno di essere sostenuta con la partecipazione ai processi decisionali e di verifica.

Allo stesso tempo è importante valorizzare strumenti di selezione della classe dirigente e formazione della rappresentanza politica. Si ritiene necessario incentivare, attuando specifiche politiche da parte di Cittadinanzattiva, le rappresentanze politiche ad una formazione continua con conseguente applicazione di metodi di valutazione al fine di raggiungere un miglioramento della qualità e professionalità nel quadro di un rapporto con i cittadini che assuma la politica come funzione sociale diffusa e sia basato, di conseguenza, sulla trasparenza e sull accessibilità alle informazioni e ai dati. Sembra questa l unica strada praticabile per un recupero di credibilità verso i cittadini da parte del mondo politico. In particolare occorre sottolineare che la trasparenza dei processi e delle azioni delle pubbliche amministrazioni è essenziale per favorire la partecipazione e la sussidiarietà. Al riguardo le normative esistenti offrono già strumenti validi per favorire strategie di valutazione e controllo da parte dei cittadini sulle politiche pubbliche, a livello locale e nazionale, ma vanno avviati i processi di partecipazione insiti nei piani per la trasparenza previsti dalla recente riforma della pubblica amministrazione. Strumenti di partecipazione nell azione civica e nelle leggi Cittadinanzattiva ha dato vita a strumenti originali di partecipazione che indicano la via da percorrere per riformare la democrazia inserendo i cittadini nei processi decisionali, in quelli dell attuazione e nella verifica delle azioni. Altri strumenti e forme di partecipazione sono già previste da leggi e regolamenti ma non sono abbastanza conosciuti né utilizzati con la consapevolezza che rappresentano una delle forme più incisive di condivisione e di verifica delle scelte nell ambito delle politiche pubbliche. Diventa, quindi, indispensabile conoscerle, verificarne l efficacia e l effettivo utilizzo, immaginarne il possibile sviluppo. Sull esempio dei referendum, quando utilizzati per porre di fronte all elettorato scelte chiare e ben comprensibili, occorre rinnovare strumenti di democrazia diretta e partecipata poco conosciuti come leggi e delibere di iniziativa popolare. Per i primi sembrano maturi i tempi per un innalzamento del numero di firme necessarie per la proposta di referendum, accompagnato, però, da norme più incisive per rispettarne l esito.

Per quanto riguarda leggi e delibere di iniziativa popolare va detto che si tratta di strumenti finora sottoutilizzati. Sembra necessario rafforzarne l efficacia partendo da una ridefinizione del numero dei proponenti e dall obbligo che il Parlamento e le altre Assemblee elettive le esaminino e si pronuncino con un voto con tempi di discussione garantiti da opportune modifiche regolamentari. Leggi e delibere di iniziativa popolare potrebbero così colmare la lacuna fra referendum e delega agli eletti andando a riempire lo spazio della proposta direttamente formulata dai cittadini. Ciò darebbe altresì uno sbocco concreto alla spinta che proviene dalle molteplici espressioni della società civile che potrebbero mettere alla prova la propria capacità di immaginare e delineare trasformazioni delle politiche sottoponendo direttamente alle Assemblee elettive le proprie proposte. Presupposto di tutto ciò è il radicamento di una cultura civica che cambi i modelli di comportamento che segnano il distacco e l estraneità tra cittadini e istituzioni. Fondamentale sarà, quindi, avviare percorsi di formazione e di informazione rivolti ai cittadini per favorire la consapevolezza del proprio ruolo, ma altrettanto fondamentale sarà dimostrare con la pratica della cittadinanza attiva l utilità e l efficacia della nuova cultura civica. Un progetto solido di riforma delle istituzioni È importante che nella crisi italiana emerga come questione centrale quella dell evoluzione del sistema democratico per rimettere il cittadino a base dello Stato. Le istituzioni della Repubblica sono e devono sempre più essere avvertite dai cittadini come il più importante bene comune che appartiene alla comunità nazionale e a ciascun suo componente. Con questa ispirazione Cittadinanzattiva deve costruire un disegno di riforma delle istituzioni che esprima il punto di vista dei cittadini. Alcuni provvedimenti che corrispondono ad altrettante questioni aperte possono spingere in quella direzione oppure determinare un allontanamento. Prima di indicarli uno per uno bisogna precisarne il senso attraverso tre concetti chiave: scegliere - rendere conto - chiedere conto

questi sono i criteri che dovrebbero presiedere la riscrittura delle regole in ambiti essenziali al funzionamento della democrazia o in materie particolarmente significative. Qui di seguito l elenco: 1. Riforma della legge elettorale: dopo la stagione delle scelte oligarchiche deve arrivare quella che rimetta a fondamento della democrazia il diritto di scelta dei propri rappresentanti da parte dei cittadini; la Riforma della legge elettorale è urgente e occorre porsi l obiettivo di andare oltre l effetto del prossimo voto referendario disegnando un sistema nuovo basato sul diritto di scelta dell elettore (o mediante la preferenza o mediante collegi uninominali); 2. Introduzione delle primarie regolate in modo trasparente per legge che permetta ai cittadini di scegliere anche i propri candidati alla competizione elettorale; 3. Introduzione dell anagrafe degli eletti che permetta la massima trasparenza su beni, redditi e possibili conflitti di interesse anche di tutti coloro che si candidano o sono eletti a gestire la cosa pubblica a tutti i livelli; 4. Tagli ai costi della politica che incidano immediatamente su amministrazioni come le province che in vista di una definitiva abolizione - potrebbero svolgere assumere le funzioni di un ente di coordinamento e rappresentanza dei comuni piuttosto che svolgere funzioni politico amministrative come quelle attuali; 5. Riduzioni dei vitalizi ai componenti degli organismi costituzionali o immediato passaggio comunque di tutti i rappresentanti degli organismi costituzionali al modello previdenziale contributivo anche per dare un chiaro segnale alla cittadinanza in termini di sacrifici sul welfare che vanno condivisi; 6. Introduzione di leggi di scopo che possano vincolare la riorganizzazione e i risparmi della macchina pubblica a benefici misurabili per la collettività (sia in termini di trasparenza su dove vanno e come vengono canalizzati i sacrifici che ci sono chiesti sia in termini di collegamento tra nuove possibili tasse e investimenti sociali).

Istituzionalizzazione del ruolo della cittadinanza attiva e governance sussidiaria L art. 118 della Costituzione promuove il ruolo della cittadinanza attiva nello svolgimento di attività di interesse generale. Considerare la cittadinanza come istituzione non formale bensì sociale diffusa si coniuga con la visione di una politica che non può più essere appannaggio di una oligarchia autoreferenziale. Allo stesso tempo è questa la base per una nuova governance basata sulla sussidiarietà, nella quale soggetti civili e istituzionali concorrono nella soluzione dei problemi di interesse pubblico, nella cura dei beni comuni e, in generale, nel governo della cosa pubblica. Ciò implica anche un nuovo bilanciamento di poteri e funzioni nel quale deve trovare spazio il ruolo funzionale della cittadinanza attiva che si esprime sia con azioni concrete di attuazione dell interesse generale sia svolgendo le funzioni che le sono riservate dalle discipline generali e di settore. In questo senso, potremmo dire che la cittadinanza attiva rappresenti un vero e proprio contrappeso nell assetto dei poteri pubblici che lo completa andando oltre la mera rappresentanza finora assicurata dai partiti. Affinchè il trasferimento di poteri e di risorse alla cittadinanza attiva si realizzi, in un contesto di riforma del sistema politico-istituzionale (per es. federalismo fiscale e socio-sanitario) e del sistema giudiziario (per es. riforma della giustizia liberalizzazione delle professioni con contestuale apertura al mercato, mediazione obbligatoria), diventa indispensabile ripensare anche il ruolo delle Associazioni che rappresentano i cittadini e che praticano la cittadinanza attiva. Si tratta sicuramente di pensare e sperimentare nuovi strumenti di partecipazione sia in relazione alle funzioni di controllo che a quelle di proposta. Ma si tratta anche di espandere l effettivo dialogo fra le associazioni e i cittadini e di assicurare la massima trasparenza sul loro operato. Le associazioni devono dimostrare prima di tutto di essere loro stesse modello di democrazia e di partecipazione per non entrare in contraddizione con il significato della loro presenza e per godere del massimo di comprensione e di appoggio dell opinione pubblica. Uno dei modelli di riferimento che possono rinnovare il circuito cittadini associazionismo istituzioni intorno alle decisioni relative alle politiche locali è

quello contenuto nel comma 461. I suoi elementi costitutivi: partecipazione (quindi ruolo attivo non consultivo) delle associazioni, rilevanza delle istanze del singolo cittadino, collaborazione con le istituzioni, verifica dell efficacia delle politiche pubbliche. Sono gli stessi elementi che devono far parte del rinnovamento istituzionale che serve all Italia e che segnano la strada per dare concretezza ad una nuova cultura civica.