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Transcript:

Analisi andamento congiunturale del settore commerciale della provincia di Grosseto I Trimestre 2012 Nel primo trimestre 2012 sprofonda il settore commerciale. Continua inesorabile il trend negativo delle vendite negli esercizi al dettaglio (-8,6% rispetto al I trimestre 2011) con un risultato, in assoluto, il peggiore tra le 10 province toscane. In significativo calo tutte le tipologie di vendita, anche se il picco viene registrato per la piccola distribuzione (-10,8%). Crollano sia il settore alimentare (-10,2%) che il no food (-10,1%) dove, in particolare, il settore dei prodotti per la casa ed elettrodomestici(-12,6%) fa registrare il peggior risultato dal 2005. Previsioni non confortanti per la piccola distribuzione anche per il II trimestre 2012 dove si intravedono segnali positivi per la media e grande distribuzione. La scorsa settimana, a Firenze, i tecnici dell Osservatorio regionale sul Commercio hanno illustrato alla stampa ed ai rappresentanti delle categorie economiche interessate i risultati dell indagine congiunturale del settore commercio in Toscana relativa al trimestre gennaio-marzo 2012. A livello provinciale tali dati sono stati disaggregati a cura dell ufficio studi della Camera di commercio di Grosseto e sulla base di tale disaggregazione sono stati effettuati degli approfondimenti che consentono a Gianni Lamioni, Presidente della Camera di Commercio di Grosseto, di introdurre alcune brevi riflessioni sia di carattere generale che in merito al dato maremmano. 1

I consumatori maremmani, sottolinea Lamioni, risentono pesantemente della situazione critica in cui versa il Paese, riducendo in modo marcato i consumi. L attuale fase recessiva unita, in particolare, all incertezza per i futuri livelli occupazionali, alla pressione fiscale ed la crescita dei prezzi costituisce un quadro desolante rispetto al quale, la prima risposta è risultata il taglio indiscriminato dei consumi ed in particolare dei beni ritenuti non indispensabili. La conseguenza di ciò è, come indicano gli stessi numeri, allarmante: il fatturato complessivo delle imprese commerciali grossetane crolla; -8,6% nel primo trimestre del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011. Un risultato più negativo di 2,3 punti percentuali della media nazionale (Italia -6,3%) e del 3,2% del livello medio regionale (Toscana -5,4%); in Toscana, peraltro, la situazione di Grosseto risulta di gran lunga la peggiore tra le 10 province. In sintesi una amara conferma della cupa nube che ormai da qualche tempo avvolge il nostro sistema economico provinciale, diretta conseguenza di una crisi di più estesa portata. Una crisi che, come è emerso lo scorso 8 giugno in occasione della X^ edizione della Giornata dell Economia, rimarca il Presidente della Camera di commercio, da un lato pone inquietanti interrogativi sulla tenuta del nostro tessuto imprenditoriale ma che, dall altro lato, invita anche a ripensare e rinforzare le leve per il rilancio della nostra economia perché, al momento in cui la nave riprenderà ad andare, noi dovremo essere pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno. La manifesta flessione delle vendite commerciali investe da Sud a Nord tutta l Italia; in particolare il Centro registra addirittura un -9,0%; Nord-Ovest e Mezzogiorno riducono di altri 6 punti percentuali il fatturato, mentre i risultati meno negativi si rilevano nel Nord-Est dove il trend, si consolida-si fa per dire- al -4,4%. Nel primo trimestre del 2012 il campione 1 degli operatori commerciali della provincia di Grosseto dichiara nel complesso, rispetto allo stesso periodo Gennaio-Marzo dell anno precedente, un 1 Si rinvia alla nota metodologica al termine delle tabelle 2

marcato peggioramento del trend delle vendite negli esercizi al dettaglio, tabella 1, (-8,6% a fronte di -3,7% riscontrato nell ultimo trimestre del 2011). In più, a differenza di quanto registrato nelle indagini precedenti, Grosseto (-8,6%) supera in negativo non solo il valore medio della regione (-5,4%) ma anche quello di tutte le altre 9 province toscane(tabella 1 A); distanziando di quasi due punti la seconda e la terza classificata nella graduatoria provinciale, e cioè, Arezzo (con -6,8%) e Lucca (con -6,6%), mentre quella che se la passa meno male è Prato (con -3,9%) seguita da Pistoia (con -4,4%). I dati, purtroppo, inducono a rinnovare la considerazione che speravamo dover esternare solo in occasione della ultima indagine: mai in oltre 7 anni di osservazione 2 del fenomeno, in Maremma, si sono manifestati risultati di una tale portata negativa; nemmeno nel 2008, in cui pure si è patita la cosiddetta crisi della bolla speculativa. Prendendo a riferimento proprio il periodo dal 2005 ad oggi (sempre tabella 1) si nota che il piccolo commercio di vicinato (la cosiddetta piccola distribuzione) ha ridotto di circa il 30% il proprio giro d affari, la media distribuzione di quasi il 23%. Mentre la grande distribuzione è riuscita comunque a raggiungere risultati positivi, incrementando seppur di poco più dell 1% i propri fatturati di vendita rispetto al periodo iniziale; in quest ultimo caso ciò è stato possibile soprattutto grazie agli andamenti positivi registrati fino al 2009 ed ad una sostanziale tenuta durante le fasi più critiche degli ultimi anni. L andamento negativo in provincia di Grosseto, continua a riproporre una prolungata flessione (da oltre quattro anni tutte le indagini trimestrali si sono caratterizzate, nel complesso, per un prolungato ed ininterrotto segno meno) che, salvo sporadiche eccezioni, ha interessato nello specifico, pur con evidenti diversità, tutte le tipologie del commercio al dettaglio. 2 La prima rilevazione dell andamento congiunturale nel settore del commercio al dettaglio risale al I trimestre 2005 (cfr tab. n.1) 3

Nel periodo Gennaio-Marzo 2012 però la situazione più critica si registra, a differenza dello scorso trimestre, nella piccola distribuzione, 1-5 addetti, dove per la prima volta dall inizio della indagine viene superato il tetto delle due cifre; infatti con -10,8% (tabella 1), si rileva una situazione a dir poco drammatica. Il quadro, ancorché più contenuto nel dato numerico, non migliora nella media distribuzione (-7,6% a fronte di -6% a livello regionale) mentre, anche in questo trimestre, il settore che sembra soffrire di meno risulta essere la grande distribuzione, 20 e più addetti, dove tuttavia si passa dallo -0,9% dello scorso trimestre all attuale -3,7% con un valore decisamente superiore al livello nazionale (-2,1%) e più che doppio rispetto alla media regionale (-1,6%). Analizzando il dato disaggregato per articolazione tra esercizi specializzati in alimentari e non alimentari, tabella n. 2, si riscontra che nel primo trimestre 2012 non esiste sostanziale differenza di comportamento tra le due specializzazioni. Infatti sia il food (-10,2%) che il no food (-10,1%) sfondano il muro del -10% raddoppiando, in buona sostanza, i valori sia della performance del passato trimestre, nel caso del confronto temporale, che, nel caso del confronto spaziale, dei livelli medi regionali (-4,8% per gli specializzati alimentari e -6,8% per gli specializzati no food) e di quelli nazionali (-3,9% per gli specializzati alimentari e -8,2% per gli specializzati non alimentari). Il trend delle vendite negli ipermercati, supermercati e grandi magazzini (+0,3% sia per Grosseto che per la Toscana) risulta essere l unico dato positivo; ciò invita a rinnovare l ipotesi di un certo spostamento della clientela verso particolari tipologie di vendita. Indubbiamente, perlomeno nel caso degli esercizi della nostra provincia la gravità della crisi ha finito per aggredire soprattutto i piccoli settori, senza esclusione alcuna, e colpendo pesantemente anche quelli, come i generi alimentari, che almeno fino al quarto trimestre 2011 hanno, se non proprio tenuto, almeno contenuto le perdite. Probabilmente nel risultato negativo incide, oltre al taglio dei consumi dovuto ad una contrazione della disponibilità finanziaria, anche il deciso aumento dei prezzi dei prodotti alimentari 3 ed una diversa politica aziendale di sconti e promozioni. 3 I dati relativi al fatturato vengono espressi in valori correnti e includono, quindi, anche la variazione dei prezzi al consumo. 4

Procedendo nell esame dei dati ricavabili dalla periodica indagine dell Osservatorio regionale sul Commercio ed in particolare operando la disaggregazione del segmento degli esercizi specializzati non alimentari, si registra che tutte le voci, nessuna esclusa, rinnovano un marcato andamento recessivo, tabella n. 3. Dai dati riportati in tale tabella si evince che tra i tre distinti comparti quello che fa rilevare in assoluto il peggior risultato dal 2005, è il settore dei prodotti per la casa ed elettrodomestici (-12,6% per la provincia di Grosseto e -9,1% per la Toscana); che triplica, in negativo, anche il dato fatto registrare nel trascorso trimestre (dove un certo effetto di contenimento era stato effettuato dalle vendite natalizie ed in particolare dei prodotti di hi-tech). Va un pochino meglio, ma non molto, stante anche le fiduciose attese riposte, a suo tempo, nei saldi di inizio anno, per il comparto abbigliamento ed accessori che con -8,7% risulta superiore di due punti al valore medio regionale (-6,7%). Fortemente in rosso e con un trend simile a quello del settore elettrodomestici (valori quasi triplicati in negativo rispetto al quarto trimestre 2011) risulta anche il dato relativo alla residuale voce degli esercizi no food classificata come altri prodotti non alimentari 4 (-9,1%); dato che assume una indicazione ancor più preoccupante se si effettua il confronto spaziale con il valore medio della Toscana (-6,1%). Il rinnovato aumento del livello delle scorte di magazzino, conferma quanto più volte sottolineato a proposito delle accresciute difficoltà da parte delle varie tipologie di esercizi nell affrontare per un lato la crisi dei consumi e per l altro la variazione dei comportamenti di acquisto dei consumatori. Nel primo trimestre del 2012, l 87% degli imprenditori commerciali grossetani intervistati (85% in Toscana) ritiene che le giacenze di magazzino siano adeguate rispetto alle proprie esigenze, mentre il 11% dichiara un esubero e soltanto il 2% le ritiene scarse. L insieme dei diversi fattori (calo consumi, diversità di comportamento dei consumatori, incertezze occupazionali, aumento dei prezzi ecc.), unito ad un diffuso senso di generale incertezza verso il futuro, produce, inevitabilmente, sul fronte delle aspettative a breve termine; un forte peggioramento del clima di fiducia dei commercianti maremmani. Infatti le aspettative degli 4 In questa categoria rientrano, tra gli altri, i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria 5

imprenditori per il periodo aprile giugno 2012 (tabella n. 4) manifestano, nel complesso, un certo pessimismo; il saldo complessivo fra attese di incremento e decremento delle vendite è -20 (nell ultimo trimestre era -35). Il quadro diventa ancor più fosco se l attenzione viene indirizzata verso le imprese di minori dimensioni e verso il settore alimentari; per queste due tipologie le previsioni per le vendite nel secondo trimestre del 2012 (che pure contiene le festività pasquali ed alcuni ponti festivi) risultano ambedue marcatamente negative e prova ne è la differenza fra attese di incremento e decremento sia per la piccola distribuzione che per gli alimentari che risultano, rispettivamente, pari a -39 e -42. Più positive invece le previsioni a breve per il settore media distribuzione (saldo pari a +17) ed iper, super e grandi magazzini (saldo +19). Concludendo, passando nell analisi dei dati della indagine dal breve al medio termine, troviamo una certa conferma del clima di incertezza e, ovviamente, di palese preoccupazione tra gli imprenditori commerciali della nostra provincia. Confrontando la tabella n. 5 infatti, relativamente alla domanda sull orientamento delle imprese circa l evoluzione dell attività nei prossimi dodici mesi, notiamo che solo il 13% degli imprenditori commerciali prevede uno sviluppo dell attività (erano nelle due ultime indagini, nell ordine, il 16% ed il 21%), il 77% una stabilità mentre il 6% la diminuzione; ed il 4% (in precedenza, rispettivamente, 1% e 2%) ritiene il probabile ritiro dal mercato. Grosseto, 19 giugno 2012 6

APPENDICE STATISTICA Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Grosseto su dati Osservatorio Regionale del Commercio 7

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Grosseto su dati Osservatorio Regionale del Commercio 8

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Grosseto su dati Osservatorio Regionale del Commercio 9

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi CCIAA Grosseto su dati Osservatorio Regionale del Commercio 10

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Nota metodologica I trimestre 2012 settore Commercio L'indagine congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio, realizzata dal Centro Studi Unioncamere per conto di Unioncamere Toscana, si rivolge trimestralmente ad un campione di circa 1.150 aziende con dipendenti. L indagine è rappresentativa della totalità delle imprese con dipendenti (interessando anche il segmento di imprese con più di 500 dipendenti). I dati sono disaggregati per tre classi dimensionali (da 1 a 5 dipendenti, 6-19 dip. e 20 dipendenti e oltre), per 5 settori di attività economica (ipermercati, supermercati e grandi magazzini, commercio al dettaglio di prodotti alimentari, commercio al dettaglio di abbigliamento e accessori, commercio al dettaglio di prodotti per la casa ed elettrodomestici e commercio al dettaglio di altri prodotti non alimentari) e per provincia. Per tutti i settori la numerosità campionaria è calcolata in modo da garantire, per ognuno dei domini di indagine, un errore massimo del 10% ed una significatività del 85%. L'universo di riferimento è costituito dalle imprese con dipendenti desunto dal Registro Imprese integrato con i dati ottenuti da altre fonti (in particolare INPS e ISTAT). Anche l indagine Unioncamere si basa sul principio che nelle rilevazioni campionarie condotte a cadenza periodica è opportuno non rinnovare completamente il campione ogni volta, ma mantenere nel campione per due o più interviste una predeterminata quota delle unità (panel), utilizzando la tecnica dei campioni ruotati. Per questo motivo, tenendo conto anche della necessità di ridurre il fastidio statistico per i rispondenti e il tasso di caduta delle interviste, si è scelto di ricorrere una domanda diretta in cui al termine di ogni contatto positivo si chiede la disponibilità dell intervistato a essere contattato anche per il successivo trimestre. Mediamente la quota panel si aggira intorno al 45%. Nell'indagine, condotta telefonicamente con la tecnica CATI, viene chiesto alle imprese di dichiarare l'andamento congiunturale e tendenziale di una serie di indicatori economici (tra i quali l andamento delle vendite e la consistenza delle giacenze di magazzino), nonché la previsione per i tre e i dodici mesi successivi al trimestre di indagine (ad es. del volume degli ordini emessi nei confronti dei fornitori). Alcuni dei dati tendenziali sono di tipo quantitativo (variazioni registrate nel trimestre rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente), mentre i dati congiunturali (rispetto al trimestre precedente) e revisionali (riferiti al trimestre successivo e a 4 trimestri) sono di tipo qualitativo (aumento, stabilità, diminuzione). L unità di riporto è costituita dalle unità provinciali d impresa (anche se la classe dimensionale è quella dell impresa nel suo complesso). Le ponderazioni infra-dominio e inter-dominio delle risposte vengono effettuate sulla base del valore aggiunto per addetto (desunto da un database statistico di bilanci stratificato e aggiornato al 2007), che viene moltiplicato per il numero di dipendenti di ciascuna impresa/dominio. Le interviste relative al I trimestre 2012 sono state realizzate nel mese di APRILE 2012. Prossimo comunicato stampa sul II trimestre 2012: SETTEMBRE 2012. 14