4 MAGGIO 2015 IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE NELLE IMPRESE PROF. LUIGI PASTORELLI

Documenti analoghi
Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001

Responsabilità amministrativa dell Ente Decreto Legislativo 231/2001

La legge : Dlgs 231/01. Ing P. Aterno

Responsabilità derivante dal D.Lgs 231/2001

D.Lgs. 231/2001. Corso di formazione 2014

INFORMAZIONI GENERALI SUL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO D.LGS. 231/2001

La responsabilità penale/amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni

L applicazione del d.lgs. 231/2001 nel comparto agricolo

D.Lgs. n. 231/2001 e sicurezza sul lavoro: fattispecie di reato, modelli di organizzazione e gestione, organismo di vigilanza

LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA D. LGS. 231: COSTO OD OPPORTUNITA?

STUDIO SOCIETARIO & TRIBUTARIO Massimo Esposito

E X P O T R A I N I N G

Il decreto legislativo 231 del 2001

LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI NO PROFIT. Compliance Consulting Management Consulting Technical Consulting Training Academy

Il D.Lgs Modelli di organizzazione STOP ALLE SANZIONI PER LE IMPRESE

RISK ASSESSMENT E FLUSSI INFORMATIVI

MODELLO ORGANIZZATIVO AZIENDALE AINE SERVIZI SRL. Ai sensi del D.Lgs. 231/2001

PERCORSO FORMATIVO. ETICAE Stewardship in Action, Soc. Coop. 1

DECRETO LEGISLATIVO 231/01

Riepilogo Sintetico 0

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E COMPLIANCE PROGRAM ANTI-CORRUZIONE DI ITALTEL

RESPONSABILITÁ PENALE D IMPRESA EX D.LGS 231/2001 STUDIO LEGALE SOCCOL

CONSORZIO DI VALORIZZAZIONE CULTURALE LA VENARIA REALE. MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO ai sensi del d.lgs. 231/01 PARTE GENERALE

PROFILI GENERALI DEL D. LGS. 231/2001

LA PROGETTAZIONE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO E DI GESTIONE

Corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza

Decreto Legislativo 231/01

Fiorenzuola Patrimonio S.r.l.

Modello di organizzazione gestione e controllo ex D. Lgs. N. 231/2001: inquadramento generale

Matrice Unità Organizzative/Reati

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e Compliance Program Riassunto

La Sessola Service s.r.l. / 21 febbraio 2018 Venezia. Training D. Lgs 231/2001

1. INTRODUZIONE Definizioni Il regime di responsabilità amministrativa degli enti... 11

Modello di Organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D. Lgs. 8 giugno 2001 n. 231 PARTE SPECIALE CASA DI CURA LATTERI

Il Modello Organizzativo 231 Johnson&Johnson Medical Spa

Parte Generale. Codice documento: MOG PG

Le attività e i progetti

Certifico S.r.l. IT 2019

Giussano, li 7 gennaio 2009 OGGETTO : RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA DELLE SOCIETA IL DLGS 231 DEL 2001

Avv. Stefano Maria Corso. Rapporti di lavoro subordinato e responsabilità amministrativa da reato delle società e degli enti datori di lavoro

Il Modello Organizzativo 231 Johnson&Johnson Medical Spa

IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E LA RESPONSABILITA DELLE SOCIETA AI SENSI DEL D.LGS. 231/2001

Responsabilità amministrativa enti/1

Workshop Il nuovo delitto di autoriciclaggio (Legge 186/2014) e gli impatti in tema di D.Lgs. 231/01

D.Lgs. 231/2001 Fattispecie di reato

SERVIZI ITALCERT ED IL DECRETO LEGISLATIVO 231/2001

Dichiarazione 231 e prevenzione della corruzione

Decreto Legislativo 231/2001. La responsabilità "penale" delle Imprese

Modello di organizzazione, gestione e controllo Parte speciale

LA RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA IN SEDE PENALE.

I Modelli Organizzativi

ALLEGATO 1 DESCRIZIONE DEL QUADRO NORMATIVO

MOGC (Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo) ai sensi del D.Lgs.231/2001 e s.m.i.

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE AI SENSI DEL D.LGS 231/ PARTE GENERALE

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

COMODEPUR SpA CODICE DISCIPLINARE AI SENSI DEL D.LGS 231/2001

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE, CONTROLLO EX D. LGS. 231/01

D.Lgs. 231/2001 La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche

La responsabilità da reato delle imprese: D.Lgs. n. 231/01 inquadramento sistematico e primi problemi applicativi

Aspetti medotologici nella costruzione del Modello Organizzativo: un caso concreto

CORSO DI CORPORATE GOVERNANCE A.A

Breve richiamo ai concetti generali del Dlgs 231/01

Dichiarazioni 231. ASCIT Servizi Ambientali SpA Socio unico Società soggetta a direzione e controllo di Retiambiente spa

Rev 1 del 28/08/2013 SANITA IL MODELLO 231. per le Strutture Sanitarie del Lazio

LA NUOVA SICUREZZA SUL LAVORO

Dott. Roberto Grisenti

Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001 N. 231 di NAMIRA SGR. p.a.

SINTESI DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.

Il MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO (MOG)

LA RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI EX D.LGS. N. 231/2001

UNOGAS TECH S.p.A. PARTE SPECIALE. Approvazione dell Amministratore Unico

Quadro normativo generale e profili giuridici per il terzo settore

GLI ALTRI REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D.LGS. 231/01

DERICHEBOURG MULTISERVIZI SPA

Il Modello di organizzazione e gestione previsto dal D. Lgs 231/2001

CONVEGNO. Teatro ALTAFORUM Banca Padovana di Credito Coop Campodarsego (PD) LA RESPONSABILITA CIVILE E PENALE DEL DATORE DI LAVORO

D.lgs. 231/2001 CONVEGNO. 24 marzo Oggetto La responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato

Sistema di gestione Modello di organizzazione Codice etico Analisi dei rischi Procedure Modulistica

La 231 quale sistema di organizzazione e controllo per le società. Ottobre Salvatore Molinaro

Network 231. D.LGS. 231 DEL 2001 Parte II Quadro normativo. ODCEC Perugia 4 maggio 2012

Politica Aziendale Modello Organizzativo 231

Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231

MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO

Principi del Modello 231

Il rischio d impresa A MISURA DI PMI

1. GENESI, EVOLUZIONE E PROSPETTIVE FUTURE DEL D.LGS. 231/ FATTISPECIE DI REATO INDIVIDUATE NEL D.LGS. 231/2001

Norma Art. 25 quinquies, comma I a) D.Lgs. 231/2001 Delitti contro la personalità individuale

Modello Organizzativo

LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI EX D.LGS. 8 GIUGNO 2001, N. 231

Il Modello di Organizzazione e gestione ai sensi del D.Lgs. 231/2001

REAGENS SPA San Giorgio di Piano (BO)

Modello di organizzazione, gestione e controllo di Quadrilatero Marche Umbria S.p.A.

CIRCOLARE N. 7 S: RAPPORTI TRA RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA E LA NORMATIVA IN MATERIA DI SICUREZZA SUL LAVORO.

Analisi comparata dei modelli organizzativi secondo il Testo Unico e la norma OHSAS 18001:2007

GLI ALTRI REATI PRESUPPOSTO PREVISTI DAL D.LGS. 231/01

Transcript:

IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE NELLE IMPRESE 4 MAGGIO 2015 PROF. LUIGI PASTORELLI Risk Manager - Docente di Teoria del Rischio Universita La Cattolica del Sacro Cuore, Roma Direttore Scientifico Big Data Lab, Tor Vergata, Roma Direttore Scientifico Scuola CTU/CTP Valutatori del Rischio, Milano

D.LGS 231/2001 In data 8 giugno 2001 è stato emanato, in esecuzione della delega di cui all art. 11 della legge 29 settembre 2000 n. 300, il Decreto legislativo n. 231, entrato in vigore il 4 luglio successivo, che ha inteso adeguare la normativa interna in materia di responsabilità delle persone giuridiche ad alcune convenzioni internazionali

D.LGS 231/2001 Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica ha introdotto, per la prima volta in Italia, una peculiare forma di responsabilità degli enti per alcuni reati commessi nell interesse o a vantaggio degli stessi, da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione ed il controllo dello stesso e, infine, da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati. Tale responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto

D.LGS 231/2001 RESPONSABILITA Mira a coinvolgere, nella punizione di taluni illeciti penali, il patrimonio degli enti che abbiano tratto un vantaggio dalla commissione dell illecito. Per tutti gli illeciti commessi è sempre prevista l applicazione di una sanzione pecuniaria; per i casi più gravi sono previste anche misure interdittive quali la sospensione o revoca di licenze e concessioni, il divieto di contrarre con la P.A., l interdizione dall esercizio dell attività, l esclusione o revoca di finanziamenti e contributi, il divieto di pubblicizzare beni e servizi

D.LGS 231/2001 AMBITO Si fornisce di seguito un elenco aggiornato dei Reati la cui commissione da parte dei dipendenti delle Società, nel caso in cui essi rivestano una posizione apicale ovvero siano sottoposti all altrui controllo e vigilanza, determina, al ricorrere dei presupposti previsti dal D.Lgs. 231/2001, l insorgenza della responsabilità amministrativa della Società

D.LGS 231/2001 - REATI reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione delitti informatici e trattamento illecito dei dati delitti di criminalità organizzata reati di falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori di bollo e in strumenti o segni di riconoscimento delitti contro l'industria e il commercio reati societari reati con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico reati relativi alle pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili e reati contro la personalità individuale artt. 24 e 25 del D.Lgs 231/2001 art. 24 bis del D.Lgs. 231/2001 art. 24 ter del D.Lgs. 231/2001 art. 25 bis del D.Lgs. 231/2001 art. 25 bis.1 del D.Lgs. 231/2001 art. 25 ter del D.Lgs. 231/2001 art. 25 quater del D.Lgs. 231/2001 art. 25 quater 1 e art. 25 quinquies D.Lgs. 231/2001

D.LGS 231/2001 - REATI reati e illeciti amministrativi di abuso di mercato art. 25 sexies D.Lgs. 231/2001 reati transnaziona reati di omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita delitti in materia di violazione del diritto d'autore. induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità di giudiziaria reati ambientali art. 10 Legge 16 marzo 2006, n. 146 art. 25 septies D.Lgs. 231/2001 art. 25 octies del D.Lgs. 231/2001 art. 25 novies del D.Lgs. 231/2001 art. 25 decies del D.Lgs. 231/2001 art. 25 undecies D.Lgs. 231/2001

NORMATIVA L art. 9 della Legge 3 agosto 2007 n. 123 ha introdotto nel D.Lgs. 231/01 l art. 25-septies Omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro, successivamente modificato dal D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81

D.LGS 231/2001 ART. 25 SEPTIES Introdotto dalla legge 3 agosto 2007 n. 123 e modificato dal D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 prevede COMMA 1 l applicazione di una sanzione pecuniaria in misura pari a mille quote, in relazione al delitto di cui all art. 589 del codice penale, commesso con violazione dell articolo 55, comma 2 del decreto legislativo attuativo della delega di cui alla legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Nel caso di condanna per tale delitto è prevista l applicazione delle sanzioni interdittive di cui all art. 9, comma 2, per una durata non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno

D.LGS 231/2001 ART. 25 SEPTIES COMMA 2 prevede che, salvo quanto previsto dal comma 1, in relazione al delitto di cui all art. 589 del codice penale, commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura non inferiore a 250 quote e non superiore a 500 quote. Nel caso di condanna per il delitto di cui al precedente periodo è prevista l applicazione delle sanzioni interdittive di cui all art. 9, comma 2, per una durata non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno

D.LGS 231/2001 ART. 25 SEPTIES COMMA 3 prevede da ultimo l applicazione di una sanzione pecuniaria in misura non superiore a 250 quote, in relazione al delitto di cui all art. 590, terso comma, del codice penale, commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Nel caso di condanna per il delitto di cui al precedente periodo è prevista l applicazione delle sanzioni interdittive di cui all art. 9, comma 2, per una durata non superiore a sei mesi

Le categorie di reati sopra elencate potranno, inoltre, essere incrementate da ulteriori fattispecie meritevoli di tutela, attraverso specifiche previsioni normative

D.LGS 231/2001 Istituita la responsabilità amministrativa degli enti, l articolo 6 del Decreto stabilisce che l ente non ne risponde nel caso in cui dimostri di aver adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, un Modello idoneo a prevenire Reati della specie di quello verificatosi

Ove il reato venga commesso da soggetti che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, nonché da soggetti che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso, l ente non risponde se prova che:

l organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, un Modello idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei Modelli e di curare il loro aggiornamento sia stato affidato a un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell organismo di controllo in ordine ai Modelli i soggetti abbiano commesso il reato eludendo fraudolentemente i Modelli

Nel caso in cui, invece, il reato venga commesso da soggetti sottoposti alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati, l ente è responsabile se la commissione del reato è stata resa possibile dall inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza. Detta inosservanza è, in ogni caso, esclusa qualora l ente, prima della commissione del reato, abbia adottato ed efficacemente attuato Modelli idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi, secondo una valutazione che deve necessariamente essere a priori.

I Modelli, devono rispondere alle seguenti esigenze: individuare le attività nel cui ambito possano essere commessi i reati previsti dal Decreto prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l attuazione delle decisioni dell ente in relazione ai reati da prevenire individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione di tali reati predisporre un adeguato sistema di controllo interno in grado di prevenire o ridurre il rischio di commissione dei Reati attraverso la struttura organizzativa, le attività e le regole attuate dal management e dal personale interno volte a fornire una ragionevole sicurezza in merito al raggiungimento delle finalità delle operazioni gestionali, di attendibilità delle informazioni aziendali, e di conformità alle leggi, ai regolamenti ed alle politiche interne prevedere obblighi di informazione nei confronti dell organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l osservanza dei Modelli introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nei Modelli

D.LGS 231/2001 L articolo 6 del Decreto dispone, infine, che i Modelli possano essere adottati sulla base di codici di comportamento redatti da associazioni rappresentative di categoria, comunicati al Ministero della Giustizia

D.LGS 231/2001 Resta inteso che la scelta di non adeguare i Modelli ad alcune specifiche indicazioni di cui alle Linee Guida, non inficia la validità degli stessi. I Modelli, infatti, dovendo essere predisposti con riferimento alla realtà concreta della società, ben possono discostarsi dalle Linee Guida che, per loro natura, hanno carattere generale

METODICA Per ogni fase del processo produttivo deve essere definito il dettaglio delle attività e le figure di riferimento. Devono essere dettagliati i riferimenti a specifica documentazione di rilievo al fine di fornire ai soggetti responsabili gli strumenti per l ottimale svolgimento delle proprie mansioni in coerenza con le procedure aziendali

METODICA L Azienda deve fornire chiare istruzioni in merito alle attività di reporting che le varie FUNZIONI AZIENDALI sono tenute ad implementare, delineando per ogni differente tipologia di reportistica, i soggetti responsabili e la frequenza di inoltro. A richiesta può essere predisposta un analisi ad hoc su temi specifici, ed in generale la FUNZIONE AZIENDALE è tenuta a fornire qualsiasi dato o informazione utile all esecuzione di controlli e verifiche

METODICA L Azienda deve sviluppare un sistema di Risk Management con la finalità di identificare, valutare e gestire gli elementi di rischio che potrebbero ostacolare la realizzazione degli obiettivi prefissati e le cui conseguenze potrebbero minare la solvibilità dell Azienda

RISK MANAGEMENT Il sistema di gestione dei rischi è basato su processi di: IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO volto ad individuare i fattori rilevanti MISURAZIONE DEL RISCHIO volto a quantificare l impatto economico in termini di perdita media attesa GOVERNANCE DEL RISCHIO volto a definire e monitorare attraverso azioni manageriali i rischi rilevati CULTURA DEL RISK MANAGEMENT volta ad accrescere la creazione del valore, minimizzando i possibili impatti negativi

RISK MANAGEMENT La Direzione Aziendale deve adottare il manuale di Risk Management che permette di definire e regolare le modalità operative seguite per la gestione e il monitoraggio dei rischi a cui l Azienda risulta esposta, prevedendo in particolare che la revisione dei rischi venga effettuata in modo continuo e con cadenza almeno trimestrale.

RISK MANAGEMENT Si descrivono qui di seguito le fasi in cui si deve articolare il lavoro di aggiornamento della mappatura delle Attività Sensibili, sulle cui basi si deve predisporre il Modello. 1. AUDIT 2. MAPPATURA RISCHI 3. RISK SURVEY

RISK MANAGEMENT 1. AUDIT L identificazione delle Attività Sensibili deve essere attuata attraverso il previo esame della documentazione aziendale (statuto, verbali del Consiglio di Amministrazione, principali procedure in essere, procure, ecc..) e una serie di interviste con i soggetti chiave nell ambito della struttura aziendale (Amministratore Delegato, Responsabile Amministrazione, ecc.) mirate all individuazione delle Attività Sensibili e dei controlli esistenti sulle stesse. Altresì deve essere, portata a termine una ricognizione sulla passata attività della Società allo scopo di verificare se si fossero create situazioni a rischio e le relative cause

RISK MANAGEMENT 2. MAPPATURA RISCHI Il percorso di costruzione del Modello deve prevedere l individuazione delle tipologie di reato plausibilmente realizzabili nella Società ( Reati Presupposto ), e l individuazione delle Attività Sensibili (o Processi aziendali) nel cui ambito i Reati potrebbero essere in concreto realizzati

RISK MANAGEMENT 3. RISK SURVEY Sulla base della situazione reale (controlli e procedure esistenti in relazione alle Attività Sensibili), si devono individuare le azioni di miglioramento delle procedure interne e dei requisiti organizzativi essenziali per la definizione di un Modello specifico di organizzazione, gestione e monitoraggio ai sensi del D.Lgs. 231/2001

CASE-STUDY

CASE - STUDY Macroattività SAFETY Attivita' Sensibile Tutela salute e sicurezza sul lavoro Reati associabili Omicidio colposo (art. 589 c.p.) Lesioni personali colpose (art. 590 c.p.)

CASE - STUDY Possibili modalità di commissione del reato Inosservanza degli adempimenti connessi alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro e al conseguente verificarsi di incidenti mortali o con lesioni gravi o gravissime nel posto di lavoro La legge prevede la responsabilità amministrativa delle società nel caso in cui si verifichino incidenti sul lavoro e siano accertate responsabilità penali relative alla mancata adozione delle misure di sicurezza e prevenzione previste dalle normative in vigore

CASE - STUDY Possibili modalità di commissione dei reati Ente aziendale di riferimento Aspetti Procedurali Inosservanza degli adempimenti connessi alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro e al conseguente verificarsi di incidenti mortali o con lesioni gravi o gravissime nel posto di lavoro Health Safety & Envirnoment Principi procedurali relativi ai Reati di omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime La legge prevede la responsabilità amministrativa delle società nel caso in cui si verifichino incidenti sul lavoro e siano accertate responsabilità penali relative alla mancata adozione delle misure di sicurezza e prevenzione previste dalle normative in vigore

CASE - STUDY La politica aziendale in tema di sicurezza La politica per la sicurezza e salute sul lavoro adottata dalla Società deve porsi l obiettivo di porre in essere tutte le azioni aziendali necessarie nell ottica di salvaguardare la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori

CASE - STUDY l'impegno a fornire le risorse umane e strumentali necessarie tale politica deve comprendere l'impegno al miglioramento continuo ed alla prevenzione l'impegno a considerare tali tematiche come parte integrante della gestione aziendale l'impegno a garantire che i Destinatari, nei limiti delle rispettive attribuzioni, siano sensibilizzati a svolgere la propria attività nel rispetto delle norme sulla tutela della salute e sicurezza l'impegno al coinvolgimento ed alla consultazione dei Lavoratori, anche attraverso il loro RLS l'impegno ad un riesame periodico della politica per la salute e sicurezza adottato al fine di garantire la sua costante adeguatezza alla struttura organizzativa e ptoduttiva della Società.

CASE - STUDY Il processo organizzativo e produttivo I principi che devono trovare conferma nelle procedure aziendali adottate dalla Società devono disciplinare: La definizione di compiti e responsabilità Le attività ed i compiti del Datore di Lavoro Le attività del Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) Le attività del Medico Competente Le attività del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) Le attività ed Il ruolo dei Lavoratori Le modalità di effettuazione dell Informazione e formazione La Comunicazione dei fattori di rischio ai terzi La raccolta e la gestione della documentazione aziendale L'attività di monitoraggio e di verifica

IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE NELLE IMPRESE 4 MAGGIO 2015 SCHULT Z 2015. Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata.la violazione del copyright e/o la copia illecita del materiale riprodotto in queste pagine, la diffusione dello stesso in qualunque forma contravviene alle normative vigenti sui diritti e sul copyright.