RASSEGNA STAMPA. rassegna stampa. 30 Giugno Lodi Seicento iscritti e quindici posti: in coda per lavorare all ospedale

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Pagina 1 di 8 rassegna stampa 30 Giugno 2015 IL CITTADINO Lodi Seicento iscritti e quindici posti: in coda per lavorare all ospedale Sanità, Lodi con l Asl di Melegnano: è polemica Cavenago, serata sulla salute con Panciroli e Tursi «Come evitare l infarto? Prevenzione e stop alle sigarette» Codogno Casalpusterlengo Sant Angelo Lodigiano Il Delmati si trasforma per assistere i malati cronici IL GIORNO Lodi Codogno Casalpusterlengo Sant Angelo Lodigiano

Pagina 2 di 8 I provvedimenti rientrano nel piano di gestione del 2015 Seicento iscritti e quindici posti: in coda per lavorare all ospedale di Cristina Vercellone Sta per essere varato il concorso che prevede l assunzione di operatori socio assistenziali che dovrebbero entrare in servizio nel Lodigiano Seicento iscritti per quindici posti. Sta succedendo all Azienda ospedaliera di Lodi, per il concorso degli operatori socio sanitari. Le procedure non sono ancora del tutto chiuse, ma la lista degli aspiranti è già alle stelle. Un dato significativo che la dice lunga sulla fame di posti di lavoro. E che ricorda quanto già successo per il concorso degli infermieri nel 2012. Per 3 posti, allora, si erano iscritti in 1438, anche se poi si erano presentati solo in 700. I 15 operatori socio sanitari rientrano nel piano di gestione per le assunzioni del 2015. L Azienda ospedaliera guidata da Giuseppe Rossi, infatti, ha chiesto alla Regione di assumere 59 infermieri e 24 medici, per un totale di 83 persone. Delle 83 persone, oltre ai 15 operatori socio sanitari ci sono 30 infermieri, 7 operatori tecnico sanitari, 2 ausiliari, 5 amministrativi, 20 dirigenti medici e 4 medici della direzione sanitaria, ovvero del Sitra (servizio infermieristico). «Attualmente - annota per la Cgil il segretario Giovanni Bricchi - gli operatori sono circa 1800. I 59 lavoratori non andranno ad aggiungersi: stante le regole di sistema del 2016, infatti, la spesa per il personale non può aumentare. Si tratta, in parte, di stabilizzazioni degli operatori già in servizio, ma a tempo determinato, oppure di sostituzioni di cessate attività e pensionamenti. Con questo piano di gestione l Azienda ospedaliera ha fatto il minimo sindacale, non per colpa dell amministrazione, ma per i limiti imposti dalle norme. Anche dopo le assunzioni, insomma, le carenze di personale resteranno. Il problema non sarà risolto fino a quando la Regione non cambierà le politiche e non penserà a un reale investimento delle risorse sanitarie. A prescindere dal fatto che poi anche le Regioni hanno a che fare con le politiche del governo». Come esempio che quello della

Pagina 3 di 8 carenza di personale è un problema, c è il caso dell infermiera di Codogno. «Nei giorni scorsi - racconta Bricchi - un operatrice sanitaria dell ospedale della Bassa aveva bisogno di anticipare a giugno, per un grave problema familiare, le ferie già programmate per i prossimi mesi. Pur avendo 500 ore di straordinario da smaltire, cioè oltre 3 mesi di lavoro, non è riuscita ad ottenere, né l anticipo delle ferie, né il recupero degli straordinari. Non per cattiva volontà di qualcuno, ma perché la carenza nei reparti è talmente al limite che se lei fosse rimasta a casa prima del previsto sarebbe saltata l organizzazione del reparto. Avrebbero dovuto richiamare altri dalle ferie per far stare a casa lei. La difficoltà del personale, si vede proprio da questi casi, è reale».

Pagina 4 di 8 Sanità, Lodi con l Asl di Melegnano: è polemica di Cri. Ver. La sanità del Lodigiano accorpata a quella di Melegnano. A dirlo è l ultima bozza di riforma approvata dalla maggioranza regionale venerdì sera, che ieri è stata licenziata dalla commissione sanità e che il 14 luglio andrà in aula. Le 8 nuove Agenzie di tutela della salute (Ats) sostituiranno le attuali 15 Asl e avranno compiti di programmazione dell offerta sanitaria, di accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, di negoziazione e acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie. Alle Aziende socio sanitarie territoriali (Asst) spetterà invece il compito di erogare le prestazioni sanitarie e sociosanitarie: al posto delle attuali 29 Aziende ospedaliere, è prevista l istituzione di 22 Asst a cui si aggiungono 3 Ao istituite per presenza di ospedali con più di 1000 posti (Niguarda, Brescia e Bergamo). L Asst di Lodi e Melegnano, comprendente il territorio e i relativi poli ospedalieri afferenti all Asl di Lodi e Milano 2 rientreranno nell Ats della città metropolitana.«la riforma del sistema socio sanitario lombardo licenziata oggi dalla commissione regionale sanità colloca Lodi al centro di un progetto che vede l accorpamento delle Agenzie di tutela della salute - commenta il consigliere regionale della Lega Pietro Foroni -. Sono soddisfatto per il voto espresso oggi in commissione. Si tratta di una scelta di buon senso che tiene conto della normativa vigente in base alla quale un Azienda ospedaliera non può avere un territorio da gestire ma un Asst. Questo si traduce nell impossibilità di qualsiasi ipotesi di accorpamento per Lodi con il San Matteo di Pavia o il San Paolo di Milano come inizialmente pensato. La riforma porterà un risparmio dell 8 per cento su una base di 17 miliardi di euro». Forza Italia ieri si è astenuta. «Per quanto riguarda l organizzazione delle Ats e delle Asst - commenta infatti il consigliere Claudio Pedrazzini - riteniamo che la soluzione ideale passi attraverso l istituzione di un unica Ats. Siamo certo disponibili anche a una mediazione, ma non troppo al ribasso. Se le Ats si riducono a qualche unità può anche andare bene. Purché si riduca verso il basso; meno sono meglio è. Riteniamo infatti eccessivo il numero di 8 Ats. Occorre uno sforzo in più da parte degli alleati: non è un capriccio di Forza Italia, la nostra richiesta nasce dall esigenza di ridurre in termini tangibili i costi dell organizzazione della struttura amministrativa».

Pagina 5 di 8 Cavenago, serata sulla salute con Panciroli e Tursi «Come evitare l infarto? Prevenzione e stop alle sigarette» di Andrea Soffiantini Ogni anno una persona su mille viene colpita da morte cardiaca improvvisa. Accade ovunque in Italia, anche nel Lodigiano, con 230 casi circa per anno. L evento che causa l arresto cardiaco improvviso è nell 85% dei casi la fibrillazione ventricolare, risolvibile solo con la somministrazione di uno shock attraverso un defibrillatore. E se attualmente solo il 2% delle persone colpite da arresto cardiaco improvviso in casa o nei luoghi pubblici viene salvato, è soprattutto perché i defibrillatori installati nei palazzi, nelle strade, nelle piazze e negli edifici pubblici sono pochi. Eppure il tempo per intervenire è strettissimo: le percentuali di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% al minuto se non si interviene con il defibrillatore. È stato sull importanza della prevenzione delle patologie cardiovascolari, e soprattutto della tempestività dei soccorsi a chi è colpito da infarto, che venerdì sera, nel salone municipale di Cavenago, Claudio Panciroli, responsabile dell Unità di Emodinamica dell Azienda ospedaliera di Lodi, e Francesco Tursi, del reparto di Pneumologia e presidente dell Alor, hanno fermato l attenzione dei cittadini. Lo hanno fatto, una volta di più, nell occasione della Partita del cuore tra i Ringo Boys e gli All Star Cavenago organizzata in paese dalla Pro loco e dal Comune per la raccolta dei fondi necessari all acquisto di un defibrillatore, il quinto a disposizione della comunità locale. «In ogni luogo pubblico, come avviene in altri Paesi, accanto all estintore dovrebbe sempre esserci un defibrillatore, perché ci sono più possibilità che nei pressi di quel luogo una persona possa essere colpita da infarto piuttosto che quell ambiente prenda fuoco», ha osservato Panciroli, a cui si deve l ideazione, la progettazione e la

Pagina 6 di 8 realizzazione del service Il Rotary nel cuore del Lodigiano (realizzato con il Rotary Club Adda Lodigiano, l Azienda ospedaliera di Lodi e l associazione Amici del cuore Roberto Malusardi ) che ha permesso dal 2010 ad oggi l installazione di decine di defibrillatori in città e provincia, mettendo pertanto a disposizione delle comunità locali un servizio salvavita finora assicurato solo dalle strutture sanitarie. «All interno degli ospedali - ha evidenziato Panciroli - la mortalità è crollata, ma fuori dagli ospedali è una strage continua e quotidiana. Non solo per l assenza di defibrillatori, ma anche per il ritardo decisionale (ritardo evitabile) da parte del paziente, perché spesso le persone colpite da infarto non sono sicure di cosa stia accadendo e aspettano troppo a lungo prima di chiedere aiuto». Da qui l importanza di non sottovalutare i sintomi (il dolore o le fitte al centro del petto che durano alcuni minuti e si estendono alla spalla, al braccio, alla schiena, e poi anche ai denti e alla mandibola; la mancanza di fiato; l incombente sensazione di affaticamento; l eccesso di sudorazione; il senso di nausea e vomito) e di attivare subito i soccorsi chiamando il 118. Per prevenire le patologie cardiovascolari, ha ricordato Tursi, occorre condurre uno stile di vita corretto. Ma la prima regola è non fumare. «Bisogna sollecitare il fumatore a smettere - ha detto il medico al pubblico in sala -, dobbiamo imparare ad essere responsabili anche verso gli altri a costo di sembrare sgradevoli».

Pagina 7 di 8 Progetto regionale al via Il Delmati si trasforma per assistere i malati cronici di Cristina Vercellone Nel Presidio ospedaliero territoriale nuovi ambulatori per curare patologie pneumologiche e cardiache,già contattati via lettera i primi cento pazienti Parte la rivoluzione dell ospedale di Sant Angelo. Dalla settimana scorsa il Delmati è diventato un Pot, il cosiddetto Presidio ospedaliero territoriale. Con nuovi ambulatori e servizi coordinati da Sara Forlani, responsabile organizzativa e gestionale del Pot e responsabile del reparto di riabilitazione respiratoria. Sono già partite le lettere per curare i primi 100 pazienti. «L obiettivo - spiega quest ultima - è prendere in carico i malati affetti da malattia cronica. Questo prendersi carico, nella filosofia del Pot, vuol dire farsi carico della fase ospedaliera del malato e seguirlo anche nella fase di stabilità clinica. Il nostro lavoro viene affiancato a quello della medicina territoriale. Così si riesce a monitorare, nel tempo, l andamento della malattia e a far fronte ai bisogni del paziente cronico, per evitare poi ulteriori ricoveri». Per raggiungere questo obiettivo, aggiunge Forlani, «si è partiti con la fase territoriale e quindi con la creazione di un centro servizi che si occupa dei malati cronici pneumologici e cardiologici - spiega il medico -. Siamo partiti da un elenco di mille cittadini con queste patologie. Verranno chiamati a scaglioni a seconda dei bisogni. Per ogni paziente sarà fatto un progetto individuale con tutte le scadenze di visite, valutazioni periodiche e programmazione terapeutica per tenere i malati sotto controllo a casa loro. Gli arruolamenti dei pazienti incominciano in questi giorni. Sono partite le lettere per i primi cento malati. Arriveremo a mille entro l autunno». L elenco dei pazienti da chiamare è stato trasmesso dall Asl. «Noi - spiega Forlani - dobbiamo verificare l idoneità dei pazienti ad essere seguiti nel Pot. Partiamo dai cittadini del territorio di Sant Angelo, poi il progetto sarà esteso a tutta l Asl. Attualmente questi malati sono seguiti dai dottori di medicina generale. Il Pot si affianca al medico di famiglia per organizzare un piano individuale con una programmazione più precisa». Per la seconda fase del Pot gli operatori sono ancora in attesa dei dettagli. «L obiettivo però - precisa Forlani - è la formazione di un reparto al Delmati dedicato ai pazienti affetti da patologia cronica dove possano svolgere sia attività riabilitativa che trascorrere la fase post acuta dei loro problemi pneumologici e cardiologici». L equipe dei nuovi ambulatori guidata da Forlani è costituita dai pneumologi di Sant Angelo Rossella Cavalli e Giovanni Guerra e dai cardiologi dell ospedale di Codogno che sono

Pagina 8 di 8 stati incaricati di monitorare i pazienti che fanno capo al medico Cesare Guascone. Un ruolo chiave poi è rivestito dalle infermiere coordinate da Maria Grossi e Pieralba Bianchi. «Insieme alla prima fase - ricorda ancora il medico - è partita anche la telesorveglianza per i pazienti affetti da broncopneumopatia-cronico- ostruttiva e da scompenso cardiaco. Ogni settimana le persone vengono contattate telefonicamente e vengono rilevati i parametri attraverso gli strumenti collocati al domicilio». All ambulatorio dell arruolamento e a quello della telesorveglianza, nel Pot si aggiungono anche il punto informativo e l ambulatorio dell Asl di assorbenza e prelievi domiciliari che prima era a villa Cortese: le infermiere di quest ultimo servizio collaborano con il Pot.