Corso Base di Fotografia



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01 OBIETTIVO e LUCE L elemento più importante di una macchina fotografica è rappresentato dall OBIETTIVO definito l occhio di ogni macchina fotografica : - è l obiettivo a permettere di vedere il soggetto inquadrato più grande o più piccolo, - è l obiettivo a permettere di allargare l ampiezza della scena inquadrata. - è l obiettivo a permettere di rendere nitide quelle parti della scena inquadrata apparse poco definite. Tutto questo, attraverso una serie di lenti che, all interno dell'obiettivo, si muovono lungo un asse centrale per: - allargare o restringere l ampiezza della scena inquadrata - avvicinare o allontanare il soggetto inquadrato senza che l utente si sposti dal punto di ripresa - trovare sul piano del sensore, quel determinato punto ove l immagine possa apparire perfettamente nitida, punto denominato di "FUOCO (F)", Fotografia e Luce, sono strettamente connesse fra loro in quanto senza luce non sarebbe possibile scattare fotografie. D altronde è la luce a permettere noi di vedere tutto quello che sta intorno ed è la stessa luce che, entrando nell obiettivo, va a ricostruire sul sensore, l immagine della scena inquadrata. Scena composta da diversi elementi e tutti illuminati dalla stessa luce che, sotto forma di raggi luminosi, prima colpisce i vari elementi della scena e poi entra nell obiettivo per raggiungere il Sensore. Raggi luminosi che passano attraverso una serie di lenti il cui compito importante è quello di ridurre tutti quei fattori che, per effetti naturali, portano disturbi alla ricostruzione dell immagine sul sensore. - By Antonio Rende

02 LUNGHEZZA FOCALE, ANGOLO DI CAMPO E CLASSIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI All interno degli obiettivi, una serie di lenti si muovono lungo un asse centrale, per allontanarsi o avvicinarsi al sensore, determinando una precisa distanza che, espressa in millimetri, è denominata LUNGHEZZA FOCALE Da questa dipenderà l ampiezza dell immagine della scena inquadrata, che in fotografia è identificata sotto il nome di ANGOLO DI CAMPO. Quando più le lenti si avvicinano al sensore, la lunghezza focale diventa più corta (esempio da 30mm a 24mm, a 18mm) e l angolo di campo più largo in quanto aumenta l ampiezza della scena inquadrata mentre gli elementi che la compongono tendono a divenire più piccoli alla visione del mirino o display. Quando più le lenti si allontanano dal sensore, la lunghezza focale diventa più lunga (esempio da 70mm a 135mm, a 300mm) e l angolo di campo più stretto in quanto si riduce l ampiezza della scena inquadrata, mentre gli elementi che la compongono tendono a divenire più grandi alla visione del mirino o display. Dalla lunghezza focale dipenderà la classificazione degli obiettivi: Grandangolari, Tele, Normali. Si definiscono Normali gli obiettivi la cui lunghezza focale è pari a 50 millimetri. Lunghezza per il quale è garantita la stessa visione dell'occhio umano, la visione di un ampiezza pari a 46 gradi, la visione familiare di ciò che si vede ad occhio nudo con le proporzioni e le distanze che appaiono abituali. Obiettivi Ideali per panorami, ritratti e foto ravvicinate. Si definiscono Tele gli obiettivi la cui lunghezza focale è superiore a 70mm. Lunghezza per il quale si ha una visuale più piccola della scena inquadrata ma un maggiore avvicinamento del soggetto inquadrato che ad occhio nudo risultava poco visibile. Obiettivi ideali per primi piani e ritratti. Si definiscono Grandangolari gli obiettivi la cui lunghezza focale è inferiore a 35mm. Lunghezza per il quale si ha una visuale più ampia della scena inquadrata e ove gli elementi che la compongono si allontanano divenendo più piccoli. Minore è la focale e maggiore sarà l angolo di campo per cui un 18mm garantisce un'ampiezza maggiore rispetto ad un 35mm. Obiettivi ideali per panorami e per foto da interno dove gli spazi di movimento sono limitati. By Antonio Rende

03 SENSORI E LORO DIMENSIONI, PIXEL E RISOLUZIONE. All interno delle macchine fotografiche, l'immagine della scena inquadrata, viene su un piccolo elemento chiamato SENSORE, ossia un un chip suddiviso in tanti piccoli riquadri ognuno dei quali contenente dei FOTODIODI. Piccoli elementi che quando colpiti dalla luce, si caricano di energia luminosa per poi far divenire tensione elettrica generando così un segnale analogico, successivamente convertito in digitale da un convertitore analogico/digitale (A/D) Ogni FOTODIODO, registra ogni piccola informazione riguardante la scena inquadrata e si trasforma poi in un piccolo punto chiamato PIXEL che insieme a tanti altri, vanno poi a formare l'immagine della stessa scena. Il numero totale dei PIXEL determina la RISOLUZIONE del sensore, numero importante per la definizione dell'immagine in quanto a più pixel corrispondono più informazioni che garantiscono una migliore definizione dell'immagine quando visualizzata su grandi schermi o stampata in grandi dimensioni. Pixel più grandi significa Pixel di maggiore Densità in quanto si caricano di maggiore energia luminosa, generando segnali più puliti e quindi garantire immagini di qualità superiore. Di conseguenza Sensori più grandi ospitano Pixel di maggiori dimensioni ed ecco allora che diventano importanti le dimensioni dei Sensori perchè a Sensori più grandi, corrispondono Pixel di maggiore dimensioni e quindi maggiore Densità. Proprio per via delle loro dimensioni, i sensori sono classificati in tre categorie: - Formato Pieno (comunemente chiamati FULL-FRAME); - Formato Ridotto (comunemente chiamati APS); - Formato Piccolo. Il formato Piccolo è quello di dimensioni più piccole. Sono i Sensori che montano le macchine COMPATTE e BRIDGE

Il Formato PIENO (FULL-FRAME) è il formato più grande le cui dimensioni sono uguali a quelle della pellicola e cioè pari a 24x36 millimetri. Sono i sensori che montano le Reflex professionali e sono quelli dalla qualità d'immagine più elevata. Il Formato RIDOTTO (APS -Advanced Photo System) le cui dimensioni sono più piccole del fotogramma delle pellicole e variano a seconda del costruttore. Per questi non esiste una misura standard in quanto variano uno dall altro di pochi millimetri. Sono i sensori montati dalle Reflex semiprofessionali e Mirrorless (Compact System Camera). I sensori a "Formato Ridotto" sono classificati in tre categorie principali: - Il più comune fra tutti è il formato "APS-C" le cui dimensioni misurano 22,2x14,8 millimetri; - il formato "APS-H" le cui dimensioni misurano 28,1x18,7 millimetri; - infine il formato "Quattro/Terzi" le cui dimensioni sono 13x17 millimetri. Sensori di dimensioni maggiori, oltre a garantire qualità d immagine più elevata, riproducono anche angolo di campo più ampi, il che significa che uno stesso obiettivo, montato su Reflex con sensori di dimensioni diverse, produrrà angoli di campo differenti. Ciò vuol dire che l angolo di campo non dipende solo dalla lunghezza focale di un obiettivo, ma anche dalle dimensioni del sensore montato nella Reflex. By Antonio Rende

04 FATTORE DI MOLTIPLICAZIONE L ampiezza della scena inquadrata dipende si dalla lunghezza focale dell obiettivo ma anche dalle dimensioni dei sensori in quanto Sensori di dimensioni più grandi, offrono la possibilità di catturare parti di scene più ampie. Le reflex a Formato Pieno, avendo sensori più grandi, riescono a riprodurre angoli di campo più ampi mentre le reflex a Formato Ridotto, offrono TELE più spinti in quanto caratterizzati da un Fattore denominato di moltiplicazione che tende ad aumentare la lunghezza focale. E proprio di ogni sensore e si tratta di un numero da moltiplicare per la lunghezza focale dell obiettivo, un numero ottenuto dal rapporto tra la misura della diagonale del sensore a Formato Pieno (43mm) e quella del sensore a Formato ridotto presente nella reflex su cui è montato lo stesso obiettivo. La lunghezza focale nominale è quella riportata sull obiettivo (esempio 18-55mm), ma quella reale la si ottiene moltiplicando la nominale per il fattore di moltiplicazione. Quindi un 18-55mm, montato su una reflex a Formato Ridotto le cui dimensioni del sensore misurano 23,6x15,7mm, si trasforma in 27-82,5mm perchè moltiplicando la lunghezza nominale per il fattore di moltiplicazione (in questo caso è 1,5 ), fa si che 18mm diventi 27mm (18 x 1,5) e 55mm diventi 82,5mm (55 x 1,5) Con questo si capisce perché l angolo di campo dipende dalle dimensioni del sensore oltre che dalla lunghezza focale dell obiettivo e quindi ecco perché uno stesso obiettivo, montato su Reflex con sensori di dimensioni diverse, produce angoli di campo differenti

La misura della diagonale la si ottiene dalla radice quadrata della somma dei quadrati delle due dimensioni del sensore. Mentre il Fattore di Moltiplicazione lo si ottiene dal rapporto tra la misura della diagonale del sensore a Formato Pieno (43mm) e quella del sensore a Formato Ridotto Per i sensori delle reflex a Formato Pieno, la misura è unica ed è standard, vale a dire 24x36mm che rappresenta la misura del fotogramma di una pellicola. Per i sensori delle reflex a Formato Ridotto non esiste una misura unica in quanto questi si presentano in diverse dimensioni che cambiano per via dei vari costruttori. Visto che i sensori delle reflex a Formato Ridotto si presentano in dimensioni diverse, anche il fattore di moltiplicazione si presenta con valori differenti quali 1,3x 1,5x 1,6x Per quanto riguarda la classificazione dei diversi obiettivi, Tecnicamente si definisce Normale l obiettivo la cui misura della lunghezza focale si avvicina a quella della diagonale del sensore, Tele quando è maggiore e Grandangolo quando è minore. - By Antonio Rende

05 RAPPORTO TRA TEMPI E APERTURE Una buona fotografia è data dalla giusta quantità di luce arrivata al sensore, quantità determinata dal rapporto fra Tempi ed Aperture, due parametri importanti per la determinazione dell esposizione di una fotografia. Quantità eccessiva di luce genera fotografie troppo chiare e definite per l appunto SOVRAESPOSTE a causa di eccessiva luminosità: Scarsa quantità di luce, genera fotografie scure e definite per l appunto SOTTOESPOSTE a causa della poca luminosità La giusta quantità di luce da far arrivare al sensore, consentirà di ottenere fotografie definite CORRETTAMENTE ESPOSTE evitando così fotografie troppo chiare o scure La luce illumina il soggetto inquadrato e rimbalzando su di esso, entra nell obiettivo della macchina fotografica ove l ESPOSIMETRO, ne determina la quantità indicandone se è eccessiva o poca.

Qui inizia il gioco, il gioco più bello del mondo: determinare il giusto rapporto fra Tempi e Aperture. E come voler riempire un secchio d acqua in un determinato e tempo e per cui bisognerà calibrare bene l apertura del rubinetto per evitare di far uscire tanta acqua o poca I tempi sono regolati dall OTTURATORE, una tendina posta davanti al sensore che si apre e si chiude per permettere alla luce di arrivare al sensore in un determinato tempo. Tempo per il quale dipenderà la quantità di luce in quanto: tempi più veloci consentiranno alla luce di entrare in quantità minima; tempi più lenti consentiranno alla luce di entrare in quantità maggiore. Le aperture sono regolate dal DIAFRAMMA, un foro attraverso il quale entra la luce, un foro che si apre divenendo più grande e si chiude divenendo più piccolo: aperture più grandi del foro, permetteranno alla luce di entrare in quantità maggiore; aperture più piccole del foro, permetteranno alla luce di entrare in quantità minore. Il rapporto tra tempi ed aperture, determina quella che in fotografia si chiama << ESPOSIZIONE >> ovvero la quantità di luce che determina l aspetto finale di una fotografia - By Antonio Rende

06 INIZIAMO CON LA PRATICA La foto qui accanto, mostra come tenere in mano una Reflex, si afferra l impugnatura laterale con la mano destra tenendo l indice sul pulsante di scatto mentre l obiettivo posa tra il palmo e le dita della mano sinistra in modo tale da riuscire a ruotare le ghiere intorno allo stesso obiettivo. Si, intorno all obiettivo troviamo due ghiere che ruotano per regolare la lunghezza focale e la messa a fuoco manualmente L indice della mano destra posa sopra il pulsante di scatto che opera in tre modi: - scatto per intero premendo lo stesso fino in fondo e lasciando a scatto avvenuto; - scatto per metà premendo lo stesso fino a metà corsa per azionare la messa a fuoco automatica - Scatto continuo tenendo premuto lo stesso fino in fondo per azionare una serie di scatti veloci, uno dietro un altro.

La messa a fuoco permette di correggere quelle parti di scena risultate poco definite o comunemente definite sfocate, può avvenire in due modi: - In Manuale quando è gestita manualmente dall utente attraverso la rotazione della suddetta ghiera intorno all obiettivo (MF) - In Automatico quando è gestita autonomamente dalla macchina attraverso la pressione del pulsante di scatto fino a metà corsa (AF) Sull obiettivo è posto il selettore AF/MF che permette di scegliere come regolare la messa a fuoco: In automatico quando il selettore è impostato su << AF >> che sta per AUTOFOCUS In manuale quando il selettore è impostato su << MF >> che sta per MANUALFOCUS e permette all utente di ruotare la Ghiera di messa a fuoco L altra ghiera ruota per avvicinare o allontanare il soggetto inquadrato rendendolo più grande o più piccolo alla visione del mirino o display senza spostarsi dal punto di ripresa ( la nominata funzione Zoom ) Di conseguenza, avvicinando o allontanando il soggetto inquadrato, si va a determinare l angolo di campo definendo l ampiezza della scena inquadrata. - By Antonio Rende

07 OTTURATORE CON RELATIVI TEMPI DI SCATTO E MODALITA DI PRIORITA DI TEMPI Tempi più corti e veloci permettono alla luce di arrivare al sensore in quantità minore, mentre tempi più lunghi, al contrario, permettono alla luce di arrivare in quantità maggiore. Ad identificare i TEMPI, sono dei valori numerici che rappresentano secondi o frazioni di secondi ove 1 secondo rappresenta un tempo più lento di 1/30(un trentesimo) di secondo, mentre 1/1000(un millesimo) di secondo rappresenta un tempo più veloce di 1/500(un cinquecentesimo) di secondo. Ne segue così una scala formata da diversi valori che vanno da 1 secondo fino ad arrivare a 1/8000 (un otto millesimi) di secondo così rappresentati: 1 sec. 1/30 1/60 1/125 1/250 1/500 1/1000 e visualizzati sia sul display che sul mirino delle Reflex Il passaggio da un tempo verso un altro, in fotografia si chiama STOP ed ecco allora che il passaggio da 1/125(un centoventicinquesimi) di secondo verso 1/60(un sessantesimo) di secondo determina un prolungamento di tempi pari ad UNO STOP Il passaggio da 1/125(un centoventicinquesimi) di secondo verso 1/500(un cinquecentesimo) di secondo determina una riduzione di tempi pari a DUE STOP

Bene, a questo punto non rimane altro che prendere in mano una Reflex ed iniziare a fare qualche scatto giocando con i tempi, a noi il compito di regolare i tempi e alla macchina quello delle aperture. Ad ogni tempo da noi scelto, lasciamo decidere alla machina quale valore di diaframma associare, è il modo in cui si opera in modalità di PRIORITA DI TEMPI (S) che andremo a selezionare attraverso la ghiera di selezione posta sulla Reflex: Sarà importante osservare quale apertura di diaframma la macchina sceglie per ogni tempo da noi impostato. E allora tutti pronti a scattare perché con la reflex si scatta e tutti insieme diciamo: CLICK SI SCATTA - By Antonio Rende

08 DIAFRAMMA CON RELATIVE APERTURE E MODALITA DI PRIORITA DI DIAFRAMMA Aperture più grandi permettono alla luce di entrare nell obiettivo in quantità maggiore, mentre Aperture più piccole permettono alla luce di entrare nell obiettivo in quantità minore. A identificare le APERTURE, sono sempre dei valori numerici che preceduti da F/, identificano la grandezza dell apertura ove F/5.6 rappresenta un apertura più grande di F/8, mentre F/32 rappresenta un apertura più piccola di F/22. Ne segue così una scala formata da diversi valori che vanno da F/5.6 fino ad arrivare a F/32 così rappresentati: F/5.6 F/8 F/11 F/16 F/22 F/32.. e visualizzati sia sul display che sul mirino delle Reflex Il passaggio da un apertura verso un altra, in fotografia si chiama STOP ed ecco allora che il passaggio da F/11 verso F/8 determina un apertura di diaframma pari ad UNO STOP Il passaggio da F/11 verso F/22 determina una chiusura di diaframma pari a DUE STOP

Riprendiamo la Reflex in mano e riprendiamo a fare qualche altro scatto giocando stavolta con le aperture, a noi il compito di regolare le aperture del diaframma e alla macchina quello dei tempi. Ad ogni apertura da noi scelta, lasciamo decidere alla machina quale tempo di scatto associare, è il modo in cui si opera in modalità di PRIORITA DI DIAFRAMMA (A) che andremo a selezionare attraverso la ghiera di selezione posta sulla Reflex Sarà importante osservare quali tempi la macchina sceglie per ogni Apertura da noi regolata. E allora pronti a riprendere la Reflex in mano per fare altri scatti e nuovamente diciamo: CLICK SI SCATTA - By Antonio Rende

09 MODALITA PROGRAM (P) E RAPPORTO FRA TEMPI ED APERTURE La modalita PROGRAM, identificata attraverso la lettera P, rappresenta la modalità ove è possibile scegliere di regolare separatamente quelli che sono TEMPI o APERTURE. Mentre l utente regola un parametro, la macchina di conseguenza provvede a regolare l altro, l utente potrà scegliere in qualsiasi momento di regolare l uno o l altro parametro. Mi spiego meglio: se l utente sceglie di regolare i tempi, la macchina provvede a regolare le aperture; viceversa se l utente sceglie di regolare le aperture, la macchina provvede a regolare i tempi. Sia per tempi che per Aperture, ad ogni valore da noi scelto, di conseguenza la macchina provvede a regolare il valore dell altro parametro. Noteremo che in Modalità PROGRAM, al variare di un parametro, automaticamente cambia l altro perché alla macchina non non basta cambiare solo un parametro. Per la macchina sarà importante far arrivare al sensore, la giusta quantità di luce e quindi determinare il giusto rapporto fra tempi e aperture. Se si sceglie di chiudere il diaframma aumentando il numero delle aperture (F/8 F/11 F/16), la macchina provvede a recuperare parte della luce persa rendendo i tempi dell otturatore più lunghi e per cui più lenti (1/125 1/60 1/30). Se si sceglie di velocizzare i tempi dell otturatore diminuendo le frazioni di secondi (1/125 1/250 1/500), la macchina provvede a recuperare parte della luce persa rendendo i diaframmi più aperti e per cui valori più piccoli di F (F16 F/11 F/8).

Tempi e Aperture camminano sempre insieme ma in modo inversamente proporzionale perché all aumentare del valore di uno, diminuisce il valore dell altro ed ecco perché diremo l uno reciproco dell altro. Determinare il giusto rapporto tra tempi e aperture significa ottenere diverse combinazioni di coppie TEMPI/APERTURE equivalenti, in quanto aprendo il diaframma mentre si velocizzano i tempi dell otturatore, o viceversa rallentando i tempi dell otturatore mentre si chiude il diaframma, la quantità di luce che arriva al sensore, sarà sempre la stessa. Questo fa sì che per diaframma e tempi valgano le seguenti relazioni: - un valore di diaframma (esempio F/4) fa entrare esattamente la metà della luce del valore del diaframma più aperto(f/2.8) e il doppio della luce del valore del diaframma più chiuso (F/5.6); - il valore 1/250 (un duecentocinquantesimo di secondo) fa entrare il doppio della luce rispetto al valore di tempo più veloce (1/500 di secondo) e la metà del valore di tempo più lento (1/125 di secondo). In pratica, se si dimezza la dimensione del diaframma e si raddoppia il tempo, la luce che arriva al sensore è sempre la stessa... Scegliere solo di aprire o chiudere il diaframma, non basta in quanto cambiando la quantità di luce che arriva al sensore, bisogna sempre scegliere anche il tempo di esposizione da associare ed ecco allora che per ogni situazione, è necessario fare delle correzioni sui due parametri per determinare il giusto rapporto fra Tempi e Aperture facendo arrivare al sensore la giusta quantità di luce, questo è quello che la macchina esegue in Modalità PROGRAM Attraverso il mirino o display della macchina fotografica, è possibile visualizzare le variazioni di Aperture e Tempi: Click si scatta, è arrivato il momento di fare qualche scatto in modalità PROGRAM, fate tanti scatti e cercate di ripetere lo stesso scatto più volte modificando Tempi e Aperture. Osservate bene come lavora la macchina e cioè quali valori essa associa ai parametri da voi scelti By Antonio Rende

10 ESPOSIMETRO E MODALITA DI SCATTO MANUALE (M) La macchina fotografica, lavora per far arrivare al sensore la giusta quantità di luce affinchè si possano ottenere immagini Correttamente Esposte, ma!.. - Come fa la macchina a determinare la giusta quantità di luce? - Come fa la macchina a stabilire quale sia la giusta quantità di luce? In tutte le macchine fotografiche è presente uno strumento atto a misurare la luce entrata per poi, in base a questa, determinare quelli che sono Tempi e Aperture corretti tali da poter fare arrivare al sensore la giusta quantità di luce. Una serie di sensori, situati all interno delle macchine, misurano l intensità della luce entrata per poi suggerire alla macchina quali valori di Tempi e Aperture utilizzare affinchè si possano ottenere immagini correttamente esposte: Uno strumento presente in tutte le macchine fotografiche che può essere di grande aiuto per iniziare a lavorare in Modalità Manuale: L ESPOSIMETRO. Uno strumento che ci indica se siamo in presenza di troppa luce o scarsa, uno strumento la cui misurazione è possibile visualizzare sia su mirino che Display delle Reflex:

Si tratta di una semplice barretta che presenta uno ZERO al centro e poi dei numeri he vanno da +1 a +2 verso destra e da -1 a -2 verso sinistra Prima di ogni scatto, un piccolo cursore indica la misurazione effettuata dall esposimetro. Lo ZERO rappresenta il valore esatto per ottenere immagini correttamente esposte. Quando il cursore si trova a DESTRA dello ZERO, significa che si è in presenza di luce eccessiva e quindi, per poter correggere l esposizione, bisogna chiudere il diaframma aumentando i valori F, o diminuire i tempi rendendo lo scatto più veloce. Quando il cursore si trova a SINISTRA dello ZERO, significa che si è in presenza di luce scarsa e quindi, per poter correggere l esposizione, bisogna aprire il diaframma diminuendo i valori F, o aumentare i tempi rendendo lo scatto più Lento.

Variando i due parametri, sarà possibile vedere il cursore muoversi verso lo ZERO per cui sarà semplice correggere l esposizione delle immagini prima di ogni scatto ma sarà importante tenere la macchina più ferma possibile per evitare problemi di mosso o micro-mosso. Un regola empirica insegna che, per evitare problemi di mosso nell uso della macchina a mano libera, il tempo di esposizione dovrebbe essere sempre inferiore all inverso della focale dell obiettivo. Mi spiego meglio con il seguente esempio: con un 50mm non si dovrebbero utilizzare tempi più lunghi di 1/60 di secondo La legge di reciprocità dice che, a parità di condizioni di luce, la stessa esposizione la si ottiene se aumentando un termine se ne diminuisce l altro dello stesso fattore. Per cui se si diminuisce di 1 STOP l apertura del diaframma, bisogna aumentare di 1 STOP il tempo dell otturatore per ottenere la stessa esposizione. E finalmente si scatta in Manuale, basta selezionare il simbolo M dalla ghiera di Selezione. Non abbiate fretta di scattare, ma osservate bene la lettura dell eposimetro, giocate con Tempi e Diaframmi, iniziate finalmente a disegnare con la luce e come sempre ricordate: CLICK SI SCATTA! By Antonio Rende