DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA MIELE LUCANO

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DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA MIELE LUCANO Articolo 1. (Nome del prodotto) La Denominazione di Origine Protetta MIELE LUCANO è riservata al miele conforme ai requisiti ed alle prescrizioni stabilite nel presente disciplinare, delle seguenti tipologie uniflorali e multiflorali: MIELE LUCANO millefiori; MIELE LUCANO agrumi; MIELE LUCANO castagno; MIELE LUCANO eucalipto. Articolo 2. (Descrizione del prodotto) 2.1. Definizioni Il MIELE LUCANO è prodotto secondo le norme tradizionali di buona produzione in alveari di tipo razionale (a favo mobile) a sviluppo verticale; il fondo di ogni arnia è di tipo anti-varroa. Il miele è estratto per centrifugazione, ha umidità idonea a garantire una lunga conservazione naturale, non subisce trattamenti che possono modificare le caratteristiche proprie del miele fresco appena estratto ed è conservato in modo da mantenere inalterate le caratteristiche. 2.2. Caratteristiche del prodotto Il miele è un ottimo antibiotico e antifungino grazie alla presenza di sostanze come il perossido di idrogeno e l acido formico, ha azione cicatrizzante. Per queste sue caratteristiche è spesso utilizzato in fitoterapia. Il miele è un alimento di elevato valore nutritivo facilmente assimilabile. (Tab 1).

Tabella 1. Valori nutrizionali del miele rilevati al momento dell invasettamento Acqua Fruttosio Glucosio Saccarosio Non più del 17-20 % 38-44 % 30-35 % 0-2 % Altri zuccheri 5 % Idrossimetilfurfurale (HMF) < 10 mg/kg Sostanze minerali (potassio, fosforo, magnesio, silicio, cloro, zolfo, calcio, sodio, ferro, manganese, rame) Altre sostanze (granuli di polline, cera, proteine e aminoacidi, sostanze aromatiche, alcoli superiori, maltosio, enzimi, vitamine: A, B2, B6, biotina, acido folico, acido nicotinico, acido pantotenico, vitamina C 0,2 % 2,98 %

Il glucosio fornisce energie di immediato utilizzo, il fruttosio viene metabolizzato a livello epatico e costituisce una riserva energetica. 100 gr. di miele forniscono 320 cal ed un potere dolcificante elevato. 2.3 CARATTERISTICHE DEL MIELE LUCANO MILLEFIORI Caratteristiche organolettiche Stato fisico: cristallizzazione nella norma Colore: da bianco a ambra Esame olfattivo Odore: da delicato a mediamente intenso, vegetale, caramellato o fruttato Esame gustativo Sapore: variabile da delicato a mediamente intenso, vegetale, caramellato o fruttato Caratteristiche melissopalinologiche L esame microscopico dei pollini e degli altri elementi del sedimento, nel primo conteggio, ha messo in evidenza quanto segue: Tipo pollinico dominante: castanea Tipi pollinici di accoppiamento: assenti Tipi pollinici isolati importanti: trifolium repens Tipi pollinici isolati: Ligustrum, Onobrychis, Malus, Prunus; Fraxinus, Trifolium pratense, Graminacae, Thymus, Cruciferae, Rubus, Cistus. Origine botanica: millefiori 2.4 CARATTERISTICHE DEL MIELE LUCANO D ARANCIO Caratteristiche organolettiche Stato fisico: cristallizza spontaneamente alcuni mesi dopo il raccolto con cristalli variabili a seconda delle condizioni di umidità e conservazione (da piccoli a grossolani).

Colore:allo stato liquido il miele si presenta da quasi incolore a giallo paglierino chiaro; quando cristallizza il colore varia da bianco, a volte perlaceo, a beige chiaro. Esame olfattivo odore: di media intensità;florale. Il miele fresco ha un odore intenso che ricorda il profumo fragrante dei fiori di zagara; con il tempo si sviluppa un odore meno fresco e florale, più fruttato, simile a quello della marmellata di arancio. Esame gustativo Sapore: normalmente dolce, a volte lievemente acidulo. Aroma: di media intensità; corrispondente a quanto descritto per l odore mediamente persistente. Caratteristiche melissopalinologiche L esame microscopico dei pollini e degli altri elementi del sedimento, nel primo conteggio, ha messo in evidenza quanto segue: Tipo pollinico dominante: Citrus Tipi pollinici di accoppiamento: assenti Tipi pollinici isolati importanti: Hedysarum Tipi pollinici isolati: Fraxinus, Quercus, Liliacae, Lotus, Papever, Onomis, Melilutus, Echium,Borgo, Castanae. Origine botanica: uniflorale d agrumi (citrus). 2.6 CARATTERISTICHE DEL MIELE LUCANO DI CASTAGNO Caratteristiche organolettiche Stato fisico: liquido o a cristallizzazione molto lenta non sempre regolare. Colore:ambra più o meno scuro, con tonalità rossiccio/ verdastre nel miele liquido, marrone nel cristallizzato. Esame olfattivo Odore: intenso; aromatico, pungente, acre, verde, amaro, fenolitico, di ceci lessati, di cartone bagnato, di mela marcia, di legno secco, di tannino, di sapone di Marsiglia.

Esame gustativo Sapore: non eccessivamente dolce e con retrogusto sempre più o meno amaro; astringente. Aroma: intenso; simile all odore; tannico; molto persistente. Caratteristiche melissopalinologiche L esame microscopico dei pollini e degli altri elementi del sedimento, nel primo conteggio, ha messo in evidenza quanto segue: Tipo pollinico dominante: Castanea. Tipi pollinici di accoppiamento: assente. Tipi pollinici isolati importanti: assente. Tipi pollinici isolati: Melilutus, Salix, Trifolium pratense gr., Lotus, Compositae A, Compositae S, Onobrychis, Ailanthus, Rubus f., Hedysarum, Asparagus acutifolius, Clementis, Compositae S, Labiatae, Prunus f.,rhamnaceae, Cruciferae, Tilia, Trifolium repens gr., Umbrelliferae, Citrus, Potentilla, Vicia, Reseda, Hedera, Centaurea cyanus. Origine botanica: miele uniflorale di castagno. 2.7 CARATTERISTICHE DEL MIELE LUCANO DI EUCALIPTO Caratteristiche organolettiche Stato fisico: Colore: Esame olfattivo Odore:

Esame gustativo Sapore: Aroma: Caratteristiche melissopalinologiche L esame microscopico dei pollini e degli altri elementi del sedimento, nel primo conteggio, ha messo in evidenza quanto segue: Tipo pollinico dominante: Eucalyptus Tipi pollinici di accoppiamento: assenti Tipi pollinici isolati importanti: assenti Tipi pollinici isolati: Trifolium pratense gr., Compositae S, Ailanthus, Hedysarum, Asparagus acutifolius, Clementis, Compositae S, Prunus f., Cruciferae, Trifolium repens gr., Umbrelliferae, Citrus, Palmae, Rubus f., Anacardiaceae, Castanea, Acacia, Liliaceae, Reseda, Fragaria, Oxalis,Dipsacaceae, Lotus, Erica f., Medicago, Parthenocissus. Origine botanica: miele uniflorale di eucalipto. Articolo 3. (Delimitazione della zona geografica di produzione) La zona geografica di produzione, sia per la per la fase di bottinaggio (raccolta in campo) che per quella di estrazione e preparazione per il consumo è delimitata dai confini del territorio della Regione Basilicata. Per il miele le caratteristiche di ogni produzione sono dovute prevalentemente alla natura delle risorse, di origine naturale o agricola, utilizzate dalle api. La specificità è legata anche all elevata proporzione di aree protette sul territorio regionale. Sono quindi questi gli elementi del territorio di origine che determinano in maggior misura la specificità del MIELE LUCANO, come dimostrano specifici studi di caratterizzazione geografica. Il territorio regionale comprende aree diverse a livello altitudinale, morfologico, vegetazionale e per l impatto delle varie attività umane.

Articolo 4. (Elementi comprovanti l origine) 4.1 Elementi di carattere storico-tradizionale In Basilicata l attività apistica può vantare una lunga tradizione anche se scarsamente documentata. L apicoltura nel Medioevo è stata in genere oggetto di scarse attenzioni da parte degli studiosi. In quest era, infatti, non si hanno notizie precise e soprattutto ben documentate. Sugli stessi usi del miele come alimento non sappiamo molto, in generale le caratteristiche della documentazione non agevolano lo studio del ruolo alimentare del miele nella società medievale, inoltre, i libri di cucina si rivolgevano ad un pubblico di estrazione sociale elevata che, in alternativa al miele preferiva indubbiamente lo zucchero, merce ancora preziosa e poco accessibile, ma anche tradizioni locali, largamente condizionate dalla presenza araba e bizantina. Veniva anche utilizzato per la conservazione di alimenti particolarmente deteriorabili e per condire alcuni tipi di frutta, si adoperava in certe salse ed era protagonista nella pasticceria. La prima difficoltà scaturisce dalla scarsa uniformità delle fonti documentarie che risultano estremamente esigue nell area lucana. I registri notarili, che avrebbero forse potuto fornire testimonianze più consone ad uno studio sull apicoltura, sono pressoché inesistenti per i secoli anteriori al Trecento. Si sono invece rivelate preziose le testimonianze iconografiche, in particolare alcune miniature dei rotoli di Exultet dell Italia meridionale. In età sveva l allevamento delle api doveva essere praticato in modo sistematico e straordinariamente razionale nelle masserie regie. In età normanna risulterebbe accertata da almeno due indizi significativi: 1. le reiterate attestazioni di censi o donativi riscossi in cera dovuti a vario titolo; 2. accenni al commercio di miele e cera. La letteratura agiografica ci informa della presenza di un piccolo allevamento delle api presso i monasteri italo-greci dell Italia meridionale; all inizio del XI secolo per il monastero di San Basilio in Lucania sono ricordate almeno due arnie.

In Basilicata sono stati rinvenuti apiari scavati lungo i fianchi delle forre, risalenti all età normanno-sveva; tali apiari, orientati con esposizione a sud, potevano eventualmente ospitare tronchi d albero incavati o anche cassette. Le caratteristiche dell arnia orizzontale a favo mobile avrebbero potuto consentire anche la pratica della sciamatura artificiale prevenendo quella naturale. Nei primi anni 20 un intensa attività nel settore è documentata dalla rivista Agricoltura lucana. Nel ventennio fascista si intravede nell apicoltura uno strumento di affrancamento autarchico, necessario per supplire la carenza di sostanze zuccherine di quel periodo. In questi anni viene effettuato per la prima volta un censimento apistico: Prima inchiesta apistica Nazionale, 1930-1937. Agli inizi degli anni 80 l apicoltura è messa in scacco dalla diffusione di un acaro parassita: Varroa distructor. Articolo 5. (Metodo di ottenimento del prodotto) Le famiglie devono essere contenute in arnie razionali (a favo mobile) a sviluppo verticale, sia a conduzione stanziale che nomade a fondo antivarroa. Gli alveari devono essere sottoposti alle misure profilattiche e agli interventi terapeutici necessari al preventivo contenimento delle malattie. È vietato utilizzare per la nutrizione proteica, pollini di origine diversa da quella strettamente locale. Il raccolto è effettuato esclusivamente da favi di melario privi di covata o polline. Al momento della posa dei melari, i favi in essi contenuti sono vuoti e puliti. Al momento del prelievo dei melari le api ne sono allontanate con un metodo che preserva la qualità del prodotto (del tipo apiscampo o soffiatore); è vietato l uso di sostanze repellenti, fumo compreso. Controllare

I trattamenti farmacologici devono rispondere al requisito dell indispensabilità, ad essi, inoltre non deve essere attribuito un uso preventivo. Nei riguardi delle malattie soggette a denuncia obbligatoria ci si deve attenere alle specifiche disposizioni della normativa sanitaria vigente (D.P.R. 08.02.1954 n 320: regolamento di polizia veterinaria; O.M. 17.02.1995). È vietato l impiego di farmaci non espressamente autorizzati dall autorità sanitaria competente e ammessi dal presente disciplinare (Tab. 2) Tabella 2: Metodi di lotta

NOME DELLA MALATTIA AGENTE EZIOLOGICO NORME DI RIFERIMENTO METODO DI LOTTA Peste americana Bacillus larvae DPR 08/02/1954 n. 320 distruzione per incenerimento delle colonie; intervento di tipo tecnico (messa a sciame); disinfezione delle arnie e delle attrezzature. Peste europea Mellissococ cus pluton DPR 08/02/195 4 n.320 distruzione per incenerimento delle colonie; intervento di tipo tecnico (messa a sciame, blocco della covata); disinfezione delle arnie e delle attrezzature. Nosemiasi Nosema apis DPR 08/02/1954 n. 320 trattamento farmacologici: principio attivo fumagillina nella formulazione autorizzata per uso apistico tempo di sospensione: 1 mese disinfezione delle arnie e delle attrezzature. Acariosi Varroasi Aracapis woodi Varroa destructor DPR 08/02/1954 n. 320 OM 17/02/1995 trattamento farmacologici: principio attivo bromopropilato nella formulazione autorizzata per uso apistico tempo di sospensione: 15 giorni epoca ottimale e condizione di intervento: primavera T>10 C principio attivo timolo-eucalipto-mentolo-canfora nella formulazione autorizzata per uso apistico tempo di sospensione: 30 giorni epoca ottimale e condizioni di intervento: dalla tarda primavera-fine estate trattamento farmacologici: principio attivo timolo-eucalipto-mentolo-canfora nella formulazione autorizzata per uso apistico tempo di sospensione: 30 giorni epoca ottimale e condizioni di intervento: estate fine raccolta; principio attivo cumafos nella formulazione autorizzata per uso apistico tempo di sospensione: 6 settimane epoca ottimale e condizioni di intervento: autunno T>5 C., assenza covata; acido ossalico; principio attivo ciniazolo nella formulazione autorizzata per uso apistico tempo di sospensione: 3 mesi epoca ottimale e condizioni di intervento: estate-fine raccolta T>10 C.

Il miele deve essere estratto e lavorato con le seguenti modalità: L estrazione e la preparazione per il consumo del MIELE LUCANO può essere eseguita esclusivamente in stabilimenti situati sul territorio della Regione Basilicata. È obbligatorio, successivamente all estrazione, sottoporre il miele ad una fase di decantazione spontanea all interno di maturatori esclusivamente in acciaio inox. La disapercolatura dei favi deve essere condotta manualmente. L estrazione dai favi è condotta esclusivamente con smelatori centrifughi. Il miele degli opercoli viene recuperato per sgocciolatura o centrifugazione. Il miele viene adeguatamente purificato mediante decantazione e/o con filtro a sacco di porosità compresa tra 100 e 500 micron. Il miele purificato è posto in recipienti per alimenti provvisti di coperchio a tenuta. Al momento della smielatura è obbligatorio indicare, nel quaderno di produzione, la data di smielatura e la quantità e il tipo di miele ottenuto. Sin dal prelievo dei melari dagli apiari sono prese le precauzioni necessarie a evitare la contaminazione (con polvere, sporcizia, contatto con insetti o altri animali, sostanze estranee) e l assorbimento di umidità dall aria da parte del miele. La temperatura di 40 C non deve essere mai superata. È assolutamente vietata la pastorizzazione e la sterilizzazione del miele. Il confezionamento del prodotto deve avvenire nell ambito della zona di cui all art. 3 del Disciplinare: La conservazione del prodotto è effettuata a temperatura tale per cui le caratteristiche del prodotto vengono mantenute nei limiti compositivi. È consigliata una conservazione a temperatura inferiore a 25 C.

Per la vendita al dettaglio è ammesso esclusivamente l invasettamento all interno di contenitori in vetro. Al momento dell invasettamento è obbligatorio riportare nel quaderno di produzione la data dell operazione, la quantità di miele condizionato, il numero e il tipo di confezione utilizzata. Articolo 6. (Elementi comprovanti il legame con l ambiente geografico) 6.1 Elementi compositivi L area di produzione del miele di castagno è circoscritta nella parte settentrionale della Basilicata al confine con la Puglia è naturalmente delimitata dal corso del fiume Ofanto ad est, dal torrente Melfa al nord e dalla fiumara di Atella a sud. Il limite orientale sfuma sulle pendici del Vulture che degradano verso i vigneti ad Aglianico ed i preziosi oliveti di Rapolla, Barile e Rionero. Si estende su una superficie di circa 45.000 ettari, occupando una fascia altitudinale che va da 300 ad oltre 1300 metri s. l. m., e corrisponde al territorio occupato dall edificio vulcanico del Vulture dove sono presenti due bacini lacustri (Lago Grande e Lago Piccolo) di Monticchio che occupano la caldere del Vulture. La Basilicata, di forma irregolare, confina con la Campania, la Puglia e la Calabria e solo per brevi tratti si affaccia su due mari: il mar Ionio a sud-est e il mar Tirreno a sud ovest. Il territorio è quasi prevalentemente montuoso se si esclude la stretta pianura costiera che si affaccia sul golfo di Taranto. I principali complessi montuosi che caratterizzano l aspro paesaggio della regione sono: L Appennino lucano, dove si alternano foreste con dorsali soleggiati e calanchi con l aspetto di piccoli canyon ( Val D Agri). Il Massiccio del Pollino, dove sorge il Parco Nazionale, è caratterizzato da una fitta rete di corsi d acqua che solcano le rocce, attraversano i piani e i boschi, rendendo fertili i terreni. La catena del Sirino circondato da pioppi, querce, castagni e faggi.

Il monte Vulture si caratterizza per la presenza dei laghi di Monticchio. Fa da cornice ai due specchi d acqua un folto bosco di faggi, querce, ontani, castagne, aceri e tigli. In prossimità di Matera lo scenario cambia e alle montagne si sostituiscono zone collinari e pianeggianti tra questa la piana ionica che occupa il litorale ionico ed è una terra ricca di agrumi, frutteti, orti e giardini nonché zona di produzione del miele d arancio. A causa della limitata influenza del mare e della presenza determinante di rilievi montuosi, si può parlare in generale di clima mediterraneo con caratteri di continentalità, che via via si accentuano procedendo verso l interno. Le estati sono calde, ma gli inverni possono essere anche molto rigidi. 6.2 Identificazione del prodotto I recipienti in cui viene depositato il miele per lo stoccaggio ed il trasporto devono essere identificati dal momento del loro riempimento con adeguato sistema che riporti: tipo di miele, come da articolo 1 del disciplinare; quantità ovvero altro riferimento che permetta di risalire alla medesima; anno di produzione; nome del produttore ovvero altro riferimento che permetta di risalire al medesimo. In tutte le fasi precedenti alla commercializzazione le confezioni di vendita di cui all articolo 8, se non etichettate, possono riportare in alternativa una identificazione collettiva in cui siano riportati almeno: tipo di miele, come da articolo 1 del disciplinare; numero di contenitori; data di confezionamento; numero di lotto. Articolo 7. (Modalità di controllo) 7.1 Organo di controllo

L organo di controllo è definito in accordo all articolo 10 del regolamento 2081/92 CEE. A tal fine attività di controllo sono svolte lungo tutta la filiera produttiva e sono relativi al rispetto del presente disciplinare e delle relative procedure attuative predisposte dai produttori in base alle prescrizioni dell organismo di controllo. Articolo 8. (Etichettatura) Le confezioni di vendita, di peso non superiore a Kg 1, oltre alle indicazioni obbligatorie per legge, devono riportare: il nome MIELE LUCANO, seguito dalla varietà, come indicato dall articolo 1; il logotipo MIELE LUCANO secondo le Norme tecniche d identificazione del marchio; l indicazione Denominazione d Origine Protetta oppure DOP il sigillo numerato distribuito dall Organismo di Controllo; la data di produzione corrispondente al mese ed anno di estrazione, preceduta dalla parola Produzione (esempio: Produzione: giugno 1999); le modalità di conservazione: da conservasi in luogo fresco e asciutto e al riparo dalla luce ; il termine preferenziale di consumo: da consumarsi preferibilmente entro: mese ed anno, corrispondenti a non più di 24 mesi dalla data di estrazione. Possono inoltre comparire le seguenti indicazioni: il logo DOP nelle modalità stabilite dal Reg. (CEE) 2037/93 e successive modifiche; indicazioni nutrizionali; indicazioni ambientali; consigli d uso; indicazione territoriale, in caratteri di dimensioni non superiori a quelli utilizzati per la denominazione MIELE LUCANO e Denominazione d Origine Protetta.