Manualetto di didattica modulare Introduzione e guida alla progettazione modulare A cura di Giovanni Fazzone
Introduzione Dove si colloca il modulo? Macrosistema formativo Ordinamenti scolastici Struttura Programmazione didattica e curricolare. Autonomia e scelte formative dell Istituto Microsistema formativo Suddivisione del curricolo in tante parti quanti sono gli anni di studio previsti (risultati in uscita). Identificazione e progettazione dei moduli, in sequenza lineare (criterio di propedeuticità) o in parallelo (criterio dell interconnessione trasversale tra due o più moduli, con uscite e rientri).
La programmazione modulare prevede la scansione del programma in una serie di segmenti didattici ed educativi omogenei, sulla base di bisogni formativi rilevati Ogni modulo rappresenta una parte significativa ed unitaria di un più ampio percorso formativo, il curricolo Esso consente di assolvere a specifiche funzioni formative e di perseguire precisi obiettivi verificabili, documentabili e capitalizzabili. La verifica di precisi obiettivi didattici caratterizza appunto l'organizzazione e la scansione del curricolo in moduli.
Introduzione Modulo: i vantaggi I vantaggi della programmazione modulare Come segmento formativo del curricolo, sviluppabile separatamente, ma con relazioni di interazione con le altre parti del progetto formativo e del curricolo, ben definite, il modulo si caratterizza per le seguenti proprietà agili e vantaggiose: adattabilità flessibilità riusabilità estendibilità
Curricolo e moduli Moduli SL Moduli IP Moduli a sequenza lineare Moduli in parallelo Modulo a carattere propedeutico Moduli con interconnessioni e complementari
Curricolo e moduli SL Curricolo implicito o esplicito M SL 1 M SL 2 M SL 3 M SL 4 M SL 5 SM 1a SM 1b Legenda Start: ingresso nel modulo; bisogni formativi; precondizioni M SL Modulo a sequenza lineare: modulo a carattere di propedeuticità Ingressi e uscite dal modulo: previa verifica/e, valutazione, certificazione degli esiti
Curricolo e moduli IP Curricolo implicito o esplicito M IP A M IP B M IP A1 M IP B1 Legenda Start: ingresso nel modulo; bisogni formativi; precondizioni M IP : Moduli in parallelo: moduli con interconnessioni; moduli complementari Ingressi e uscite dal modulo: previa verifica/e, valutazione, certificazione degli esiti Interconnessioni tra moduli paralleli
1. Definizioni Modularità e modulo La storia del concetto di modulo applicato alla formazione mette in risalto come esso abbia assunto significati diversi, a seconda del contesto di riferimento. Attualmente l'opinione comune è concorde nell'attribuire al concetto di modulo, le seguenti funzioni didattico-formative: - un modulo è composto da più unità formative; - un modulo va a costitutire un ciclo formativo che si struttura sulla base di più sottomoduli formativi. Più in particolare, le caratteristiche di un modulo sono le seguenti: - la segmentalità dimensionale: un modulo è inteso come una tappa del percorso formativo; - la componibilità strutturale: un modulo può essere utilizzato in diversi itinerari formativi o curricoli; - la gradualità dei contenuti-esperienze di apprendimento: un sistema modulare si presenta come articolazione sequenziale di unità di apprendimento, secondo criteri mirati a favorire il processo di apprendimento; - la verificabilità dei risultati: alla fine di ciascun modulo, si può verificare se gli obiettivi sono o non sono stati raggiunti; - la capitalizzazione delle unità di apprendimento: un sistema modulare si può ritenere efficace, se prevede e consente, di fatto, la possibilità di uscite e rientri nel ciclo formativo. Nota uno Procedere per moduli e impiantare una didattica modulare, richiede: - che si pensi alla struttura-progetto modulo in termini di trasversalità cognitiva e veicolare; - che non ci si limiti a ritagliare moduli all'interno delle singole discipline; - che si definiscano e individuino nuclei operativi o grappoli di mansioni omogenee, legate a blocchi di competenze e prestazioni che un curricolo intende promuovere e sviluppare.
Trasversalità veicolare L'espressione si richiama ad una nuova modalità di organizzazione e di stesura dei curricoli, alla didattica modulare e alla scuola dell'autonomia. Si fonda su: - il quadro dei saperi di base che si devono possedere all'uscita della formazione obbligatoria; - il quadro di riferimento per l'articolazione dei progetti e moduli e per la definizione di standard formativi, validi a livello nazionale e confrontabili in campo internazionale; - il veicolare con moduli che promuovano passaggi all'interno dei cosiddetti contenuti minimi irrinunciabili ; l'utilizzo dei "nuclei concettuali fondanti". Nota due Il Documento dei Saggi, alla voce "I contenuti essenziali per la formazione di base, evidenzia la necessità, per la costituzione di curricoli formativi integrati, di privilegiare la ricerca di "nuclei concettuali fondanti", a cui ancorare percorsi didattici significativi per "fare significato". Ciò sposta l'asse formativo dalla disciplina alla valenza formativa della disciplina: ciò che si insegna deve valere la pena di essere insegnato, deve avere la sua giustificazione nel mondo dell'allievo e nel contesto di cui è parte; deve essere legittimato; dai contenuti ai problemi (problem setting e solvine): l'insegnamento-apprendimento va organizzato per problemi, curando l'integrazione dei saperi con approccio multidisciplinare e trasversaleveicolare; dalla trasmissione del sapere alla co-costruzione dei saperi.
2. La progettazione modulare Modalità e scopi La progettazione modulare è la risposta alla complessità e alla flessibilità del problema educativo in termini didattici. E una risorsa per il miglioramento dell offerta formativa, legata ai bisogni formativi; La struttura modulare, permette di graduare i moduli in modo da passare da compiti semplici a compiti più complessi di tipo progettuale-autonomo, da un livello minimo di autonomia, ad un livello massimo di complessità. «La progettazione modulare prevede l impiego flessibile di segmenti di itinerari di insegnamentoapprendimento i moduli che hanno struttura, funzioni e ampiezza variabili, ma formalmente e unitariamente definite. In tale ottica ciascun modulo viene a costituire una parte significativa, altamente omogenea ed unitaria di un esteso percorso formativo disciplinare o pluri, multi, interdisciplinare programmato, una parte del tutto, ma in grado di assolvere ben specifiche funzioni e di far perseguire ben specifici obiettivi cognitivi verificabili, documentabili e capitalizzabili.» Gaetano Domenici In una struttura modulare mediatori didattici (contenuti compresi) e variabili formative pur presentando una struttura fondamentalmente complessa sono comunque facilmente gestibili, più controllabili e tra l altro più rispondenti alle diverse esigenze didattico-educative; progettare un percorso formativo mediante moduli didattici significa assicurare all allievo non solo adeguati livelli di formazione con particolare riferimento all assolvimento di quello che è l obbligo scolastico -, ma anche competenze specifiche, mediante la definizione, per ciascun modulo, di obiettivi finalizzati ai bisogni degli allievi.
Variabili formative Proprietà e caratteristiche strutturali e funzionali di contenuti, metodi, strategie, procedure scelti e adottati Costanti formative Presenza di variabili in moduli diversi e in diversi percorsi di apprendimento; presenza di problemi e di contenuti comuni a diversi ambiti disciplinari e a diverse discipline Mediatori didattici Tutte le componenti che si attivano per promuovere apprendimento e per favorire il raggiungimento dei risultati, a conclusione del modulo
3. Progettare moduli: avvio Livelli della progettazione modulare Livello strutturale e funzionale Livello educativo e formativo La progettazione curriculare e pertanto la definizione dei percorsi espliciti ed impliciti; l organizzazione modulare e quindi la codifica del rapporto spaziale e temporale delle unità d intervento; la strutturazione delle U.F. d intervento: unità tematiche di riferimento, argomenti da trattare, problemi, funzione dei contenuti, modelli implicati, procedure da sviluppare, strategie o metodi da attivare. Sul piano cognitivo-operativo: competenze e prestazioni attese conoscenze (necessarie), capacità implicate; sul piano metacognitivo: organizzazione, metodo, processo; sul piano socio-affettivorelazionale: esigenze e bisogni educativi, rapportate alle opportunità del territorio.
4. Mediatori didattici e variabili formative Nello schema seguente si può osservare come alcune variabili formative siano presenti in diversi percorsi, riferiti non solo alla stessa disciplina, ma anche a discipline diverse (costanti formative); le variabili formative infatti si può dire che dipendono dalla struttura del contenuto e pertanto vanno ricercate ed opportunamente rilevate per un utilizzo adeguato in un percorso curricolare.
Progettare moduli: griglia Titolo del modulo:.. Segmento tematico/disciplinare:.. Classe/i:.. Docente/i:. Durata ottimale: Periodo:.. Modulo a SL Modulo IP Modulo disciplinare Modulo feedback Modulo transdisciplinare Modulo plutidisciplinare Modulo multidisciplinare Bisogni formativi Destinatari Gruppo classe Gruppo misto Gruppo orizzontale Gruppo feedback Gruppo verticale Altro: Legittimazione Percorso (Descrizione) Dallo stimolo d avvio alla certificazione in uscita: Strategie didattiche: Protocollo di uscita e rientro dal modulo: Indicazione delle attività da svolgere: Indicazione delle attività di rinforzo: Altro: Obiettivi (Descrizione operativa) Costanti formative Indicare la presenza di problemi e di contenuti comuni a diversi ambiti disciplinari e/o a diverse discipline: Indicare la presenza di costanti in moduli diversi e in diversi percorsi di apprendimento:. Competenze (Da certificare in uscita) Quali?: Verifica e valutazione Indicare le verifiche in itinere, per eventuali uscite/ rientri/interconnessioni con altri moduli: Strumenti e modalità di valutazione formativa (Strumenti e modalità) Certificazione degli esiti Modalità: