IL PRIMO ANNO DI ESERCIZIO DELL IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI NOCERA SUPERIORE

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IL PRIMO ANNO DI ESERCIZIO DELL IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI NOCERA SUPERIORE G. De Feo *, S. De Gisi *, A. Ferrante *, M. Galasso **, R. De Rosa ***, A. Giuliani ***, S. Guadagnuolo ***, L. Pucci *** Sommario L di Nocera Superiore, in provincia di Salerno, nasce come impianto sub-comprensoriale per il trattamento dei reflui urbani nell ambito del Progetto Speciale CASMEZ per il Disinquinamento del Golfo di Napoli (PS3). L impianto, del tipo a fanghi attivi e progettato per una potenzialità di 300.000 abitanti equivalenti nel periodo estivo, in regime di regolare funzionamento prevede l utilizzo delle vasche di sedimentazione primaria per il trattamento delle sole acque di prima pioggia. La sedimentazione primaria, tuttavia, può essere inserita anche nel ciclo di trattamento della linea liquami. L impianto prevede la digestione anaerobica dei fanghi, fuori servizio nel periodo preso in considerazione. In questo articolo, dopo un accurata descrizione sia della linea acque sia della linea fanghi, si procede con l elaborazione e la rappresentazione dei parametri relativi al primo anno di esercizio dell impianto, il 2007, con la caratterizzazione del refluo influente ed effluente e dei rendimenti depurativi per i principali parametri considerati. Dall analisi svolta è emerso che l impianto ha funzionato al di sotto delle sue potenzialità, collocandosi nell ambito di quella che è stata definita fase elastica con un rapporto pressoché lineare tra carichi incidenti e quantità rimosse. THE FIRST YEAR OF MANAGEMENT OF THE NOCERA SUPERIORE WASTEWATER TREATMENT PLANT Summary The wastewater treatment plant (WWTP) of Nocera Superiore, in the province of Salerno, in Southern Italy, was realized for the treatment of urban wastewater on behalf of the Special Project called CASMEZ per il Disinquinamento del Golfo di Napoli (PS3). The WWTP was designed for 300,000 Equivalent Inhabitants during the summer period and it is based on the classic activated sludge process for the biological treatment of wastewater. Moreover, it has the anaerobic digestion of sludge but it does not use the primary sedimentation: this is the principal peculiarity of the plant. In this paper, after an accurate description of water and sludge lines, parameters related to the first year of functioning of the plant (2007) are deeply presented and discussed. Moreover, inlet and outlet wastewater are characterised with regard to the principal parameters (BOD5, COD, TSS, etc.). Finally, the removal efficacy for the parameters considered are represented in terms of applied and removed loads, showing a linear relationship. The performed analysis pointed out that the plant * Prof. ing. Giovanni De Feo, Dott. ing. Sabino De Gisi, Dott. ing. Alessio Ferrante; Dipartimento di Ingegneria Civile, Università degli Studi di Salerno via Ponte don Melillo, 1 84084 Fisciano (SA) Tel. 089.964113, Fax089.964045, e-mail: g.defeo@unisa.it. ** Dott. chim. Maurizio Galasso; Bierrechimica S.r.l. Via Canfora, 59/61-84084, Fisciano (SA), Tel. 0898.201464, Fax 089.8201469, e-mail: info@bierrechimica.it. *** Dott. ing. Roberto De Rosa, Dott. ing. Anna Giuliani, Dott. ing. Salvatore Guadagnuolo, Dott. ing. Luca Pucci; ECOSARNO GESTIONI S.c.r.l. Via Santa Maria delle Grazie snc 84015 Nocera Superiore (SA), Tel. 081.9369458, Fax 081.9369458, e-mail: salvatore.guadagnuolo@tin.it. IA Ingegneria Ambientale vol. XXXVIII n. 5 maggio 2009 has functioned under its potentiality, but respecting the compliance limits. Parole chiave: Nocera Superiore, PS3, reflui urbani, rendimento depurativo. Keywords: Nocera Superiore, PS3, urban wastewater, removal efficacy. 1. INQUADRAMENTO GENERALE L di Nocera Superiore nasce come impianto comprensoriale per il trattamento dei reflui civili ed industriali nell ambito del Progetto Speciale CASMEZ per il Disinquinamento del Golfo di Napoli (PS3), mediante la Deliberazione CIPE del 4/8/1972 ai sensi della Legge del 6/10/1971 n. 853 sugli interventi straordinari per il Mezzogiorno [1]. Il progetto speciale PS3 prevedeva la costruzione di 4 depuratori comprensoriali nell ambito del territorio del Medio Sarno, nel quale, allo stato attuale, l unico impianto in esercizio è, appunto, quello di Nocera Superiore. L impianto in oggetto è a servizio dei comuni del sub-comprensorio numero 4 del Medio Sarno: Roccapiemonte, Siano, Castel San Giorgio, Nocera Superiore e, buona parte di Cava dè Tirreni (cfr. Fig. 1). I reflui prodotti dai comuni di Roccapiemonte, Siano e Castel San Giorgio giungono all impianto per mezzo del collettore nord (Cfr. Fig. 1), mentre i comuni di Nocera Superiore e Cavà dè Tirreni sono serviti dal collettore sud. La progettazione dell impianto ha avuto inizio nel 1998 a seguito di una deliberazione della Prefettura di Napoli (ex OPCM 14/04/1995) ed i lavori sono stati ultimati alla fine dell anno 2004. Il periodo di collaudo ha avuto inizio il 31 maggio del 2005, mentre il periodo di esercizio provvisorio è iniziato il 20 luglio del 2006 ed è terminato il 19 maggio 2007, con la consegna dell impianto alla Regione Campania Settore Ciclo Integrato delle Acque che ne ha affidato la gestione alla Ecosarno Gestioni S.C.R.L, nelle more del trasferimento all ATO competente. L impianto in oggetto presenta un classico trattamento biologico a fanghi attivi. Gli elementi di peculiarità sono da ricercare nel trattamento terziario per la rimozione biologica delle forme dell azoto e del fosforo, nel trattamento di affinamento mediante filtrazione su letti di sabbia, nella disinfezione del refluo mediante acido peracetico, nel trattamento delle acque di prima pioggia, nel sistema di telecontrollo sulle linee liquami e fanghi e, infine, nell essiccamento termico dei fanghi. Il vero elemento di novità, tuttavia, è quello di non aver previsto l impiego della fase di sedimentazione primaria, per un impianto comunque dotato della digestione anaerobica dei fanghi ed a servizio di qualche centinaio di migliaia di abitanti equivalenti. A tal proposito, in Tabella 1 si riportano i dati di base di progetto dell impianto. I progettisti, in particolare, hanno provveduto a suddividere un anno di ipotetico esercizio 244

Fig. 1 L impianto di Nocera Superiore nell ambito del progetto speciale per il disinquinamento del Golfo di Napoli (PS3) Tab. 1 Dati di base di progetto dell impianto Tab. 2 Carichi inquinanti di progetto dell impianto Parametri Abitanti Equivalenti [ABE] Portata Media Nera [m 3 /h] Portata di Punta [m 3 /h] Tipo Estate (50 d/anno) Inverno (315 d/anno) Civili 104209 104209 Industriali 86482 86482 Conservieri 108350 10835 Totale 299041 201526 Civile 1000,0 1000,0 Industriale 540,0 540,0 Conserviera 969,0 97,0 Totale 2509,0 1637,0 Tempo Asciutto 3762,0 2454,0 Tempo di Pioggia 9633,0 9633,0 in un periodo estivo, della durata media di 50 giorni, ed in un periodo invernale, della durata media di 315 giorni. Il periodo estivo è fortemente caratterizzato per la presenza delle acque di scarico provenienti dalle aziende conserviere, molto diffuse nel territorio del bacino del Sarno. Nelle Tabelle 2 e 3, inoltre, sono riportati i principali parametri dell impianto, con riferimento rispettivamente ai carichi inquinanti in ingresso all impianto ed alle concentrazioni assunte in fase progettuale. L attività descritta nel presente articolo è stata condotta nell anno 2007, ed ha previsto l elaborazione dei dati ambientali presenti nell. La principale finalità di questo lavoro è stata quella di approfondire il funzionamento dell in oggetto nel corso del Parametri Estate (50 d/anno) Carico Inquinante [kg/d] Inverno (315 d/anno) BOD 5 17423,0 11572,0 COD 35883,0 24181,0 Azoto Totale 1986,0 1791,0 Fosforo Totale 255,8 216,7 suo primo anno di esercizio, con la caratterizzazione del refluo influente ed effluente e la conseguente verifica del rendimento depurativo. La principale caratteristica del depuratore in oggetto è il mancato ricorso alla sedimentazione primaria nonostante si tratti di un impianto a fanghi attivi di una certa potenzialità e peraltro dotato della digestione anaerobica dei fanghi (fuori servizio nel corso dell anno preso in esame). Il layout relativo alla linea per il trattamento delle acque reflue urbane e delle acque di prima pioggia è desumibile dalla Figura 2. La linea acque, con riferimento al trattamento del refluo urbano influente prevede le seguenti fasi: grigliatura, dissabiaturadisoleatura, defosfatazione biologica, denitrificazione, nitrificazione e ossidazione della sostanza organica, sedimentazione secondaria, filtrazione su letti di sabbia e disinfezione mediante acido peracetico (Fig. 2). Con riferimento alla linea di trattamento delle acque di prima pioggia, invece, si hanno le seguenti fasi: sedimentazione primaria, accumulo e preareazione con possibilità di prevedere un condizionamento chimico del refluo a monte delle unità di sedimentazione primaria (Fig. 2). 245

Fig. 2 Schema di processo della linea acque dell impianto oggetto di studio Alla fine del trattamento, le acque di prima pioggia possono essere inviate direttamente alla disinfezione oppure alla fase di filtrazione su sabbia. La fase di grigliatura è realizzata mediante una griglia grossolana ed una successiva griglia fine, composta da stacci rotanti (rotostacci). La dissabiatura è di tipo areata ed è costituita da 4 bacini con una volumetria complessiva di 840 m 3 e l estrazione delle sabbie è effettuata tramite airlift. I trattamenti biologici si sviluppano attualmente su 3 linee, con una volumetria complessiva per la sola fase di ossidazione della sostanza organica e di nitrificazione, di circa 15800 m 3 ed una conformazione a pistone. I selettori anaerobici destinati alla defosfatazione biologica (cfr. Fig. 2) presentano una volumetria complessiva di 1296 m 3 e sono dotati di mixer per la movimentazione del refluo. Al contempo, i comparti anossici destinati alle reazioni di denitrificazione presentano una volumetria totale di 2850 m 3 e sono collegati idraulicamente, sia con i selettori anaerobici sia con le unità di ossidazione dell organico e nitrificazione, mediante stramazzi posti in sommità del pelo libero del refluo. Le reazioni biologiche di defosfatazione e di denitrificazione avvengono in ambiente indoor, grazie ad una copertura metallica presente sulle rispettive unità. La sedimentazione secondaria è stata realizzata attraverso la costruzione di tre unità circolari a fondo piatto, di diametro pari a 37,5 m ed un altezza del tirante idrico di 3,5 m. Un elemento di peculiarità per ciò che riguarda la linea liquami è l affinamento del refluo secondario mediante una filtrazione di tipo a gravità su letti di sabbia, realizzata mediante 3 unità. Ogni singolo filtro presenta una superficie di circa 132 m 2, uno spessore del letto filtrante di 1,2 m ed un tirante idraulico variabile tra 1,2 e 1,3 m sul letto di sabbia. Il materiale utilizzato come riempimento, inoltre, presenta una granulometria variabile tra 10 e 32 mm, per il materiale di supporto (0,30 m di spessore), e tra 0,8 e 1,2 mm, per lo strato drenante. Per ciò che riguarda la disinfezione, il reattivo utilizzato per l abbattimento della carica batterica è l acido peracetico. Il maggior costo del reattivo è compensato sia da una maggior efficienza di rimozione della carica batterica nei confronti dell ipoclorito di sodio, sia per l atossicità per la flora e la fauna particolarmente vulnerabili nel bacino del fiume Sarno. A monte della disinfezione, inoltre, è collocata una vasca di accumulo di circa 500 m 3 avente la funzione di polmone per tutte le esigenze idriche dell impianto, quali la rete antincendio, di irrigazione e quella dei servizi igienici. Le tre vasche di sedimentazione per le acque di prima pioggia sono di forma rettangolare ed hanno una volumetria di circa 2000 m 3 cadauna. L acqua, a valle della sedimentazione, è inviata a 2 vasche di accumulo, dotate singolarmente di una volumetria di 9600 m 3 e di una turbina galleggiante di potenza pari a 30 KWatt avente la funzione di mitigare eventuali cattivi odori dovuti al ristagno del refluo. 2. DESCRIZIONE DELLA LINEA FANGHI La linea fanghi è stata progettata per il trattamento dei diversi flussi di fango provenienti dalla linea acque: fanghi di supero del trattamento biologico, fanghi da controlavaggio dei filtri a gravità, fanghi delle vasche di sedimentazione per il trattamento delle acque di prima pioggia, fanghi industriali relativi al solo periodo estivo, fanghi di autoespurgo relativi allo svuotamento delle fosse settiche degli utenti del comprensorio non serviti dalla fognatura. Lo schema di processo della linea fanghi prevede un preispessimento, la digestione anaerobica bi-stadio, il condizionamento chimico, la disidratazione meccanica e l essiccamento termico (cfr. Fig. 3). 246

Fig. 3 Schema di processo della linea fanghi dell impianto oggetto di studio Il pre-ispessimento del fango è realizzato mediante 3 preispessitori dinamici del tipo a centrifuga capaci di assicurare un contenuto del secco in uscita del 5%. Il processo di stabilizzazione dei fanghi prevede la digestione anaerobica mesofila a due stadi con una volumetria complessiva dei due digestori di circa 5400 m 3. Il primo stadio è del tipo riscaldato e agitato e prevede lo sviluppo delle reazioni di degradazione del fango, mentre, come ben noto, il secondo, del tipo statico, ha la funzione di accumulo del fango digerito e di affinamento dei processo biologici che si sviluppano nello stadio precedente. Per ciò che riguarda la produzione di gas biologico, è stato stimato un valore di circa 1400 Nm 3 /d per il periodo invernale e di 2200 Nm 3 /d per il periodo estivo. A monte della disidratazione meccanica del fango, effettuata mediante l utilizzo di 2 nastropresse, è presente una fase di accumulo, con lo stoccaggio del fango industriale prodotto dalle attività conserviere prima del trattamento termico. Il surnatante prodotto nelle fasi di pre-ispessimento, digestione anaerobica e disidratazione meccanica, prima di essere inviato in testa alla linea liquami, è sottoposto ad un trattamento chimico-fisico mediante l utilizzo di cloruro ferrico, in modo da rimuovere il gran quantitativo di nutrienti presenti. Come ben noto, infatti, la digestione della sostanza organica con la relativa formazione di gas metano, libera ammoniaca e fosfati, che, successivamente saranno presenti nel surnatante (ridissoluzione). Il trattamento termico del fango, infine, prevede una capacità evaporativa di 4000 l/h. 3. LA CARATTERIZZAZIONE DELL IN- FLUENTE E DELL EFFLUENTE La caratterizzazione chimico-fisica del refluo influente ed effluente è stata effettuata nel rispetto degli Standard Methods [2] e mediante una serie di analisi di laboratorio condotte nell anno 2007. In questo paragrafo sono riportati i dati ambientali con riferimento ai seguenti parametri: BOD 5, COD, SST (solidi sospesi totali), azoto ammoniacale e fosforo totale. Per ciò che riguarda i campionamenti, il refluo influente è stato prelevato a monte della grigliatura e con riferimento al periodo di massimo carico giornaliero sia idraulico sia organico, mentre il refluo effluente è stato prelevato a valle dell unità di disinfezione. Gli andamenti del BOD 5, del COD, dei SST, dell azoto ammoniacale e del fosforo totale nel corso dell anno 2007, sia per il periodo estivo sia per il periodo invernale, sono rispettivamente riportati nella Figura 4, dove sono evidenziati i valori medi in ingresso (nei due periodi) ed in uscita. Alla prova dei fatti, si può notare come il periodo estivo si sia protratto ben al di là dei 50 giorni ipotizzati in fase di progetto. Il suddetto periodo, infatti, che sarebbe più corretto chiamare periodo della lavorazione conserviera o, più brevemente, periodo conserviero, ha una durata media di circa 4 mesi, da agosto a novembre, per una durata complessiva, quindi, di circa 100-120 giorni a seconda della particolare stagione lavorativa del pomodoro. Coerentemente, ci appare più corretto definire il periodo non conserviero come periodo normale. Con riferimento al BOD 5 (cfr. Fig. 4.a), pertanto, si può osservare come il rapporto tra i valori medi del BOD 5,conserviero (252,45 mg/l) e del BOD 5,normale (79,43 mg/l) è risultato pari a 3,17. Per entrambi i periodi presi in considerazione, il valore medio in ingresso è risultato inferiore rispetto al valore di progetto (cfr. Tab. 3). Il valore medio in uscita dall impianto, nel corso del 2007, è risultato pari a 10,67 mg/l e, quindi, inferiore al valore limite ammissibile imposto dal DLgs 152/2006 (40 mg/l) [3]. Con riferimento alle Figure 4.b, 4.c, 4.d e 4.e, e, quindi, ai parametri COD, SST, azoto ammoniacale e fosforo totale, si osserva come i rapporti tra il valore medio del parametro in ingresso nel periodo conserviero e il valore medio del parametro in ingresso nel periodo normale sono risultati rispettivamente pari a 3,04, 7,42, 2,52 e 2,91. Come si può notare, e come era facilmente attendibile a causa della natura del refluo conserviero, molto ricco di materiali in sospensione, il maggiore scarto tra il valore medio del periodo conserviero e il valore medio del periodo normale si è registrato proprio per i solidi sospesi. I valori minori del suddetto scarto, 247

Fig. 4 (a) Variazione dell inquinante in ingresso ed in uscita dall impianto nel corso dell anno 2007, sia per il periodo normale sia per il periodo conserviero : (a) BOD 5 ; (b) COD; (c) SST; (d) Azoto ammoniacale; (e) fosforo totale invece, si sono ottenuti con riferimento all azoto ammoniacale e al fosforo totale. Per tutti i parametri, infine, il valore medio in uscita dall impianto è risultato ampiamente inferiore del corrispondente valore limite ammissibile. 4. ANALISI DEL RENDIMENTO DEPURA- TIVO In questo paragrafo è svolta l analisi dei rendimenti depurativi dei diversi parametri analizzati nel corso del primo anno di esercizio dell impianto (2007). Per evidenziare come l impianto abbia funzionato ben al di sotto delle sue potenzialità abbiamo ritenuto utile riportare, per ogni parametro preso in considerazione, la concentrazione rimossa in funzione della concentrazione influente. I dati sperimentali ottenuti, pertanto, sono stati interpolati con la retta dei minimi quadrati passante per l origine che è stata messa a confronto con le rette di rimozione del 50%, del 75% e del 100%. Per tutti i parametri (cfr. Fig. 5) si può vedere come effettivamente la retta di rimozione è molto prossima a quella del 100%. Siccome, inoltre, le quantità rimosse non risentono affatto del progres- 248

Fig. 5 Inquinante rimosso in funzione dell inquinante in ingresso: (a) BOD 5 ; (b) COD; (c) SST; (d) OLI e GRASSI; (e) MBAS; (f) azoto ammoniacale; (g) fosforo totale 249

Tab. 3 Concentrazioni di progetto dell impianto Parametri sivo incremento di carico, l impianto ha funzionato in fase elastica per tutti i parametri presi in considerazione nella Figure 5: a carichi crescenti, pertanto, hanno fatto riscontro maggiori quantità rimosse, con una legge di variazione pressoché lineare. Con riferimento al BOD 5, in particolare, e, quindi, alla Figura 5.a, si osserva come il BOD 5,rimosso si sia pressoché adagiato lungo la retta di rimozione del 96,4%. Nel caso del COD, invece, e, quindi, con riferimento alla Figura 5.b, il COD rimosso è risultato mediamente pari al 93,4 % del COD in. Elevati rendimenti di rimozione si sono ottenuti anche per i SST, gli oli e i grassi, i tensioattivi anionici, l azoto ammoniacale e il fosforo totale, con valori rispettivamente pari a 97,4%, 92,8%, 96,4%, 94,4% e 91,9% (cfr. Figg. 5.c, 5.d, 5.e, 5.f, 5.g). Inoltre, per ogni parametro considerato, tutti i dati ottenuti nel corso del 2007 sono stati rapportati al corrispondente valore limite ammissibile, ottenendo, in tal modo, i corrispondenti valori normalizzati. Questi ultimi, evidentemente, possono assumere sia valori compresi tra 0 ed 1, sia valori superiori ad 1, equivalendo, per quest ultima circostanza, ad un superamento del valore limite ammissibile. Dalla Figura 6 si può osservare come il valore dei parametri normalizzati è risultato sempre inferiore ad 1 ad eccezione dell azoto nitrico, per il quale, in un solo caso sporadico si è registrato il superamento del valore limite ammissibile, circostanza, questa, che rientra nelle possibilità stabilite dalla legge [3]. Una rappresentazione come quella riportata in Figura 6 è molto utile per farsi un idea dello scostamento dei parametri dal limite normativo e per valutare visivamente se l impianto ha funzionato al di sotto delle sue potenzialità (valori normalizzati medi e massimi molto lontani dall unità), con buoni margini di sicurezza (valori normalizzati medi e massimi lontani dall unità) oppure con ridotti margini di sicurezza (valori normalizzati medi e massimi prossimi o, in qualche caso, superiori all unità). 5. CONCLUSIONI Estate (50 d/anno) Concentrazione [mg/l] Inverno (315 d/anno) BOD 5 290,00 295,00 COD 596,00 615,00 Azoto Totale come N 33,00 45,50 Fosforo Totale come P 4,25 5,50 In questo articolo è stato analizzato e discusso il funzionamento del primo anno di esercizio del l per reflui urbani di Nocera Superiore, posto a servizio dei comuni del sub-comprensorio numero 4 del Medio Sarno, secondo l originale suddivisione stabilita nel Progetto Speciale CASMEZ per il Disinquinamento del Golfo di Napoli (PS3). L impianto in oggetto presenta un classico trattamento biologico del tipo a fanghi attivi e la sua principale peculiarità risiede nel fatto che, pur essendo a servizio di centinaia di migliaia di abitanti e comunque provvisto della fase di digestione anaerobica dei fanghi, pur potendo, non prevede l uso della sedimentazione primaria. Rispetto alle previsioni di progetto, inoltre, si è avuto modo di verificare che la suddivisione in un periodo di lavorazione estiva, con la presenza di reflui dell attività conserviera, ed in un periodo di lavorazione invernale è più marcata rispetto alle ipotesi fatte dai progettisti. A tal proposito abbiamo preferito parlare di un periodo di esercizio normale e di un periodo di esercizio conserviero. Dall analisi dei rendimenti depurativi è emerso un funzionamento dell impianto al di sotto delle sue reali potenzialità e, in particolare, si è avuta una migliore risposta in termini di efficacia depurativa proprio in corrispondenza delle maggiori sollecitazioni, sia in termini di carichi inquinanti sia di portate influenti. Questo a testimonianza del fatto che l impianto ha lavorato in fase elastica con un andamento pressoché di lineare tra carichi incidenti e rimossi. BIBLIOGRAFIA [1] Galasso M., Raimo A., L di Solofra Evoluzione e problematiche gestionali, Ingegneria Ambientale, volume XXXV n.12 dicembre 2006. [2] Standard Methods for the Examination of Water and Wastewater, 19 th ed., American Public Health Association/American Water Works Association/Water Environment Federation, Washington DC, 1995. [3] Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Norme in materia ambientale, Supplemento ordinario n. 96 alla Gazzetta ufficiale 14 aprile 2006 n. 88. CURRICULA Giovanni De Feo Professore aggregato di Ingegneria Sanitaria Ambientale, Docente di Fenomeni di Inquinamento e controllo della qualità ambientale presso la Facoltà di Ingegneria dell Università degli Studi di Salerno. Relatore, correlatore e tutor in più di 160 tesi di laurea, è Coordinatore della Commissione Tirocini dell Area Didattica di Ingegneria Civile e Ambientale (ADICA). Svolge attività di referee per le riviste internazionali Waste Management Journal, Desalination, Journal of Hazardous Materials e Journal of Environmental Management. È autore e coautore di circa cinquanta pubblicazioni nel settore s.d. dell Ingegneria Sanitaria Ambientale su capitoli di libri e su riviste ed atti di convegni nazionali ed internazionali. Ha recentemente pubblicato la monografia Fenomeni di Inquinamento e Controllo della Qualità Ambientale. Teoria, esercizi e aneddoti vari, Aracne editrice, ISBN 978-88-548-1712-8, formato 17x24, 668 pag. 250

Sabino De Gisi Ingegnere ambientale, attualmente è dottorando di ricerca in Ingegneria Civile per l Ambiente e il Territorio presso la facoltà di Ingegneria dell Università degli Studi di Salerno, interessandosi della definizione di linee guida per la localizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ha svolto presso aziende private attività di ricerca sui trattamenti chimico-fisici e sui trattamenti avanzati per la depurazione ed il riutilizzo nel ciclo di produzione aziendale dei reflui industriali, con particolare riferimento ai reflui conciari. È autore di diverse pubblicazioni nel settore s.d. dell Ingegneria Sanitaria Ambientale su riviste nazionali ed internazionali. Alessio Ferrante Ingegnere civile (vecchio ordinamento) laureato presso la Facoltà di Ingegneria dell Università degli Studi di Salerno discutendo una tesi dal titolo Analisi ed elaborazione dei dati ambientali dell di Nocera Superiore (SA), svolta presso l comprensoriale di Nocera Superiore (SA). Attualmente svolge attività di tirocinio presso la società BR Chimica s.r.l., interessandosi di problematiche riguardanti la depurazione delle acque reflue industriali ed urbane, con particolare riferimento ai trattamenti a membrana e di ossidazione avanzata. Maurizio Galasso Nato ad Avellino il 19/4/1953, si è laureato in Chimica ad indirizzo organico-biologico nel 1977 presso l Università degli studi di Napoli ed abilitato alla professione presso la stessa Università nel 1978. Iscritto all Albo regionale dell Ordine dei Chimici dal 1977 per tre anni è stato anche componente del Consiglio direttivo. Nel 1979 ricercatore presso l Università di Napoli nell ambito del Progetto finalizzato del CNR Oceanografia e fondi marini-sottoprogetto inquinamento del Golfo di Napoli e docente di Impianti Chimici Industriali presso gi Istituti Professionali di Stato. Dal 1980 assistente di ruolo presso il Laboratorio di Igiene e Profilassi di Avellino (oggi Arpac). Dal 1983 Responsabile del Servizio Chimico Ambientale del Consorzio Interprovinciale dell Alto Calore, dopo aver superato concorso pubblico, e come tale responsabile dei controlli, della sicurezza igienica e della disinfezione dell acquedotto, nonché del controllo e della gestione degli impianti di depurazione. Componente alla costituzione del CODISO (Consorzio Disinquinamento Solofra) del primo comitato tecnico-scientifico per la gestione del depuratore centralizzato per acque reflue conciarie ed attualmente consulente della Codiso Spa. Dal marzo 2006 Direttore Tecnico della soc. Bierrechimica S.r.l. di Fisciano (SA). Roberto De Rosa Roberto De Rosa, laureato in Ingegneria Civile Idraulica presso la Facoltà di Ingegneria dell Università degli Studi di Napoli Federico II. Premio di laurea anno 1996 della Fondazione Politecnica per il Mezzogiorno d Italia Napoli per tesi sperimentale in Complimenti di Idraulica sull intrusione sallina in condotte sottomarine con impiego di apparecchiature di misura e rilievo LDV e BSA. Specializzato c/o la Scuola di Specializzazione in Ingegneria Sanitaria e Ambientale dell Università degli Studi di Napoli Federico II con tesi in Trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani sul Piano di raccolta differenziata in un comune di dimensioni medio-piccole. Auditor di sistema di gestione ambientale EMAS per piccole e medie imprese. Già dal 1999 Responsabile Tecnico dei Lavori dell Impianto di depurazione di Nocera Superiore (SA) Emergenza fiume Sarno Comprensorio Medio Sarno Subcomprensorio n. 4, oggi è Responsabile Tecnico e Sicurezza della Gestione del medesimo Impianto di depurazione. Anna Giuliani Nata a Napoli il 15/09/1977, si è laureata nel 2003 in ingegneria chimica indirizzo ambientale materiali, con tesi sperimentale sui polimeri in collaborazione con l Istituto IRTEMP del CNR di Pozzuoli, presso l Università degli Studi di Napoli Federico II ed abilitata alla professione presso la stessa Università. Dopo la presentazione di un poster, e relativa pubblicazione, alla conferenza di orientamento tecnico sui polimeri sintetici e naturali finanziato dalla Nato e organizzato dall Università di Pisa ha cominciato nel 2003 a dedicarsi allo studio degli impianti di trattamento delle acque ed ai sistemi di automazione degli stessi. Dal 2007 è Responsabile del Sistema di Telecontrollo dell impianto di depurazione di Nocera Superiore. Salvatore Guadagnuolo Nato a Teano (CE) il 23.07.1955, si è laureato in Ingegneria Civile Sez. Idraulica con indirizzo in ingegneria sanitaria nel 1981 presso l Università degli Studi di Napoli con 110/110 e lode con discussione di una tesi avente per titolo: Sistemi di Rimozione dell Azoto e del Fosforo dalle acque di scarico in impianti di depurazione biologici. Abilitato alla professione è iscritto all Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli dall anno 1981. Dal 1981 al 2005 presso la IBI Idrobioimpianti S.p.A. di Napoli ha rivestito carica di Direttore Tecnico SOA, Responsabile Tecnico Settore Gestione Impianti di depurazione e Trattamento Rifiuti, Responsabile Tecnico Albo Nazionale Gestione Rifiuti cat. 6c classe b e cat. 6d classe c. Dal 2000 al 2004 Presidente della GE.RI.CA. s.c.r.l. per la Gestione del servizio integrato di conduzione, manutenzione, controllo e custodia degli impianti di depurazione e degli impianti di sollevamento delle reti fognarie afferenti agli impianti stessi nel territorio della Regione Calabria Lotto 2 ATO 2 Provincia di Catanzaro. Dall anno 2004 all anno 2006 ha rivestito analoghe cariche e qualifiche presso la Pronto Interventi Sida di Lamezia Terme (CZ). Progettista di numerosi impianti di depurazione per piccole, medie e grandi comunità. Dal giugno 2006 Direttore della Gestione dell Impianto di Depurazione comprensoriale di Nocera Superiore (SA). Luca Pucci Ingegnere Chimico. Fino al 2005 Responsabile della Gestione degli impianti di depurazione del Comprensorio Calabria 3 (Crotone) è oggi Responsabile della Conduzione dell Impianto di depurazione del Medio Sarno. Si occupa di progettazione e ricerca sui sistemi innovativi di depurazione con l Università della Calabria, dove è anche membro supplente del Collegio di Dottorato di ricerca per le Tecnologie Ecosostenibili presso la Facoltà di Ingegneria Chimica. Già Project Manager del progetto Nuceria21, agenda21 locale del Comune di Nocera Inferiore, dal febbraio 2006 è Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Nocera Inferiore. 251