DIECI PASSI PER IL FUTURO DELLA FLORICOLTURA LIGURE

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DIECI PASSI PER IL FUTURO DELLA FLORICOLTURA LIGURE

Premessa il contesto.diminuisce la SAU nell entroterra, aumenta la dimensione media aziendale. Un analisi comparata dei dati strutturali provenienti dagli ultimi due censimenti generali dell agricoltura permette di fare alcune considerazioni circa le trasformazioni che hanno interessato l agricoltura ligure, e quindi il principale comparto della stessa, la floricoltura, nel decennio che separa le due rilevazioni. In primo luogo si è avuta una notevole diminuzione della SAU, soprattutto nelle aree interne, dove è diminuita del 43%. Alla diminuzione delle superfici, ha però fatto seguito un riordino delle stesse, come dimostra l aumento della superficie media aziendale e del rapporto SAU/SAT. E un sintomo delle trasformazioni a cui sta andando incontro l azienda agricola ligure, che sta progressivamente abbandonando il modello basato sulla piccola proprietà direttocoltivatrice per passare a modelli più idonei a sostenere i rischi del mercato e la concorrenza di aziende più strutturate. Un ulteriore indizio di questa trasformazione è fornito dai movimenti delle aziende agricole registrati dalle Camere di Commercio: in 10 anni il numero delle società (sia di capitale sia di persone) è aumentato del 40%, mentre il numero delle imprese individuali è diminuito del 25%. In Liguria la SAU è pari a 49.408 ettari. Le imprese agricole attive in Liguria, a fine 2012, sono 11.943, pari al 2,45 % delle aziende agricole italiane. La floricoltura in tutto ciò? Nel triennio 2009/2012, in Liguria, assistiamo ad un decremento di 3.344.050 piante in vaso in serra, cui corrisponde, però, un aumento delle piante in vaso in piena aria pari a 25.206.700 vasi in più. Crescono i fiori recisi in serra con un aumento pari al 4,73 %, cui corrisponde un calo vistoso dei fiori recisi in piena aria (-31,32 %). Dimezzate le fronde in serra. Calo del 10,89 % delle fronde in piena aria. A livello provinciale, nel 2012, Savona rappresenta il 68,14 % delle piante in vaso in serra, il 96,98 % delle piante in vaso in piena aria. Ad Imperia c è l 84,11 % della produzione di fiori recisi in serra e il 93,40 % dei fiori recisi prodotti in piena aria. Sempre ad Imperia si concentra il 96,68 % delle fronde in serra ed il 97,53 % di quelle in piena aria.

Le sole aziende floricole liguri hanno generato, nel 2012, una produzione in migliaia di euro pari a 755.880,14 cioè l 1,7 % del totale italiano. In Liguria sono stati prodotti, nel solo 2010, secondo l annuario statistico di Unioncamere 2012 (tabella 1) 126.280.830 di piante in vaso. 756.968 di fiori recisi. Tabella 1 Tavola 11.3 Piante intere da vaso, fiori recisi, fronde, in serra e in piena aria per provincia Annata agraria 2010 (fiori recisi in migliaia di pezzi) ANNI PROVINCE Piante intere da vaso Fiori recisi Fronde in serra in piena aria in serra in piena aria in serra in piena aria 2007 34.246.933 73.846.300 423.283 237.379 30.850 696.768 2008 28.664.950 87.483.500 400.374 213.169 30.850 696.758 2009 26.367.820 84.718.000 560.921 232.706 26.400 1.135.935 2010 - DATI PROVINCIALI Imperia 17.288.000 6.150.000 309.937 149.929 25.600 659.750 Savona 17.991.000 83.675.000 56.390 8.610-2.085 Genova 658.100 48.000 200.350 31.165-400.376 La Spezia 371.980 98.750 587-800 11.000 LIGURIA 36.309.080 89.971.750 567.264 189.704 26.400 1.073.211 Fonte: Regione Liguria Nota: l'elenco delle specie appartenenti alle tre categorie (da vaso, per fiori e fronde) è compreso nel modello Istat delle stime delle superfici e produzioni delle coltivazioni floricole. Le fronde comprendono le categorie verdi,da frutto,da fiore,da foglia. Emblematico il dato relativo al decremento delle principali coltivazioni floricole, riferite alla annata 2011, registrata dall annuario Unioncamere 2012.

Tabella 2 Tavola 11.4 Coltivazioni floricole per tipologia in serra e in piena aria e provincia Annata agraria 2009 (migliaia di pezzi) ANNI PROVINCE Garofani Crisantemi Rose Orchidee Gerbere Altri fiori in serra in piena aria in serra in piena aria in serra in piena aria in serra in piena aria in serra in piena aria in serra in piena aria 2006 35.050 2.200 4.130 8.063 129.249 20.600 59.988 5.190 82.260 49.305 2007 31.750-5.880 3.443 110.969 16.050 59.443-3.840-73.620 44.315 2008 25.150-7.635 1.320 93.080 12.650 55.899-2.020-255.340 61.628 2009- DATI PROVINCIALI Imperia 18.500-7.000 1.320 80.760 5.150 5.599-1.350-51.840 29.940 Savona - - 600-1.600 600 50.000-640 - - - Genova - - - 100 - - 300 - - - - La Spezia - - 30 - - - 3-500 - - 30.000 LIGURIA 18.500-7.630 1.420 82.360 5.750 55.902-2.490-51.840 59.940 Fonte: Regione Liguria La manodopera nella floricoltura ligure:.cambia la composizione dell azienda, si va verso manodopera specializzata. la manodopera familiare diminuisce su tutto il territorio regionale, sia quella prestata in qualità di conduttore che quella relativa al resto della famiglia, mentre invece aumenta il numero dei lavoratori salariati, sia fissi che avventizi, al punto da poter ravvisare una vera e propria sostituzione delle manodopera familiare con quella salariata. Il numero di lavoratori dipendenti aumenta soprattutto in area urbana ed intermedia, mentre diminuisce nelle aree con problemi di sviluppo, dove il modello aziendale più diffuso è ancora quello basato sul lavoro familiare. La manodopera familiare come forma di lavoro in azienda, cala tra i due censimenti in tutte le quattro province. Il fenomeno si evidenzia soprattutto in provincia di Spezia (- 67 % circa), seguito da Genova e Savona (-34 % circa) e, infine da Imperia con -24 %.

Ad aumentare, invece, in tutte le province è la categoria altra manodopera aziendale in forma continuativa e saltuaria (variazioni positive del 60-70 % rispetto al 2000 per Genova e Savona; 19-20 % per le altre due province). Andamento inverso, rispetto al numero di persone appartenenti alla categoria dell altra manodopera aziendale, risulta il numero medio annuo di giornate lavorative per persona; infatti per tale categoria di manodopera, in provincia di Genova e Savona le giornate rispetto al 2000 calano del 5 % circa, mentre ad Imperia rimangono pressoché costanti; fa eccezione la provincia di Spezia con una variazione positiva pari al 63 % rispetto all ultimo censimento. I numeri della floricoltura ligure ci dicono che:.la ricerca come fiore all occhiello, ma senza politiche mirate dove si va?....logistica, la floricoltura come intrinseca di un territorio unico da vendere come tale il segmento dei fiori e delle fronde da recidere, pur mantenendo un importanza primaria nell agricoltura ligure, si trova in grave difficoltà a causa di tre fattori concomitanti: 1) la concorrenza dei paesi produttori extra-ue (Kenya e altri paesi africani, Sudamerica, Asia), a cui si aggiunge il fatto che molti paesi emergenti stanno investendo nel settore; 2) l egemonia ormai totale del sistema commerciale olandese in ambito UE, che convoglia sul mercato europeo prodotti provenienti da tutto il mondo e ha ridotto il sistema commerciale della floricoltura ligure a un ruolo del tutto complementare e, per quanto riguarda le strategie commerciali, assolutamente irrilevante; 3) la crisi economica globale che ha ridotto i consumi di fiori in generale e, in questo ambito, ha particolarmente ridotto il consumo di prodotti di alta gamma a favore di prodotti di minore qualità ma di prezzo unitario assai più basso, causando ulteriori difficoltà per i prodotti liguri. È quindi evidente che, senza una radicale ristrutturazione, la filiera produttiva regionale dei fiori e delle fronde da recidere è destinata a proseguire il percorso di declino irreversibile, già in atto da almeno tre decenni. Il settore produttivo delle piante in vaso risente assai meno della concorrenza di paesi produttori extra-ue, rispetto al settore dei fiori e delle fronde da recidere, a causa delle

caratteristiche intrinseche del prodotto (volume e peso), che ne rendono improponibile il trasporto via aereo. La Liguria detiene una certa egemonia, a livello europeo, per quanto riguarda le piante aromatiche (rosmarino, salvia, basilico, ecc.) in vaso. Esistono anche buone produzioni di piante grasse in vaso, che costituiscono una vera e propria produzione di nicchia - con buona redditività ma limitate possibilità di espansione. È invece in regresso la produzione di piante fiorite in vaso, che in passato è stata trainante. Questa produzione risente della mancanza di innovazione, dal momento che si continuano a coltivare varietà vecchie di oltre 20 anni. Nel settore delle piante in vaso le prospettive per il settennio 2014-2020 sono migliori rispetto al settore dei fiori e delle fronde da recidere, e si può prevedere anche una sua espansione. La logistica di questo settore può essere notevolmente migliorata realizzando piattaforme di concentrazione del prodotto e avvio alla commercializzazione. Le coltivazioni in serra hanno subito in modo assai netto, negli ultimi anni, l incremento del costo del gasolio per il riscaldamento. È quindi necessario avviare un processo di completa sostituzione delle caldaie a gasolio con forme di energia rinnovabile: biomasse, biogas, solare termico, ecc. Siamo, quindi, giocoforza di fronte alla necessità di indirizzare l intero comparto verso nuovi sbocchi, strettamente connessi ad un mutamento radicale degli scenari sia in termini economici che di mercati tradizionali. Il perché è facilmente leggibile, in termini numerici, nel dato ligure sui flussi di produzione, utile cartina di tornasole per l intero comparto italiano. Ad esempio nel triennio 2009/2012, in Liguria, assistiamo ad un aumento delle piante in vaso in serra, cui corrisponde una diminuzione delle piante in vaso in piena aria. Questo dato può essere letto semplicemente constatando come siano schizzate le richieste e, conseguentemente le produzioni, di piante in vaso tipiche della nostra realtà (margherite ed aromatiche) in seguito alla fortissima espansione dei mercati del nord Europa. I dati di Unioncamere 2012, riferiti al valore della produzione floricola, testimoniano la drammaticità di oltre 100 M persi tra il 2007 ed il 2011 (tabella 3).

Tabella 3 Tavola 11.10 Produzione dell'agricoltura, per singole categorie di coltivazioni agricole. Anni 2007-2011 (migliaia di euro correnti) ANNI Coltivazioni erbacee Fiori e piante da vaso Prodotti vitivinicoli Prodotti dell'olivicoltura 2007 591.950 516.856 5.754 15.494 2008 589.395 518.712 4.689 21.336 2009 547.337 458.641 4.626 28.836 2010 515.717 447.072 4.190 21.158 2011 481.674 412.804 3.833 25.020 Fonte: Istat Se analizziamo, infine, il dato dell export, così come indicato dalla raccolta L agricoltura italiana conta 2012 edita da INEA, vediamo come sia già in corso un espansione dell export dei prodotti floricoli italiani e liguri in particolare (tabella 4). Tutti i dati testimoniano l assoluta necessità di esplorare nuovi mercati e nuove aree di sviluppo extra UE. Tabella 4

Le prospettive sul e grazie al PSR 14-20:.una crisi che cambia i scenari, diviene politica agricola della Regione con il supporto del PSR. Nella stesura del PSR 14 20, i dati di cui al paragrafo precedente hanno fornito una fotografia ben chiara della situazione che può e deve essere anche analizzata nel contesto generale dell agricoltura ligure per ciò che attiene alle dimensioni strutturali, alle emergenze positive e a quelle negative. La floricoltura ligure sconta i problemi strutturali generali, che riguardano, sia pure con diverse particolarità settoriali, tutto il comparto agricolo e forestale della nostra Regione. I problemi strutturali prioritari che si possono affrontare con lo strumento del PSR sono, fortemente connessi tra loro, i seguenti: 1) grandissime estensioni di terreni agricoli abbandonati o sottoutilizzati, al pari di molte serre; 2) dimensioni medie aziendali troppo piccole; 3) un età media dei floricoltori altissima. Il primo problema è in corso di ulteriore aggravamento, mentre il secondo è in corso di lieve miglioramento, anche se la situazione è ancora molto lontana da un esito soddisfacente. Sul terzo occorrono evidenti strumenti di aiuto al rinnovo generazionale. La SAU totale della Liguria occupa infatti appena 438 kmq, pari all 8% della superficie territoriale. Non va meglio per le serre, se si pensa che ormai i 2/3 delle stesse risultano abbandonate, sottoutilizzate e/o improduttive nel rapporto costi/ricavi. La SAU media delle aziende agricole liguri, pari a 2,17 ettari, è ampiamente inferiore all analogo dato di tutti gli ambiti territoriali di riferimento (Nord-Ovest Italia, Nord Italia, Italia, UE). I tre problemi sopra citati determinano molte conseguenze negative: 1) a livello micro-economico: - scarsa redditività di ogni singola unità produttiva;

- sottoutilizzazione della mano d opera aziendale e delle strutture; - elevati costi di produzione per l alta incidenza dei costi fissi, le difficoltà di meccanizzazione, i costi di trasporto delle forniture e dei prodotti; 2) a livello macro-economico: - perdita netta di posti di lavoro, per effetto dell abbandono dell attività agricola non compensato dall incremento dell occupazione in altri settori economici; 3) a livello territoriale: - elevata incidenza del dissesto idrogeologico, degli incendi boschivi, diffusione incontrollata degli ungulati e altri fenomeni legati alla scarsa o nulla manutenzione e sorveglianza del territorio; 4) a livello sociale: - percezione dell agricoltura, da parte di almeno tre generazioni di cittadini liguri, come retaggio di un passato di fame e di miseria, da cui fuggire al più presto. Quest ultimo effetto, per fortuna, pare essersi dissolto con le ultime generazioni (persone nate a partire dal 1980). Ciò costituisce una grande opportunità. Il fenomeno, si badi bene, è però inverso per la floricoltura. I due grandi problemi strutturali dell agricoltura ligure, che come si è detto sono fortemente connessi, sono andati di pari passo con il boom edilizio che ha investito la Liguria per oltre un cinquantennio, cambiandone per sempre i connotati territoriali, urbanistici e paesaggistici. La rendita fondiaria legata alla valorizzazione edilizia dei terreni agricoli e forestali è stata, per più di mezzo secolo, la causa primaria (sebbene non unica) dell abbandono dell agricoltura, e della floricoltura in particolare, e del conseguente degrado del territorio. Ma la fotografia evidenzia tutti questi aspetti di depressione del comparto. Gli stessi vanno affrontati con politiche agricole mirate che abbiano nel PSR lo strumento di supporto. Per quanto riguarda il PSR, quindi, la priorità strategica è stata data alle operazioni che, direttamente o indirettamente, possono migliorare la situazione territoriale in termini di:

aumento delle dimensioni fisiche ed economiche delle singole unità produttive, anche ricorrendo all associazionismo; creazione di nuove unità produttive, soprattutto se condotte da giovani; agevolare le messa in rete sia di prodotto che di filiera. Alcuni strumenti del PSR 14 20 consentono, o meglio consentiranno, di superare alcune criticità del comparto attraverso strumenti quali: possibilità di finanziamento di progetti di filiera verticale ed orizzontale e, quindi, per la prima volta, ad esempio, avere la finanziabilità di progetti integrati tra i diversi attori (ricerca, produzione, commercializzazione e logistica), creando anche dei veri e propri consorzi che possano favorire il collocamento del prodotto direttamente sui mercati europei, superando alcuni monopoli che aggrediscono il valore aggiunto dei produttori; possibilità di finanziamento dei nodi del PEI, ovvero di progetti di ricerca transfrontalieri; possibilità di finanziamento di progetti di cooperazione, ovvero interventi di ottimizzazione della spesa tra più imprese; possibilità di finanziamento di attività dirette di promozione e commercializzazione; possibilità di finanziamento di processi di certificazione (Global Gap o MPS per citarne due). Tutti questi innovativi strumenti, se appoggiati ad una logica politica di supporto, ovvero da leggi adeguate ad esempio in materia di urbanistica o di snellimento procedurale, ad esempio con lo sportello unico, possono concorrere ad un effettivo processo virtuoso di sviluppo del comparto. E necessario, comunque, riaffermare che le produzioni locali non possono essere l unico elemento di attenzionamento, in quanto il vero valore aggiunto della floricoltura ligure, al di là delle piante in vaso, è legato al know how che si mantiene come elemento strategico da salvaguardare e sviluppare. La ricerca, quindi, deve trovare nel PSR, come peraltro si è pianificato, una sua precisa collocazione centrale.

In questo quadro del PSR 14 20 indubbiamente il distretto florovivaistico giocherà un ruolo fondamentale stante la sua stessa conformazione, in termini di nodo, ad esempio, del PEI piuttosto che di capofila di reti e progetti verticali, al pari di come va visto in quest ottica un ammodernamento ed una sinergia dei due grandi enti di ricerca pubblici presenti in Liguria.

Sviluppo la proposta.coltiviamo capolavori, su un territorio che è esso stesso un capolavoro. DIECI PASSI PER IL FUTURO DELLA FLORICOLTURA LIGURE UNA REALE POLITICA FLORICOLA REGIONALE, IN CUI IL PSR SIA LO STRUMENTO E NON IL FINE LE RETI DI IMPRESE ED I PROGETTI DI FILIERA COME VOLANO PER IL CONSOLIDAMENTO E LA CRESCITA DELLE IMPRESE VERSO NUOVI MERCATI L ACCORPAMENTO DELLE IMPRESE E IL RICAMBIO GENERAZIONALE PER CREARE I PRESUPPOSTI DI UNA STABILIZZAZIONE SUI MERCATI MODERNI LA FORMAZIONE E LA SPECIALIZZAZIONE DEGLI OPERATORI DEL SETTORE FLOROVIVAISTICO LIGURE LA RICERCA, INTEGRAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO, COME REALE FIORE ALL OCCHIELLO ANCHE ATTRAVERSO POLITICHE MIRATE LA FILIERA, DALLA RICERCA ALLA PRODUZIONE, FINO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE, COME ELEMENTO VINCENTE ANCHE DI CONTRASTO ALL EGEMONIA DEI MERCATI QUALI QUELLO OLANDESE UNA LEGGE QUADRO DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE CHE CONSENTA ALLA FLORICOLTURA, ED ALL AGRICOLTURA IN GENERE, DI ESSERE IL CENTRO, E NON IL DI PIU POLITICHE MIRATE ALLA DIFESA DELLA QUALITA, ANCHE ATTRAVERSO LA RICHIESTA DELLA CERTIFICAZIONE IGP, NONCHE PER LO SVILUPPO DI NUOVI MERCATI ATTRAVERSO AZIONI MIRATE DI PROMOZIONE LA LOGISTICA MIGLIORATA ANCHE TRAMITE LA CREAZIONE DI PIATTAFORME DI CONCENTRAZIONE DEL PRODOTTO E DI AVVIO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE LA FLORICOLTURA COME INTRINSECA DI UN TERRITORIO UNICO E QUINDI DA VENDERE COME TALE