PARTE 4: PROPOSTE DI INTERVENTO PER LA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E LA DIFESA IDRAULICA DEL CORSO D ACQUA



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PARTE 4: PROPOSTE DI INTERVENTO PER LA RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E LA DIFESA IDRAULICA DEL CORSO D ACQUA 1 TIPOLOGIE DI INTERVENTI REALIZZABILI SUL TORRENTE LANZA Sulla base di quanto evidenziato nei capitoli precedenti e delle informazioni raccolte durante gli incontri avuti con i rappresentanti delle Amministrazioni locali, è emerso che il tratto di Torrente Lanza considerato nel presente studio è interessato da problemi di varia natura. Riassumendo e confrontando le informazioni raccolte, si possono individuare tre ordini di problemi: 1. Problemi di carattere locale quali erosione spondale, eccessivo accumulo di materiale ghiaioso all interno dell alveo, presenza di tronchi e alberi nell alveo del fiume, discontinuità idrauliche e tratti fluviali poco diversificati. Questo tipo di problemi possono essere risolti con interventi localizzati, limitati all alveo e alla fascia perifluviale; una descrizione dei possibili interventi di questo tipo, mediante tecniche di ingegneria naturalistica, è riportata nel paragrafo 1.1. 2. Problemi dovuti a fenomeni di esondazione, che interessano alcune abitazioni nei comuni di Cagno e di Rodero situate in prossimità del Torrente Lanza. Per risolvere, almeno in parte, questo tipo di problemi è necessario pensare ad interventi più estesi, con i quali sia possibile ridurre l entità dell onda di piena a monte delle aree allagate; premesso che alcuni degli interventi a carattere locale descritti nel paragrafo 1.1 possono avere un effetto significativo anche sulle esondazioni, nel paragrafo 1.2 sono descritti gli interventi specifici per questo tipo di problemi. 3. Problemi di qualità delle acque, dovuti prevalentemente agli scarichi dei depuratori di Cagno e di Cantello. Per queste problematiche, nel paragrafo 1.3 vengono descritti interventi specifici di ingegneria naturalistica con i quali è possibile migliorare la qualità delle acque in ingresso al torrente, mediante trattamenti naturali di affinamento degli scarichi. GRAIA srl Pagina 1

1.1 INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICA CON TECNICHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA 1.1.1 L ingegneria naturalistica in ambito fluviale L ingegneria naturalistica è una disciplina basata sull utilizzo di piante superiori negli interventi di sistemazione idraulica, ripristino e ricostruzione di ambienti naturali degradati. I principali campi di applicazione dell ingegneria naturalistica sono: - gli interventi di sistemazione idraulica e riqualificazione ambientale, dove si interviene sulle sponde, al fine di consolidarle e difenderle dall erosione, e sull alveo fluviale, con lo scopo di regolare i processi di trasporto solido e riqualificare l habitat dei corsi d acqua; - gli interventi di stabilizzazione dei versanti e di ripristino ambientale di ecosistemi alterati (ad esempio cave dismesse, discariche e infrastrutture viarie), dove l obiettivo è quello di ricostruire superfici a bosco o a pascolo, migliorando contemporaneamente la stabilità dei versanti; questo tipo di interventi è possibile sia per proteggere versanti e scarpate a rischio, sia negli interventi di sistemazione di frane già avvenute. Nel presente lavoro vengono considerati esclusivamente gli interventi in ambito fluviale, partendo dalla filosofia di tali interventi, fino a descriverne le tecniche costruttive. Gli interventi di ingegneria naturalistica in ambito fluviale hanno spesso l'obiettivo di riparare i danni, arrecati da precedenti azioni, alla diversità e alle dinamiche di un ecosistema, tentando di ritornare il più possibile vicino alle condizioni e alle funzioni antecedenti. L'approccio più idoneo non è tanto quello di ricostruire gli ambienti degradati o distrutti, quanto quello di intervenire sui processi fluviali (ad esempio ridirezionando il flusso della corrente), in modo che siano questi a ricreare un habitat idoneo. Nella sua evoluzione futura, il fiume tenderà a raggiungere con i nuovi interventi una condizione di equilibrio morfologico. I principi guida di ogni intervento, qualunque sia la finalità (semplice miglioramento dell'habitat di alcuni tratti oppure completa rinaturalizzazione), devono tendere all'incremento della diversità ambientale su micro-macro scala e al ripristino delle connessioni longitudinali e laterali, in modo da ricucire le frammentazioni fra sistemi e ripristinare gli interscambi funzionali (scambi di materia ed energia). I singoli accorgimenti tecnici di rinaturalizzazione possono essere classificati in base alla loro struttura (pennelli, deflettori, soglie, ecc.), ai materiali impiegati (massi, vegetazione, legname, ecc.), alla loro funzione (creazione di buche o raschi, dissipazione di energia in eccesso, GRAIA srl Pagina 2

variazioni locali di substrato o di pendenza, ecc.), alla componente biologica prescelta (fauna ittica, macroinvertebrati, mammiferi), al tipo di misure adottate (strutturali, gestionali, manutentive), alla scala di intervento (microhabitat, corridoio fluviale, bacino imbrifero). Negli ultimi anni si è affermato a livello internazionale un nuovo approccio a questi problemi, con lo svilupparsi di tecniche innovative per il recupero di zone degradate o artificializzate, classificabili come tecniche di ingegneria naturalistica. Tali tecniche si differenziano da quelle costruttive tradizionali in quanto utilizzano, quali materiali di costruzione, piante viventi, parti di piante o addirittura di intere biocenosi vegetali, insieme a materiali inerti quali pietrame, terra, legname, geotessuti e reti metalliche. L ingegneria naturalistica è in grado di svolgere contemporaneamente più funzioni: - funzione idrogeologica: consolidamento del terreno, copertura del terreno, protezione del terreno dall'erosione idrica, eolica, drenaggio del terreno; nella maggior parte dei casi il vantaggio strutturale che ne consegue è dovuto all'apparato radicale di alcuni tipi di piante, rientranti nella categoria delle specie pioniere. Mediante l impiego di tecniche di ingegneria naturalistica è possibile operare modifiche sulla morfologia e sull idraulica di un corso d acqua; tali modifiche permettono un arricchimento della morfologia stessa, diminuendo la monotonia dei tratti canalizzati, recuperando, ove possibile, vecchi meandri, ampliando le sezioni in area golenale o creando delle casse di espansione arginate; - funzione ecologica e naturalistica: creazione di macro e micro ambienti naturali, recupero di aree degradate, sviluppo di associazioni vegetali autoctone, miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche dei suoli; incremento della diversità di habitat, tramite la ricreazione di tratti ad alternanza pool-riffle, il ripristino dell andamento a meandri (ad esempio con deflettori o introduzione di massi in alveo), la creazione diretta di rifugi per la fauna ittica, la modificazione della granulometria del substrato di fondo - funzione estetico-paesaggistica: l utilizzo di queste tecniche consente una riduzione dell'impatto visivo ma anche naturalistico, dovuto ad alcune opere ingegneristiche ritenute necessarie (mitigazione di impatti visivi e da rumore, inserimento ambientale ed architettonico di opere ed infrastrutture ritenute necessarie). Un ulteriore aspetto positivo dell ingegneria naturalistica è costituito dai costi limitati di realizzazione degli interventi se confrontati con quelli realizzati con tecniche tradizionali; si GRAIA srl Pagina 3

ipotizza una riduzione dei costi stimabile fra il 40 e il 90% (Regione Emilia Romagna Assessorato all Ambiente, Regione del Veneto Assessorato Agricoltura e Foreste, 1993). I materiali impiegati negli interventi di ingegneria naturalistica sono: - materiali vegetali: sementi, piante, talee, rizomi, zolle erbacee; - materiali organici inerti: legname, radici, reti di juta, fibre di cocco, stuoie in fibre vegetali, paglia, fieno, compost e concimi organici; - pietrame; - ferro e acciaio: reti, cavi, paletti, griglie; - materiali di sintesi: griglie, reti, geotessuti, collanti chimici, fertilizzanti. Nelle pagine che seguono viene presentata una descrizione dettagliata degli interventi di rinaturalizzazione adatti per il caso in esame. 1.1.2 Possibili interventi per la riqualificazione ambientale del Torrente Lanza In questa parte sono descritte le tecniche di intervento realizzabili nel corso d acqua d interesse, scelte in funzione innanzi tutto dell obiettivo da raggiungere, oltre a fattori quali la praticità, la solidità, le caratteristiche naturalistiche ed estetiche, la disponibilità di materiali costruttivi e l impatto sull ambiente circostante. I principali obiettivi da raggiungere nel caso del Torrente Lanza, in base ai quali bisogna selezionare gli interventi più appropriati, sono: 1. protezione e stabilizzazione delle sponde; 2. controllo del trasporto solido; 3. diversificazione dell habitat e creazione di rifugi per la fauna ittica; 4. eliminazione delle discontinuità che limitano la risalita della fauna ittica. Altri obiettivi più generali quali la laminazione delle piene e il miglioramento della qualità delle acque possono essere conseguiti con interventi che, rispetto a quelli di seguito descritti, richiedono l occupazione di aree estese esterne alla fascia fluviale; per questo tipo di interventi si rimanda ai paragrafi 1.2 e 1.3. Per quanto riguarda le frequenti esondazioni che si verificano lungo il torrente, nonostante per risolvere in modo efficace questo tipo di problemi siano necessari interventi ben più consistenti di quelli proposti nelle prossime pagine, è opportuno segnalare che alcuni degli interventi di seguito presentati possono, almeno in parte, tamponare questo problema: in particolare gli interventi che danno luogo ad un aumento della capacità di laminazione del torrente, o alla GRAIA srl Pagina 4

riduzione della velocità nelle sezioni troppo veloci hanno effetti positivi sulla capacità del torrente di sopportare le piene. Nella selezione degli interventi proponibili per il caso in esame, oltre agli obiettivi da perseguire, vanno considerate le caratteristiche specifiche del corso d acqua: il Torrente Lanza è un corso d acqua collinare, a bassa pendenza e con un tracciato che naturalmente dovrebbe essere meandriforme. Vanno pertanto scartati gli interventi specifici per corsi d acqua alpini e quelli per grossi fiumi di pianura. Infine, la selezione degli interventi deve tenere conto della disponibilità di materiali in loco: la scelta di utilizzare ceppi, piuttosto che massi, ciottoli o altri materiali, deve essere fatta tenendo ben presente la disponibilità di questi materiali ed il costo di un eventuale trasporto su distanze elevate. Una considerazione analoga vale per le essenze vegetali: l utilizzo di specie già presenti nell area di intervento, oltre a comportare solitamente costi minori, garantisce che le piante utilizzate siano adatte alle caratteristiche pedologiche e climatiche dell area di intervento. 1.1.2.1 Schede relative agli interventi proposti Gli interventi di ingegneria naturalistica per il Torrente Lanza sono di seguito proposti attraverso delle schede, ognuna delle quali tratta una tipologia di intervento specifico. Per la compilazione delle schede, si è fatto riferimento principalmente alle seguenti pubblicazioni: - Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia 1 supplemento straordinario al n 19: D.G.R. 29 Febbraio 2000 / n 6/48740,2000, Approvazione direttiva Quaderno opere tipo di ingegneria naturalistica - Regione Emilia-Romagna - Assessorato all Ambiente & Regione del Veneto Assessorato Agricoltura e Foreste, 1993, Manuale tecnico di ingegneria naturalistica - Giuseppe Sansoni, 1993, La rinaturalizzazione degli ambienti fluviali - USDA Forest Service Southern Region, 1992, Stream Habitat Improvement Handbook - Hunt R.L., 1993, Trout Stream Therapy - Zeh H., 1993, Tecniche di ingegneria naturalistica Rapporto di studio n 4, 1993 Per gli altri riferimenti di letteratura utilizzati, si rimanda alla parte relativa alla bibliografia posta al termine del rapporto. GRAIA srl Pagina 5

Struttura della scheda Le schede descrittive sono articolate secondo i seguenti punti: Descrizione: si spiega sinteticamente in cosa consiste l intervento, le diverse alternative di realizzazione possibili e le principali caratteristiche; viene inoltre illustrato come l intervento si colloca nell ambiente fluviale e quali sono le principali funzioni e gli effetti attesi. Finalità: in questa parte si illustra con maggior dettaglio quali sono i principali effetti dell intervento e gli obiettivi nel breve e nel lungo periodo; nel caso ve ne siano, sono anche descritti gli effetti secondari dell intervento. Campo di impiego: poiché in molti casi uno stesso risultato può essere ottenuto con diverse tipologie di intervento, in questa parte si individua il campo di applicazione ottimale per ogni intervento specifico; in questo modo, nella scelta dell intervento da realizzare a fronte di un determinato problema, dopo un primo screening effettuato in base alla Finalità, è possibile scegliere l intervento ottimale in base al campo di applicazione. Nel caso vi siano interventi con diverse alternative realizzative, si identificano i criteri in base a cui selezionare l alternativa più adatta al caso specifico. Materiali impiegati: si individuano i diversi materiali con cui realizzare l intervento: in molti casi, a diversi materiali impiegati corrispondono differenti alternative realizzative. Consigli per la realizzazione e caratteristiche costruttive: in questa parte vengono forniti alcuni dettagli tecnici per la realizzazione dell intervento: dimensioni dei materiali impiegati, criteri per l ancoraggio, pendenze massime, ecc... Vantaggi e svantaggi: si illustrano i principali vantaggi e svantaggi dell intervento, come ad esempio: costi, casi in cui l intervento è particolarmente consigliato (o sconsigliato), difficoltà nella realizzazione, periodo necessario perché l intervento diventi efficace, ecc Interventi collegati: nel caso ve ne siano, si illustrano gli interventi che, associati a quello in esame, migliorano l effetto complessivo sul corso d acqua. Periodo di intervento: in base alle condizioni meteoclimatiche e idrologiche, viene indicato il periodo migliore per eseguire l intervento. Consigli per la manutenzione: vengono illustrati i criteri, la frequenza ed i periodi in cui controllare lo stato delle opere ed effettuare eventuali interventi di manutenzione. Vita prevista: si illustra la vita prevista delle opere, anche in relazione agli eventi di piena. Infine, in ogni scheda, sono riportati disegni o fotografie di dettaglio relative all intervento specifico. GRAIA srl Pagina 6

01 PALIFICATA VIVA Descrizione: struttura realizzata con pali di legno posti su diversi livelli tra loro perpendicolari in modo da creare una struttura a celle. In ambito fluviale, le palificate vengono realizzate sulle sponde e possono essere a parete singola (una sola serie di pali paralleli alla corrente) o doppia (oltre alla fila di pali esterna, si realizza un secondo strato verso la sponda). All interno delle celle è opportuno collocare piante o talee (palificate vive), con le quali stabilizzare l intera struttura. Finalità: tale intervento viene realizzato con lo scopo di difendere e stabilizzare le sponde, creando allo stesso tempo un eccellente copertura delle stesse. L utilizzo di elementi vegetali è fondamentale in quanto dopo che l ossatura in legno marcisce, l apparato radicale delle piante continua a mantenere stabile la sponda. Tra gli effetti secondari vi può essere, specialmente se si interviene 100 su sponde già soggette ad erosione, un miglioramento dell habitat spondale, poiché le palificate possono costituire dei discreti rifugi per la fauna ittica. Campo di impiego: può essere impiegata ovunque vi siano problemi di instabilità delle sponde; è adatta sia in tratti meandriformi soggetti ad erosione, sia su sponde rettilinee instabili. Possono essere anche inserite su sponde dove ci sono già stati fenomeni erosivi e piccole frane. Le palificate doppie sono senz altro più onerose di quelle singole, in quanto richiedono uno scavo più profondo ed una maggiore quantità di materiale. Questa tipologia costruttiva consente però di raggiungere altezze maggiori ed è in grado di resistere meglio alle spinte del terreno. Materiali impiegati: il principale materiale necessario per questo tipo di intervento sono i pali in legno; si consiglia l utilizzo di tronchi scortecciati di larice o castagno, di 20 30 cm di diametro e lunghi circa 2 m; può anche essere utilizzato legname di pino pretrattato con autoclave che comporta costi maggiori, ma garantisce una maggiore durata della struttura (fino a 70 anni). Inoltre sono necessarie le talee (o piantine) di piante con buona capacità vegetativa, come ad esempio i salici. Altri materiali necessari sono: chiodi, tondini e filo di ferro per fissare i tronchi, ciottolame e terra per riempire la struttura (di solito si riutilizza il materiale di scavo) e ramaglia viva da accostare alle talee. In alcuni casi può essere poi necessario utilizzare dei massi per proteggere il piede dell opera. Consigli per la realizzazione e caratteristiche costruttive: il piano di posa deve avere un inclinazione di circa 10 verso monte; una volta preparato il piano di posa più profondo se la palificata è doppia- si posa la prima fila di legname, parallela alla direzione della corrente. Si posa quindi la seconda fila, ortogonale alla prima, curando il fissaggio con il legname sottostante, che deve essere fatto con tondini in ferro e sagomando opportunamente i tronchi (si veda la figura nella pagina seguente). Con lo stesso procedimento si realizzano gli strati successivi, posizionando i tronchi in modo che il fronte della struttura abbia un inclinazione di circa 20-30, garantendo l adeguato sviluppo della vegetazione. I tronchi perpendicolari alla direzione di corrente devono essere posizionati in modo da essere tra loro sfasati, migliorando così la stabilità dell opera. I tronchi paralleli alla direzione di corrente vengono disposti in successione e collegati l un l altro tramite la creazione di un piccolo incastro; le giunture che vengono a crearsi vanno disposte sfalsate tra una fila e l altra per aumentare la stabilità strutturale. Ogni 3-4 strati si procede al riempimento della struttura con ciottolame e materiale terroso, avendo cura di compattare bene il terreno. Contemporaneamente, deve essere effettuato il posizionamento delle talee o delle GRAIA srl Pagina 7

piantine, che devono essere collocate in posizione coricata e raggiungere preferibilmente il terreno naturale posto dietro all opera. Se la palificata viene realizzata in una zona di erosione, è opportuno collocare dei massi al piede dell opera che devono essere opportunamente fissati con pali in legno o profilati metallici infissi nel terreno per almeno ¾ della loro lunghezza. I massi, se sono di forma irregolare e opportunamente distanziati costituiscono anche un buon rifugio per i pesci. Vantaggi e svantaggi: i principali vantaggi sono correlati alla caratteristica dell opera: lunghezza illimitata e forma irregolare. Il principale svantaggio è invece rappresentato dalla possibilità che le essenze vegetali non riescono a garantire un adeguata stabilità della sponda dopo che il materiale legnoso viene degradato. Interventi collegati: altre opere di stabilizzazione delle sponde e di sistemazione idraulica. Periodo di intervento: è preferibile intervenire nel periodo non vegetativo delle piante, valutando anche le condizioni di portata del corso d acqua. È anche possibile collocare le piante in periodo diverso da quello in cui si realizza la struttura in legname; in questo modo non è però possibile raggiungere il terreno stabile a tergo. Consigli per la manutenzione: è opportuno monitorare l opera nei primi mesi e anni di vita, al fine di verificare che non avvenga lo scalzamento al piede della stessa. È possibile anche tagliare le piante dopo qualche anno, al fine di rafforzare l apparato radicale. Vita prevista: dipende dal legno utilizzato; dai 20 ai 40 anni se si usa larice, di più se si usa castagno e fino a 70 anni se si usa legname pretrattato. In ogni caso, le piante dovrebbero garantire la stabilità della sponda anche dopo che la struttura in legno si degrada. PALIFICATA: VISTA FRONTALE A LAVORI ULTIMATI (IN ALTO), DETTAGLIO DI COME ESEGUIRE REALIZZARE L INCASTRO TRA I TRONCHI (AL CENTRO) E CRITERI PER LA POSA DELLE TALEE (IN BASSO) GRAIA srl Pagina 8

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SEZIONE DI UNA PALIFICATA DOPPIA CON PROTEZIONE AL PIEDE ESEMPIO DI PALIFICATA 2 ANNI DOPO LA REALIZZAZIONE 02 GABBIONATA E MATERASSI RINVERDITI GRAIA srl Pagina 10

Descrizione: questo tipo di opera consiste nella posa in opera di gabbioni metallici riempiti con pietrame e/o con terreno vegetale e successivamente rinverdite con talee o piantine. Le gabbionate sono paragonabili a dei muri di sostegno e, in ambito fluviale, vengono realizzate per consolidare e proteggere le sponde. Come si vedrà in seguito, per avere dei buoni risultati in termini di qualità dell habitat fluviale, è fondamentale curare il posizionamento relativo dei gabbioni. I materassi drenanti si distinguono dai gabbioni in quanto hanno un altezza ridotta; il loro utilizzo è consigliato prevalentemente per interventi di difesa spondale in cui non è richiesta una funzione di sostegno della sponda. Finalità: tale intervento viene realizzato come opera di consolidamento dei versanti e di protezione spondale. I gabbioni possono essere utilizzati anche per opere idrauliche trasversali quali briglie o soglie (si veda la scheda n 07). Su sponde prive di rifugi per i pesci, i gabbioni, se opportunamente disposti, possono creare dei buoni rifugi per la fauna ittica. Campo di impiego: le gabbionate si utilizzano per proteggere sponde con forti pressioni idrauliche o sponde instabili ove è necessario prevenire fenomeni erosivi e franosi; i materassi sono invece utilizzati essenzialmente per opere di difesa spondale, non essendo in grado di migliorare la stabilità delle rive. Materiali impiegati: gabbioni in rete metallica realizzati in filo di ferro zincato a doppia torsione, con maglie di dimensioni comprese tra 6 x 8 cm e 10 x 12 cm; la dimensione del singolo gabbione deve essere da 1,5 a 4 m di lunghezza, 1 m di larghezza ed altezza compresa tra 0,5 e 1 m. I materassi hanno invece un altezza variabile tra 17 e 30 cm, sono larghi 2 m e sono disponibili di lunghezze comprese tra 3 e 6 m. Altri materiali necessari sono: il pietrame per il riempimento, di diametro maggiore della dimensione delle maglie, del filo di ferro zincato per l assemblaggio delle reti, il terreno vegetale per il riempimento, le talee per il rinverdimento ed eventualmente del geotessile (solo per muri in gabbioni) per creare una zona di drenaggio ai piedi dell opera. In alcuni casi è preferibile posare i gabbioni su una platea in cemento armato o, in alternativa, su un materasso. Consigli per la realizzazione e caratteristiche costruttive: nella realizzazione di una gabbionata, come prima cosa è necessario approfondire il piano di appoggio, in modo da prevenire fenomeni di scalzamento al piede; se si prevede una forte azione erosiva alla base, è bene gettare una platea in calcestruzzo o posare uno strato di materassi metallici. Una volta creata la base di appoggio, si colloca la prima fila di gabbioni, li si riempie e quindi li si chiude con il filo di ferro. Se lo si ritiene necessario, dietro la prima fila di gabbioni si crea uno strato drenante di ghiaia che deve essere isolato dal terreno sovrastante attraverso del geotessuto permeabile; all interno del vespaio così creato deve poi essere inserito un tuo drenante. La fila successiva di gabbioni deve essere posata creando un gradone rispetto alla fila sottostante e, man mano che si realizzano le file successive è necessario provvedere al riempimento dietro ai gabbioni utilizzando del terreno permeabile. Le talee o le piantine possono essere inserite con diverse modalità, anche combinate tra loro: 1. tra un gabbione e l altro: è necessario introdurre del terreno vegetale e quindi le piante prima di posizionare il gabbione superiore, così da favorire lo sviluppo dell apparato radicale nel terreno a tergo; 2. all interno dei gabbioni: in questo caso il terreno e le piante vanno inserite durante il riempimento del gabbione, assieme al pietrame, in modo da ottenere il medesimo risultato visto nel caso precedente; 3. nell angolo superiore esterno del gabbione (cuneo interno): in questo caso una parte del gabbione, invece di essere riempita con pietrame viene riempita con terreno vegetale e quindi vengono sistemate le talee; è opportuno separare la due zone con una biostuia; 4. all esterno dei gabbioni (cuneo esterno): invece di inserire le piante all interno dei gabbioni, come nel caso precedente, si sistema del terreno vegetale negli angoli che si creano tra i diversi gradoni e quindi si collocano le piantine; anche in questo caso è opportuno che l apparato radicale raggiunga il terreno a tergo. Per migliorare la qualità dell habitat fluviale, è consigliabile posizionare lo strato inferiore di gabbioni in modo irregolare (ad esempio alternando un gabbione messo per il lungo con uno trasversale che sporge verso il GRAIA srl Pagina 11

centro dell alveo); in questo modo si diversifica l ambiente spondale (sia dal punto di vista morfologico che da quello idraulico) e si creano dei rifugi per i pesci. Vantaggi e svantaggi: è un intervento di rapida realizzazione e con effetti immediati; la sponda artificiale che viene creata con i gabbioni può raggiungere un inclinazione di 60 e pertanto è un intervento consigliato nei casi in cui si debba proteggere una riva, ma non si possa avanzare più di tanto nella fascia perifluviale. Tra gli svantaggi, i principali svantaggi sono: 1. impossibilità di rinverdire l opera successivamente; 2. crescita dei costi nel caso in cui il pietrame per il riempimento dei gabbioni non sia reperibile in sito; 3. rapido logoramento della rete metallica nei casi in cui vi sia trasporto di materiale grossolano. Interventi collegati: altre opere di stabilizzazione delle sponde (palificate) e di sistemazione idraulica. Periodo di intervento: è preferibile intervenire nel periodo non vegetativo delle piante, valutando anche le condizioni di portata del corso d acqua (meglio operare nei periodi di magra). Consigli per la manutenzione: questo tipo di opera non richiede particolari interventi di manutenzione; è comunque opportuno, specialmente nei primi anni, controllare lo sviluppo delle essenze vegetali e la stabilità dell opera, verificando che non vi siano movimenti dei gabbioni con conseguente rischio di collasso dell intera struttura. Vita prevista: diverse decine di anni. SCHEMA DI GABBIONATE REALIZZATE IN DIVERSI MODI GRAIA srl Pagina 12

GABBIONATA RINVERDITA PARTICOLARE: CRITERI PER LA POSA DELLE TALEE GABBIONATA VERDE DURANTE LA REALIZZAZIONE GRAIA srl Pagina 13

03 SCOGLIERA IN MASSI RINVERDITA Descrizione: questo tipo di opera consiste nel posizionare una schiera di massi ciclopici lungo le rive, in modo da modificarne la configurazione; si tratta di un intervento che, se mal realizzato, può avere effetti negativi sia sull assetto idrologico del corso d acqua sia sull habitat fluviale. Durante la progettazione di questi interventi è necessario studiare bene sia la dimensione dei massi da utilizzare, sia la profondità delle fondazioni, in modo che l intervento possa essere duraturo e resistere alle piene. Finalità: protezione spondale, aumento della scabrezza delle sponde, risagomatura dell alveo fluviale. Campo di impiego: torrenti e piccoli fiumi, in seguito a risagomature dell alveo fluviale o dove sono necessari modesti interventi di protezione spondale. È fondamentale valutare la disponibilità di materiale in loco e gli eventuali costi per il trasporto da un luogo remoto. Materiali impiegati: massi ciclopici di dimensioni da stabilire in fase progettuale e comunque con un volume superiore a 0,5 m 3 ; altri materiali necessari sono cavi d acciaio e tasselli per l ancoraggio e talee per il rinverdimento dell opera. Consigli per la realizzazione e caratteristiche costruttive: come prima cosa è necessario realizzare la fondazione e creare una solida base su cui posare la scogliera; la base d appoggio può essere realizzata o con massi o in calcestruzzo. Una volta creata la base, si può procedere alla realizzazione della scogliera posizionando in basso i massi più grossi e sopra quelli di dimensioni inferiori. Se i massi non sono di dimensioni sufficienti per resistere alle piene è bene ancorarli mediante perforazione e posa di tasselli o barre con occhiello. Tra i massi bisogna collocare un misto di ghiaia e terreno vegetale ove inserire le talee e le piantine. L inserimento delle talee e delle piantine deve essere fatto preferibilmente in corso d opera (scogliera di tipo chiuso), in modo che l apparato radicale raggiunga il terreno retrostante l opera. In caso contrario (scogliera di tipo aperto) è maggiore la probabilità di sradicamento delle piante messe a dimora. I massi devono essere posti alla rinfusa in modo che la nuova sponda che si viene a creare sia irregolare: in questo modo aumentano sia la scabrezza della sponda e quindi l azione frenante- che la disponibilità di rifugi per i pesci. Vantaggi e svantaggi: sei i costi per il trasporto e l avvicinamento del materiale non sono elevati, si tratta di un intervento a bassi costi che può avere effetti prolungati nel tempo. Se i massi utilizzati non sono di dimensioni sufficientemente grandi, c è il rischio che in caso piena l opera venga rimossa con conseguenti danni per la fascia perifluviale retrostante. Interventi collegati: tutti gli interventi di rinaturalizzazione dell alveo, con particolare riferimento a quelli per il controllo del trasporto solido e per la protezione delle sponde. Periodo di intervento: è preferibile intervenire nel periodo non vegetativo delle piante, valutando anche le condizioni di portata del corso d acqua (meglio operare nei periodi di magra). Consigli per la manutenzione: nei primi anni dopo la realizzazione dell intervento, è opportuno effettuare controlli periodici, specialmente dopo le piene, per verificare lo stato della scogliera e l attecchimento della vegetazione. Vita prevista: diverse decine di anni. GRAIA srl Pagina 14

SEZIONE SCHEMATICA DI UNA SCOGLIERA RINVERDITA PIANTUMAZIONE DI TALEE SU UNA SCOGLIERA IN FASE DI REALIZZAZIONE (SINISTRA) E SCOGLIERA ULTIMATA (DESTRA) GRAIA srl Pagina 15

04 PENNELLI E REPELLENTI Descrizione: si tratta di opere trasversali rispetto alla direzione della corrente, finalizzate a deviare la corrente e a limitare l erosione spondale. Generalmente, dove vi sono problemi di erosione, non si costruisce un unico pennello ma dei campi di pennelli che, in alcuni casi, possono essere realizzati su entrambe le sponde. I pennelli hanno anche una funzione ecologica in quanto diversificano l ambiente acquatico e costituiscono dei buoni rifugi per l ittiofauna. Dal punto di vista costruttivo sono costituiti da elementi di forma allungata che partono dalla sponda e procedono verso il centro dell alveo, con una direzione variabile in funzione del contesto in cui si inseriscono. Possono essere realizzati in vari modi e con diversi materiali; le principali tipologie di pennello sono: pennello in pietrame con talee, pennello vivo ad intreccio, repellente di ramaglia a strati, pennelli di fascine, pennelli realizzati con gabbioni metallici. Finalità: protezione delle sponde dall erosione, restringimento dell alveo fluviale e diversificazione dell habitat ripario. Campo di impiego: torrenti di larghezza superiore agli 8-10 m, soggetti a problemi di erosione spondale dovuti alla velocità della corrente che batte contro la sponda. Materiali impiegati: i materiali variano in base alla tipologia di pennelli che si intende realizzare. Per pennelli in pietrame con talee, sono necessari dei massi di dimensioni tali da resistere alle piene e delle talee di salice lunghe almeno 1,5 volte la dimensione massima dei massi; se lo si ritiene utile è necessario anche il materiale per l ancoraggio (tondini in ferro o cavi d acciaio). Per i pennelli vivi e i repellenti sono necessari dei pali in legno lunghi circa 1,5 2 m e diametro compreso tra 5 e 20 cm; per il riempimenti, in funzione della tipologia di pennello e del materiale disponibile in loco sono necessari: ramaglia viva, ramaglia morta, talee di salice e ghiaia. Consigli per la realizzazione e caratteristiche costruttive: innanzitutto è necessario eseguire uno scavo di fondazione profondo almeno 30 cm e largo 50 70 cm (per i pennelli in pietrame la larghezza è da definire in funzione delle dimensioni del materiale disponibile). Nel caso di pennelli in pietrame, si procede al posizionamento delle talee sul lato del pennello rivolto verso valle e attorno alla testa del pennello; si crea quindi il sottofondo dell opera con ghiaia e pietrame ed infine si posizionano i massi. Questi devono raggiungere un altezza determinata dalla caratteristiche del corso d acqua e comunque non molto dissimile dalla normale altezza dell acqua; è preferibile che l altezza diminuisca procedendo verso il centro dell alveo Per i pennelli vivi e i repellenti, dopo avere realizzato la fondazione, si procede all infissione dei pali, che possono essere disposti su un fila unica o doppia; la distanza tra i pali va determinata in funzione delle caratteristiche del materiale da intrecciare. I pali vengono quindi collegati tra loro mediante la ramaglia (viva o morta) che deve essere posta orizzontalmente e intrecciata ai pali. Si procede poi alla piantumazione delle talee, da effettuare con gli stessi criteri visti per i pennelli in pietrame, ed infine al riempimento dell opera, mediante ghiaia e pietrame da reperire in loco. In entrambi i casi sopra descritti, la distanza tra i pennelli deve essere pari a circa la larghezza dell alveo oppure a 1,5 2,5 volte la loro lunghezza. Un altra cosa che è necessario considerare in sede progettuale è la lunghezza dei pennelli: poiché tra due pennelli si crea una zona di forte sedimentazione, è preferibile realizzarli con lunghezze variabili, in modo da contrastare almeno in parte questa tendenza. Per quanto concerne invece l inclinazione, in linea di massima bisogna considerare che se si vuole restringere l alveo è meglio disporli controcorrente, se invece lo scopo è quello di ottenere un andamento meandriforme è meglio realizzarli nel verso della corrente; nel primo caso è bene proteggere la riva a monte dei pennelli. GRAIA srl Pagina 16

Vantaggi e svantaggi: si tratta di interventi che svolgono più funzioni contemporaneamente; in presenza di artificializzazioni diversificano sia la corrente che l ambiente ripario, migliorando notevolmente l habitat. Inoltre possono essere modificati anche dopo l intervento con spese ridotte. Il principale svantaggio è invece legato alle correnti che vengono a crearsi in seguito alla realizzazione dei pennelli: queste possono dare luogo a fenomeni erosivi o alla formazioni di buche non desiderati. Interventi collegati: interventi di rinaturalizzazione dell alveo e di sistemazione idraulica. Periodo di intervento: fatta eccezione per i pennelli realizzati senza materiale vivo, è preferibile intervenire nel periodo non vegetativo delle piante. È inoltre preferibile realizzare l intervento durante le magre del corso d acqua. Consigli per la manutenzione: nei primi anni dopo la realizzazione dell intervento, è opportuno effettuare controlli periodici, specialmente dopo le piene, per verificare sia lo stato delle talee che la posizione dei massi o dei pali. In caso di danni dovuti alle piene è necessario intervenire o riposizionando i massi, o ripristinando la ramaglia rimossa e riempiendo quindi nuovamente l interno del pennello con ghiaia. Vita prevista: dipende dalla frequenza degli interventi di manutenzione; bisogna comunque considerare che dopo la realizzazione, le intercapedini tra i pennelli tendono a riempirsi di sedimenti, modificando la conformazione della sponda. ESEMPI DI DIVERSI METODI COSTRUTTIVI E DI POSSIBILI COLLOCAZIONI PER LA REALIZZAZIONE DI CAMPI DI PENNELLI GRAIA srl Pagina 17

05 COPERTURA DIFFUSA CON ASTONI Descrizione: è un opera di difesa spondale che consiste nel rivestimento della sponda da proteggere con degli astoni opportunamente ancorati al terreno; nell arco di poco tempo gli astoni vegetano e consolidano in modo omogeneo la sponda fluviale, difendendola anche dall urto della corrente. Esistono due tipologie di realizzazione per questo tipo di opera: copertura semplice e copertura armata, che garantisce una maggiore protezione al piede dell opera. Finalità: protezione delle sponde dall erosione e dagli agenti atmosferici, consolidamento delle rive; è un intervento particolarmente adatto per aree estese (sconsigliato per fenomeni di erosione locale) e favorisce l insediamento di vegetazione riparia naturale. Campo di impiego: sponde soggette ad erosione, consolidamento di sponde in seguito ad interventi antropici che hanno eliminato la vegetazione riparia. Materiali impiegati: pali di larice o castagno lunghi circa 80 cm e con diametro dell ordine di 5-7 cm, astoni di salice lunghi circa 3-4 m e con diametro compreso tra 3 e 10 cm, ghiaia, pietrame, filo di ferro zincato e terreno vegetale. Nel caso di copertura armata sono inoltre necessari altri pali di legno di dimensioni maggiori (lunghi 1,5 2 m e con diametro dell ordine dei 20 cm), cavi di acciaio ( 16 mm), tondini di ferro (lunghi almeno 60 cm e con diametro di 16 20 mm), morsetti serrafune ( 16 22 mm) e malta cementizia antiritiro. Consigli per la realizzazione e caratteristiche costruttive: tale intervento presuppone un modellamento preliminare della sponda, da eseguire con un escavatore, in modo da spianare la superficie di intervento ed eventualmente ridurre la pendenza. Dopo avere preparato il fondo, si procede all infissione dei pali nel terreno: i pali vanno disposti in file parallele alla corrente e non devono sporgere più di 20 cm da terra; le file devono distare tra loro circa 1 m ed i pali vanno conficcati ad una distanza compresa tra 1 e 3 m. Dopo avere sistemato i pali, si dispongono gli astoni sulla superficie di intervento, ponendoli in senso trasversale rispetto alla corrente e con l estremità più grossa interrata oppure a contatto con l acqua; gli astoni devono ricoprire interamente la superficie di intervento. Gli astoni vanno quindi fissati alle parti sporgenti dei pali mediante filo di ferro e poi coperti con uno strato di circa 2 3 cm di terreno vegetale. Gli astoni, così disposti, radicano su tutta la superficie raggiungendo l effetto desiderato. Al piede dell opera può essere necessario scavare un canale profondo una trentina di centimetri, da riempire con ciottoli sovrastati da pietrame di pezzatura medio-grossa. Per migliorare la stabilità dell opera, è possibile piantare dei pali di legno davanti ai massi. Nel caso di coperture armate, i massi posti alla base della sponda devono essere forati ed al loro interno va inserita una barra metallica, fissata con malta antiritiro. Infine, per mezzo del cavo d acciaio, si provvede a fissare i massi tra di loro, a dei pali di legno e a dei profilati metallici infissi nell alveo ogni 2 5 m. Vantaggi e svantaggi: tale intervento richiede una notevole quantità di materiale vegetale: se tale materiale non è disponibile in loco i costi possono diventare elevati, altrimenti è un intervento relativamente a basso costo. La presenza degli astoni garantisce un rapido consolidamento della sponda dovuto allo sviluppo dell apparato radicale, che però rende difficile la colonizzazione nel tempo da parte di altre specie vegetali, portando con molta probabilità ad avere una monocultura di salice. Interventi collegati: interventi di rinaturalizzazione dell alveo e di sistemazione idraulica; la copertura diffusa può essere associata ad una scogliera realizzata alla base della stessa. Periodo di intervento: periodo non vegetativo delle piante. È inoltre preferibile realizzare l intervento durante le magre del corso d acqua. GRAIA srl Pagina 18

Consigli per la manutenzione: è necessaria una potatura periodica dei salici (da effettuarsi preferibilmente nel periodo invernale). Vita prevista: dopo che i pali in legno marciscono, l apparato radicale dei salici continua a sostenere la sponda. SEZIONI RELATIVE A COPERURE DIFFUSE CON DUVERSE MODALITÀ DI PROTEZIONE AL PIEDE COPERTURA DIFFUSA CON ASTONI IN FASE DI REALIZZAZIONE ( A SINISTRA) E 3 ANNI DOPO L INTERVENTO (A DESTRA) GRAIA srl Pagina 19

06 DIFESA SPONDALE CON TRONCHI, ALBERI O RAMAGLIA Descrizione: è un opera di difesa spondale, il cui principale vantaggio è insito nel fatto di utilizzare materiale reperibile in loco e che spesso è comunque necessario rimuovere perché interferisce con il corretto deflusso dell acqua (tronchi e radici trasportati dalle piene che si fermano nell alveo fluviale); anche i costi sono solitamente ridotti. Gli interventi di questo tipo prevedono che il materiale disponibile venga ancorato alla sponda da proteggere in vari modi: pali verticali in alveo, pali orizzontali infissi nella sponda, cavi d acciaio, L intervento può essere effettuato con diversi materiali, in base alla disponibilità e agli obiettivi che si intende perseguire. Le principali tipologie di intervento sono: 1. copertura con tronchi e radici: consiste nell ancorare alla riva dei tronchi, disposti parallelamente alla corrente; l ancoraggio può essere effettuato o con dei pali di legno o, preferibilmente, con delle radici. Con questa seconda soluzione si aumenta la superficie protetta e migliora l habitat spondale; tronchi e radici possono essere combinati in modo diverso in base allo scopo dell intervento, alla morfologia della sponda e al tipo di substrato. 2. copertura con alberi: consiste nell ancorare alla sponda degli alberi interi; con questo intervento si ottengono gli stessi effetti visti al punto precedente, più un effetto deflettore che può essere modificato regolando l inclinazione dell albero rispetto alla direzione di deflusso. Poiché è raro trovare alberi interi già caduti, per questo intervento è solitamente necessario tagliare un albero con le caratteristiche necessarie. 3. copertura con ramaglia: in questo caso la copertura spondale viene ripristinata ponendo uno strato di ramaglia morta e viva, trattenuta da una fila di pali in legno, contro la sponda erosa. Finalità: protezione spondale e ripristino della copertura sulla sponda emersa dove questa è carente. Inoltre questa tipologia di interventi è in grado di creare un eccellente substrato per gli organismi acquatici e degli ottimi rifugi per i pesci nella parte di sponda sommersa. Nel caso si impieghino tronchi, questi svolgono anche una funzione di deflettori restringendo la sezione di deflusso idrico (si veda a tal proposito la scheda relativa ai deflettori). Campo di impiego: sponde soggette ad erosione in cui la sponda ha perso le sue naturali caratteristiche ambientali; particolarmente consigliato dove c è disponibilità di materiale in alveo. Materiali impiegati: come è già stato esposto in precedenza, la scelta dei materiali da impiegare per questo tipo di interventi dipende dalla disponibilità di materiali in loco. Oltre al materiale naturale già presente, può essere necessario materiale per gli ancoraggi (cavi di acciaio, tondini, pali in larice o in pino pretrattato). Inoltre, nel caso di interventi con ramaglia viva e morta, sono necessarie le frasche di salice vive e del pietrame per la copertura superficiale; tale materiale, se non è disponibile in loco, deve essere acquistato. Consigli per la realizzazione e caratteristiche costruttive: nel caso di copertura con tronchi e radici o con alberi, le caratteristiche finali dell opera e le modalità realizzative dipendono molto dalle caratteristiche del materiale disponibile. In linea generale, bisogna curare che non rimangano zone esposte all azione della corrente e che alle due estremità dell opera la turbolenza sia contenuta. Per quanto riguarda gli ancoraggi, l ideale è utilizzare materiale vegetale anche per il fissaggio dell opera alla riva, ad esempio appuntendo i tronchi disponibili in loco ed utilizzandoli come pali; se si ritiene che in questo modo la struttura non sia adeguatamente ancorata, possono esser utilizzati dei cavi in acciaio adeguatamente ancorati a terra. Nel caso specifico degli alberi interi, è bene che la chioma della pianta sia orientata verso valle. GRAIA srl Pagina 20

Per quanto riguarda invece la copertura con ramaglie, è necessario piantare dei pali di larice o castagno ogni 2-3 metri, ad una distanza adeguata dalla riva. Una volta che i pali sono in opera si procede prima a riempire l area interessata con uno strato di ramaglia morta (raggiungendo più o meno un altezza pari al livello idrico), quindi si posa un secondo strato di ramaglia viva. Infine, si posa uno strato di pietrame, possibilmente utilizzando delle pietre piatte, in modo da stabilizzare la struttura. Vantaggi e svantaggi: il principale vantaggio di questi interventi è indubbiamente il costo ridotto; altri vantaggi legati alla natura dell intervento sono l ottimo inserimento paesaggistico e gli effetti sulla riqualificazione del corso d acqua per gli ecosistemi acquatici; tronchi e rami fungono da substrato per lo sviluppo della comunità perifitica che fornisce nutrimento diretto e indiretto per la fauna ittica. Tra i principali svantaggi vi è la scarsa adattabilità di questi interventi in corsi d acqua di ridotte dimensioni, in quanto gli effetti sul regime idraulico e sul trasporto solido sono solitamente negativi; inoltre, tali interventi non hanno una vita attesa particolarmente lunga e non sono pertanto adatti dove si prevede che l azione erosiva sia persistente e che non vi sia la possibilità che grazie all intervento si possa rigenerare una vegetazione riparia in grado di stabilizzare la sponda. Interventi collegati: interventi di rinaturalizzazione dell alveo e di sistemazione idraulica. Periodo di intervento: periodo di magra del corso d acqua; nel caso si debba abbattere delle piante l intervento deve essere effettuato nei periodi in cui tale operazione è consentita, mentre nel caso si utilizzi ramaglia viva è opportuno intervenire nel periodo non vegetativo delle piante. Consigli per la manutenzione: per questo tipo di interventi è richiesta una manutenzione minima: specialmente nei primi mesi di vita dell opera, è consigliabile verificarne la stabilità. Vita prevista: funzione della durata del legno in acqua e dalle caratteristiche delle piene. SCHEMA DI UNA PROTEZIONE SPONDALE CON RAMAGLIA MORTA (SOPRA) E VIVA (SOTTO) GRAIA srl Pagina 21

ESEMPI SCHEMATICI DI COME REALIZZARE UNA PROTEZIONE SPONDALE CON TRONCHI E RADICI DIFESE SPONDALI CON RADICI (A SINISTRA), CON RADICI E RAMAGLIA (IN ALTO A DESTRA) E CON TRONCHI (IN BASSO A DESTRA) GRAIA srl Pagina 22

ESEMPI SCHEMATICI DI COME REALIZZARE UNA PROTEZIONE SPONDALE CON ALBERI INTERI DIFESA SPONDALE CON ALBERI INTERI GRAIA srl Pagina 23

07 VIMINATA SPONDALE Descrizione: si tratta di un intervento di stabilizzazione lineare di sponda mediante l impiego di un intreccio di verghe che viene fissato al terreno tramite, picchetti di legno o tondini di ferro, e successivamente interrato. Determina un immediato consolidamento su strati superficiali incoerenti e soggetti a fenomeni erosivi grazie ad un effetto di contenimento meccanico del materiale. In caso di opera viva, lo sviluppo radicale contribuisce a migliorare l effetto consolidante. La coltre radicale, pur essendo superficiale, ha inoltre un importante significato ecologico. Finalità: le viminate spondali vengono utilizzate per creare dei piccoli terrazzamenti o sostegni spondali ad una sola fila; hanno inoltre un ottimo effetto sulla regimazione delle acque superficiali. La radicazione delle talee ha un ruolo stabilizzante evidente nelle viminate vive ben cresciute. Campo di impiego: consolidamento al piede lungo corsi d acqua minori, interventi di risanamento spondale in ambito lacustre con funzione di stabilizzazione di tratti soggetti ad erosione. Materiali impiegati: si utilizzano verghe di specie legnose dotate di notevole elasticità ed elevata capacità di ricaccio; per questo motivo si privilegia l utilizzo di verghe di salice, sorbo, maggiociondolo o nocciolo, facilmente intrecciabili, di lunghezza minima di 120 cm. Gli intrecci sono ancorati al terreno tramite pali di legno (anche vivi) lunghi almeno 100 cm e di diametro compreso tra 3 e 10 cm, o picchetti in acciaio della medesima lunghezza e di diametro tra 12 e 14 cm; tra i pali di legno (o picchetti in acciaio) sono collocati dei paletti vivi (o picchetti) lunghi 30-80 cm. Consigli per la realizzazione e caratteristiche costruttive: i pali di legno ( o picchetti di acciaio) vanno infissi nel terreno per almeno i 2/3 della loro lunghezza. I paletti vivi (o picchetti) vanno disposti a una distanza di circa 30 cm l uno dall altro e non devono sporgere dal terreno più di 5 cm al di sopra dell intreccio. La verga più bassa va posizionata in un piccolo solco del terreno; al di sopra di essa vanno collocate tra tre e otto verghe sovrapposte. Nel caso di rischio di scalzamento al piede, la parte basale può essere protetta mediante l uso di strati di ramaglia o fascine. Posteriormente alla viminata si rincalza la terra in modo che le verghe possano cacciare. E consigliabile mantenere la viminata inclinata rispetto alla pendenza del terreno in modo da evitare che le piante crescendo possano ombreggiarsi l un l altra. Vantaggi e svantaggi: l opera presenta il notevole vantaggio dato dalla buona adattabilità alla morfologia della sponda e dall immediato effetto meccanico di trattenuta del terreno. La viminata spondale si configura come un intervento complesso e non indicato in caso di terreni sassosi o rocciosi; la quantità di materiale necessario risulta piuttosto elevata e deve rispondere a precise caratteristiche di flessibilità affinché sia possibile l intreccio delle verghe. Nell opera viva l effetto di radicazione è relativamente superficiale ma tende ad aumentare con la crescita della viminata. Interventi collegati: piantagione di specie legnose pioniere, inerbimenti, gradonate, sistemazioni di versante; nel caso di utilizzo della viminata per la protezione al piede della sponda, si può combinare questa tipologia di intervento con una copertura diffusa. Periodo di intervento: l opera viva va realizzata esclusivamente nel periodo di riposo vegetativo delle specie utilizzate; se si adoperano verghe senza capacità di ricaccio, l intervento è possibile in qualsiasi stagione. GRAIA srl Pagina 24