LA FILIERA DEL PIOPPO. Audizione SENATO DELLA REPUBBLICA Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare

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LA FILIERA DEL PIOPPO Audizione SENATO DELLA REPUBBLICA Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare Roma, 17 ottobre 2012

Audizione SENATO DELLA REPUBBLICA Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare Roma, 17 ottobre 2012 2 LA FILIERA DEL PIOPPO a cura di Fabio Boccalari - Presidente Associazione Pioppicoltori Italiani Giuseppe Nervo - Direttore del CRA di Casale Monferrato

PREMESSA Le filiere basate sull utilizzo del legno di pioppo e dei suoi derivati rappresentano un eccellenza dell Italia agricola ed industriale, ampiamente riconosciuta anche a livello internazionale. La pioppicoltura italiana, infatti, ha favorito per decenni lo sviluppo sia dell industria della carta che di quella dei compensati e del mobile in generale, fornendo materia prima di elevata qualità, ottenuta anche a seguito di una qualificata attività di selezione clonale, propagazione vegetativa, sperimentazione e divulgazione di razionali tecniche colturali. Peraltro la pioppicoltura praticata secondo metodi ci coltivazione sostenibile non ha mai determinato problematiche di impatto ambientale, ma ha contribuito al mantenimento di buoni livelli di biodiversità ed al conseguimento degli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto. Lo stesso Protocollo di Kyoto (1997) ed il trattato internazionale per la riduzione della CO 2 atmosferica, riconoscono esplicitamente il ruolo ambientale positivo delle foreste e delle coltivazioni legnose, con particolare riguardo per quelle a rapido accrescimento. 3 CRITICITA DELLA FILIERA Nonostante il ruolo svolto dalla pioppicoltura si è assistito, a partire dalla fine degli anni novanta, ad una significativa riduzione delle superfici coltivate in Italia, con indicazioni certamente preoccupanti, derivanti soprattutto dai dati dell ultimo Censimento Generale dell Agricoltura (CGA 2010), rispetto sia alle superfici riportate per il 2005 (Inventario Forestale) che dal precedente CGA (tabelle 1 e 2, figure 2 e 3). La riduzione della superficie a pioppo ha inevitabilmente determinato una significativa riduzione (-20%) dell arboricoltura da legno nel suo complesso (da 126.697 a 101.628 ettari), nonostante che le superfici ad altra arboricoltura siano aumentate nell ultimo decennio ( Tabella 3 e figura 1). CGA 2000 CGA 2010 Pioppicoltura 83.368 39.308 Altra arboricoltura 43.329 62.320 Arboricoltura da legno 126.697 101.628 La qualità elevata del legno di pioppo prodotto in Italia è dovuta sopratutto all impiego di cloni ibridi euramericani (P. x canadensis), con particolare riguardo per il clone I-214 (80% della superficie a pioppo), e all adozione di appropriate tecniche colturali che rendono la qualità dei tronchi costante e rispondente alle esigenze dell industria dei pannelli compensati.

In Italia le utilizzazioni annuali di legno di pioppo sono passate, in un solo decennio, da quasi 2,5 milioni di metri cubi a poco più di 800 mila metri cubi, di cui soltanto la metà è destinata alla sfogliatura per l ottenimento dei pannelli compensati. L attuale disponibilità annua di legno di pioppo prodotto in Italia (983.000 m 3 ), è tuttavia insufficiente se si considerano i fabbisogni complessivi dei settori dell industria del legno, della carta e dell energia, come evidenziato in tabella 4 e 5. Il deficit di produzione interna è coperto da massicce importazioni di legno tondo da altri Paesi Europei e dall Est Europa. Tali importazioni, che sono state particolarmente abbondanti negli anni novanta hanno riguardato sia il pioppo (Figura 4) che altre essenze legnose per un totale di oltre 12 milioni di tonnellate, se si considerano l insieme delle diverse utilizzazioni industriali ed energetiche (Figura 5 ). Va considerato che la filiera legno-arredamento occupa circa 400.000 dipendenti a livello nazionale, pari all 8% dei dipendenti del settore manifatturiero, ed interessa 75.000 imprese, pari a circa il 15% sul totale nazionale. Il sistema legno-arredamento rappresenta così il terzo settore italiano per contributo alla bilancia commerciale, con un saldo attivo di circa 6 miliardi di Euro. Nel suo complesso tale sistema ha fatto registrare nel 2009 un fatturato alla produzione di oltre 32 miliardi di euro, nonostante la riduzione del 18% rispetto all anno precedente, come risulta dalla tabella sotto riportata. 4 2008 2009 var. % 09/08 Fatturato alla produzione ( a ) 36.661 32.430-18,2% Esportazioni ( b ) 13.945 10.890-21,9% Importazioni ( c ) 6.049 4.891-19,1% Saldo ( b-c ) 7.895 5.999-24,0% Consumo interno apparente 31.766 26.431-16,8% Export/fatturato ( % b/a) 35,2% 33,6% - 4,5% Addetti 409.687 396.964-3,1% Imprese 75.407 73.618-2,4% Sistema legno-arredamento (Valori in milioni di Euro a pezzi correnti) Fonte: Centro Studi Cosmit/FederlegnoArredo. Nel primo trimestre 2010 le prime 15 province italiane esportatrici di legno e prodotti in legno hanno esportato prodotti per oltre 186 milioni di Euro, valore in aumento del +8,2% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Alla crisi strutturale che coinvolge ormai tutti i settori della filiera del legno di pioppo hanno certamente concorso la sempre minore redditività della coltura, alcune restrizioni normative e legislative relative alla Rete Natura 2000, la frammentazione e scarsa capacità di aggregazione dei produttori di materia prima, la contingente crisi economica oltre ad una sempre più forte concorrenza estera. PROSPETTIVE ED OPPORTUNITA DI RIPRESA Le criticità precedentemente esposte meritano ovviamente attenta e fattiva considerazione, sia da parte dei diversi soggetti della filiera legno, sia da parte delle Istituzioni e degli organismi preposti a scelte di politica agro-forestale. Per rilanciare i diversi settori ed invertire l attuale tendenza sarà necessario elaborare nuove strategie, con interventi che abbiano effetti strutturali e duraturi, anche percorrendo strade innovative che tengano conto della necessità di coniugare le esigenze di tipo ambientale con quelle di tipo produttivo. Nell attuale quadro di problematiche ambientali legate alle emissioni antropiche di gas clima- alteranti, in cui le foreste e gli alberi svolgono un rilevante ruolo positivo, la pioppicoltura merita certamente maggiori attenzioni. Le conoscenze sino ad ora acquisite sul ruolo degli ecosistemi agro-forestali, sia più naturaliformi che più intensivi, nel ciclo del carbonio suggeriscono che: il bilancio del carbonio della pioppicoltura risulta più che positivo. Le produzioni della pioppicoltura, come materiale da industria e come biomassa da energia, possono contribuire a ridurre le emissioni di gas ad effetto clima-alterante, legate all uso di combustibili fossili; la riforestazione a lungo termine dei terreni agricoli può significativamente aumentarne lo stock di sostanza organica; la produzione legnosa fuori foresta può ridurre la pressione sui boschi naturaliformi, permettendo a questi ultimi di sviluppare in pieno la propria funzione di serbatoi di carbonio; la pioppicoltura è in grado di ben adattarsi agli scenari di global changes, con incrementi di produttività in condizioni di maggior concentrazione di CO 2 atmosferica. Altre azioni particolarmente rilevanti dal punto di vista ambientale sono connesse all uso delle piantagioni di pioppo come fasce tampone oltre che per interventi di fitorimedio e di salvaguardia del dissesto idrogeologico. Le fasce tampone, come sistemi lineari, diversificano l ambiente agroforestale, creando nicchie ecologiche per organismi animali e vegetali, svolgendo allo stesso tempo azione di frangivento e di controllo dell erosione del suolo. Tanto le piantagioni da biofiltro, quanto quelle decontaminanti, possono assolvere egregiamente la loro funzione ecologica, producendo altresì rilevanti quantità di biomassa legnosa. 5

Inoltre va rilevato che la continua crescita dei consumi dei prodotti a base di legno e l esigenza crescente di biomasse lignocellulosiche a fini energetici non si potrà tradurre in un incremento dei prelievi di legname nelle foreste seminaturali e naturali, ma potrà avvenire soprattutto a seguito della realizzazione di piantagioni specializzate, effettuate utilizzando specie a rapido accrescimento come il pioppo. Secondo studi ed analisi effettuate a livello mondiale (Sedjo 2001) si prevede infatti che nel 2050 il 75% dei prelievi legnosi proverrà da piantagioni specializzate, effettuate in aree pianeggianti, facilmente meccanizzabili (Tabella 6). RICHIESTE ALLA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL SENATO 6 Queste rilevanti funzioni ambientali dell arboricoltura da legno ed in particolare della pioppicoltura dovrebbero essere oggettivamente riconosciute anche dalla diverse Istituzioni pubbliche ( UE e singoli Stati membri) e dovrebbero tradursi in interventi diretti a favore del settore pioppicolo, da includere nei piani territoriali di gestione agroforestale oltre che in altre misure di intervento a carattere comunitario (PSR) nazionale e/o regionale. Per tale ragione risulta fondamentale che: l Italia e gli Stati membri comprendano l importanza del pioppo e dell arboricoltura da legno in generale, quale fonte di materia prima strategica, per far fronte ai crescenti fabbisogni dell industria del legno, della carta e dell energia rinnovabile; il Ministero Agricoltura Foreste ed Alimentazione, di concerto con i diversi soggetti della filiera, si adoperi per un azione di riconoscimento degli aspetti ambientali e produttivi dell arboricoltura da legno a livello comunitario, favorendone il rilancio mediante un adeguato sostegno economico e normativo, soprattutto in occasione della definizione del prossimo Piano di Sviluppo Rurale (PSR); le misure del prossimo PSR e gli interventi di riforestazione dei terreni agricoli prevedano interventi specifici a sostegno della pioppicoltura, condotta secondo pratiche colturali sostenibili; siano riconosciuti ai pioppicoltori ed agli operatori del comparto legno i crediti di carbonio corrispondenti alla capacità di sequestro annuo di gas serra oltre che le molteplici azioni svolte a vantaggio dell ambiente e della collettività; venga al più presto resa nuovamente operativa la Commissione Nazionale per il Pioppo, mediante pubblicazione del Decreto di rinnovo per il periodo 2012-2014. Il Presidente dell API Dr. Fabio Boccalari

APPENDICE: tabelle e figure. Pioppicoltura CGA 2000 CGA 2010 2000-2010 ettari aziende ha/az ettari aziende ha/az % superficie % aziende Valle d'aosta 2 15 0,1 1 1 1,0-50 -93 Piemonte 25.797 11.315 2,3 10.979 4.321 2,5-57 -62 Lombardia 26.790 3.165 8,5 12.615 1.400 9,0-53 -56 Liguria 32 45 0,7 8 12 0,7-75 -73 Trentino-Alto Adige 16 6 2,7 28 5 5,5 73-17 Veneto 5.326 1.895 2,8 2.951 893 3,3-45 -53 Friuli-Venezia Giulia 6.316 1.551 4,1 3.603 600 6,0-43 -61 Emilia-Romagna 8.825 1.459 6,0 3.024 568 5,3-66 -61 Toscana 3.674 1.182 3,1 1.670 370 4,5-55 -69 Umbria 378 152 2,5 346 100 3,5-8 -34 Marche 654 578 1,1 394 272 1,4-40 -53 Lazio 787 705 1,1 801 246 3,3 2-65 Abruzzo 524 466 1,1 231 199 1,2-56 -57 Molise 124 97 1,3 94 46 2,0-24 -53 Campania 1.249 1.054 1,2 735 506 1,5-41 -52 Puglia 292 75 3,9 101 44 2,3-65 -41 Basilicata 250 274 0,9 121 63 1,9-51 -77 Calabria 1.411 542 2,6 995 399 2,5-29 -26 Sicilia 322 202 1,6 337 60 5,6 5-70 Sardegna 599 244 2,5 275 69 4,0-54 -72 ITALIA 83.368 25.022 3,3 39.308 10.174 3,9-53 -59 7 Tabella 1 - Superfici regionali e nazionali a pioppicoltura secondo i dati del Censimento Generale dell Agricoltura (CGA) degli anni 2000 e 2010. PIOPPO ettari Piantagioni intensive 66.269 Formazioni seminaturali 29.161 Piantagioni a ceduo a ciclo breve (SRC) 6.000 Totale piantagioni 101.430 Tabella 2 -Superfici a pioppo in Italia secondo i dati dell Inventario Nazionale Forestale del 2005.

Arboricoltura CGA 2000 CGA 2010 2000-2010 ettari aziende ha/az ettari aziende ha/az % superficie% aziende Valle d'aosta Piemonte 25,16 23581,79 46 10739 0,5 2,2 2,89 14642,31 4 5653 0,7 2,6-89 -38-91 -47 Lombardia 20870,82 2917 7,2 18796,16 2103 8,9-10 -28 Liguria 121,92 132 0,9 83,63 54 1,5-31 -59 Trentino-Alto Adige 29,26 42 0,7 55,58 35 1,6 90-17 Veneto 6307,51 4415 1,4 4416,6 2388 1,8-30 -46 Friuli-Venezia Giulia 5546,88 1798 3,1 4357,9 975 4,5-21 -46 Emilia-Romagna 9124,23 2361 3,9 6063,44 1380 4,4-34 -42 Toscana 10166,08 2609 3,9 9472,73 1557 6,1-7 -40 Umbria 5363,22 1264 4,2 5001,72 1072 4,7-7 -15 Marche 3400,37 2019 1,7 3384,62 1446 2,3 0-28 Lazio 4734,08 1520 3,1 3047,43 867 3,5-36 -43 Abruzzo 2953,91 1788 1,7 2538,39 1323 1,9-14 -26 Molise 885,88 391 2,3 1814,39 313 5,8 105-20 Campania 2948,17 2142 1,4 4007,6 1754 2,3 36-18 Puglia 628,53 235 2,7 842,55 269 3,1 34 14 Basilicata 2336,19 846 2,8 2847,8 467 6,1 22-45 Calabria 5953,43 2159 2,8 7136,61 1220 5,8 20-43 Sicilia 2248,92 920 2,4 4267,46 525 8,1 90-43 Sardegna 19470,36 8056 2,4 8848,05 3367 2,6-55 -58 ITALIA 126.697 46.399 2,7 101.628 26.772 3,8-20 -42 8 Tabella 3 - Superfici regionali e nazionali ad arboricoltura da legno secondo i dati del Censimento Generale dell Agricoltura (CGA) degli anni 2000 e 2010. Arboricoltura da legno Altra arboricoltura CGA 2000 CGA 2010 Pioppicoltura - 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 ettari Figura 1 - Superfici destinate a pioppicoltura e ad altra arboricoltura secondo i dati dei CGA 2000 e 2010.

ettari 30.000 25.000 2010 2000 20.000 15.000 10.000 5.000 9 2000-2010 Valle d'aosta Piemonte Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Figura 2- Superfici regionali destinate a pioppicoltura secondo i dati dei CGA 2000 e 2010. 25000 2010 2000 20000 15000 10000 5000 0 2010 Valle d'aosta Piemonte Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Figura 3 - Superfici regionali destinate ad arboricoltura da legno secondo i dati dei CGA 2000 e 2010.

DISPONIBILITA DI LEGNO DI PIOPPO PRODOTTO IN ITALIA Legno tondo da lavoro 657.000 Legno da ardere e da biomassa 326.000 Totale 983.000 m 3 Tabella 4 - Disponibilità annuale di legno di pioppo prodotto in Italia per le diverse utilizzazioni (Istat 2011). 10 FABBISOGNO NAZIONALE DI LEGNO DI PIOPPO m 3 Compensati e sfogliati 2.000.000 Segati e pallet 650.000 Pasta di cellulosa e biomassa 125.000 Totale 3.900.000 Tabella 5 -Fabbisogno annuale di legno di pioppo per le diverse utilizzazioni industriali (Federlegno 2008). 2000 2050 Foreste primarie 22 5 Foreste secondarie a gestione irregolare 14 10 Foreste secondarie ordinariamente 30 10 utilizzate Piantagioni industriali con specie autoctone 24 25 Piantagioni industriali a rapida crescita 10 50 Tabella 6 - Previsioni percentuali al 2050 sul totale dei prelievi di legname a livello mondiale per tipo di formazione forestale. (Fonte Sedjo, 2001).

1.200.000 tondo segati t.eq 1.000.000 800.000 600.000 11 400.000 200.000 0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Figura 4 - Andamento delle importazione di legno di pioppo ( tondo e segato) dal 1991 al 2011. 16 14 12 milioni di tonnellate 10 8 6 legno totale segati pannelli ardere 4 2 0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Figura 5 - Andamento delle importazioni di legno per le diverse utilizzazioni industriali ed energetiche.

12 Associazione Pioppicoltori Italiani Viale Isonzo, 27-20135 Milano Tel. 02/58302122 Fax. 02/58300881 api@confagricolturalombardia.it www.pioppicoltoritaliani.it CRA - Unità di Ricerca per le Produzioni Legnose Fuori Foresta Strada Frassineto, 35-15033 Casale Monferrato (AL) Tel. 0142/330900 Fax. 0142/55580 plf@entecra.it www.populus.it