SINGOLI INTERVENTI PROGRAMMATI IN TERRITORIO RURALE Base: Tavola II del PSC LEGENDA Zoom Impianti di trattamento/recupero rifiuti Confine comunale 1
1 VALUTAZIONI XVI.RIF.1 Realizzazione ad Argenta in Via Correggiolo Colombarina, di un centro per lo stoccaggio e il trattamento finalizzato al recupero/riutilizzo di rifiuti non pericolosi costituiti da materiali inerti e legnosi per un quantitativo annuo di circa 24.500 t. Gli inerti sono destinati a recupero singolarmente e/o in miscela per la produzione di materiali per l edilizia e per la formazione di rilevati e sottofondi stradali. Il legno sarà destinato a recupero nell industria o a recupero energetico. 2 XVI.RIF.2 Dare risposta alle necessità di smaltimento inerti del territorio ed alla cippatura del legname a servizio della centrale a biomassa San Marco Bioenergie di Bando. Ipotesi zero. Impianto più piccolo con lavorazione di minor quantitativi di materiale. Produzione di polveri, rumore e traffico indotto da mezzi pesanti in accesso all impianto che devono transitare per una viabilità in parte condivisa con un area residenziale. Per l abbattimento delle polveri sono previste barriere antipolvere e la recinzione su tutto il perimetro con essenze arboree nonché l impiego di idranti sui cumuli di macerie lavorate. Per l abbattimento del rumore sono previsti accorgimenti nell impiego dei materiali in fase di lavorazione. Realizzazione di un nuovo parco legna per il deposito e la cippatura del combustibile impiegato dalla centrale a biomasse di Bando. La realizzazione del deposito è prevista in adiacenza allo stabilimento produttivo. La realizzazione del parco legna interno allo stabilimento renderebbe più funzionali le operazioni di trasporto del combustibile all interno dell impianto, evitando così il transito dei mezzi attraverso la Via Val D Albero Ipotesi zero: mantenere il parco legna dalla parte opposta di Via Val d Albero Consumo di suolo ed eliminazione dell habitat umido in cui verrebbe realizzato il nuovo parco legna. Come misura di compensazione è previsto il recupero ambientale di un altra porzione di territorio ancora da individuare. 2
3 VALUTAZIONI XVI.RIF.3 Impianto esistente ad Ospital Monacale in Via Chiesa n.20 in cui viene svolta attività di recupero e messa in riserva di materiale inerte proveniente da demolizioni edili. La capacità di recupero è di circa 2.900 t/anno: gli inerti vengono suddivisi per tipologia, trattati e rivenduti. Dare risposta alle necessità di smaltimento inerti del territorio. Impianto esistente. Eventuale delocalizzazione del medesimo. Rumore, polveri e traffico indotto dai mezzi pesanti in entrata ed uscita dall impianto. 4 XVI.RIF.4 Impianto esistente ad Ospital Monacale in Via Cà Nuova in cui viene svolta attività di recupero e messa in riserva di materiale inerte proveniente da demolizioni edili. La capacità di recupero è di circa 2.950 t/anno: gli inerti vengono ripuliti delle frazioni estranee quali metalli non ferrosi, plastica, legno e quindi stoccati per essere poi venduti o inviati ad altri centri di recupero. Dare risposta alle necessità di smaltimento inerti del territorio. Impianto esistente. Eventuale delocalizzazione del medesimo. Impianto situato ai margini del sito ZPS Po di primaro e Bacini di Traghetto. Rumore, polveri e traffico indotto dai mezzi pesanti in entrata e uscita dall impianto. 3
SINGOLI INTERVENTI PROGRAMMATI IN TERRITORIO RURALE: Impianti per l ambiente, impianti di smaltimento e di recupero di rifiuti; DIRETTIVE DEGLI ENTI COMPETENTI Di seguito sono riportate, le prescrizioni direttive e indirizzi espressi dagli enti competenti in sede i VAS, integrative, modificative o aggiuntive di quelle espresse nelle schede sistema, dei quali i proponenti dovranno tener conto in sede di presentazione dei PUA o di richiesta dei titoli abilitativi, secondo le indicazioni di seguito specificate. Nel predisporre le soluzioni progettuali per lo smaltimento delle acque bianche, si dovranno tenere in considerazioni le analisi le condizioni e le ipotesi progettuali riferibili all intervento, contenute nell Analisi di compatibilità idraulica allegato alla relazione generale e Valsat quale sua parte integrante. Tali prescrizioni ed indicazioni assumeranno valore normativo, anche al fine di individuare, di concerto con gli Enti competenti, soluzioni generali che garantiscano la sostenibilità delle singole trasformazioni proposte e la coerenza con gli interventi programmati a scala territoriale. Relativamente alle eventuali criticità di approvvigionamento idrico dovrà essere di norma esclusa la possibilità di prelievo di acque profonde, prevedendo al contempo valutazioni specifiche, da effettuare in fase di predisposizione dei PUA, per garantire la compatibilità tra l idroesigenza delle destinazioni d uso previste e le risorse idriche disponibili (acque superficiali e/o rete acquedottistica). Per l approvazione dei progetti: - dovranno essere eseguite prove geognostiche in numero sufficiente per consentire un adeguata caratterizzazione geotecnica spaziale dei terreni, rappresentativa dell intero comparto e che tenga conto delle variazioni litostratigrafiche laterali tipiche dei terreni ferraresi. - dovranno inoltre essere eseguite analisi specifiche allo scopo di valutare l effettivo grado di pericolosità sismica locale del comparto, secondo quanto previsto da Atto di indirizzo RER DAL 112/2007, corrispondenti al terzo livello di approfondimento. ( i riferimenti alla DCR ER 112/2007 riportati nel campo relativo alla sicurezza sismica, si intende riferito alla delibera dell Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna n. 112/2007 recante Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento tecnico ai sensi dell'art. 16, comma 1, della L.R. 20/2000 "Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio", in merito a "Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia-Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica".) A tal proposito si evidenzia che, ai sensi della normativa vigente, in assenza di misure dirette del parametro Vs30, le indagini in sito devono essere spinte sino alla profondità di almeno 30 metri dal piano di campagna, per poter desumere la stessa Vs30, necessaria per la classificazione del sito, dai risultati della prova penetrometrica. Dovranno inoltre essere condotte analisi e valutazioni mirate in merito all effettiva occorrenza di eventuali effetti di sito in caso di evento sismico, dal momento che dalle indagini condotte in sede di predisposizione degli strumenti urbanistici generali, risulta che i terreni coesivi presentano valori del parametro di coesione non drenata tali da non poter escludere fenomeni di cedimento di riconsolidazione postsismica, mentre in diversi comparti sono stati rinvenuti strati granulari potenzialmente liquefacibili. (Si veda in particolare il dettaglio delle indagini contenute nel Quadro conoscitivo del PSC, ed in particolare le tav B.4.2 e B.4.3 ) Si sottolinea inoltre l imprescindibilità di approfondimenti di tipo geotecnico in tutte le aree di intervento, attraverso programmi di indagine adeguati alle dimensioni dell area e al tipo di intervento previsto e con un grado di dettaglio commisurato alle successive fasi di pianificazione e progettazione, ai sensi della normativa vigente. Nelle successive fasi progettuali va considerato che tutti gli interventi devono essere coerenti con le disposizioni dei piani sovraordinati, di seguito richiamati: - In relazione alle unità di paesaggio della Gronda e delle Terre Vecchie : Rif : art. 33-38 della relazione del PTCP e un particolare riferimento all allegato recante Unità di Paesaggio-Tabella degli elementi di interesse naturalistico e storico-morfologico; art. 8-9 delle norme per la tutela paesistica del PTCP; art. 3.1 delle norme di attuazione del PSC; - Per gli interventi inerenti la rete ecologica: Rif : art. 26 della relazione del PTCP e un particolare riferimento all allegato recante ELEMENTI PRESTAZIONALI DELLA RETE ECOLOGICA - Un indirizzo per la progettazione ; art. 27-bis-sex delle norme per la tutela paesistica del PTCP; art. 3.3 delle norme di attuazione del PSC; - Per gli interventi ricadenti o prossimi ai siti della rete Natura 2000 (ZPS IT4060017 corso del Po di Primaro e Bacini di Traghetto): Rif : art. 20 della relazione del PTCP; art. 27-bis delle norme per la tutela paesistica del PTCP; art. 3.3 delle norme di attuazione del PSC; LR 7/2004 e s.m.i. (Prevalutazione di assoggettabilità e/o Valutazione di Incidenza); relazione tecnica in data dicembre 2005 del piano di gestione del sito IT 4
4060001 - Valli di Argenta ( art. 15.4 NT POC); - Per gli interventi ricadenti in aree a più elevato rischio idraulico (aree storicamente allagate e/o litologia di superficie prevalentemente argillosa): Rif : Art. 2.18 e 2.19 delle norme di attuazione del PSC; - Per gli interventi ricadenti in zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale: Rif : art. 19 delle norme per la tutela paesistica del PTCP ; Art. 2.4 delle norme di attuazione del PSC; - Per gli interventi ricadenti sui dossi di rilevanza storico-documentale e paesistica: Rif : art. 20 delle norme per la tutela paesistica del PTCP; Art. 2.6 delle norme di attuazione del PSC; - Per gli interventi ricadenti o prossimi alle strade panoramiche (Strada Statale n. 16): Rif : artt. 20 co. 4 e co. 8, art. 24 co. 6 e art. 30 co. 1 delle norme per la tutela paesistica del PTCP ; Art. 2.10 delle norme di attuazione del PSC; - Per tutti gli interventi, che comportano rischio archeologico, ovvero: Rif : Art. 2.15 delle norme di attuazione del PSC ; - Per tutti gli interventi, che interessano aree di concentrazione di materiali archelogici,: Rif : Art. 2.14 delle norme di attuazione del PSC ; - Per gli interventi ricadenti in aree soggette a vincolo paesaggistico: Rif : Art. 2.16 delle norme di attuazione del PSC; art. 142 co. 1 lettera c) (Bando-canalette riunite Benvignante Sabbiosola) -, e art. 146 (autorizzazione paesaggistica) del Dlgs 42/2004; - Per tutti gli interventi del territorio comunale, in quanto ricadenti in aree interessate da particolari caratteristiche di rischio sismico: Rif : Art. 2.19 delle norme di attuazione del PSC; - Per gli interventi ricadenti in aree a più elevato rischio idraulico (litologia di superficie prevalentemente argillosa e/o aree storicamente allagate): Rif : Art. 2.18 delle norme di attuazione del PSC; (Provincia riserva - servizio Urbanistica) 5