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MISSIONE IN CASERTA 12 maggio 2010 1/10 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA La seduta inizia alle 13.40. PRESIDENTE. Ringraziamo il dottor Pansa ed il dottor Giuffré. Abbiamo già acquisito in passato elementi sulla situazione sempre abbastanza difficile del ciclo dei rifiuti nel napoletano. Siamo ritornati perché abbiamo avuto notizia di condizioni particolarmente difficili collegate al Consorzio unico, al mancato pagamento, a problemi di ordine pubblico, che vi sono state per un certo periodo, e anche per la possibilità di eventuali infiltrazioni criminali nel Consorzio, o comunque di soggetti raggiunti da sospetti di comportamenti illegali. Ci riferiamo al periodo recente. Chiederei, quindi, sia al prefetto sia al questore, di aggiornarci sulla situazione attuale per quanto riguarda il rischio che non vi siano pagamenti tempestivi dei dipendenti per cui potrebbero crearsi problemi di ordine pubblico ma anche il rischio, come ci è stato segnalato, che, per esempio, le attività di contrasto sindacale siano in qualche modo orientate da interessi esterni al Consorzio e agli stessi sindacati. Vorremmo conoscere, in sintesi, il quadro dei problemi attuali. ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Fornisco, quindi, un quadro esclusivamente in ordine al Consorzio, non alla situazione in generale? PRESIDENTE. Questa è la mia indicazione, ma naturalmente siamo interessati anche alla situazione complessiva. ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Rispetto agli anni precedenti, abbiamo nella nostra provincia un quadro generale della situazione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani nettamente migliorato. La situazione igienico-sanitaria non ha fatto registrare più momenti di particolare criticità, anche se permangono delle difficoltà per alcuni comuni, soprattutto quelli della

2/10 fascia costiera napoletana ma anche casertana che per la enorme densità abitativa hanno problemi materiali e organizzativi. Ulteriori difficoltà nascono, a volte, perché spesso le aziende che sono state incaricate della raccolta dei rifiuti vengono sottoposte a provvedimenti interdittivi da parte della prefettura e non è semplice trovare aziende che le sostituiscano. I passaggi di cantieri risultano, infatti, abbastanza complicati e spesso anche le aziende subentranti diventano oggetto di analoghi provvedimenti. Si creano, quindi, situazioni di criticità dovute non alle problematiche del passato, cioè alla mancanza degli impianti, ma alla difficoltà della raccolta. Peraltro, grazie alla legge n. 210, che sulla base dell articolo 142 ha introdotto la possibilità di adozione di provvedimenti nei confronti dei sindaci, allorquando si rendono responsabili di gravi inosservanze sugli obblighi che attengono alla raccolta o al trasporto dei rifiuti, o della violazione delle regole preposte al sistema dello smaltimento dei rifiuti (in particolar modo dell articolo 198 del decreto legislativo n. 152 del 2006), questi provvedimenti applicati, peraltro, nella provincia di Caserta, mai in quella di Napoli rappresentano uno strumento molto importante per stimolare l azione da parte delle singole amministrazioni comunali. Tuttavia, in quei casi esiste un problema relativo all individuazione degli organismi che devono effettuare l attività di controllo. Le forze dell ordine a competenza generale, infatti, non sono sicuramente in condizione di svolgere questo genere di lavoro, soprattutto al di fuori dei centri urbani, più che negli stessi centri urbani. Risulta, così, difficile individuare le modalità per contestare le inadempienze. Per quanto riguarda, invece, la problematica del Consorzio, la legge n. 195 ha disciplinato la dotazione organica del Consorzio unico di bacino delle province di Napoli e Caserta. Già questo ha cominciato a determinare delle problematiche, con ricadute sull ordine pubblico, che di fatto ci sono state e io temo potranno ancora esserci. Comunque, la definizione degli organici, il passaggio di una parte di questi alle dipendenze delle aziende che lavorano per i Comuni, quindi ai privati, la possibilità di mettere in precariato una parte dei lavoratori qualora ci fossero esuberi, tutto questo ha generato una disaffezione rispetto al problema anche da parte sindacale e pressioni da parte di soggetti esterni. Per quel che concerne il problema sindacale, va detto che i Consorzi hanno ALESSANDRO BRATTI. Cosa intende per pressioni esterne? ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Mi riferisco a questioni di carattere strumentale, che

3/10 possono essere agitate da gruppi politici o sindacali o di altro genere. Cercavo di spiegare, proprio in questa direzione, che i sindacati dei Consorzi sono essenzialmente autonomi, che hanno la gran parte del controllo, mentre i sindacati tradizionali, quelli della Confederazione, hanno una scarsa rappresentatività. Peraltro, i sindacati autonomi non hanno firmato il contratto nazionale, quindi vi è sempre una duplicità di tavoli: ai tavoli dove si svolge una trattativa sindacale vera loro non siedono, mentre siedono ai tavoli dove la trattativa si sposta sull ordine pubblico. D altronde, quando esiste un problema di ordine pubblico, interessa poco verificare se l interlocutore ha firmato il contratto nazionale o meno. L interlocutore in questo caso è quello che gestisce la protesta. Le pressioni esterne consistono proprio nel trasportare le problematiche anche di natura contrattuale e meramente sindacale sul piano dell ordine pubblico, perché manca, da parte dei sindacati maggiormente rappresentativi in questi specifici consorzi, il potere contrattuale, non essendo firmatari del contratto nazionale. Questa problematica si è acuita recentemente, quando il Consorzio si è trovato in difficoltà per il pagamento degli stipendi. Oltretutto, il Consorzio è stato da poco affidato a un nuovo soggetto, il dottor Tortorano, che ha incominciato a mettere in piedi una struttura e a svolgere tutte le attività di verifica. Quando, però, poco più di un mese fa, si è verificato il problema del mancato pagamento degli stipendi, credo che il dottor Tortorano fosse da pochi giorni incaricato e, quindi, non era sicuramente in condizione di gestire la situazione. Del resto, noi abbiamo chiesto l intervento del Governo. Su indicazione della Presidenza del Consiglio, è stato fatto obbligo alle province di farsi carico del pagamento di questi oneri. Questo, però, non è avvenuto perché nelle pieghe del bilancio, dividendo i pagamenti tra retribuzioni e contribuzioni, in due tranche, è stato possibile pagare gli stipendi, con riferimento quindi alla prima tranche, con i residui di cui il Consorzio disponeva. Non so, poi, se hanno pagato ma sicuramente lo avranno fatto e come la parte contributiva. A breve si potrà porre la stessa difficoltà se le casse del Consorzio non saranno state rimpinguate. Il problema fondamentale del Consorzio è che esso vanta crediti molto importanti nei confronti dei comuni che non pagano o, in gran parte, non hanno pagato gli oneri; allo stesso tempo, molti comuni chiedono compensazioni con altri crediti che vantano nei confronti di altri enti, anche pubblici, o legati al settore dello smaltimento dei rifiuti. Il fatto, quindi, che non vengano onorati tutti i debiti con precisione determina carenze di cassa e, quindi, difficoltà nei pagamenti. Questa è la nostra

4/10 preoccupazione. Vi è un problema di inquadramento e un problema di pagamento mensile del personale, che è in costante agitazione. In questi giorni stiamo ricevendo, da parte di rappresentanze sindacali dei Consorzi, proteste che minacciano ulteriori turbative dell ordine e della sicurezza pubblica qualora le loro vertenze occupazionali non venissero portate a termine. Va detto che accanto al problema del Consorzio vi è anche quello del personale degli impianti, i cosiddetti STIR (Stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio rifiuti), che presentano anch essi alcune problematiche di carattere occupazionale. Anche in quel caso sono state inscenate delle proteste e talvolta è stato anche bloccato il conferimento dei rifiuti negli impianti, cercando di mettere in difficoltà tutto il sistema. Questo è avvenuto all inizio dell anno, ma il problema si è poi efficacemente risolto grazie alla presenza di una struttura temporanea gestita dal comando logistico Sud, la cosiddetta «Unità stralcio», unità operativa che è riuscita a velocizzare la discussione dei temi che preoccupavano i dipendenti degli STIR. Come sapete, il 27 e il 28 è stata in visita a Napoli la Commissione per le petizioni presso il Parlamento europeo, a seguito di sollecitazioni ricevute da singoli cittadini, enti e associazioni ambientali. Sul tema dei consorzi, dunque, resta ancora una mobilitazione del personale. Per quanto riguarda l influenza criminale sui consorzi, dobbiamo dire che vi è una storia abbastanza recente, molto ampia e chiara, quella del Consorzio Eco4, che ha operato qui, e soprattutto nella provincia di Caserta, con un influenza molto negativa sul settore. Sussistono perplessità e preoccupazioni che strascichi di quei gruppi possano essere presenti. Per il versante strettamente napoletano, non abbiamo informazioni che possano riguardare infiltrazioni camorristiche. Tutta la documentazione, anche quella relativa ai pagamenti, è stata sempre trasmessa all autorità giudiziaria perché, nel contesto della visione più generale che essa ha sulle attività dei gruppi criminali, possa verificare e valutare le circostanze. Per la parte napoletana del Consorzio, comunque, non abbiamo granché in ordine a preoccupazioni di infiltrazioni. È inutile sottolinearlo, la presenza della criminalità organizzata in settori del ciclo di smaltimento dei rifiuti, come il trasporto, i rifiuti tossici eccetera, c è sempre stata. Oggi stiamo riscontrando, invece, una maggiore presenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, con la presenza di aziende infiltrate sia nella raccolta sia nel semplice smaltimento

5/10 dei rifiuti. Quanto alle discariche e alle piazzole realizzate dalla struttura commissariale, questa, anziché agire attraverso il normale sistema di raccolta delle certificazioni antimafia che comunque prevede tempi più lunghi e può essere sottoposta a gravame attraverso procedure più snelle ha raccolto preventivamente delle informazioni e il numero di aziende scartate perché sospette di infiltrazioni camorristiche è risultato enorme. Nonostante ciò, alcune aziende che erano state utilizzate, in quanto sono subentrate nuove informazioni in epoca successiva al loro utilizzo, sono state interdette e, quindi, sono stati bloccati i lavori o i pagamenti. Un esempio è la società Simont. A memoria non le ricordo tutte, ma ce n è più di una. PRESIDENTE. Il Consorzio unico svolge, quindi, attività di raccolta e di smaltimento attraverso soggetti esterni o direttamente? ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Direttamente. Io parlavo della realizzazione delle discariche. Quando si sono costruite le discariche o le piazzole da parte della struttura commissariale venivano appaltate PRESIDENTE. Parliamo, quindi, dell epoca. ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Fino a ieri mattina. PRESIDENTE. Quali sono i casi? ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Più di uno. La struttura commissariale vi può dare gli elenchi dettagliati. Per gran parte delle aziende che venivano convocate per partecipare a gare ristrette o con appalti già in corso, sono state riscontrate informazioni negative in alcuni casi abbiamo fornito una certificazione antimafia, in altri soltanto informazioni sotto il profilo della permeabilità alle organizzazioni criminali. La struttura commissariale, quindi, ha dovuto rescindere i contratti. PRESIDENTE. Quali sono queste discariche? Poi cercheremo di sapere anche quali sono le ditte.

6/10 ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. A Terzigno, per esempio, hanno avuto difficoltà enormi a trovare una ditta che realizzasse la discarica e non avesse compromissioni mafiose. Non ricordo i nomi. Ad esempio, la società Simont stava operando e abbiamo dovuto emanare l interdittiva antimafia, ma ce ne sono state anche altre. Un altro settore nel quale si sta riscontrando un infiltrazione sempre più ampia è quello della raccolta dei rifiuti. Molti comuni, come dicevo prima, affidano a società la raccolta dei rifiuti e noi interveniamo con interdittiva antimafia perché sono società condizionate da organizzazioni mafiose o da organizzazioni criminali. Si tratta di un fenomeno abbastanza diffuso. In quasi tutti i casi, infatti, in cui abbiamo avuto accesso nei comuni per infiltrazione mafiosa, abbiamo riscontrato che il settore della raccolta dei rifiuti è uno di quelli maggiormente a rischio. Credo che il caso più clamoroso sia stato quello del comune di Arzano, nel 2008: nella partecipata del comune, la Arzano Multiservizi, vi erano infiltrazioni. Si trattava, quindi, di attività in house infiltrate anch esse. Normalmente, in tutti i comuni per i quali è stato disposto l accesso antimafia sono stati riscontrati questi fenomeni. Negli ultimi mesi, abbiamo emesso interdittive antimafia a quattro aziende, che ricevevano tutte appalti da parte dei comuni. Molti comuni, dunque, si sono trovati in difficoltà perché sostituirle non è stato facile. Lo stesso comune di Arzano, che dopo il commissariamento ha ora una Giunta elettiva, ha visto interdire la nuova società, la Ecologia SaBa, chiamata a sostituire quella già cacciata. Adesso il comune deve trovare una terza azienda che svolga il lavoro, ma incontra qualche difficoltà. Noi stiamo seguendo la vicenda, in quanto ci è stato chiesto aiuto, e ieri il comune è riuscito ad affidare a una nuova azienda, peraltro non napoletana credo avellinese o beneventana lo smaltimento dei rifiuti. In effetti, questo è un problema perché i comuni hanno a volte difficoltà a trovare aziende sane o che non incorrano nell azione di prevenzione antimafia svolta dalle prefetture a lavori già affidati. PRESIDENTE. Vorrei chiedere qualche chiarimento. Per quanto riguarda, per esempio, i rifiuti pericolosi, nella relazione che lei ci ha consegnato si legge che è emerso dalle attività di indagine che, «con la compiacenza di imprenditori e la complicità degli autotrasportatori, la criminalità organizzata

7/10 ha favorito lo smaltimento dei rifiuti pericolosi trasformati cartolarmente in non pericolosi, abbandonati in discariche abusive». Questo è un fatto di particolare importanza, visto che siamo di fronte a rifiuti pericolosi o speciali. Ci può dire a che cosa si riferisce? Quale caso viene citato? ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Ho citato dei modelli comportamentali che sono emersi dalle indagini svolte dalla Procura distrettuale di Napoli, come metodologie e modus operandi delle organizzazioni criminali locali. I singoli casi non li ho citati, ma sono quelli delle sentenze. Ho visto che ascolterete i magistrati, e la casistica appartiene a loro. Io ho fatto solo un rilevamento sulle metodologie utilizzate, che servono a noi che facciamo azione di prevenzione per capire dove intervenire, se dobbiamo intervenire. PRESIDENTE. Per quanto riguarda, invece, l individuazione di questo «triangolo», del quale apprendiamo adesso ed è interessante conoscerlo, cioè il triangolo dei comuni di Giugliano in Campania, Qualiano e Villaricca, le risulta. ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Sono quelli nei quali maggiormente sono concentrate le azioni investigative, dove sono stati trovati più casi di inquinamento e dove maggiormente è stata individuata l azione di organizzazioni criminali che operano in questo settore. PRESIDENTE. Quali sarebbero le organizzazioni che operano in questo settore? ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. I clan dei Casalesi e dei Mallardo. Qualiano, Villaricca e Giugliano in Campania sono, infatti, la parte nord che si congiunge con il territorio della provincia di Caserta, territorio a cui fanno capo i Casalesi. In quell area, i clan dei Casalesi e il clan dei Mallardo altro clan molto importante che opera nella zona di Giugliano in Campania, Qualiano e Villaricca operano insieme in questo settore. PRESIDENTE. Questo accade attualmente. ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Sono dati delle ultime indagini.

8/10 PRESIDENTE. Chiederemo ai magistrati. Signor questore, lei vuole aggiungere qualche notizia? SANTI GIUFFRÈ, Questore di Napoli. C è un procedimento penale in corso, quindi chiederei di segretare. PRESIDENTE. Dispongo la disattivazione dell impianto audio. (L audizione prosegue in seduta segreta) PRESIDENTE. Dispongo la riattivazione dell impianto audio. ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Quanto agli impianti di discarica esistenti nella provincia di Napoli, c è quello di Chiaiano, che funziona da circa quindici mesi e che, secondo la capacità di conferimento, dura altri 500 giorni circa. Nella struttura di Terzigno, come sapete, le cave sono due: la prima ha una capacità di 650 mila metri cubi, di cui solo 267 mila utilizzati ad oggi. Considerando, quindi, una media di 750 tonnellate al giorno, c è ancora non ho fatto il calcolo un bel periodo di tempo. La seconda cava, la cosiddetta «cava Vitiello», per la quale è stata ottenuta anche l autorizzazione dal punto di vista della VIA e che deve essere realizzata dalla provincia, ha una capacità di ricezione stimata in circa in 3 milioni di tonnellate. ALESSANDRO BRATTI. Questa però non c è ancora ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Devono realizzarla. Stanno cominciando a lavorare. L impiantistica è in parte realizzata e in parte in progetto. Credo che anche la discarica di Chiaiano sia realizzata per circa l 80 per cento, ma rimane un altro 20 per cento da realizzare. I tempi sono, quindi, ancora abbastanza lunghi. ALESSANDRO BRATTI. Più o meno un paio d anni.

9/10 ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. A impianti esistenti, forse anche meno. Lo ripeto, una avrà una durata di ancora 500 giorni, l atra ha una capacità di 650 mila metri cubi, di cui sono stati utilizzati forse i due quinti, con altri tre quinti, dunque, da sfruttare ancora. PRESIDENTE. Non ci sono, invece, progetti di termovalorizzatori? ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. L unico progetto di termovalorizzatore rientrante nella programmazione dei quattro o cinque termovalorizzatori della provincia era quello di Salerno, dove sono state bandite delle gare che però non hanno avuto seguito. ALESSANDRO BRATTI. Di quello di Napoli non si parla? ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Nella programmazione dei quattro o cinque termovalorizzatori da realizzare, l unico per il quale c è un progetto è quello di Salerno. Hanno già bandito una gara che non ha, però, avuto successo. Per quello di Napoli, pare che sia stata individuata l area nella zona Napoli est, ma non eisstono ancora neanche le delibere relative all individuazione. Dal punto di vista della progettazione, insomma, non c è niente. Dal punto di vista della programmazione, invece, l impiantistica della regione è chiara ed è stata individuata anche normativamente; se sarà realizzata interamente, consentirà di superare eventuali difficoltà. Allo stato attuale, esistono impianti che ci consentono di andare avanti tranquillamente, ma a condizione che il programma sia rispettato. Se non si rispettano i tempi, andremo nuovamente in difficoltà. PRESIDENTE. Ci sono attività di bonifica in corso nella regione? ALESSANDRO PANSA, Prefetto di Napoli. Sono in corso, ma onestamente sul piano delle bonifiche non ho una grande cognizione. Credo che il piano per la bonifica debba ancora essere presentato dalla regione. Alcune iniziative sono state avviate. Una in particolare, della quale mi sono interessato come prefettura per vari

10/10 motivi, è la bonifica della statale 268, che collega i comuni vesuviani alla provincia di Salerno ed è considerata una delle principali vie di fuga in caso di allarme Vesuvio. Si tratta di un attività necessaria per due motivi. In primo luogo, perché veniva utilizzata come sversatoio da tutto il mondo produttivo del piccolo commercio, della piccola produzione e della produzione in nero dell area vesuviana; in secondo luogo, perché finanziamenti già stanziati per la realizzazione del raddoppio di questa strada erano bloccati, quindi con cantieri che non venivano aperti, con problemi che ricadevano sull occupazione eccetera. Su sollecitazione della regione e dell assessore regionale mi sono mosso e abbiamo portato avanti questa operazione, anche in quel caso con la nomina di un commissario straordinario nella persona del direttore regionale dell ANAS. Con la società regionale che realizza le bonifiche, la società ASTIR, abbiamo avviato la bonifica di quest area, con il contributo delle forze dell ordine, che vigilano su questo asse viario per consentire che i lavori vengano svolti e che, nel frattempo, non vengano fatti altri sversamenti, in modo da impedire che la bonifica diventi la pulizia dello sversatoio per chi va nuovamente a sversare. Questo è, infatti, l altro problema. PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, vi ringrazio e dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle 14.10.