7 LA RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA



Documenti analoghi
4. Zonizzazione provinciale

Rocca B (Ind/U) Traffico Urbano (Zalamella) Fondo Urbano Res. (Caorle) Fondo Sub Urbano (Delta Cervia)

Attività di monitoraggio della qualità dell aria effettuato da ARPA FVG nel Comune di Cormons Gennaio Aprile 2014

Rocca B (Ind/U) Traffico Urbano (Zalamella) Fondo Urbano Res. (Caorle) Fondo Sub Urbano (Delta Cervia)

4.3. Il monitoraggio dell inquinamento atmosferico

Analisi delle serie storiche. Monossido di Carbonio Biossido d Azoto Particolato Totale Sospeso Ozono Piombo Biossido di Zolfo Benzene

Qualità dell aria Torino, 8 febbraio 2011

Campagna di rilevamento della qualità dell'aria

DOCUMENTO A SUPPORTO DEL PIANO DI RISANAMENTO DELLA QUALITA DELL ARIA

Stato della qualità dell aria e sua evoluzione nell ultimo triennio; aggiornamento sulla rete strumentale

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento

Appendice III. Criteri per l utilizzo dei metodi di valutazione diversi dalle misurazioni in siti fissi

Qualità dell'aria nella Provincia di Lucca, monitoraggio, criticità, emissioni

Dipartimento Provinciale di Ancona Servizio Radiazioni/Rumore

Norme Tecniche di Attuazione

I risultati del processo di ottimizzazione della rete di monitoraggio e il controllo qualità dei dati aria

CATEGORIE DI ATTIVITA CONSULENZE IN PROCEDIMENTI GIUDIZIARI 4.0 BONIFICA ACUSTICA/ PROGETTAZIONE ACUSTICA

Realizzazione di una banca dati regionale per la regolazione degli accessi delle persone diversamente abili nelle aree a traffico limitato

D.P.C.M. 14 novembre 1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore.

OGGETTO: RICHIESTA DI FINANZIAMENTO REGIONALE PER LA PROSECUZIONE INTERVENTI PER IL RISANAMENTO DELLA QUALITA DELL ARIA APPROVATI CON D.G.C. N.

Campagna di rilevamento della qualità dell'aria

Allegato 1 Trend dei monitoraggio da stazioni fisse

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

Valutazione degli impatti locali del traffico stradale nell'area di Dignano (S.R. 464)

LA RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL ARIA

Valutazioni e analisi di microinquinanti

Campagna di monitoraggio della qualità dell aria con laboratorio mobile. Bari Palese Aeroporti di Puglia

ARPA Puglia. Campagna di monitoraggio della qualità dell aria con laboratorio mobile. Barletta Via Trani Centro Regionale Aria

Il nome Lepida. Il console Marco Emilio Lepido... La strada telematica. Collegamento tra passato e presente.

6.1. Risultati simulazioni termovalorizzatore Osmannoro2000

MISURE FINALIZZATE ALLA RAZIONALIZZAZIONE DELLE DOTAZIONI STRUMENTALI, DELLE AUTOVETTURE E DEI BENI IMMOBILI

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05

DISTRIBUZIONE PERCENTUALE PER TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ/INFRASTRUTTURE DELLE SORGENTI CONTROLLATE NEL LAZIO

SCENARIO ESPLORATIVO DOMENICHE A PIEDI

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015

Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento

Metodologie per la misura, il campionamento delle emissioni di ossidi di azoto prodotte dagli impianti termici civili.

NEWSLETTER n. 41. Agosto 05

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

Procedura concordata tra Regione e Province per l attuazione del 3 Programma di attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale

PROVINCIA DI RAVENNA (Con la collaborazione di ARPA - SIMC)

Emissioni di composti volatili non metanici dalle discariche dell area vasta di Giugliano: il progetto BioQuAr RISULTATI PRELIMINARI

L attività di coordinamento delle strutture di Arpa Piemonte per l attuazione dell IPPC e dei controlli integrati

Campagna di Monitoraggio della Qualità dell'aria

INDIRIZZI GENERALI E LINEE GUIDA DI ATTUAZIONE DEL PIANO NAZIONALE DELLA SICUREZZA STRADALE NOTA DI SINTESI

Anno Rapporto ambientale

PROGRESS: UN CODICE PER IL CALCOLO DELLE EMISSIONI DA VEICOLI STRADALI IN AMBITO URBANO

STRUMENTI LEGISLATIVI PER LA TUTELA DEL CITTADINO E DELL AMBIENTE

LA QUALITA DEL GAS...

Regolamento Approvato con delibera C.C. n. 35/91/190 del 29/03/2004

Zonizzazione Acustica

CITTA DI SACILE AGGIORNAMENTO. ACCORDI CON I GESTORI PROTOCOLLO D INTESA (Regolamento di attuazione, art. 9)

Prof. Ing. Andrea Giuseppe CAPODAGLIO. Prof. Ing. Arianna CALLEGARI

UNI EN ISO 9001:2008 Certificato n.9175.arpl

Maria Logorelli - ISPRA

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

Monitoraggio della Qualità dell Aria nel Comune di Avigliano Umbro

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche

EMISSIONI DA TRAFFICO E QUALITA DELL ARIA: ELEMENTI PER LA GESTIONE NELLA CITTA DI MILANO

La nuova linea guida per le attività di assicurazione e controllo di qualità per le reti di monitoraggio per la qualità dell aria ambiente

Isolamento acustico. Dicembre I Farinelli srl Cenni sull isolamento acustico. Pagina 1 di 7

Accesso alla banca dati dell inventario delle emissioni in atmosfera

Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

PIANO GENERALE DELLA PUBBLICITA

QUALITA DEL GAS. Qualità del gas. Codice di Rete

Campagna di Monitoraggio della Qualità dell'aria

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi

! " # $% $ & % & " #" # & "!"! ' $ (" ( # " )# ) $) $ " ) "!"! ( " * % &" & +

ATTIVITA 2 Monitoraggio della qualità dell aria

ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL (punto N. 20. ) Delibera N.788 del

Criteri per l elaborazione del computo emissivo per gli impianti di produzione di energia elettrica a biomasse. D.G.R. n. 362 del 26 marzo 2012

Figura Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Benchmarking della società dell informazione in Emilia-Romagna

RE Il nuovo Regolamento Edilizio di Milano: innovazione e sostenibilità degli edifici nuovi ed esistenti

NUOVO CENTRO SPORTIVO Bologna Football Club 1909 S.p.a Comune di Granarolo Località Quarto Inferiore Via Prati

Presentazione Regolamento Comunale per l installazione di impianti di telefonia cellulare e radioelettrici

Impatto sulla qualità dell'aria della centrale elettrica a biomasse di Bazzano: valutazione modellistica e suggerimenti per un sito di monitoraggio

Reti di monitoraggio dell inquinamento acustico: L esperienza dell ARPAM nella Provincia di Ancona

Campagna di monitoraggio della qualità dell aria con laboratorio mobile. Lucera ( FG )

Comunicare i dati ambientali

Esempi di applicazione della certificazione ambientale. La certificazione ambientale di un ente locale Il Comune di Varese Ligure

Ambito Distrettuale 6.1

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI MISURA DELL ENERGIA ELETTRICA PRODOTTA DA IMPIANTI DI GENERAZIONE

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Qualità dell Aria Città di Castello

CITTA DI PISTICCI COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA

SCHEMA RIASSUNTIVO CIRCA I CONTENUTI MINIMI DELLE INDAGINI DI CARATTERE ACUSTICO

Disponibilità dati *** 2007 / 2010 C

Rapporto ambientale Anno 2012

CAPITOLO I CARATTERI COSTITUTIVI DEL PIANO DELLA VIABILITÀ

COMUNE DI DOLO Provincia di Venezia

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

LEGGE REGIONALE N. 4 DEL REGIONE VENETO INIZIATIVE ED INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DELL EDILIZIA SOSTENIBILE

VADEMECUM SULLE PROCEDURE DI BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI

INDIRIZZI PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI

6 - Interventi e indicatori di risposta

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

Transcript:

7 LA RETE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA 7.1 LA RETE REGIONALE ESISTENTE La Regione Emilia Romagna ha iniziato le attività di rilevamento sistematico della qualità dell aria nella prima metà degli anni 70, con la costituzione della rete regionale di monitoraggio tramite iniziative sia degli Enti Locali e della Regione stessa. In alcune province particolarmente interessate da comprensori industriali, anche le principali industrie presenti hanno collaborato alla realizzazione della rete. La rete regionale viene ampliata e modificata dal punto di vista funzionale con la pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28/3/1983, che rivoluziona il concetto di misura alle immissioni, introducendo anche in Italia limiti di accettabilità e limiti massimi di esposizione, detti standard di qualità, per le principali sostanze inquinanti, al fine della protezione igienico-sanitaria della popolazione. Con la emanazione del Decreto del Presidente della Repubblica n. 203 del 1988, cambiano i presupposti per la realizzazione delle reti di misura cambiano all atto e, con il Decreto Ministeriale 20 maggio 1991, vengono infine definiti i parametri da monitorare ed i criteri secondo cui strutturare una rete di monitoraggio. La rete doveva essere costituita da centraline, individuate per tipologia e numero, secondo quanto sotto riportato. Stazione di tipo A. Stazioni di base o di riferimento sulla quale misurare tutti gli inquinanti primari e secondari (biossido di zolfo, idrocarburi, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, particelle sospese e piombo), i parametri meteorologici di base, gli inquinanti non convenzionali da valutarsi con metodologie analitiche manuali. Tali stazioni devono essere preferenzialmente 2 localizzate in aree non direttamente interessate dalle sorgenti di emissione urbana (parchi, isole pedonali, ecc.); Stazione tipo B. Stazioni situate in zone ad elevata densità abitativa nelle quali misurare la concentrazione di alcuni inquinanti primari e secondari (con particolare riferimento a ossidi di azoto, idrocarburi, biossido di zolfo, materiale particellare in sospensione con caratterizzazione della massa, del contenuto in piombo); Stazione tipo C. Stazioni situate in zone ad elevato traffico per la misura degli inquinanti emessi direttamente dal traffico autoveicolare (monossido di carbonio, idrocarburi), situate in zone ad alto rischio espositivo quali strade ad elevato traffico e con bassa ventilazione. In tal caso, i valori di concentrazione rilevati sono caratterizzati da una rappresentatività limitata alle vicinanze del punto di prelievo; Stazione di tipo D. Stazioni situate in periferia od in aree suburbane finalizzate alla misura degli inquinanti fotochimici (biossido d azoto, ozono, PAN) da pianificarsi sulla base di campagne preliminari di valutazione dello smog fotochimico particolarmente nei mesi estivi. La ristrutturazione, avviata nel 1996 secondo i presupposti sopra riportati, ha consentito anche di cominciare ad estendere il monitoraggio a nuovi inquinanti, tra cui le prime misure della frazione inalabile delle polveri (PM10) e del benzene, normati nel 1994, nonché di estendere le misure anche ai centri urbani con 40.000-50.000 abitanti e, in 177

particolari casi, installando stazioni di rilevamento anche in centri abitati minori, confinanti con vasti comprensori industriali e aree urbane. La rete attualmente presente in Regione Emilia-Romagna è quindi il risultato di questo percorso, è costituita da 88 postazioni fisse di rilevamento e 9 laboratori mobili. In alcune province sono presenti anche stazioni di reti private. I principali parametri rilevati dalla attuale rete di monitoraggio sono: biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOX), ossido di carbonio (CO), ozono (O3), particolato (PTS, PM10, PM 2.5), benzene. La tabella 7.1.1 riporta la composizione attuale della rete di monitoraggio regionale. Provincia Stazioni fisse Laboratori Mobili Piacenza 12 2 Parma 6 1 Reggio Emilia 14 1 Modena 14 2 Bologna 16 1 Ferrara 7 1 Forlì - Cesena 6 1 Ravenna 9 1 Rimini 4 1 Tab 7.1.1 Composizione della rete regionale esistente (Rete fissa e Laboratori Mobili) Nella Tab.7.1.2. vengono riportati il numero e la tipologia degli strumenti attualmente installati sulla rete fissa. Stazioni NOX CO O3 SO2 BTX PM10 PM 2,5 fisse 88 75 61 29 24 10 36 3 Tab 7.1.2 Dotazione strumentale della rete fissa esistente La Fig. 7.1.1 evidenzia la distribuzione delle rete esistente sul territorio regionale. RETE REGIONALE ESISTENTE Fig. 7.1.1 Distribuzione delle postazioni di misura fisse della rete regionale esistente 178

7.1.2 LA RETE PROVINCIALE ESISTENTE Nell ambio della ristrutturazione iniziata nel 1996, sopra richiamata, anche la Provincia di Rimini e stata dotata di una rete di monitoraggio della qualità dell aria. Durante il 2003 la rete è stata integrata con l arrivo del Laboratorio Mobile. L attuale rete provinciale, come le restanti reti della regione, è totalmente posizionata nelle aree urbane, il monitoraggio si concentra nella città di Rimini e in quella di Riccione. Nella tabella 7.1.2.1 viene riportata la configurazione della rete. Rete di monitoraggio inquinamento urbano Provincia di Rimini NO x SO 2 PTS Pb CO PM 10 PM 2,5 O 3 BTX Dati Meteo Stazione tipo A. Rimini X X X X X X Parco Marecchia Stazione tipo B. Rimini X X X X Via Abete Stazione tipo C. Rimini X X X X X X X Va Flaminia Stazione tipo C Riccione X X X X Lungomare della libertà Laboratorio Mobile X X X X X X X Tab 7.1.2.1 Configurazione della rete provinciale esistente (Rete fissa e Laboratorio Mobile) 7.2 LA FUTURA RETE REGIONALE L attuale rete di misura presente sul territorio dell Emilia-Romagna deriva dalle singole esperienze provinciali che, sulla base del quadro normativo di riferimento (DM 20 maggio 91) nelle varie province aveva focalizzato l attenzione delle misure alle criticità presenti sul territorio, andando quindi a creare reti diversamente orientate nelle singole realtà locali. Questo ha portato, in passato, e continua a portare anche oggi seppure in misura minore, a dotazioni strumentali diverse nelle varie province e a una conoscenza della qualità dell aria essenzialmente limitata ai centri abitati maggiori, che non consente un analisi dell intero territorio come richiesto dalla normativa attualmente vigente. Inoltre il manifestarsi di episodi acuti di inquinamento a livello di bacino, dovuto alle caratteristiche ubiquitarie degli inquinanti che ad oggi rivestono maggior interesse, crea la necessità di un approccio diverso al monitoraggio automatico. Nel frattempo l Italia ha recepito tutte le direttive europee in materia, sancendo l esigenza di cambiare il modo di concepire e predisporre le reti di misura di qualità dell aria, spingendo quindi verso una nuova ed indispensabile ristrutturazione delle reti di misura. A supporto di questo processo, su richiesta del Ministero per l Ambiente, APAT con il Centro Tematico Nazionale - Atmosfera Clima Emissioni (CTN-ACE), ha effettuato una analisi di tutta la normativa e degli strumenti tecnici predisposti a livello europeo producendo le Linee guida per la predisposizione delle reti di monitoraggio della qualità dell aria in Italia che, attualmente, sono il documento di riferimento per la predisposizione delle reti di misura sul territorio italiano in modo omogeneo e uniforme. Le linee guida sono inoltre redatte in modo da garantire, oltre alle risposte alle esigenze normative, anche misure omogenee sia su scala locale, comunale e provinciale, quanto su scala Dati Traffico 179

regionale, nazionale ed europea. I set di misure ottenuti dalla rete devono necessariamente integrarsi e fornire un unico strumento di valutazione. ARPA e Regione Emilia-Romagna, che hanno partecipato alla stesura delle suddette linee guida, sono quindi state in grado di predisporre, già prima della loro presentazione ufficiale, avvenuta a Roma nel dicembre 2004, una serie di analisi e di proposte per la ristrutturazione della rete di misura in accordo con quanto in esse contenuto, ovvero utilizzando, come presupposti principali, la necessità di predisporre punti di misura confrontabili sull intero territorio e indicativi della misura degli inquinanti più critici sia per la loro presenza elevata che per i loro effetti sull ambiente e l uomo. Nel corso del 2001 la Regione Emilia-Romagna aveva commissionato ad ARPA l elaborazione di una proposta di revisione della rete di monitoraggio dell aria (Progetto SINA), formalmente approvata nel 2002; le risultanze sono visibili nel documento della Giunta Regionale n.43 del 12/01/2004, Aggiornamento delle Linee di indirizzo per l'espletamento delle funzioni degli Enti locali in materia di inquinamento atmosferico (artt. 121 e 122, L.R. 3/99) già emanate con atto di Giunta regionale n. 804 del 2001. Tutto questo ha portato alla definizione della nuova rete di misura che, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo Governo n. 351 del 1999 e a seguire dal Decreto Ministeriale n. 60 del 2002 e dal Decreto Legislativo Governo n. 183 del 2004, esplica la sua funzione nella misura della qualità dell aria all interno della regione secondo le finalità tecniche e normative attuali, supportando la gestione della qualità dell aria avviata con la zonizzazione del territorio adottata dalle Province. Alla configurazione proposta si è giunti a seguito di un percorso che, partendo dai documenti tecnici e normativi, ha visto la predisposizione di più elaborazioni ed analisi da parte dei tecnici di ARPA, in accordo con la Regione Emilia-Romagna, e la loro condivisione e/o modifica con la partecipazione dei tecnici delle Province. La nuova normativa tecnica prevede una nuova classificazione delle stazioni di monitoraggio e delle zone dove individuare i siti di campionamento secondo le indicazioni sotto riportate. Tipo di stazione: - Stazione da Traffico (T): è un punto di campionamento rappresentativo dei livelli d inquinamento massimi caratteristici dell area che si vuole monitorare, influenzato prevalentemente da emissioni da traffico provenienti da strade limitrofe. - Stazione di Fondo o Background (B): è un punto di campionamento rappresentativo dei livelli d inquinamento medi caratteristici dell area che si vuole monitorare. - Industriale (I): è un punto di campionamento per il monitoraggio di fenomeni acuti, posto in aree industriali con elevati gradienti di concentrazione degli inquinanti. Queste stazioni sono situate in aree nelle quali i livelli di inquinamento sono influenzati prevalentemente da emissioni di tipo industriale. L area di rappresentatività non è elevata e generalmente individuata da un raggio compreso tra 10 100 m (area da 300 m 2 a 3 km 2 ). Tipo di zona: - Urbana (U) - Suburbana (S) - Rurale (Ru) Caratteristiche della zona: - Residenziale (Res.) - Commerciale (Comm.) - Industriale (Ind.) 180

- Agricola (Agr.) - Naturale (Nat.) - Combinazione delle precedenti Di seguito si riportano le specifiche per alcune tipologie di stazioni in funzione della zona e delle sue caratteristiche Stazioni urbane da traffico (TU) Stazioni urbane ubicate in prossimità di strade ad intenso traffico veicolare localizzate in aree con forti gradienti di concentrazioni di inquinanti. Il dato fornito dalla stazione di campionamento deve essere accompagnato dalla tipologia del traffico e dalla tipologia della strada che si vuole monitorare (strada larga, autostrada, street canyon,...) al fine di normalizzare il più possibile l informazione fornita dal campionamento. Il flusso del traffico è suddiviso in tre differenti categorie: largo volume traffico (veicoli giornalieri >10000), medio volume di traffico (veicoli giornalieri compresi tra 2000-10000) basso volume di traffico (veicoli giornalieri <2000). L area di rappresentatività deve essere di almeno 200 m 2 secondo quanto stabilito per legge dal DM 60/2002. Seguendo le indicazioni contenute nel Criteria for EUROAIRNET è possibile integrare il concetto di area di rappresentatività con le specifiche di lunghezza della strada. La strada deve avere una lunghezza minima di 100m in aree fortemente urbanizzate e una lunghezza minima di 1000m per strade suburbane (Criteria for EUROAIRNET, cap. 4.5.4, pag 30). Le stazioni devono essere ubicate a circa 4 m dal bordo stradale più vicino (ed entro i 5 m dal bordo stradale se sono corredate di analizzatori per NO 2 e CO) ed almeno 25 m da incroci, semafori, ecc. Stazione di fondo urbano (BU) Stazioni usate per monitorare i livelli medi di inquinamento, all interno di vaste aree urbane (tessuto urbano continuo, prevalentemente capoluoghi di regione e/o provincia), dovuti a fenomeni di trasporto provenienti dall esterno della città stessa e fenomeni prodotti all interno della città che si vuole monitorare. Sono poste preferibilmente all interno di aree verdi pubbliche e aree pedonali (parchi, impianti sportivi, scuole,...) non direttamente sottoposte a sorgenti di inquinamento specifiche quali il traffico autoveicolare e le emissioni industriali. La distanza minima della centralina da arterie stradali eventualmente presenti (numero di veicoli giornalieri superiori a 2500) deve essere almeno 50 m. L area di rappresentatività deve essere individuata da un raggio compreso tra i 100 m e 1 Km. Stazione di fondo urbano residenziale (BU-Res) Stazioni usate per monitorare i livelli medi di inquinamento all interno di vaste aree urbane (tessuto urbano continuo) dovuti a fenomeni di trasporto provenienti dall esterno della città stessa e fenomeni prodotti all interno della città. Sono ubicate in aree urbane caratterizzate da una elevata densità abitativa di almeno 8000 ab/km², distribuzione quasi continua di abitazioni e non attraversate da strade ad elevata percorrenza. Le arterie stradali eventualmente presenti (numero di veicoli giornalieri superiori a 2500) devono essere poste ad una distanza di almeno 50m dalla stazione di rilevamento. L area di rappresentatività è caratterizzata da un raggio compreso tra 100m 5 km. Stazioni di fondo suburbano (BS) 181

Stazioni usate per monitorare i livelli medi di inquinamento all interno di aree suburbane (tessuto urbano discontinuo, generalmente paesi limitrofi ai capoluoghi di provincia e/o regione) dovuti a fenomeni di trasporto provenienti dall esterno della città stessa e fenomeni prodotti all interno della città che si vuole monitorare. Poste preferibilmente all interno di aree verdi pubbliche (parchi, impianti sportivi...) e non direttamente sottoposte a sorgenti di inquinamento diretto. Le arterie stradali eventualmente presenti (numero di veicoli giornalieri superiori a 2500) devono essere poste ad una distanza di almeno 500m. Se il numero di veicoli giornalieri è inferiore ai 500 la distanza può deve essere compresa tra 100-500m. L area di rappresentatività è individuata da un raggio compreso tra 1 5 Km. Stazioni di fondo rurale (BRu) Stazioni atte a monitorare i livelli di inquinamento dovuti a fenomeni di trasporto su lungo raggio e da emissioni di inquinanti prodotti all interno della regione stessa. Le stazioni sono poste all esterno delle maggiori città e insediamenti, in aree prevalentemente rurali/agricole maggiormente soggette ad inquinamento da ozono e non situate all interno di un agglomerato, sottovento rispetto alla direzione del campo di vento più probabile e non nelle immediate vicinanze dell area di massima emissione di inquinanti. L area di rappresentatività è caratterizzata da un raggio di almeno 5 Km. Stazione di fondo remoto (BRe) Stazioni atte a monitorare i livelli di fondo degli inquinanti risultanti da sorgenti naturali e fenomeni di trasporto sul lungo raggio. Esempi sono forniti dalle stazioni della rete EMEP (rete delle deposizioni acide). Caratterizzate da un area di rappresentatività di almeno 1000 Km 2 (r 18 Km)e posizionate in aree naturali (ecosistemi naturali, foreste) a grande distanza da aree urbane ed industriali e distanti dall influenza delle emissioni locali. Devono essere evitate le zone soggette ad un locale aumento delle condizioni di inversione termica al suolo, nonché la sommità delle montagne. Sono sconsigliate le zone costiere caratterizzate da evidenti cicli di vento diurni a carattere locale. La scelta deve ricadere prevalentemente su terreni ondulati o, qualora questi siano di difficile reperibilità, le valli caratterizzate da deboli fenomeni di inversione termica al suolo. Secondo le indicazioni regionali quindi la collocazione delle stazioni di rilevamento nelle diverse zone seguirà il seguente schema: Negli agglomerati saranno collocate stazioni di traffico urbano, stazioni di fondo urbano e/o residenziali; Nelle zone di tipo A saranno collocate stazioni di fondo suburbano e/o di fondo rurale; Nelle zone di tipo B saranno collocate stazioni di fondo rurale remoto. La tabella 7.2.1 riporta la composizione della futura rete di monitoraggio regionale. Provincia Stazioni fisse Laboratori Mobili Piacenza 6 2 Parma 5 1 Reggio Emilia 7 1 Modena 9 2 Bologna 10 1 Ferrara 6 1 Forlì - Cesena 6 1 Ravenna 7 1 Rimini 6 1 Tab 7.2.1 Composizione della futura rete regionale (Fissa e Laboratori Mobili) 182

Nella Tab. 7.2.2 vengono riportati il numero e la tipologia degli strumenti che saranno presenti sulla futura rete fissa. Stazioni NOX CO O3 SO2 BTX PM10 PM 2,5 fisse 62 62 38 38 13 35 53 24 Tab 7.2.2 Dotazione strumentale della futura rete regionale (Stazioni fisse) Nella Tab. 7.2.3, sotto riportata, è evidente l impostazione al riutilizzo, ove possibile, della strumentazione esistente, nonché il mantenimento delle postazioni storiche di misura, quando in accordo con quanto previsto dalle linee guida CTN-ACE. Tab 7.2.3 Dotazione strumentale della futura rete regionale per singola postazione di misura, visione generale LEGENDA: Stazione: N = Nuova, E = Esistente Strumento: A = da acquistare, R = Rilocazione di un esistente, E = esistente Tipologia Stazione CTN:FRu = Fondo Rurale, FS = Fondo Suburbano, FRe = Fondo Residenziale, FU = Fondo Urbano, T = Traffico, FRem = Fondo Remoto Zona/Agglomerato: A: Zona di risanamento, B: Zona di mantenimento, R: Agglomerato 183

Emerge chiaramente come si proponga la riduzione di circa un terzo dei punti di misura attualmente in funzione per andare verso una riqualificazione sia dei restanti che dei nuovi, mediante una focalizzazione maggiore verso gli inquinanti che attualmente presentano maggiori criticità, quali il PM10, il PM 2.5, i composti aromatici (BTX). Nella tabella sono specificate le coordinate geografiche delle stazioni già individuate in modo definitivo, mentre non sono presenti i riferimenti per le stazioni di cui non si è ancora giunti alla localizzazione precisa, benché in parecchi casi si siano già scelti sia il comune di riferimento che la tipologia di stazione. La Fig. 7.2.1 evidenzia la distribuzione delle futura rete sul territorio regionale. Fig. 7.2.1 Distribuzione delle postazioni di misura fisse della futura rete regionale Dalla figura è osservabile come le stazioni di misura, rispetto a quanto riportato in Fig. 7.1.1, non siano più concentrate nei principali ambiti urbani, ma al contrario siano distribuite su tutto il territorio regionale, al fine di ottenere informazioni sulla qualità dell aria rappresentative di tutte le zone di ogni singola provincia e quindi valide a livello regionale. Questo sviluppo della modalità di misurazione della qualità dell aria sul territorio consentirà inoltre di fornire un efficace supporto alla modellistica, che è in fase di sviluppo costante e consentirà di ottenere mappe delle concentrazioni degli inquinanti sull intero territorio regionale e non solo relative ai punti di misura fissi. Il risultato complessivo di questo processo di revisione, abbinato agli altri strumenti messi in atto, sarà quello di disporre non più una rete di misura limitata alle province e ai capoluoghi ma una rete di rilevamento regionale a tutti gli effetti, da cui tutti i Comuni, le Province e la Regione trarranno le informazioni necessarie alla gestione e al governo della qualità dell aria. 184

7.2.1 LA FUTURA RETE PROVINCIALE Partendo dai presupposti sopra richiamati, la revisione della rete della Provincia di Rimini ha permesso di mantenere tre delle quattro postazione storiche di misura e al contempo di pianificare il posizionamento di altre tre postazioni. Per due delle nuove postazioni è già stato individuato il Comune e la tipologia di stazione, per la terza solo la tipologia della zona e della stazione. Nella Tab. 7.2.1.1 viene riportata la configurazione della futura rete provinciale. Rete di monitoraggio inquinamento Provincia di Rimini COMUNE NOME STAZIONE ZONA/ TIPOLOGIA INQUIN. MISURATI AGGL0MERATO RIMINI Marecchia R 13 Fondo Urbano PM 10, PM 2,5, NO x, O 3, RIMINI Abete R 13 Fondo Urbano PM 10, NO x, CO, BTX, SO 2, Residenziale RIMINI Flaminia R 13 Traffico Urbano PM 10, NO x, CO, BTX, S.G.MARIGNANO S.G. Marignano A Fondo Rurale PM 10, PM 2,5, NO x, O 3, DA DEFINIRE Da definire A Fondo Suburbano PM 10, NO x, CO, O 3, BTX, MONDAINO Mondaino B Fondo Remoto PM 10, NO x, O 3, / Laboratorio Mobile / / PM 10, NO x, CO, O 3, BTX, Tab 7.2.1.1 Configurazione della futura rete provinciale (Rete fissa e Laboratorio Mobile) Nella Fig. 7.2.1.1 viene riportata la distribuzione sul territorio delle future postazioni di misura della rete provinciale. Fig. 7.2.1.1 Distribuzione delle postazioni di misura fisse della futura rete provinciale 185

186