16/5/2013 / PESCARA. Siamo tutti in zona sismica? Vulnerabilità e rischio sismico. Ing. Maurizio Vicaretti

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16/5/2013 / PESCARA Siamo tutti in zona sismica? Vulnerabilità e rischio sismico Ing. Maurizio Vicaretti

Dopo ogni terremoto, ci si sorprende dei danni e delle vittime, tanto piùse il territorio colpito era considerato a bassa (o nulla!!) sismicità

Talvolta, era stata semplicemente rimossa la memoria di eventi sismici remoti Molto spesso (sempre!!) era stato sottovalutata la vulnerabilitàsismica del patrimonio edilizio esistente, spesso progettato per soli carichi verticali o addirittura senza uno specifico progetto strutturale (edifici in muratura)

Nel corso di un secolo, il territorio italiano è stato via via classificato per la quasi totalità come sismico assegnando (o aggiornando) nel tempo le caratteristiche (es. PGA = accelerazione di picco al suolo) del terremoto da considerare per il progetto di edifici nuovi

D altra parte ogni nuova classificazione sismica, fotografando una pericolosità sismica maggiore di quella considerata (e collettivamente avvertita) in precedenza, genera inconsciamente un attesa di maggiore sicurezza anche per gli edifici esistenti

Mentre ad ogni cambiamento della classificazione sismica gli edifici nuovi (se correttamente costruiti) diventano dunque piùsicuri, gli edifici esistenti (anche se correttamente costruiti) si scoprono vulnerabili o piùvulnerabili che in passato

Poichéla normativa strutturale e la classificazione sismica vengono aggiornate o sostituite molto piùrapidamente del patrimonio edilizio, risulta sempre piùdiffusa la consapevolezza del deficit di sicurezza nei riguardi del sisma per gli edifici esistenti

Numerose sono le campagne di indagine condotte al fine di accertare le condizioni di vulnerabilitàsismica di edifici pubblici e privati. La valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici ha, per esempio, portato ad una stima approssimativa di 20.000 edifici costruiti prima del 1980 in siti attualmente classificati come zone sismiche 1 e 2, e per questo vulnerabili

Senza entrare nel merito delle procedure per l analisi della sicurezza strutturale e delle tecniche di miglioramento o adeguamento sismico, si riconosce l esigenza di ridurre la vulnerabilitàdegli edifici esistenti, secondo criteri di prioritàragionevoli ed economicamente sostenibili per la collettività

Per edifici privati, non sussiste alcun obbligo di miglioramento o adeguamento sismico a meno che (NTC 2008) non siano previste importanti modifiche alla struttura (ad esempio sopraelevazione o variazione di destinazione d uso)

Per gli edifici pubblici, siano essi strategici (ospedali, prefettura,.) o suscettibili di grande affollamento (scuole, uffici pubblici,.), l OPCM 3274 ha introdotto l obbligo per il gestore di valutare il livello di vulnerabilità

Neanche per gli edifici pubblici, d altra parte, a meno di gravi insufficienze (ad esempio per carichi verticali) èprevisto l obbligo di miglioramento o adeguamento sismico, ma solo quello per il gestore di programmare gli interventi, in funzione delle risorse disponibili ed a seconda del livello di vulnerabilità riscontrato

E sostenibile nel tempo il sistema attuale in cui la prevenzione sugli edifici esistenti, con interventi di miglioramento o adeguamento sismico, ètutta a carico della finanza pubblica?

In linea con il panorama internazionale, occorre cominciare a prevedere: per il patrimonio edilizio privato, incentivi (sgravi fiscali, aumenti di cubatura ) a chi effettua interventi di miglioramento, in analogia a quanto previsto per miglioramento delle prestazioni energetiche

prevedere forme di assicurazione della proprietàpubblica e privata nei riguardi del rischio sismico, con riduzioni del premio in relazione agli interventi di miglioramento sismico effettuati