Attività sportiva in età evolutiva. Giovanni Pili



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Attività sportiva in età evolutiva Giovanni Pili

La crescente diffusione della meccanizzazione e del benessere economico sono le cause storiche e sociali, ormai universalmente riconosciute, di quella sindrome da mancato o insufficiente esercizio che va sotto il nome di malattia ipocinetica (Kraus e Raab 1961) Le modificazioni del tenore di vita e delle abitudini prodotte negli ultimi 50 anni dalla rivoluzione industriale hanno fatto si che il movimento, protagonista delle attività umane nei decenni precedenti, abbia lasciato spazio ad un sedentarismo diffuso che inizia molto spesso con l età scolare. Il bambino libero di muoversi a suo piacimento fino all età di 5 o 6 anni, compatibilmente al luogo in cui vive ed alle possibilità familiari, di fatto rischia di trasformarsi in un sedentario a tempo pieno appena comincia a frequentare la scuola elementare. Per lunghe ore starà seduto nei banchi e, come se questo non bastasse, continuerà a stare seduto anche a casa per fare i compiti, spesso in alternativa o in associazione ad almeno due ore in media di immobilità televisiva. Il periodo che va dai 6 anni a 14 anni per entrambi i sessi, a seconda di come viene vissuto dal punto di vista motorio, può condizionare in larga parte il benessere e l equilibrio psicofisico dell adulto. MALATTIA IPOCINETICA E QUADRI PARAMORFICI La «malattia ipocinetica» è in realtà una sindrome caratterizzata dall interessamento di uno o più dei grandi apparati, fino all instaurarsi di quei quadri che, nei ragazzi, vanno sotto il nome di «paramorfismi dell età evolutiva». I quadri che prenderemo in considerazione hanno in comune l etiologia e la patogenesi, vale a dire rispettivamente l ipotonia muscolare ed il «non usu» dei vari organi ed apparati, il grado di interessamento delle strutture organiche implicate spazia in una vasta gamma di quadri paramorfici. Riteniamo che il paramorfismo che si mette in evidenza nel corso dell età evolutiva non è soltanto quello relativo a difetti di portamento o atteggiamenti posturali viziati. L incapacità da parte dell apparato cardiocircolatorio di rispondere in maniera adeguata ad uno sforzo, anche di lieve intensità e limitato nel tempo, è un quadro paramorfico di facile riscontro nei giovani, unitamente a modesti valori dei volumi polmonari sia statici che dinamici, con una minore efficienza ventilatoria.

100 Giovanni Pili Ma non si possono trascurare, fra i paramorfismi dell età evolutiva, tutte quelle situazioni psicologiche che caratterizzano il «bambino difficile», quello la cui socialità risente di fattori ambientali negativi, quello che ha un apprendimento motorio meno vivace della media, quel bambino insomma che, inserito in un gruppo di coetanei praticanti attività fisica organizzata, si avvantaggerebbe di una infinità di stimoli educativi sia sotto il profilo motorio che comportamentale. Per ultimo, consideriamo fra i quadri paramorfici il frequente riscontro di sovrappeso corporeo che, fra l altro, spesso ingenera altri paramorfismi specialmente a livello muscolo-scheletrico. Per quanto concerne i paramorfismi più classici e di facile riscontro ad un semplice esame fisico, vanno ricordati soprattutto quelli legati all apparato muscolo-scheletrico, fra i quali l «atteggiamento scoliotico», cioè le deviazioni laterali della colonna vertebrale senza rotazione dei corpi vertebrali, rotazione che invece è sempre presente nella «scoliosi vera» permanente ed evolutiva. Altri paramorfismi dell apparato di sostegno sono le iperlordosi del tratto lombare della colonna e le cifosi cervico-dorsali di grado modesto, il varismo ed il valgismo delle ginocchia, il valgismo dei piedi e l appiattimento della volta plantare. Paramorfismi scheletrici - Atteggiamento scoliotico - Cifosi cervico-dorsale - Iperlordosi lombare - Varismo e valgismo delle ginocchia - Valgismo dei piedi - Piede trasverso piano (piede piatto) Questi ultimi quadri paramorfici, relativi alle ginocchia ed ai piedi, vengono frequentemente peggiorati dalla contemporanea presenza di sovrappeso corporeo. I quadri paramorfici interessanti l apparato cardiocircolatorio sono insiti nelle peculiarità del muscolo cardiaco e del sistema circolatorio che, in mancanza di stimoli motori adeguati, non si adatta convenientemente a sopportare cari-

101 Attività sportiva in età evolutiva chi di lavoro anche non particolarmente elevati. Infatti il cuore reagisce con un aumento delle frequenze che risulta antieconomico con conseguente riduzione della gittata sistolica. In tal modo il flusso periferico si riduce al punto che i tessuti tributari manifestano precocemente i fenomeni della fatica locale. Il mancato adattamento del torrente circolatorio allo sforzo non consente quel flusso facilitato, dalle basse resistenze periferiche che viceversa l esercizio fisico induce, a causa di ciò la pressione arteriosa media durante esercizio sarà più elevata. L apparato respiratorio del bambino sedentario mostra facilmente una tachipnea da esercizio, con un lento ritorno alla frequenza di riposo, dovuto in particolare alla mancanza di una buona dinamica costo-diaframmatica. I valori del V02 max, che testimoniano la potenza aerobica dell individuo e quindi la capacità di prestazioni prolungate, nei soggetti sedentari sono largamente inferiori a quelli attribuiti alla potenza aerobica di un ragazzo non sedentario, a parità di peso corporeo (V02/kg). Paramorfismi dell apparato cardiorespiratorio - Tachicardia da esercizio - Gittata sistolica ridotta - Circolazione periferica inadeguata alle richieste - Pressione arteriosa media inadeguata alle richieste - Potenza aerobica ridotta - Volumi polmonari ridotti - Tachipnea da esercizio Fra i paramorfismi metabolici dell età evolutiva, in larga parte favoriti dalle condizioni socioeconomiche e dal sedentarismo, il più diffuso è l obesità, che in paesi come il nostro sta raggiungendo punte del 20% della popolazione giovanile sana. In questi soggetti le difficoltà motorie tendono alla cronicizzazione in quanto i bambini mostrano uno scarso dinamismo di base, in parte legato a fattori psico-ambientali (si vergognano di correre, per esempio), in parte dovuti all effettiva difficoltà a praticare con destrezza anche una attività fisica fra le più semplici.

102 Giovanni Pili Paramorfismi metabolici - Rapporto pondo-staturale sfavorevole - Alterazione del feed-back diencefalico relativo all appetito - Sovrappeso corporeo - Alterazione del metabolismo glicidico - Alterazione del metabolismo lipidico In tutte le osservazioni clinico-statistiche che hanno messo a confronto popolazioni di coetanei praticanti esercizio fisico e sedentari, questi ultimi hanno mostrato una maggiore predisposizione alla instabilità emotiva, alle bugie, alla balbuzie, all enuresi notturna, all onicofagia. Inoltre il loro rendimento scolastico risente, rispetto ai bambini allenati, proprio della mancanza di un organizzazione del tempo libero che si riflette sui programmi di studio domiciliare. Questi quadri, nell insieme possono essere considerati veri e propri paramorfismi psicologici. Paramorfismi psicologici - Instabilità emotiva - Bugie - Balbuzie - Onicofagia - Disorganizzazione del tempo libero - Ridotta socialità

103 Attività sportiva in età evolutiva FASI DI MATURAZIONE NEI PASSAGGI DA BAMBINO A PREADOLESCENTE Posto che l obiettivo della preparazione sportiva giovanile è quello di favorire uno sviluppo armonico dell organismo e delle capacità motorie in un contesto di educazione e formazione globale della personalità, è quanto mai opportuno sottolineare la necessità di conoscere le caratteristiche che presenta l organismo in ogni singola fascia di età in modo da capirne più facilmente le esigenze al fine di proporre una attività motoria e sportiva equilibrata ed efficace. Solo così si garantiscono al giovane i benefici effetti di una sana attività fisica ed il buon risultato sportivo anche nell età matura. Durante tutta la vita l organismo umano è sottoposto a continui processi di trasformazione biologica e psicologica, specialmente fino alla giovinezza, fasi di crescita in lunghezza (proceritas) si alternano a fasi di aumento del peso corporeo (turgor). È come se l insieme delle strutture biologiche dopo una fase di costruzione spesso esagerata, si concedessero una pausa tesa al consolidamento, per poi riprendere la corsa verso una nuova fase di crescita. Sullo sviluppo generale influiscono diversi fattori: Fattori intrinseci - Genetici: genitori, sesso, razza - Neuroendocrini: ghiandola ipofisi, tiroide, seminali, gonadi, pancreas Fattori estrinseci - Ambientali: valori biometrici caratteristici in relazione alle condizioni ambientali - Socio-economici: ceto sociale, struttura del nucleo familiare - Alimentari: quantità calorica e protidica giornaliera - Attività fisica e sportiva: aumento della densità e del diametro delle ossa, volume e peso dei muscoli, aumento della massa magra Pur non corrispondendo sempre l età cronologica (anagrafica) con quella biologica (organica), per motivi pratici proponiamo una suddivisione delle fasi

104 Giovanni Pili di crescita in fasce di età. È evidente che questo ha un carattere puramente orientativo I sei-sette anni comprendono il periodo dell infanzia che proseguirà, in varie tappe, fino ai dodici anni circa. In questa fase aumenta notevolmente la statura e diminuisce il peso corporeo (proceritas 1 a ), la crescita in lunghezza avviene soprattutto a carico degli arti inferiori. L ossificazione è sufficiente, comunque lo scheletro è plastico e facilmente alterabile dalle eccessive sollecitazioni. I legamenti articolari sono lassi. Anche l apparato muscolare è deficitario e risulta quantitativamente scarso e poco tonico. La posizione delle costole ancora sollevate, fa assumere al torace una forma cilindrica che porta, come conseguenza, ad una modesta capacità vitale. Il cuore presenta delle dimensioni ridotte rispetto alla massa totale del corpo. Pertanto gli apparati cardiocircolatorio e respiratorio rispondono all impegno fisico col solo aumento della frequenza sia degli atti respiratori che delle pulsazioni cardiache. Il gioco e la fantasia sono gli elementi dominanti di questa età. Il bambino passa dalla fase esplorativa a quella organizzativa e creativa. È intelligente, concreto, riesce a costituire semplici schemi operativi e ad apprendere con una certa facilità. Passa dalla fase egocentrica a quella di socializzazione con il gruppo, all interno del quale ricerca una propria identità e autorealizzazione, collaborando e facendo proprie le regole. Si rende disponibile ad accettare nuovi compiti da risolvere e si compiace dei suoi progressi motori. Desidera essere gratificato nelle sue iniziative. Sono sempre presenti elementi di instabilità che possono portare a facile arrendevolezza e rinuncia di fronte alle prime difficoltà. Ricerca una gratificazione immediata o, comunque, a breve scadenza. Non riesce a mantenere la motivazione per obiettivi a lungo periodo. La formazione fisica e psicologica deve ruotare intorno al gioco in tutte le sue forme: individuale, a coppie, collettivo. In questo modo si favorisce la strutturazione dello schema corporeo, ovvero la conoscenza del proprio corpo in tutte le situazioni statiche e dinamiche, nello spazio e nel tempo. Attività centrate sulle unità di base del comportamento motorio come il correre, saltare, rotolarsi, arrampicarsi, afferrare, lanciare, tirare, spingere, opporsi, equilibrarsi, ecc. sono utili per la ristrutturazione del rapporto tra sé e il mondo

105 Attività sportiva in età evolutiva circostante e migliorano il bagaglio del proprio vissuto. Inoltre consolidano le capacità motorie e funzionali che consentono l esecuzione ottimale degli schemi motori di base elencati : - strutturazione dello schema corporeo; - acquisizione e controllo degli equilibri (statico, statico-dinamico, dinamico); - strutturazione e controllo della lateralità; - coordinazione senso-motoria; - organizzazione spazio-temporale; - controllo posurale e coordinamento dinamico generale; - adeguatezza degli schemi posturali motori; - controllo della respirazione e capacità di rilassamento psico-somatico. Il miglioramento naturale della rapidità e della coordinazione, rispetto all età precedente, consiglia di proporre giochi ed esercizi sempre diversi che stimolino queste due capacità. Oltre ai movimenti semplici possono essere proposti anche movimenti combinati che richiedono la coordinazione simultanea di segmenti diversi del corpo, oppure eseguire abilità motorie di base come camminare, correre, rotolare, lanciare, afferrare, ecc. La regolamentazione dei giochi va proposta in maniera semplice e possibilmente affidata agli stessi bambini. A causa della volitiva psiche del fanciullo, sono sconsigliate attività motorie che presentano impegni monotoni, ripetuti e prolungati. Dagli otto agli undici anni per i maschi e dagli otto ai nove per le femmine l apparato locomotore tende a consolidarsi grazie anche al rallentamento della precedente forte spinta in altezza e all aumento dei diametri trasversi del tronco (turgor 2 ). L abbassamento delle costole porta ad un aumento della capacità vitale e dell efficienza generale dell apparato respiratorio. Il cuore assume dimensioni più proporzionate rispetto alla massa corporea totale. Grazie a ciò gli apparati cardiocircolatorio e respiratorio rispondono all impegno fisico aumentando, il primo la capacità di riempimento delle cavità atrio-ventricolari, il secondo l ampiezza degli atti respiratori.

106 Giovanni Pili Non a torto questa fase è definita anche età della ragione in quanto ad una più concreta intelligenza fa riscontro una maggiore consapevolezza di sé. Il fanciullo riesce a formulare concetti astratti, analizzando e valutando oggetti e situazioni da vari punti di vista. La socializzazione e la partecipazione all attività del gruppo, entro il quale definisce il suo ruolo, avviene con entusiasmo e forte motivazione nel perseguire obiettivi comuni. Notevole importanza viene data al giudizio degli adulti sul proprio operato. La capacità di apprendimento motorio è nettamente superiore rispetto al periodo precedente. Il fanciullo è in grado di perfezionare le proprie abilità ed apprenderne altre più complesse, costruendo programmi motori sempre più adeguati e rispondenti ai compiti da risolvere. In questo è aiutato anche dalla maggiore capacità di concentrazione nei movimenti. La accettazione delle regole e la disponibilità alle varie attività motorie, anche di iniziazione sportiva, permettono di poter programmare delle forme di allenamento contenenti anche elementi tecnici di base propri della disciplina sportiva prescelta. È evidente che tutto deve essere sempre mediato da una forma di gioco e di rispetto dei principi di progressività e gradualità. Intorno ai dodici-tredici anni per i maschi e ai dieci-dodici anni per le femmine inizia l adolescenza che proseguirà fino a circa i sedici anni per i maschi e ai quattordici per le femmine. L organismo cresce notevolmente in altezza e il preadolescente vede il proprio corpo che si trasforma in pochissimo tempo e che, a causa del forte incremento in lunghezza degli arti rispetto al busto, spesso assume forme inconsuete (proceritas 2 a ). Come conseguenza si determina una disarmonia morfocinetica legata essenzialmente alla dismetria tra sviluppo staturale e trofismo muscolare. L ossificazione non si è ancora completata e alla notevole crescita delle ossa lunghe (arti superiori e inferiori) si contrappongono delle strutture articolari ancora in via di sviluppo. L impegno fisico vede l apparato cardiocircolatorio e respiratorio non adeguati alla risposta, mentre l apparato muscolare, pur migliorando nel trofismo generale, non è ancora adattato al notevole sviluppo scheletrico.

107 Attività sportiva in età evolutiva È questo il periodo ove gli atteggiamenti viziati ed i paramorfismi possono presentarsi con frequenza. Questa età è anche definita difficile in quanto non si è più bambini ma non si è neanche adulti. L immagine corporea subisce delle continue variazioni con influenze alterne sulla forza muscolare e sulle capacità coordinative che non riescono a trovare punti solidi di riferimento. Alla instabilità funzionale si somma quella psicologica per cui è facile assistere a frequenti variazioni di umore, scarsa disponibilità, insofferenza a giudizi sul proprio operato e nei confronti delle regole familiari e sociali. Specialmente il giudizio del gruppo di appartenenza può influenzare notevolmente la propria autostima e, di conseguenza, la maggiore o minore fiducia in se stessi. L attività motoria e sportiva può assumere un ruolo determinante sia come canale di sfogo della naturale esuberanza, sia come formazione ed educazione generale. Tutte le capacità motorie possono essere sviluppate senza pericolo purché si seguano sempre i criteri di progressività, gradualità e simmetria di lavoro muscolare. Il miglioramento del trofismo muscolare può essere molto utile per prevenire gli atteggiamenti viziati ed i paramorfismi. Dopo i tredici anni per i maschi e i dodici per le femmine, e per tutto il periodo dell adolescenza, l apparato scheletrico va verso una progressiva definizione mentre quello muscolare migliora la sua forza ed efficienza generale; quest ultima inizia ad evidenziarsi soprattutto nei maschi. Il cuore inizia ad aumentare di peso, di volume, negli orifizi, nella forza contrattile e nel calibro dei vasi sanguigni. Anche gli scambi gassosi cominciano a diventare più favorevoli. È la prima fase di quella che gli esperti considerano l età dell armonia, riferendosi alle proporzioni somatiche ed alla funzionalità generale dell organismo. L incertezza psicologica oscilla ancora tra fiducia e diffidenza verso gli altri, desiderio di indipendenza e timore di perdere la protezione della famiglia, voglia di conoscere la realtà dell adulto e tendenza a chiudersi in sé stesso. Il bisogno di trovare e affermare la propria personalità porta facilmente a rifiutare i modelli comportamentali imposti o insegnati.

108 Giovanni Pili Il punto di equilibrio di questo disagio psicologico, caratterizzato da ansia, spirito di contraddizione e incoerenza, arriverà solo tre - quattro anni più tardi. Momento della scelta, spesso definitiva, verso una specifica attività sportiva, attività che può diventare importante nella formazione globale della personalità. L esperienza del gruppo sportivo e l accettazione delle norme comportamentali che esso impone, possono essere utili per una identificazione collettiva e quindi acquisizione di sicurezza nelle proprie azioni. L elemento agonistico, unito ad un buon programma di preparazione fisica, può essere importante per la costruzione armonica del corpo, per dare tono e forza ai muscoli e per rafforzare la propria autostima. CARATTERISTICHE DEL PROGRAMMA DI ALLENAMENTO IN ETÀ EVOLUTIVA Nell avviare i soggetti in età evolutiva alla pratica di una qualsiasi attività motoria, è indispensabile che i programmi di allenamento rispettino le caratteristiche morfologiche e funzionali dei piccoli sportivi interessati. In generale, tali programmi dovranno in maniera preponderante essere dedicati al miglioramento di tutte le qualità fisiche del soggetto, dando però maggior spazio all apprendimento delle tecniche sportive ed all incremento delle qualità fisiche non necessariamente allenabili attraverso elevati carichi di lavoro. Si tratta pertanto di migliorare in particolare la destrezza, la rapidità di esecuzione, la mobilità articolare; in dose giusta le doti di resistenza organica, mentre le qualità relative alla forza muscolare (forza massimale, forza resistente ed esplosiva) possono essere potenziate più in là nel tempo, a sviluppo puberale avvenuto. Requisito fondamentale in età giovanile è la «multilateralità» del programma di allenamento, il cui scopo principale deve essere sempre quello di ottenere un miglioramento globale di tutte le qualità fisiche così da consentire al ragazzo una maggiore duttilità e la possibilità nel tempo di margini di miglioramento più ampi. L esercizio fisico deve essere organizzato e strutturato come «allenamento

109 Attività sportiva in età evolutiva sportivo» attraverso il quale i ragazzi possano apprendere una elevata quantità di movimenti. Qualunque sport pratichi, il ragazzo sportivo non deve svolgere un attività di allenamento «unilaterale» intesa a incrementare una sola qualità fisica. Infatti, un programma di attività fisica «unilaterale e standardizzato» ha come obbiettivo quello di allenare e sviluppare prevalentemente la qualità fisica principale della disciplina sportiva praticata. A tale fine vengono adottati programmi di allenamento che utilizzano pochi e ripetitivi gesti, col rischio quasi inevitabile, di rallentare o ancor peggio, di bloccare i processi di apprendimento motorio del bambino. Al contrario, un allenamento «multilaterale» favorisce lo sviluppo parallelo e contemporaneo delle qualità psicofisiche allenabili nel ragazzo in quanto utilizza esercitazioni varie, alternate e polivalenti. Pertanto la multilateralità del processo di allenamento deve essere il principio informatore dell allenamento in età giovanile. Nel giovane sportivo anche i carichi di allenamento andranno distribuiti in maniera equa tra le numerose qualità fisiche, valorizzando sempre più, nel tempo, quelle specifiche per la disciplina praticata. La risposta adattativa a questi stimoli consentirà un miglioramento dell efficienza fisica globale, e quindi una più idonea capacità a compiere lavori muscolari sia generali che specifici. In un corretto programma di allenamento il bambino, qualunque sia lo sport prescelto, passa attraverso una lunga fase di allenamento generale e solo in seguito viene avviato all apprendimento dei gesti sportivi specifici della disciplina prescelta. I metodi di lavoro non devono mai tralasciare la caratteristica di risultare interessanti e piacevoli; solo così l allenamento sportivo può diventare «gioco organizzato». La multilateralità si articola in sequenza temporale come: multilateralità estensiva, adatta alle prime fasce di età in quanto rivolta all acquisizione del più ampio patrimonio possibile di strutture motorie ed esaltazione delle capacità motorie; multilateralità intensiva, adatta alle fasce di età che si affacciano all agonismo, ove l utilizzo della gamma più specifica dei mezzi e dei metodi di allena-

110 Giovanni Pili mento (addestramento) si struttura progressivamente e gradualmente per formare l atleta di alto livello. L approccio multilaterale nella formazione giovanile può essere una validissima arma contro i pericoli insiti nella specializzazione precoce, ovvero un prematuro intervento unilaterale tendente ad esasperare gli aspetti specifici della disciplina praticata. Se è vero che l attività motoria e sportiva apporta notevoli benefici a livello fisico e psichico è anche vero che una specializzazione precoce può comportare seri rischi come: - la trasformazione e specializzazione precoce degli organi e apparati più sollecitati - la perdita di interesse a causa della monotona ripetitività delle esercitazioni proposte Queste due situazioni possono avere come conseguenza: - la stagnazione delle prestazioni, in quanto l atleta possiede un ristretto bagaglio di schemi motori e quindi riesce ad operare solo in determinate situazioni standardizzate; - la facilità di traumi all apparato locomotore, in quanto il sistema muscolare presenta squilibri, spesso notevoli, tra i vari settori del corpo soprattutto nelle discipline con gesto asimmetrico possono sorgere o accentuarsi gli atteggiamenti viziati e predisporre ai paramorfismi; - l abbandono precoce della disciplina praticata per mancanza di nuovi stimoli motori e psicologici. Quindi, se il talento è una dote innata, è anche vero che il risultato sportivo è il frutto del passaggio graduale attraverso la motricità di base e la preparazione fisica generale, per giungere gradualmente alla specificità del gesto atletico. Solo nel rispetto delle leggi che regolano l accrescimento fisiologico e psicologico è possibile garantire al fanciullo, e quindi al futuro atleta, i benefici effetti di una sana attività fisica ed il risultato sportivo.

111 Attività sportiva in età evolutiva Benefici indotti dall allenamento sportivo in età giovanile APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO Corretta postura Migliore mobilità articolare Tonicità delle masse muscolari SISTEMA ENDOCRINO METABOLICO Rapporto pondo-staturale favorevole Aumento della massa magra attiva e riduzione della massa grassa Corretta regolazione del controllo diencefalico dell appetito Corretto assetto glico-lipidico APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO E RESPIRATORIO Bradicardia Valida gittata sistolica Miglioramento della irrorazione periferica (capillarizzazione) Facilitato ritorno venoso Pressione arteriosa favorevole Bradipnea Incremento dei volumi polmonari Rapida riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria dopo sforzo Incremento della potenza aerobica COMPORTAMENTO E PERSONALITÀ Buon controllo emotivo Buona adattabilità Valida autostima Buona capacità di socializzazione

112 Giovanni Pili Principali alterazioni dell apparato muscolo-scheletrico che possono derivare dalla specializzazione precoce SCOLIOSI CIFOSI LORDOSI DORSO PIATTO SCAPOLE ALATE GINOCCHIO VALGO GINOCCHIO VARO Deviazione in senso laterale e rotatorio della colonna Aumento della curva dorsale fisiologica della colonna Aumento della curva lombare fisiologica della colonna Diminuzione delle curve lordotica e cifotica fisiologiche Abnorme sporgenza del margine vertebrale delle scapole Deviazione verso l esterno dell asse verticale della gamba Deviazione verso l interno dell asse verticale della gamba GINOCCHIO RECURVATO Iperestensione del ginocchio oltre 180 0

113 Attività sportiva in età evolutiva QUALITÀ FISICHE ALLENABILI IN ETÀ EVOLUTIVA Non tutte le qualità motorie fondamentali possono essere allenate in età evolutiva. In particolare, al di sotto del 14 anno di età, è possibile allenare la destrezza (base tecnica), la mobilità articolare e la resistenza. Lo sviluppo delle capacità coordinative e della flessibilità sarà particolarmente curato nelle prime fasce di età in quanto generalmente queste qualità motorie hanno un limitato margine di miglioramento dopo i dieci anni di età e ancora meno dopo la pubertà. La destrezza è la qualità fisica caratterizzata principalmente dalla sollecitazione degli apparati neuro-sensoriali che concorrono nel realizzare atti motori estremamente precisi (secondo la definizione suggerita da A. Dal Monte). La destrezza, infatti, è la capacità di compiere determinati movimenti in maniera rapida, precisa e armonica con impegno muscolare diverso nelle varie discipline sportive in cui tale qualità è richiesta e necessaria. I bambini e poi i ragazzi possono acquisire automatismi motori con elevato indice di coordinazione neuro-muscolare e di mobilità articolare, sfruttando appunto la fisiologica capacità di imparare gesti tecnici anche complessi e sofisticati, propria della loro età. Infatti Io sviluppo della coordinazione del movimento e la capacità di apprendere gesti nuovi e complessi dipende in gran parte dalla maturazione del sistema nervoso e in particolare dal processo di mielinizzazione delle fibre nervose motorie (tra i 4 ed i 7 anni) (Fig. 1). Curva di crescita del sistema nervoso centrale Esiste quindi una correlazione fra lo sviluppo delle capacità motorie e del S.N.C. che consente e sostiene il miglioramento della destrezza e della velocità già nei primi anni di vita.

114 Giovanni Pili La resistenza è un altra qualità motoria allenabile nei bambini anche molto giovani (già dai 4-5 anni di età). I numerosi lavori di Astrand, Cerretelli, Robinson, Di Prampero e Bar-Or hanno evidenziato una capacità di lavoro aerobico (V02 max, cioè massimo consumo di ossigeno) particolarmente favorevole nei soggetti di età evolutiva. Tale dato è confermato dal comportamento del rapporto V02 max/kg di peso corporeo, indice della potenza del lavoro. La capacità di prestazioni prolungate aumenta in entrambi i sessi, senza variazioni significative fino ai 13 anni di età, raggiungendo il massimo valore nella femmina tra i 12 e i 14 anni, nel maschio tra i 14 e 17 anni (grafici A e B). A B Massimo consumo di ossigeno in l/min (A) ed in ml/kg/min (B). Le due linee superiori del quadrante B si riferiscono al consumo di ossigeno in relazione al peso corporeo magro

115 Attività sportiva in età evolutiva Dall osservazione dei bambini nei loro giochi spontanei si potrebbe pensare che essi prediligano esercizi brevi, salti e scatti, che impegnano soprattutto le fonti energetiche anaerobiche. Tale comportamento però sarebbe dettato più da un particolare atteggiamento psicologico del bambino che da una insufficiente capacità aerobica. Infatti solo verso i 20 anni di età si riscontrano i più alti valori di capacità anaerobica lattacida (attività della durata di qualche decina di secondi, fino a 40-45 secondi) mentre la capacità di lavoro anaerobico alattacido (attività di potenza, della durata di 4-5 secondi) è massima verso i 15-16 anni. Pertanto le caratteristiche bioenergetiche del soggetto in età evolutiva sono tali da consentirgli buone prestazioni di resistenza (metabolismo aerobico) e di brevissima durata (metabolismo anaerobico alattacido), mal sopportando alte concentrazioni di acido lattico nei muscoli (circa il 35% in meno rispetto all adulto). Mentre l inserimento in un programma di allenamento per soggetti in età evolutiva di elementi finalizzati allo sviluppo della velocità non desta come abbiamo visto, particolari motivi di preoccupazione, al contrario l inserimento di elementi finalizzati all allenamento della forza a questa età può risultare pericoloso. Lo sviluppo della capacità forza dipende soprattutto dal livello di produzione ormonale: testosterone, tiroxina e ormone della crescita. Nel periodo che va dalla terza infanzia alla pubertà, non si è ancora raggiunta la completa e definitiva capacità di resistenza al carico delle strutture dell apparato locomotore. Il rischio dunque di arrecare danni a queste strutture impedisce la pratica di attività fisiche intense e prolungate proprie delle metodiche di allenamento della forza. La massima forza isometrica progredisce linearmente fino alla pubertà per poi aumentare in maniera esponenziale. Pertanto, prima del 14 anno di età, è sconsigliabile allenare la forza utilizzando le tecniche di muscolazione isometriche e con pesi. Secondo il metodologo russo Filin, fino ai 12 anni circa, il carico di lavoro deve essere proporzionato al peso corporeo del giovane atleta; si può cioè allenare solo la cosiddetta «forza relativa». La «forza assoluta» invece, può essere allenata e migliorata solo quando si sia verificato l aumento di produzione del testosterone, la sua liberazione e la sensibilizzazione periferica ad esso. In ogni caso, anche negli atleti giovanissimi, è possibile gettare le basi dell allenamento della forza esercitandoli con attrezzi molto leggeri, al solo scopo

116 Giovanni Pili di insegnare loro il corretto uso degli stessi attrezzi, consolidando così l acquisizione dei processi motori e il controllo dei movimenti. In tal modo si otterrà anche il risultato, non trascurabile, di prevenire la ben nota e purtroppo frequente patologia traumatica, sia acuta, sia da sovraccarico funzionale, tipica delle sale di muscolazione. Per quanto in età evolutiva siano sempre da preferire e consigliare quelle attività di agilità e destrezza che non implichino eccessive sollecitazioni sulla colonna e sugli arti inferiori, studi recenti suggeriscono, invero, la possibilità di allenare in età compresa tra gli 8 e i 12-13 anni la «forza veloce» in quanto questa particolare qualità motoria dipende più dalle strutture nervose che da quelle biofisiche del muscolo stesso. Pertanto le attività motorie basate su gesti veloci e brevi non presentano alcuna controindicazione e quindi possono essere praticate dai giovani sportivi. Tappe del processo di allenamento giovanile (fasce di età e caratteristiche dell allenamento) - 6-8 aa: attività motoria ludica, gioco in tutte le sue forme 100% - 9-11 aa: attività motoria ludica (80%) e formazione di base 20% - 12-14 aa: formazione fisica generale (50-60%) e iniziazione all apprendimento delle tecniche sportive specialistiche (40-50%) - 15-16 aa: formazione fisica generale e specifica (40-50%) e iniziazione all allenamento sportivo specialistico (50-60%) Alle varie fasi dell accrescimento corrispondono dei limitati periodi di tempo dello sviluppo, detti fasi sensibili, durante i quali vi è una reazione più intensa, rispetto ad altre fasi, a determinati stimoli di sviluppo delle capacità motorie. Dopo questi periodi si ha in genere una stagnazione che nel tempo si evolve in decremento.

117 Attività sportiva in età evolutiva Possibilità di intervento sullo sviluppo delle capacità motorie nelle varie fasce di età Eta (anni) Forza Rapidità Resistenza organica Capacità coordinative 6-8 blando intervento sul trofismo muscolare Intervento progressivo Instabilità psicologica per impegni ripetitivi e prolungati Età ottimale di intervento 9-11 intervento progressivo sul trofismo muscolare Età ottimale intervento progressivo e graduale Intervento progressivo Età ottimale di intervento 12-14 15-16 Intervento progressivo sulla forza generale (carico naturale) Intervento progressivo e graduale sulla forza generale e sulla forza rapida (carico naturale e pesi liberi da bassi a medi) Tende a stabilizzarsi per poi decrescere Tende a decrescere Progressivo e graduale intervento Età ottimale di intervento anche per la resistenza specifica Tendono a stabilizzarsi e poi a decrescere Tendono a decrescere (alcune) Il tipo di formazione fisica ed il contenuto delle competizioni seguono un percorso di progressività (quantità) e gradualità (qualità) che si estende per tutto l arco evolutivo tenendo sempre presente lo stadio di sviluppo fisico e psichico

118 Giovanni Pili Contenuti dei carichi di lavoro fisico nelle diverse fasce di età Fasce di età 6-8 9-11 12-14 15-16 Principali contenuti dell attività di formazione fisica e delle competizioni Principali contenuti dell attività di formazione fisica: - Esercizi formativi con carattere di gioco (correre, saltare, superare ostacoli, arrampicarsi, nuotare, ecc.) - Giochi collettivi ( staffette comprese) - Giochi sportivi con regole semplificate - Acrobatica elementare ed esercizi per lo sviluppo dell equilibrio (pattinare, andare in bicicletta, sciare, andature su cordoli, assi, ecc.) - Esercizi di flessibilità Contenuto delle competizioni: le competizioni si confondono con le altre attività e sono, comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni specialistiche. In teoria, non si ripete due volte la stessa occasione di gara. Principali contenuti dell attività di formazione fisica: - Esercizi di ginnastica formativa (preparazione fisica a carico naturale) - Esercizi formativi individuali con carattere di gioco come nella fascia precedente - Giochi sportivi con regole semplificate - Acrobatica elementare ed esercizi per lo sviluppo dell equilibrio (pattinare, andare in bicicletta, sciare, andature su cordoli, assi, ecc.) - Esercizi di flessibilità Contenuto delle competizioni: le competizioni si confondono con le altre attività e sono, comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni in cui ci si specializza. Principali contenuti dell attività di formazione fisica: - Addestramento tecnico soprattutto in forma globale - Elementi di ginnastica formativa (preparazione a carico naturale) - Giochi sportivi con regole effettive - Forme più complesse di acrobatica ed esercizi più complessi per lo sviluppo dell equilibrio - Esercizi di flessibilità - Esercizi formativi individuali (scelta più ristretta rispetto alla gamma indicata per la fascia precedente) Contenuto delle competizioni: comincia a delinearsi la tendenza verso un tipo di sport e a delimitarsi il numero delle specialità in cui competere. La competizione è ancora uno dei mezzi di allenamento e di formazione. Principali contenuti dell attività di formazione fisica: - Addestramento tecnico in forma analitica e globale, comprendente anche esercizi di gara - Preparazione fisica generale a carico naturale e altri mezzi di allenamento per le qualità complementari (esercizi generali) - Preparazione fisica specifica (esercizi speciali) - Altri mezzi di allenamento delle qualità fondamentali - Esercizi di flessibilità - Giochi sportivi che presentino, dal punto di vista delle qualità fisiche richieste, la maggiore attinenza con la specialità sportiva prescelta Contenuto delle competizioni: scelta delimitata e mirata, con elementi di policoncorrenza.

119 Attività sportiva in età evolutiva Frequenza settimanale di lavoro e durata di una seduta di allenamento (*) Età (anni) Numero di sedute settimanali Durata di ogni seduta (minuti) 6-8 2-3 60 9 3-4 60 11 3-4 60-90 12 4-5 90-120 14 15 16 (*) 2 sedute settimanali sono il minimo indispensabile per indurre adattamenti apprezzabili Organizzazione di una seduta di allenamento La struttura del singolo allenamento, per le fasce di età superiori agli 11-12 anni, si articola generalmente in tre fasi collegate: - una parte preparatoria o introduttiva, comprende solitamente il riscaldamento generale, che comprende le varie forme di esercitazione, compresi alcuni giochi, che hanno lo scopo di mettere tutto l organismo, in particolare l apparato locomotore, nelle migliori condizioni di efficienza e rendimento e il riscaldamento specifico in cui si eseguono esercizi simili o uguali ai gesti tecnici che si andranno ad effettuare, con la variante di una minore intensità; - una parte fondamentale che viene normalmente dedicata alle esercitazioni che più rispecchiano i gesti tipici della disciplina sportiva prescelta. In questa fase l organismo sta nelle condizioni ottimali di freschezza fisica e nervo-

120 Giovanni Pili sa, quindi nelle migliori condizioni di rendimento e di apprendimento. Seguono gli esercizi e i giochi per lo sviluppo delle capacità motorie; - una parte conclusiva che ha l obiettivo di riportare l organismo nelle condizioni migliori di recupero. Pertanto agli esercizi di stretching, utili a ridare elasticità ai muscoli, si affiancheranno quelli di rilassamento e di respirazione. Esempio di organizzazione di una seduta di allenamento PARTE PREPARATORIA 1. Riscaldamento generale: vari esercizi a carico naturale e giochi tendenti a preparare l organismo, in particolare l apparato locomotore, al carico di allenamento. La durata del riscaldamento generale dura circa 10-15 minuti. 2. Riscaldamento specifico: esercizi simili o uguali ai gesti tecnici che si andranno ad eseguire, con la variante di una minore intensità. PARTE FONDAMENTALE 1. Apprendimento e perfezionamento delle tecniche attinenti la disciplina sportiva prescelta. 2. Esercizi e giochi di sviluppo delle capacità motorie. PARTE CONCLUSIVA 1. Esercizi di allungamento e mobilità articolare. 2. Esercizi di respirazione e rilassamento.

121 Attività sportiva in età evolutiva DISCIPLINE SPORTIVE PER L ETÀ EVOLUTIVA La disciplina sportiva praticata dai ragazzi in età evolutiva risente il più delle volte delle scelte e delle preferenze dei genitori. Molto raramente il bambino può decidere in proprio, tanto che quando ciò si verifica, si parla di vera e propria «vocazione». In genere questa è molto spiccata verso quelle discipline sportive più diffuse a livello di informazione, ma è soprattutto l ambiente familiare, con le sue abitudini e le sue tradizioni, che fa nascere nel bambino la «vocazione» per uno specifico sport. Tuttavia qualsiasi tipo di attività motoria organizzata, se scelta autonomamente dal bambino, va incoraggiata in quanto, evidentemente, essa possiede i giusti requisiti per motivare adeguatamente il giovanissimo sportivo. A nostro avviso il momento della iniziazione sportiva dovrebbe avvalersi anche della conoscenza scientifica e della esperienza specifica degli operatori sportivi (medici specialisti e tecnici) che, nel rispetto delle libere scelte del bambino, siano comunque in grado di consigliargli, tra le tante discipline sportive, quelle che meglio si addicono alle sue caratteristiche cliniche, morfo-funzionali e psicologiche. Per tutto quanto è stato sin qui detto a proposito delle caratteristiche antropometriche e fisiologiche dei soggetti in età evolutiva, delle particolarità delle varie qualità fisiche e della loro evoluzione nel tempo, nonché delle peculiarità dei gesti tecnici e dei regolamenti delle varie discipline sportive, riteniamo che per i ragazzi in età tra i 6 e i 14 anni, senza differenza di sesso, siano proponibili in particolare gli sport di destrezza e gli sport di squadra. Tra i primi, la ginnastica ricopre certamente un ruolo fondamentale, sia come attività motoria di base e propedeutica per tutte le discipline sportive, sia come attività sportiva specifica tra le più complete e armoniche. Infatti la ginnastica impegna qualità fisiche spontaneamente ben sviluppate nei giovanissimi ed inoltre è in grado di impartire una educazione motoria che rappresenterà nel tempo, un insostituibile e prezioso patrimonio di esperienze destinate a durare nel tempo. Il bambino che pratica ginnastica, se confrontato con coetanei sportivi di altre discipline, si distingue facilmente. Sa stare in piedi in maniera impettita e

122 Giovanni Pili tonica, sta seduto correttamente, sa compiere rapidamente e in maniera efficace movimenti anche insoliti e complessi; insomma è un piccolo atleta che conosce il suo fisico e lo sa orientare nello spazio. Per lungo tempo si è dibattuta nel mondo medico l opportunità di avviare i giovanissimi verso la pratica di discipline sportive cosiddette ad impegno monolaterale, scherma e tennis in particolare. In realtà questa controversia non trova obiettive giustificazioni, in quanto, a nostro avviso, se i programmi di allenamento, anche di queste discipline, vengono realizzati nei tempi opportuni e nei modi corretti, essi non possono arrecare alcun danno alle strutture del bambino; ma al contrario ne favoriscono lo sviluppo armonico, consentendone la più completa espressione dei requisiti eredocostituzionali. Nella scherma all esaltazione della lealtà che porta l atleta «toccato» dall arma dell avversario a farlo presente al giudice prima ancora che questi assegni la stoccata, fa riscontro la vivacità e la foga degli assalti,in quanto il regolamento di questo sport premia chi prende l iniziativa, cioè chi «attacca». Tutto ciò non può che incidere positivamente nella strutturazione psicopedagogica di un giovane. Il piccolo schermitore andrà scelto tra quei soggetti con caratteristiche di grande vivacità fisica e intellettiva, al contempo la scherma può risultare utile anche a chi mostra, fin da bambino, una scarsa sicurezza in se stesso e una certa tendenza a tirarsi indietro, a mimetizzarsi tra gli altri. Per i primi può essere la disciplina sportiva ideale, per i secondi può rappresentare la via attraverso la quale potersi sentire più forti e più sicuri, sfruttando le sollecitazioni psicologiche che la pratica della scherma induce. Quanto a doti fisiche, la scherma necessita di favorevole prestanza atletica con buona dotazione muscolare che verrà allenata ed esaltata specie nell impegno breve e veloce. Un particolare tipo di destrezza motoria è quello che si realizza in acqua, legato all acquisizione delle tecniche di galleggiamento e di avanzamento dei vari stili di nuoto. Il nuoto quindi può essere indicato come sport di iniziazione in quanto consentirà al bambino di imparare a muoversi in un mezzo naturale e a lui congeniale.

123 Attività sportiva in età evolutiva La muscolatura generale sarà impegnata senza il carico del proprio peso corporeo, ma al contempo consentirà un adeguato e buon sviluppo delle funzioni cardio-respiratorie. Il nuoto al di là dei benefici sin qui elencati, può inoltre diventare nel tempo la disciplina sportiva agonistica definitiva, oppure costituirà una parte della preparazione fisica generale di altre discipline sportive. Anche la pratica dell atletica leggera può inizialmente far parte delle attività sportive di iniziazione, quando attraverso lo stimolo della coordinazione neuromuscolare e più generalmente della destrezza, il bambino viene avviato ad apprendere l ampia gamma di gesti specifici di questo sport (marcia, corse, salti, lanci). Con le denominazione di «Sport di squadra» si intendono i giochi sportivi, cioè quelle attività atletiche caratterizzate dalla corsa e dal contrasto per impadronirsi di una palla o un attrezzo rotondeggiante che il giocatore tenterà di indirizzare verso una rete o una meta. I più noti e diffusi sono il calcio, la pallacanestro, la pallavolo, il rugby, la pallamano, l hockey su prato; ma fanno parte dei giochi di squadra anche la pallanuoto, l hockey a rotelle e l hockey su ghiaccio, basati sempre sullo stesso principio, ma praticati su terreni di gioco particolari (in acqua, su legno, su ghiaccio, ecc.). Questi sport hanno il vantaggio di essere fondamentalmente dei giochi, praticati sportivamente e quindi con necessità di sviluppare in pratica tutte le doti atletiche, ma in grado di conservare l aspetto più affascinante della pratica sportiva, l aspetto «ludico», cioè il piacere di correre e di contrastare divertendosi, fino all esaltazione che si raggiunge nel momento di segnare una rete o un canestro o una meta. In tutti i giochi sportivi si corre, si salta, si nuota, si schettina, insomma si sollecitano non solo le strutture muscolo-scheletriche (trasportando solo se stessi, senza sovraccarichi!), ma anche e soprattutto i grandi apparati, cioè l apparato cardiocircolatorio e quello respiratorio, che devono garantire il rifornimento energetico richiesto dallo specifico lavoro muscolare. Tuttavia per adattare con gradualità i giovanissimi all impegno di questi sport, esistono: il calcio, giocato mettendo le porte sui due lati più vicini del normale rettangolo di gioco, il minibasket, il minirugby, ecc., che non sono altro

124 Giovanni Pili che un ridimensionamento delle regole e delle difficoltà di questi sport per non rischiare di affaticare eccessivamente questi mini-atleti. L unico problema della pratica dei giochi sportivi può essere rappresentato dalla possibilità che i contrasti dei giocatori per impossessarsi della palla o comunque dell attrezzo possano generare traumatismi. Ma questo rappresenta un evento remoto e ad ogni modo non tale da rappresentare una limitazione o un pericolo per la pratica di questi sport. Nei giovanissimi infatti mancano le motivazioni e le intenzioni di fare «fallo» e quindi di danneggiare fisicamente l avversario; inoltre viene loro insegnato più a «evitare» che non ad «affrontare» l avversario stesso. Dalla terza infanzia fino alla pubertà l allenamento sportivo deve far parte delle componenti educative irrinunciabili, perché lo riteniamo tra le più formative della personalità, delle strutture e degli apparati del soggetto in evoluzione psico-somatica. Come, infatti, ormai si è certi dell influenza dell ambiente familiare, della scolarità, del tipo di alimentazione, delle previdenze igieniche e di profilassi, del controllo sanitario periodico, considerate conoscenze e conquiste qualificanti di un contesto civile e moderno, così crediamo sia nostro compito mirare ad una sempre maggiore diffusione ed affermazione della pratica sportiva. In conclusione a nostro avviso la pratica di una attività sportiva organizzata da parte di bambini e ragazzi non solo non è dannosa, ma rappresenta un fondamentale bisogno sia preventivo, sia fisiologico, sia psicologico. Solo la pratica di una attività sportiva organizzata consente infatti nella società moderna di svolgere quell attività fisica che sola può prevenire i danni prodotti dal sedentarismo, oggigiorno in continuo aumento. Il medico ha quindi il compito di incoraggiare la pratica sportiva e nel contempo di prevenirne gli eccessi. La sua funzione di guida e di incoraggiamento inoltre, dovrà svolgersi prendendo a riferimento l individuale espressione biologica del ragazzo, non limitandosi quindi a seguire rigidi schematismi cronologici.

125 Attività sportiva in età evolutiva BIBLIOGRAFIA BERALDO S., BARIGELLI E., MARINI C., La preparazione fisica, 1 vol., Marchesi Editore 2000 BERALDO S., ASCHIERI P.L., BARIGELLI E., MARINI C., Preparazione atletica a carico naturale, Filpjk 1996 CALDARONE G., BERLUTTI G., La ginnastica come sport-prevenzione e sport-terapia nell età evolutiva, 20 Seminario di studio per docenti I.S.E.F. di ginnastica artistica e ritmico-sportiva; Roma, 9-13 novembre 1981 CALDARONE G., GIAMPIETRO M., Età evolutiva ed attività motorie, Mediserve 1997 CALDARONE G., MATTEUCCI E., Le caratteristiche fisiologiche e tecnico-sportive delle attività atletiche di iniziazione, Medicina dello Sport, vol. 31, 1978, pp. 243-246 CALLIGARIS A., Attività Fisica in età Pediatrica, Rassegna Internazionale di Medicina dello Sport, II, n. 8, 1987 D ERCOLE A, Lo sviluppo motorio nel fanciullo, Società Stampa Sportiva 1986 DE TONI, Lo sport nell età evolutiva, in LUCCHERINI, CERVINI T., CERVINI C., (eds). Medicina dello Sport, Ed. SEU, Roma, 1960, cap. XXX HANN E., L allenamento Infantile, Società Stampa Sportiva 1986 HARRE D., Teoria dell allenamento, Società Stampa Sportiva 1977 HUGHSON R., I bambini e lo sport agonistico. Un approccio multidisciplinare, Atletica Studi, 3-4, 1988 MALINA R., Sviluppo e prestazione sportiva, Rivista di cultura sportiva, Scuola dello Sport, VI, 9, 1987 MALINA R. Il momento opportuno, Rivista di cultura sportiva, Scuola dello Sport, VII, 14 1988 MANNO R., L evoluzione della forza, velocità, resistenza nelle varie età, SdS Coni 1980 MANNO R., Metodologia dell allenamento dei giovani, SdS Coni 1986 MANNO R., L evoluzione delle capacità motorie dai 6 ai 14 anni, Didattica del movimento, 51/52, 1987 MUZIO M., Aspetti psicologici dell età evolutiva, Atleticastudi, n. 4, 1983 NICOLETTI I., Lo sviluppo fisico del bambino e dell adolescente, SdS Coni 1982 PETTER G., Dall infanzia alla preadolescenza SAIBENE F., ROSSI B., CORTILI G., Fisiologia e psicologia degli sport, Mondadori 1986 TITTEL K., L adattamento in età giovanile, Rivista di cultura sportiva, Scuola dello Sport, Prima parte VII, 12, 1988; Seconda parte VII, 13, 1988 TRENTIN G., Attività ludico-motorie per bambini dai 5 ai 10 anni, Società Stampa Sportiva VULLO C., Il pediatra di fronte all attività sportiva, Medico e bambino, 8, 1984